Apparizioni a Ghiaie
La testimonianza del pittore Galizzi
Il pittore fece il quadro della Madonna apparsa il 28 maggio 1944, sotto le precise indicazioni della piccola veggente, per cui fu chiamato il quadro dell’Adelaide.
Egli scrive nella sua relazione:
“Adelaide seguiva il mio lavoro controllando e suggerendo quando le pareva il caso, modifiche al bozzetto, che le presentavo a distanza di giorni ed anche di settimane: ciò nonostante non si è mai contraddetta nemmeno nei minimi particolari delle sue asserzioni, nonostante le sistematiche contestazioni del prof. Don cortesi, sempre presente, fatte allo scopo di confonderla per saggiarne la sincerità...
Io personalmente dovetti venire alla convinzione che Adelaide deve aver visto veramente la Madonna ed il ripetuto contatto con questa bambina, ha sempre più confermato questa mia convinzione".
È la smentita più netta di quello che scrive il Locatelli nella sua relazione. Egli dice: "La bambina dice di avere visto la Madonna, però non ci sa dire nulla della sacra immagine".
La testimonianza di Achille Ballini
Achille Ballini, che ha seguito le apparizioni fin dai primi giorni ed ha lottato e sofferto molto per l'affermazione della verità delle medesime, scrive:
"Ora sorge spontanea una domanda: che disse, che fece il parroco delle Ghiaie di fronte a quanto stava succedendo nella sua parrocchia e di fronte alle affermazioni della bambina.
Nella domenica 14 maggio all'oratorio egli non volle dare importanza a quanto diceva l'Adelaide, né alle beffe delle ragazze... né più badò ai fatti di Adelaide. Ma lo scosse poi, da questa specie di torpore, la voce che si diffondeva in maniera impressionante, e la gente che da ogni parte accorreva alle Ghiaie. Allora credette bene interrogare la bambina. E all'oratorio durante la dottrina ed in canonica, la interrogò con parole semplici, adatte all'intelligenza di lei; ma un pensiero dominava il suo discorso: conoscere più chiaramente possibile il valore delle sue risposte al fine di stabilire il modo con cui buttare all'aria tutte quelle chiacchiere. Non riuscì a niente. Le risposte di un giorno, messe di fronte a quelle di un altro, restavano sostanzialmente ed anche formalmente uguali.
Ed il parroco? Incominciò a riflettere; divenne più cauto nei suoi atteggiamenti e nei suoi giudizi; ma ancora non credeva. Anzi, il venerdi sera, quando lo interrogai in proposito, mi rispose: "Cosa vuoi che ti dica. La bambina continua a dire di vedere e di parlare con la Madonna; la gente accorre... Ma, se non fosse vero? Lei è una bambina, saprà bene quello che dice... La gente, lo sai... in questi momenti terribili fa presto a creare del fanatismo"...
Lo scetticismo di Don Vitali restò forte, credo fino alla domenica 21 maggio, quando di fronte ai fenomeni solari, sentendosi vinto nei suoi dubbi, mutò opinione, senza volere imporla a chi era vicino" (v. Andiamo alle Ghiaie a vedere, Grafica Monti, Boltiere 1951, pp. 34-36).
Severino Bortolan
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