mercoledì 23 ottobre 2024

DELLE CAUSE DEI MALI PRESENTI E DEL TIMORE DE' MALI FUTURI E SUOI RIMEDI AVVISO AL POPOLO CRISTIANO

 


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Nulla poi dico del disprezzo, e dello sdegno, da cui sono compresi oramai tutti i popoli contro le legittime podestà della terra. Siate soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio, dice San Pietro (1. Petr. 2. 15. e seg.): al re, come alla persona più eccellente; ai ministri, come mandati da lui in vendetta dei malfattori, e in esaltazione dei buoni : perchè questa è la volon tà di Dio... Onorate il re; e voi state soggetti con tutto il timore ai padroni, e non solo ai buoni, e ai modesti, ma anche ai discoli. Per tanto, ripiglia San Paolo (ad fioman. 15. 2. ) chi resiste alle podestà, resiste all'ordine di Dio: e coloro che resistono, procacciano a se stessi la dannazione. Non sono queste leggi santissime, che oggimai non si conoscono più tra i cristiani? Dirò ben piuttosto alcuna cosa del comune odio de laici contro gli ecclesiastici, e in ispecie contro i claustrali. Temi il Signore con tutta l'anima tua, e onora i suoi sacerdoti. Con tutte le tue forze ama colui che ti ha creato; e non abbandonare i suoi ministri. Onora il Signore con tutta l'anima tua, e rispetta i sacerdoti (1). Ecco l'avviso dello Spirito Santo. Ma v'è cosa al dì d'oggi tanto dispregevole, quanto gli ecclesiastici? e non dico già solo presso gl'increduli, e gli eretici, ma anche presso gli stessi cattolici? E pure questo peccato è uno di quelli, che più facilmente può accelerare sopra di noi la vendetta di Dio. Chi disprezza voi, disprezza me, ha detto Gesù Cristo, parlando de suoi ministri (2). E qual castigo non merita un popolo, che disprezza Gesù Cristo? Certo è che a questo disprezzo de servi di Dio attribuiva Salviano almeno in parte l'irruzione dei Vandali nel P Africa. Ma bisogna udire, com'egli si spiega, per riscontrare il peccato degli Africani col nostro. ( De Gubern. Dei l. 6. c. 5). – Sono forse, dicº egli, più leg gieri i delitti, che si son resi comuni ai nobili, ed agl'ignobili, voglio dire l'odio, e l'abborrimento di tutti i santi? Poichè egli è una specie di sacrilegio l'odiare i servi di Dio. Come se alcuno battesse i nostri servi, noi ci terremmo per ingiuriati, e come se un figlio altrui fosse percosso, l'amor paterno nel supplizio del figlio sarebbe tormentato; così allorquando si offende da taluno un servo di Dio, la maestà divina resta oltraggiata, dicendo il Signore a suoi Apostoli: Chi voi disprezza, disprezza me (1). Perseguitavano dunque gli Africani, e odiavano i servi di Dio, e Dio in essi. Ma, domanderete forse, come si prova quest'odio º In quel modo, rispondo, che si prova l'odio de'Giudei contro Gesù Cristo, quando il chiamavano indemoniato, quando il deridevano, quando gli soffiavano in faccia, e fremevan coi denti sopra di lui... Così dunque si prova l'odio degli Africani contro i monaci, che sono i santi di Dio, perchè gli deridevano, gli maledivano, gli perseguitavano, gli abborrivano, e perchè in somma facevano contro di loro quasi tutto ciò, che fece l'empietà de'Giudei contro il Salvatore prima di venire al l'effusione del sangue. Ecco la fede degli Africani, e specialmente de'Cartaginesi. Entravano una volta più sicuri gli Apostoli nelle città pagane, e quei barbari, e sacrileghi meno abborrivano il loro aspetto.... Là dove nelle piazze, e nelle strade di Cartagine non potevano quasi comparire i servi di Dio senza ingiurie, e strapazzi... E ci maravigliamo adesso, se i Cartaginesi sono in mano dei barbari, dopo che essi furon si barbari contro i servi di Dio? Giusto è dunque il Signore, e giusto il suo giudizio. Imperocchè mietono quello che han seminato, " e pare che il Signore dicesse per costoro: Rendete a lei secondo le opere sue: fate a lei secondo tutto quello ch'ella ha fatto: perocchè ella si è inalberata contro il Signore (1). Sin qui, ma più diffusamente, Salviano. Ora domando io, che cosa non possono aspettarsi le città dell'Europa dove il nome e l'abito, e l'aspetto dei servi di Dio è divenuto lo scherzo delle penne degli scrittori e delle lingue del volgo? Quarantadue fanciulli, che derisero Eliseo per la sua calvizie, furono maledetti dal profeta, e sbranati da due orsi (4. Reg. 2. 25) . Qual dunque dev'essere la fine dei derisori, e dei nemici dei ministri di Dio? - Ma gli ecclesiastici e i claustrali avrebbero forse anch'essi parte nell'affrettare la vendetta del cielo? Io lascio ad essi il rispondere a questa domanda. Prego soltanto i claustrali ad esaminare nel loro ritiro un'antica predizione del loro stato, perchè mai non avesse ad avverarsi a nostri giorni (Vite de' ss. Padri l. 5. c. 25). Alquanti santi Padri si congregarono insieme, e profetarono dell'ultima generazione, e fra quelli un principale disse: noi osserviamo i comandamenti di Dio, ma quelli, che verranno dopo noi, non li osserveranno così perfettamente, ma pure cercheranno Dio, e lo ameranno. E quelli, che saranno dopo loro, non si cureranno di Dio nè de suoi comandamenti, e sarà quello, che dice l'apostolo, che abbonderà l'iniquità, e si raffredderà la carità di molti, e verrà sopra loro gran tentazione, ma quelli, che in quella tentazione saranno provati, saranno migliori di noi, e più beati, e più accetti a Dio.

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DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI


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