domenica 5 novembre 2023

Il dire umano che vale è solo nel Verbo incarnato e fatto uomo.

 


EPOPEA SALVIFICA DEL CRISTIANESIMO VITTORIOSO 


1. Il dire umano che vale è solo nel Verbo incarnato e fatto uomo. 


4/2/2005  

Il prodursi letterale della gnosi etica, confacentesi all’ordinato sviluppo spirituale dell’anima, espone la sostanza dottrinale del testo biblico a cui è dato di tutto contenere, nel merito della Parola e della Volontà di Dio in ordine alla stessa. 

Sapienza divina viva è dinamica potenza del vissuto umano per l’onnisciente pensiero del Padre, l’onnipotente Parola del Figlio, la trascendenza dell’amore dello Spirito Santo. 

Il mirar della scienza gli astri è comune appartenenza all’erudizione umana, ma poco o nulla può mutare l’uomo del tempo e della natura. 

Prosopopea assurda, dunque, a vanto sol di se stessa, la scienza che non sa collocarsi tra uno dei più bei doni di Dio, negando Dio che è grembo materno di ogni cosa creata. 

Supplice, la terra chiede a Dio di poter essere abbeverata nel mutar delle stagioni, per essere fertile ciclo evolutivo di sempre nuovi fiori, di sempre nuovi frutti. 

Non è il cielo, ma il Dio del cielo e della terra a donare risposta all’uomo che sa essergli figlio. 

Il dire umano che vale è solo nel Verbo incarnato e fatto uomo, a cui tutto s’arrende, purché Lui e Lui solo lo voglia. 

Preminenza delle preminenze è in Gesù fatto uomo, per indicare all’uomo la bassezza raggiunta e l’altezza che era e che ancora è chiamato a raggiungere. 

Sappia l ’uomo soffermarsi per vedere ciò che più non vede, a sentire ciò che più non sente, perché l’uomo è ingiuria al tempo della vita che lo vuol salvare dalla sua corsa di voler solo morire nella feccia del peccato, che gli vieta di poter risalire. 

La morte supina lo attende, lo avvolge, lo fa suo, nella brama che la morte, figlia del peccato, ha di coniugarsi con l’inferno per soddisfare le brame assassine di colui che è il male e che attenta ad ogni anima che Dio chiama a miglior vita. 

Postillografare della vita umana i momenti più belli è ormai di pochi eletti, che si sono lasciati scegliere dalla misericordia divina per seguire Gesù nell’arco dei secoli in cui s’è reso vita a coloro che hanno saputo eleggere regina della propria vita l’umiltà. 

Seriamente rivisitata e vissuta, la vita è ciò che di più bello potè e può donare di sé, quale alveo in cui deporre e far fiorire di Dio il suo essere Amore. 

Concordare appieno con ciò che la vita è, con ciò che la vita offre ad ognuno, è insito nella legge e nell’amore di Dio, che non manca di rendersi viva fonte dell’acqua viva della sua Parola per donare ad ogni anima il chiaro intendimento del suo valore d’essere vita al cospetto di Dio e dell’umanità. 

Il peccato è falce di morte che miete le anime che banalizzano i sacramenti e mancano di vigilanza, affinché al loro essere lampada non venga a mancare l’olio della sapienza divina e dell’amore in essa e per essa vissuto. 

Premio sia per la realtà dell ’Amore Divino, vissuto da ogni anima da Dio chiamata alla vita, per la vita inalterabile ed eterna. 

Mirare al compiacersi di Dio per la sua creatura è evincere la potenza divina che tutta sa dissolversi in una lacrima di commosso amore verso Dio, che ama annullarsi nella creatura e che, da perfetto Amore quale è, invita la creatura ad amare d’annullarsi in lui. 

Cosa brama di più la creatura che l’esser magistrale tocco divino del capolavoro universale? 

A capo di ciò è l ’amore, quale fine di ciò è l’amore, per la circolarità divina di tutto ascrivere in sé perché solo così l’amore può ampliarsi all’infinito. 

Dunque è in tale, benedetto evolversi del bene che tutto ciò che è bene ha ragione di essere e tutto ciò che è male debba essere riconosciuto tale e reso causa e fine in se stesso, perché è superbia contro Dio. 

La lacerante disperazione di coloro che riconoscono finalmente d’essersi lasciati turlupinare dal male è grido che le anime oranti presentano quotidianamente al cospetto di Dio perché la misericordia muti in conversione e gioia tale disperazione, per una sempre maggiore vittoria cristiana sul male. 

Al cristiano nuoce la superficialità d ’esser tale, perché nega a se stesso di vivere la ragione della sua stessa vita. 

      Potenziare la vita cristianamente è dare all'onnipotenza divina la possibilità di forgiare i cuori a mo' di lama a doppio taglio, perché la Parola vinca in ognuno l’impari battaglia al male. 

Come non riconoscere l’arma unica a difesa di ogni male, quale è Cristo Eucaristia e Cristo la Parola? 

Il pronunciamento di mille voci discordanti è militanza più o meno inconscia nelle vie del male che richiede il saper tacere, meditare, interiorizzare, per discernere ciò che è bene e trarre con cognizione di causa le logiche conseguenze. 

È partitocrazia di bassa lega ciò che crea voci infime legate alle finalità terrene e del malcostume ciò che è ritenuto diritto alla vita, nella sfera dell’illusione ritenuta base per coloro che affermano di voler comunicare coi piedi per terra. 

Non dimentichino i cristiani che Pietro da Gesù fu chiamato a camminare sulle acque perché ciò esige la fede e ciò  è ritenuta follia da coloro che tutto ritengono di sapere, pur non sapendo realizzare neppure una O col bicchiere. 

Mirare ad essere tutti di Cristo è follia delle più sopraffine, perché lui stesso abbracciò la follia della S. Croce per salvare tutta l’umanità. 

Letteralmente coinvolgente, l’amore di Cristo è veramente tale, per cui l’essere cristiani è possibilità reale e non solo mistica di vivere l’essere “Alter Christus”. 

Mercificare la propria vita è debolezza umana di non conoscere e capire il valore della vita stessa e la gravità del male che vorrebbe distruggerla. 

La fiera incandescenza dei cuori convertiti all ’amore di Dio è realtà, quale peculio che Dio stesso arroga a sé, per il divenire della conclamata vittoria del bene sul male. 

Il recupero dell ’originaria verginità del cuore è dato alla provenienza divina, che a tempo debito innova tutte le cose. 

Saturare di velleità umane la vita è di coloro che s’accorgono, ahimé troppo tardi, che Gesù bussa al cuore umano, attende ed è dato solo all’anima aprirsi o meno alla grandezza del suo amore. 

Proclamare la vita effetto di qualsivoglia big-bang è modo sbrigativo di liberarsi della realtà dell’anima, che pure è l’unico effetto e realtà di vita per il corpo stesso, sia in vita che dopo la morte. 

Provvida è la certezza dell ’esistere dell’anima, perché è possibile perfezione di vita eterna. 

Brandire le colpe come cimeli di vittoria è d ’uso negli stolti, che con molto rumore, a mo’ dei cembali stonati, procacciano teorie blasfeme, dimentichi di ciò che sono i veri valori della vita cristiana. 

Nel richiamo materno, vigile e potente di Maria SS. all’errato procedere delle anime in modo non cristiano, pur professandosi tali, vi è la “Donna vestita di sole” che conclama in sé la realtà della luce, che del giorno della vita universale indica la nascita ed il tramonto, segno di un giorno che muore e di una nuova aurora che tutto innova, ove vivere sarà con Dio regnare. 

Scritti di Anna Maria Ossi 

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