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giovedì 16 settembre 2021

Il Mistero dell’Iniquità

 


Il Mistero dell’Iniquità


POSTFAZIONE DELL’AUTORE

Per capire la gravità attuale della situazione internazionale, dobbiamo  prima capire quali sono gli scopi, i progetti ed i complotti della Massoneria.  La Massoneria sta cercando di creare uno stato globale, un nuovo ordine  mondiale, così come una nuova religione e una nuova razza umana.

Per descrivere questo nuovo ordine mondiale lo si può paragonare  all’ideologia di Adolf Hitler, perché la fonte degli errori dei nazisti fu  proprio la Massoneria. La dottrina della massoneria è la dottrina di Hitler,  ad eccezione del razzismo germanico. Ma la Massoneria non è certo meno  razzista del Nazismo, anzi è assai più radicale; tutto questo è documentato  nel mio ultimo libro Il Mistero dell’Iniquità. Se qualcuno avesse dei dubbi,  vi invito a leggerlo al più presto.

Quando la Madonna ci disse che solo Lei può aiutarci, ci stava parlando  di questa grande minaccia alla sopravvivenza della razza umana. Un ministro  di Hitler una volta affermò: “Il nostro programma è l’annientamento della  razza umana”. Il programma della Massoneria è l’annientamento della  razza umana, al fine di introdurre un nuovo ordine mondiale ed una nuova  razza di super uomini. Hitler trasse la sua dottrina direttamente da quella  Massonica!

Oggi i Massoni si stanno impadronendo del mondo e stanno  implementando i loro progetti a lungo termine. Per questo motivo  Nostro Signore Gesù Cristo, nel Vangelo, parlando del tempo della  grande tribolazione, disse: “Se quei giorni non fossero abbreviati, la  razza umana non potrebbe sopravvivere”. (Mt 24,22) Stiamo parlando  dell’annientamento totale della razza umana! È lo scopo del maligno, i cui  servitori si sono impegnati a realizzare al fine di distruggere l’opera di Dio. San Paolo ci disse che “La nostra battaglia non è contro creature fatte  di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori  di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.” (Ef 6,11)

Esiste una soluzione soprannaturale per combattere questo male  infernale che minaccia la nostra esistenza e che non riguarda solo  l’annientamento delle nazioni (che forse avverrà). L’arma soprannaturale  che ci ha donato il Cielo è la Consacrazione della Russia al Cuore  Immacolato di Maria, come richiesto dalla Madonna di Fatima. Senza  questa consacrazione l’umanità potrebbe essere annientata. 

L’attuale situazione internazionale è talmente grave che ormai siamo  sull’orlo di una nuova guerra mondiale. Il Ministro degli Esteri Russo ha  affermato che le guerre in Medio Oriente si stanno legando l’una con  l’altra, in modo da diventare presto un’unica guerra globale. Se vi sarà  una guerra mondiale (e ci sarà, se non consacreremo la Russia), dopo di  essa avverrà qualcosa di ancora peggiore, e cioè l’instaurazione del nuovo  ordine mondiale della massoneria, un progetto ancor più nazista di quello  della Germania hitleriana del secolo scorso! 

La minaccia è la più alta possibile, perché è in gioco la sopravvivenza  stessa della razza umana. Non esiste alcuna soluzione umana che possa  risolvere questa crisi, ma soltanto quella proposta dalla Madonna di Fatima,  perché solo Lei può salvarci! 

Padre Paul Kramer

martedì 14 settembre 2021

Il Mistero dell’Iniquità

 


Il Mistero dell’Iniquità


Nota 470 (Continua)

L’11 settembre 2001, il vice presidente Cheney svolgeva le funzioni  di Comandante di Stato Maggiore Congiunto delle Forze Armate, visto  che il Presidente Bush si trovava in Florida per leggere una storiella agli  alunni di una scuola. Il 16 settembre, durante la trasmissione Meet the Press  [“Incontriamo la Stampa”] della NBC, Cheney fece capire chiaramente a Tim Russert e agli spettatori della NBC che si trovava ai comandi del  paese, il giorno in cui accaddero gli attacchi alle Torri Gemelle: “Ero nella  posizione di vedere tutto ciò che stava avvenendo, di ricevere i rapporti  e poi prendere le decisioni su come reagire a quelle minacce.” Cheney,  come chiarì successivamente il Segretario al trasporto Norman Mineta,  era sicuramente a conoscenza del fatto che, quando l’aereo si trovava a  sole cinquanta miglia di distanza, “Il numero due della Federal Aviation  Agency, Monte Belger” gli aveva confermato che quel velivolo era in realtà  un ‘diversivo’ – “‘i transponder sono stati disattivati, quindi non sappiamo  chi sia’…”.

Il Segretario Mineta testimoniò dinanzi alla Commissione sull’11  Settembre, che il vice presidente Dick Cheney si trovava nel PEOC (Il  Centro Presidenziale per le Operazioni d’Emergenza) quando un aereo  fu visto avvicinarsi minacciosamente a Washington, durante i minuti  immediatamente precedenti l’attacco al Pentagono. Mineta affermò che:  “Durante quei concitati momenti in cui l’aereo si stava dirigendo verso il  Pentagono, c’era questo giovane aiutante che entrava nella stanza e diceva  al vice presidente ‘l’aereo è a 50 miglia’ – ‘l’aereo è a 30 miglia’ eccetera.  Quando tornò per dire che l’aereo era a dieci miglia di distanza, il giovanotto  chiese al Vice Presidente ‘Gli ordini rimangono sempre gli stessi?’ ed il vice  presidente si girò di scatto, dicendogli ‘Certo che gli ordini rimangono gli  stessi! Ha forse sentito il contrario?’”. È ovvio che, dato il contesto e la  natura della situazione, la domanda dell’aiutante in questione e la risposta  di Cheney non potevano riferirsi ad un ipotetico ordine appena dato dal  Presidente Bush di abbattere gli aerei aggressori (il Presidente Bush,  infatti, era troppo impegnato a leggere una storiella agli scolari in Florida),  perché quella domanda si riferiva ad un ordine già dato in precedenza.  Si tratta infatti del fatidico ordine del 1 giugno 2001, secondo il quale  non bisognava abbattere nessun aereo senza l’esplicita autorizzazione  del Segretario alla Difesa. Quindi, se il presidente Bush avesse cambiato  quell’ordine, non sarebbe stato possibile che un simile ordine “rimanesse lo  stesso”; è quindi logicamente e grammaticalmente impossibile che quella  domanda si riferisse ad un nuovo ordine appena arrivato da Bush, perché  esso non avrebbe potuto “rimanere lo stesso”. Nella sua testimonianza, il  Segretario Mineta ammise che lì per lì non aveva compreso chiaramente il  contesto della risposta di Cheney alla domanda del suo aiutante, e che forse  colui che l’aveva posta (Lee Hamilton) aveva probabilmente capito male.  La Commissione sull’11 Settembre ha falsificato i resoconti dell’evento,  dichiarando che Cheney non arrivò al PEOC se non dopo che il Pentagono  era stato colpito.

Padre Paul Kramer

sabato 11 settembre 2021

Il Mistero dell’Iniquità

 


Il Mistero dell’Iniquità


Nota 454 (Continua)

Notizie provenienti dal Pakistan qualche giorno prima che avvenissero  gli attacchi, riportarono che nei giorni immediatamente precedenti  agli attacchi dell’11 settembre, Osama bin Laden era stato ricoverato in  un ospedale Pachistano per una malattia ai reni. Il fatto poi che quegli aerei siano stati dirottati, è una speculazione del tutto priva di prove  fattuali e circostanziate. Il Colonnello Donn de Grand-Prè, un ex ufficiale  dell’Aviazione degli Stati Uniti, durante un’intervista all’Alex Jones Show  del 2004, ha dichiarato che all’epoca degli attacchi era costantemente in  contatto con lo Stato Maggiore Congiunto (JCS), e che quest’ultimo sapeva  bene che gli aerei usati negli attacchi dell’11 settembre non erano stati  dirottati.

David Ray Griffin ha sottolineato come i vari dettagli della versione  ufficiale data dal governo “cadano” uno dopo l’altro, non appena vengono  sottoposti ad un’analisi seria, e che “una delle cose a cadere per prime  è l’idea stessa che vi fossero dei dirottatori di al-Qaeda su quegli aerei.”  Griffin affronta quest’argomento nel suo libro, e le sue congetture si basano  sui tabulati delle presunte telefonate che sarebbero state effettuate da quei  velivoli. Gli investigatori dell’FBI hanno verificato che i tabulati telefonici  dimostrano che la presunta chiamata fatta da Barbara Olson sul Volo 77,  in realtà non è mai avvenuta. L’FBI, spiega Griffin, “non ha dato alcun  sostegno all’affermazione secondo cui quelle telefonate di Barbara Olson  ‘siano mai avvenute’… Il rapporto dell’FBI sulle chiamate effettuate dal  Volo 77 dell’American Airlines, afferma che Barbara Olson provò a fare  una telefonata, ma che questa non ebbe esito, e che pertanto (com’è ovvio)  durò ‘0 secondi’ in tutto.” La tecnologia per fare queste chiamate, durante i  voli di linea non esisteva, nel 2001, e non sarebbe stata disponibile fino al  2004. Non solo non c’era la possibilità tecnologica di poterle effettuare, ma  anche il contenuto delle telefonate registrate e partite teoricamente dagli  aeroplani durante il presunto dirottamente è molto dubbio e aggiunge  ulteriori prove a supporto dell’unica conclusione ragionevole, e cioè che  quelle chiamate sono un falso, costruito da chi ha organizzato il tutto (la  CIA), in modo da poter incolpare i suoi stessi agenti arabi, arruolati per  l’occasione. 

