Il Mistero dell’Iniquità
Caso #13: La Libia
Il Presidente Barack Obama, il 22 marzo 2011, ha annunciato che le forze militari degli Stati Uniti avrebbero condotto in Libia operazioni a carattere umanitario, al fine di proteggere le vite dei civili innocenti di quel paese. Obama aveva solennemente giurato al popolo americano che queste operazioni sarebbero state “una questione di giorni, e non di settimane.” Mentre scrivo (giugno 2011), siamo entrati nel terzo mese di guerra, che aumenta d’intensità di giorno in giorno. Non v’è assolutamente nulla di “umanitario” nei bombardamenti e negli attacchi missilistici Americani, che ad oggi hanno ucciso oltre 700 civili Libici. Forse Obama intendeva proteggere i civili innocenti uccidendoli? O forse esiste un programma ben preciso, dietro a queste ostilità, che sta pian piano venendo fuori? Il Ministro degli Esteri Russo, Sergey Lavrov, ha dichiarato che i bombardamenti della NATO sono andati “ben oltre gli obiettivi della Risoluzione (dell’ONU)”. Il Primo Ministro Vladimir Putin ha paragonato l’intervento in Libia all’invasione americana in Iraq, affermando che si è trattato di una “Crociata quasi in stile medioevale”. (RIA Novosti, 21 marzo 2011)
Come dimostrato da Igor Khokhlov, analista militare dell’Accademia delle Scienze di Russia, per mezzo di chiare prove fotografiche (vedi Russia Today, 26 aprile 2011), le forze antigovernative della Libia sono state armate dagli aggressori Occidentali. Mentre si trovava a Londra Hillary Clinton, il Segretario di Stato Americano, è arrivata al punto di affermare che gli Stati Uniti “avevano il diritto” di armare i ribelli Libici, malgrado sia ormai risaputo che i leader delle forze ribelle in Libia siano affiliati ad al-Qaeda.
In un articolo del Daily Telegraph del 24 maggio 2011, intitolato “Il comandante dei ribelli Libici ammette che i suoi combattenti hanno legami con al-Qaeda”, si legge che “Abdel Hakim Al-Hasidi, leader dei ribelli Libici, ha affermato che i jihadisti che combatterono contro le truppe alleate in Iraq, sono oggi al fronte contro il regime di Muammar Gheddafi”. Al-Hasidi ha affermato che “i membri di al-Qaeda sono buoni mussulmani e stanno combattendo.”
Il governo degli Stati Uniti continua ad appoggiare i ribelli, come se al-Qaeda fosse una specie di colesterolo, come se ci potesse essere un al-Qaeda buono e un al-Qaeda cattivo (l’al-Qaeda “buono” starebbe in Libia, mentre quello “cattivo” si troverebbe in Afghanistan e in Pakistan). Il generale Hamid Gul, nella sua famosa intervista a Russia Today del 31 maggio 2011, ha stigmatizzato l‘incongrua e apparentemente assurda posizione degli americani, affermando: “chi è questa gente che appoggiano in Libia? Chi sono questi ribelli Libici? Al-Qaeda era nemica del governo di Gheddafi, e questa gente è la stessa che combatteva in Iraq. Ora se ne sono andati e si sono messi a combattere contro Gheddafi. Non è un paradosso il fatto che adesso l’America sostenga alQaeda, in Libia?”. Il 30 marzo 2011, Russia Today aveva riportato che “il comandante americano della NATO, ammiraglio James Stavridis, durante un’audizione al Senato degli Stati Uniti, avrebbe affermato che vi sarebbero rapporti ‘incerti’ sulla presenza di militanti di al-Qaeda tra le forze ribelli contrarie al regime di Gheddafi.” Sempre Russia Today, il 30 marzo 2011, aveva riportato la dichiarazione del Ministro degli Esteri Russo, Sergey Lavrov, secondo il quale: “Giungono rapporti allarmanti in merito alla presenza di elementi di al-Qaeda tra le forze ribelli in Libia. Questa notizia ci mette sicuramente in allarme.” Questo stato di cose illustra e sottolinea chiaramente il fatto che al-Qaeda non sia altro che una brigata di agenti addestrati dalla CIA e dall’MI6, usati dagli Stati Uniti e i loro alleati per scatenare guerre irregolari e non convenzionali. Il loro scopo è quello di destabilizzare le nazioni islamiche, dall’Asia Orientale fino a Gibilterra, per mezzo di atti terroristici e rivolte antigovernative, in modo da creare la necessità apparente di un intervento militare americano, inglese o della NATO, le cui forze poi invaderanno ed occuperanno quei paesi, instaurandovi un “governo fantoccio” ed una banca centrale da loro controllata. Le ultime rivolte “spontanee” che negli ultimi mesi sono scoppiate come funghi nel mondo arabo, sono state tutte organizzate dalla CIA, per ordine di chi ha in mano le redini del comando, cioè il capitalismo occidentale. Nell’ottobre 2010, un rappresentante di quest’elite finanziaria degli Stati Uniti, mesi prima che avvenissero le rivolte dei paesi arabi, rivelò al pastore Lindsey Williams che di lì a poco sarebbe scoppiata una crisi, che si sarebbe poi propagata in tutte le nazioni Arabe (questo lo ha rivelato lo stesso Williams alla radio, durante l’Alex Jones Show, nel metà ottobre). La crisi che sta colpendo le nazioni Arabe (in particolar modo l’Egitto e la Libia), porta su di sé il marchio inequivocabile e inconfondibile del Made in USA.
