Predice la distruzione del suo monastero
In seguito ai consigli del Padre Benedetto, era venuto alla vita monastica un nobile di nome Teoprobo, e il santo aveva con lui una confidente familiarità, perché era uomo di integerrimi costumi. Entrò un giorno nella stanzetta del Maestro e lo trovò che spargeva amarissime lacrime. Attese a lungo in silenzio, ma le lacrime non accennavano a finire. Appena però si accorse che l'uomo di Dio non piangeva per fervore di orazione, come spesso gli succedeva, ma per un grave dolore, si avvicinò e gli chiese il motivo di tanto cordoglio.
Rispose subito l'uomo di Dio: "Tutto questo monastero che io ho costruito e tutte le cose che ho preparato per i fratelli, per disposizione di Dio Onnipotente, sono destinate in preda ai barbari. A gran fatica sono riuscito ad ottenere che, di quanto è in questo luogo, mi siano risparmiate le vite".
Le parole che allora Teoprobo ascoltò, noi le vediamo oggi avverate: ci è giunta difatti la notizia che proprio di recente il monastero è stato distrutto dai Longobardi. Sono entrati difatti in monastero di notte, . durante il riposo dei fratelli, hanno rapinato ogni cosa, ma non sono riusciti a impadronirsi di una sola persona. Dio onnipotente ha così mantenuto quel che aveva promesso al fedele servo Benedetto, che cioè dando il monastero in balìa dei barbari, avrebbe però custodito le vite. Mi sembra che in questa circostanza Benedetto possa paragonarsi all'apostolo Paolo: allorché tutte le cose della sua nave andarono in fondo al mare, egli ottenne la consolazione di veder salva la vita di tutti quelli che lo accompagnavano.
tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno
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