giovedì 22 agosto 2019

LE GRANDEZZE DI MARIA



CONTINUA IL DISCORSO DELL'ANGELO, CHE METTE LA VERGINE IN UNA NUOVA SOLLECITUDINE PER LA SUA VERGINITÀ.

Queste parole sono grandi, ed oltremodo grandi; tuttavia la Vergine non ne prova nessun moto di orgoglio perché più grande ancora è la sua umiltà.

L'Angelo la conduce e la eleva di grandezza in grandezza; Maria invece scende di abbassamento in abbassamento.

Prima rimane inabissata nel proprio nulla, vale a dire nel nulla della creatura; ora si inabissa in un altro nulla, vale a dire nel nulla del Creatore che si fa creatura 22 se pure è lecito così parlare; e la Vergine entra nello stato di profonda umiltà alla quale ci invita [37] l'abbassamento, o meglio l'annientamento d'un Dio fatto uomo nel sacro mistero dell'Incarnazione.         

Là, l'umiltà della Vergine è nel suo centro e nel suo riposo, senza turbamento, né agitazione, senza orgoglio in mezzo alle grandezze. Nelle ultime parole dell'Angelo Dio si trova nell'abbassamento, mentre la Vergine è elevata; ma in questa elevazione Ella si abbandona ed aderisce all'abbassamento del suo Dio che si abbassa nell'elevarla: Maria aderisce a Dio nell'abbassamento e non a sé medesima nell'elevazione, vive in questo abbassamento di Dio e non nelle proprie grandezze. E da tale vita ed aderenza (al suo Dio umiliato) la sua umiltà trae alimento, vigore e sussistenza; ne diventa più potente, più solida e più luminosa.

Maria, nella chiara visione delle proprie grandezze, si abbassa più profondamente e più fermamente di prima: perciò mentre la sua umiltà per le prime parole dell'Angelo le causava stupore, e preoccupazione, ora queste  parole ben più sublimi e ben altro evidenti che le prime, non le causano né stupore, né esitanza.

Ma la prudenza celeste che in ogni caso regge la Vergine santissima, le porge un nuovo esercizio; e come all'udire le prime parole dell'Angelo l'umiltà l'aveva ridotta al silenzio e riempita di stupore, alle altre parole che trattano di nascita, di concepimento e di parto, la sua purezza verginale la mette in una preoccupazione che la porta a rompere il silenzio. Perciò con tutta umiltà, santità e modestia, Maria dice: Quomodo fiet istud, quoniam virum non cognosco? (In qual modo avverrà questo, poiché io non conosco uomo? - Luc., I, 36); vale a dire, in qual modo si compirà quest'opera, perché voi sapete, o Angelo santo, che per istato e per obbligo io non posso accettare nulla che possa portare pregiudizio alla mia verginità che ho offerta e consacrata a Dio? [38]

Con profonda riverenza io ascolto tali parole santamente rivolte da una Vergine santissima all'Angelo santo. Dio usa di queste parole per cose grandi: su le labbra della Vergine sono un seme di benedizione, i cui frutti saranno gloriosi, deliziosi e perenni.

Dio con queste parole vuole rendere noto all'universo lo stato di perpetua purezza verginale di Colei che Egli si sceglie per Madre, e il voto ch'Ella ne ha fatto per divina ispirazione; stato e voto nuovo ed eccellente, che ci viene rivelato da quelle parole; stato la cui origine degna e felice trovasi nell'origine medesima di questo altissimo mistero; stato che nella Vergine stabilisce un potere ed un nuovo ed eterno primato sopra lo stato fiorente dei vergini, il cui Ordine è oltremodo distinto in terra e in cielo. Sono questi i frutti di quel voto che quelle parole sante manifestano all'Angelo e al mondo intero.               

Siate benedetta o Vergine santissima, per aver proferito quelle parole, per aver consacrato a Dio un tesoro così prezioso, e per aver dato al mondo un tale esempio, il quale verrà imitato dalle schiere delle vergini che popoleranno il cielo mentre saranno senza posterità su la terra! Il vostro voto non è un ostacolo alla maternità che l'Angelo vi annuncia; al contrario se non foste in tale stato, non sareste adatta ad essere Madre di Gesù. Egli, infatti, vuole per madre una vergine. Per la sua doppia natura, Egli, ad un tempo sarà in cielo e su la terra: pertanto come in cielo ha Padre senza madre, così in terra vuole avere Madre senza padre. Come nella sua persona saranno congiunte la Divinità e l'umanità, così vuole che siano congiunte nella Madre sua la purezza e la fecondità, la maternità e la verginità.

In qual modo dunque si compirà quest'opera? Voi lo chiedete all'Angelo con umiltà e santità; non è questa [39] una parola di diffidenza, né di mancanza di fede, e neppure di curiosità.

CARD. PIETRO DE BÉRULLE

Nessun commento:

Posta un commento