Gesù parla della Corredentrice negli scritti di Maria Valtorta
Anche Nostro Signore sa essere “Teologo con i teologi, Mistico con i mistici”… Con il Vangelo in mano, chi oserà contestare nessuna di queste parole? “La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua Volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso” (Gv.7,16-17).
Maria SS. è intimamente e indissolubilmente associata a Cristo unico Mediatore in tutta l’opera della nostra salvezza, sia nell’operarla (prima fase), sia nell’applicarla ai singoli membri dell’umanità attraverso i secoli (seconda fase). In forza della sua associazione nell’operare la Redenzione dell’umanità, Maria SS. appare come Corredentrice insieme al Redentore. In forza invece della sua associazione nell’applicare la Redenzione ai singoli individui dell’umanità, Ella appare come Mediatrice o Dispensatrice di tutte le Grazie.
La Corredenzione è una cooperazione al riscatto del genere umano dalla schiavitù del peccato e della morte, mediante il versamento di un prezzo (cioè, i meriti e le soddisfazioni del sacrificio di Gesù e di Maria). Anche Ella, come Cristo suo Figlio, è stata “chiamata da Dio ad una missione di Redentrice” (“Quaderni del ‘43”, p. 311), per cui “il suo Cuore, come quello del figlio suo Gesù, fu spezzato dal e per il genere umano” (“Quaderni del ‘43”, p. 312). “Ella è Salvatrice come Gesù” (“Poema”, vol. VI, p. 966) e in Gesù, unico Salvatore.
“Noi abbiamo avuto Gesù perché Maria, 34 anni prima della Passione di Lui, ha accettato di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo del calice che Gesù ha bevuto, fra sudori di sangue, Egli ha trovato il sapore delle labbra di sua Madre e l’amaro del pianto di Maria era fuso col fiele del suo sacrificio. E, crediamolo, farla soffrire –lei che non meritava dolore– è stata per Gesù la cosa più terribile. Ricordiamo la sua vita martirizzata di Corredentrice, senza la quale Gesù non sarebbe stato uomo tra gli uomini e nostro Redentore eterno” (“Quaderni del ‘43”, p. 313).
“Maria testimonia l’infinito amore misericordioso di Dio verso l’uomo, perché attraverso Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano” (“Quaderni del ‘43”, p. 308).
“Tutta la Grazia si è adunata in una Donna ed Ella l’ha partorito al mondo, perché fosse redento” (“Poema”, vol. III, p. 79-80).
L’associazione di Maria a Cristo Redentore le imponeva la dolorosissima rinunzia a tutti i diritti materni che Ella aveva sopra di Lui. In ogni istante della sua vita, Ella doveva ricordarsi –come di fatto si ricordò sempre– che “la vocazione ha diritto di precedenza sui diritti del sangue” (“Poema”, vol. IV, p. 777). E che ne è allora del quarto Comandamento? Esso viene appunto dopo i Comandamenti verso Dio.
E’ doveroso, “quando pensiamo a Maria, meditare questa sua agonia durata 34 anni, fin dal primo istante della sua Maternità, e culminata ai piedi della Croce. Ella l’ha sofferta per noi” (“Poema”, vol. IX, p. 16). “Del resto tutte le madri rimangono unite ai figli per sempre” (“Poema”, vol. IV, p. 765). “Col suo sacrificio ha dato inizio alla Redenzione” (“Quaderni del ‘43”, p. 307). “Lei ha rinunziato al Figlio suo, sin dal momento che l’ha avuto. A Dio lo ha dato. A noi lo ha dato” (“Poema”, vol. I, p. 192).
Pablo Martín Sanguiao
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