giovedì 9 gennaio 2025

«Quando un'anima ritorna a me dopo una caduta, la consolazione che mi dà è per lei un guadagno, poiché la guardo con più grande amore».

 


COLUI CHE PARLA DAL FUOCO

 

«Lo supplicai, - ella scrive il giorno della festa del Corpus Domini, giovedì 26 maggio, - di darmi la forza di vincermi, poiché ancora non so umiliarmi nella maniera che Gli piace».  

Diceva questo durante la meditazione, quando il Signore le apparve.  

«- Non preoccuparti, Josefa, - dice con bontà; -se getti un granello di sabbia in un vaso ricolmo d'acqua fino all'orlo, qualche goccia ne uscirà. Se ne getti un secondo, altre ne usciranno e, via via che il vaso si riempirà di sabbia, si svuoterà d'acqua. Nello stesso modo, a mano a mano che Io entrerò nell'anima tua, tu ti libererai di te stessa, ma un po' alla volta».  

E tre giorni dopo, domenica 29 maggio:  

«- Perché temi? So quello che sei, ma te lo ripeto una volta di più... poco m'importa la tua miseria!  

«Quando un fanciullino comincia a dare i primi passi, la mamma dapprima lo tiene per mano, poi lo lascia per incitarlo a proseguire da sé, ma gli tende le braccia perché non cada. Devi dire alla Madre tua che, più un 'anima e debole, più ha bisogno di sostegno. E chi è più fragile di te?...  

«Il mio Cuore trova la sua consolazione nel perdonare. Non ho desiderio più grande né gioia più grande che quella di perdonare!  

«Quando un'anima ritorna a me dopo una caduta, la consolazione che mi dà è per lei un guadagno, poiché la guardo con più grande amore».  

E aggiunse: «- Non temere di niente. Non sei che miseria e perciò voglio servirmi di te. Supplisco Io a quello che ti manca... lasciami agire in te».  

Josefa Menéndez

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