ESERCIZI PREPARATORI
alla Consacrazione a Maria SS.
OTTAVA BEATITUDINE:
Beati i perseguitati
1. Lo schiavo d'amore sarà perseguitato. - Questa ottava Beatitudine viene per ultima ed è la prima, la più perfetta, la più grande perché consiste non più come le altre nel fare, ma nel patire per Cristo, il che è l'onore più grande che mai possa toccare all'uomo sulla terra. Essa interessa in modo tutto speciale i veri Seguaci della S. Schiavitù d'amore.
Oso dire che è in modo speciale per loro la promessa preziosa - «di essi è il Regno dei Cieli» - che il Cuore di Gesù ha fatto a chi avrà sofferto qualche cosa per amore della sua causa.
Stia certo il vero schiavo di Maria che se egli sarà fedele nel praticare, con discrezione e con prudenza sì, ma nello stesso tempo, con zelo, il dovere che gli incombe di comunicare ad altri il santo tesoro che possiede, non ci sarà contraddizione a cui non debba tenersi preparato.
Sarà perseguitato anzitutto dal DEMONIO che, nemico furibondo di Colei, che col suo piede verginale gli ha schiacciata la testa superba e con la sua dolcezza e bontà gli strappa ad ogni momento il maggior numero delle prede (senza di Lei, infatti, quanti Santi di meno ci sarebbero in cielo; quanti dannati di più, invece, all'inferno!), lo assalirà in tutti i modi cercando di fiaccarlo specialmente con tentazioni di scoraggiamento, che lo porteranno ad arrestarsi ad ogni passo dinanzi alle difficoltà dell'impresa.
Sarà contraddetto ancora e perseguitato dal MONDO (l'esempio del Montfort lo dice: e quanta luce e forza la sua vita non è capace di darci su questo punto, armandoci e quasi corazzandoci per la santa battaglia!): dal mondo, dico, il quale, carnale e superbo qual è, non può gustare una dottrina così delicata e sublime e tutta opposta ai suoi gusti perversi e alle sue cattive inclinazioni.
Che cosa di più contrario al mondo che una dottrina la quale, se per una parte si propone di farci grandi quali dobbiamo essere in forza della nostra sublime vocazione, per altra parte non ci conduce a questa altezza così sublime se non passando per quella via che il Vangelo ci addita, ma che ben pochi sanno trovare e percorrere, quella della santa Umiltà? Eppure sta scritto: Se voi non ridiventerete siccome bambini non potrete entrare nel Regno dei cieli.
Si persuada dunque il vero schiavo d'amore che la pratica che ha abbracciata, anziché conciliargli la stima e il favore del mondo gli attirerà invece ciò che piace meno alla natura: persecuzioni, contraddizioni, umiliazioni ...
E qui osservo che, quando dico «il mondo», intendo non solo il mondo frivolo e corrotto, il quale non sa apprezzare questa pratica santa, perché non sa comprendere nessuna delle verità sublimi e bellissime che formano il deposito della nostra fede; non intendo solo quel mondo che, al dire dell'Apostolo, è tutto posto nel maligno ... E qual meraviglia che a questo mondo corrotto lo schiavo di Maria non riesca proprio a piacere? - Ci sarebbe da arrossire del suo favore e della sua approvazione. Non si può essere di Cristo e piacere nel tempo stesso agli uomini.
Ma quando dico il mondo intendo quelli stessi i quali, pur camminando nella legge del Signore, almeno per ciò che ne costituisce la sostanza, per un certo senso di debolezza non avvertita, forse, o anche perché non credono tanto necessario di tener dietro a Nostro Signore così da vicino per la via della umiliazione, ovvero anche perché da tempo camminano per una via diversa e sono affezionati ad un altro metodo di vita che lascia all'io maggior libertà e padronanza, non possono facilmente piegarsi a questa devozione che li toglierebbe da una certa tranquillità in cui si riposano per rianimarli ad una lotta più vigorosa e costante contro se stessi.
Certo, se vi è devozione la quale a tutta prima sembra fatta apposta per urtare contro le suscettibilità e le debolezze della natura umana è questa. In causa dell'amor disordinato che porta a se stesso, l'uomo è naturalmente restio ad accettare una devozione come questa che tende a impiccolirlo ai suoi sguardi. Questo amore disordinato, annebbiandogli la vista, non permette più all'uomo di vedere che egli si fa grande solo quando sa guardare in faccia la verità, pigliando nelle sue relazioni con Dio il posto che gli spetta e che gli è assegnato dall'umiltà cristiana.
Tutte queste circostanze e altre ancora che chi legge intende o non tarderà molto a intendere, man mano che verrà studiando se stesso e le debolezze proprie dell'umana natura, tutte queste cause faranno in modo che quasi ad ogni passo, anche là forse, dove meno avrebbe pensato, lo schiavo d'amore si trovi di fronte a difficoltà di ogni genere.