Gli aerei che hanno effettuato gli attacchi hanno compiuto delle manovre  che solo dei piloti militari sarebbero stati in grado di effettuare. I presunti  attentatori, che secondo la versione ufficiale avrebbero pilotato quei jet  di linea, avevano appreso solo i rudimenti del volo e avevano a malapena  le capacità di pilotare piccoli aerei a motore singolo. I jet in questione  erano equipaggiati con sistemi anti-dirottamento, che consentono ai piloti  di premere un pulsante che attiva il controllo a distanza dell’aviogetto al  primo segnale di pericolo. 

Alcuni dei presunti dirottatori sarebbero poi stati avvistati (vivi  e vegeti) dopo gli attentati dell’11 settembre. Saeed Al-Ghandi, il cui  passaporto fu trovato tra le macerie del Pentagono e che viene considerato  dall’FBI uno dei dirottatori dell’aeroplano che gli si era schiantato contro, è  stato intervistato successivamente dal giornale di Londra Ashara Al Awsat. 

Il padre di Mohammed Atta, il presunto anello di collegamento dei presunti  attentatori, afferma che suo figlio gli parlò qualche giorno dopo gli attacchi;  eppure, la persona che gli fece il check-in all’aeroporto Logan, disse di  ricordarsi perfettamente di avergli consegnato le carte d’imbarco per il  volo in questione. Un altro presunto dirottatore del Volo 11 dell’American  Airlines, Walid Al Shehri, sta decisamente in salute ed è attualmente pilota della Royal Saudi Airlines. Al Shehri ha negato il proprio coinvolgimento  nei terribili attentati dell’11 settembre, e afferma d’essere stato in Marocco  durante quei giorni. Riconosce d’essersi addestrato al volo a Daytona  Beach e di essere il Walid Al Shehri accusato dall’FBI per concorso nel  dirottamento del Volo 11. Abdulaziz Al Oman, presunto dirottatore del Volo  11, è attualmente un impiegato della Saudi Telecoms. Il Dipartimento di  Giustizia sembra non avere alcun interesse nel rintracciare queste persone  o nel farle estradare, perché il fatto stesso che siano vive smonta l’intero  teorema che li vedeva a bordo degli aeroplani che si schiantarono l’11  settembre. Se effettivamente queste persone si trovavano a bordo di quegli  aerei, è ovvio che non li hanno dirottati né tantomeno che siano morti,  riuscendo pertanto ad atterrare tranquillamente. La ‘ricostruzione ufficiale’  degli eventi, secondo la quale si è trattato di un dirottamento, è pertanto  priva di fondamento, e alla luce delle prove disponibili è chiaramente impossibile. 

Il documentario Loose Change, Second Edition introduce delle prove  decisive a sostegno del fatto che il Volo 93, che secondo il governo si sarebbe  schiantato a Shanksville, in Pennsylvania, in realtà era stato mandato a  Cleveland, dov’è tranquillamente atterrato, mentre tutti i passeggeri sono  stati presi in custodia dalla FEMA (l’Agenzia Federale per la gestione delle  emergenze). L’aereo in questione è rimasto in servizio dopo gli attentati,  fino al momento in cui è stato realizzato il documentario.

Sul luogo dove si sarebbe schiantato il Volo 93 non v’erano tracce  identificabili di uno schianto aereo: non c’erano i relitti dell’aeroplano,  non c’erano resti umani, non c’erano valigie, in sostanza non c’era nessuna  prova evidente che un qualsiasi aereo si fosse schiantato in quel punto. Ciò  che colpì maggiormente gli investigatori ed i giornalisti accorsi sulla scena,  fu il fatto che in quell’area non vi fosse nient’altro che un cratere (simile a  quello che si può ottenere sganciando una bomba aerea) e qualche piccolo  pezzo di rottame non identificabile – insomma, la totale mancanza di  qualsiasi prova che potesse indicare lo schianto di un aereo in quel punto.  Secondo l’Operation Northwoods, il documento del Pentagono nel quale  si delineavano i dettagli di una simulazione di dirottamento terroristico e la  conseguente esplosione degli aerei, quei velivoli avrebbero dovuto essere  dirottati e fatti atterrare presso un aeroporto remoto, facendovi scendere  tutti i passeggeri ed il loro equipaggio. A questo punto, dei droni senza  equipaggio, costruiti in modo da sembrare identici agli aerei dirottati,  sarebbero stati inviati al loro posto e usati nell’operazione terrorista sotto  false insegne. Quale sia stata la sorte dei passeggeri e dell’equipaggio è una  domanda alla quale solo la FEMA potrebbe rispondere, ma sino ad oggi  non l’ha fatto.

Padre Paul Kramer

giovedì 9 settembre 2021

Il Mistero dell’Iniquità

 


Il Mistero dell’Iniquità


Nota 437 (Continua)

La libertà di pensiero e di espressione, così com’è al giorno d’oggi, si  può esercitare in un ambito assai ristretto. Esiste un proverbio Giapponese  che descrive molto bene quel che accade a chi dissente: “Sul chiodo che si  allunga troppo cade il martello”, solo che la realtà è molto più brutale di  quel proverbio. Se pensate che stia esagerando, guardate cos’è successo  al vescovo Richard Williamson, che è stato colpevolizzato dall’opinione  pubblica per aver esercitato quello che un tempo era il diritto alla libertà  di parola; oppure riflettiamo su tutti quelli che sono stati accusati, arrestati  o rinchiusi in ospedali psichiatrici perche hanno commesso il “crimine” di  aver espresso pensieri inaccettabili o opinioni proscritte. Anche chi non  viene arrestato o confinato in queste istituzioni, tuttavia, viene comunque  perseguitato e tacciato di ogni nefandezza, vedendosi assegnare etichette  dispregiative come quella di “estremista”, “idiota”, “stravagante”, “persona  emotivamente disturbata”, paranoide, psicopatico, lunatico, e così via.  Queste persone corrono il serio rischio di venire private della propria libertà  personale sulla base della diagnosi di Sindrome Oppositivo Provocatoria  (ovviamente falsa e di natura meramente politica), visto che le persone  affette da questa sindrome vengono considerate come “un pericolo per se  stesse e per gli altri”. Un simile comportamento ricorda ciò che si faceva in URSS ai dissidenti! Eppure, tutto questo sta avvenendo sempre più  spesso, ed in modo allarmante, nelle democrazie occidentali che in teoria  si vantavano di essere prive della deriva totalitaria del comunismo o del  fascismo. 

Nella sua autobiografia, il famoso disertore del KGB, Peter Deriabin,  descrisse il trattamento che veniva riservato agli scolari che durante il  regime sovietico esprimevano un’opinione non approvata (cioè un proprio  giudizio, invece dell’opinione socialmente approvata): a tutti gli altri  compagni di scuola veniva ordinato di prendere in giro e schernire lo  scolaro “in errore”. In questo modo, che Deriabin paragona al linciaggio  dei Negri che veniva praticato nell’America sudista, si riusciva ad ottenere  unanimità e “consenso”. Persino i più lenti di comprendonio riuscivano ad  imparare una simile lezione molto presto. Non v’era alcuna prospettiva di  futuro o di carriera per un dissidente. In ogni strato della vita sociale, nel  lavoro, nell’ambiente accademico, militare o politico, la regola del bastone  e della carota teneva la gente a freno: l’approvazione o la disapprovazione  sociale venivano usate come armi per tenere la gente in quei confini di nonlibertà imposti dalla “psico-polizia” dei regimi comunisti. Negli Stati Uniti,  in Europa Occidentale e in altri paesi cosiddetti democratici – specialmente  in quelli di lingua inglese dell’ex Impero Britannico – questo stesso sistema  del bastone e della carota viene applicato in modo molto più sottile, in  modo da sostenere la linea di partito “politicamente corretta”, che viene  ormai imposta a tutta la società. Questi metodi “sottili” si esplicano in  genere con la minaccia di retrocessione al lavoro e di licenziamento, o  col fallimento delle proprie attività accademiche. La gente è ormai  condizionata al punto tale che è sufficiente indurre una persona ad aver  paura d’essere considerato un fanatico, un’estremista o un “teorico della  cospirazione” perché questi addomestichi il suo modo di pensare e formuli  il proprio giudizio solamente sulla base di ciò che è socialmente approvato.  Ma esistono anche metodi molto meno “sottili”, più simili a quelli usati  dal KGB e dalla Gestapo, che vengono oramai impiegati sempre più spesso  e senza ritegno, mentre le libertà civili e i diritti costituzionali vengono  calpestati ed aboliti ogni giorno di più. 

Nell’Unione Sovietica, quando un dissidente veniva giudicato  “schizofrenico” dal Colonnello Dr. Luntz del KGB, finiva confinato in un  ospedale psichiatrico. Le parole del Colonnello Dr. Danil L. Luntz in merito a  questo, furono chiarissime: “Quando dico che una persona è schizofrenica,  quella persona è schizofrenica; e se dico che un posacenere è schizofrenico,  anche quel posacenere è schizofrenico.” Queste parole sono riportate dal  giornalista John Barron, nel suo libro KGB, a pag. 110. In merito a questo,  Barron riporta che: 

Il 5 dicembre 1969, prima dell’inizio di un’opera al Palazzo dei  Congressi del Cremlino, la diciannovenne Valeria Novodvorskaya  distribuì dei volantini che riportavano una poesia da lei scritta: 

Grazie, partito,

per la nostra tristezza e la nostra disperazione

per il nostro folle silenzio,

grazie, partito.

