giovedì 6 febbraio 2020

La battaglia continua



DA CHE  PARTE SONO GLI SCISMATICI?

L’Eucarestia è il sigillo dell’unità ecclesiale. 
La celebrazione dell’Eucarestia fu affidata da Gesù Cristo solo “ai sacerdoti”. Il sacerdote, nella celebrazione eucaristica, non agisce come “presidente” dell’assemblea, ma come Ministro del Signore “in persona Christi”. Con le formule pronunciate da Gesù nel Cenacolo vengono transustanziate le specie del pane e del vino. 
L’Offertorio ha il carattere pre-consacratorio col carattere principalissimo di essere “Sacrificio” della Croce e il Sacrificio della Messa, però non sono due cose, bensì “essentialiter et numerice unum et idem”, ossia essenzialmente e numericamente uno e identico oggetto.
In ogni Messa, quindi, si moltiplica il “sacramento”.
Ogni Messa ripresenta il Verbo incarnato, sacerdote e vittima.
Questo, Lutero non lo comprese e rinnegò il carattere sacrificale della Messa; poi, con i suoi seguaci, rinnegò anche la
“Presenza reale” del Signore sotto le specie eucaristiche transustanziate e, conseguentemente, anche il carattere sacerdotale del celebrante. Così, fece sparire la voce “sacrificium”, facendo credere che si trattava solo di un “sacrificium laudis”, e così all’altare sacrificale lo si sostituì con una “tavola” per la “cena “ simbolica commemorativa.
La celebrazione, di conseguenza, non fu più rivolta al tabernacolo; cessarono le genuflessioni; il digiuno eucaristico diventò insignificante. Infranto tutto, fu lo scisma! La Santa Messa fu considerata “sacrilega”, a poco a poco si arrivò a un “Novus Ordo Missae” protestante, nel quale sparirono i tre caratteri dogmatici essenziali della Messa cattolica: il “Ministero sacerdotale”, la “Presenza Reale”, il “Sacrificio redentivo”.
Il “NOVUS ORDO MISSAE” di Paolo VI sottintese i tre caratteri essenziali della Messa cattolica, ma non manifestò più la “lex orandi”, per cui non corrispondeva più alla “lex credendi” cattolica. Un vero “trapianto cardiaco”, poiché la Messa per noi è veramente il cuore della Chiesa cattolica e vero sigillo dell’unità sacerdotale. 

Quel trapianto cardiaco, dovuto, soprattutto, dal “Novus Ordo Missae” di Paolo VI, che epurò la Messa cattolica tradizionale dai tre caratteri essenziali sopra citati, da allora la stragrande maggioranza della Cristianità cominciò a rimpicciolirsi fino a diventare il “pusillus grex” già previsto dal Fondatore della Chiesa, Gesù Cristo, pronunciando, contemporaneamente, le sue parole di conforto: «Nolite timere, pusillus grex», risucchiato, oggi, dal vortice dello scisma di Paolo VI.

Certamente l’intenzione di Paolo VI non fu una retta intenzione perché, di fatto, il suo comportamento, determinato all’azione, fu un miraggio che lo dominava e spingeva a procedere con tenacia indifferente alle distruzioni che operava, insensibile al dolore dei fedeli che si vedevano rubare il loro tesoro più sacro.

San Pio X l’aveva predetto là dove scriveva che il modernista procede la sua marcia verso la sua utopia al modo dei sonnambuli.
Purtroppo, allo scisma di Paolo VI si formò una “rivoluzione”, la più radicale. Altari, libri liturgici, paludamenti sacri, musiche, tesori d’arte e di fede inestimabili, tutto fu imbrattato e distrutto.

Persino il “Catechismo” delle verità dogmatiche e morali, immutabili, fu affogato da una ondata di catechismi modernisti, permissivi, che aprivano il “Sesamo, apriti!”, ossia un nuovo paradiso in terra!
Le stesse formule dei Sacramenti furono sostituite, e persino le pre-consacratorie e consacratorie della Messa, venne tolto l’ “hunc calicem” per far credere che il calice della Messa non era l’azione in atto di Gesù presente, ma solo il “racconto” di un fatto che ci fu. Nel frattempo, si diffuse la “creatività” del “presidente dell’assemblea”, fino a divenire del grottesco e del sacrilego. Nel contempo, si aggiunse il terremoto del Calendario cristiano, per distruggere le pie tradizioni, legate ai Santi del Calendario tradizionale. 
Poi, venne Assisi, dove la nostra “Religione Rivelata” fu equiparata a quelle degli uomini: erronee, superstiziose, guaste, sacrileghe, confermando, così, gli errori degli infedeli, mentre, invece, i Papi hanno il dovere di convertire gli infedeli e confermare i fedeli. 
Ora, il problema non è una questione di lingua, di sentimento, ma dogmatico, mentre, con quella scenata di Assisi, il dogma fu, prima agonizzante, poi fu la sua morte.
Una tragica prova avvenne con il “nuovo Codice di Diritto Canonico”, che abrogò tutte le scomuniche comminate dal precedente Codice, spalancando, così, tutte le porte e le finestre ad ogni eresia ed errori del mondo.
Eppure, tutti Vescovi e sacerdoti, prima della rivoluzione di Paolo VI, avevano sposato la Messa di sempre. 

Oggi, hanno tradito! Per questo, tutti dovrebbero essere scomunicati, perché gravemente rei di colpa davanti a Dio. Cosa dovrebbe fare, allora, il Papa in questa situazione?.. Certo, la colpa è dalla parte di coloro che hanno fatto la “rivoluzione”, ma, comunque, questo problema rimane ancora aperto per una necessaria, inequivocabile e decisiva soluzione dogmatica.

sac. dott. Luigi Villa

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