mercoledì 1 ottobre 2025

La Grazia della vita terrena come uomo

 


Le Beatitudini


Ogni anima d’uomo è uno spirito ur caduto, che si trova poco prima della sua perfezione, cioè la sua via è solo ancora breve fino all’unificazione con Me, premesso che nell’ultimo stadio, come uomo, rivolga a Me la sua libera volontà, che quindi si riconosce di nuovo per Me, il Quale una volta non ha voluto riconoscere. Ed ogni anima d’uomo ha dietro di sé una via di sviluppo infinitamente lunga, perché questo era necessario, per uscire dall’abisso senza fondo, per salire in Alto, dove soggiornava nel principio ur. In questo stadio come uomo, l’anima è anche di nuovo ricettiva per una Luce, cioè può di nuovo conquistare un grado di conoscenza che aveva perduta nella caduta da Me. Perché l’anima è consapevole dell’io, può di nuovo pensare e volere come in principio, soltanto in un debole grado, che lei stessa però può aumentare durante la vita terrena.

Il grado di conoscenza è anche determinante per l’anima, quando ha percorsa l’esistenza come uomo ed ora entra nel Regno spirituale, perché questo grado di conoscenza significa Luce, senza la quale l’anima non può mai diventare beata. L’uomo stesso durante l’esistenza terrena può conquistarsi un alto grado di Luce, può stare molto nella conoscenza, quando sfrutta l’esistenza terrena per formare il suo essere nell’amore, che era il suo stato primordiale, che deve di nuovo essere assolutamente raggiunto, per poter poi rimanere con Me nella beata unione nel Regno spirituale. La trasformazione nell’amore è l’opera che l’uomo stesso deve compiere, ma la può anche fare, perché per questo gli viene concesso l’aiuto in ogni modo. Ma l’essere dell’uomo all’inizio della sua incorporazione è ancora nell’amore invertito come conseguenza della sua caduta nel peccato nel Regno spirituale ed anche per via della rinnovata caduta nel peccato dei primi uomini. Lui è dominato dall’amor proprio e questo deve essere trasformato nell’amore disinteressato per il prossimo. Per questo l’uomo è sulla Terra, oppure anche: lo spirito primordiale stesso deve svolgere questa trasformazione nell’amore nella libera volontà, affinché raggiunga la sua divinizzazione ed ora può creare ed agire nella Libertà, Luce e Forza in comunione con Me. E questa trasformazione nell’amore è lo scopo della vita terrena e non rimane risparmiata a nessun essere, perché è contemporaneamente la prova di volontà superata dell’essere. E’ la dimostrazione della divinità dell’essere, che è proceduto da Me ed era stato creato perfetto, ma ora deve aspirare nella libera volontà a questa perfezione, per poter sussistere accanto a Me come essere divino, per poter soggiornare presso di Me come “Mio figlio”, dal Quale è proceduto una volta come “creatura”.

 La Mia meta è la divinizzazione degli esseri da Me creati, che Io raggiungerò anche certamente, ma la cui durata di tempo la decide l’essere stesso. E se ora ha raggiunto lo stadio come uomo, allora si trova poco dinnanzi alla sua meta, ed ora l’uomo deve fare di tutto, per usare bene l’ultima breve spanna di tempo per la sua ultima perfezione. Dovrebbe procurarsi da sé il sapere sullo scopo della sua vita terrena, su tutti i collegamenti e la Mia Volontà, perché l’adempimento della Mia Volontà è l’agire nell’amore, e l’agire nell’amore gli porta anche la Luce, un sapere che corrisponde alla Verità; un sapere che gli dona piena conoscenza e che lo spinge a perseguire soltanto la meta, di perfezionarsi sulla Terra, a formare il suo essere nell’amore e con ciò stabilire sempre il contatto con Me, che poi è indissolubile ed è anche assicurato il raggiungimento della meta. L’uomo dovrebbe anche valutare la sua auto consapevolezza, cioè riflettere su di sé, ed allora gli starò anche sempre a fianco, guiderò nel modo giusto i suoi pensieri ed Io Stesso l’assisterò in ogni modo, affinché raggiunga la sua meta. Ma se ha lasciato trascorrere inutilmente il tempo terreno e saprà del percorso di sviluppo infinito in precedenza, il suo pentimento sarà una volta amaro. Ma come uomo non gli deve essere data la reminiscenza, perché allora un cammino di vita nella libera volontà sarebbe escluso, perché allora vivrebbe nella paura ed in una certa costrizione ed il suo volere ed agire non potrebbe essere valutato come decisione della libera volontà. Non dovete mai dimenticare, che la vita terrena come uomo è una Grazia, che dovete soltanto usare bene, per diventare beati. 

