martedì 26 agosto 2025

Sposa di Sangue

 


Le spose di Gesù


(Posso garantire la verità e l’autenticità di questa testimonianza)

 

«Il 29 marzo del 1945 il Signore si manifestò a me nello splendore della sua bellezza ed io rimasi completamente innamorata di Lui per sempre. Quel giorno sentivo nel cuore un fuoco che mi bruciava e che mi spingeva verso di Lui. Io non ero più io, era Lui che abitava in me. Non so se lo vidi con i miei occhi fisici o con quelli dell’anima, so soltanto che la sua bellezza mi sconvolse totalmente e che la dolcezza del suo sguardo e l’amore che vidi nei suoi occhi erano così meravigliosi da farlo diventare la vita della mia vita. Che giorno! Non riuscivo a separarmi dal tabernacolo... che dolce fuoco!...

Da quel giorno mi innamorai follemente di Gesù. Spesso sentivo un forte dolore al cuore che bruciava tutto il mio essere, ma la gioia era talmente grande che non volevo smettere di provarlo. Io lo chiamavo dolore d’amore... ed Egli continuava ad operare in me. Mi avvolgeva nel suo abbraccio, mi coccolava e mi faceva assaggiare a piccoli sorsi il dolce nettare della croce. Soltanto l’amore mi era di guida...

Ma incominciò la notte dei sensi nella quale la mia anima non capiva, non sapeva e non sentiva nulla... Tuttavia quella «notte» era un tempo di salvezza. Non è piacevole attraversare la notte dei sensi o dello spirito. Ma il Signore è uno Sposo di sangue e al sangue si corrisponde col sangue.

Vorrei dire a tutte le anime consacrate di non temere l’Amore. Egli esige soltanto amore. E chi non può dare amore? Egli è lo Sposo più adorabile che si possa desiderare. Se qualche giorno scoprirai nella tua anima il suo dolce e penetrante sguardo, non potrai più dimenticarlo... Vale la pena seguirlo, abbandonarsi a Lui fino alle estreme conseguenze... senza indugi... per amore. Rifugiati sotto il manto della Mamma, nel suo Cuore, in braccio a Lei... Ti ama tanto! Se hai paura, diglielo. Se ti senti stanca, raccontaglielo. Se ti mancano le forze, chiedile di aiutarti. Se ti senti nelle tenebre, dille di illuminarti, poiché è la Madre di Cristo, Luce del mondo.

Se ti senti troppo piccola per essere la sposa di Dio, Uno e Trino, chiedile di darti la mano di suo Figlio e di aiutarti affinché il tuo matrimonio con Lui sia eterno. Dopo un periodo di prove, sofferenze ed incomprensioni, una notte sentii un’ondata calda dal petto alle labbra e... sangue. Riuscii soltanto a dirgli: E adesso?. Egli mi rispose: «Continua a salire. Non temere. Io sono con te. Sei la mia Sposa di sangue».

La mia natura si ribellava, ma in fondo all’anima ero felice e desideravo ciò con tutta me stessa. Mi ripetevo incessantemente: «SEI LA MIA SPOSA DI SANGUE...» Mi trovavo al limite delle mie forze umane, sentivo grande stanchezza ed affaticamento, ero incompresa e sola... Ed Egli mi ripeteva: «Continua a salire». Fino a dove? Fino alla croce. Così avvenne il mio sposalizio con Gesù, sulla cima del Calvario, all’aria aperta. I miei testimoni furono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il regalo di nozze fu la croce... la mia croce, che amo abbraccio e porto con gioia, poiché è di colui al quale sono legata per tutta questa vita e per l’eternità.

Il mio Matrimonio spirituale ebbe luogo il 14 giugno 1985. Quel giorno mi sentivo molto male. Mi trovavo in piena notte dello spirito. Mi sembrava che Lui fosse arrabbiato con me e ciò mi spezzava il cuore. Fuori di me gli dissi: «Amore, dove sei? Non posso vivere senza di te. Se per colpa mia mi hai lasciata sola e ormai non mi vuoi più bene, fammi morire. Senza Te non voglio niente. Voglio solo Te... solo Te».

In un istante la mia anima si trovò in pace e avvolta nella luce. Mi «persi» e udii queste parole: «Attraverso la Croce si va alla Luce». Mi prese tra le sue braccia divine. Mi baciò, lo baciai e mi disse «TI AMO». Il mio cuore ardeva. Il suo sguardo era la mia delizia. Prese la mia mano e la mise nel suo Cuore, mentre poneva la sua mano nel mio. Mi guardò di nuovo, mi baciò ancora e prendendomi tra le sue braccia mi disse: «Battono all’unisono. Adesso sei totalmente mia. SEI LA MIA SPOSA DI SANGUE. Mi appartieni, ti appartengo, non dimenticarlo».

Fu tutto semplice, intimo, appassionante; il mio cuore rimase ferito d’AMORE. È così dolce vivere ferita da Lui!... Ora il mio dispiacere maggiore è sapere che l’Amore non è amato. Vorrei avere un cuore grande come il mondo, amare col cuore di tutti gli uomini, amare come Egli si ama, consumarmi, bruciare, scomparire in Lui per sempre.

Oggi, in un momento di preghiera, ho sentito in modo vivo e chiaro nella mia anima la presenza delle mie TRE PERSONE. Sono sprofondata nel mio niente ed ho trovato il mio TUTTO. Mi sento invasa da Lui a tal punto che a volte non so se mi trovo come straniera sulla terra o se vivo ormai nella patria celeste. In ogni modo, o mio Gesù, io desidero soltanto quello che Tu vuoi, ma bruciami, consumami col fuoco del tuo Amore. Tu conosci la fame che sento della tua gloria e del tuo Amore. Vorrei corrispondere al tuo Amore, ma poiché sono povera e miserabile, ti chiedo di darmi il tuo Amore per amarti col tuo stesso Amore.

L’impressione del tuo sguardo radioso di quel giorno... non riesco a dimenticarla. Ricordi?

 

O cristallina fonte

se nelle tue sembianze argentee

formassi nel presente

gli occhi desiderati

che porto nel profondo disegnati.

 

E Tu mi rispondevi: «Amami per tanti che non ne vogliono sapere di Me». In quel momento fui invasa dal pianto e mi sentivo colma del tuo Amore. Com’ero felice! Gesù mio voglio seguirti anche se la strada sarà molto dura. Voglio vivere soffrendo... per amore... per loro. Voglio dirti come sant’ Ignazio di Antiochia: «Sono frumento di Dio e voglio essere macinato dai denti delle belve».

Fa di me quello che vuoi, a tutto dirò di (con la tua grazia). Amore mio, ti amo, ma accresci il mio amore finché io impazzisca d’amore per Te. Che dolce la morte, che dolce la sofferenza, che dolce, mio Dio, morire per Te!.

Quando romperai le mie catene di carne e la mia anima sarà libera canterò il Te Deum per tutta l’eternità. Ormai non avrò più paura di peccare per mancanza d’amore e nemmeno di perderti per sempre. Allora ti vedrò, ti possederò, ti amerò, come Tu mi vedi, mi possiedi e ami. Ci può essere una felicità maggiore? E tutto per una follia d’amore smisurato. Mio carissimo Gesù, Amore mio, Sposo mio, prostrata a terra e con il mio povero cuore che batte fortissimo dall’emozione, ti prometto di non peccare mai più deliberatamente, col tuo aiuto e con quello della Mamma sacerdotale. La stessa cosa ti chiedo per i tuoi ministri. Sono i tuoi consacrati, i prescelti, sui quali hai posto i tuoi tesori e la tua missione sacerdotale. Essi sono i figli del mio dolore e mi sento madre di tutti loro.

Quanto mi pento del tempo perso senza amarti come ora... Perciò, Mamma mia, aiutami a vivere solo per Lui, mettimi sotto la croce di Gesù affinché il suo Sangue scenda a torrenti nella mia anima.

Posso dire che molte volte mi sento bruciare dentro; il respiro mi infiamma le labbra. È così forte il fuoco del suo amore! Ci sono momenti in cui sento un grande bisogno di perdermi in Lui e mi ritrovo dentro un grande globo di luce, nel quale posso vedere e comprendere la sua opera salvifica in me. Dentro quel globo che è Lui, io mi perdo e posso soltanto scorgere un piccolo segnale che è luce nella Luce e per la Luce.

Il 18 Luglio del 1986 mentre ormai stavo vivendo il mio Matrimonio spirituale, sentii un forte desiderio di pregare e come al solito entrai nel profondo del mio essere, da sola con Lui. Mi sentivo invasa con potenza dal Signore ed il suo Amore mi avvolse senza minima resistenza da parte mia. All’improvviso qualcosa mi prese e mi ritrovai all’interno di un tempio immenso dove si celebrava la festa di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote. La parte superiore di questo sontuoso tempio era occupata da una moltitudine di sacerdoti, tra i quali vi era qualcuno dell’Antico Testamento. Questi sembravano occuparsi dei preparativi e degli addobbi del tempio, mentre i sacerdoti del Nuovo Testamento provvedevano alla celebrazione della liturgia, presieduta dallo stesso Cristo.

Arrivò il momento culminante della consacrazione e, prendendo nelle sue mani divine il pane e il calice, Egli disse unicamente le parole della consacrazione. I sacerdoti che concelebravano con Lui tendevano soltanto la mano, ma in un silenzio impressionante. Giunse l’ora della comunione. Non osavo avvicinarmi. Non mi ero mai sentita più indegna e al tempo stesso non avevo mai provato un desiderio più forte di riceverlo. Arrivai davanti a Gesù ed Egli mi disse: «Prendimi e saziati». Cosa accadde dopo? Non lo so. So soltanto che quanto ritornai in me (senza rinvenire) nel Tempio c’eravamo solo Lui ed io. Ed abbracciandomi mi ripeté: «Prendimi e saziati». Da quel giorno la mia comunione è un regalo, col quale godo anticipatamente delle gioie del Paradiso, è un rinnovamento del mio matrimonio con Lui.

