COLUI CHE PARLA DAL FUOCO
N. Signore a Josefa Menéndez
«Tuttavia scrive il venerdì 19 novembre in mezzo a tante lotte mi sembra di non averlo mai offeso!».
Però tale dubbio risorge nella delicata coscienza quando la sera stessa di quel giorno, stando in adorazione davanti al tabernacolo, Gesù le appare col Cuore ferito e lacerato dalle piaghe.
«Gesù mio, sono forse io che ho ferito il tuo Cuore?... non mi lasciò finire:
«No, Josefa, non sei tu! E la freddezza delle anime che non corrispondono al mio Amore. Se tu sapessi il mio dolore di amare e di non essere amato!».
«Allora il suo Cuore divenne ad un tratto come un incendio».
«- Ecco ciò che il tuo amore fa del mio Cuore, poiché sebbene ti senti fredda e credi di non amarmi, trattieni la mia Giustizia sul punto di punire le anime. Un atto solo di amore compiuto nella solitudine in cui ti lascio ripara le ingratitudini che si commettono contro di Me. Il mio Cuore conta questi tuoi atti di amore e li raccoglie come un balsamo prezioso».
Ogni angoscia di Josefa disparve nella fiamma che divampava dalla ferita divina.
«L'ho pregato per tutte le anime, supplicandolo che molte Lo amino e conoscano la bontà del suo Cuore».
«Mi compiaccio che tu sia così affamata del mio Amore e consumata dal desiderio di vedermi amato: soltanto questo consola il mio Cuore. Sì, prega per le anime che ti ho affidato: ancora qualche sacrificio e poi verranno».
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