Amen

5. agosto 1961

La festa della figlia di Iefte - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE

(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)


La festa della figlia di Iefte


Gesù si trovava a una grande festa che si teneva in commemorazione del sacrificio della figlia di Iefte. Camminò con i suoi discepoli e i leviti a est della città, su un luogo erboso all'aperto dove era stato preparato tutto. Era riunito il popolo di Ramoth-Galaad in numerosi cerchi. Si vedeva la collinetta con l'altare dove era stata sacrificata la figlia di Iefte e di fronte a esso un semicerchio di sedili sull'erba per le giovani e posti per i leviti e i giudici della città. Si avviò una processione ordinata verso le periferie della città nel luogo indicato. Le fanciulle di Ramoth e quelle di altre città circostanti indossavano abiti di lutto, e una fanciulla vestita di bianco e con velo faceva la figlia di Iefte. Un altro gruppo di fanciulle era vestito di scuro con il mento coperto; da un braccio portavano pendenti e delle cinghie con strisce nere. Erano le compagne piangenti della figlia di Iefte. 

Davanti al corteo c'erano bambine che spargevano fiori e altre suonavano flauti con melodie tristi. Portavano anche tre agnelli. Era una festa e una commemorazione con tutta una serie di usanze antiche, insegnamenti e canti; in parte ricordavano il triste fatto e in parte erano canti di salmi e di altri ricordi dell'accaduto. La fanciulla che faceva la figlia di Iefte veniva cantata e consolata in coro dalle compagne, e lei stessa chiedeva di essere sacrificata. I leviti e gli anziani celebrarono un consiglio sul caso con canti appropriati e lei stessa si fece avanti recitando alcune parole, dove chiedeva che si adempisse il voto di suo padre. Portavano rotoli dai quali leggevano brani e altre parti recitavano a memoria.

Gesù stesso partecipò a questa festa. Funzionava da sommo sacerdote o giudice nel caso; disse alcune delle formule abituali e altri insegnamenti. Furono sacrificati tre agnelli, spruzzando il sangue attorno all'altare, e la carne arrostita fu distribuita tra i poveri del luogo. Gesù parlò alle fanciulle sul tema della vanità, e dalle sue parole si capì che la figlia di Iefte avrebbe potuto essere dichiarata libera dalla morte se non fosse stata così vanitosa. 

Questa commemorazione durò fino al pomeriggio e diverse giovani si alternavano nel ruolo di figlia di Iefte, o Iefte, perché si vedeva che già una si sedeva, poi un'altra sul banco di pietra, in mezzo al cerchio, e cambiava in una tenda i vestiti con la fanciulla precedente. Era vestita come la giovane Iefte nel suo sacrificio. Il mausoleo di Iefte era ancora su una collinetta e il sacrificio degli agnelli accanto. Questo mausoleo era un sarcofago quadrato, che si scopriva dall'alto. Quando il grasso e le parti del sacrificio furono bruciati, il resto con le ceneri e i rifiuti fu portato al mausoleo vicino e vi fu coperto l'apertura in modo che la cenere e i resti rimanessero nel mausoleo. Quando furono sacrificati i tre agnelli, si vide che si spruzzava il sangue attorno all'altare mentre le fanciulle ricevevano con un bastoncino un po' di sangue sul bordo finale dei lunghi veli che portavano sulle spalle. Gesù spiegò: "Iefte, tu avresti dovuto restare a casa per ringraziare Dio per la vittoria che il Signore aveva concesso al popolo; ma tu sei uscita vanitosa cercando di essere salutata come figlia dell'eroe e della Fama mondana, e sei uscita con ornamenti vani e con grande strepito cercando celebrità e vantandoti davanti alle altre figlie del popolo".

Quando terminarono queste feste, tutti si recarono in un luogo di svago vicino dove sotto pergolati e archi d'ombra era stato preparato un banchetto. Gesù intervenne anche in questa parte della festa e si sedette a un tavolo dove venivano serviti i poveri del luogo e lì raccontò alcune parabole. Le fanciulle corsero anche in questo luogo, ma erano separate dagli uomini da divisioni. Seduti non si vedevano i tavoli di esse, ma in piedi si vedevano, perché le divisioni erano di bassa altezza. Dopo il banchetto, Gesù andò con i suoi discepoli, i leviti e molti altri di nuovo in città. Li aspettava molti malati, ai quali guarì, tra cui lunatici e melanconici. Poi insegnò nella sinagoga su Giacobbe e Giuseppe e la vendita di questo agli egiziani, e aggiunse: "Un giorno anche un altro sarà venduto da uno dei suoi fratelli; anche questo accoglierà poi i suoi fratelli pentiti e li consolerà nel tempo della carestia con il pane della vita eterna". Poi, nella stessa sera, alcuni pagani chiesero ai discepoli umilmente se anche loro potessero avere una parte nel grande Profeta, e i discepoli lo riferirono al Signore, il quale promise di andare domani nella loro città.