A volte, durante la comunione Egli mi dice: «Sei mia. Ti amo, sazia la tua sete. Prendi il pane di vita. Ormai ti resta meno tempo. Coraggio... passerà l’estate e ti legherò a me per sempre»... Per ora il suo sguardo sostiene la mia vita e allevia la mia attesa. Il mio vivere è un aspettare che mi brucia dentro in un crescendo costante, insaziabile... Quando arriverà il felice momento della morte, del mio incontro definitivo con Lui? Allora il mio amore giungerà alla sua pienezza, riposerò per sempre persa in Lui ed in un bacio eterno mi sposerò con Colui che è sempre stato il mio amore in esilio. Le mie Nozze eterne con Gesù saranno una continuazione del mio matrimonio con Lui sulla terra.

Vorrei dire ancora tante cose su ciò che Egli ha operato nel profondo della mia anima, ma non trovo parole appropriate. Inoltre gli innamorati conservano dei segreti... fatteli raccontare da Lui».

Padre Angel Peña


Dite ai miei figli sacerdoti che ricorrano a me con amore. Il mio Cuore li accoglie tutti, forti e deboli, fedeli e infedeli.

 


Kurescek


Sia lodato Gesù! Sono contenta di voi. Il mio Cuore è la strada che porta a Gesù. Percorretela volentieri! La vostra fedeltà al quarto comandamento di Dio sarà premiata. Questo è l'unico comandamento che contiene una promessa. Sarete premiati per la fedeltà e il rispetto ai vostri genitori terreni e a quelli celesti.

Dite ai miei figli sacerdoti che ricorrano a me con amore. Il mio Cuore li accoglie tutti, forti e deboli, fedeli e infedeli. Volentieri accolgo tutti quelli che ringraziano e anche quelli che implorano. La mia intercessione e la mia benedizione saranno con tutti quei sacerdoti che sono nella sofferenza, nella prova e nel pericolo, affinché le astute forze di Satana non impongano loro il tradimento della vocazione sacerdotale.

Tutti i miei amati figli sacerdoti scoprano la mia maternità e la pace che io dò. I primi sabati del mese vengano da me, anche in questo luogo di pace.

Sullo sfondo a sinistra, rispetto a Maria, è apparsa la figura di un vescovo sospesa da terra come Maria. Voltandosi leggermente verso la figura e indicandola con la mano sinistra la Madonna ha detto:

Lui, il vescovo Anton Vovk, pregava molto e si prodigava perché la Chiesa avesse sacerdoti a sufficienza. A causa dei pericoli che essi correvano era molto preoccupato per i suoi sacerdoti, per questo ora in cielo è il loro intercessore. A me e a lui rivolgetevi pregando per le vocazioni sacerdotali e quando ricorrono pericoli, prove e tribolazioni dei sacerdoti.

Siate fedeli a me! Vi benedico! La pace di Dio sia con voi!

1.3.1990

L'Insegnamento [Sapienza] dei Santi

 


L'Insegnamento [Sapienza] dei Santi
di un Parroco

Tratto da
La Chiesa cattolica, l'insegnante dell'umanità
Imprimatur, 1905


1. FEDE; SPERANZA; CARITÀ


FEDE


Dovremmo sottometterci alla Chiesa in modo così totale che, se percepissimo chiaramente che una cosa è bianca e lei dichiarasse che è nera, dovremmo, insieme a lei, dichiararla nera. -----Sant'Ignazio.

O Santa Madre! O Chiesa di Roma! Noi poveri esseri ignoranti, non ti conoscevamo. Non conoscevamo il tuo zelo, né la tua bontà, né le tue fatiche per la nostra salvezza. Tu ci mostri la via per il Paradiso, e solo la via insegnata da te è la via vera. Chi la segue non può smarrirsi né inciampare in una pietra. Chi invece cerca un'altra via, troverà solo la perdizione eterna. -----B. Giles d'Assisi.

La fede è una grande virtù, ma senza la carità non ci è di alcuna utilità. Conservate e preservate con la massima cura il dono prezioso della fede vera, della fede pura, della fede senza macchia. Che questa fede ardente, fervente e invincibile, che ha ottenuto una corona immortale per i Santi Confessori, sia l'ornamento immortale della vostra anima. -----San Bernardo.

Basta credere e avrete già trovato ciò che cercate. In verità, cosa non trova la fede? Raggiunge l'inaccessibile, scopre l'ignoto, comprende l'insondabile, possiede il segreto per arrivare alla fine delle cose e non deve fare altro che dilatare il proprio seno per abbracciare persino l'eternità. -----San Bernardo.

L'anima è elevata a Dio per mezzo di una fede viva, quella scala segreta e privata, i cui gradini sono tutti nascosti sotto un mistero impenetrabile ai sensi o all'intelletto. Perciò l'anima rinuncia al loro debole aiuto per attaccarsi solo alla fede, che penetra le cose profonde di Dio: da qui il suo travestimento. Trasforma il principio della sua conoscenza, da cui la sicurezza del suo passaggio; così che non ha nulla da temere dalle cose temporali, dalla ragione o dal diavolo. -----San Giovanni della Croce.

La fede è una lampada che ci dà luce e calore spirituale. -----San Tommaso

La fede assomiglia a una lampada. Come una lampada illumina tutta la casa, così la luce della fede illumina tutta l'anima. -----San Crisostomo.

Se non crediamo a Dio, a chi dovremo credere? Dio deve essere creduto sulla Sua Parola. -----Sant'Ambrogio.

La ragione è l'occhio dell'anima; ma come l'occhio del corpo, ha bisogno di luce per vedere; e come può vedere chiaramente le cose divine, se privata della luce della rivelazione divina? -----Sant'Agostino.

La fede è un altare; nulla è gradito a Dio se non gli viene offerto con spirito di fede. -----San Tommaso.

Un albero non può crescere senza radici; un edificio non può essere costruito senza fondamenta; ogni fiume deve scorrere da una sorgente. Così la vita e le virtù cristiane non possono esistere né prosperare, né diventare fonte di vita, se non procedono dalla fede. -----Sant'Agostino.

Il tuo cuore è come una nave. Avere Gesù a bordo significa avere fede nel tuo cuore. Se la tua fede dorme, anche Gesù dorme, e in questo caso sei in pericolo di naufragio. -----Sant'Agostino.

Come una nave senza ancora è sballottata dal vento, così la nostra mente, quando non è ancorata alla fede, è continuamente agitata dal vento delle opinioni e delle dottrine umane. -----San Gregorio Magno.

Una vita virtuosa è per l'anima ciò che il cibo è per il corpo. Poiché come il nostro corpo non può vivere senza cibo, così la fede non può sussistere senza le buone opere. -----San Crisostomo.

Tenete in mano la lanterna della fede e lasciate che la fiamma della carità risplenda da essa, per mostrarvi ciò che dovete fare e ciò che dovete evitare. -----Sant'Agostino.

La Chiesa che non può sbagliare e la fede che non può fallire è la Chiesa romana e la fede della Chiesa romana, sia che si creda a Roma o in altre parti del mondo. -----Sant'Antonino.

Come nel mare ci sono isole fertili che offrono buoni porti per il riparo dei marinai, che vi si rifugiano e, una volta raggiunte, sono al sicuro dalle tempeste, così Dio ha dato al mondo una santa Chiesa, nel cui porto sicuro cercano rifugio gli amanti della verità, così come tutti coloro che desiderano essere salvati e sfuggire alla terribile ira di Dio. E come ci sono altre isole che mancano d'acqua e sono ricoperte di rocce sterili, inabitabili dall'uomo e distruttive per i marinai, sulle quali le loro navi si frantumano, così esistono dottrine errate ed eresie che distruggono coloro che sono sedotti e sviati da esse. -----Sant'Teofilo al dotto Antolico.


SPERANZA

Aspetta il Signore; sii fedele ai Suoi comandamenti; Egli eleverà la tua speranza e ti renderà partecipe del Suo Regno. Aspettalo con pazienza; aspettalo evitando ogni peccato. Egli verrà, non dubitarne; e nel giorno della Sua visita, che sarà quello della tua morte e del Suo giudizio, Egli stesso coronerà la tua santa speranza. Riponi tutta la tua speranza nel Cuore di Gesù; è un rifugio sicuro, perché chi confida in Dio è protetto e difeso dalla Sua misericordia. A questa ferma speranza unisci la pratica della virtù e già in questa vita comincerai ad assaporare le gioie ineffabili del Paradiso. -----San Bernardo.

Non pensare solo alla strada che stai percorrendo, ma fai attenzione a non perdere mai di vista quella terra benedetta in cui presto arriverai. Qui incontri sofferenze passeggere, ma presto godrai del riposo eterno. Quando guardi alla ricompensa, tutto ciò che fai o soffri ti sembrerà leggero, non più di un'ombra; non è nulla in confronto a ciò che riceverai in cambio. Ti stupirai che ti sia dato così tanto per dolori così insignificanti. -----Sant'Agostino.

Dobbiamo avere fiducia in Dio, che è ciò che è sempre stato, e non dobbiamo scoraggiarci perché le cose vanno contro di noi. -----San Filippo.

Quando qualcuno ripone tutta la sua fiducia in Dio, sperando in Lui e servendolo fedelmente allo stesso tempo, Dio veglia su di lui, nella misura della sua fiducia, in ogni pericolo. Infinito è l'amore che Dio nutre per le anime che riposano nella Sua protezione. La sfiducia in noi stessi e la fiducia in Dio sono come i piatti di una bilancia; l'elevazione dell'uno è necessariamente collegata alla depressione dell'altro. Più siamo diffidenti verso noi stessi, maggiore è la nostra fiducia in Dio; meno abbiamo fiducia in Dio, più saremo presuntuosi delle nostre forze; ma se non abbiamo alcuna fiducia nelle nostre forze, possiamo essere certi che le nostre speranze sono completamente riposte in Dio. -----San Francesco di Sales.

