mercoledì 15 ottobre 2025

Le giovani celebrano la commemorazione di Jeftas - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE

(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)


Le giovani celebrano la commemorazione di Jeftas


Mentre Gesù insegnava nella sinagoga, le giovani celebravano la loro festa nel monumento di Jeftas, che suo padre aveva eretto, poi restaurato e ora adornato con molte cose portate dalle giovani nella loro annuale commemorazione. Il monumento si trovava in un tempio rotondo, il cui tetto aveva un'apertura. Al centro del tempio c'era un tempietto rotondo composto da colonne aperte con una cupola alla quale si saliva per scalini nascosti in una delle colonne. Intorno a quella cupola c'era una rappresentazione della vittoria di Jeftas con figure di bambini. Questa rappresentazione era di una massa sottile, lucente, come di lastre di metallo; in alto sembrava che le figure guardassero dentro il tempietto. Una volta arrivati in cima si poteva stare in piedi su una piattaforma di metallo, dal cui centro usciva un'asta con rami verso l'esterno del tetto del tempio e da lì si poteva contemplare la città e il paesaggio circostante. Questa piattaforma era così ampia che due giovani potevano girarci attorno tenendosi per mano all'asta centrale del tempietto. Al centro di questo mausoleo c'era la figura di Jeftas, di marmo bianco, seduta su una sedia, simile a quella su cui era realmente seduta. La testa di questa statua raggiungeva il primo voluta della scala a chiocciola che saliva al tempietto. Intorno alla figura c'era tanto spazio da permettere a tre uomini di stare insieme. Le colonne del tempietto erano unite con una bella griglia. La parte esterna di questo mausoleo era di pietre variegate di diversi colori e le volute della scala diventavano sempre più bianche salendo. Nel tempio di questo monumento le giovani celebravano la festa di Jeftas, che aveva in mano un fazzoletto vicino agli occhi, come se piangesse, e con l'altra mano teneva un ramo spezzato o un fiore reciso. Tutta questa festa si svolgeva con grande ordine. Di tanto in tanto stendevano tende intorno al tempio e si riunivano in gruppi o separate l'una dall'altra, in preghiera, pianto e gemiti. Guardavano la figura centrale e cantavano alternandosi. A volte, venendo da davanti alla figura, gettavano fiori, la adornavano con ghirlande e intonavano canti sulla brevità della vita. Ricordo questo: "Oggi a me, domani a te". Lodavano la forza di Jeftas e la sua rassegnazione, esaltandola come prezzo della vittoria. Salivano poi a gruppi sul tempietto e cantavano canti di trionfo. Alcune salivano in alto e, guardando lontano, pronunciavano il terribile giuramento. Poi tornava il corteo accanto al monumento e lamentava e consolava la giovane perché doveva morire senza discendenza. Tutto l'atto era pieno di azioni di grazie a Dio, con meditazioni sulla giustizia divina. C'erano molte belle scene in tutta questa rappresentazione, alternando gioia con tristezza e devozione. 

Si svolse anche un banchetto nel tempio, e ho visto le giovani non sedute a tavola, ma in gruppi sui gradini con le gambe incrociate, sempre tre a tre, intorno al tempio con piccole e rotonde tavole davanti a sé. I cibi avevano varie figure rappresentative. Una massa di pasticceria aveva la forma di un agnello sdraiato sulla schiena; all'interno c'erano erbe e altri condimenti.


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