Grazie, partito 

per il peso della verità dannata,

per i colpi delle battaglie che verranno,

Grazie, partito.

Gli psichiatri dell’Istituto Serbsky conclusero che Valeria  soffriva di “schizofrenia con sviluppo paranoide della personalità.” 

I suoi soli sintomi erano state delle “forti emozioni” mostrate dal  soggetto mentre rispondeva alle loro domande. La sentenza fu  implacabile “ricovero coatto.” (Barron, p. 110.)

Viktor Fainburg, dichiarato insano di mente dopo aver  protestato contro l’invasione della Cecoslovacchia, venne  informato che: “la sua malattia consisteva nel suo modo di pensare  dissidente.”(Barron, p. 110.)

Ivan Yakhimovich…servì il Partito con tutto se stesso,  meritando i massimi onori... rimase scioccato dal processo contro  alcuni giovani intellettuali, arrestati nel 1968 a causa delle loro  posizioni dissidenti. Scrisse al membro del Politburo, Mikhail  Suslov, denunciando coloro che ritenevano che le idee potessero  “essere uccise con i proiettili, con la prigione o l’esilio.” Quell’agosto  Yakhimovich condannò l’invasione della Cecoslovacchia. Perse il  lavoro, poi il suo permesso di soggiorno – il che gli rese impossibile  trovare un altro lavoro – ed il 24 marzo 1969 venne arrestato dal  KGB. L’accusa era quella di aver diffamato “Lo Stato sovietico ed il sistema socialista.” … si riunirono le commissioni psichiatriche, e per loro fu ovvio che Yakhimovich fosse ‘schizofrenico’. La corte lo condannò all’internamento coatto presso un ospedale di Riga.  (Barron, pp. 111-112.)

Tempo fa, all’Alex Jones Show, ho ascoltato l’intervista di una signora  dell’Ohio, moglie di un importante politico di quello stato, alla quale era  stata diagnosticata la Sindrome Oppositiva Provocatoria ed era quindi  stata rinchiusa in un istituto psichiatrico (su pressione del suo ambizioso  marito), solo perché aveva espresso la propria opinione – assolutamente  legittima e tra l’altro rispondente a verità – secondo la quale l’US Income  Tax Act è incostituzionale. Questa testimonianza mi fece rendere conto che  in America, i cosiddetti ingegneri sociali sono ormai riusciti ad ottenere  un regime simile a quello sovietico. L’esempio di questa donna, infatti, non  è isolato: piuttosto che far giudicare le parole e le azioni di una persona  da un tribunale, attraverso un giusto processo, è molto più facile “far  rinchiudere” quella persona trovando uno psichiatra compiacente, corrotto  e avido al punto giusto, che accetti di falsificare la pratica inviatagli  dallo Stato per un’analisi psichiatrica, etichettando quel paziente come  “pericoloso per se stesso e gli altri”. In questo modo si aggira il corso della  legge e la si sostituisce con procedure amministrative, corrotte e malvagie,  che calpestano le libertà civili e riducono la popolazione alla sottomissione  e all’arrendevolezza. In questo modo, una Repubblica che un tempo era  libera e democratica, si trasforma nel Mondo Nuovo di Huxley.

Le opinioni politiche, storiche e religiose considerate pericolose dall’ordine costituito, vengono ormai normalmente messe fuori legge,  bandite ed etichettate ‘discorsi dell’odio’ o ‘letteratura dell’odio’, come se  l’odio in sé fosse qualcosa di malvagio (forse è bene ricordarlo, ma noi  abbiamo l’obbligo morale di odiare l’empietà e amare la giustizia [Sal  45,7], di odiare le menzogne e le falsità e di amare invece la verità). Il  concetto stesso di ‘discorso dell’odio’ è una menzogna, perché è impossibile  per un individuo sano e razionale non odiare qualcosa, perché è la natura  stessa a decretare che si deve odiare ciò che è contro il bene. Una persona  che non odiasse nulla non sarebbe altro che uno zombie lobotomizzato,  incapace di esprimere un qualsiasi pensiero critico o di formulare un  proprio giudizio o una propria opinione – proprio come la canzone  “Nowhere man” dei Beatles – incapace di avere un proprio punto di vista.  Proprio come dei robot, la massa delle persone viene condizionata in  modo da farle odiare solo ciò che le autorità vogliono che venga odiato, un  odio programmato e selettivo. È tuttavia assolutamente proibito qualsiasi  “discorso dell’odio” che si indirizzi contro il male che viene compiuto dai  gruppi, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che detengono il potere, da  tutti coloro che hanno da tempo dichiarato il proprio intento criminale  e che si adoperano apertamente per ottenere una plutocrazia globale e  neo-feudale, che ha come scopo quello di decimare la maggioranza della  popolazione mondiale (proprio come se fossero dei capi di bestiame da  abbattere, e che non servono agli scopi dell’elite al potere). Mi riferisco a  quelli che Kissinger definiva “mangiatori inutili”.

Le Repubbliche moderne si fondano sul principio della Libertà: i  cittadini posseggono il diritto di ricercare e di esprimere liberamente ciò che  ritengono essere la verità. La Repubblica degli Stati Uniti e le democrazie  Occidentali si fondano tutte su questo principio (la Libertà veniva raffigurata  nelle monete della Repubblica Francese: Libertà, Eguaglianza, Fraternità),  che è alla base del loro diritto. Oggi, tuttavia, questo principio di Libertà  non esiste più. In una società libera e democratica, una persona ha il dovere  di investigare e di farsi una propria opinione, potendosi esprimere in libertà  su qualsiasi argomento, si tratti della legalità delle tasse sul reddito, delle  azioni criminali di chi è al governo, delle camere a gas di Auschwitz, del  numero di ebrei uccisi dai nazisti o del progetto diabolico e criminale di  un’egemonia teocratica globale, il Nuovo Ordine Mondiale, che sta venendo  imposto da una setta massonica, teoricamente ebraica, ma in realtà neopagana e luciferina. In una società libera, la persona umana possiede il  diritto inalienabile di esprimere la propria onesta opinione, senza dover  temere una qualsiasi ritorsione, mentre i veri Nazisti sono proprio coloro  che condannano e arrestano o comunque penalizzano il cittadino che  esercita questo suo diritto. Costoro sono colpevoli del più grave tra i crimini  dell’odio: quello contro la verità!

Padre Paul Kramer

martedì 7 settembre 2021

Il Mistero dell’Iniquità

 


Il Mistero dell’Iniquità


Nota 427 (Continua)

Tre esempi di controllo della percezione

1) L’8 agosto 2008, le Forze Armate della Repubblica della Georgia  lanciarono un proditorio attacco a sorpresa contro l’Ossezia del Sud e  le forze d’interposizione Russe che si trovavano in quel paese. I media  occidentali riportarono quasi all’unisono la notizia secondo cui era stata la  Russia ad aver attaccato a sorpresa la Georgia! Si trattava di una menzogna  evidente. I resoconti dei mass media furono talmente falsi e palesemente  rimaneggiati, da spingere Vladimir Putin ad affermare che i media  Occidentali avevano probabilmente agito di concerto, quasi in risposta  ad un’imbeccata. Quando apparve in televisione Amanda Kokoeva, una  ragazza di 14 anni originaria dell’Ossezia del Sud e residente nella zona  di San Francisco, per raccontare la sua testimonianza diretta dell’attacco a  sorpresa da parte delle forze Georgiane, lo shock che provocò agli spettatori,  alla stazione televisiva e a tutto l’establishment dei mass media americani,  fu enorme. E questo solo perché aveva ripetuto semplicemente ciò che  aveva visto, e cioè gli attacchi aerei e d’artiglieria (e poco dopo anche  quelli della fanteria) delle forze georgiane che avevano colpito il distretto  residenziale, dove Amanda abitava insieme a suo nonno. Visto che le loro  menzogne erano state scoperte, i media ed i governi occidentali decisero  di cambiare tattica, affermando che la Russia era colpevole d’aver risposto  a quegli attacchi in modo sproporzionato. A quest’assurda affermazione  Putin rispose chiedendosi retoricamente se i soldati Russi avrebbero dovuto  rispondere lanciando fagioli, al posto dei proiettili! Il Presidente Russo,  Dmitry Medvedev, durante un discorso pronunciato poco dopo, arrivò ad  affermare che l’attacco dell’8 agosto era stato “l’11 settembre della Russia”.  2) Nei momenti successivi agli attentati alla metropolitana di Londra  del 7 luglio 2005, Jean-Charles Menezes venne brutalmente ucciso da  alcuni agenti della Polizia Metropolitana, in quella che sembrò essere una vera e propria esecuzione. Menezes era entrato tranquillamente nella  stazione della metro, senza alcun atteggiamento aggressivo, aveva usato  il proprio abbonamento e si era seduto sul treno. La polizia entrò nel  vagone dove si trovava Menezes, e senza dire una parola lo atterrarono e  gli spararono 11 volte alla testa. Nei resoconti iniziali, la polizia ed i media  riportarono falsamente che Menezes stava correndo verso il treno, che  aveva dei fili che gli uscivano dalla giacca e che la polizia era stata costretta  a sparargli quando non aveva obbedito all’ordine di fermarsi. Nei giorni che  precedettero l’inchiesta sulla sparatoria, la BBC riportò incessantemente  la notizia che si stava indagando sull’uccisione per errore di Menezes,  riprendendo le affermazioni della polizia, secondo la quale Menezes era  stato ucciso per errore. L’opinione pubblica venne quindi condizionata in  anticipo nei confronti di un verdetto, che era già stato emesso prima ancora  che avesse inizio l’inchiesta. La verità dietro a questo crimine viene rivelata  nel documentario di Alex Jones TerrorStorm, Second Edition. 

