L'Annuncio dell'Incarnazione è stato il grande arcobaleno della pace e della serenità dopo la tempesta del peccato originale e di tutti i peccati del mondo intero. Dall'Incarnazione in poi, infatti, si aprono all'umanità gli orizzonti della salvezza e della vita eterna con tutti i valori della vita umana e cristiana; e il Rosario si fa appunto portatore di questa visione cristiana delle cose più grandi, come delle più piccole, sul quadrante non soltanto della storia di ogni uomo, ma anche della società intera e dell'intero universo.
Il papa Giovanni Paolo II, infatti, insegna che, con il Rosario, ogni uomo fissa gli occhi nei quadri evangelici della vita eli Gesù, e «contemplando la sua nascita impara la sacralità della vita, guardando alla casa di Nazaret apprende la verità originaria sulla famiglia secondo il disegno di Dio, ascoltando il Maestro nei misteri della vita pubblica attinge la luce per entrare nel Regno di Dio e, seguendolo sulla via del Calvario, impara il senso del valore salvifico. Infine, contemplando Cristo e sua Madre nella gloria, vede il traguardo a cui ciascuno di noi è chiamato, se si lascia sanare e trasfigurare dallo Spirito Santo».
La vita che è sacra, la famiglia che è voluta da Dio, la verità che è luce, il dolore che salva, il traguardo finale, ossia il Regno di Dio: sono questi i valori salvifici dell'Incarnazione redentrice che il Rosario presenta a nostro gaudio e speranza, a nostro sostegno e conforto. Per sostenere questi valori cristiani perenni e fondamentali il papa Giovanni Paolo II andò a tenere anche un solenne discorso all'ONU, nel Palazzo delle Nazioni Unite, e tenne il discorso stringendo appunto fra le mani la corona del Santo Rosario.
Di fronte ai pericoli e alle minacce di rovine spirituali e temporali che incombono su tutto il pianeta terra, fra i venti di guerra e di massacri che angosciano l'umanità, i misteri gaudio si del Rosario ispirano, al contrario, serenità e letizia, gaudio e pace. Dovremmo tutti seguire e imitare san Luigi Orione, che al tempo delle devastanti invasioni da parte delle armate naziste, raccomandò vivamente ai suoi figli e alle sue comunità: «Opponiamo ai cannoni i Rosari e mettiamo le mani giunte al posto eli quelle che impugnano le armi».
I misteri gaudiosi del Rosario siano la nostra speranza e fiducia nel cammino verso il Regno dei cieli.
Padre Stefano Manelli
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