lunedì 21 aprile 2025

PASQUA RISURREZIONE DEL SIGNORE

 


Spunti di Riflessione

seguendo la Sacra Scrittura

e gli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


“Dio Lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio” (At 10,40-41)

Vol. 12 – Aprile 15, 1919 =

[…]“Ah, figlia mia, la vera felicità la porta la mia Volontà! Solo Essa racchiude tutti i beni nell’anima e, facendosi corona intorno all’anima, la costituisce regina della vera felicità. Esse1 sole saranno regine del mio trono, perché sono parto del mio Volere. È tanto vero questo, che quella gente non fu felice; molti Mi videro, ma non Mi conobbero, perché il mio Volere non risiedeva in loro come centro di vita, quindi, ad onta che Mi videro rimasero infelici; e solo quelli che ricevettero il bene di ricevere nei loro cuori il germe del mio Volere, si disposero a ricevere il bene di vedermi risorto.

Ora, il portento della mia Redenzione fu la Risurrezione, - che più che fulgido sole coronò la mia Umanità, facendovi splendere anche i miei più piccoli atti d’uno splendore e meraviglia tale, da far stupire Cielo e terra -, che sarà principio, fondamento e compimento di tutti i beni, corona e gloria di tutti i Beati. La mia Risurrezione è il vero sole che glorifica degnamente la mia Umanità, è il sole della religione cattolica, è la vera gloria d’ogni cristiano; senza della Risurrezione sarebbe stato come il cielo senza sole, senza calore e senza vita.

Ora, la mia Risurrezione è simbolo delle anime che formeranno la santità nel mio Volere. I Santi di questi secoli passati sono simboli della mia Umanità, ché, sebbene rassegnati, non hanno avuto attitudine continua nel mio Volere, quindi non hanno ricevuto l’impronta del sole della mia Risurrezione, ma l’impronta delle opere della mia Umanità prima della Risurrezione. Perciò saranno molti, quasi come stelle Mi formeranno un bell’ornamento al cielo della mia Umanità; ma i Santi del vivere nel mio Volere, che simboleggeranno la mia Umanità risorta, saranno pochi. Difatti, la mia Umanità prima di morire, molte turbe e folla di gente la videro, ma la mia Umanità risorta la videro pochi, i soli credenti, i più disposti e, potrei dire, solo quelli che contenevano il germe del mio Volere, ché se ciò non avessero, mancava loro la vista necessaria per poter vedere la mia Umanità gloriosa e risorta e quindi essere spettatori della mia salita al Cielo.

Ora, se la mia Risurrezione simboleggia i Santi del vivere nel mio Volere - e questo con ragione, perché ogni atto, parola, passo, ecc., fatto nel mio Volere è una risurrezione divina che l’anima riceve, è un’impronta di gloria che subisce, è un uscire di sé per entrare nella Divinità e nascondersi nel fulgido Sole del mio Volere, e vi ama, opera, pensa - che meraviglia se l’anima resta tutta risorta ed immedesimata nello stesso sole della mia gloria e Mi simboleggia la mia Umanità risorta? Ma pochi sono quelli che si dispongono a ciò, perché le anime, nella stessa santità vogliono qualche cosa di proprio bene; invece la santità del vivere nel mio Volere, nulla, nulla ha di proprio, ma tutto di Dio; e per disporsi le anime a ciò, di spogliarsi dei beni propri, troppo ci vuole; perciò non saranno molti. Tu non sei nel numero dei molti, ma dei pochi; perciò sempre attenta alla chiamata ed al tuo volo continuo”.

Vol. 25 – Marzo 31,1929 =

[…] “Senti, mia piccola neonata della mia Divina Volontà: se l’uomo non avesse peccato, non si fosse sottratto dalla mia Divina Volontà, Io sarei venuto sulla terra, ma sai come? Pieno di maestà, come quando risuscitai dalla morte, che sebbene avessi la mia Umanità simile all’uomo, unita all’Eterno Verbo, ma con quale diversità la mia Umanità risuscitata era glorificata, vestita di luce, non soggetta né a patire né a morire! Invece la mia Umanità prima di morire era soggetta, sebbene volontariamente, a tutte le pene, anzi fui l’uomo dei dolori. E siccome l’uomo aveva ancora gli occhi abbacinati dall’umano volere, e quindi ancor malato, pochi furono quelli che Mi videro risuscitato, che servì per confermare la mia Risurrezione. Quindi Me ne salii al Cielo per dare il tempo all’uomo di prendere i rimedi e le medicine, affinché guarisse e si disponesse a conoscere la mia Divina Volontà, per vivere non della sua ma della Mia; e così potrò farmi vedere pieno di maestà e di gloria in mezzo ai figli del mio Regno. Perciò la mia Resurrezione è la conferma del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra. Dopo un sì lungo dolore sofferto dalla mia Divina Volontà per tanti secoli, di non tenere il suo Regno sulla terra, il suo assoluto dominio, era giusto che la mia Umanità mettesse in salvo i suoi diritti divini e realizzasse il mio ed il suo scopo primiero di formare il suo Regno in mezzo alle creature”. […]