Un peccatore non può oltraggiare la Divinità più che disperando della misericordia divina a causa del numero e dell'enormità dei suoi crimini; poiché la clemenza di Dio è molto più grande dell'iniquità e della colpa di un intero mondo... Non disperare mai della misericordia di Dio. -----Ven. Blosius.

Un servo di Dio non dovrebbe temere nulla, nemmeno Satana, che viene presto sconfitto quando non gli si dà importanza. Se il Signore è potente, i demoni non sono altro che suoi schiavi; quale male possono quindi fare ai servitori di un Re così grande? -----Santa Teresa.

La fiducia in Dio dovrebbe essere tanto maggiore quanto più pressante è la necessità in cui ci troviamo. Quando Gesù gridò nell'angoscia della sua Passione: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», stava mostrando un modello di perfezione assoluta nell'adempimento esatto dell'obbedienza richiesta da suo Padre Eterno, con il quale era totalmente unito. La sua anima intelligente godeva della beatitudine più perfetta; tuttavia, come uomo capace di soffrire e mortale, si lamenta del suo abbandono, o meglio, esprime la sua perfetta fiducia in Dio, per insegnare a noi, suoi figli, che più siamo afflitti, più dobbiamo confidare nell'aiuto dall'alto. -----Santa Caterina da Bologna.

Ogni volta che ti senti incline alla diffidenza, eleva il tuo cuore con amore a Dio e sii certo che i tuoi difetti, agli occhi della Sua infinita bontà, sono solo come pochi fili di stoppa gettati in un mare di fuoco. Immagina una superficie ardente, vasta come l'emisfero in cui viviamo; se vi fosse gettato un pezzo di stoppa, non verrebbe assorbito dal fuoco fino a scomparire all'istante? «Il nostro Dio è un fuoco divorante» e le nostre imperfezioni, rispetto alla Sua bontà, sono ciò che un pezzo di stoppa è per la fornace. Quando, quindi, siamo caduti, umiliamoci con dolore alla Sua presenza e poi, con un atto di fiducia illimitata, gettiamoci nell'oceano della Sua bontà, dove ogni fallimento sarà cancellato e l'ansia si trasformerà in amore. -----San Paolo della Croce.

Dio protegge con particolare cura chi si affida a Lui, e chi lo fa può essere certo che nessun male gli accadrà. -----San Vincenzo de' Paoli.

Dio è così buono e misericordioso che per ottenere il Paradiso basta chiederglielo con il cuore. -----San Benedetto Giuseppe Labre.

Dio desidera certamente il nostro bene più di quanto lo desideriamo noi stessi; ed Egli conosce i modi e i mezzi per promuoverlo meglio di noi, poiché sono nelle Sue mani come Sovrano dell'Universo; pertanto, in tutti gli incidenti che ci capitano, accade sicuramente ciò che è meglio. -----Sant'Agostino.

Come una madre si diletta nel prendere il suo bambino sulle ginocchia, nel coccolarlo e nutrirlo, così il nostro Dio si diletta nel trattare con amore e tenerezza quelle anime che si donano interamente a Lui e ripongono tutte le loro speranze nella Sua bontà e generosità. -----San Liguori.

Una volta che ci siamo affidati completamente nelle mani di Dio, non dobbiamo temere alcun male; se arriva l'avversità, Egli sa come trasformarla in nostro vantaggio, con mezzi che col tempo ci saranno manifestati. -----San Vincenzo de' Paoli.

Quando ci troviamo in pericolo, non dobbiamo perdere coraggio, ma confidare molto nel Signore; perché dove il pericolo è grande, grande è anche l'aiuto di Colui che è chiamato nostro Aiuto nelle tribolazioni. -----Sant'Ambrogio.

Chi serve Dio con cuore puro, mettendo da parte ogni interesse umano e cercando solo l'onore divino, può sperare di avere successo nelle sue imprese anche quando agli altri sembrano disperate, poiché le opere di Dio sono al di là della comprensione umana e dipendono da una politica più elevata di quella umana. -----San Carlo Borromeo.

Più una persona ama Dio, più ha motivo di sperare in Lui. Questa speranza produce nei santi una pace indicibile, che essi conservano anche nelle avversità, perché, amando Dio e sapendo quanto Egli sia bello per coloro che Lo amano, ripongono tutta la loro fiducia e trovano tutto il loro riposo solo in Lui. -----San Liguori.

È utile quella paura che è sostenuta dalla speranza e non è oppressa dalla disperazione. ----- S. Isidoro Hisp.

Vera e certa è quella speranza che è accompagnata dalle buone opere. Ma se è sola, dovrebbe essere chiamata presunzione. ----- S. Lorenzo Giustiniano.

Contempla Gesù Cristo crocifisso, che è l'unico fondamento della nostra speranza; Egli è il nostro Mediatore e Avvocato; la vittima e il sacrificio per i nostri peccati. Egli è la bontà e la pazienza stessa; la Sua misericordia è commossa dalle lacrime dei peccatori, e non rifiuta mai il perdono e la grazia a coloro che lo chiedono con cuore sinceramente contrito e umile. -----San Carlo Borromeo.

Dio desidera che non riposiamo su nulla se non sulla Sua infinita bontà; non aspettiamo nulla, non speriamo nulla, non desideriamo nulla se non da Lui, e riponiamo la nostra fiducia e la nostra sicurezza solo in Lui. -----San Carlo Borromeo.


CARITÀ

Chi non acquisisce l'amore di Dio difficilmente persevererà nella grazia di Dio, poiché è molto difficile rinunciare al peccato solo per paura del castigo. -----San Liguori.

Il cuore in cui entra l'Amore Divino non tiene più conto di tutto ciò che il mondo stima. San Francesco di Sales dice che quando la casa è in fiamme, tutti i beni vengono gettati dalla finestra; con ciò intende dire che quando il cuore è infiammato dall'amore divino, l'uomo, senza sermoni o esortazioni del suo direttore spirituale, cerca di sua spontanea volontà di spogliarsi di tutti i beni mondani, gli onori, le ricchezze e le altre cose terrene, per non avere altro che Dio. -----San Liguori.

Nella galea reale dell'Amore Divino non ci sono schiavi; tutti i rematori sono volontari. -----San Francesco di Sales.

Il modo in cui Dio tratta le anime che Lo amano, permettendo loro di essere tentate e di cadere nelle tribolazioni, è un vero e proprio sposalizio tra Lui e loro. -----San Filippo Neri.

Dobbiamo donarci completamente a Dio; Dio fa sua l'anima che si dona interamente a Lui. -----San Filippo Neri.

La carità è un amore di amicizia, un'amicizia di scelta, una scelta di preferenza, ma una preferenza incomparabile, sovrana e soprannaturale che è come un sole in tutta l'anima, per abbellirla con i suoi raggi; in tutte le nostre facoltà spirituali per perfezionarle; in tutti i nostri poteri per moderarli; ma nella volontà, come sua sede, per risiedervi e per farle amare e adorare il suo Dio sopra ogni cosa. ---- -San Francesco di Sales.

Cerca di non pensare a te stesso quando ami; l'amore è estatico, non lascia a se stessi coloro che possiede, ma li consegna a Colui che amano. -----San Dionigi.

Sotto l'influenza della paura, portiamo la croce di Cristo con pazienza; sotto l'influenza più ispiratrice della speranza, portiamo la croce con cuore fermo e valoroso; ma sotto il potere consumante dell'amore, abbracciamo la croce con ardore. -----San Bernardo.

Come la contemplazione della bellezza corporea è la causa principale dell'amore sensibile, così la contemplazione della bontà divina è la causa dell'amore spirituale. -----San Tommaso.

Il prezzo dell'amore divino non può essere apprezzato; poiché è sufficiente per ottenere il Regno dei Cieli, e l'amore di Colui che ci ha amato così tanto merita il massimo grado del nostro amore. -----San Francesco d'Assisi.


Che si alzino quelli che sono caduti e riprendano la loro croce. Dovete ancora camminare poiché molto deve ancora venire.


MESSAGGIO MENSILE DELLA VERGINE MARIA, ROSA DELLA PACE, TRASMESSO NEL NUCLEO-LUCE SACRA CASA DI MARIA, MADRE PAULISTA, SAN PAOLO, BRASILE, ALLA VEGGENTE SORELLA LUCÍA DE JESÚS


13 Agosto 2025

Io Sono la Rosa Mistica, la Rosa della Pace, Colei che porta nel Suo Cuore la Purezza Immacolata, affinché le anime incontrino di nuovo il proposito della loro esistenza e riaccendano le loro essenze, affinché regni la pace nel loro interiore.

Io Sono la Donna vestita di Sole, Colei che porta tra le Sue Braccia non solo uno dei Suoi figli, ma ognuno di essi, affinché sia protetto e sostenuto nel suo cammino di evoluzione.

Figli Miei, nonostante il deserto spirituale dell'umanità abbia raggiunto la sua fine, questo non significa che abbia raggiunto la fine anche il ciclo di prove e definizioni che molti vivono con intensità. Le prove e le definizioni delle anime accompagneranno l'evoluzione umana fino alla fine dei loro giorni, fino alla concretizzazione del Progetto d'Amore del Creatore.

Però, figli Miei, non lasciate che i vostri esseri svaniscano o si arrendono davanti alle avversità. Invece, continuate ad offrire a Dio la trascendenza di ogni sfida, il superamento di ogni giorno e, anche quando non sarete capaci di vincere voi stessi, consegnate a Me le vostre debolezze e miserie, perché Io, come la vostra Madre Celeste, vi aiuterò a ricominciare ed a risorgere ancora una volta da dove siete caduti.

Questo è davvero un tempo di grandi prove e definizioni, ma la Legge detta, figli Miei, che, nella stessa intensità dell'oscurità che vi assedia, sia la Luce che vi guida e vi trasforma, vi spinge e vi eleva. 

Per questo, non vi disperate davanti al caos del mondo, alla croce di questi tempi, ma volgete il vostro sguardo verso il cielo, come dentro di voi stessi, e potrete incontrare in voi, come nel firmamento, l'Acqua di Vita di cui necessitate per andare avanti.