2. Come regolarsi? - Umiliarci sinceramente e profondamente insieme: pigliare per noi la parte di torto che ci spetta (e a chi è umile non sarà difficile pigliarsi la maggior parte), imputare a noi stessi e ai peccati nostri la causa di queste difficoltà medesime che si alzano ad impedire lo stabilimento del Regno di Dio ... e poi attendere in silenzio e con fiducia grande che, passata la bufera, torni a regnare la calma e il sole della verità si faccia strada di mezzo alle nebbie delle passioni umane e dei preconcetti comuni.
Conviene vedere ancora se mai alle volte la causa per cui si contraddice alla Vera devozione non sia il modo imperfetto in cui la si pratica da qualche suo seguace, sebbene questo sia il caso di chi volesse giudicare della dottrina stessa di Nostro Signore dal modo in cui essa è praticata, purtroppo, da molti.
Osservo però che questi giudizi erronei non possono formarsi se non da coloro i quali non si curano di esaminare e considerare a fondo la Vera Devozione, perché altrimenti essi non tarderebbero a convincersi della bontà eccellente e della sicurezza fondata di questa celeste dottrina. Tale la linea di condotta che conviene adottare e seguire nelle difficoltà che si presentano.
3. La persecuzione intima. - Si persuada ancora il vero schiavo che anche contro di sé gli conviene lottare. Dovrà lottare allo scopo di stabilire in sé quella morte perfetta che non può essere che frutto d'una battaglia condotta con pazienza e con metodo contro le proprie tendenze. Dovrà lottare contro se stesso allo scopo di superare tutte quelle inclinazioni e tendenze le quali, senza essere peccaminose, sono però tali, per questo appunto che sono frutto della nostra volontà personale, da ostacolare l'azione sovrana di Maria sopra di lui.
Quante ripugnanze e timori e ansie dovrà tollerare dentro di sé nel tempo stesso in cui sarà bersagliato al di fuori per conto del mondo e del nemico infernale!
Ma nell'abbandono a Maria colla rinuncia perfetta di se stesso nelle sue mani, nella dipendenza umile e filiale da Lei, nel soffrire per amor suo ogni cosa, lo schiavo d'amore troverà tanta allegrezza che lo farà davvero beato.
La Madonna, la quale candisce e confetta ogni sua Croce, gli fa sperimentare che egli ha già parte anche su questa terra di quel Regno che l'ottava Beatitudine promette a chi soffre per la giustizia.
Qui si rivela e si fa manifesta la preziosità grande del Segreto di Maria il quale, inteso a dovere e praticato fedelmente, ci mette a parte della Sapienza della Croce e con essa di ogni bene.
Infatti, che cosa possono ancora contro un'anima, che ha imparato a soffrire, il demonio, il mondo e le passioni malvagie? Essa ha il Paradiso nel suo cuore, dacché il Paradiso in terra sta nel soffrire e nell'essere disprezzati per Dio.
Nonostante l'abbondanza dei lumi e dei doni che la Vergine SS. si impegna a dare al suo vero devoto, è indispensabile che egli si prepari bene alla lotta ed entri in questa via bene armato, cinto il capo dell'elmo della fede, corazzato il petto dello scudo della speranza, confortato il cuore dal balsamo della carità ... rivestito, in una parola, di tutte le virtù cristiane e, prima, della pazienza, la quale sola sa condurre le opere alla perfezione.
Fortunati coloro che sapranno soffrire tutto con pazienza ed allegrezza! Lo Spirito Santo, che è lo Spirito di Maria, si comunicherà ad essi nella pienezza della sua pace e stabilirà in loro perfettamente il Regno di Dio.
***
Osservazione.
Ora che l'anima ha passato in rassegna le Beatitudini ed ha così atteso a vuotarsi dello spirito del mondo, se mai le resta qualche giorno ancora a disposizione, dei primi dodici di cui si compone questo periodo di preparazione, e non si sente portata a ritornare su questa o su quell'altra delle Beatitudini per cui è venuta scorrendo in questa Santa Ottava di introduzione al Regno di Dio, potrà benissimo, se è un'anima religiosa, dare uno sguardo ai suoi tre Voti, che, quasi chiodi mistici, l'hanno crocifissa al mondo e al suo spirito e l'hanno inseparabilmente attaccata a Dio e alla sua Croce. Che se invece vive nel mondo e, senza essere legata a Dio da vincoli speciali di religione, sente il dovere di vivere in un distacco assoluto da l mondo come è obbligo di ogni fedele seguace di Cristo, ma più che mai del vero divoto di Maria, allora scorra una volta ancora le tre concupiscenze di cui il mondo è tutto impastato e delle quali invece ha da purgarsi colui che ha stabilito di appartenere a Cristo, facendo morire in se stesso, anzi seppellendo, ciò che è contrario a Lui.
Abbia però sempre presente l'anima in tutto questo suo lavoro di preparazione, di purificazione e di sgombro la raccomandazione importante che mi sono affrettato a farle fin da principio e sia ferma nell'attendere il risultato felice di questa prima parte dei suoi SS.
Esercizi più dalla benignità compassionevole e misericordiosa di Maria, implorata e guadagnata colla recita frequente e devota del S. Rosario, che non dalla propria industria personale.
Servo di Dio B. SILVIO GALLOTTI
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