Jefte era figlio di una donna pagana, cacciato da Ramoth dai figli legittimi di suo padre e visse nella vicina regione di Tob in compagnia di soldati e gente di malaffare. (Ramoth è anche chiamata Maspha). Jefte aveva dalla sua defunta moglie pagana una figlia unica, di bell'aspetto, prudente, ma molto vanitosa. Jefte era un uomo deciso, forte e di grande coraggio, desideroso di trionfi e manteneva invariabile la sua parola data. Anche se era ebreo di nascita, era in realtà un guerriero pagano. In questo caso era uno strumento nelle mani di Dio. Pieno di ansia di gloria, desideroso di tornare e diventare capo del suo popolo, dal quale era stato cacciato, fece il voto solenne di sacrificare a Dio la prima persona che gli fosse uscita incontro a casa. Poiché non amava molto gli altri membri della sua casa, non pensò che potesse uscire a incontrarlo proprio sua figlia. Questo voto non piacque al Signore; ma si compì e il suo adempimento doveva servire da punizione per lui e per sua figlia, per porre fine alla sua discendenza in Israele. Questa figlia si sarebbe probabilmente corrotta con la vanità della vittoria e con l'esaltazione di suo padre; invece, fece due mesi di penitenza e morì per Dio, e questa perdita portò il padre sulla retta via e al suo miglioramento. Ho visto che la figlia uscì incontro a suo padre a più di un'ora di cammino dalla città con grande accompagnamento di fanciulle, con canti, suonatori di flauti e tamburi. Fu la prima persona che vide mentre si dirigeva verso la città. Quando seppe della sua sventura, chiese due mesi per passare in solitudine con le sue compagne, per piangere la sua morte come vergine, poiché suo padre non avrebbe avuto discendenza in Israele e anche per prepararsi con la penitenza alla morte. Uscì con varie fanciulle attraverso la valle di Ramoth e si recò sulla montagna, e visse lì due mesi in tende da campeggio in preghiera e penitenza. Le fanciulle di Ramoth si alternavano per farle compagnia. Lì pianse la sua vanità e il suo desiderio di essere lodata. Si tenne realmente un consiglio su di lei, se potesse essere liberata dalla morte; ma non era possibile perché era stata dedicata da suo padre con sacro giuramento, e era un voto che nessuno poteva sciogliere. Ho visto che lei stessa chiedeva che il giuramento fosse adempiuto, parlando con grande prudenza ed emozione. La sua morte fu accompagnata da grande tristezza e le sue compagne cantavano canti melanconici intorno a lei. Lei era seduta nello stesso luogo dove si trovavano le fanciulle alla festa. Qui si tenne nuovamente un consiglio su se potesse essere riscattata; ma lei si fece avanti e chiese di essere sacrificata e morire, come in effetti avvenne. Indossava vesti bianche ed era avvolta dalla vita ai piedi; dalla testa al petto era coperta solo da un velo trasparente bianco, che lasciava intravedere il suo volto, la sua schiena e il suo collo. Lei stessa si avvicinò all'altare. Suo padre non poté salutarla e abbandonò il luogo del sacrificio. Prese una bevanda rossa in una coppa, credo, per rimanere come anestetizzata. Uno dei guerrieri di Jefte doveva darle il colpo mortale. Le bendò gli occhi, per significare che non era un assassino, poiché non vedeva la persona che stava per uccidere. Lei fu inclinata sul suo braccio sinistro e lui pose un coltello sulla sua gola e con esso le tagliò il collo. Quando lei bevve la bevanda rossa, rimase come svenuta, e allora il guerriero la trattenne. Due delle sue compagne, vestite di bianco, presero in una coppa il suo sangue e spruzzarono con esso l'altare. Dopo fu avvolta dalle sue compagne e stesa sull'altare, la cui superficie era un braciere. Si accese il fuoco sotto e quando tutto non era più che una massa nera carbonizzata, alcuni uomini presero il cadavere con il braciere, lo deposero sul bordo del mausoleo e lo lasciarono scivolare dentro tenendo il braciere inclinato; poi chiusero il mausoleo. Questo mausoleo era ancora in piedi ai tempi di Gesù Cristo. Le compagne di Jefte e molti dei presenti avevano tinto i loro veli con il suo sangue e alcuni si portavano via le ceneri. Prima di essere avvolta nel suo abito da sacrificio era stata lavata e adornata in una tenda dalle sue compagne. Era un cammino di circa due ore, nella montagna a nord di Ramoth, dove Jefte andò incontro a suo padre con le sue compagne. Cavalcavano su piccoli asini, adornati con fasce e campanelli che suonavano mentre camminavano. Una cavalcava davanti a Jefte e due al suo fianco; poi seguivano le altre con canti e strepiti. Cantavano il cantico di Mosè in occasione della perdita degli egiziani. Quando Jefte vide sua figlia stracciò le sue vesti e rimase estremamente sconsolato. Jefte, invece, non si mostrò così sconsolata; rimase in silenzio quando udì il suo destino. Quando uscì per il deserto con le sue compagne, che avevano portato cibo per il digiuno, suo padre parlò per l'ultima volta con lei: era questo l'inizio del sacrificio. Le pose le mani sulla testa, come si faceva con le cose che dovevano essere sacrificate e disse queste sole parole: "Ve, tu non avrai alcun uomo". E lei rispose: "Sì, io non avrò alcun uomo". E non parlarono più. Dopo la morte dedicò a lei e alla vittoria un bellissimo ricordo a Ramoth, con un piccolo tempietto sopra e ordinò una festa di commemorazione ogni anno nello stesso giorno, per mantenere viva la memoria del suo triste giuramento come avviso a tutti i temerari. (Giudici, 39-40).  

