venerdì 23 luglio 2021

DIO E’ AMORE

 


Nelle parole del Signore “Chi mangia di Me vive per Me” è  evidente che l’Eucaristia è una scelta di vita precisa e  significante, per mezzo della quale il Buon Pastore crea e  ricrea continuamente il recinto delle Sue pecorelle;  mangiando di Lui siamo obbligati e ci obblighiamo, perché  non siamo forzati a farlo, nessuno ci costringe, a vivere per  Gesù, a compiere le Sue opere, ad eseguire i suoi comandi e le  sue prescrizioni, altrimenti il nostro banchetto è sacrilego, e  compiamo nell’accostarci alla santa cena offerta dal Signore  un gesto che è lontano dalla nostra effettiva volontà,  contrastante con la sua natura di consacrazione piena e totale  alla Signoria di Gesù Cristo Figlio di Dio e Sapienza incarnata  dell’Altissimo.Dio ci ha creato per la Comunione eterna con  Lui, beatitudine che è preceduta da un esilio dell’uomo sulla  terra, nella quale è apprestato un ausilio affinchè,  anche sulla  terra, l’uomo che vuole possa rimanere in comunione con Dio  e compiere nella sua vita le opere di Dio: lo strumento per  mezzo del quale si realizza questa comunione è  l’Eucaristia.Nell’Eucaristia e attraverso l’Eucaristia noi  abbiamo l’Emmanuele, cioè il “Dio con noi”, e siamo il  Popolo di Dio.L’Eucaristia è si definita dalla teologia  primariamente “actio”, cioè azione misterica, ma è anche  “sacramentum permanens”, cioè presenza reale del Signore,  che continua a sussistere anche fuori della celebrazione  Eucaristica. 

Questa presenza si realizza nel tabernacolo, dove Gesù è  presente sempre intero, cioè nella integrale dualità delle Sue  Nature Divina ed Umana, prigioniero volontariamente per  amore, unica autorità sulla terra disponibile a ricevere in  udienza chiunque abbia bisogno senza appuntamento, ma  anche unica autorità disprezzata e vilipesa dai tanti che non lo  amano, lo offendono, lo insultano, lo odiano e non lo  riconoscono; ma soprattutto offesa dai tanti cristiani di anagrafe che, pur riconoscendo la presenza del Signore nel  Tabernacolo, vengono meno ai loro doveri verso di Lui,  soprattutto ai doveri di amore, riconoscenza, rispetto ed  ossequio. 

Nel mangiare l’Eucaristia noi comunichiamo al Corpo e  Sangue del Signore, il quale ci assimila a se, ci trasforma in se  (gradualmente e secondo le disposizioni della Grazia e le  nostre disposizioni ed inclinazioni), se ci rendiamo duttili e  disponibili al lavoro che il Signore compie dentro di noi; in  sostanza l’Eucaristia diventa virtù del nostro corpo e del  nostro spirito, nella misura in cui noi collaboriamo all’azione  che la Grazia compie dentro di noi. 

Ciò non vuol dire che è nostro il merito della trasformazione  in Cristo, che  in  noi  opera  l’Eucaristia (progressivamente),  ma che piuttosto è nostro il solo merito della collaborazione,  che consiste nella eliminazione degli impedimenti all’azione  della Grazia che, per mezzo dell’Eucaristia, opera in noi;  primo impedimento tra tutti gli affetti al peccato, ma anche  l’eliminazione dei vizi e delle cattive nostre inclinazioni, la  lotta ai nostri difetti caratteriali ed ai nostri atavici egoismi ed  egocentrismi, che ci allontanano dalla carità e dalle virtù  gradite a Dio, nel possesso delle quali consiste la santità delle  persone. 

Ma nell’Eucaristia ed attraverso di Essa noi diveniamo  partecipi della vita eterna, secondo le parole di verità del  Signore (“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la  vita eterna……”).Il Signore non ha detto “avrà”, bensi “ha”,  ciò stà a significare che i Cristiani, che si accostano  all’Eucaristia degnamente, partecipano della vita eterna nel  Corpo Mistico del Signore, che è comunione perfetta e stabile  della Chiesa trionfante e purgante con il Signore, e perfetta,  sebbene instabile e discontinua, della Chiesa militante che è  sulla terra, la quale continuamente cade, a causa del peccato, e  si rialza per mezzo dei Sacramenti. 

Questa comunione spirituale, di cui ci sfugge la percezione, è  sempre presente nei cristiani che si trovano nello stato di  Grazia, ma raggiunge l’apice e la sua massima espressione  nella celebrazione eucaristica, durante la quale il Paradiso, il  Purgatorio e la Chiesa terrena militante divengono realmente  una sola realtà. 

Questa realtà misteriosa ed invisibile del Corpo mistico di  Cristo, che sempre è unito al Padre ed allo Spirito, quindi  sempre nella comunione Trinitaria, prende consistenza per  ciascun cristiano nella Comunione Eucaristica, fatta  degnamente o il meno indegnamente possibile: cioè ogni  qualvolta ci accostiamo all’Eucaristia, con l’amore e la  devozione che devono accompagnarci sempre in questa  circostanza, riceviamo il Signore nella nostra anima, il Quale  si fonde in noi e ci plasma trasformandoci in Lui e  comunicandoci a tutto il Suo Corpo Mistico, cioè unendoci in  modo a noi misterioso, cioè non comprensibile, al Paradiso, al  Purgatorio ed a tutti i cristiani che costituiscono la comunità  dei battezzati nel mondo, cioè La Chiesa terrena e militante. 

Gioacchino  Ventimiglia 

Nessun commento:

Posta un commento