L’AZIONE SILENZIOSA DI SALVEZZA DI PIO XII
Il Pontificato di Pio XII fu di una grande e santa politica,
nel significato più sano della parola, e cioè: come scienza e arte di procurare il bene comune, nella vita pubblica nazionale e
internazionale.1
Chi più di Pio XII, infatti, si adoperò, in ogni modo, prima, per evitare la guerra, e poi, per limitarne gli orrori? Chi
più di Lui si adoperò per il ristabilimento della pace? Chi, come Lui, più sapientemente, indicò ai Governanti e ai popoli le
vie della civiltà e del vero progresso?
Del resto, quando la politica umana tocca l’Altare, la
Chiesa ha il diritto e il dovere di intervenire. E non solo si
è toccato l’Altare, ma, addirittura, si è attaccato l’Altare!
La Chiesa, infatti, è stata perseguitata; si sono messi in prigione Vescovi, clero e fedeli; si si sono chiusi e profanati i
templi; distrutta la libertà di coscienza; si sono usate arti diaboliche per annientare le resistenze psicologiche delle vittime;
degradata sempre più la famiglia; si è continuato con le discriminazioni razziali; si è dato sempre maggiore spazio all’immoralità; si è idolatrata la tecnica; si sono create forme di
materialismo; si è dato fondo a tutto il sudiciume delle passioni; in una parola, si è calpestato il Vangelo, la legge di Dio,
si è irriso alla Chiesa, si è criticato il Papa...
Ora: chi tocca Cristo, tocca la Chiesa, tocca il Papa!
Pio XII è insorto, per questo; ha parlato, ha stigmatizzato,
ha condannato, anche i Partiti politici, talvolta; non per immischiarsi in misere competizioni personali o di parte, ma per
combattere deleterie ideologie che detti Partiti hanno seguito e
propugnato; come: il materialismo, l’ateismo, l’indif ferentismo, il laicismo.
Pio XII, però, non si è fermato alla parola.
Per lenire le innumerevoli e inenarrabili miserie, conseguenze della guerra, donò tutto se stesso. Mobilitò la diplomazia e la radio; creò la “Pontificia Commissione di Assistenza”2; accolse nei palazzi pontifici 3 e negli Istituti e case religiose,4 gli sfollati, i perseguitati politici d’ogni colore 5; sfamò
e salvò Nazioni intere coi suoi interventi; come sfamò e salvò
Roma (che, poi, Lo proclamerà “Defensor Civitatis”); corse
a S. Lorenzo e a S. Giovanni, dopo i bombardamenti; istituì
gli “Uffici di ricerca”6 per i dispersi; ordinò ai “Suoi Rappresentanti” di visitare e recare aiuti ai prigionieri; of frì, Lui
stesso, l’oro richiesto dai nazisti, per la salvezza degli ebrei;
intercedette per i deportati, i condannati a morte; ecc. ecc. 7
La Sua coscienza era tranquilla; veramente, tutto quello
che poteva e doveva fare, per la pace, per gli ebrei, per tutti,
lo aveva voluto e fatto.
«Ad imitazione del Redentore Divino, Noi stessi, da quando il Signore volle elevarci, sebbene indegni al Sommo Pontificato, nulla abbiamo omesso per difendere la pace, per avvertire reggitori e popoli dei pericoli della guerra, per proporre norme, atte ad evitare nuovi conflitti, per circoscrivere e
mitigarne le disastrose conseguenze.
Veramente, in spirito di sincerità, Noi possiamo chiederci:
«Quid est quod ultra debuimus facere, et non fecimus? (Is.
5, 4) Che cosa potevamo fare di più, e non abbiamo fatto?» 8.
Pio XII sacrificò anche se stesso, per unirsi ai poveri, e per
provare Lui stesso la loro indigenze. Ridusse il suo cibo; moltiplicò le penitenze; si vietò qualsiasi riscaldamento nelle stanze. Alle fine della guerra, era così dimagrito, per i digiuni e le
penitenze, da essere ridotto a solo 57 chilogrammi di peso! 9
Rolf Hochhuth, tutto questo non lo ha accertato?
Non ha accertato che quando, nel luglio 1938, anche il Governo Fascista italiano emanò la “Carta della Razza”, e i
conseguenti provvedimenti antisemiti, subito, si costituì, a Roma, un “Comitato” per l’assistenza degli ebrei perseguitati
dal fascismo? Gli ebrei italiani, infatti, avevano subito compreso che, per loro, non c’era altra speranza di salvezza
che nella Chiesa Cattolica!
E fu così. Tutti i Vescovi si prodigarono in loro difesa, salvando tutti quelli che poterono salvare.