3) Durante una mia apparizione a Porta a Porta, un programma della  RAI, spiegai al giornalista che mi intervistava che il Cardinale Ciappi aveva  scritto una lettera, nella quale affermava che nel Terzo Segreto di Fatima c’è  scritto che la Grande Apostasia nella Chiesa avrebbe avuto origine dal suo  vertice. Anche se parlo molto bene l’Italiano, l’intervistatore insistette nel  farmi la domanda in inglese. Questo dette loro l’opportunità di falsificare  le mie parole, e infatti tolsero dalla loro traduzione fraudolenta qualsiasi  accenno al Cardinale Ciappi, facendo sembrare che fossi io l’autore di una  simile dichiarazione, e non Ciappi. In questo, modo poterono etichettare la  “mia” opinione come “radicale”. Tuttavia, ad un certo punto il doppiaggio  italiano finisce, e si può sentire chiaramente in sottofondo la “mia” voce, in  inglese, mentre pronuncio il nome “Ciappi”, che invece nella traduzione è  stato eliminato del tutto. 

Padre Paul Kramer

sabato 4 settembre 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso #13: La Libia

Il Presidente Barack Obama, il 22 marzo 2011, ha annunciato che  le forze militari degli Stati Uniti avrebbero condotto in Libia operazioni  a carattere umanitario, al fine di proteggere le vite dei civili innocenti  di quel paese. Obama aveva solennemente giurato al popolo americano  che queste operazioni sarebbero state “una questione di giorni, e non  di settimane.” Mentre scrivo (giugno 2011), siamo entrati nel terzo  mese di guerra, che aumenta d’intensità di giorno in giorno. Non v’è  assolutamente nulla di “umanitario” nei bombardamenti e negli attacchi  missilistici Americani, che ad oggi hanno ucciso oltre 700 civili Libici.  Forse Obama intendeva proteggere i civili innocenti uccidendoli? O  forse esiste un programma ben preciso, dietro a queste ostilità, che sta  pian piano venendo fuori? Il Ministro degli Esteri Russo, Sergey Lavrov,  ha dichiarato che i bombardamenti della NATO sono andati “ben oltre  gli obiettivi della Risoluzione (dell’ONU)”. Il Primo Ministro Vladimir  Putin ha paragonato l’intervento in Libia all’invasione americana in Iraq,  affermando che si è trattato di una “Crociata quasi in stile medioevale”.  (RIA Novosti, 21 marzo 2011)

Come dimostrato da Igor Khokhlov, analista militare dell’Accademia  delle Scienze di Russia, per mezzo di chiare prove fotografiche (vedi Russia Today, 26 aprile 2011), le forze antigovernative della Libia sono  state armate dagli aggressori Occidentali. Mentre si trovava a Londra  Hillary Clinton, il Segretario di Stato Americano, è arrivata al punto di  affermare che gli Stati Uniti “avevano il diritto” di armare i ribelli Libici,  malgrado sia ormai risaputo che i leader delle forze ribelle in Libia  siano affiliati ad al-Qaeda.

In un articolo del Daily Telegraph del 24 maggio 2011, intitolato  “Il comandante dei ribelli Libici ammette che i suoi combattenti hanno  legami con al-Qaeda”, si legge che “Abdel Hakim Al-Hasidi, leader dei  ribelli Libici, ha affermato che i jihadisti che combatterono contro le  truppe alleate in Iraq, sono oggi al fronte contro il regime di Muammar  Gheddafi”. Al-Hasidi ha affermato che “i membri di al-Qaeda sono buoni mussulmani e stanno combattendo.”

Il governo degli Stati Uniti continua ad appoggiare i ribelli, come se  al-Qaeda fosse una specie di colesterolo, come se ci potesse essere un  al-Qaeda buono e un al-Qaeda cattivo (l’al-Qaeda “buono” starebbe in  Libia, mentre quello “cattivo” si troverebbe in Afghanistan e in Pakistan).  Il generale Hamid Gul, nella sua famosa intervista a Russia Today  del 31 maggio 2011, ha stigmatizzato l‘incongrua e apparentemente  assurda posizione degli americani, affermando: “chi è questa gente che  appoggiano in Libia? Chi sono questi ribelli Libici? Al-Qaeda era nemica  del governo di Gheddafi, e questa gente è la stessa che combatteva  in Iraq. Ora se ne sono andati e si sono messi a combattere contro  Gheddafi. Non è un paradosso il fatto che adesso l’America sostenga alQaeda, in Libia?”. Il 30 marzo 2011, Russia Today aveva riportato che  “il comandante americano della NATO, ammiraglio James Stavridis,  durante un’audizione al Senato degli Stati Uniti, avrebbe affermato che  vi sarebbero rapporti ‘incerti’ sulla presenza di militanti di al-Qaeda  tra le forze ribelli contrarie al regime di Gheddafi.” Sempre Russia  Today, il 30 marzo 2011, aveva riportato la dichiarazione del Ministro  degli Esteri Russo, Sergey Lavrov, secondo il quale: “Giungono rapporti  allarmanti in merito alla presenza di elementi di al-Qaeda tra le forze  ribelli in Libia. Questa notizia ci mette sicuramente in allarme.”  Questo stato di cose illustra e sottolinea chiaramente il fatto che  al-Qaeda non sia altro che una brigata di agenti addestrati dalla CIA  e dall’MI6, usati dagli Stati Uniti e i loro alleati per scatenare guerre  irregolari e non convenzionali. Il loro scopo è quello di destabilizzare  le nazioni islamiche, dall’Asia Orientale fino a Gibilterra, per mezzo di  atti terroristici e rivolte antigovernative, in modo da creare la necessità  apparente di un intervento militare americano, inglese o della NATO, le  cui forze poi invaderanno ed occuperanno quei paesi, instaurandovi un  “governo fantoccio” ed una banca centrale da loro controllata. Le ultime  rivolte “spontanee” che negli ultimi mesi sono scoppiate come funghi  nel mondo arabo, sono state tutte organizzate dalla CIA, per ordine di  chi ha in mano le redini del comando, cioè il capitalismo occidentale.  Nell’ottobre 2010, un rappresentante di quest’elite finanziaria degli  Stati Uniti, mesi prima che avvenissero le rivolte dei paesi arabi, rivelò  al pastore Lindsey Williams che di lì a poco sarebbe scoppiata una crisi,  che si sarebbe poi propagata in tutte le nazioni Arabe (questo lo ha  rivelato lo stesso Williams alla radio, durante l’Alex Jones Show, nel  metà ottobre). La crisi che sta colpendo le nazioni Arabe (in particolar  modo l’Egitto e la Libia), porta su di sé il marchio inequivocabile e  inconfondibile del Made in USA.

Ministro degli Esteri Russo Sergey Lavrov ha dichiarato che: “Se  la situazione ci sfuggirà di mano, allora avremo a che fare con nuove  manifestazioni del terrorismo in tutto il mondo, oltre a sviluppi di  altra natura, che preferiremmo evitare.” Lavrov ha aggiunto anche  che la “piaga” del terrorismo di al-Qaeda potrebbe “estendersi a tutta la regione, e non solo in Libia.” (Russia Today, 30 marzo 2011). (Se  questo accadesse davvero, allora potrebbe avverarsi quello scenario del  grande “scontro di civiltà” che i sionisti radicali hanno accuratamente  preparato e pianificato da molti anni.) Il generale Hamid Gul, sempre  su questo argomento, ha affermato: “Si stanno facendo sempre più forti  e potenti, stanno razziando gli arsenali militari della Libia.” (Russia  Today, 31 maggio 2011). Nell’articolo del Daily Telegraph che ho citato  poco fa, si può leggere inoltre che: “Il presidente del Ciad, Idris Deby  Itno, ha affermato che al-Qaeda sarebbe riuscita a saccheggiare gli  arsenali militari libici, nella zona controllata dai ribelli, riuscendo ad  impadronirsi persino di missili terra-aria.”

Da un punto di vista americano, britannico o occidentale in generale,  la strategia di armare i terroristi e destabilizzare le nazioni islamiche è  francamente folle e suicida, oltre ad essere una ricetta sicura per la  sconfitta, non solo per l’Occidente ma per tutte le nazioni del mondo,  incluse la Russia, la Cina ed Israele. Solo da un punto di vista globalista,  come quello della Massoneria e del suo Nuovo Ordine Mondiale, una  simile strategia può avere un senso. Si tratta infatti di un piano diabolico  ideato per mettere le nazioni del mondo una contro l’altra, al fine di  poterle conquistare e farle sparire dalla faccia della terra, decimando al  tempo stesso la razza umana al fine di ripopolarla successivamente con  una nuova razza. Si tratta dell’obbiettivo dichiarato della Massoneria,  ed è identico a quello che avevano Hitler ed il Nazismo. 

“Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro  regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi. Ma tutto  questo è solo l’inizio dei dolori.” (Mt 24,6-9)

Conclusioni

Ritengo che il lettore abbia ormai elementi sufficienti per  comprendere senza problemi ciò che intendeva dire Martin Luther King:  “L’organizzazione più violenta al mondo è il governo del mio paese”.  Durante una conversazione tra i due grandi scrittori, F. Scott Fitzgerald  chiese ad Ernest Hemingway se sapesse qual era la vera differenza tra  ricchi e poveri. Hemingway non comprese subito il significato della  domanda di Fitzgerald, e rispose che la differenza la facevano i soldi. Ma  Fitzgerald rispose che non si trattava solo di soldi, ma del fatto che i ricchi  “pensano in modo diverso.” Sono pervasi da quello che Sant’Agostino  definì l’animus dominandi, descritto dal Pastore Lindsay Willians nel  suo libro Syndrome of Control. Il piano criminale del Pentagono, rivelato  dal documento Operation Northwoods dell’Ammiraglio L.L. Lemnitzer,  è un prodotto di questo animus dominandi, di questa sete di potere. 