Ministro degli Esteri Russo Sergey Lavrov ha dichiarato che: “Se la situazione ci sfuggirà di mano, allora avremo a che fare con nuove manifestazioni del terrorismo in tutto il mondo, oltre a sviluppi di altra natura, che preferiremmo evitare.” Lavrov ha aggiunto anche che la “piaga” del terrorismo di al-Qaeda potrebbe “estendersi a tutta la regione, e non solo in Libia.” (Russia Today, 30 marzo 2011). (Se questo accadesse davvero, allora potrebbe avverarsi quello scenario del grande “scontro di civiltà” che i sionisti radicali hanno accuratamente preparato e pianificato da molti anni.) Il generale Hamid Gul, sempre su questo argomento, ha affermato: “Si stanno facendo sempre più forti e potenti, stanno razziando gli arsenali militari della Libia.” (Russia Today, 31 maggio 2011). Nell’articolo del Daily Telegraph che ho citato poco fa, si può leggere inoltre che: “Il presidente del Ciad, Idris Deby Itno, ha affermato che al-Qaeda sarebbe riuscita a saccheggiare gli arsenali militari libici, nella zona controllata dai ribelli, riuscendo ad impadronirsi persino di missili terra-aria.”
Da un punto di vista americano, britannico o occidentale in generale, la strategia di armare i terroristi e destabilizzare le nazioni islamiche è francamente folle e suicida, oltre ad essere una ricetta sicura per la sconfitta, non solo per l’Occidente ma per tutte le nazioni del mondo, incluse la Russia, la Cina ed Israele. Solo da un punto di vista globalista, come quello della Massoneria e del suo Nuovo Ordine Mondiale, una simile strategia può avere un senso. Si tratta infatti di un piano diabolico ideato per mettere le nazioni del mondo una contro l’altra, al fine di poterle conquistare e farle sparire dalla faccia della terra, decimando al tempo stesso la razza umana al fine di ripopolarla successivamente con una nuova razza. Si tratta dell’obbiettivo dichiarato della Massoneria, ed è identico a quello che avevano Hitler ed il Nazismo.
“Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi. Ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori.” (Mt 24,6-9)
Conclusioni
Ritengo che il lettore abbia ormai elementi sufficienti per comprendere senza problemi ciò che intendeva dire Martin Luther King: “L’organizzazione più violenta al mondo è il governo del mio paese”. Durante una conversazione tra i due grandi scrittori, F. Scott Fitzgerald chiese ad Ernest Hemingway se sapesse qual era la vera differenza tra ricchi e poveri. Hemingway non comprese subito il significato della domanda di Fitzgerald, e rispose che la differenza la facevano i soldi. Ma Fitzgerald rispose che non si trattava solo di soldi, ma del fatto che i ricchi “pensano in modo diverso.” Sono pervasi da quello che Sant’Agostino definì l’animus dominandi, descritto dal Pastore Lindsay Willians nel suo libro Syndrome of Control. Il piano criminale del Pentagono, rivelato dal documento Operation Northwoods dell’Ammiraglio L.L. Lemnitzer, è un prodotto di questo animus dominandi, di questa sete di potere.
