lunedì 1 dicembre 2025

IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI

 


§ VIII. 

167. Le lacrime, secondo ciò che abbiamo dianzi accennato, sono anch'esse sospette, perché anch'esse possono scaturire da tre diverse fonti, cioè dalla natura, dalle illusioni del demonio, e dalla divina grazia. Nascono dalla natura in certi cuori molli i quali, siccome alla vista di oggetti terreni, o amorevoli o compassionevoli prestamente si commuovono; così naturalmente s'inteneriscono alla narrazione o considerazione di simili cose spirituali e sante. Questa tenerezza naturale poi trasmette agli occhi quell’umore che stilla in lacrime. Nascono dal demonio quando il malvagio ammollisce il cuore con arte maliziosa sino alla effusione delle lacrime, acciocché la persona, o peccatrice o imperfetta, formi buona opinione di sé o altri prendano di lei una falsa stima, indirizzando il tutto o alla sua perdizione o all'altrui inganno. Nascono dalla divina grazia quando lo Spirito Santo infiamma la volontà di santi affetti, ed ai riverberi di quel fuoco si accende anche il cuore che poi palesa con dolce pianto il suo interno ardore. 

 168. San Gregorio dice, che le lacrime sante possono da due fonti avere la loro scaturigine, dal timore delle pene, e dall'amore di Dio e dei celesti beni (S. Greg. Dialog. lib. 3, cap. 34). Poi paragona queste due specie di lagrime ai due poderi umidi ed ubertosi l'uno superiore e l'altro inferiore, che diede Caleb ad Aza sua diletta figliuola: «Concedimi un favore. Poiché tu mi hai dato il paese del Negheb, dammi anche alcune sorgenti d'acqua». Le diede allora la sorgente superiore e la sorgente inferiore” (Gs.15,19); e dice, che le lagrime di amore, come quelle che sono figurate nel podere superiore acquoso, sono più nobili e più perfette; e le lagrime di timore, come quelle che sono rappresentate nel podere inferiore, sono meno perfette (S. Greg. Dialog. lib. 3, cap. 34). Inoltre le lagrime che; gorgano  dalla fonte di amore, dice santa Teresa ammaestrata dalla propria esperienza, sono più che le altre soavi, e scorrono talvolta dalle pupille con tanta dolcezza che la persona né pure se ne avvede, se non che si trova poi bagnata da sì bella pioggia. 

 169. Posto dunque, che le lagrime che nella orazione si spargono possono derivare da principi diversi, buoni, cattivi, indifferenti; che farà il direttore per rintracciarne la sorgente? Osservi, secondo l'insegnamento di S. Ignazio, se lagrimando gli occhi sia l'intelletto illuminato nella intelligenza delle divine verità, e la volontà sia accesa in sodi e santi affetti indirizzati tutti al culto ed all'onore di Dio, e quindi prenda lume ad intendere quale sia la loro qualità (S. Ign. Excrcit. Spirit. in regul. ad spirito dignosc. reg. 3).). Noti ancora, se rasciugate le lagrime rimanga vigorosa la volontà e più animata e più disposta alle cose del divino servizio. Quindi gli sarà facile il conoscere la loro origine, buona o rea. 

G. BATTISTA SCARAMELLI SERVUS IESUS 

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