«E questo avvenne per le disposizioni che Pio XII ebbe a
dare alla Santa Sede, per noi». ( Raffaele Cantoni, membro
onorario dell’Esecutivo mondiale ebraico, e che ricoprì la carica di Presidente del “Comitato d’Assistenza per gli ebrei d’Italia”, dal luglio 1938 al 1943). Fin da quando i regimi di Hitler cominciarono a guardare a noi ebrei come a dei cani appestati che avrebbero potuto infettare la razza ariana, subito
noi guardammo e pensammo ad una protezione da parte della
Chiesa e del Papa. Noi eravamo certi che avremmo potuto
Contare sul Papa e sulla Chiesa nell’ora del pericolo, e non ci
ingannammo».
Rolf Hochhuth non ha accertato che, nella sola Roma, tra
il 1940 e il 1944, circa 25.000 ebrei trovarono scampo e aiuto
nell’“Opera San Raffaele”10, sostenuta e protetta dal Vaticano?
Non ha accertato che oltre 40.000 altri ebrei furono “ospitati”, con falsi nomi, in case religiose?
Non ha accertato che fu Pio XII ad assicurare il Gran Rabbino, Herzog, rifugiato in Asia Minore, che la Santa Sede
avrebbe fatto ogni sforzo per venire in aiuto agli ebrei?
Non ha accertato che Pio XII, nel discorso ai Cardinali,
del 2 giugno 1943, ribadì il diritto della Chiesa a difendere gli
ebrei, «destinati... a costrizioni sterminatrici»? 11
Non ha accertato che tutta l’opera diplomatica della Santa
Sede, in quegli anni di guerra, era rivolta, in tutti i Paesi d’Europa, senza alcuna eccezione, a difesa degli ebrei e di tutti gli
internati politici?12
Non ha accertato che la “legge anti-ebraica”, applicata
nella Croazia del Nord, fu “ostacolata dall’opposizione italiana”, nel sud; e che questa opposizione “era validamente appoggiata dal Nunzio di Zagabria”; e che lo stesso Ambasciatore Kasche la spiegò come dovuta “ampliamente all’influenza del Vaticano”?13
Non ha accertato che, occupata la Francia dagli eserciti tedeschi, la Chiesa protesse gli Israeliti contro lo stesso Governo, tanto che il 13 maggio 1941, il “Paris Soir” si chiedeva:
«Chi comanda ai cattolici: il Papato o gli ebrei?»; e il periodico “Je suìs partout”, il 30 ott. 1942, sottolineava: «Tutto è accaduto e continua ad accadere come se la Chiesa sia degli ebrei». Anche la “Oeuvre” del 22 ottobre 1942, scriveva:
«Non ci illudiamo: l’alleanza dei grandi arrivisti della Chiesa
cattolica con la comunità giudaica resta totale, assoluta» 14.
Rolf Hochhuth non ha accertato che, appunto per questo,
Vescovi e Cardinali francesi furono insultati; si chiese, perfino, la testa del Card. Gerlier , e più tardi, anche quella di
Mons. Feltin.
Il Governo francese comunque, nella persecuzione antisemita, attribuì il suo scacco alla Chiesa. Ed era vero!
Ma Hochhuth era un ragazzino, quando capitavano queste
cose; quando, alle frontiere svizzere, furono respinti in braccio
ai loro persecutori, oltre 40.000 ebrei; quando la Chiesa sola
sottraeva Ebrei, quanto più poteva, alla persecuzione, al massacro, ai campi di concentramento e di eliminazione; quando
tutto l’Episcopato reagiva e protestava, reiteratamente, per attutire, almeno, la persecuzione. 15
Hochhuth era un ragazzino quando la sera del 16 ott.
1943, le S.S. naziste catturarono, in Roma, più di mille ebrei
e Mons. Luigi Hudal, tedesco, per ordine diretto di Pio XII,
scriveva al comandante della città: «... Nell’interesse del pie-no accordo tra il Vaticano e l’Alto Comando militare tedesco... io la prego di voler dare ordini perché, immediatamente, vengano sospesi questi arresti, sia a Roma che nelle vicinanze; diversamente, io temo che il Papa prenda,
pubblicamente, posizione contro tali arresti; il che darebbe armi alla propaganda»16.
Hochhuth era ancora un ragazzino quando Pio XII ordinava ai suoi Nunzi Apostolici di rilasciare “passaporti protettivi” vaticani, a tutti gli ebrei perseguitati dal nazismo;17 quando Pio XII fece organizzare dal clero, d’ogni Paese interessato, un “movimento clandestino”, per sottrarre alla furia nazista e alla deportazione, migliaia e migliaia di ebrei. 18
Hochhuth, inoltre, non ha mai letto le “coraggiose Encicliche”19 di Pio XII, né le chiare “Pastorali” dei Vescovi che
denunciavano all’umanità i crimini nazisti, né ha mai letto i
famosi “14 discorsi” di Pio XII alla nazione tedesca.
