FIAT Luglio, 15 – 1926
Mio Gesù, Amor mio, mia Mamma Celeste e Sovrana Regina, venite in mio aiuto, prendete fra le vostre mani il povero mio cuore; non vedete come mi sanguina per il duro combattimento di dover cominciare da capo, per dire la mia povera esistenza, della mia infanzia? A qualunque costo vorrei sfuggire questo dolorosissimo e duro sacrificio, e tanto più duro perché inaspettato; ma una novella ubbidienza esce in campo per martoriare la mia povera ed insignificante esistenza. Gesù, Mamma, venite in mio aiuto, altrimenti mi sento che la mia volontà vorrebbe uscire in campo di [2] nuovo, per avere vita e poter dire un “no” reciso a chi mi comanda. Ah, Gesù, permetterai Tu forse che io abbia che ci fare col mio volere, dopo tanto tempo che Tu con tanta gelosia lo tieni legato ai tuoi piedi, come dono e trionfo della piccola figlia tua? Mi hanno imposto di pregare per sapere da Te se debbo o no farla, e Tu, invece di essere con me, mi hai detto: “Ciò servirà a far conoscere la terra che doveva illuminare il Sole della mia Volontà, per formare il Regno suo”.
Ah, Gesù, che importa a me far conoscere la mia piccola terra! E a Te deve importare che si conosca il tuo Volere, non è vero, o Gesù?
Ma Gesù ha fatto silenzio ed è scomparso, ed io pronunzio con tutta l’intensa amarezza dell’anima “FIAT! FIAT!”, ed incomincio.
[3] Onde dico in principio ciò che mi hanno detto, la stessa mia famiglia.
Nacqui nel 1865, il 23 Aprile, la Domenica in Albis, di mattina 7; la sera stessa mi battezzarono 8. Diceva mia madre che io nacqui al rovescio, ma lei non soffrì nulla nel parto, tanto che io, negli incontri e circostanze della mia povera vita, sono solita di dire: Nacqui al rovescio! È giusto che la mia vita sia al rovescio della vita delle altre creature! 9
Onde ricordo che nella mia tenera età di tre o quattro anni, fino all’età di circa dieci, ero di temperamento paurosa, ed era tanta la paura che né sapevo star sola, né dare un passo da sola, ma ciò era causato da che fin dall’età di tre anni, nella notte facevo quasi sempre sogni di paura. Sognavo il demonio, che mi metteva spavento tale da farmi tremare; molte volte [4] lo sognavo che mi voleva portare con sé e mi tirava forte, ed io facevo tutti gli sforzi per fuggire; e nello stesso sogno sudavo fredda, mi nascondevo, fuggivo in braccio alla mamma mia; quindi il giorno mi restava l’impressione dei sogni e tale paura, come se da tutte le parti il demonio volesse uscire.
Ora credo che ciò mi fece bene, perché sin da quella tenera età io recitavo molte “Ave Maria” e “Pater noster” 10 a tutti i Santi dei quali io conoscevo il nome, per avere la grazia di non farmi sognare il demonio, e se mi veniva nominato un altro Santo che io non conoscevo, subito aggiungevo un “Pater”, se era santo maschio, un “Ave” se era donna, perché dicevo che se non li onoravo tutti, mi facevano sognare il demonio. Ricordo che le sette “Ave” alla Mamma Addolorata fin da quell’età le ho recitato sempre, sicché tenevo una lungaggine di “Pater” [5] e di “Ave Maria”, e perciò, mentre le altre bambine o le mie sorelline giocavano, io restavo un po’ discosta da loro, oppure insieme con loro perché avevo paura, ma non prendevo parte ai loro giochi innocenti, per recitare le mie lunghe “Ave” e “Pater noster”... Ricordo pure che qualche volta sognavo la Vergine, che mi cacciava il demonio, ed una volta mi disse: “Figlia mia, piangi, ché è morto mio Figlio”. Io restai scossa e la compativo; ma ciò mi rendeva infelice. Quando giunsi all’età più capace in cui potevo fare la meditazione, leggere, non potevo appartarmi per la paura e quindi non potevo fare ciò che volevo.
Ora, essendomi 11 fatta all’età di undici anni figlia di Maria, un giorno, mentre volevo pregare e meditare, la paura mi sorprese e stavo per fuggire in mezzo alla famiglia; mi intesi una forza nel mio interno, che mi tratteneva, e sentii nel fondo dell’anima mia una [6] voce che mi diceva:
“Perché temi? C’è l’Angelo tuo vicino al tuo fianco, c’è Gesù nel tuo cuore, c’è la Mamma Celeste che ti tiene sotto il suo manto. Perché dunque prendi paura? Chi è più forte: l’Angelo tuo custode, il tuo Gesù, la tua Mamma Celeste, oppure il nemico infernale? Perciò non fuggire, ma resta e prega e non aver paura.”
Questo sentire nel mio interno mi recò tanta forza, coraggio e fermezza, che si allontanò la paura, ed ogni qual volta mi sentivo sorprendere dalla paura, mi sentivo ripetere la stessa voce nel mio interno 12 ed io mi sentivo portare come con mano dal mio Angelo, dalla Sovrana Regina e dal dolce Gesù; mi sentivo trionfante in mezzo a Loro, in modo che acquistai tale coraggio che mi allontanò tutta la paura, molto più che i sogni paurosi cessarono del [7] tutto. Così potetti restare sola, camminare sola, andare sola in giardino quando si stava alla masseria 13, mentre prima, se ci andavo, solo che vedevo muoversi un ramo d’albero fuggivo, perché pensavo che lì sopra c’era il demonio.
Ricordo che un giorno, ricordando la paura della mia piccola età, i tanti sogni del nemico, che mi rendevano infelice la mia fanciullezza, dicevo a Gesù: “A che pro, Amor mio, aver passato la mia infantile età con tanta paura, con tanti sogni cattivi, che mi facevano tremare, sudare ed amareggiare un’età così tenera? Io non ne capivo nulla, né credo che il nemico avesse nessuno scopo, stante un’età così piccola”, e Gesù mi disse: “Figlia mia, il nemico intravedeva qualche cosa su di te, che mi potessi servire a qualche cosa della mia grande Gloria, e che lui doveva ricevere una grande sconfitta, non mai ricevuta; molto più che vedeva [8] che, per quanto si sforzava, non poteva far penetrare in te nessun affetto o pensiero meno puro, perché o gli tenevo chiuse le porte e lui non sapeva da dove entrare; vedendo ciò si arrabbiava e cercava di atterrirti, non potendo altro, con sogni paurosi e di spavento. Molto più che non sapendone la cagione dei miei grandi disegni su di te, che dovevano servire alla distruzione del suo regno, si metteva sull’attenti per indagare la causa, con la speranza di poterti nuocere in tutti i modi”.
Luisa Piccarreta