La madre di Iefte era stata una pagana diventata giudea e la moglie di Iefte era figlia di una pagana e di un uomo giudeo nato fuori dal matrimonio. Sua figlia non era presente quando fu cacciato dalla sua patria e visse nel paese di Tob, perché era rimasta tutto il tempo a Ramoth con sua madre, che nel frattempo era morta. Iefte non era ancora stato nella sua città natale da quando era stato chiamato dai suoi concittadini; nel campo di Mizpa aveva organizzato il piano, radunato gente e non era andato a casa né a vedere sua figlia. Quando fece il giuramento non pensò a sua figlia, ma ai parenti che lo avevano cacciato di casa: e per questo Dio lo punì.


A VOI FIGLI MIEI TENDO LA MANO: PRENDETEVELA E NON LASCIATEVI ANDARE!

 


(Messaggio ricevuto da MYRIAM e MARIE: 30 settembre 2025)


IO SONO il vostro Padre del CIELO: DIO Onnipotente che vi ama.

IO SONO!

Non scoraggiatevi, miei piccoli figli, non scoraggiatevi e continuate sempre ad avere fiducia in ME: «DIO Onnipotente».

Vi tendo la mano, figli miei: prendetela e non lasciatela andare.

Con ME, miei amati: «NON AVETE NULLA DA TEMERE», poiché IO SONO L'AMORE che vi ama!

IO SONO la vostra forza, IO SONO l'Onnipotente...

AMEN, AMEN, AMEN,

Vi do, miei amati: la mia Santissima Benedizione insieme a quella della Beata VERGINE MARIA che È tutta Pura e Santa «La DIVINA IMMACOLATA CONCEZIONE» e San GIUSEPPE, suo castissimo sposo:

NEL NOME DEL PADRE!

NEL NOME DEL FIGLIO,

NEL NOME DELLO SPIRITO SANTO,

AMEN, AMEN, AMEN,

Rimanete sempre fedeli al vostro DIO D'AMORE attraverso la preghiera...

Vi do la Mia Pace, figli Miei, vi do la MIA PACE e datela a coloro che vi circondano “accettandovi gli uni gli altri”!

Amen,

IO SONO DIO: L'ETERNO, IO SONO!

AMEN

(Alla fine delle nostre preghiere, abbiamo cantato)

Popolo che cammina

Salve Regina

UN MAESTRO DI SPIRITUALITÀ

 


Francesco di Sales  

UN MAESTRO DI SPIRITUALITÀ


Piccola vita di un grande santo


FRANCESCO NASCE nel castello di Sales, a Torens, ducato dell'alta Savoia, il 21 agosto 1567, primogenito di Francesco e Francesca di Boisy. Il padre ha 44 anni, la madre 15. Avrà dodici tra fratelli e sorelle, cinque dei quali moriranno poco dopo la nascita. 