Come pure ha ignorato la “decisione” di Hitler, nel
1941, di arrestare, in massa, tutto l’Episcopato cattolico tedesco... (segno evidente, questo, che, anche in Germania, le
Gerarchie, dietro chiare direttive pontificie, si erano spinte fino
al punto massimo nella loro attività caritativa verso gli Ebrei!
Hochhuth ha ignorato che, nei soli anni 1933-39, la Santa Sede ha inviato ben “55 Note” di “proteste” ufficiali, alla
Cancelleria tedesca; ha ignorato che Mons. Borgoncini-Duca,
Nunzio Apostolico in Italia, riuscì a impedire il trasferimento nei campi di sterminio di quegli ebrei stranieri che i tedeschi avevano rastrellato, in Italia.
Ma, forse, Hochhuth ha voluto anche ignorare la macabra
frase di Adolf Eichmann: «Io salterò, ridendo, nella tomba
perché l’impressione di avere sei milioni di vite sulla coscienza
è, per me, la fonte di una soddisfazione straordinaria»! 20
Inutile voler nascondere alla Storia da quale parte pende la
paurosa responsabilità morale di quell’eccidio che non ha riscontro (almeno come durata e numero!) nella storia dei popoli, anche più barbari!
Il “successo” di quell’ignobile lavoro da scarabeo, che
avvoltola lo sterco fuori del proprio recinto, è avvenuto proprio in quegli ambienti sui quali pesa il fatto di aver eliminato21 i sei milioni di ebrei, due milioni dei quali erano
bambini!
“Il Vicario” ha fornito un “alibi” al tremendo peso della
loro coscienza, la quale “sapeva” che c’era tutto un esercito
di medici, di infermieri, di soldati aguzzini, impegnati in questo sterminio!
Solo Pio XII ha avuto il coraggio evangelico di “condannare” il nazismo e la sua teoria razzista, divenendo, così, il più grande e sincero protettore, il più valido aiuto dei poveri perseguitati.
Nel discorso che, il 2 giugno 1948, festa di S. Eugenio,
tenne agli Em.mi Cardinali, disse: «... Terrena non metuit!
Non temé nulla sulla terra! Ecco il tratto caratteristico che riepiloga la vita e l’attività di tutti i grandi Papi; il tratto di cui la
Chiesa ha voluto fare il titolo di onore di tutti i Papi santi. Dal
primo momento in cui, nonostante la Nostra indegnità, fummo
chiamati a porci al loro seguito, Noi lo abbiamo sentito come
un perenne ammonimento per la Nostra condotta, ne abbiamo
fatto l’ideale, verso il quale, con tutte le Nostre deboli forze,
dobbiamo tendere. In un tempo come il nostro, agitato e agitante, in un tempo in cui la verità e l’errore, la fede di Dio e
la negazione di Dio, la supremazia dello spirito e il predomi-nio della materia, la dignità umana e l’abdicazione di questa
dignità, l’ordinamento della ragione e il caos della irragionevolezza si af frontano su tutta la superficie del globo, in una
lotta definitiva, la missione della Chiesa e del Suo Capo visibile, non può svolgersi ed adempiersi... se non sotto la divisa:
terrena non metuit. Aver timore? e di che cosa?».
E veramente, la Storia attesta, ormai, come Pio XII si
elevò a fermezza apostolica, sempre, nella coscienza di un bene superiore, oltre ogni viltà e opportunismo, proclamando la
verità in ogni direzione, e condannando l’errore in ogni sua
manifestazione, facendosi difensore della Fede contro ogni
materialismo e ateismo.
Certo, per un Papa, non è mai facile tracciare un sentiero
che passi attraverso il terreno viscido dei partiti e degli Stati.
Ma la Chiesa di Cristo, con la sua riga divina e il suo compasso, ancorato all’eterno, ha sempre saputo esplorare e disegnare una sua linea personale, incisiva, che le dà il sicuro movimento della Storia.
«Abbracciando, con uno sguardo d’assieme, i trascorsi anni del Nostro Pontificato... Ci sembra che la Divina Provvidenza abbia inteso assegnarci la particolare missione di contribuire a ricondurre, con paziente e quasi estenuante azione,
la umanità sui sentieri della pace» 22.
Oggi, la Storia, può dare solenne testimonianza a queste
Sue parole, a questa Sua generosa, eroica fedeltà con cui
adempì alla sua grande missione!
sac. Luigi Villa