domenica 20 luglio 2025

Un miracolo ai nostri occhi

 


In ogni tabernacolo dove si trovano le Ostie Consacrate, Gesù è presente. Ha accettato volontariamente di essere prigioniero di celebrazioni, chiese e tabernacoli. Ha accettato di essere imprigionato in un'Ostia Consacrata. Ha accettato questo, ma non ha cessato di essere se stesso. L'umiltà, in definitiva, ci dona la chiarezza di coscienza così necessaria per evitare le insidie del nemico. Se sappiamo come mantenere e preservare questo atteggiamento umile, non cadremo nel peccato di incredulità.

Il miracolo eucaristico più famoso è quello di Lanciano, in Italia. Un sacerdote nutriva dubbi sull'Eucaristia e chiese al Signore di liberarlo da quei dubbi. Durante la celebrazione della Messa, davanti al popolo in chiesa, l'ostia che teneva in mano si trasformò in carne e il vino nel calice si coagulì. Questo accadde nel 700. I frati conservavano questi campioni in un reliquiario, all'interno di un calice di acrilico trasparente. Sono passati più di 1.300 anni, e quella carne è rimasta carne, e quel sangue è rimasto coagulato.

Papa Paolo VI permise alla scienza di analizzare il frammento di carne e il sangue coagulato. Per garantire che nessuno perdesse la fede, il Signore stesso si sottomise al giudizio della scienza. Dopo lunghi esami, nel 1971, fu confermato che il tessuto dell'ostia era carne umana e il sangue era effettivamente sangue. La carne era il tessuto muscolare del cuore: miocardio, endocardio e nervo vago. In quell'ostia c'era l'intero corpo di Gesù. Scelse una fetta del Suo cuore.

Quando analizzarono il sangue coagulato, scoprirono che era ancora sangue vivo. Da un giorno all'altro, il nostro sangue muore. Come fa un sangue vecchio di 1.300 anni a rimanere vivo? Il Signore è ben oltre la nostra comprensione. È come se dicesse: "Nell'Eucaristia, è sempre il mio sangue vivo che è lì. Lo stesso sangue che ho dato per te, lo do ogni giorno. È lo stesso sangue e lo stesso sacrificio". È davvero un miracolo ai nostri occhi. Possiamo credere e confidare. Lui è con noi! È in mezzo a noi!

Dio vi benedica!
Vostro fratello,
Monsignor Jonas Abib


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