Oggi, ci troviamo in una situazione, direi, senza precedenti nella storia della Chiesa. Chi conosce la Storia, infatti, non
può dissentire da questa nostra affermazione. Ma gli esempi
possono convincere.
Quando il giudeo Hitler venne a Roma in visita trionfale, tra le sacre vestigia romane e cristiane, sventolavano una
marea di Croci uncinate. Pio XII, però, per protesta, abbandonò il Vaticano, ritirandosi a Castel Gandolfo. Lì, dichiarò,
angosciato: «Qui, nel Centro della Cattolicità impera un’altra Croce che non è quella di Cristo, ma il suo contrapposto più assoluto!».
Pio IX aveva tentato di arginare la marea saliente di eresie
ed errori con le Sue profetiche encicliche, ma i suoi furiosi nemici sghignazzavano: «Sarà anche infallibile, però è sicuramente un fallito!» e lo rinchiusero tra le mura aureliane, da
vivo, e tentarono di gettare il Suo cadavere nel Tevere, da
morto, e con l’occupazione misero come sindaco a Roma il
giudeo Nathan, Gran Maestro della Massoneria, nemico
furente del Cattolicesimo!
I suoi successori continuarono la difesa della dottrina cattolica, come un Pio X con la Sua immortale “Pascendi”, come un Pio XI e un Pio XII.
Ma poi, arrivò al soglio pontificio il senescente Giovanni
XXIII che, a soli tre mesi dalla sua elezione, il 26 gennaio
1959, tra lo sbalordimento dei 18 Cardinali presenti con Lui
nella Basilica di San Paolo, annunciava: «Pronunciamo con
umile risoluzione la proposta d’un Concilio Ecumenico per
la Chiesa universale, allo scopo di richiamare alcune forme antiche di affermazioni dottrinali e di saggi ordinamenti ecclesiastici».
Parve un gesto di incoscienza, ma che si riscontra anche
nel Suo discorso d’apertura, che il card. Giovanni Colombo garantì che fu compilato dal suo successore, poi Papa Paolo VI, con questa paradossale direttiva:
«È necessario che questa dottrina, certa ed immutabile, sia approfondita e presentata in modo
che risponda alle esigenze del nostro tempo».
Così, il 5 giugno 1959, Giovanni XXIII insediava la
Commissione ante-preparatoria, presieduta dal Segretario di
Stato il card. Tardini (già all’opposizione, col suo collaboratore Montini!), che elaborò “72 schemi” conformi alla dottrina di sempre della Chiesa, aperti, comunque, con misura e
saggezza, ai bisogni dei nostri tempi. Ma, nello stesso primo
giorno delle discussioni conciliari, il 13 ottobre 1962, quegli
schemi furono del tutto sconvolti e fatti addirittura annullare
per l’intervento del cardinale Liènard, che non era neppure
autorizzato a parlare! Che riuscì a far annullare tutto e a fare
formare altre liste dai Padri conciliari; in tre giorni, infatti, ne
spuntarono ben trentaquattro!
Praticamente, si può dire che una minoranza di vescovi
neo-modernisti si erano imposti “de facto” al Papa, con un
loro atto di autonomia ribelle, in nome di un fantasma di
“collegialità” che si evocò subito un potere pieno e quasi
supremo!
Papa Giovanni XXIII cedette subito, senza batter ciglio.
Dopo duemila anni, il “Primato”, fondato sul “Tu es Petrus”, salta in aria per lasciar strada al fantomatico “aggiornamento”, presentato da “esperti”(!), squadristi, protetti da
onnipotenti “padrini”, quali, ad esempio, il cardinale Alfrink, distruttore della Chiesa olandese, seguace delle teorie
del super-eretico domenicano Schillebeeckx, a capo della
“para-gerarchia”!
Una prova: quando il 14 novembre, il card. Ottaviani presenta lo schema su le “Fonti della Rivelazione”, insorgono
subito i cardinali Bea, Alfrink, Frings, Liènard, Köenig... e
così la “Dei Verbum” viene accantonata e affidata a una nuova Commissione, manovrata dal card. Bea e affini!
Un’altra prova: il 23 dello stesso mese di novembre, ci fu
uno scontro frontale tra il card. Ottaviani e il card. Bea; Ottaviani, per la “tolleranza religiosa”; il card. Bea, per la
“assoluta libertà”. Vinse ancora Bea, sostenuto dal blocco
renano dell’Alleanza, sotto lo specioso pretesto del nuovo
“spirito ecumenico”. Il dogma “extra Ecclesia nulla salus”
doveva, quindi, finire!