Siate Luce per il mondo attraverso la vostra perseveranza. Siate in Dio e cercate il vostro Creatore con fede.

E, quando non avrete più forze, guardate solo verso il lato e Mi incontrerete, così come Mio Figlio Mi incontrò in ogni caduta con la Croce. Guardate nei Miei Occhi e vedete, figli Miei: sono qui.

Che si alzino quelli che sono caduti e riprendano la loro croce. Dovete ancora camminare poiché molto deve ancora venire.

Io vi accompagnerò sempre.

Vostra Madre, la Vergine Maria, Rosa della Pace.

IL CRISTO E L' ANTICRISTO

 


Il primo Anticristo.


***

Non avendo potuto regnare in cielo, permettendolo Iddio a prova della nostra virtù, e ad occasione di maggior merito, si forzò di piantare il suo regno, o meglio come lo chiama Cirillo, la sua tirannia in terra. Appressatosi per ciò ad Adamo, gli suggerì i suoi stolti pensieri, lo fece cadere dall'amicizia divina per averlo suo servo. Ed essendo questi stato sal vato dal Cristo apparsogli; s'avvicinò al suo figliuolo Caino, ed avendolo pure fatto cadere in peccato; nè essendosi ei lasciato salvare come suo padre dal Cristo, restò servo del demonio tanto lui come i suoi figliuoli che lo imitarono nelle sue colpe. Siccome, scrive Gregorio Papa, il nostro Redentore è una persona sola con tutta la raunanza dei buoni, imperocchè egli è il capo del corpo, e noi il corpo di questo capo, così l'antico nemico è una persona sola con tutta la raunanza dei cattivi, perchè egli come capo gli precede nell'iniquità, ed essi mentre lo servono ne' suoi desiderii come corpo a lui unito si attaccano al capo. Sicut autem idem Redemptor noster una persona est cum congregatione bonorum, ipse namque caput est corporis, et nos huius capitis corpus; ita anti quus hostis una persona est cum cuncta collectione reproborum, quia ipse eis quasi caput ad iniqui tatem praeminet; illi autem dum ad persuasa de serviunt, velut subiunctum capiti corpus inhaerent. E tanto ingrandì il suo regno sino a dominare prima del diluvio quasi tutti gli uomini. 

Distrutto il suo regno dal Cristo e sepoltolo nelle onde del diluvio, ei lo ravvivò di nuovo per mezzo dell'idolatria, e lo conservò sino alla venuta del Signore. Sì l'idolatria era il regno del demonio, e ben volentieri soscriviamo a queste saggie parole di De Camille. L'opinione che al semplice caso debbano attribuirsi i culti dei gentili è tutt'altro che universalmente ammessa. Nella sua prima Apologia ad Antonino Pio, l'antichissimo Padre San Giustino così incalza i pagani: vogliate crederci, sono i demonii che hanno spacciate per verità le favole del paganesimo, affine di rendere favolosa altresì la venuta di Gesù Cristo. Conoscendo essi questo avvenimento per mezzo dei Profeti, fecero credere all'esistenza di una numerosa progenitura di Giove, presumendo di far ritenere la nascita di Gesù Cristo non meno assurda di questi favolosi racconti. Secondo questo Padre gannatrici, e pervennero a corrompere quasi intera l'umanità, la quale ignorando l'esistenza degli spiriti ribelli, (o meglio avendo solamente più un'idea confusa della creazione degli Angeli), ne fece altrettanti Dei. Siamo persuasi, dic'egli ai pagani, che il vostro acciecamento contro di noi esce meno dal vostro proprio impulso, che dallo spirito infernale che travolge la ragione umana. Egli nulla trascura per ciò; prestigi, sogni, fantasmi.... ei non vuole che gli sfuggiate dalle unghie come abbiamo fatto noi cristiani. (Storia della Setta Anticristiana. V. I. Lett. 14. Pag. 305).

I primi cristiani, segue egli, non combattevano l'idolatria come culto semplicemente irragionevole od assurdo, ma la combattevano come culto reso al demonio. Eusebio si stese a lungo sopra questo argomento: i cristiani, dic' egli, illuminati dalla Santa Scrittura, respingono un culto impuro con una vita casta; ecco il perchè hanno rinunziato ai vostri oracoli, alle vostre divinazioni ed hanno disprezzati tutti i prestigi di cui si servono i demoni per sedurvi.... È Gesù Cristo che insegnò loro a respingerli. (Praep. Evang. 4). E altrove nella medesima opera: Questa confessione (di Porfirio) la quale prova come i più grandi filosofi onorassero i cattivi spiriti come altrettanti Dei, ci meraviglia: è un confessare la sorgente degli errori delle nazioni; confessione molto importante, dappoichè ci viene da persona iniziata ai misteri ed alle superstizioni dei gentili: è un riconoscere che i demonii si fanno credere Dei. E nel panegirico di Costantino, questo stesso sapientissimo scrittore, dopo aver detto come quell'Imperatore abbia trionfato dei demoni, e dipinte le abbominazioni dei culti pagani, così si fa ad interrogare: Chi ha dato il potere di schiacciare gli spiriti impuri colla preghiera? Chi ha messo in fuga quei demonii i quali da molti secoli ingannavano i popoli, se non Gesù Cristo? (Ivi. P. 306).

***

DEL PADRE VIATORE C0MBA

IO SONO IL TUO DIO

 


(Dal Messaggio del Padre) O cara umanità! O uomini che siete miei figli, uscite, uscite dai legami nei quali il demonio vi ha incatenati fino ad oggi, con la paura di un Padre che non è che Amore! Venite, avvicinatevi, voi avete tutti il diritto di avvicinare vostro Padre, dilatate i vostri cuori, pregate mio Figlio, perchè vi faccia conoscere sempre meglio le mie Bontà verso di voi.

O voi che siete prigionieri delle superstizioni e delle leggi diaboliche, uscite da questa tirannica schiavitù e venite alla Verità delle verità. Riconoscete Colui che vi ha creati e che è vostro Padre. Non pretendete di usare dei vostri diritti dando adorazione e omaggi a quelli che ci hanno trascinato a condurre fin qui una via inutile, ma venite a Me, vi aspetto tutti perchè tutti siete miei figli.

E voi che siete nella vera Luce, dite loro quanto è dolce vivere nella Verità!  


Io sono il tuo Dio e ti stò vicino, non puoi avere di più sulla terra,
solo io posso riempire il tuo cuore.
Sei solo ? Io ti farò compagnia
Nessuno ha una parola buona per te?
Ricorri con fiducia al mio cuore e ti esaudirò.

Io sono il tuo Dio e ti resto fedele anche quando ti mando la croce
per quanto pesi, se la porti con amore, diventerà leggera

Io sono il tuo Dio e penso a te.....dall'eternità ho pensato a te
e per te ho dato il mio sangue e la mia vita,
come posso dimenticarmi di te!!!!!!.

Io sono il tuo Dio e tutto dispongo per il tuo meglio
se ora non lo capisci un giorno lo vedrai con tutta la chiarezza e mi ringrazierai.

Io sono il tuo Dio, ti amo fedelmente, conosco tutto ciò che affligge il tuo cuore,
vedo ogni sguardo, ascolto ogni parola che ti contraria.
Accetta tutto con tranquillità e pace perché sono io che permetto
affinché tu perseveri. Restami fedele affinché il mio cuore te ne ricompensi,

Io sono il tuo Dio, il mondo passa, il tempo fugge, gli uomini scompaiono,
la morte tutto ti rapisce, una sola cosa ti resterà, il tuo Dio.


APPARIZIONI DELLA MADRE DI DIO IN VENEZUELA



Maracaibo (1988-_?_)


La Santa Messa e l’Eucarestia

La Madre di Cristo ha insegnato non solo la  verità  della  Santa  Eucaristia, ma anche il migliore modo di riceverla.

Messaggio del 1 giugno 1994

“Figli miei, prima di cominciare l’Eucarestia, invocate lo Spirito Santo affinché vi insegni ad apprezzarla e vi illumini intorno al grande avvenimento al quale state per partecipare…Infine, piccoli miei, vi invito a recitare, dopo la Santa Messa, la preghiera di San Michele Arcangelo, domandandogli che mantenga ferma la vostra fede nel fatto che mio Figlio vi da il Suo Cuore ogni volta che ricevete il suo Corpo ed implorate anche la sua protezione sulla Chiesa”.

La Vergine Maria ai due veggenti che la Comunione è il più grande regalo che Dio abbia potuto darci; se soltanto l’uomo ne conoscesse il valore frequenterebbe la Messa tutti i giorni dell’anno. Ed è per questa ragione che Maria ci invita anche a prepararci col corpo e con lo  spirito prima di entrare nel “Tempio” di suo Figlio, luogo nel quale Gesù, per mezzo del Santo Sacramento dell’altare, si trova presente in mezzo a noi. La Vergine Maria ci ha detto anche che tutti gli Angeli e i Santi del Paradiso sono ugualmente in mezzo a noi, nell’atto di adorare il suo Divin Figlio, e che anche Lei si trova presente al fianco del sacerdote quando egli distribuisce la Santa Comunione ai fedeli.

La Vergine Maria illustra nei dettagli, durante le sue apparizioni ai due veggenti, la maniera di presentarsi davanti all’altare del suo Padre Celeste: a questo riguardo, Nostra Signora invita i suoi figli maschi a vestirsi sempre con dei pantaloni lunghi, e chiede loro di evitare di portare degli “shorts” nella casa del Padre suo, ma di indossare invece degli abiti che mostrino rispetto e decoro. D’altra parte, Maria chiede a tutte le sue figlie di presentarsi vestite con delle gonne lunghe e dei vestiti sobri e classici, senza sottomettersi alle mode indecenti; inoltre, la Santa Vergine le prega di evitare di presentarsi davanti al Tabernacolo con abiti scollati o modellati, corti o aderenti.

