Sant'Ignazio di Loyola un giorno ricevette un biglietto su cui era scritto: «Vi odio tanto, che vi vorrei bruciare».
Il Santo rispose subito, d'impeto: «Anch'io vorrei bruciare voi, ma di amore divino».
Ecco l'odio e l'amore. Si oppongono direttamente. L'odio è il contrario dell'amore. «L'odio volontario è contrario alla carità», insegna il Catechismo (n. 2303). Odiare è voler male. Chi odia una persona vuole male a quella persona. Si può odiare Dio e il prossimo.
C'è l'odio di inimicizia: si odia un nemico o chi ci ha fatto del male o chi può farci del male.
C'è l'odio di abominazione: si odia soltanto il male (la disonestà, la crudeltà) che si vede in una persona. Questo odio è un atto buono.
L'odio assassino
L'odio di inimicizia nella sua radice è omicida. Realmente. È vero: molti cristiani hanno orrore anche solo a sentir nominare il quinto Comandamento: «Non ammazzare». Il Confessore che chiedesse a loro se hanno mai ucciso qualcuno, sentirebbe rispondersi immediatamente un «no!» brusco e ripetuto.
Ma, forse, quasi tutti i cristiani pensano che si possa uccidere un uomo solo piantando gli un pugnale fra le costole o sparandogli un colpo al cuore. Non pensano e non si accorgono che il primo omicidio è quello che si consuma nel cuore con l'odio.
L'odio fa tendere alla distruzione dell'altro. E può arrivare anche alla violenza esterna. In ogni caso, basta l'odio nel cuore, e l'omicidio c'è già anche senza la violenza esterna. Gesù ha detto espressamente: «È dal cuore che vengono gli omicidi» (Mt 15,19). L'odio verso una persona è omicidio, così come il desiderio immondo di una donna costituisce già un adulterio consumato «nel cuore» (Mt 5,28). Che dire poi degli omicidi legalizzati con la legge dell'aborto? I bimbi più piccoli e indifesi vengono colpiti a tradimento nel grembo materno, uccisi senza battesimo, privati del Paradiso, destinati al Limbo eterno. Quale catena di sciagure opera la mano dell'omicida!
Né minore odio contro la vita e contro il «Dio non dei morti, ma dei vivi» (Mc 12,27) ha in cuore chi ricorre agli anticoncezionali (pillola, ecc.), che fanno commettere gli «omicidi anticipati» come sono stati definiti. Chi può misurare tutto l'odio assassino diffuso e operante nel mondo con gli aborti e con gli anticoncezionali?... Se Rachele piangeva sul suo popolo per i figli che più non erano (cfr. Gn.31,15), quale non sarà lo strazio della Madonna di fronte all'odio omicida che imperversa su tutta la terra?
Se l'amore è la perfezione dell'uomo, l'odio è la perversione dell'uomo.
Amare soltanto
I cristiani non possono odiare nessun uomo, perché «chi dice di amare Dio, e odia un suo fratello, è menzognero» (1Gv 4,20).
Non solo: ma se «stai presentando la tua offerta sull'altare, e là ti ricordi che un tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta lì; dinanzi all'altare, e va prima a riconciliarti con tuo fratello, poi ritorna e presenta la tua offerta» (Mt 5,23-4).
I cristiani non possono odiare neppure i nemici.
Debbono soltanto amarli, soffrendo: «Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per i vostri calunniatori. A chi ti percuote su una guancia, porgi anche l’altra» (Lc 6,27-9).
Inutile dire che questo amore ai nemici «è la cosa più grande», come diceva sant' Agostino, ed è eroismo senza pari. Esso non corrisponde certo alle nostre tendenze naturali. Gli antichi dicevano: «occhio per occhio, dente per dente» (Es 21,24). Era la legge del taglione, ferrea e inesorabile. Ma Gesù intervenne e spazzò via tutto. «Voi sapete che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici pregate per coloro che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Perché, se voi amate quelli che vi amano, quale premio meritate? Non fanno forse altrettanto anche i pagani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,43-48).
Il perdono cristiano
Purtroppo, noi siamo facili a recitare con le labbra le parole del Padre nostro, «... rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). Ma con il cuore, quante volte non perdoniamo affatto a chi ci ha fatto del male?