Il periodo dei suoi studi è molto lungo e si svolge in tre fasi. La prima, nei collegi di La Roche e di Annecy, dove già gli nasce la vocazione al sacerdozio. Poi, a Parigi, nel collegio dei gesuiti. Infine, quattro anni a Padova, per laurearsi “dottore in diritto civile e canonico”, nel 1591. Nel frattempo studia anche teologia. 

Si rivela, in tutte le fasi, molto dotato. Intelligenza brillante, carattere tenace, sereno e affabile, di un fascino incontestabile, e soprattutto divorato dall'amore di Dio.

Sacerdote: pastore e missionario. Rifiuta il fidanzamento e la carica di senatore che gli viene offerta. Così si disintegrano i sogni di grandezza umana accarezzati da suo padre. Nominato decano del capitolo della cattedrale di Annecy, riceve gli ordini sacri e diventa sacerdote il 18 dicembre 1593. Trascorre i primi anni del suo sacerdozio impegnato in una straordinaria battaglia missionaria nel Chablais calvinista: la predicazione coraggiosa, il metodo del dialogo paziente e la preghiera saranno determinanti per il ritorno di Thonon e del Chablais alla fede cattolica.

Il suo vescovo lo invia a Roma per trattare affari della diocesi. Il 24 marzo 1602, viene nominato vescovo coadiutore. Nello stesso anno va a Parigi per dirigere il ripristino del culto cattolico nella regione di Gex, parte della diocesi che era diventata francese. In nove mesi di permanenza conquista la capitale.

Principe-vescovo di Ginevra. Ordinato vescovo l'8 dicembre 1602, diventa il buon pastore in mezzo al popolo: visita instancabilmente le sue 450 parrocchie, forma il suo clero (dirà che “la scienza è l'ottavo sacramento del sacerdote”), riforma i monasteri, catechizza i bambini, passa ore nel confessionale. Dialoga anche con i calvinisti, predica durante l'Avvento e la Quaresima in molte città della Savoia e della Francia, esercita la direzione spirituale per parola e per scritto, interviene nelle dispute teologiche. Con il suo amico senatore Antonio Favre fonda l'Accademia Florimontana, e in mezzo a tutte queste occupazioni pubblica nel 1608 Introduzione alla vita devota (Filotéia), e nel 1616 il Trattato dell'amore di Dio (Teótimo).

Fonda l'Ordine della Visitazione di Maria. Nel 1604, conobbe a Digione la baronessa Giovanna Frémyot de Chantal, di 32 anni, vedova con quattro figli. Dall'incontro nacque un'amicizia spirituale eccezionale. Nel 1607, Francesco gli rivela un progetto: fondare un ordine di tipo nuovo, di religiose contemplative, ma disposte ad accogliere ragazze e vedove, e autorizzate a uscire dal monastero per visitare i malati e i poveri. L'ordine fu fondato il 6 giugno 1610. Ma, nel 1618, a causa dell'intransigenza delle norme canoniche imposte dal primate di Francia Denis Marquemont, fu soppressa ogni apostolato esterno.

Ultimi viaggi. Il duca Carlo Emanuele I di Savoia manda Francesco a Parigi per promuovere il matrimonio del principe ereditario Vittorio Amedeo con Cristina di Francia, sorella del giovane Luigi XIII. Qui rimarrà circa dieci mesi. In mezzo a un numero infinito di situazioni intricate, rimane, soprattutto, missionario: predica instancabilmente, incontra Vincenzo de' Paoli, madre Angelica Arnaud e Richelieu. Fonda a Parigi un monastero della Visitazione, ma rifiuta l'invito a diventare coadiutore del cardinale arcivescovo. 

Nel 1622, deve affrontare un'altra viaggio penoso: deve ricevere i re di Francia ad Avignone e poi accompagnarli risalendo il fiume Rodano fino a Lione. Ospite delle Visitandine di Bellecour a Lione, incontra per l'ultima volta madre Giovanna di Chantal, e muore di emorragia cerebrale il 28 dicembre. 

Il 24 gennaio 1623, Annecy celebra i suoi funerali solenni, e il corpo viene trasportato al monastero della Visitazione. 

Sarà canonizzato da Alessandro VII il 19 aprile 1665. Molto più tardi, nel 1877, Pio IX lo dichiara “dottore” della Chiesa, il primo di lingua francese. 

Questa è la vita del patrono della Famiglia Salesiana, straordinariamente ricca e densa. Cercheremo ora di focalizzare i tratti principali della sua fisionomia e comprendere perché Don Bosco sia stato ispirato a sceglierlo come protettore e modello.

Joseph Aubry

PREGHIERA DI GUARIGIONE E LIBERAZIONE

 


GUARIGIONE DELLE FERITE DELLA VITA


GESÙ, il Vangelo ci narra che a Gerusalemme hai guarito un uomo malato da 38 anni: una vita tutta segnata dalla malattia.