Il messaggio di Maria è il seguente:

“ Dì loro di presentarsi umili e rispettose davanti alla presenza della Santa Trinità, che è sempre presente in ogni Tabernacolo di tutte le Chiese, e che è sempre circondato da tutti i Santi e gli Angeli del Paradiso. Io sono anche lì in adorazione del mio Divin Figlio”.

La Vergine Maria ha espresso ai due veggenti anche una particolare richiesta da presentare, a suo nome, alle sue figlie di tutto il mondo: di portare  sempre  un  velo  in  Chiesa….Maria  spiega  infatti  che  portando   un velo le sue figlie... “…si presentano come le umili serve di Dio, in tal modo esse ornano il Suo Tempio con la virtù dell’umiltà e distruggono alcuni dei numerosi attacchi che Satana infligge contro la Chiesa del mio Divin Figlio” poiché Lei aggiunge: “la capigliatura delle donne è il loro orgoglio e ricoprendola con il velo non solo si rivestono della virtù dell’umiltà ma, praticandola, riescono a distruggere alcuni attacchi che Satana infligge alla Chiesa Cattolica”.
L’invito della Madonna a portare il velo è rivolto alle donne di tutto il mondo.

lunedì 25 agosto 2025

La Creazione è una Rivelazione di Dio



 L’Origine e la trasformazione della Creazione materiale


Miracoli delle Creazioni divine vi lasciano indifferenti, voi considerate tutto come naturale e non vi rendete conto, che anche l’Opera di Creazione più piccola testimonia dell’Amore, Sapienza ed Onnipotenza di Dio, il Quale dovreste amare per questo con tutto l’ardore, perché Egli ha fatto sorgere queste Sue Creazioni soltanto per voi. Ma voi passate oltre a tutte queste Opere di Miracoli, non vi dicono nulla, per voi sono degli oggetti morti, che toccano appena ancora il vostro cuore, anzi sovente non sono nemmeno per voi una dimostrazione di un Dio e Creatore, perché le considerate come sorte da sé stesse, senza la Volontà e la Forza di un Dio vivente. Tutta la vostra vita terrena è un unico Miracoli, perché nessuno sulla Terra è in grado di far sorgere dalla propria forza un uomo con tutte le funzioni e facoltà, ma anche a questo Miracolo maggiore non badate, ma percorrete indifferenti la vostra via di pellegrino sulla Terra, non pensando perché ed a quale scopo siete stati creati così come siete. E l’intera Creazione dovrebbe far sorgere in voi migliaia di domande, la cui risposta vi dovrebbe rendere soltanto oltremodo felici e beati. Ma siete vedenti e camminate comunque da ciechi. E così Dio può parlare solo raramente a voi uomini attraverso la Creazione, per indurvi che vi rivolgiate a Lui nei vostri pensieri. Benché Egli abbia messo davanti agli occhi le Sue Opere d’Amore, queste non bastano, affinché le consideriate pensando a Lui, cosa che Lo mettereste in condizione di parlarvi ora mentalmente. E perciò Egli cerca altri modi per rivelarSi a voi, mentre interviene quindi in modo di “disturbo” nella vostra vita terrena, mentre cerca di scuotervi dalla vostra indifferenza e calma. Incontrerete delle avversità secondo il destino oppure dei fallimenti, ai quali voi stessi come uomo soltanto non siete all’altezza, che non potete cambiare arbitrariamente. Dio vi vuole nuovamente mostrare con questo, che una Potenza superiore è all’Opera, verso la Quale ora dovete prendere la via, alla Quale vi dovete affidare mentalmente. Dato che appunto questo legame da voi a Lui è indispensabile, Dio cerca di ottenerlo in qualche modo. Per ogni uomo questo legame sarebbe molto facile da stabilire appunto attraverso la Creazione, attraverso le innumerevoli Opere di Miracoli, che Dio ha fatto sorgere e che potete contemplare e gioirne ininterrottamente. La Creazione è una Rivelazione di Dio, che può essere superata soltanto ancora dal diretto apporto della Sua Parola; ma l’ultima premette già un legame eseguito con Lui, mentre le Opere della Creazione possono indurre ogni uomo a stabilire questo legame e di riconoscere anche l’infinito Amore, Sapienza ed Onnipotenza di Dio, che si manifestano con evidenza nei confronti dell’uomo, se soltanto con occhio vedente si immerge in pensieri in quelle innumerevoli Opere di Miracoli dell’Amore divino. E non esiste pensiero più beatificante che tutto ciò che l’uomo vede, che è sorto per lui, in parte per rallegrarlo come uomo e di fargli trovare Dio, in parte per rendere una volta possibile l’esistenza come uomo per lo spirituale, che è ancora indietro nel suo sviluppo, cioè che sta ancora sotto l’uomo, che passa sulla Terra. Il “presagire” ed il “sapere” dopo perciò può conquistare quell’uomo, che si occupa una volta seriamente con tali pensieri, che hanno per contenuto la Creazione ed il suo Creatore. Gli si svelerà una Rivelazione che lo rende beato e che può determinare tutto il percorso della sua vita terrena, sarà afferrato da una incomprensibile riverenza ed amore per il suo Creatore, e Questo Stesso gli parlerà, dando ai suoi pensieri la giusta direzione, mentre lo induce sempre di nuovo ad unirsi con Lui e così è data anche la possibilità, che Dio Si rivela direttamente all’uomo tramite la Parola Interiore. Perché chi osserva i Miracoli della Creazione con giusti sensi, il suo cuore divamperà nell’amore verso il Creatore ed anche verso il suo mondo circostante. E l’amore ora sarà un saldo legame, l’Amore Stesso Si rivelerà nel cuore di un uomo, che ha acceso la fiamma dell’amore in sé stesso.

Amen 

6. maggio 1958

Il mistero della corona di spine - GESÙ INCORONATO DI SPINE: ALCUNE OSSERVAZIONI

 


TRATTO DA

Il mistero della corona di spine

di un padre passionista

1879



CAPITOLO VII

GESÙ INCORONATO DI SPINE: ALCUNE OSSERVAZIONI


Per avere una vaga idea delle sofferenze eccessive sopportate da Nostro Signore con la corona di spine, dovremmo riflettere sul fatto che la Sua costituzione fisica era estremamente raffinata e molto sensibile a ogni tipo di sofferenza fisica. Questo è ciò che dovremo fare prima di procedere alla contemplazione della Corona di Spine.

1. Consideriamo quindi, in primo luogo, la differenza tra una persona seriamente determinata e fermamente decisa a raggiungere un obiettivo importante e un'altra molto tiepida al riguardo. Quest'ultima sarà lenta e incurante nella scelta e nell'applicazione dei mezzi. Ma la prima, non appena possibile, selezionerà gli strumenti più adatti e li applicherà nella pratica, alla prima occasione, con il massimo vigore.

Ora, è un dogma fondamentale del cristianesimo che il Figlio eterno di Dio si sia fatto uomo per soddisfare la giustizia divina offesa dai peccati dell'uomo e così redimere e salvare l'umanità. Questo misericordioso scopo dell'Incarnazione del nostro Salvatore fu promesso da Dio nell'Antico Testamento, predetto dai suoi santi profeti e infine annunciato dai suoi santi angeli. L'angelo Gabriele disse a San Giuseppe, lo sposo verginale della santa e immacolata Vergine Madre di nostro Signore: «Tu lo chiamerai Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai suoi peccati» [Mt 1, 21]. Questo era il fine della missione di Gesù sulla terra: «Dio ha mandato suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati», dice San Giovanni. [1 Gv 4, 10] «Il nostro Signore Gesù Cristo [insegna san Paolo] ha dato se stesso per i nostri peccati, affinché ci liberasse dal presente mondo malvagio» [Gal 1, 4]. Ecco quindi lo scopo dell'Incarnazione del nostro misericordioso Redentore. Gesù si è fatto uomo per soddisfare la giustizia di Dio, offesa dai peccati dell'uomo, e così redimere e salvare l'umanità.

Ora, questa propiziazione con Dio, questa liberazione dal peccato, questa salvezza dalla miseria eterna, dovevano essere realizzate attraverso le sofferenze corporali di Gesù, mediante lo spargimento del suo sangue sacro e attraverso la sua morte effettiva sulla croce. Questo è un altro articolo della fede cristiana; perciò san Paolo dice: «Mentre un tempo eravate estranei e nemici nella vostra mente, compiendo opere malvagie, ora invece Gesù vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili davanti a lui» [Col 1, 21-22]. «Gesù ci ha amati [dice San Giovanni] e ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue» [Ap 1, 5]. [Apoc. 1: 5] «Egli stesso ha portato i nostri peccati nel suo corpo, ... dalle cui piaghe siete stati guariti». [1 Pietro 2: 24] Devoto lettore, fissa bene la tua attenzione su queste parole di ispirazione divina. Considera il fine dell'Incarnazione del nostro Salvatore. Questo era quello di espiare pienamente tutti i peccati dell'umanità. Ora, il mezzo e lo strumento che il Signore ha adottato e utilizzato per il perfetto raggiungimento di questo sublime fine è stato l'assunzione di un vero corpo umano e di una vera anima umana creata, affinché potesse soffrire e morire, e attraverso le sue sofferenze e la sua morte soddisfare la giustizia divina per il nostro peccato, e così redimere e salvare l'umanità. «Egli stesso ha portato i nostri peccati nel suo corpo, ... dalle cui piaghe siete stati guariti».

È evidente a qualsiasi intelligenza ordinaria, e inoltre l'esperienza quotidiana dimostra, che più il corpo umano, o qualsiasi suo membro o organo, è raffinato, più diventa sensibile a ogni tipo di dolore fisico. Pertanto, per rispetto alla saggezza e alla sincera sincerità del nostro Divino Signore e Salvatore, dobbiamo concludere che il Corpo assunto da Lui nella Sua Incarnazione doveva essere estremamente raffinato e, di conseguenza, molto sensibile a ogni tipo di sofferenza.