Operation Northwoods venne approvato, a livello governativo, solo un  gradino al di sotto del Segretario alla Difesa, Robert S. McNamara, i cui  protetti e discepoli presso il Dipartimento della Difesa erano all’epoca proprio Donald Rumsfeld e Dick Cheney! Il Presidente Kennedy rifiutò  il piano Operation Northwoods e rimosse Lemnitzer dal grado di Capo di  Stato Maggiore Congiunto; tuttavia, quattro decenni dopo, Rumsfeld e  Cheney avrebbero riportato in auge quel progetto, portandolo infine al  suo sanguinoso epilogo, l’11 settembre 2001. Cheney ha dichiarato un  giorno che “la guerra è una condizione naturale per l’umanità.” Uomini  del genere sono motivati e dominati dallo spirito di morte, ed è quindi  logico per loro desiderare di portare la guerra ovunque possa servire per  poter creare il Nuovo Ordine Mondiale, il cui scopo è lo spopolamento  della terra, prima per mezzo di genocidi commessi in sordina in nome  dell’eugenetica, e poi – una volta che il Nuovo Ordine Mondiale sarà una  realtà assodata – per mezzo di veri e propri stermini di massa. Il loro  dio è il diavolo, e chiunque accetti le loro menzogne o approvi i loro  progetti, non è altro che un servo ed uno strumento del diavolo. 

Nelle Scritture, lo spirito della morte si rivela in un’epifania 

di oscurità, quelli che San Paolo definisce “gli Spiriti maligni  dell’aria” (Ef 6,12), cioè i più alti gradi di potere. Ecco che questo  spirito di morte, alimentato da miti xenofobi, dall’irresponsabilità  morale, dalla forza delle armi, dalla bramosia delle multinazionali,  conclude i suoi affari, lontano dagli occhi e dai pensieri della gente  comune, cioè noi. Come insegna la morte dei nostri martiri, una  simile autorità temporale richiede un patto con lo spirito della  morte…

Chi anela ad avere un posto di supremazia in questo super  stato, deve stilare un patto con lo spirito della morte. Brzezinski ne ha parlato abbastanza apertamente, mentre Kissinger è stato  più cauto. Da quegli “Spiriti maligni dell’aria” quello spirito filtra  sempre più giù, verso di noi, fino ad accampare diritti su ciascuno di noi, appestando e soffocando anche aree all’apparenza decenti. 

Si batte in favore della falsa pace, del compromesso morale e della  complicità. Affievolisce, mitiga e pretende d’imporre modifiche  alla morale: “Le cose potrebbero andare peggio,” suggerisce, “il  silenzio è d’oro.” …

Lo spirito della morte raggela la spontaneità nei nostri cuori.  Ne viene fuori un dualismo pernicioso – esistono vincitori e  perdenti, noi e loro, i bravi e i maledetti, chi è amato da Dio e chi invece gli è in abominio, chi è al potere e chi rimane sotto il  giogo, chi è condannato e chi ha invece le chiavi per il Regno di  Dio. Alla fine, lo “spirito delle sfere celesti” diventa l’unica aria che  respiriamo. Per codardia e voglia di compromessi, ci inginocchiamo  dinanzi ai mostruosi crimini degli spiriti che stanno al comando. 

Ci allontaniamo dalla nostra vocazione, oppure siamo tentati di  psicanalizzarla, “liturgizzarla” o comunque trivializzarla. È in  questo modo che perdiamo la capacità di dire un semplice ‘no’ di fronte all’autorità illegittima e alle sue pretese su di noi, sulle  nostre vite, sui nostri figli, sui nostri guadagni – e per ultima sulla  nostra coscienza, cioè la nostra stessa umanità…

Quello spirito rende la morte violenta e lo svilimento della  vita umana due facce della stessa moneta, nel proprio regno, una  moneta che è decisamente svalutata. Sia nel nostro paese che  all’estero, sempre più persone vengono soppesate con l’attuale  metro di giudizio americano, e ritenute prive di qualsiasi valore.

Sotto questo ‘sistema’, qui e altrove, sempre più gente vive  nella miseria e muore prima del suo tempo; fino a che non  raggiungeremo l’ultima e più tremenda delle assurdità, tutte le  nostre vite sono sacrificabili dinanzi agli arsenali nucleari del  mondo. È così che la disperazione raggiungerà il suo osceno vicolo  cieco.492

Padre Paul Kramer

giovedì 2 settembre 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Case #12: il Pakistan

Il governo degli Stati Uniti, sotto la presidenza di Barack Obama, è  attualmente impegnato in una guerra a bassa intensità contro il Pakistan,  in modo da destabilizzarlo, frammentarlo e infine conquistarlo, proprio  come ha fatto con l’Iraq e sta facendo con l’Afghanistan. I pachistani  sono furiosi per questo tradimento degli Stati Uniti, loro ex alleati,  e per la collusione delle proprie forze armate con quelle americane,  al fine di frammentare, dividere e ottenere il controllo della nazione,  installandovi un regime fantoccio. Proprio quel che è accaduto in  Afghanistan, come ricordato da Pieczenik: Gli Stati Uniti, usando il falso  pretesto d’essere stati attaccati da forze presenti in Afghanistan, hanno  deciso di invaderlo e di conquistarlo, installandovi un uomo della CIA  come presidente – l’ex proprietario di ristoranti a Silver Springs, nel  Maryland, Hamid Karzai. Il generale Gul – che tra l’altro ha affermato che gli attacchi dell’11 settembre sono stati “un auto-attentato”, cioè  un’operazione sotto false insegne condotta dal governo degli Stati Uniti  – ha dichiarato, sempre in quell’intervista a Russia Today del 1 giugno,  che l’11 settembre “non era una scusa valida per lanciare una guerra.”  La guerra in Afghanistan è comunque persa, perché gli Stati Uniti non  possono vincerla a meno di non sterminare l’intero popolo afgano,  visto che i Talebani si sono trasformati nella resistenza nazionale  contro l’invasore straniero. Il generale Gul ha sottolineato questo fatto  ai microfoni di Russia Today, affermando che i Talebani “sono ormai  diventati un movimento nazionalista.” L’unica opzione rimasta agli  Stati Uniti, se vogliono evitare di causare la Terza Guerra Mondiale, è  quella di ritirarsi dall’Afghanistan e di cessare le proprie ostilità contro il Pakistan. 

L’unica persona politicamente in grado di impedire la  destabilizzazione del Pakistan da parte dei terroristi assoldati dalla CIA,  era l’ex Primo Ministro Benazir Bhutto, che si rifiutò di incontrarsi col  funzionario del Dipartimento di Stato Americano John Negroponte, e  che una volta tornata in Pakistan per le elezioni venne assassinata (a  quanto pare proprio da sicari al soldo dei servizi segreti occidentali).  ’assurdo e fantomatico “assassinio” di Osama bin Laden, già  morto da tempo (una cosa risaputa nell’ambiente internazionale dei  servizi segreti, vista anche la prognosi infausta causata dalla sindrome  di Marfan diagnosticata a bin Laden già alla fine degli anni 90 da un  dottore della CIA, Dooley, come rivelato dal dottor Pieczenik), viene  attualmente usato dall’amministrazione americana come pretesto  per accusare le forze militari pachistane di avere aiutato e protetto il  presunto arci-nemico dell’America (in realtà un uomo al soldo della  CIA) e per giustificare l’escalation della propria campagna aggressiva  contro il Pakistan. 

Questo comportamento apertamente provocatorio e aggressivo  potrebbe portare ad una ritorsione di proporzioni gigantesche da parte  del mondo Islamico, sia contro gli Stati Uniti sia contro i suoi alleati  europei, fino a provocare una Terza Guerra Mondiale. Durante la sua  intervista a Russia Today, il generale Gul ha affermato che le nazioni  islamiche “da Mindanao al Marocco”, sono più che disposte a schierarsi  contro gli Stati Uniti d’America. Il Pakistan sta cercando nella Cina un  alleato contro l’aggressione americana, ed il governo cinese ha risposto  con una nota, inviata all’amministrazione degli Stati Uniti, secondo  la quale qualsiasi attacco al Pakistan verrebbe considerato un attacco  alla Cina. Il Pakistan ha un esercito di grandi dimensioni e molto ben  addestrato, e possiede inoltre ordigni nucleari. Sempre il generale  Gul, questa volta in un suo intervento del 18 maggio 2011 all’Alex  Jones Show, cioè in diretta radio in tutti gli Stati Uniti, ha detto che  l’aggressione americana contro il Pakistan “potrebbe scatenare la Terza  Guerra Mondiale,” e ha concluso dicendo: “Non riesco a capire i motivi  per cui stanno giocando in questo modo col fuoco.”

