martedì 12 febbraio 2019

L’ITALIA



negli Scritti di Luisa Piccarreta  


Dal Volume 5 - Aprile 7, 1903

 Timore per il suo stato.

Dopo aver passato giorni amarissimi per le continue privazioni del mio adorabile Gesù, questa mattina mi sentivo giunta al colmo dell’afflizione e, stanca e sfinita di forze, stavo pensando che davvero non più mi voleva in questo stato e quasi mi decidevo ad uscirne.  Mentre ciò facevo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e si faceva sentire che pregava per me;  ed io solo capivo che implorava la potenza, la fortezza, e la provvidenza del Padre per me, soggiungendo:  “Non vedete, o Padre, come ha maggior bisogno d’aiuto, ché dopo tante grazie si vuol rendere peccatrice uscendo dalla nostra Volontà?”
Chi può dire come mi sentivo spezzare il cuore al sentire queste parole di Gesù?  Onde è uscito da dentro il mio interno, ed io, dopo avermi assicurata che fosse il benedetto Gesù, ho detto:  “Signore, è Volontà vostra che continui a starmi in questo stato di vittima?  Ché io, non sentendomi nella stessa posizione di prima, mi veggo come se non fosse necessaria la venuta del sacerdote;  ché, se non altro almeno risparmierò il sacrificio al confessore”.  E Lui:  “Per ora non è Volontà mia che tu esci.  Riguardo al sacrifizio del sacerdote:  gli renderò centuplicata la carità che fa”.
Poi, tutto afflitto ha soggiunto: “Figlia mia, i socialisti hanno combinato tra loro di colpire nel segno la Chiesa, e questo l’hanno fatto in Francia pubblicamente e, nell’Italia più nascosto;  e la mia Giustizia va trovando vuoti per mettere mano ai castighi”.

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