2. Da queste premesse apprendiamo un altro mistero. È questo: Gesù Cristo, che si definisce Figlio dell'uomo, era l'unico figlio mai nato sulla terra per soffrire. La sofferenza è l'effetto del peccato; quindi, poiché l'uomo non era e non poteva essere creato per il peccato, non poteva essere creato per la sofferenza. Al contrario, l'uomo è stato creato e voluto da Dio per la felicità sia nel tempo che nell'eternità. È stata la maledizione del peccato a portare all'uomo colpevole sia la sofferenza che la morte. Ora, poiché il Figlio eterno di Dio si è fatto uomo per espiare i peccati dell'umanità, l'obiettivo immediato della Sua Incarnazione era quello di soffrire e morire vittima della carità per la nostra redenzione e salvezza. Da qui l'ammirevole adattamento della Sua costituzione fisica alla più squisita sensibilità in ogni tipo di dolore fisico. E, infatti, se noi che non siamo stati originariamente creati né destinati da Dio alle sofferenze, le sentiamo così intensamente, dovremmo giudicare dalla nostra esperienza quanto più acuto deve essere stato ogni tipo di dolore per il nostro Divin Signore, che, per la sapienza e la giustizia di Dio, è stato creato e destinato nella sua natura umana come vittima di immolazione sull'altare della sofferenza e della morte. Ciò apparirà più evidente se procediamo a fare due ulteriori riflessioni: una in relazione al Suo sacro Corpo, l'altra alla Sua santissima Anima.

3. È certo che più il soggetto del dolore è sensibile, più intensa diventa la sofferenza. Un bambino tenero e delicato prova lo stesso tipo e la stessa intensità di sofferenza - come il freddo, un colpo violento - in modo più acuto rispetto a una persona adulta e robusta. Una donna delicata soffre di più, nelle stesse circostanze, rispetto a un uomo forte e abituato al duro lavoro. Lo stesso vale per le diverse parti del corpo. La puntura di uno spillo o di una spina in una mano o in un piede calloso sarà appena percettibile, ma la stessa puntura nell'occhio o in un organo vitale interno come il cervello o il cuore causerà un'agonia intensa, perché il soggetto del dolore è più raffinato e quindi più sensibile alla sofferenza.

<> Ora, l'intero Corpo del nostro Divin Salvatore era di costituzione estremamente raffinata. Era, infatti, così meravigliosamente raffinato in ogni suo tratto, da essere paragonato da autori eruditi e pii alla delicatezza dell'occhio umano o alla sensibilità acuta degli organi vitali interni di un corpo umano normale. Devoto lettore, potresti essere sorpreso da questa affermazione, ma ti prego di non essere incredulo. Ti prego di considerare attentamente l'origine del Corpo di Nostro Signore e gli elementi singolari della sua formazione miracolosa. Allora potrai trarre le tue conclusioni e formarti un giudizio definitivo.

4. La nobiltà del sangue, secondo l'opinione generale dell'umanità, contribuisce notevolmente alla delicata raffinatezza del corpo del bambino. Per amore della verità, almeno in questa occasione solenne, mettiamo da parte i volgari pregiudizi dell'orgoglio umano. Gesù sarà compiaciuto della docilità della nostra umiltà cristiana e la ricompenserà con la Sua luce celeste. Ora, quindi, lettore cristiano, riflettete e considerate con devozione chi era la Madre di Gesù nel suo albero genealogico umano: la beata Maria era la donna più nobile della nazione ebraica e del mondo intero. Era una discendente della tribù principesca di Giuda e, più in particolare, della famiglia reale di Davide.

Da parte di suo padre santo, la nostra Beata Vergine aveva concentrato nelle sue vene vergini il sangue reale di ben diciotto re, suoi diretti antenati. Da parte di sua madre santa, era discendente del sommo pontefice Aronne. Apprendiamo questo fatto dal santo evangelista Luca, che dice che «Santa Elisabetta, moglie di San Zaccaria, sommo sacerdote ebreo, era una delle figlie [cioè una discendente] di Aronne» [Lc 1, 5]. E la Beata Vergine Maria è chiamata dall'arcangelo Gabriele «la cugina [o parente stretta] di Elisabetta» [v. 36]. [v. 36] Nella persona della nostra santissima Signora vediamo quindi l'unione del lignaggio più alto e nobile che qualsiasi persona sulla terra possa desiderare. Il suo corpo verginale è santificato dalla sacralità del sacerdozio ebraico e nobilitato dalla dignità regale. Ora, se i figli di genitori nobili e reali si distinguono per la raffinatezza della loro costituzione fisica, possiamo, se possibile, immaginare quanto dovevano essere grandi la bellezza e la delicatezza di Gesù, il frutto benedetto del suo grembo verginale. La santissima Maria è il bellissimo giglio d'Israele e la fragrante rosa di Giuda, da cui è sbocciato Gesù, il fiore dell'umanità. «Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse, un fiore sboccerà da questa radice, e lo spirito del Signore riposerà su di lui» [Is. 11: 1].

Inoltre, la Beata Maria, Madre del nostro Salvatore, era la più casta e la più pura delle vergini. Le vergini, in confronto alla Regina delle Vergini, sono come spine accanto a un giglio. «Sicut lilium inter spinas, sic amica mea inter filias». [Cant. 2: 2] Buon Dio! Chi può immaginare quanto raffinato e delicato debba essere il figlio di una tale Madre Vergine? Ma procediamo.

        5. La grazia e la santità sono la perfezione della natura umana. Come il peccato, il crimine, il vizio rendono l'uomo ottuso e indurito, così la grazia, la virtù, la santità abituale lo addolciscono, lo abbelliscono e lo raffinano. Ora, la tre volte benedetta Madre di Gesù non era mai stata toccata nel corpo o nell'anima dal fetido alito del peccato originale o attuale. Maria era una Vergine Madre immacolata. Era giovane in età al momento della sua maternità, ma molto avanzata nella virtù. Maria era eminente in santità e piena di grazia divina: il suo cuore amava Dio più ardentemente di tutti i santi e gli angeli. Da un arcangelo fu salutata come «benedetta tra le donne e piena di grazia e di amore divini. Ave Maria, piena di grazia» [Lc 1, 28].

        Maria udì questo saluto angelico prima che le fosse detta una sola parola sull'incarnazione del Figlio di Dio. Ciò dimostra chiaramente che la Beata Maria era ricolma di grazia, ardente dell'amore di Dio, eminente in santità, anche prima di ricevere nel suo seno verginale immacolato l'Autore di ogni grazia, il Dio della santità. Ma a quale grado di eminenza sarà elevata questa pienezza di grazia e santità di Maria durante i nove felici mesi della sua più intima unione materna con il Figlio di Dio incarnato? Buon Dio! Chi, se non la Tua divina sapienza, può sondare questo profondo oceano di amore e grazia, di grazia e amore? L'amore espandeva ogni istante il cuore di Maria, la grazia entrava immediatamente a riempire questa nuova capacità. L'amore avvicinava ogni momento il Cuore Immacolato di Maria al Cuore Divino di Gesù; la grazia li univa come gemelli nella carità e nella santità! O Cuore Immacolato di Maria! O Sacro Cuore di Gesù! Eravate così simili, eravate così vicini l'uno all'altro, eravate così strettamente uniti; Cuori santissimi! Guardate come il cuore del Figlio, fonte di ogni grazia, riversa nel cuore della Madre un flusso costante di acqua di grazia. Guardate come ogni nuovo flusso di grazia allarga la capacità dell'anima di Maria e stimola il suo cuore materno ad un amore più intenso per il suo Bambino non ancora nato, Gesù. Guardate come il cuore di Gesù, fornace di carità divina, raddoppia ogni istante le fiamme del loro amore reciproco. «Il mio amato è mio e io sono sua» [Cant. 1, 12]. Così continuò ad avanzare costantemente questo meraviglioso processo di grazia, amore e raffinatezza, nella fucina celeste del grembo verginale di Maria, fino a quando giunse l'ora in cui i cori angelici, in estasi di ammirazione, cantarono nella grotta di Betlemme: «Gloria a Dio nell'alto dei cieli». Gli angeli videro il Figlio neonato di Maria e, mentre lo adoravano tra le sue braccia, ammirarono la bellezza, la perfetta simmetria, la raffinatezza squisita e la carnagione delicatissima del suo piccolo corpo umano. Considerando, quindi, il concepimento e la nascita del nostro Redentore da una Vergine Madre immacolata e santissima della casa reale di Davide, dovremmo concludere che il Suo corpo doveva essere di costituzione estremamente delicata e, di conseguenza, estremamente sensibile a ogni tipo di dolore fisico.

6. Dobbiamo tuttavia considerare argomenti più importanti e più conclusivi. Anche una Vergine Madre immacolata deve avere uno sposo per concepire un Figlio Divino. Dobbiamo ora passare ad esaminare le qualifiche di questo sposo di Maria e vero Padre di Gesù. Leggiamo, nel primo capitolo del Vangelo di San Luca, che «l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine promessa sposa di un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide, e il nome della vergine era Maria» [Lc 1, 27].

        Osserva, devoto lettore, con quanta cura l'evangelista ispirato, due volte in un solo versetto, richiama la nostra attenzione sul fatto che, sebbene la Beata Vergine fosse sposata con San Giuseppe, era comunque una vergine purissima.

