Nessuna vergogna!
Chi _agisce così commette sciocchezza e tradimento, e con l'andar del tempo si rende schiavo.
È uno sciocco perché si fa prendere da una paura assolutamente ingiustificata di persone che non meritano considerazione nelle cose spirituali per il fatto di essere ignoranti o incompetenti o nemiche della Religione, e perché si pasce dell'illusione di chiudere la bocca ai criticoni mentre non fa che allargarla sempre di più. Vorrebbe piacere a Dio, ma senza dispiacere ai nemici di Lui! Perde la stima dei buoni e non acquista quella dei cattivi, anzi di questi si attira il disprezzo riservato ai vili.
È un traditore perché, mentre internamente sa di dover e poter reagire con tanti possibili mezzi in obbedienza al Signore e in armonia con la Chiesa, cede poi esternamente, e ipocritamente, non facendo l'opera religiosa che pur vorrebbe, e facendo invece l'opera contraria che non vorrebbe. Si dimostra anche sleale verso i propri compagni di Fede danneggiandoli.
È uno schiavo, perché vorrebbe fare o non fare un'azione, e intanto un altro lo costringe contro la sua volontà obbligandolo a vedere pericoli anche là dove non sono e ad agitarsi in crescente ansietà.
Ha tutta la ragione Gesù Cristo nel pronunciare la severa sentenza: "Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi" (Mc. 8,38).
Perché mai vergognarsi della propria Fede? Se la si crede falsa', non resta che rinnegarla apertamente e completamente perché il praticarla sarebbe davvero una vergogna. Ma se la si crede vera, e la Religione di Cristo è l'unica vera, non c'è alcun motivo per arrossire nel professarla, come l'eroe non arrossisce delle medaglie conseguite al valore, o il letterato della sua scienza. Giosué Borsi non esitò a sbottonarsi la giubba dinanzi agli ufficiali derisori per mostrare lo scapolare e la cordicella di san Francesco affermando: "Sono terziario francescano".
Il vergognarsi della propria Fede pare un difetto tipico dei cristiani. Non lo si riscontra infatti, o almeno non così diffusamente, tra i seguaci delle altre religioni i quali anzi - ad esempio, i musulmani - mostrano in fatto di religiosità una ostentazione certamente criticabile. , Eppure proprio i cristiani dovrebbero essere in grado per la loro formazione spirituale di capire meglio e di applicare alla loro professione di Fede ciò che Emile de Gerardin affermava in campo politico-militare: "Una bandiera che si nasconde in tasca, non è più una bandiera, ma un fazzoletto".
Sac. Pasquale Casillo
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