domenica 8 ottobre 2023

I FIORETTI DI SAN GASPARE

 


La profezia

Il Signore, quando sceglie i suoi apostoli, prima di lanciarli nell' azione, li fa passare attraverso il crogiolo del dolore. La prova, per Gaspare, comincia a Piacenza... per non finire mai più, fino all' ultimo anelito.

Dopo pochi giorni dall'arrivo, Gaspare è preso da una debolezza sempre più grave, accompagnata da inappetenza, da vomiti e da continue emicranie. Nessuna cura gli giova, i nervi s'irrigidiscono e scattano all'urto più lieve, infine la febbre lo assale e lo prostra, complicando paurosamente la nevrastenia già in corso. Apprende che la madre, nello stesso tempo, come lui, sta declinando nella salute. Il dolore 10 deprime ancora di più, lo soffoca! I medici ammettono che la loro prestazione si è esaurita.

Gli vengono amministrati i Sacramenti; è dunque la fine! Marchetti e Gambini sono accanto al giaciglio impietriti dal dolore: Gaspare è tanto giovane! Stranamente 1' Albertini ha il viso sereno; proprio lui che lo predilige! Anzi sembra che il suo sguardo sia luminoso, ridente.

Marchetti e Gambini, per lasciar soli il Padre Spirituale e il suo pupillo in quegli ultimi istanti, escono. Non è bene disturbare l'ultimo colloquio tra di loro sulla terra.

Ecco l'Albertini che si siede con calma al capezzale dell'infermo e racconta:

«Ascoltami, figliolo. Nel Monastero delle Paolotte, in Roma, conobbi Sr. Maria Agnese del Verbo Incarnato, al secolo Barbara Schiavi, e ne divenni confessore». A quel nome Gaspare trasalisce. Di quella Suora, tenuta in venerazione dal Vescovo Vincenzo Strambi, dal Pignatelli e da Clotilde di Savoia, aveva sentito tanto parlare. «Era in fama di grande santità - continua l'Albertini - favorita da Dio del dono dei miracoli, di profezia, del consiglio. Ora ella così mi disse:

- Conoscerete nelle angustie della Chiesa un giovane sacerdote, zelante della gloria di Dio e, con lui, nell' oppressione dei nemici e nelle pene stringerete amicizia e ne sarete il Direttore. Il distintivo carattere del medesimo sarà la devozione a S. Francesco Saverio. Egli verrà destinato Missionario apostolico ed una nuova Congregazione di sacerdoti missionari, sotto l'invocazione del Divin Sangue, sarà da esso fondata per la riforma dei costumi e per la salvezza delle anime, per promuovere il decoro del Clero secolare, per destare i popoli dall'indifferentismo e dall' incredulità, richiamando tutti all' amore del Crocifisso. Fonderà un Istituto di Suore, che egli però non dirigerà. Egli finalmente sarà la tromba del Divin Sangue, onde scuotere i peccatori ed i settari nei difficili tempi della cristianità».

L'Albertini conclude: «Figliolo, il designato di Sr. Maria Agnese sei certamente tu, non posso ingannarmi. Tu hai accettato nel tuo cuore il sacrificio supremo, la morte, rassegnato alla Volontà di Dio. Ma i disegni della Provvidenza sono diversi, non puoi morire».

Gaspare obbedisce con docilità e, contro tutte le previsioni, la febbre scende, lo stomaco comincia a tenere il cibo, gradatamente tornano le forze e il volto riprende 1' abituale colorito.

Gaspare sente nel cuore, come un sussurro, la voce di Gesù: «Questa infermità non è per la morte, ma perché in te si manifesti la Gloria di Dio. Alzati e cammina!».

Gaspare si alzò e si pose in cammino.


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