La vita di tanti, forse di tutti, è segnata da malattie se non fisiche ed esteriori, certamente psichiche e interiori, morali e spirituali.

In ogni momento può avere inizio una malattia, ma ci sono alcuni momenti importanti della vita, nei quali i traumi e le ferite che subiamo sono origine e causa di continuo malessere e di persistenti sofferenze.

Gesù, ora voglio pregarti di tornare indietro nel tempo e di ripercorrere con me il corso della mia vita, dal concepimento all'età di oggi.

Tu sei l'Eterno, Tu sei sempre vivo e presente. Tu conosci e hai seguito tutta la storia della mia vita. Tu mi hai sempre amato e mi ami ancora.

Ti prego: risana le ferite che ho ricevuto nei vari momenti della vita, che ancora sono aperte e sanguinano, che mi fanno star male e soffrire.

Dà salute al mio corpo e più ancora dà pace al mio cuore. Risana e rinnova tutta la mia vita.

Dà serenità e armonia alla mia casa e a ogni ambiente in cui vivo.

Gesù, risana le mie ferite.

 

GESÙ, ti prego di guarirmi da tutte le ferite avute da quando sono stato concepito e venivo formato nel grembo di mia madre.

Liberami e guariscimi da qualunque sofferenza mi sia stata procurata da mia madre e attraverso le circostanze della vita dei miei genitori.

Gesù, ti prego di guarirmi dal trauma della nascita. Liberami e guariscimi dal dolore avuto al momento del parto e da tutte le sofferenze che patii nei primi giorni di vita.

Gesù, ti prego di guarirmi da tutte le ferite avute negli anni della mia infanzia, nei quali non ho avuto sempre dalla mamma e dal papà quell'amore materno e paterno di cui avevo tanto bisogno per prendere forza e sicurezza.

Liberami e guariscimi da tutte le ferite dell'infanzia con il tuo amore tenero e forte.

Gesù, ti prego di guarirmi da tutte le ferite avute nella mia famiglia, nella quale non mi sono sentito subito e sempre considerato e amato.

Ti prego di guarirmi da tutte le ferite causate dalle relazioni sbagliate con i fratelli, le sorelle e tutti i familiari che non mi capivano e non mi mostravano tutto il loro affetto. Così non mi sono mai sentito accettato e amato da loro.

Liberami e guariscimi da questi tristi sentimenti, ancora vivi, col farmi sentire una persona importante ai tuoi occhi e che Tu ami di un amore personale.

Liberami e guariscimi da questi tristi sentimenti, perché io possa perdonarli e dimenticare cose passate.

Gesù, risana le mie ferite.

 

GESÙ, ti prego di guarirmi dal trauma avuto quando entrai per la prima volta nella scuola, momento difficile per me molto sensibile, timido, insicuro.

Liberami da tutti i tristi ricordi degli anni di scuola che ancora mi fanno soffrire.

Guariscimi da tutte quelle ferite, esperienze che hanno rovinato il mio carattere e creato in me complessi.

Apri il mio cuore, rendimi libero e sicuro dinanzi agli altri, dammi fiducia in me stesso e coraggio di agire.

Gesù, ti prego di guarirmi da tutte le ferite della mia adolescenza, causate da tante sofferenze.

Liberami e guariscimi da tutte le esperienze che ho avuto da adolescente e che mi causano ancora vergogna, paura, sofferenza.

Non si possono cancellare, ma Tu entra nel mio cuore e trasformale in maniera che siano ora per me positive.

Gesù, ti prego di guarirmi dai tristi ricordi del passato che spesso conservano mogli e mariti; da tutte le ferite e sofferenze che sono tipiche di persone che vivono nel matrimonio. Liberami e guariscimi da tutte queste cose.

Prendi nelle tue mani tutte le ferite e le sofferenze del passato affinché, d'ora in avanti, il mio matrimonio sia pulito, riprenda ad essere più libero e più sereno e la mia famiglia sia sana e santa, unita e felice.

Gesù, risana le mie ferite.

 

GESÙ, come il malato della piscina di Gerusalemme, sono dinanzi a Te con le ferite della vita passata.

Te le ho ricordate, ma Tu già le conoscevi.

Ti ho pregato con fiducia di guarirmi, ma Tu già hai avuto compassione delle mie sofferenze e hai desiderato di guarirmi.

Come al paralitico dì anche me: "Alzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina".

Rialzami, fammi riprendere le forze necessarie, fammi riprendere il cammino della vita, con libertà e serenità.