Maria e Giuseppe, il primo giorno delle loro nozze sacre, fecero di comune accordo un solenne voto a Dio di verginità perpetua. Poco tempo dopo il loro matrimonio, Dio mandò a questa santissima Vergine l'angelo Gabriele. Il messaggero angelico, dopo averla salutata con parole mai udite prima da orecchie mortali, annunciò a Maria che era stata scelta da Dio per essere la Madre del Messia promesso. A queste parole dell'angelo, la profonda umiltà di Maria e la sua alta stima per la purezza verginale furono allarmate. Ella disse immediatamente all'angelo: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?». La risposta del messaggero celeste ci insegnerà ora chi è il Padre di Gesù. «Lo Spirito Santo», disse l'angelo a Maria, «lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio» [Lc 1, 35]. Gesù, quindi, è Figlio di Dio, non solo nella sua generazione eterna e divina, ma anche in quella temporale e umana. Pertanto, nella sua umanità, il nostro benedetto Signore ha come madre una vergine santissima e immacolata e come padre lo Spirito Santo. Lasciamo ora che la ragione umana, purificata e illuminata dalla fede e dalla pietà cristiana, concluda quanto deve essere stato raffinato il corpo di Gesù, nostro Signore, formato dall'opera miracolosa dello Spirito Santissimo, concepito e nato da una madre purissima, santissima e immacolata! ... Il dottore angelico, san Tommaso, insegna che ciò che Dio compie attraverso un miracolo è sempre più perfetto di quanto l'arte o la natura possano realizzare. Nel concepimento e nella nascita di Gesù c'è una catena dei prodigi più meravigliosi mai compiuti da Dio in cielo e sulla terra. Quanto deve essere sublime e perfetta, quindi, l'umanità di Gesù, che è stata oggetto di tutti questi miracoli sorprendenti fin dal primo momento della sua esistenza! O sacro corpo di Gesù! Ti ammiro, ti adoro. O Dio di giustizia! È questo il Corpo che deve essere flagellato, coronato di spine e inchiodato a una croce? O Madre amorevolissima di Gesù! Eri così gentile, così dolce, così teneramente premurosa verso il Corpo del tuo bellissimo e innocente Figlio! Ma ora Egli sta per essere crocifisso.

7. Mentre i carnefici si preparano a questo atto sanguinario, restiamo raccolti e facciamo altre due riflessioni sulla parte che l'anima di Gesù ha avuto nel raffinamento del Suo Corpo e nell'aumentare l'intensità della Sua sofferenza durante la Crocifissione.

La filosofia cristiana ha scoperto nell'economia di questo universo il grande e sublime principio dell'assimilazione. Dio è l'inizio e il fine ultimo di ogni essere. Egli è il Modello e l'Autore di tutte le cose. Tutte le creature recano l'impronta dell'immagine di Dio. Le intelligenze create, o gli Angeli più vicini a Dio, partecipano più abbondantemente dei Suoi attributi divini e, attraverso questi, illuminano e attirano verso Dio, come centro comune, gli Angeli inferiori e le anime umane. Il dottore angelico dice: «L'immagine di Dio è più perfetta negli angeli che nell'anima umana, e negli angeli superiori questa immagine divina è più luminosa che negli angeli inferiori. È altresì più perfetta nell'uomo che nella donna» [Thom. q. dist. xvi. 9, i, a. 3]. Ora, l'anima umana è unita a un corpo materiale. Il corpo umano è un microcosmo, o il compendio della creazione materiale. Quindi l'anima, informando il corpo, infondendogli la vita, agendo su di esso e attraverso di esso, ne raffina la natura carnale, lo assimila a sé stessa e, in un certo senso, spiritualizza il corpo. Questo ammirevole processo è andato avanti continuamente sulla terra, tra innumerevoli milioni di uomini, per quasi seimila anni. Da ciò possiamo concludere quale immenso lavoro di assimilazione sia stato svolto silenziosamente, ma efficacemente, dalle anime umane in questo mondo materiale. L'anima umana, agendo sul corpo, raffinandolo e, per così dire, spiritualizzandolo, agisce indirettamente su tutta la creazione materiale, raffinandola e spiritualizzandola. Infine, i corpi degli eletti, esaltati e sublimati dalla grazia spirituale durante la vita e dalla gloria alla resurrezione generale, tutta la creazione materiale, in e attraverso tutti questi innumerevoli milioni di corpi glorificati, sarà assimilata il più possibile a Dio e unita a Lui nella gloria attraverso Gesù Cristo. Così Gesù Cristo è veramente «l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine di tutte le cose». [Apoc. 1: 8]

Impariamo questa filosofia bella, grandiosa e sublime da San Paolo, che dice: "È seminato un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale. Se c'è un corpo animale, c'è anche un corpo spirituale. È seminato nella corruzione, risorgerà nell'incorruttibilità; è seminato nel disonore, risorgerà nella gloria; è seminato nella debolezza, risorgerà nella potenza. Come abbiamo portato l'immagine dell'uomo terreno, Adamo, così porteremo anche l'immagine dell'uomo celeste, Gesù». [1 Cor 15: 42]

8. L'anima umana procede in quest'opera divina di assimilazione e spiritualizzazione del corpo attraverso la sua intelligenza e i suoi affetti. Quindi, più elevata e attiva è la sua vita intellettuale e la sua azione, e più puri, santi e intensi sono i suoi affetti sugli organi vitali e nobili del corpo e attraverso di essi, più rapidamente il corpo sarà raffinato e assimilato all'anima e, di conseguenza, reso più sensibile a ogni tipo di dolore fisico durante la nostra vita mortale sulla terra.

    Questi principi ci permetteranno di dare una ragione alla fede che è in noi riguardo alla Passione del nostro Divin Signore, che è l'opera più grande e sublime della saggezza e della potenza di Dio. Il modo ordinario di considerare superficialmente la Passione del nostro Salvatore ne sminuisce la dignità e non può produrre molti frutti di virtù nelle anime cristiane. Considerate attentamente quanto è stato detto sopra e questo vi aiuterà, cari lettori, a comprendere più chiaramente e ad apprezzare più giustamente l'intensità e l'alto valore delle sofferenze del nostro Redentore. Passiamo ora a considerare il rapporto che il corpo di Gesù ha con l'anima.

          9. Cominciamo con una figura ammirevole che troviamo nel libro dell'Esodo. Dio comandò a Mosè di preparare l'Arca dell'Alleanza per accogliere le due tavole del Decalogo. Descriveva ogni dettaglio della sua lunghezza, larghezza e altezza. Ordinò che fosse costruita con legno di setim prezioso e incorruttibile e rivestita all'interno e all'esterno con oro purissimo. [Esodo 25:10] Ora, se Dio ha insistito così tanto affinché fosse preparata un'arca così ricca e bella per accogliere le due tavole materiali della legge, quale Corpo preparerà per accogliere l'anima spirituale e immortale del Suo Divin Figlio, Gesù? L'Anima di Gesù era lo spirito più grande, più nobile, più santo e più intelligente mai creato, o che mai sarà creato da Dio. Un'anima così superiore era strettamente dovuta all'alta dignità e all'ufficio di mediatore del beato Gesù. Egli era l'inizio, la fine e la perfezione di tutta la creazione. Gesù era il primo e il più bello dei fiori dell'umanità. Era il primogenito degli eletti di Dio. Era costituito Capo della Chiesa, Redentore e Salvatore degli uomini. Gesù era il Monarca supremo del Cielo e della terra, il primo Legislatore del mondo, il Giudice universale dell'umanità. Doni e grazie straordinari, virtù e saggezza furono concessi da Dio al giovane re Salomone, affinché potesse governare saggiamente, per alcuni anni, alcuni milioni di uomini all'interno del suo piccolo regno. [3 Re 3: 5]

Ma quali doni e grazie, quale intelligenza e saggezza, quale virtù e potere dovevano essere comunicati da Dio all'anima di Gesù, il Re dei re e sovrano Signore degli uomini e degli angeli? La missione di Gesù sulla terra non era, come quella di Salomone, limitata alla Palestina. Per questo, in una certa occasione, nostro Signore disse agli ebrei: «La regina del Sud venne per ascoltare la sapienza di Salomone, ed ecco, qui c'è uno più grande di Salomone» [Mt 12, 42]. «In lui [dice san Paolo] sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» [Col 11, 3]. [Col 11, 3] Il Figlio eterno di Dio è venuto sulla terra, si è fatto uomo per rigenerare ed elevare tutta la natura, per stabilire un impero universale ed eterno su tutte le anime e gli spiriti, per insegnare a tutti gli uomini le dottrine più sublimi e i dogmi più profondi, per sottomettere alla sua fede e al suo amore tutti gli intelletti e le volontà umane e, infine, per suscitare la più sincera ammirazione, l'amore più entusiasta l'omaggio più sincero e l'adorazione più profonda dalle intelligenze più elevate e più sante degli uomini e degli angeli durante un'eternità senza fine. Egli assunse una vera Anima umana. Ora, tale anima doveva sicuramente essere arricchita e adornata con i migliori doni e grazie di Dio. Questo, grazie a Dio, era il caso dell'Anima di Gesù. Il santo profeta Isaia dice: «Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse». Questa radice di Iesse è la santissima Vergine Maria. «E un fiore sboccerà da questa radice». Ecco la bellezza e la raffinata delicatezza del Corpo del nostro Salvatore. Il profeta continua: «Lo spirito del Signore riposerà su di lui: lo spirito di sapienza e di intelligenza, lo spirito di consiglio e di fortezza, lo spirito di conoscenza e di pietà; e sarà pieno dello spirito del timore del Signore» [Is 11, 2]. Ecco l'anima benedetta di Gesù piena dei sette doni dello Spirito Santo.

 Ora, se Dio comandò a Mosè di preparare l'arca dell'antica alleanza per ricevere le tavole materiali della legge, e questa arca doveva essere costruita con legno di setim, rivestita dentro e fuori con oro purissimo, quale tipo di Corpo sarà preparato dal potere dell'Altissimo, attraverso l'opera dello Spirito Santo, per ricevere la grande e santissima Anima di Gesù? Per un'Anima dotata di così tanti doni straordinari della natura e della grazia, per un'Anima elevata alla più sublime dignità, autorità e potere, Dio preparerà certamente il Corpo più perfettamente organizzato e raffinato. Tale era infatti il sacro Corpo del nostro Divin Signore. «Perciò, venendo nel mondo, egli dice: “Tu, o Padre, non hai voluto sacrifici e oblazioni, ma mi hai preparato un corpo”». [Eb 10, 5]

        l0. Ma dovremmo osservare attentamente la differenza essenziale che esiste tra le tavole del Decalogo poste nell'arca e l'Anima di Gesù infusa nel Suo Corpo. Queste due tavole erano due pietre ben levigate ma materiali. L'Anima di Gesù era uno spirito purissimo. Queste due pietre giacevano pesantemente all'interno dell'arca e non potevano naturalmente avere la minima influenza fisica su di essa. Non potevano né comunicare la vita vegetale al legno, né aumentare il valore intrinseco dell'oro. Ma l'Anima di Gesù era la forma del Suo Corpo che pervadeva ogni organo, ogni arto e membro, infondendo vita in ogni vena e arteria, comunicando movimento a ogni nervo e muscolo; pensando nel cervello, amando nel cuore, udendo attraverso le orecchie, vedendo attraverso gli occhi, parlando con la sua lingua, vivendo con la sua vita, identificandosi completamente con Gesù, Dio e uomo.

