Antonio Perrotti di San Giovannni Rotondo nel 1941 si trovava militare a Rodi, nell’Egeo.
Un giorno si sparse in paese la notizia che Antonio era morto. I familiari non ne sapevano niente e non ci volevano credere. Essi non avevano ricevuto il telegramma di notifica della morte da parte dell’Esercito, come si usava. Il padre di Antonio, Giuseppe si recò da Padre Pio e gli espose quello che si diceva in paese. Padre Pio: “Và a casa. Tuo figlio si trova in ottima salute.” Ma la gente in paese continuava a mormorare che la famiglia non portava il lutto per Antonio. Giuseppe si recò di nuovo da Padre Pio, ed egli gli disse: “Torna a casa.
Chè tuo figlio sta molto bene.” Dopo pochi giorni, i familiari ricevettero una lettera da Antonio in cui si scusava del ritardo con cui aveva scritto e diceva di trovarsi bene.
Il mistero della diceria sulla morte di Antonio si chiarì solo quando lui tornò a casa: durante un bombardamento, un apparecchio inglese era stato abbattuto dalla contraerea italiana.
Dall’aereo abbattuto venne recuperata una mitragliatrice da un aviere maldestro. Egli inavvertitamente fece partire un colpo che uccise un commilitone, un povero ragazzo di Napoli che si chiamava Perrotti. Ora fra i militari di stanza a Rodi c’erano diversi paesani di Antonio. Udito del Perrotti ucciso accidentalmente, costoro non ebbero dubbi che si trattava del loro paesano e lo dissero per lettera alle rispettive famiglie di San Giovanni Rotondo.
Antonio cercò di spiegare l’equivoco a quanti incontrava, e si recò da Padre Pio per salutarlo, e gli disse: “Io sono quello a cui avevano fatto i funerali.” E Padre Pio: “E che! Non ci dovevamo più vedere a San Giovanni?”
Giuseppe Caccioppoli
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