Tu sei "Gesù", colui che salva. Tu sei il mio Salvatore. Salvami da tanti mali della vita passata che ancora gravano sul mio cuore e anche sul mio corpo.

Ti lodo e ti ringrazio, perché sono certo che lo stai facendo.

Il mio ringraziamento concreto è un rinnovato impegno: che il cammino della vita sia fatto secondo la tua parola e il tuo esempio.

Grazie, Gesù.


Siate come gli apostoli! Loro si sono spogliati delle cose del mondo e si sono riempiti dell’Amore di Dio.

 


Messaggio della Regina del Rosario dato a Gisella, 3 settembre 2025.

Figli miei, grazie per essere qui nella preghiera e grazie per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Figli miei, vi chiedo di aprire il vostro cuore, prima che diventi sempre più duro. Il Signore metterà nei vostri cuori, come in uno scrigno: l’Amore, la Pace, la Carità e la Fede. Io sono qui, per raccomandarvi di eliminare: l’orgoglio, la cattiveria e la vendetta dai vostri cuori… riempitivi di Dio! Figli, piccoli miei, chiedo che i vostri pensieri siano sempre positivi. Solo così avrete la Pace e non rovinerete la vostra anima. Figli, siate come gli apostoli! Loro si sono spogliati delle cose del mondo e si sono riempiti dell’Amore di Dio. Questo li ha resi calmi e più forti in qualsiasi circostanza. Siate umili e uniti come fratelli! Siete il mio popolo e dovete essere istruiti in qualsiasi momento, così istruirete i vostri fratelli. Figli, oggi sentirete la gioia nel vostro cuore, perché qualunque peso, Io lo porterò a Gesù! 

Ora vi lascio con la mia benedizione materna, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Angeli e Draghi XI : “Michele l'Arcangelo sorgerà”. (Dn.12: 1)




Nel corso della storia, San Michele Arcangelo è sorto per proteggere la Chiesa di Dio e guarire il popolo di Dio. San Michele sorgerà ora in questi periodi più turbolenti, ma dobbiamo invocare la sua protezione con preghiera, consacrazioni, penitenze, novene e processioni come in passato.
Nell'anno 590 papa Pelagio e molte anime morirono per una pestilenza mortale. Fu eletto papa Gregorio Magno e guidò una processione con un'icona di Maria dipinta da San Luca, attraverso Roma il 25 aprile durante la quale 80 persone morirono durante l'elaborazione. Alla fine, apparve San Michele Arcangelo che inguainava la spada, e molti angeli cantavano: “ Reina Coeli Laetare! "A cui il papa ha risposto," Ora pro nobis Deum, alleluia! Gaude et lætare, Vergine Maria, alleluia! Quia surrexit Dominus vere, alleluia. "Oggi lo sappiamo come Regina Coeli . La peste cessò immediatamente e questa processione continua ogni anno fino ai giorni nostri.
Nel 1631, sempre il 25 aprile e durante una processione commemorativa della suddetta processione di San Gregorio Magno, San Michele Arcangelo apparve a Tlaxcala, in Messico, a un nativo americano di nome Diego Lazaro de San Francisco per mostrargli una primavera di acqua che aveva proprietà curative per combattere la peste mortale del vaiolo che stava avvenendo in tutto il Nuovo Mondo. Dopo tre apparizioni di San Michele, fu localizzata la sorgente miracolosa, e oggi è un'apparizione approvata dalla chiesa con migliaia di guarigioni.