 

Vol. 33 – Maggio 31,1935 =

[…] Pensavo tra me: “Mi sembra impossibile che possa venire il Regno della Divina Volontà! Come può venire se i mali abbondano in modo raccapricciante?” Ed il mio dolce Gesù dispiacendosi mi ha detto:

“Figlia mia benedetta, se tu dubiti di ciò, non credi e riconosci la mia Potenza che non ha limiti e quando voglio tutto posso. Tu devi sapere che nel creare l’uomo fu messa la nostra vita in lui, e lui era la nostra abitazione; ora, se non mettiamo in salvo questa nostra vita col suo decoro, col suo dominio, col pieno nostro trionfo, facendoci conoscere che stiamo in questa abitazione e [facendo] che essa si senta onorata d’essere dominata ed abitata da un Dio, se ciò non facciamo, significa che la nostra potenza è limitata, non è, il suo potere, infinito. Chi non ha potenza di salvare se stesso, molto meno può salvare gli altri; anzi il vero bene, la potenza che non ha limiti, prima serve e mette in salvo se stesso e poi si riversa negli altri. Ora, col venire sulla terra, patire e morire, venni a mettere in salvo l’uomo, cioè la mia abitazione. Non ti parrebbe strano anche a te, se mentre mettevo in salvo l’abitazione, il Padrone, l’abitatore di essa [restava] senza i suoi diritti, senza dominio e senza potere di mettersi in salvo? Ah, no, no, figlia mia! Sarebbe stato assurdo e senza l’ordine della nostra Sapienza infinita! La Redenzione ed il Regno della mia Volontà sono tutt’uno, inseparabili tra loro. La mia venuta sulla terra venne a formare la Redenzione dell’uomo e nel medesimo tempo venne a formare il Regno della mia Volontà per salvare Me stesso, per riprendermi i miei diritti che di giustizia Mi son dovuti come Creatore. E come nella Redenzione Mi esibii a tante umiliazioni, a pene inaudite, fino a morire crocifisso, Mi sottoposi a tutto per mettere in salvo la mia abitazione e restituirle tutta la sontuosità, la bellezza, la magnificenza con cui l’avevo formata, perché di nuovo fosse degna di Me, ora, quando parve che tutto fosse finito ed i miei nemici soddisfatti che Mi avevano tolto la vita, la mia Potenza - che non ha limiti - richiamò a vita la mia Umanità, e col risorgere, tutto risorgeva insieme con Me: le creature, le mie pene, i beni per loro acquistati. E come la [mia] Umanità trionfò sulla morte, così la mia Volontà risorgeva e trionfava nelle creature, aspettando il suo Regno. Se la mia Umanità non fosse risorta, se non avesse avuto questa potenza, la Redenzione sarebbe fallita e si potrebbe dubitare che non fosse opera d’un Dio; fu la mia Risurrezione che Mi fece1 conoscere chi Io ero e mise il suggello a tutti i beni che venni a portare sulla terra.

Così la mia Divina Volontà sarà il doppio suggello, la trasmissione nelle creature del suo Regno che possedeva la mia Umanità. Molto più che per le creature formai questo Regno della mia Volontà Divina nella mia Umanità; perché dunque non devo darlo? Al più sarà questione di tempo, e per Noi i tempi sono un punto solo; la nostra Potenza farà tali prodigi, abbonderà l’uomo di nuove grazie, nuovo amore, nuova luce, che le nostre abitazioni Ci riconosceranno e loro stessi, di volontà spontanea, Ci daranno il dominio; e la nostra vita sarà al sicuro coi suoi pieni diritti nella creatura. Col tempo vedrai ciò che sa fare e può fare la mia Potenza, come sa conquistare tutto ed atterrare i più ostinati ribelli; chi mai può resistere alla mia Potenza, ché con un sol fiato atterro, distruggo e rifaccio tutto come più Mi piace!? Perciò tu prega, e sia il tuo continuo grido: ‘Venga il Regno del tuo Fiat e la tua Volontà si faccia come in Cielo così in terra!


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