Anche sullo schema della “Riforma liturgica”, oltre che
eliminare il latino, si delineò lo “spontaneismo” che andasse bene a tutti, anche ai Protestanti.
E poiché il card. Ottaviani mise in guardia perché non si
manomettesse la “legge fondamentale della preghiera”, che
è anche legge suprema del credere, il Presidente di turno, il
card. Alfrink, innervositosi, fece interrompere addirittura
l’impianto di amplificazione, scatenando un vivo applauso da
parte dei progressisti.
Nessuna meraviglia, quindi, che l’esperto (!) conciliare
Hans Küng abbia esclamato esultante: «Eravamo una sparuta minoranza, ora siamo praticamente pa droni»!
Morto Giovanni XXIII, Paolo VI tenne uno strano discorso inaugurale: «Il più alto scopo del Concilio è un insegnamento in forma più moderna ed efficace che anteponga
al fine dogmatico un altro più urgente (?!) e salutare (!!),
quello pastorale (!)».
Parole di un “Papa”! Prima della Fede, quindi, l’azione?.. Perfino il Suo grande amico Guitton, sul “Tempo” del
6 giugno 1980, scriveva amaramente: «Era falso il dire che
un Concilio potesse essere pastorale senza essere prima
dogmatico; e per questo, invece che una fioritura si è prodotto il contrario».
Perfino Paolo VI, poi, piagnucolando, ebbe a confessare:
«Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel Tempio di Dio»! Da qualche “fessura”? E chi le aveva fatte queste “fessure” se non Lui,
Paolo VI?..
Guardiamone alcune: la “Riforma liturgica”. Qui, mi restringo solo alla “formula” della “consacrazione del vino”,
che risaliva all’epoca apostolica. Nella traduzione italiana del
“Novus Ordo Missae” di Paolo VI, invece, si son fatte devianti falsificazioni.
La prima: fu cambiato il genitivo specificativo “del nuovo ed eterno Testamento”, in un ablativo “per”, che ha sapore di un significato evoluzionistico.
La seconda: si è cambiato il futuro “effundetur” in un
participio passato, “versato”, che contraddice la realtà storica
e la “presenza perpetua” del nuovo ed eterno Testamento”.
Inoltre: l’“enim” fu fatto scomparire, posponendo, il “mistero della Fede”.
La terza: il “molti” fu cambiato in “tutti”!..
Così, si è colpita al cuore la mistica realtà del “sacrificium” della Messa! Bisognerà rimettere le cose a posto, come si è riuscito a fare per il N° 7 delle Istruzioni della prima edizione del “Nuovo Messale”, che era “eretico” già
nella definizione di Messa!
E potrei continuare in tutte le altre parti della Messa di
Paolo VI, come, ad esempio, l’ “Offertorio”, copiato, storpiato, per noi, dal Talmud; o dal Vangelo della distruzione
di Gerusalemme, eliminato perché l’inciso della “vera”
abominazione della desolazione posta nel Tempio, non piaceva alla Sinagoga!
Ma tutte questo e altro lo scriverò – Dio piacendo! – in un altro mio libro specifico sulla “Santa Messa di ieri e di oggi”!
Ora, mi soffermo sulla “Gaudium et Spes”, dimentica del
tutto del monito di evangelista che scrisse: «esso (il mondo) è
posto totalmente nel maligno».
Perfino “Il Settimanale” del 5 maggio 1981, pubblicava:
“Il gesuita proibito” aveva vinto, ed era diventato il simbolo della nuova teologia, la quale aveva fatto molti proseliti anche tra i Padri del Vaticano. Infatti, l’ala teilhardiana riusciva ad imprimere il suo spirito in alcuni documenti fondamentali, come la “Gaudium et Spes”.
Qui, si dovrebbe, forse, fare una parentesi per far conoscere chi era questo Teilhard de Chardin, condannato dal S.
Ufficio il 30 giugno 1962 per il suo evoluzionismo folle che
ripeteva le bestialità della Gnosi massonica con un sottofondo di sesso-teologia. Per lui, il “Cristo cosmico” era
una specie di prototipo dell’uomo, spuntato come un fungo
dalla “materia divina” in eterna evoluzione, fino a raggiungere il “punto Omega”, dopo di che si auto-comunicava con
Dio, in un tutto panteistico. Eppure, di questo strampalato
eretico gesuita, il 12 maggio 1981, l’allora Segretario di Stato di Giovanni Paolo II, scriveva all’ausiliare “rosso” di Parigi, Mons. Poupard, (poi promosso cardinale!): «Celebriamo la sua possente intuizione poetica sul profondo valore
della natura e l’ampia visione del divenire del mondo». Parole degne della sua appartenenza alla Massoneria!