Operation Northwoods venne approvato, a livello governativo, solo un gradino al di sotto del Segretario alla Difesa, Robert S. McNamara, i cui protetti e discepoli presso il Dipartimento della Difesa erano all’epoca proprio Donald Rumsfeld e Dick Cheney! Il Presidente Kennedy rifiutò il piano Operation Northwoods e rimosse Lemnitzer dal grado di Capo di Stato Maggiore Congiunto; tuttavia, quattro decenni dopo, Rumsfeld e Cheney avrebbero riportato in auge quel progetto, portandolo infine al suo sanguinoso epilogo, l’11 settembre 2001. Cheney ha dichiarato un giorno che “la guerra è una condizione naturale per l’umanità.” Uomini del genere sono motivati e dominati dallo spirito di morte, ed è quindi logico per loro desiderare di portare la guerra ovunque possa servire per poter creare il Nuovo Ordine Mondiale, il cui scopo è lo spopolamento della terra, prima per mezzo di genocidi commessi in sordina in nome dell’eugenetica, e poi – una volta che il Nuovo Ordine Mondiale sarà una realtà assodata – per mezzo di veri e propri stermini di massa. Il loro dio è il diavolo, e chiunque accetti le loro menzogne o approvi i loro progetti, non è altro che un servo ed uno strumento del diavolo.
Nelle Scritture, lo spirito della morte si rivela in un’epifania
di oscurità, quelli che San Paolo definisce “gli Spiriti maligni dell’aria” (Ef 6,12), cioè i più alti gradi di potere. Ecco che questo spirito di morte, alimentato da miti xenofobi, dall’irresponsabilità morale, dalla forza delle armi, dalla bramosia delle multinazionali, conclude i suoi affari, lontano dagli occhi e dai pensieri della gente comune, cioè noi. Come insegna la morte dei nostri martiri, una simile autorità temporale richiede un patto con lo spirito della morte…
Chi anela ad avere un posto di supremazia in questo super stato, deve stilare un patto con lo spirito della morte. Brzezinski ne ha parlato abbastanza apertamente, mentre Kissinger è stato più cauto. Da quegli “Spiriti maligni dell’aria” quello spirito filtra sempre più giù, verso di noi, fino ad accampare diritti su ciascuno di noi, appestando e soffocando anche aree all’apparenza decenti.
Si batte in favore della falsa pace, del compromesso morale e della complicità. Affievolisce, mitiga e pretende d’imporre modifiche alla morale: “Le cose potrebbero andare peggio,” suggerisce, “il silenzio è d’oro.” …
Lo spirito della morte raggela la spontaneità nei nostri cuori. Ne viene fuori un dualismo pernicioso – esistono vincitori e perdenti, noi e loro, i bravi e i maledetti, chi è amato da Dio e chi invece gli è in abominio, chi è al potere e chi rimane sotto il giogo, chi è condannato e chi ha invece le chiavi per il Regno di Dio. Alla fine, lo “spirito delle sfere celesti” diventa l’unica aria che respiriamo. Per codardia e voglia di compromessi, ci inginocchiamo dinanzi ai mostruosi crimini degli spiriti che stanno al comando.
Ci allontaniamo dalla nostra vocazione, oppure siamo tentati di psicanalizzarla, “liturgizzarla” o comunque trivializzarla. È in questo modo che perdiamo la capacità di dire un semplice ‘no’ di fronte all’autorità illegittima e alle sue pretese su di noi, sulle nostre vite, sui nostri figli, sui nostri guadagni – e per ultima sulla nostra coscienza, cioè la nostra stessa umanità…
Quello spirito rende la morte violenta e lo svilimento della vita umana due facce della stessa moneta, nel proprio regno, una moneta che è decisamente svalutata. Sia nel nostro paese che all’estero, sempre più persone vengono soppesate con l’attuale metro di giudizio americano, e ritenute prive di qualsiasi valore.
Sotto questo ‘sistema’, qui e altrove, sempre più gente vive nella miseria e muore prima del suo tempo; fino a che non raggiungeremo l’ultima e più tremenda delle assurdità, tutte le nostre vite sono sacrificabili dinanzi agli arsenali nucleari del mondo. È così che la disperazione raggiungerà il suo osceno vicolo cieco.492
Padre Paul Kramer