lunedì 4 dicembre 2023

I FIORETTI DI SAN GASPARE

 


Il mandato

Gaspare, di ritorno dalla prigionia, nell' avvicinarsi a Roma, scorse da lontano la grande Cupola e sentì il viso rigarsi di lacrime. Ora che Dio, infinito nelle sue misericordie, lo riconduceva nella sua Città, sapeva che sarebbe cominciata una nuova vita, quella di apostolo di Cristo e che per Lui avrebbe dovuto soffrire senza sosta fino alla morte. L'esilio era stato solo il prologo. Al suo rientro l'attendeva il vuoto della casa; è davvero tanto triste il ritornare dove si è vissuti accanto ad una persona cara e non trovarla più! Si portò subito a pregare e a sfogare il suo pianto sulla tomba dell'amata genitrice.

Il babbo aveva ripreso moglie e, pur non criticando il suo operato ed avendo grande stima per la matrigna, non se la senti di coabitare con loro. Cercò di sistemare dignitosamente la cognata e mise la nipotina nel Collegio delle Maestre Pie. Per sé cercò un misero alloggio dove avrebbe potuto pregare e studiare indisturbato; manco a dirlo, ne fece subito la base per il rilancio del suo apostolato in Roma, allargandolo anche fuori la città per protenderlo poi nel futuro. Chi già lo conosceva disse: «Ecco nuovamente in azione il moto perpetuo».

Rifiorirono le Opere morte nella sua assenza: S. Maria in Vincis, S. Galla, S. Nicola in Carcere e tante altre. In S. Nicola, dov' era tornato l'Albertini, predicò una grande Missione. La Provvidenza mandò sui suoi passi Mons. Belisario Cristaldi, Tesoriere di S. Romana Chiesa, uomo di larghe vedute e di gran cuore. Egli sarà il suo più grande benefattore e protettore, 1' amico vero dei giorni difficili finché avrà vita.

Nello Stato Pontificio regnava il caos e la stessa Roma era stata scristianizzata. Non bastavano più le leggi, ma occorreva qualcuno che scavasse profondamente nelle coscienze.

Gaspare, al quale l'amico Bonanni aveva già scritto a Firenze, si associò volentieri agli Operai Evangelici, un gruppo di sacerdoti fondato dallo stesso Bonanni: le Missioni erano il suo sogno! Subito emerse in primo piano e poté convincerli a mettersi sotto la protezione di S. Francesco Saverio e a propagare la devozione al Prez.mo Sangue. La predicazione semplice e chiara esprimeva il suo fuoco e la sua accorata passione. La dolcezza paterna e 1' incrollabile convinzione fecero colpo anche in Alto; così fioccarono offerte di posti di grande prestigio, Vescovadi e Nunziature. Rifiutò sempre! Non era tornato a Roma per cingere l'aureola di martire! Non aveva sofferto le carceri per onori così effimeri! Egli anelava a chiese e piazze gremite di folla per convertire i peccatori, sostenere gli onesti, chiedere giustizia per gli inermi, i reietti e i perseguitati e per debellare eretici e settari. Voleva, insomma, convertire tante anime!

Ma il contatto con sì alti personaggi, senza scrupoli, avidi soltanto di privilegi e laute prebende, lo sconvolse e temè d'essere trascinato anch'egli in perdizione. Così decise, con l'amico Odescalchi, d'entrare tra i Gesuiti. Chiese consiglio all'Albertini e questi lo incoraggiò. I lettori si chiederanno: «E la profezia?». L'Albertini, temendo d'essersi sbagliato, non se la sentì di contrariare la vocazione di Gaspare pensando: «Se non è questa la Volontà di Dio, Dio stesso in qualche modo si manifesterà». Aveva ragione.

Pio VII conosceva bene i due giovani sacerdoti e, sapute le loro intenzioni, li invitò a colloquio e, senza mezzi termini, ordinò all' Odescalchi d'intraprendere la carriera diplomatica e a Gaspare di dedicarsi totalmente alle Missioni. Il velo cadde dagli occhi di Gaspare che, nella voce del Papa, sentì la voce di Cristo, e subito si mise all'opera.

La Congregazione di S. Gaspare, come tutte le Opere di Dio, nacque tra mille difficoltà. Per una Fondazione sono necessari un «nido» e uomini adatti, disposti ad ogni rinuncia. Mancavano 1' uno e gli altri! Finalmente il Cristaldi ottenne dal Papa un vecchio Cenobio nella diocesi di Spoleto, dopo non poche difficoltà. Ma sia il Bonanni che gli Operai Evangelici, finché si trattava di rimanere a Roma, erano entusiasti delle Missioni, ma quando sentirono di dover andare lontano, non ne ebbero il coraggio. Gaspare non era proprio l'uomo da arrendersi di fronte a queste difficoltà. Fece loro capire che quella era la Volontà di Dio e riuscì a convincerli. Il Cristaldi fece sapere che anche il Santo Padre voleva che la nuova Congregazione fosse intitolata al Prez.mo Sangue, e che desiderava riceverli in udienza.

Il 26 luglio con il Mandato e la benedizione di Pio VII, quel primo drappello partì da Roma. La Culla del nuovo Istituto sarebbe stata il vecchio Cenobio di S5. Felice in Umbria, la terra di S. Francesco d'Assisi.

La profezia si stava avverando.


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