Anche il governo afgano di Karzai ha mangiato la foglia e sta  cercando di allearsi con la Cina, proprio come il Pakistan. “Il Presidente  Afgano Hamid Karzai,” ha riportato la Agence France Presse, il 29 maggio  2011, “ha chiesto all’esercito degli Stati Uniti di evitare operazioni che  comportino l’uccisione di civili, affermando che si tratta ‘dell’ultimo  avvertimento’ a Washington, dopo che 14 persone sono state uccise  durante un attacco aereo.” Molto presto, l’intero mondo islamico si  unirà contro gli Stati Uniti ed i suoi alleati, grazie al sostegno della  Cina, la quale gode della protezione della Russia, alla luce del trattato  bilaterale d’amicizia siglato tra le due nazioni nel luglio 2002. Quelle  del generale Gul, pertanto, non sono parole vuote, perché è ormai un  dato di fatto che le nazioni dei due blocchi si stiano preparando alla  Terza Guerra Mondiale. 

Padre Paul Kramer

domenica 29 agosto 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso # 11: Il finto assassinio di Osama bin Laden

Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando la Casa Bianca ha  affermato d’aver “eliminato” con successo il presunto e famigerato  arci-terrorista Osama bin Laden. Bin Laden, un vecchio amico di casa  Bush, già alla fine degli anni ’90 era malato terminale di Sindrome  di Marfan (una malattia genetica degenerativa per la quale non esiste  alcuna cura definitiva). Uno studio accurato della sua vita e delle sue  azioni dimostra come bin Laden recitasse in realtà la parte del terrorista  arci-nemico dell’occidente e che per farlo, lui e la sua famiglia venivano  pagati profumatamente dalla CIA, che infatti considerava bin Laden un  collaboratore prezioso. 

Subito dopo la notizia dell’uccisione di bin Laden, apparvero  sui principali quotidiani (come il Daily Telegraph di Londra ed il The  Washington Post, nonché sulle principali testate online come la BBC  News, ABC News e Fox News) le prime fotografie che mostravano bin  Laden ferito a morte alla testa. La stessa Casa Bianca fece credere che  fosse stata quella ferita ad uccidere bin Laden. Quando si seppe che quelle fotografie erano false (erano state infatti pubblicate ben quattro  anni prima), i giornali provarono a discolparsi attribuendone la colpa a  “teorici della cospirazione” non meglio precisati.

Cominciò anche a girare una foto in cui si vedevano Barack Obama,  Hillary Clinton e altri funzionari della Casa Bianca nell’atto di guardare  l’uccisione di Bin Laden in diretta, su una televisione a circuito chiuso.  Questa fu la spiegazione della foto che venne pubblicata dai maggiori  quotidiani. Poco dopo, il direttore della CIA, Leon Panetta, rivelò che  nessun filmato era stato mandato in onda alla Casa Bianca. È chiaro,  quindi, che Obama e i suoi sottoposti avevano inscenato il tutto al fine  di trasmettere quell’idea, posando per una foto in modo da sembrare  assorti mentre osservavano l’uccisione del famigerato bin Laden in  diretta, quando in realtà non avevano visto un bel niente. Inizialmente,  Obama affermò che bin Laden era stato ucciso dopo un conflitto a fuoco  durato 40 minuti, ma poi venne cambiata versione e di quel conflitto  non si parlò più. Inizialmente dissero che bin Laden aveva usato sua  moglie come scudo umano, salvo poi ritrattare tutto e negare che bin  Laden avesse mai fatto una cosa simile. La Casa Bianca affermò infine  che il cadavere di bin Laden era stato gettato nell’oceano; una mossa  molto conveniente, perché senza alcun corpo né foto dell’evento non ci  potevano essere più prove che potessero negare l’uccisione del nemico  numero 1 da parte dell’esercito Americano, come affermato dalla Casa  Bianca. 

Alcune persone che abitavano vicino a dove si nascondeva bin  Laden, specialmente il suo vicino Jahangir Kahn, hanno affermato  davanti alle telecamere di Al-Jazeera, il 2 maggio 2011, che non c’era  nessuno che vivesse nella casa che il governo degli Stati Uniti aveva  indicato come nascondiglio di bin Laden. Non solo, secondo Kahn  nessun residente della zona aveva mai avuto neanche il sospetto che  bin Laden potesse abitare vicino a loro. Kahn ha smentito l’intera storia  dell’uccisione di bin Laden, affermando: “Ad essere sincero, la trovo una  cosa incredibile, non è vera.” Kahn ha spiegato inoltre che si trattava di  un’area ad alta sicurezza, nella quale i residenti locali dovevano fornire  regolarmente i propri documenti agli ispettori del governo pachistano.  Altri testimoni oculari, intervistati dalla televisione pachistana, hanno  affermato che gli elicotteri coinvolti nell’operazione erano stati tre, ma  che solo uno di questi era effettivamente atterrato. 

L’ex funzionario al Tesoro dell’Amministrazione Reagan, Paul Craig  Roberts, ha riportato sul sito www.prisonplanet.com il 22 maggio 2011,  che un’Agenzia Stampa Pachistana ha mandato in onda l’intervista ad un  testimone oculare di nome Mohammad Bashir, il quale ha confermato  che nell’area c’erano tre elicotteri, ma “che solo uno di questi ha fatto  scendere i suoi uomini a terra, e quando è tornato per riprenderli è  saltato in aria, in fiamme.” Il testimone ha raccontato che non c’erano  sopravvissuti, solo cadaveri: “Abbiamo visto l’elicottero bruciare e  abbiamo visto i cadaveri, poi hanno rimosso tutto e ora non c’è più niente.” Erano sbarcate un totale di 12 persone da quell’elicottero,  erano entrate nell’edificio (dove si supponeva vivesse bin Laden) e dopo  un po’ erano uscite, per rientrare quindi sull’elicottero. A questo punto  il mezzo si è alzato in volo e si è schiantato subito dopo, scoppiando  in fiamme e uccidendo tutti quelli che si trovavano a bordo (Vedi  Paul Craig Roberts, “Pakistan TV Report Contradicts US claim of Bin  Laden’s Death”, 8 agosto 2011, su http://www.infowars.com/pakistantv-report-contradicts-us-claim-of-bin-ladens-death/). Tutti i testimoni  erano stati eliminati, ed è per questo che Barack Obama non ha potuto  appuntare nessuna medaglia d’onore sul petto di quei Navy SEALS, o di  chiunque si trattasse: erano tutti morti! 

È chiaro che questa farsa non è stata opera della Marina  Militare  degli Stati Uniti, ma ha tutte le caratteristiche di un’operazione segreta  condotta dalla Blackwater, la società di sicurezza privata assoldata dalla  CIA, i cui agenti probabilmente sono stati considerati sacrificabili. Il  problema di fondo è che in tutta questa faccenda non c’è un cadavere  di bin Laden, non ci sono più i Navy SEALS, non ci sono fotografie  e neanche un testimone diretto (a parte i pachistani, che nelle loro  dichiarazioni hanno contraddetto completamente la versione ufficiale)  – in sostanza, abbiamo solo la parola dell’amministrazione Obama, priva  di una qualsiasi prova credibile, mentre al contrario esiste un’enorme  quantità di prove secondo le quali Osama bin Laden sarebbe morto  molti anni fa. 

L’’ex capo dei Servizi Segreti Pachistani [ISI], il Generale Hamid  Gul, in un’intervista rilasciata a Russia Today del 1 giugno 2011, ha  affermato che: “Osama non è stato ucciso, è morto di morte naturale”  – mentre l’ex vice Assistente Segretario di Stato, Stephen Pieczenik, ha  affermato la stessa cosa all’Alex Jones Show nel 2002, e l’ha ripetuto  in un’intervista rilasciata la prima settimana di maggio 2011. L’unico  modo in cui gli operativi Americani avrebbero potuto sparare a bin  Laden, era quello di disseppellire il suo cadavere e piantargli qualche  proiettile addosso. 

Padre Paul Kramer

mercoledì 25 agosto 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso #9: L’attentato al palazzo Murrah di Oklahoma City

Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando ha affermato che  l’attentato esplosivo del 19 aprile 1995 contro il Palazzo Federale Alfred P. Murrah di Oklahoma City, sia stato compiuto da terroristi americani  di estrema destra; ha mentito quando ha affermato che l’attacco è stato  materialmente compiuto dal solo Timothy McVeigh e ha mentito quando  ha affermato che è stata usata solo una bomba, in quell’attentato. La  verità è che questo gesto criminale è stato organizzato da agenti della  CIA, dell’FBI e dell’ATF in modo che sembrasse opera di una cellula di  nazionalisti americani di estrema destra. Il generale Benton K. Partin,  che per 30 anni è stato il Direttore dello Sviluppo degli Armamenti  dell’USAF, ha pubblicato prove schiaccianti sul fatto che l’edificio era  stato riempito di cariche esplosive, e che la detonazione dell’auto  bomba non avrebbe potuto, da sola, far crollare l’edificio nel modo in  cui avvenne quel giorno.489 Alcune riprese televisive, trasmesse da TV  locali, mostrano altre due bombe inesplose – più potenti della prima –  mentre venivano portate fuori dall’edificio da alcuni artificieri. Tuttavia,  il governo pretende di volerci far credere che l’attentato sia stato causato  solamente dal’autobomba di Timothy McVeigh. Il governo ha ripulito a  fondo la scena del crimine, proprio come aveva fatto a Waco, rimuovendo  qualsiasi prova incriminante. Più di 12 telecamere di sorveglianza hanno  catturato il momento dell’esplosione, eppure nessun fotogramma di  quelle riprese è stato mai pubblicato né tantomeno usato nei processi a  carico di McVeigh e Nichols.490 Alcuni testimoni della scena del crimine  hanno affermato d’aver visto, oltre a McVeigh, anche altre persone,  che l’avrebbero aiutato a compiere l’attentato. Un altro testimone  che ha avuto modo di vedere una registrazione delle telecamere di  sorveglianza, che avevano filmato l’attacco, ha affermato che McVeigh  era accompagnato da un complice dalle sembianze straniere. I filmati  di sorveglianza, se ne conclude, devono per forza contenere prove che  contraddicono le dichiarazioni del governo, secondo le quali McVeigh  aveva agito da solo. 