Su questa falsariga è stata redatta la “Gaudium et Spes”,
in cui molte proposizioni di quella Costituzione “pastorale”
esaltano il progresso antropologico e scientifico, che ignora
completamente e la Grazia divina e la Creazione.
Per esempio: nell’articolo 63 si esalta “Il dominio crescente dell’uomo nella natura”. E per l’uomo, afferma: «Oggi, procede sulla strada di un più perfetto sviluppo della
personalità e della progressiva scoperta dei propri diritti»
(art. 41). Parole non si sa se puerili o ignoranti. Basterebbe che chi le scriveva avesse pensato a tutte le schiavitù che ci
hanno costretto queste ideologie moderne, insatanate di sesso,
di droga, di ateismo!
Anche l’art. 44 lo può attestare: «La Chiesa confessa (!)
che molto giovamento le è venuto e le può venire dalla violenta opposizione di quanti la avversano e la perseguitano,
e non ignora quanto essa abbia ricevuto dalla storia e dal
progresso del genere umano». Parole, anche queste, di una
squalificante cognizione del mondo di ieri e di oggi! perché
Paolo VI non è an dato a rallegrarsi con il KGB del comunismo ateo, in qualche angolino della Siberia per constatare de
visu quel “progresso del genere umano” nei più che duemila lager dove soffrivano e morivano i nostri fratelli della
“Chiesa del silenzio”?.. Avrebbe ancora voluto quel “Silenzio della Chiesa” su quella dei lager, delle torture e della
morte?..
Da notare, comunque, che questa “Dichiarazione” conciliare fu curata dal gesuita card. Bea, circondato da altri
cripto giudei, quali l’Osterreicher e il Baum (che aveva gettato alle ortiche la tonaca!) e l’onnipotente card. Willebrands!
Sarebbe troppo lungo, qui, richiamare altre enunciazioni
del Vaticano II “pastorale”. Basti ricordare la “libertà religiosa”, il “falso ecumenismo”, la definizione che il Corpo
Mistico “sussiste” solo nella Chiesa, la riluttanza a parlare
della Tradizione e della Vergine, la confusione tra “Primato” e “Collegialità”, lo strano silenzio e la non condanna
del comunismo, il tutto avallato da un “Concilio pastorale”
senza dogmatica. Difatti, quando i Padri più intelligenti e di
fede, chiedevano che si delimitassero i confini delle enunciazioni, si sentivano rispondere dai “padroni” conciliari: «Qui,
non si fa dogmatica; si fa filosofia, si fa pastorale»! Ma poi,
a lavoro ultimato, tutto diventava come dogmatico, si da
intervenire, con sussiego, contro coloro che avanzavano dubbi sull’assoluta infallibilità del Vaticano II!
Il card. Ratzinger, comunque, dopo il Concilio, nel suo
libro “Rapporto sulla Fede”, mise in evidenza l’enorme “crisi” religiosa avvenuta dopo quell’Assisi ecumenica e
che ha scatenato enormi eresie su tutti i piani dogmatici
della nostra Fede. E allora, come non si deve citare quella
frase del Vangelo «Non può un albero buono fare frutti cattivi»?
Dal contesto conciliare è ben evidenziato che la conclamata “meta” del Vaticano II era quella di far uscire dalle
“morte gore” di una ritualistica adorazione di Dio per andare incontro all’uomo e al suo progresso. Vale dire: si doveva passare dal “teocentrismo all’antropocentrismo”! Difatti, si passò subito dal “nozionismo” dogmatico alla proclamazione della “morte di Dio”, dettata dalle folli ideologie
d’oggi e dalla materialistica tecnologia moderna. E fu subito
la “Torre di Babele”, che polverizzò anche il “buon senso
naturale”! Anche i Seminari e le Università cattoliche furono polverizzate da nozionismi intellettualistici e in ribellioni ed eresie sconcertanti!
E non parliamo, poi, di quello sconcertante “falso ecumenismo” che non distingue più, ormai, in nessun modo, i veri
dai falsi valori e che non accetta più, indiscriminatamente,
ogni errore religioso e ogni costume anche immorale e barbarico, che non avrà più un “Redentore” che li salvi! Perché
questo ecumenismo non fa parte, al certo, della “Missione”
che la Chiesa ebbe dal Suo Fondatore: «di ammaestrare e
battezzare tutte le Genti, per fare un vero ed unico ovile
con un solo Pastore».
