mercoledì 16 settembre 2020

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


La testimonianza del pittore Galizzi 

Il pittore fece il quadro della Madonna apparsa il 28 maggio 1944, sotto le precise indicazioni della piccola veggente, per  cui fu chiamato il quadro dell’Adelaide. 
Egli scrive nella sua relazione: 
“Adelaide seguiva il mio lavoro controllando e suggerendo  quando le pareva il caso, modifiche al bozzetto, che le  presentavo a distanza di giorni ed anche di settimane: ciò nonostante non si è mai contraddetta nemmeno nei minimi particolari  delle sue asserzioni, nonostante le sistematiche contestazioni del  prof. Don cortesi, sempre presente, fatte allo scopo di confonderla per saggiarne la sincerità... 
Io personalmente dovetti venire alla convinzione che Adelaide deve aver visto veramente la Madonna ed il ripetuto contatto con questa bambina, ha sempre più confermato questa mia  convinzione". 

È la smentita più netta di quello che scrive il Locatelli  nella sua relazione. Egli dice: "La bambina dice di avere visto la  Madonna, però non ci sa dire nulla della sacra immagine".


La testimonianza di Achille Ballini 

Achille Ballini, che ha seguito le apparizioni fin dai primi  giorni ed ha lottato e sofferto molto per l'affermazione della  verità delle medesime, scrive: 
"Ora sorge spontanea una domanda: che disse, che fece il  parroco delle Ghiaie di fronte a quanto stava succedendo nella  sua parrocchia e di fronte alle affermazioni della bambina. 
Nella domenica 14 maggio all'oratorio egli non volle dare  importanza a quanto diceva l'Adelaide, né alle beffe delle  ragazze... né più badò ai fatti di Adelaide. Ma lo scosse poi, da  questa specie di torpore, la voce che si diffondeva in maniera  impressionante, e la gente che da ogni parte accorreva alle  Ghiaie. Allora credette bene interrogare la bambina. E all'oratorio durante la dottrina ed in canonica, la interrogò con parole  semplici, adatte all'intelligenza di lei; ma un pensiero dominava  il suo discorso: conoscere più chiaramente possibile il valore  delle sue risposte al fine di stabilire il modo con cui buttare  all'aria tutte quelle chiacchiere. Non riuscì a niente. Le risposte  di un giorno, messe di fronte a quelle di un altro, restavano  sostanzialmente ed anche formalmente uguali. 
Ed il parroco? Incominciò a riflettere; divenne più cauto  nei suoi atteggiamenti e nei suoi giudizi; ma ancora non credeva.  Anzi, il venerdi sera, quando lo interrogai in proposito, mi rispose: "Cosa vuoi che ti dica. La bambina continua a dire di  vedere e di parlare con la Madonna; la gente accorre... Ma, se  non fosse vero? Lei è una bambina, saprà bene quello che dice...  La gente, lo sai... in questi momenti terribili fa presto a creare  del fanatismo"... 
Lo scetticismo di Don Vitali restò forte, credo fino alla  domenica 21 maggio, quando di fronte ai fenomeni solari, sentendosi vinto nei suoi dubbi, mutò opinione, senza volere  imporla a chi era vicino" (v. Andiamo alle Ghiaie a vedere, Grafica Monti, Boltiere 1951, pp. 34-36). 

Severino Bortolan 

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