XI CONCLUSIONE
( Undicesimo articolo febbraio 1886 )
Siamo giunti alla fine del nostro studio.
Nell'esaminare i loro destini futuri, ci siamo basati unicamente sulle profezie che formano una parte integrante della Scrittura divinamente ispirata.
La sostanza del nostro lavoro è stata tratta, dunque, dalle stesse fonti di cui si nutre la fede cattolica; e non pensiamo che ciò che abbiamo portato avanti riguardo all'Anticristo, all'apparizione di Enoch ed Elia, alla conversione degli ebrei, ai segni precursori del giudizio, possa essere negato senza imprudenza.
Dove possiamo aver sbagliato è nei commenti che abbiamo fatto su vari passaggi dell'Apocalisse, così come nel collegamento che abbiamo cercato di stabilire tra gli eventi citati sopra. Ma se abbiamo sbagliato, è stato nel seguire interpreti autorevoli, e più spesso i Padri della Chiesa.
Sbagliamo forse a vedere nello stato attuale del mondo i preludi della crisi finale descritta nei Libri Sacri? A noi non sembra così. L'apostasia iniziata nelle nazioni cristiane, la scomparsa della fede in tante anime battezzate, il piano satanico della guerra condotta contro la Chiesa, l'arrivo al potere delle sette massoniche, sono fenomeni di tale portata che non potremmo immaginarne altri più terribili.
Tuttavia, non vogliamo che il nostro pensiero sia distorto. L'epoca in cui viviamo è indecisa e tormentata. L'umanità è inquieta e vacillante. Accanto al male c'è il bene; accanto alla propaganda rivoluzionaria e satanica c'è un movimento di rinascita cattolica, manifestato da tante opere generose e sante imprese. Le due correnti diventano ogni giorno più chiare: quale delle due travolgerà l'umanità? Solo Dio lo sa, Lui che separa la luce e le tenebre, e segna i loro rispettivi posti 61.
D'altra parte, è certo che la carriera terrena della Chiesa è lungi dall'essere chiusa: anzi, forse non è mai stata così aperta. Nostro Signore ci ha fatto sapere che l'Ora, si può dire che il Vangelo è già stato predicato nel cuore dell'Africa, in Cina, in Tibet? Qualche rara luce non costituisce il giorno intero; qualche faro illuminato lungo le coste non scaccia la notte dalle terre profonde che si estendono dietro di loro.
Come condurrà la Chiesa questa gara, sotto quali auspici porterà alle nazioni che la ignorano, o che l'hanno ricevuta in modo insufficiente, la testimonianza promessa da Nostro Signore? Sarà in un periodo di relativa pace? Sarà nel pieno di una persecuzione religiosa? È possibile formulare ipotesi in entrambe le direzioni. La Chiesa si sta sviluppando in un modo che sconcerta tutte le previsioni umane; basta ricordare le meravigliose conquiste fatte contro l'infedeltà al culmine della crisi del protestantesimo.
Infatti, la più assoluta fiducia nelle magnifiche prospettive future della Chiesa non è affatto incompatibile con le nostre riflessioni e congetture sulla gravità della situazione attuale.
D'altra parte, nello stimare che stiamo assistendo ai preludi della crisi che porterà con sé la comparsa dell'Anticristo sulla scena mondiale, ci guardiamo bene dal voler precisare i tempi e i momenti, cosa che considereremmo una temerarietà ridicola. Permetteteci un confronto che spiegherà tutto il nostro pensiero.
Succede che un viaggiatore scopra, ad un certo punto del suo cammino, tutta una vasta distesa di un paese, delimitata all'orizzonte da montagne. Vede chiaramente le linee delle montagne lontane; ma non può valutare la distanza che le separa l'una dall'altra. Quando comincia ad attraversare questa distanza intermedia, trova burroni, colline, fiumi; e la meta sembra allontanarsi man mano che ci si avvicina.
Così è per noi, nella nostra umile comprensione, nei tempi attuali. Possiamo prevedere la crisi finale, osservando il piano satanico che sarà l'incoronazione suprema che si cova e si dispiega davanti ai nostri occhi. Ma, dal punto in cui siamo al momento attuale di questa crisi, quali sorprese ci aspettano!
Quanti restauri del bene sono sempre possibili! Quanti avanzamenti del male sono purtroppo anche possibili! Quante alternative nella lotta! Quante compensazioni per le perdite! Qui dobbiamo riconoscere, con Nostro Signore, che appartiene solo al Padre di organizzare i tempi e i momenti. "Non est vestrum nosse tempora vel momenta, quæ Pater posuit in sua potestate" 63. In questa incertezza, dominata dal pensiero della Provvidenza, cosa possiamo fare? Guarda e prega.
Vegliate e pregate, perché i tempi sono innegabilmente pericolosi, "instabunt tempora periculosa" 64; perché c'è un grande pericolo, in questo tempo di scandalo, di perdere la fede.
Vegliate e pregate, affinché la Chiesa possa svolgere la sua opera di luce, nonostante gli uomini delle tenebre.
Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione.
Vegliate e pregate in ogni momento, affinché possiamo essere trovati degni di fuggire da queste cose che avverranno in futuro, e di stare alla presenza del Figlio dell'uomo: "Vegliate, omni tempore orantes, ut digni habeamini fugere ista omnia quæ futura sunt, et stare ante Filium hominis" 65.