Fuori di questa “Missione”, data alla Sua Chiesa da Cristo, non resta che uno stupido “pacifismo” e una evanescente “fraternità”! Anche la denominazione di “Popolo cristiano”, vera identità dei battezzati in Cristo, fraudolentemente cambiata nell’altra di “Popolo di Dio”, ci ha ricacciato indietro i duemila anni, prima di Cristo!
Il 4 ottobre 1969, Paolo VI, prima di presentarsi alla
tribuna dell’ONU per recitare un Suo discorso, si fermò, in
raccoglimento, nella “Camera di riflessione giudeo-massonica” dell’ONU, dove c’è un altare “per un Dio senza vol5 La Batt. continua ANNA:5 La Batt. continua 08/11/10 15:45 Pagina 47
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to”, quello del Non Essere, Lucifero, e lì, compunto, magnificò come «l’edifico universale che regge sulle nostre coscienze, sulla coscienza morale dell’uomo», l’Adam Kadmon, che spuntò evoluzionisticamente dal Nulla, per eliminare il Creatore. Esso sarà messo al centro di quel “Tempio
massonico della Sinarchia”, che avrà la struttura di stella a
sei punte, falsificata stella di David. In ognuno di quei sei raggi, verrà rinchiusa una grande organizzazione religiosa, compresa la nostra cristiana. Sarà la Sinagoga di Satana!
Anche il massone card. Suenens, il 23 marzo 1973, in
Ann Arbor, ai 300 pastori protestanti che vi si trovavano per
una Conferenza mondiale di teologi, che gli chiesero: «Come
vede il futuro? Aspetta il Vaticano III?». Egli rispose: «Vedo Noi, Capi delle Chiese, simbolicamente convenire là dove partimmo, a Gerusalemme, perché, così, siamo cristiani
menomati, inibiti, con tutti i doni dello Spirito Santo in
ghiacciaia. Infatti, lo Spirito Santo fu oscurato, relegato all’ultimo posto, quindi, svalorizzato con Maria».
Lui, invece, rimosso da Roma, dalla sua diocesi di Malinen-Bruxelles, Lo stava valorizzando col suo “Movimento
Pentecostale”, dove i fanatici del Movimento si scatenano in
danze ancestrali e promiscue!..
***
Ecco la “nuova evangelizzazione”: dialogo, ecumenismo, aggiornamento, collegialità democratica, dignità dell’Uomo, comunità di massa, teologia della liberazione, rivoluzione cristiana alla Fidel Castro, rilettura e reinvenzione dei Vangeli, nuovi catechismi, pregni solo del Vaticano II, corsi pseudo-teologici, acculturazione indigena, assemblee a getto continuo, conferenze episcopali nazionali a
profusione, sproloqui più che tollerati dei teologi aggiornati (ad esempio: W. Kasper, il quale nel suo “Gesù Cristo”
nega ogni storicità e realtà dei Vangeli, affermando: «Certi dogmi possono essere stupidi e precipitosamente prematuri»!).
In questo terremoto post conciliare, possiamo domandarci:
cosa ci sta a fare, oggi, il Papa?.. Ma Lui viaggia incessantemente, tiene lunghi discorsi tra acclamanti folle cosmopolite, convinto, forse, che “la parola è il tutto”, anche prescindendo dalla verità. Questo spiega anche perché sia stato uno
dei principali ispiratori della Dichiarazione sulla “Dignità
umana”, dove, tra l’altro, si proclama: «Il diritto degli esseri umani alla “libertà religiosa” ha il suo fondamento sulla
dignità della persona», dimenticando, però, che l’uomo non
può essere “libero che nella verità e santificato da essa”, e
che la verità assoluta si trova solo nel Verbo di Dio, per cui,
di conseguenza, solo «chi crederà e sarà battezzato, sarà
salvo; chi non crederà, sarà condannato» (Mc. XVI,I6).
Quindi, l’umanesimo antropocentrico, voluto dal Vaticano II, contro o superiore al teocentrismo, non può essere stato che ispirazione della massima massonica: «Noi
cerchiamo l’Uomo nell’Uomo, vuol dire la fine di ogni valore trascendente e dell’uomo stesso»!
Difatti quel richiamare in modo ossessivo le dignità assoluta e divina dell’uomo è inconcepibile in un’epoca, come la
nostra, sotto continua minaccia di sterminino atomico e di gravissime altre sciagure apocalittiche! Come si poteva parlare,
allora, di redenzione ed umanesimo integrale?.. Non è, invece,
inspiegabile che la Chiesa di Roma parli tanto di un ecumenismo che abbraccia tutti gli errori? Come si può, ormai, vagliare da soli “i veri fratelli dai falsi fratelli?”.
sac. dott. Luigi Villa