lunedì 21 aprile 2025

Il millennio è il tempo della riconquista della perfezione umana secondo il pensiero divino

 


IL  MILLENNIO 


L’assenso pieno alla Volontà di Dio è già mistero, perché la creatura ama oltre la sua stessa capacità d’amare e diffonde il mistero stesso incarnandolo in sé.  

La beatitudine che ne deriva isola l’anima per incastonarla come gemma, in unità con altre gemme, nel cielo terso della spiritualità.  

Il candore, il tenue canto, la ricerca spontanea di un fiore, la poetica appartenenza al Re della gloria è realtà ed espressione di una rinnovata giovinezza del cuore.  

Il raggiungimento della condizione di beatitudine instaura una forza nuova, atta a conquistare la necessaria perfezione spirituale.  

Il millennio ha la prerogativa d’essere il tempo della riconquista della perfezione umana secondo il pensiero divino.  

L’evidente serietà di tale impegno miete e nutre al tempo stesso la volontà umana, che radicherà ogni sua opera nella perfetta Volontà Divina.  

Il corso libero della Volontà Divina ha il potere di raggiungere qualsiasi meta, pur di purificare e rendere possibile all’uomo la vertiginosa altezza della santità.  

La crocefissione di Gesù è l’esempio lampante che il Signore non scherza di fronte alla Volontà del Padre. Ogni uomo in tale Volontà muore a se stesso, ma recupera la vera dignità di figlio di Dio. 

La santità è la ripromessa che Gesù ama in ogni uomo e per la quale intende ritornare.  

La ricchezza ideologica, racchiusa nel mistero dell’Amore Divino, pare insondabile perché l’uomo male dirige se stesso e le sue conoscenze, limitando così ancor più il suo limite.  

Non è infatti la cultura o qualsiasi ambizioso progetto umano a realizzare la meraviglia dell’essere spirituale.  

La coltura dell’azione specifica dello Spirito Santo è la sola che può promuovere ed elevare l’uomo sino alla perfezione umano-divina.  

Molteplici sono le vie e i mezzi necessari che il Signore dona all’uomo perché possa rinascere a nuova identità, perché possa conoscere finalmente la vera felicita.  

La realtà individuale d’essere Chiesa nel proprio cuore evidenzia con quanta generosità il Signore ha provveduto a predisporre l’argine al male.  

È necessario però che l’uomo sia propenso all’unità, alla fusione del principio e del fine per cui è stato creato.  

Il dissolversi dei beni spirituali, dovuto alla grettezza, alla superbia, alla superficialità, all’egoismo, richiama al dovere comunitario di rimediare allo sfacelo che il male va compiendo sol perché l’uomo non arrivi a conoscere con chiarezza ciò che il Signore riserva a coloro che lo amano.  

II principio di vita quale sarebbe, se non d’essere testimonianza di vero amore?  

La carità evidenzia costantemente l’operosità e l’abnegazione atte a far credere che solo nell’operare in Dio per amore l’uomo condivide la crocefissione, non solo quale crocefisso, ma quale risorto con Gesù Cristo sino all’unificazione divina per partecipazione.  

Ecco perché è tanto importante la carità, perché è testimonianza a favore dell’umile impegno umano a far sì che venga meritato e favorito il Regno della pace eterna.  

L’amore dunque è il mezzo essenziale per coronare di luce ogni azione e rendere l’anima sempre più salda nel sacro vincolo che la lega a Cristo, suo Sposo e Redentore.  

La serietà delle promesse di Gesù Cristo non deve essere vanificata dalle leggerezze e debolezze umane.  

È bene perciò che anche l’uomo ottemperi alle sue promesse e si renda garante egli stesso di favorire l’avvento del nuovo Regno con ogni possibile carità.  

La vicenda umana va compiendosi di minuto in minuto e, come è vero che dall’atomo nella materia creata si giunge alla vastità dell’universo più o meno spiegato, così è per l’amore che solo alle creature più piccole viene svelato.  

Nell’opportuna ricerca del totale silenzio, ogni cuore potrà così preparare il proprio altare perché da Gesù, Sacerdote eterno, venga benedetta l’intera umanità.

28/1/1992  

Scritti di Anna Maria Ossi

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