Allo stesso modo, il 25 settembre 1656, durante una delle famose piaghe d'Europa, San Michele apparve al vescovo del Gargano, in Italia, e disse : "Io sono l'Arcangelo San Michele. Chiunque usi le pietre di questa grotta sarà liberato dalla peste. ” Miracolosamente, tutti coloro che portavano una pietra reliquia dalla grotta del Gargano sulla loro persona furono liberati dalla peste; inoltre, oggi le pietre sono utilizzate per gli esorcismi.
Abbiamo bisogno di preghiera, penitenza, consacrazioni, novene e processioni di San Michele in ogni parrocchia?
In alcune aree del mondo si stanno già svolgendo processioni in onore di San Michele come a La Labour a Guanajuato, in Messico, dove più di 100.000 persone lavorano durante la festa di San Michele. In Texas, presso la chiesa cattolica di St. Peter Claver nella diocesi di Tyler, si tiene una processione annuale a San Michele il 29 settembre che riunisce più di 1.000 parrocchiani.
La beata Anne Catherine Emmerich (1774 - 1824) le cui visioni localizzarono accuratamente la casa della Beata Vergine Maria a Efeso fornisce alcuni avvertimenti profetici per l'intera Chiesa cattolica riguardo alla necessità della protezione e dell'intercessione di San Michele.
“Ho visto di nuovo San Pietro con la sua cupola alta sulla cui sommità c'era Michael che brillava di luce. Indossava una veste rosso sangue, un grande stendardo in mano. Una lotta disperata stava succedendo sotto: combattenti verdi e blu contro bianchi, e sopra quest'ultimo, che sembrava essere pettinato, apparve una spada rosso sangue infuocata. Nessuno sapeva perché hanno combattuto. La chiesa era tutta rossa come l'angelo, e mi dissero che sarebbe stata bagnata di sangue. Più durava il combattimento, più il colore della Chiesa diventava più pallido, più diventava trasparente. Quindi l'angelo discese e si avvicinò alle truppe bianche. L'ho visto più volte di fronte a loro. Il loro coraggio fu meravigliosamente suscitato, non sapevano perché o come, e come l'angelo colpì a destra e a sinistra tra il nemico che fuggì in tutte le direzioni. Quindi la spada infuocata sui bianchi vittoriosi scomparve. Durante l'impegno le truppe nemiche continuarono a disertare costantemente dall'altra parte; una volta sono andati in gran numero ... "
Questo non ti ricorda la battaglia che sta imperversando nella Chiesa cattolica in questo momento? Non sta diventando più trasparente man mano che la battaglia salta? Non possiamo usare l'intercessione di San Michele per discernere i tempi e le tribolazioni che stiamo affrontando?

Sembra che ci siano diverse battaglie che la Chiesa deve affrontare e superare secondo la mistica e stigmatista Beata Anne Catherine Emmerich. In effetti, sempre più sembra che il capitolo 12: 1 di Daniele si riveli ai nostri giorni con ciò che stiamo affrontando nei guai più gravi di tutti i tempi dall'inizio dei tempi.
“St. Michael indossava un elmo con una cresta di raggi, e il suo corpo sembrava avvolto in un'armatura e una gonna con delle corde, la sua tunica che scendeva sulle ginocchia come un grembiule sfrangiato ... In una mano teneva un lungo bastone sormontato da una croce sotto la quale galleggiava lo stendardo dell'Agnello;nell'altra c'era una spada fiammeggiante. Anche i suoi piedi erano allacciati ... Avevo una foto di un'immensa battaglia. Tutta la pianura era una massa di fumo denso, e i cespugli erano pieni di soldati che continuavano ad alimentare un incessante fuoco. Il posto era basso e c'erano grandi città in lontananza. Quando tutto sembrò perduto, San Michele su invocazione di uno dei capi, spazzato via da una legione di angeli e la vittoria fu immediatamente conquistata.
Non commettere errori L'intercessione e la protezione di San Michele causeranno una rinascita, un rinnovamento e un nuovo regno di Cristo nel mondo, come mostrano le visioni della beata Anne Catherine Emmerich,
“Ho avuto molte visioni meravigliose delle feste e delle apparizioni dell'Arcangelo, San Michele.Ero in molte parti del mondo e ho visto la sua chiesa in Francia su una roccia nel mare. L'ho visto come il patrono di quel paese ... Ho visto il miracolo della Chiesa sul Monte Gargano. Si stava celebrando una grande festa. Vi ha partecipato un grande concorso di pellegrini, le loro vesti infilate e le manopole sulle loro doghe.L'angelo ha servito all'altare con gli altri ... Poi sono andato con l'Arcangelo a Roma, dove c'è una chiesa commemorativa di una delle sue apparizioni. Penso che sia stato costruito sotto papa Bonifacio e su una rivelazione della Madre di Dio. L'ho seguito ovunque mentre fluttuava sopra di me, grandioso e maestoso, con in mano una spada e una gonna intorno con delle corde. "


In questa era di Internet possiamo fare visite spirituali e virtuali a tutti questi grandi siti e invocare l'arrivo di San Michele. Ognuno di noi può fare novene e consacrare noi stessi e coloro che amiamo per il patrocinio e la protezione degli eserciti di questo comandante del cielo. Perché ... "Mi-cha-el?" "Chi è come Dio?" "Nel momento più terribile della battaglia scenderanno sul campo di battaglia, dalla parte del bene, angeli che moltiplicheranno le forze dei combattenti. Un coraggio meraviglioso infiammerà l'ardore di tutti. San Michele stesso ferirà i nemici e seguirà immediatamente un rovesciamento generale di questi nemici. ”- Beata Anne Catherine Emmerich