sabato 22 febbraio 2020

PERCHÉ DIO HA DETTO “BASTA!” ALL’UMANITÀ DI OGGI



RIVELAZIONI DI DIO SUL DILUVIO “UNIVERSALE” 

(GFD/3/134) 1. I potenti popoli stranieri però, costituiti dai figli  generati dagli uomini scesi dall’altura con le belle donne della  pianura, tennero consiglio nelle loro dodici nuove città, i nomi delle  quali erano questi: Lim, Kira, Sab, Marat, Sincur, Pur, Nias, Firab,  Pejel, Kasul, Munin e Tiral, ed in una assemblea generale tenutasi a  Lim si discusse in questo modo: 

2. «Fratelli, che si deve fare con la città di Hanoch, questa antica  ingannatrice del genere umano? Perché tutti i vantaggi migliori della  vita noi dobbiamo acquistarceli da essa a carissimo prezzo? Perché  gli hanochiti sono i padroni, mentre noi siamo meno dei loro infimi  servitori?! Eppure noi siamo figli dall’altura, quantunque qua e là ci siano figli generati dalle donne della pianura! 

3. Fratelli, noi siamo dei giganti; i nostri muscoli hanno una tale  forza che possiamo combattere con i leoni, le tigri, gli orsi e le iene,  mente gli hanochiti possono combattere al massimo con le mosche!  

4. Che succederebbe se noi ci riunissimo a migliaia e ci mettessimo in marcia contro Hanoch, e ci impadronissimo della città e di  tutte le sue incalcolabili ricchezze? 

5. Questo è certamente vero: questa città è circondata da una  muraglia estremamente solida e con centosettanta porte a triplice  chiusura, e sopra ciascuna porta c’è un gigante di ferro il cui aspetto  è bensì terribile, ma infine si tratta di una cosa morta, prodotta dalle  mani dell’uomo, e che da sé non può difendersi nemmeno da una  mosca! 

6. Sarebbe dunque tempo che noi ci unissimo e che andassimo contro Hanoch!». 
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Dopo questa decisione, ebbe inizio una guerra che si protrasse per  molti anni e che terminò con la costituzione di un nuovo governo  aristocratico asiatico, con la fondazione di feudi e principati.   Vediamo la descrizione tratta dal testo originale. 


(GFD/3/137) (Continua il Signore:) 1. «L’aristocrazia andava  così formandosi sempre più. I signori di Hanoch diventavano  sempre più potenti e il loro regno si estendeva sempre più.  
Essi istituirono nuove colonie(7), edificarono dappertutto nuove  città e, ad eccezione del regno dei figli di Sihin, tutta l’Asia venne  ben presto popolata. 

2. Soltanto le alte regioni della montagna furono risparmiate dagli  hanochiti; queste furono occupate dagli horadaliti, il popolo  guerriero dei tempi di Lamec della pianura che noi già conosciamo, i  quali presero possesso dei migliori pascoli delle montagne. 

3. I signori di Hanoch fondarono con ciò feudi e principati a 
centinaia.

4. Dove essi facevano costruire una nuova città al centro di una  nuova colonia, la essi la concedevano subito in feudo ad un principe  nominato da loro. Costui doveva versare annualmente un modesto  tributo ad Hanoch, ma per il resto egli era padrone assoluto del suo  paese e del suo popolo. 

5. Un simile principe era per il popolo, nella maggior parte dei  casi, il tutto nel tutto. Egli era reggente e arbitrario legislatore nel  suo paese; egli era l’unico commerciante all’ingrosso nella sua  città ed era l’unico produttore “in omnibus” (in tutte le cose) per il  suo popolo, in modo che questo fosse obbligato a comperare tutto  da lui. 

6. Inoltre egli era contemporaneamente – senza il Mio Volere –  anche il sacerdote del popolo che gli era sottomesso; la sua dottrina  però faceva ben di rado cenno a Me, bensì non faceva che mettere in  rilievo la sua dignità, e diceva che sacrificando a lui si sacrificava  anche a Dio del Quale egli era il sostituto sulla Terra, e che dipendeva soltanto da lui se a qualcuno sarebbe stata o no concessa  da Dio la vita eterna dell’anima dopo la morte del corpo. 

7. Quando col tempo il popolo aumentò di numero ed il paese si  estese, vennero bensì ordinati dei sottosacerdoti, ma a questi non era  lecito predicare a nome proprio, bensì a nome del principe, perché in  questo caso anche la minima parola arbitraria era reputata cosa  condannabile da parte dello stesso principe, e il trasgressore doveva sottoporsi non di rado ad opere di penitenza crudeli e ridicole per  liberarsi da un simile peccato mortale davanti al principe. 

8. Queste opere di penitenza consistevano nel catturare serpenti,  nell’uccidere un determinato numero di tigri, leoni, orsi, iene e simili  altre specie; era però concesso al penitente di farsi accompagnare da  dei compagni di penitenza che si fossero volontariamente prestati ad assisterlo.

9. Le piccole opere di penitenza, invece, consistevano in offerte; nel  caso di mancanza di mezzi, però, le offerte diventavano bastonate. 

10. Le donne avevano il più delle volte leggi molto più liberali e,  nei casi di trasgressioni da parte loro, la penitenza consisteva in  vergate sul nudo sedere. 

11. Tuttavia, per quanto concerne la pena di morte, Hanoch si era  riservata l’esclusivo diritto di applicarla, e questa consisteva  nell’appendere il condannato per i piedi con una catena e fra due  pilastri alti dieci klafter (19 m), e poi veniva fatto dondolare di qua e  di là per una giornata intera, naturalmente con il corpo e il capo a  penzoloni.

12. Se qualcuno, alla fine della giornata, avesse conservato in sé  ancora qualche traccia di vita, allora non veniva più fatto dondolare  oltre, ma veniva di nuovo reso libero. Se egli rinveniva, poteva  andarsene per i fatti suoi; se invece moriva nel corso della notte,  allora veniva seppellito la mattina seguente. Ma se moriva durante la  giornata su quella enorme altalena, allora il suo cadavere veniva gettato in pasto agli animali feroci che già allora venivano tenuti  custoditi in apposite gabbie. La morte avvenuta sull’altalena  costituiva una prova che il condannato aveva certamente meritato la  morte. 

13. Coloro dunque che fossero stati trovati degni di morte, dovevano venire sempre mandati dai principi dei feudi ad Hanoch.  

14. Non passarono però molti anni che ad Hanoch dovettero venire  erette quasi un centinaio di simili altalene, e non c’era un giorno in  cui rimanessero inattive. 

15. Questo governo aristocratico durò in questo modo per un  centinaio di anni e terminò con la morte del re della città di  Hanoch, Uraniele, che aveva raggiunto circa l’età di trecento anni  e che alla fine dovette morire nella massima miseria, ma tuttavia  nella condizione della riacquistata Grazia di Dio che egli aveva  interamente e assolutamente perso. 

Jakob Lorber – Giuseppe Vesco

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