        Per trentatré anni e più, la beata Anima di Gesù agì, senza la minima difficoltà o interruzione, su questo Corpo perfettamente organizzato. I bambini normali non arrivano all'uso della ragione fino all'età di sette o otto anni. L'Anima di Gesù aveva il più perfetto uso della ragione fin dalla sua prima unione con il Corpo. Considerando l'enorme quantità di tempo che sprechiamo in evasioni sconsiderate della mente, in ricerche materiali, con l'anima sepolta nella terra nelle gratificazioni sensuali del corpo, con l'anima immersa nella carne, mangiando, bevendo e dormendo, dobbiamo giungere alla conclusione umiliante che trascorriamo la maggior parte dei nostri anni senza alcun sano esercizio delle nostre facoltà razionali. Questo è almeno il comportamento generale della stragrande maggioranza dell'umanità.

        Ma molto diversa da questa era la vita del nostro Divin Signore. Notte e giorno, e giorno e notte, la Sua Anima era costantemente nel pieno esercizio delle sue facoltà mentali. Nel Vangelo troviamo un solo caso in cui Gesù sembrava dormire. Ma anche allora il Suo Cuore vegliava: «Io dormo, ma il mio cuore veglia». «Ego dormio, et cor meum vigilat». [Cant. 5: 2] Mentre Gesù sembra dormire, veglia sul comportamento dei suoi apostoli durante la tempesta e li rimprovera prontamente per la loro mancanza di fiducia in Lui. [Mt. 8: 24) «Ecco, colui che custodisce Israele non sonnecchia né dorme». [Sal. 70: 4]

Durante i tre anni della sua vita apostolica trascorse le giornate viaggiando e predicando, insegnando e compiendo miracoli, facendo del bene a tutti. Di notte si ritirava sulla montagna e perseverava nella veglia e nella preghiera fino al mattino seguente, quando riprendeva le sue attività apostoliche. Poiché l'Anima del nostro benedetto Signore era, dal momento della Sua Incarnazione, in perpetua unione attiva e affettiva con la Divinità, così era in costante azione sugli organi più nobili del Suo sacro Corpo. Questa azione era duplice: attiva e affettiva. La Mente del nostro Signore esercitava costantemente le sue facoltà intellettuali, il Suo Cuore ardeva di amore divino-umano. Gesù pensava continuamente a Dio e Lo amava con tutto il fervore del Suo Cuore infiammato. In ogni istante della Sua esistenza umana, l'Anima del nostro Salvatore adorava la Divinità per Se stessa e per noi; studiava come promuovere la massima gloria del Padre Suo e compiva continuamente la Sua adorabile volontà in ogni azione e movimento della Sua vita, in ogni respiro e battito del Suo Cuore. Nessuna azione era compiuta dal nostro benedetto Redentore, nessuna parola era pronunciata da Lui, nessun passo era mai fatto senza riferirlo all'onore e alla gloria più grandi del Suo Padre Celeste. In ogni azione della Sua vita l'Anima di Gesù mirava al più alto grado di perfezione. In breve, la mente e il cuore di nostro Signore ardevano costantemente del più ardente amore per Dio. Egli amava veramente Dio con tutta la sua mente e il suo cuore, con tutta la sua anima e con tutte le sue forze, e per lo stesso motivo amava gli uomini come solo un Uomo-Dio può amare le sue creature più care. Questo esercizio di carità divina era in costante operazione in Gesù, nella sua natura umana, composta da un corpo squisito e da un'anima santissima e intelligentissima. Abbiamo osservato sopra che l'intelligenza e la santità raffinano il corpo umano. Possiamo ora immaginare, se ci riusciamo, a quale sublime grado di raffinatezza deve essere stato elevato il Corpo del nostro Divin Signore durante i trentatré anni della Sua santissima vita sulla terra.

        11. Prima di concludere, dobbiamo fare un'altra riflessione molto importante in relazione al corpo di nostro Signore, che ci viene suggerita dalle due misteriose tavole del Decalogo nell'antica Arca dell'Alleanza. Una di queste tavole conteneva i primi tre comandamenti che hanno un rapporto immediato con Dio. L'altra aveva inciso i sette comandamenti relativi all'uomo. Questa era una bellissima figura dell'Incarnazione del nostro Salvatore. Poche parole di spiegazione lo renderanno molto chiaro. L'arca vivente del Corpo di Gesù fu preparata da Dio, e da Lui destinata a ricevere un'Anima umana arricchita e adornata con i sette doni dello Spirito Santo. Questa ammirevole Anima di Gesù è rappresentata e prefigurata dalla seconda tavola del Decalogo racchiusa nell'Arca dell'Alleanza, sulla quale i sette comandamenti furono incisi dal dito di Dio.

La prima tavola, che si riferisce immediatamente a Dio, rappresentava e prefigurava la Persona Divina del Verbo Eterno fatto carne, che dimorava in quel Corpo privilegiato, l'arca vivente e visibile della nuova alleanza di grazia. Su questa tavola erano incisi i primi tre comandamenti divini, che sono il fondamento dell'intero Decalogo e di ogni legge. Ora, osservate l'ammirevole analogia tra la figura e la realtà. Il sacro Corpo di Gesù, l'arca vivente della nuova alleanza di fede, grazia e amore, ricevendo nell'Incarnazione il Verbo eterno di Dio, ricevette allo stesso tempo, come insegna la teologia cattolica, tutte e tre le Persone della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Perché dove è il Figlio, lì devono essere anche il Padre e lo Spirito Santo. Poiché la Trinità delle Persone è indissolubilmente unita in un'unica natura divina. Per questo san Giovanni dice: «Ci sono tre che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno» [1 Gv 5, 7]. «Non credete [dice il nostro Salvatore], non credete che io sono nel Padre e il Padre è in me?» [Gv 14, 10] «Io e il Padre siamo uno» [Gv 10, 10]. Guardate ora cosa contiene il sacro Corpo di Gesù! Innanzitutto, un'Anima santissima, nobilissima e intelligentissima: un'Anima che lo informa, come dicono i filosofi, lo pervade attraverso ogni poro, gli dà vita, lo anima, agisce in lui e attraverso di lui. In secondo luogo, l'Anima di Gesù è il legame immediato dell'unione ipostatica del Verbo eterno di Dio con questo particolare Corpo della nostra umanità assunta. San Bernardo dice: «Il Verbo eterno, l'Anima creata di Gesù e il Suo Santissimo Corpo sono indissolubilmente uniti in una sola Persona: [San Bernardo, serm. 2, in Nativ. Domini]. Infine, alla seconda Persona del Verbo eterno, come insegna la fede, il Padre e lo Spirito Santo sono legati dall'unione eterna e perpetua della natura divina. Quindi, «in Gesù Cristo», come dice san Paolo, «dimora corporalmente tutta la pienezza della divinità». [Col. 2: 9] Il Corpo di Gesù Cristo è il vero tempio vivente di Dio, il tabernacolo vivente della Santissima Trinità, l'arca animata della nuova alleanza di grazia, la sede della sapienza divina, il trono della santità, della maestà, dell'autorità e della potenza. In questo sacrosanto Corpo di Gesù «sono nascosti tutti i tesori della grazia, della sapienza e della conoscenza». [Col. 2: 3]

Se Dio ha richiesto che l'Arca dell'Alleanza fosse costruita con legno incorruttibile di setim e rivestita dentro e fuori con oro purissimo, quale Corpo avrà preparato Dio per l'Anima del Suo Divin Figlio? Questo Corpo doveva essere lo strumento immediato della nostra redenzione, santificazione e salvezza. Attraverso il Suo Corpo Gesù avrebbe glorificato Dio più che con la creazione dell'intero universo. Attraverso questo Corpo glorificato, Gesù darà, durante un'eternità benedetta, più onore e gloria alla Santissima Trinità che tutti gli Angeli e i Santi del Cielo riuniti. Dopo aver considerato attentamente tutte queste solenni verità, ogni cristiano intelligente deve chiedersi come il Corpo di Gesù abbia potuto rimanere per trentatré anni un corpo naturale di carne, senza essere trasformato in uno stato glorificato, come lo fu per un breve periodo sul Monte Tabor. Ma il nostro Divin Signore e Maestro ha risolto questo mistero quando ha detto: «Non doveva Cristo soffrire tutte queste cose», la flagellazione, la corona di spine, la crocifissione, «per entrare nella sua gloria?» [Lc 24, 26].

Quale orrore avrebbe provato il popolo ebraico se avesse visto alcuni dei suoi nemici pagani spezzare in mille pezzi la sacra Arca dell'Alleanza e calpestarla con i loro piedi empî... Lettore cristiano! Stiamo per assistere al sacro, bellissimo e delicato Corpo di Gesù crudelmente torturato da un'orribile Corona di spine. Questo santissimo tempio di Dio sarà sfigurato da mani crudeli. Questo tabernacolo vivente della Santissima Trinità sarà sacrilegamente profanato da uomini empì. I sacri Piedi, le santissime Mani di Gesù saranno barbaramente lacerati da chiodi ruvidi, e il Suo Cuore amorevole sarà trafitto da una lancia. Avviciniamoci devotamente a Gesù e assistiamo al crimine più orribile commesso dalla malvagità dell'uomo.