martedì 8 dicembre 2020

« Dille che la sua diffidenza ferisce il Mio Cuore più dei peccati che ha commesso ».

 


LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA 

La sera dell'ultimo giorno, in cui dovevo partire da Wilno, una suora già  avanti negli anni, mi svelò lo stato della sua anima. Mi disse che soffriva  interiormente già da un paio d'anni, che le sembrava che tutte le sue  confessioni fossero state fatte male e che non era sicura che Gesù le aveva  perdonato. Le chiesi se ne ave se parlato qualche volta al confessore. Mi  rispose che g à parecchie volte ne aveva parlato al confessore. « E i  confessori mi dicono sempre di state tranquilla, io però soffro molto e  nulla mi dà sollievo e mi sembra sempre che Dio non mi abbia perdonato  ». Le risposi: « Lei, sorella, obbedisca al confessore e stia pienamente  tranquilla, poiché si tratta certamente di una tentazione ». Ma essa con le  lacrime agli occhi supplicò che chiedessi a Gesù se le aveva perdonato e  se le sue confessioni erano state buone. Le risposi energicamente: « Lo  chieda lei stessa, sorella, se non crede ai confessori ». E sa però mi prese  per una mano e non voleva lasciarmi se prima non le avessi detto che  avrei pregato per lei e le avessi riferito ciò che m'avrebbe detto di lei  Gesù. E continuava a piangere amaramente e non intendeva lasciare la  presa e m disse: « Sorella, io so che Gesù le parla ». E non potendo  liberarmi da lei, poiché m'aveva afferrato per le mani, le promisi che  avrei pregato per lei. Verso sera, durante la benedizione, udii nell'anima  queste parole: « Dille che la sua diffidenza ferisce il Mio Cuore  più dei peccati che ha commesso ». Quando lo riferii a lei, si mise a  pianger come una bambina ed una grande gioia entrò nella sua anima.  Compresi che Dio desiderava consolare quell'anima per mio mezzo e  perciò, benché la cosa mi costasse molto, appagai il desiderio di Dio.  Quando entrai un momento in cappella quella stessa sera, per ringraziare  Idio per tute le grazie che mi aveva concesso in quella casa,  all'improvviso la presenza d Dio s'impadronì di me. Mi sentii come una  bambina nelle mani del migliore dei padri ed udii queste parole: « Non  aver paura di nulla; Io sono sempre con te ». il suo amore mi penetrò da parte a parte e sentii che entravo con Lui i una familiarità  così intima, che non ho parole per esprimerla. Improvvisamente vidi  accanto a me uno dei sette spiriti in aspetto luminoso, raggiante come  l'avevo visto in precedenza continuamente vicino a me quando a davo in  treno. Vidi che su ogn chiesa, che si scorgeva passando, c'era un Angelo  ma in uno splendore più tenue di quello dello spirito che mi  accompagnava nel viaggio. Ed ognuno degli spiriti che custodivano i sacri  edifici s'inchinava allo spirito che era accanto a me. A Varsavia, appena  entrai nella portineria del convento, lo spirito spari. Ringraziai Dio per la  Sua bontà, dato che ci dà degli angeli per compagni. Oh, quanto poco la  gente pensa a questo, che ha sempre presso di sé un tale ospite e nello  stesso tempo un testimone di tutto! Peccatori, ricordati che avete un  testimonio delle vostre azioni! O mio Gesù, la Tua bontà supera ogni  intelligenza e nessuno esaurirà mai la Tua Misericordia. Perdizione per  l'anima che vuole perdersi, poiché per chi desidera salvarsi, per lui c'è il  mare inesauribile della Misericordia del Signore. Come può un piccolo  recipiente contenere in sé un mare insondabile? Quando mi accomiatai  dalle suore e stavo già per partire, una delle suore si scusò molto con me,  per avermi aiutato così poco nell'impegno che avevo, e non solo per non  ermi aiutato, ma perché aveva sempre cercato di rendermelo  difficoltoso. Io però dentro di me l'avevo considerata una grande  benefattrice, perché mi esercitava nella pazienza. Mi esercitava a tal  punto che una delle suore anziane si era espressa così: « Suor Faustina, o  è stupida, o è santa, poiché, a dir la verità, una persona normale non  sopporterebbe che qualcuno le faccia dispetti in continuazione ». Io  d'altronde mi ero sempre avvicinata a lei con cortesia. Quella suora si era  talmente ostinata a mettermi i bastoni fra le ruote nel mio lavoro che,  non stante il mio impegno, era riuscita talvolta a guastare qualcosa di ciò  che era stato fatto bene, come mi confessò e sa stessa accomiatandosi e  chiedendomi molte scuse. Non volli entrare nel merito delle sue  intenzioni, ma presi la c sa come una prova di Dio... Rimango  enormemente stupita, per il fatto che si possa avere u 'invidia tanto  grande. Io vedendo il bene di qualcuno, me ne rallegro come se lo  possedessi io stessa; la gioia degli altri è la mia gioia, e la sofferenza degli  altri è la mia sofferenza, poiché se fosse diversamente non oserei aver  rapporti con Gesù. Lo spirito di Gesù è sempre semplice, mite, sincero;  ogni malignità, invidia, ogni mancanza di benevolenza occultata sotto un  sorriso di compiacenza, è un diavoletto malizioso. Una parola dura, ma  che provenga da un amore sincero, non ferisce il cuore. 

Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska


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