lunedì 7 luglio 2025

ERRORI VECCHI PRESENTATI COME... NUOVI

 


LA VERGINITA' DI MARIA, OGGI 


Secondo questi negatori o contestatori di oggi, il concepimento verginale di Cristo (l'espressione "nato dalla Vergine"), comporterebbe un rivestimento poetico d'ordine prodigioso (mitico) dato ad una realtà più semplice, questa: Gesù è nato in virtù di un "dono speciale" di Dio, il dono supremo della grazia divina, perciò la sua nascita si trova al vertice delle nascite degli uomini insigni dell'Antico Testamento, nascite che ci vengono presentate dalla Bibbia come provenienti da un sovrano intervento di Dio, quantunque siano frutto dell'unione coniugale. Questa l'idea o realtà primitiva. Per accentuare poi meglio una tale idea o realtà primitiva, la comunità cristiana l'avrebbe rivestita dell'idea prodigiosa (mitica), ossia, di un'origine o concepimento verginale. Si veniva ad esprimere così, in modo materiale, biologico, ciò che era soltanto spirituale (un figlio venuto eccezionalmente dall'alto). 

Dinanzi a questa pretesa mitizzazione dell'idea o realtà primitiva, s'impone - dicono costoro - una purificazione, una demitizzazione, ossia, una liquidazione pura e semplice del rivestimento portentoso dal concepimento verginale. In tal modo - dicono - il dogma del concepimento verginale di Cristo, non verrebbe negato, ma verrebbe purificato, verrebbe inteso nel suo vero significato. Questa demitizzazione indubbiamente, - lo riconoscono - va contro la tradizione cristiana e contro l'insegnamento della Chiesa (le definizioni infallibili dei Concili e dei Papi); però - dicono i demitizzatori - se all'origine della tradizione cristiana vi si trova un mito, ne segue che la formulazione (il genere letterario) che vi si appoggia deve essere presa in funzione dello sviluppo mitologico che essa suppone, per cui tutte le porte che si vorrebbero chiudere alla demitizzazione dovranno invece essere aperte. Orbene questi odierni paladini della cosiddetta "demitizzazione", pur pretendendo di dire qualcosa di nuovo, in realtà non fanno altro che ripetere ne più ne meno un errore proposto già verso la metà del secolo II e confutato egregiamente, fin da quel tempo, da San Giustino Martire (c. 110- c. 165). Discutendo col rabbino giudeo Trifone sulla verginità di Maria, San Giustino faceva appello alla celebre profezia di Isaia (7, 15) sul concepimento e sul parto verginale della Madre dell'Emanuele. "Isaia - diceva S. Giustino a Trifone - ispirato dallo Spirito Santo, preannunzia, come vi ho esposto, un vero prodigio..." (Dial. cum Triphone, 14, n. 84, PG 6, 674), Ma Trifone - si noti bene!... - precedendo di quasi 19 secoli i demitizzatori di oggi, invitò S. Giustino a demitizzare il concepimento e la nascita verginale di Cristo: "Nei miti di coloro che si chiamano Greci – asseriva Trifone - si dice che Perseo nacque da Danae la quale era vergine, dopo che colui, il quale presso di loro viene appellato Zeus, si era effuso su di essa sotto forma di oro. Voi - diceva - dovreste arrossire di raccontare le stesse cose, e sarebbe meglio dire che Gesù fu un uomo tra gli uomini... Ma non arrischiatevi a parlare di prodigi onde evitare di esser presi per scemi, come i Greci" (ibid., 67, 1-2, ediz. G. Archambault, Parigi 1909, I, p. 319-321). 

Ciò, dunque, che per Trifone era un "mito", per S. Giustino era un "mistero", un "prodigio". E come Trifone invitava S. Giustino a "demitizzare", in nome della ragione, un tale "mistero", un tale "prodigio" così questi novelli Trifoni (regressisti, non già progressisti) invitano oggi la Chiesa (dinanzi alla quale osano impancarsi a maestri, anziché mostrarsi docili discepoli) a "demitizzare" il prodigioso "mistero" del concepimento verginale di Cristo. 

Ciò premesso, in base all'insegnamento del Magistero Ecclesiastico, della Sacra Scrittura e della Tradizione primitiva, noi confuteremo gli esposti errori dimostrando come il concepimento verginale di Cristo (la verginità di Maria SS. "prima del parto") sia una verità di fede definita, una "questione chiusa" e non già - come si vorrebbe - una "questione aperta", un "mistero" da credersi, non già da discutersi. Passiamo perciò al terzo punto, ossia, alla confutazione degli errori. 

P. GABRIELE M. ROSCHINI O.S.M. 


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