La giornalista investigativa Jayna Davis ha personalmente portato  un enorme quantità di prove documentarie all’FBI, ma quest’ultima  si è rifiutata di accettarle. Il perché non è un mistero, visto che a  quanto pare l’FBI – come ha dimostrato Alex Jones – era coinvolta  nella pianificazione dell’attentato attraverso un proprio informatore e  membro di una organizzazione di facciata usata dall’FBI, il Southern  Poverty Law Center491 nel cosiddetto centro di Elohim City. 

L’Agenzia Federale per l’alcol, il tabacco, le armi da fuoco e gli  esplosivi (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives) era  a conoscenza dell’attacco, prima che accadesse, ma non fece nulla  per avvertire le persone all’interno dell’edificio. Anche quel giorno,  proprio come durante gli attentati a Londra del 7 luglio 2005 e a New  York dell’11 settembre 2001, stavano conducendo una simulazione  di un attacco terrorista contro l’edificio. Poco prima che scoppiasse la  bomba, proprio dietro l’angolo rispetto al Palazzo Federale, vennero  fatti allineare in modo sospetto diversi camion dei pompieri. Nelle  operazioni sotto false insegne, le esercitazioni vengono compiute  apposta per nascondere l’operazione principale. Se qualcuno viene  colto sul fatto, può tranquillamente giustificarsi dicendo che stava  partecipando ad un’esercitazione. È accaduto proprio durante l’ultimo  G8, quando la sicurezza tedesca ha fermato alcuni soldati americani  nell’atto di nascondere dell’esplosivo all’interno del complesso dove  si sarebbe tenuta la conferenza; anche in quel caso, i soldati si  giustificarono dicendo che stavano partecipando ad un’esercitazione. 

Inoltre, la scena del delitto venne demolita subito dopo l’attentato,  proprio per cancellare qualsiasi prova e nascondere la vera natura del  crimine. Sembra quasi incredibile ma due anni prima dell’attentato di  Oklahoma City, Martin Keating, fratello del governatore dell’Oklahoma  Frank Keating, aveva pubblicato un romanzo intitolato The Final Jihad,  nel quale si complottava di far saltare in aria proprio l’Edificio Federale  della Città di Oklahoma. In quel romanzo, il nome dell’attentatore  era... Tom McVey. 


Caso #10: l’Iraq

Il governo degli Stati Uniti (e quello britannico) hanno mentito  quando hanno affermato che il governo Iracheno di Saddam Hussein  era in possesso di armi di distruzione di massa. Questa menzogna è  stata successivamente smascherata come tale, in modo talmente  evidente che non c’è più neanche il bisogno di commentarla, se non per  richiamare l’attenzione sulle successive e tuttora costanti menzogne,  da parte del governo americano, sul fatto che le operazioni militari di  conquista in Iraq si siano concluse. È vero che le operazioni militari convenzionali sono cessate, in Iraq, dopo che i governi americano e  britannico l’hanno conquistato in modo illegittimo e senza alcuna  provocazione, occupandolo con le loro forze e instaurandovi un nuovo  regime fantoccio. Tuttavia, sin d’allora, si sono succedute tutta una  serie di operazioni militari a bassa intensità, cioè operazioni nonconvenzionali, asimmetriche o di guerriglia. Questa guerra irregolare a  bassa intensità continua imperterrita anche al giorno d’oggi, in modo  da far sembrare necessaria la presenza permanente di forza militari  statunitensi in Iraq. 

Padre Paul Kramer

sabato 21 agosto 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso #5: L’incidente del Golfo del Tonchino 

Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando ha affermato che  alcune sue cacciatorpediniere erano state attaccate da forze Nord  Vietnamite nel Golfo del Tonchino, il 1 agosto 1964. È ormai di pubblico  dominio, grazie ad alcuni documenti della NSA (l’Agenzia di Sicurezza  Nazionale Americana) che sono stati desecretati alla fine del 2005. In  quei documenti si ammette che i servizi segreti falsificarono le prove  dell’incidente, dando la possibilità al governo degli Stati Uniti di usarlo  come espediente per lanciare una guerra di conquista contro il Vietnam  (una guerra che alla fine si sarebbe rivelata un disastro). 


Caso #6: l’attacco alla USS Liberty

Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando ha affermato che  durante la Guerra dei Sei Giorni, nel 1967, la USS Liberty era stata  attaccata per sbaglio da forze israeliane. Un’incredibile numero  di prove487 dimostrano invece, e senza ombra di dubbi, che le forze  israeliane attaccarono la nave americana su richiesta del Presidente  Lyndon B. Johnson (per poter poi accusare di quell’attacco gli egiziani).  Johnson, nel tentativo (poi abortito) di riuscire a fare quel che le forze  angloamericane stanno tentando di fare oggigiorno, cercò un accordo  segreto con Israele per la creazione di un espediente che permettesse la  conquista dell’Egitto e di tutto il Medio Oriente Islamico, instaurando  quindi l’egemonia degli Stati Uniti in quella regione. 


Caso #7: Il Massacro di Waco, Texas

Il governo degli Stati Uniti ha mentito, nel 1993, quando ha  dichiarato che il massacro di Waco, in Texas, avvenuto ai danni dei  membri della setta religiosa dei Davidiani nell’aprile di quell’anno, era  stato un omicidio-suicidio di massa, ordinato dal leader della setta David  Koresh. Ho scritto un articolo, a riguardo, che è apparso sul numero  45 del The Fatima Crusader, nel quale dimostro che quel massacro è  stato in realtà un omicidio di massa premeditato da parte delle forze  di polizia Federale degli Stati Uniti. Documentari come Waco: Rules  of Engagement ed il film di Alex Jones Wake up or Waco presentano  molte prove decisive che incolpano il governo per l’orrendo crimine  commesso a sangue freddo dall’FBI, che sarebbe stato perpetrato al fine  di trasmettere un segnale chiaro e forte a tutti i gruppi religiosi che  ancora volessero opporsi alla tirannia del governo di polizia Federale,  armandosi legalmente e vivendo in uno stato di ritiro. La scena del  crimine venne demolita subito dopo l’attacco, in modo da poter cancellare  qualsiasi prove che potesse incolpare il governo.


Caso #8: L’attentato esplosivo al  World Trade Center del 1993 

Il governo degli Stati Uniti ha mentito, nel 1993, quando ha  affermato che l’attentato al World Trade Center era stato ideato e portato  a termine solamente da terroristi islamici. Quell’attentato, al contrario,  venne realizzato con la complicità dell’FBI. Si trattò chiaramente  di un’operazione terrorista sotto false insegne, compiuta dalla CIA e  dall’FBI, al fine di demonizzare i mussulmani militanti e giustificare la  soppressione delle libertà civili, introducendo leggi “anti terrorismo” di  sapore tirannico. A tutt’oggi, tuttavia, il governo continua ad affermare  che quell’attentato terrorista è stato esclusivamente opera di terroristi  islamici.488

Padre Paul Kramer,

lunedì 16 agosto 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso #4: L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy

Il governo degli Stati Uniti ha mentito, nella sua “versione ufficiale”  degli eventi, quando ha dichiarato che Lee Harvey Oswald agì da solo  e senza alcun complice, nell’assassinio di John F. Kennedy. Si può ormai  tranquillamente affermare che si tratta di una menzogna, perché la “versione ufficiale” è palesemente impossibile. Alcuni agenti federali,  teoricamente al fine di usarli come prove, confiscarono tutti i filmati e le  fotografie prese al momento del delitto, ma non vennero a conoscenza  che Abraham Zapruder aveva filmato l’evento da casa sua. I video  confiscati non sono mai stati restituiti ai loro legittimi proprietari, né  sono mai stati fatti vedere in pubblico; tuttavia, quel che si può vedere  nel filmato di Zapruder prova con assoluta certezza che la “versione  ufficiale” dell’evento è assolutamente impossibile. La “versione ufficiale”  afferma infatti che Oswald sparò a Kennedy dal palazzo del Deposito dei  Libri della Texas School, cioè dietro rispetto alla macchina presidenziale.  Nel filmato si vede chiaramente Kennedy che viene invece spinto  all’indietro dall’impatto del proiettile che lo ha colpito sulla fronte e i  pezzi di cervello che schizzano indietro sul bagagliaio della macchina dove  sedeva, proprio mentre l’auto presidenziale attraversava Dealy Plaza.483  Il caso è chiuso, il colpo è partito davanti, non dietro! Ma c’è dell’altro. L’Aiuto Addetto Stampa di Kennedy, Malcolm Kilduff, che aveva  parlato personalmente con i dottori del Parkland Hospital che avevano  visitato il presidente morente, apparve dinanzi alle telecamere subito  dopo la morte di Kennedy, descrivendo la ferita da proiettile nonché il  percorso del bossolo che era penetrato nella testa del Presidente; fece il  gesto di portarsi l’indice sulla fronte, in alto a destra, indicando il punto  in cui era penetrato il proiettile.484 A tutt’oggi, il governo continua  ad affermare che il proiettile estratto al Parkland Hospital era quello  che aveva colpito Kennedy ed era lo stesso proiettile che aveva ferito  il governatore del Texas John Connolly. Perché potesse accadere una  cosa del genere, quel proiettile avrebbe dovuto cambiare direzione  a mezz’aria, durante la sua traiettoria, dopo essere fuoriuscito dalla  gola di Kennedy. Il presunto proiettile in questione fu trovato sulla  barella, vicino a quella in cui Connolly era stato posto prima di essere  operato. Il proiettile non solo era stato trovato sulla barella sbagliata,  ma era anche in condizioni perfette, e quindi non poteva assolutamente  aver oltre passato le ossa di Connolly e di Kennedy, come aveva fatto il  proiettile che li aveva colpiti. Eppure, fu accertato che quel proiettile era  stato sparato dal fucile di Oswald. Questo può voler dire solo una cosa, e  cioè che erano già in possesso di un proiettile precedentemente sparato  dal fucile di Oswald, che fu poi messo ad arte proprio vicino a dov’era  stato messo Connolly, ferito, in modo da poter incriminare Oswald.  Come riportò Walter Cronkite su Nova, lo schema della ferita alla  testa di Kennedy, disegnato dai patologi dell’ospedale Parkland, venne  confermato dal medico personale del presidente Kennedy, il dott. Robert McClelland. Quel disegno raffigura un grosso foro di uscita sulla parte  posteriore destra del cranio di Kennedy. I dottori Paul Peters, Richard  Dulany e ‘Pepper’ Jenkins concordarono tutti con la dichiarazione  di McClelland in merito alla dimensione e al posizionamento della  grossa ferita dietro la testa del presidente. Il giornalista vincitore del  Premio Pulitzer, Tom Wicker, parlò con quei dottori, e descrisse le  ferite di Kennedy in un suo articolo pubblicato dal New York Times il 22  novembre 1963:

Più tardi, nel pomeriggio, il dott. Malcolm Perry, un chirurgo di  turno, ed il dott. Kemp Clark, a capo del reparto di Neuro-Chirurgia del Parkland Hospital, fornirono ulteriori dettagli. Dissero che il  presidente Kennedy era stato colpito da un proiettile alla gola,  immediatamente sotto il pomo d’Adamo. Questa ferita sembrava  essere un foro d’entrata di un proiettile. Kennedy aveva anche  un’imponente foro d’uscita dietro la testa e un altro sul lato destro.  Dopo che il corpo di Kennedy fu portato al Naval Hospital di  Bethesda, in Maryland, l’autopsia venne effettuata dal dott. James  Hume, un dottore della Marina. Hume però non aveva mai condotto  un’autopsia su di una vittima d‘arma da fuoco e commise diversi errori:  non dissezionò le ferite, “si perse” il cervello di Kennedy, bruciò i suoi  appunti e affermò che vi era solo un piccolo foro d’ingresso nella nuca  di Kennedy. I suoi disegni, che mostravano una piccola ferita dietro  alla testa a livello della ferita alla gola, non combaciavano affatto  con la traiettoria del proiettile sparato dal sesto piano del palazzo del  Deposito dei Libri della Texas School. Per questo motivo, Hume cambiò  successivamente versione, affermando che il suo disegno era sbagliato  e che la ferita dietro alla testa di Kennedy era più in alto. Questo  rapporto di un dottore militare, che contraddice tutta una serie di prove  irrefutabili e ampiamente documentate, rimane tuttora l’unica e sola  base sulla quale si afferma che Kennedy, quel giorno, venne colpito alle  spalle da Oswald, cioè la “versione ufficiale” del governo degli Stati  Uniti. 

Sembra ormai appurato che Oswald, quel giorno, venne ingannato  dai suoi mandanti della CIA, che probabilmente gli avevano fatto  credere di partecipare alla simulazione di un attentato, ideato allo  scopo di incriminare Fidel Castro; questo vuol dire che quando Oswald  affermava di non aver sparato a nessuno, una volta catturato, stava  molto probabilmente dicendo la verità. Solo dopo che il presidente  era stato colpito, Oswald capì la vera natura della sua partecipazione  involontaria a quell’evento, ed è per questo che una volta catturato,  affermò d’essere stato solo uno “sciocco”.485

Il coinvolgimento della CIA nell‘assassinio di Kennedy è stato  dimostrato ampiamente e senza ombra di dubbi. Sul suo letto di morte,  un ex direttore delle operazioni segrete della CIA, E. Howard Hunt,  ammise la propria partecipazione.486 Hunt confessò infatti che l’assassinio  era stata un’operazione ideata dalla CIA e ordinata “dall’allora (vice  presidente) Johnson e da gente ancora più in alto di lui.” Come ricorderà  il figlio di Hunt, Saint John Hunt, quella mattina del 22 novembre  1963 suo padre gli disse che sarebbe andato a Dallas. Molti anni dopo,  Saint John vide delle fotografie di suo padre scattate a Dealy Plaza,  la mattina in cui morì Kennedy (la fotografia raffigurava uno dei “tre  vagabondi” che erano stati arrestati dalla polizia proprio a Dealy Plaza,  quella mattina, per un breve interrogatorio), e chiese spiegazioni in  merito a suo padre. Hunt inviò a suo figlio un’audiocassetta registrata  con la propria confessione, che Saint John ha poi pubblicato sul suo  sito internet, insieme ad una trascrizione accurata. Non vi sono dubbi  sull’identità dei tre uomini che furono arrestati sulla scena del crimine,  frettolosamente identificati come ‘vagabondi’ e altrettanto rapidamente  scagionati da qualsiasi colpa: si trattava di Hunt, Sturgis e Harrelson –  tutti e tre noti funzionari della CIA.

Padre Paul Kramer

venerdì 13 agosto 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


Caso n.2: La USS Maine

Il governo degli Stati Uniti mentì deliberatamente, nel 1898,  quando accusò la Spagna di aver affondato con una bomba la nave  da battaglia USS Maine, usando quell’incidente come pretesto per  giustificare una guerra contro quel paese europeo ed occuparne i  territori d’oltremare. Diversi documenti top secret del governo degli  Stati Uniti, ormai desecretati, rivelano che l’affondamento del Maine  fu un attacco sotto false insegne, perpetrato dal governo degli Stati  Uniti allo scopo di fornire una giustificazione apparente per poter  lanciare una guerra contro la Spagna. Il trasferimento della sovranità  sulle Filippine, che dopo la guerra passò dalla Spagna agli Stati Uniti,  fu un altro atto criminale compiuto dal governo americano, perché la  Repubblica delle Filippine aveva già dichiarato la propria indipendenza,  avendola tra l’altro quasi praticamente ottenuta dalla Spagna, visto che  stava per vincere la propria guerra d’indipendenza contro quest’ultima.  Il passaggio di poteri, assolutamente fraudolento, servì allo scopo  criminale di giustificare un’altra guerra – quella contro le Filippine  – grazie alla quale gli Stati uniti, con brutale ferocia, conquistarono,  soggiogarono e colonizzarono quella nazione che aveva praticamente appena ottenuto l’indipendenza (a caro prezzo) dalla Spagna. 

Caso n.3: Pearl Harbor

Il governo degli Stati Uniti ha mentito quando ha affermato d’essere   stato preso completamente di sorpresa dagli attacchi giapponesi contro  la base navale americana di Pearl Harbor, il 7 dicembre 1941. Il governo  americano, infatti, era già in possesso delle macchine di cifratura Enigma,  che venivano usate dai Giapponesi per trasmettere i propri messaggi in  codice. Il governo americano conosceva quindi in anticipo il giorno, l’ora  e l’esatto punto dell’attacco giapponese, ma scelse deliberatamente di  non avvertire le proprie forze armate. 

Nei mesi precedenti, l’amministrazione Roosevelt aveva provocato  in tutti i modi i giapponesi, introducendo sanzioni e interventi  economici restrittivi contro il paese del Sol Levante, proprio allo scopo  di spingerlo ad attaccare Pearl Harbor; successivamente, si macchiò di  alto tradimento quando autorizzò l’ordine di non segnalare l’imminente  attacco giapponese alle Hawaii, affinché quest’ultimo potesse arrecare  il massimo dei danni, lasciando che le forze americane di stanza a  Pearl Harbor venissero massacrate. Tutto questo allo scopo di garantirsi  il sostegno dell’opinione pubblica e una giustificazione apparente per  un contrattacco militare in forze, contro il Giappone. Un attacco così  possente e massiccio, che sarebbe risultato decisamente eccessivo se le  forze Giapponesi fossero state respinte a Pearl Harbor, senza causare  grandi danni o troppe vittime. 

Una sconfitta veloce e devastante delle forze giapponesi a Pearl  Harbor, avrebbe sicuramente alterato il corso degli eventi nel teatro della  Guerra nel Pacifico, ma questo avrebbe tarpato le ambizioni geopolitiche  del governo americano, che sarebbero state portate a compimento dopo  la conclusione della guerra, nel 1945, e che videro gli Stati Uniti diventare  il padrone incontrastato dell’Asia Orientale. 

 I fatti che riporto in questa sezione sono documentati e pubblicati così  approfonditamente, da oltre 25 anni, che non ho bisogno di dilungarmi  troppo per descriverne le fonti. Per chi volesse approfondire l’argomento,  consiglio la lettura di: “Pearl Harbor: Hawaii Was Surprised; FDR was not”  (http://www.thenewamerican.com/history/american/574); “October 7,  1940: The Day That Should Have Lived in Infamy” (http://www.infowars. com/october-7-1940-the-day-that-should-have-lived-in-infamy/), e Day  of Deceit: The Truth About FDR and Pearl Harbor (vedi la sezione “Product  Description” su www.amazon.ca/Day-Deceit-Truth-About-Harbor/dp/  0743201299).

Padre Paul Kramer