giovedì 7 settembre 2023

“LA MORTE DELLA TRADIZIONE NEL CRISTIANESIMO: LA SUA SOSTITUZIONE CON L’OPINIONE UMANA”

 


Si deve portare rispetto per la Tradizione: “Quando c’è rispetto per le piccole cose, c’è grande rispetto pure per le grandi. Quando non c’è rispetto per le piccole, non esiste rispetto neppure per le grandi. È stato così che i Padri hanno mantenuto la

Tradizione». (s. Paisios)


“LA MORTE DELLA TRADIZIONE NEL CRISTIANESIMO: LA SUA SOSTITUZIONE CON L’OPINIONE UMANA”


Una Chiesa – ma pure una qualsiasi religione – compare e vive nella storia in questo modo: un’autorità fondativa (un profeta, un uomo spirituale) fonda una tradizione religiosa. Qualsiasi altra autorità che gli succede non è più fondativa ma unicamente a servizio della tradizione stabilita, una volta per tutte. Da questo momento in poi la tradizione, in ambito religioso, sta su un livello superiore a qualsiasi autorità umana che la serve e la trasmette. Qui l’opinione umana sulla religione non ha alcun senso ma occorre unicamente l’adeguamento della volontà umana alla tradizione fondativa… Lo stesso san Paolo dice che non si può creare un nuovo fondamento a quello posto (1 Cor 3, 11): Cristo non cambia ma è identico ieri, oggi e in eterno e come lui pure la Chiesa (Cfr. Ebr 13, 8)! Per questo le opinioni fanno solo confusione nella Chiesa, stessa confusione che si vedeva nelle prime comunità cristiane in chi si credeva di Paolo, di Pietro, di Apollo ecc, e non direttamente di Cristo, come ricorda l’apostolo (1 Cor 1, 12). In ambito cristiano, Cristo, uomo-Dio, ha posto un fondamento e una tradizione. I vescovi, autorità non fondative, espandono la tradizione ricevuta dagli apostoli e da Cristo, nel tempo e nello spazio. Questa tradizione viene rinvigorita e tradotta in disposizioni umane nella Chiesa (le cosiddette tradizioni ecclesiastiche). Una liturgia autentica è una disposizione umana che riflette in varie modalità la tradizione di Cristo, il suo spirito, la sua mentalità. (…) Purtroppo nell’ambito cattolico, in questi ultimi decenni, è avvenuta una profonda rivoluzione, i cui prodromi si notavano anche diverso tempo fa’: l’autorità non fondativa si è silenziosamente eretta, di fatto, al di sopra della tradizione come se fosse fondativa. Questo è avvenuto in molte realtà del Cattolicesimo. Le tradizioni ecclesiastiche sono state modificate, a volte divelte, con l’idea di servire la tradizione fondativa ma di fatto allontanandosi sempre più da essa.

In Occidente il primo a farlo in modo radicale e moderno fu Martin Lutero: l’autorità del singolo che legge la Bibbia sta sopra a qualsiasi interpretazione della tradizione! Ed è così che Tizio e Caio, leggendo lo stesso passo biblico, possono dire cose opposte; hanno opinioni opposte e in guerra tra loro! Alla fine, più che servire alla Bibbia o adattarsi ad essa, costoro arrivano a cercare nella Bibbia qualcosa che dia loro ragione e aboliscono qualsiasi tipo di autorità umana. Non cercano un correttore o un pedagogo, correttore che può applicare la tradizione e le tradizioni con sfumature differenti a seconda della persona. Cercano un complice. Ed ecco evacuata la tradizione spirituale mantenendo intatte le apparenze della religione! Oggi gran parte del mondo cattolico – dopo 500 anni – ha di fatto seguito compiutamente questo cammino e ne tira tutte le conseguenze. Una di queste è il fatto che nessuno si sente più limitato e peccatore, bisognoso di sottomettersi ad un’autorità spirituale per progredire cristianamente. Sono tutti divenuti perfetti e non vogliono correzioni, tutti si sentono maestri anche se religiosamente ignoranti! E d’altronde dove sono le autorità realmente spirituali visto che queste “non sono nessuno per giudicare”? Le opinioni imperano, la babele si diffonde a macchia d’olio ma viene pateticamente scambiata per “vita religiosa”… Si confonde la vita della Chiesa (che non fa’ clamore e pubblicità e si attiene alle disposizioni fondative) con il vitalismo mondano, oggi ben radicato tra i cristiani postmoderni. E la cosa peggiore è che si ritiene tale vitalismo mondano dono ed effetto dello Spirito santo (il che è pura bestemmia e cieca illusione)… Il fatto è che, affermando questo, senza saperlo si va direttamente contro la propria fede, poiché la fede cristiana in senso autentico si regge solo e unicamente nell’alveo della tradizione, non al di fuori di essa. (…) Odiare le tradizioni ecclesiastiche fondate sulla tradizione di Cristo e in suo supporto significa, alla fine, odiare la tradizionestessa di Cristo. È inutile illudersi con vuoti giri di parole!

Nel momento in cui un singolo o una Chiesa intera iniziano a mettere da parte la tradizione (contrapponendosi artificiosamente ad essa in nome di un’autorità, di un concilio, di un papa o di se stessi), la Chiesa muore.

 Pietro Chiaranz (teologo ortodosso-italiano)


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