Togliere il saluto, non rivolger più la parola, non voler avere più a che fare con questa o quella persona ..., sono cose molto frequenti fra i cristiani.
Quando san Giuseppe Cafasso voleva indurre un carcerato a deporre ogni astio contro i nemici, cercava di convincerlo a recitare il Padre nostro per l'offensore. Dopo le parole «rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori», il Santo lo interrompeva e gli chiedeva se le aveva dette con il cuore. Alla risposta affermativa si rallegrava con il carcerato per la generosità nel perdonare. Se invece la risposta era negativa, san Giuseppe gli diceva che ci voleva un gran coraggio a chiedere a Dio di essere duro con lui, come lui si mostrava duro con gli altri!
Così è anche per noi. Inutile appellarsi. Come perdoniamo saremo perdonati, perché Gesù ha detto: «Perdonate e vi sarà perdonato ... sarà usata verso di voi la stessa misura che avete adoperato per gli altri» (Lc 6,37-8). Dipende solo da noi, quindi, ottenere da Dio un perdono totale.
Pretesti e scuse
Eppure, parrà incredibile, ma è verissimo che noi spesso accampiamo ogni scusa per non perdonare, pur constatando che Dio è sempre pronto a perdonare noi, che la Madonna ama costantemente noi che abbiamo una cattiveria inesauribile.
Un bravo predicatore ha messo insieme le scuse vane che di solito si portano avanti per non perdonare. Eccole.
- Io non riesco a vincere la ripugnanza che provo, nel perdonare alla tale persona ...
- Esagerazione! - risponde san Girolamo - Iddio non comanda cose impossibili ...
- Ma mi ha fatto tanto del male! ...
- Non c'è mica bisogno di perdonare a quelli che ci fanno del bene ...
- Mi ha proprio rovinato, ha tentato di rovesciare la mia fortuna ...
- Sia pure! Ma credete, forse, che alimentando in cuor vostro tanto odio, ci guadagnerete qualcosa? Per consolarvi dei mali patiti, ve ne aggiungete un altro, e gravissimo; perché Gesù ha detto chiaramente che chi non perdona non sarà perdonato ...
- Ma che dirà la gente?
- Dirà che siete un cristiano! ...
- Ma, e il mio onore?
- L'onore maggiore per un cristiano, è di essere e comportarsi da figlio di Dio, infinitamente misericordioso.
- Ma quella persona non merita affatto il mio perdono ...
- Può essere, ma il vostro perdono l'ha meritato Gesù Cristo!
- Ma quel tale profitterà del mio perdono per diventare peggiore ...
- Ebbene: voi diventate migliore!
Bene per male
Non solo bisogna perdonare, ma bisogna ricambiare il male con il bene. «Non farti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm.12,21). Così fa Iddio, che continua a donare la vita a chi Lo offende. Così fa la Madonna, che continua ad amare chi La fa piangere.
Anche i Santi ci hanno lasciato esempi mirabili di vittoria dell'amore sull'odio.
Quando l'uccisore di santa Maria Goretti si presentò alla madre della Santa per chiederle perdono, si sentì rispondere: «E come potrei non perdonarti anch'io, se già ti ha perdonato la mia Marietta?». L'eroica vergine e martire, infatti, poco prima di morire aveva perdonato di cuore a chi l'aveva uccisa, e apparendogli dopo la morte gli disse che lo voleva con sé in Paradiso. Questa è la «vendetta» dei santi!
Santa Giovanna Francesca di Chantal ebbe il marito ucciso durante una partita da caccia. Ella soffrì terribilmente, ma seppe talmente perdonare, che volle fare da madrina di Battesimo a un figlio dell'uccisore. Quale lezione per noi, che siamo capaci di non guardare più in faccia una persona per un semplice torto ricevuto! San Massimiliano M. Kolbe, l'innamorato «folle dell'Immacolata», nel campo dell'odio di Auschwitz esortava i fratelli di martirio a vincere l'odio con l’amore, perché - diceva - «solo l'amore crea». Ed egli attingeva questo amore dall'Immacolata, la «Madre del bell'amore» (Sir 24,24).
Padre Stefano Manelli
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