Sposa e Madre
Passarono gli anni della giovinezza, e Maria dovette decidersi per il suo futuro.
Pensava di farsi religiosa, per potersi consacrare completamente a Gesù. Molti aspettavano da lei un passo del genere, poichè si comunicava spesso, (e a quei tempi non c'era questa abitudine), e viveva con grande purezza, ma "l'uomo propone e Dio dispone".
Ella scrisse: "A quest'epoca io imploravo sempre più ardentemente l'assistenza della Madonna, affinchè mi aiutasse a fare una buona scelta. Ella mi conduceva sempre a Gesù. Altro ricordo incancellabile di questo periodo fu per me la solennità di una prima Messa. Il predicatore disse che un buon prete nasce sempre dal sacrificio eroico di una pia madre. Egli ricordò pure le parole del S. Padre, Papa Pio X: "Datemi delle madri veramente cristiane, ed io salverò il mondo che sta affondando". Io pensai che queste parole fossero dette solo per me: com'è grande e santa la vocazione della mamma! Come era diverso questo concetto che io sentii durante la mia giovinezza!
Arrivò il momento della consacrazione: mentre Gesù discese sull'altare, io chiesi semplicemente a Gesù che si degnasse di farmi conoscere la Sua volontà riguardo al mio avvenire. Capii che Lui mi voleva nello stato matrimoniale, e mi fece capire in quale purezza deve crescere il cuore della madre di un futuro sacerdote.
Da questo momento Maria pregò Dio che le facesse incontrare l'uomo che Lui aveva scelto per lei. L'attesa non fu molto lunga: il 19 marzo 1929 si festeggiò il fidanzamento; poi, poco dopo, il matrimonio nella stretta cerchia familiare. A questo proposìto Ella scrisse: "Il 3 giugno 1929 i nostri due cuori esultavano ringraziando Dio del Suo amore e della Sua bontà. Noi, in questo momento, vivemmo la felicità più grande, che è quella di potersi presentare davanti a Dio, all'altare delle nozze puri ed intatti. Quando il mio caro sposo prese in seguito le mie mani nelle sue, ringraziandomi così, con tutto il cuore, di averlo reso tanto felice mediante la mia fermezza d'animo, mi chiese di dirgli ciò che desideravo: egli me l'avrebbe accordato. Io gli risposi: "La nostra felicità ci fu concessa da Dio, tramite l'intercessione della Madonna. Noi serviremo dunque Dio e santificheremo questa prima settimana esclusivamente con la preghiera".
Quattordici mesi più tardi ebbero il primo bambino. Nel corso degli anni seguenti Maria ebbe ancora quattro altri figli. Il quarto era nella culla, quando il primo si ammalò. Si dovette portarlo all'ospedale, ma Dio lo volle con Sè dopo due grandi operazioni.
La sua vocazione di sposa esemplare consisteva nell'adempimento del lavoro quotidiano e nella cura amorosa della famiglia.
Ma nessun sacrificio era troppo duro per lei. Ella faceva ciò che le sue forze le permettevano, poichè capiva di essere la serva del Signore, e considerava i suoi figli come un regalo avuto da Lui.
Arrivò così la Festa del S.Cuore di Gesù, nel 1941. Maria era sofferente: aveva dolori atroci; ed a fatica poteva compiere il suo lavoro quotidiano. Tuttavia andò in Chiesa a ricevere Nostro Signore e a sfogare il suo cuore nel Suo. Appena ricevuta la S. Ostia, ella disse a Gesù. "Tu puoi guarirmi. Io non desidero la salute per me stessa, ma per poter compiere fedelmente i miei doveri di sposa e di madre. Se Tu lo vuoi, guariscimi, Tu hai guarito anche I'emoroissa. Dacci un altro figlio, ed io guarirò così dal dolore di quello che ho perduto! Io mi dono tutta a Te; fa' di me ciò che vuoi, ma non permettere che io Ti offenda!" lo pregai così, ma a parole non potrei descrivere ciò che mi capitò.
Ad un tratto vidi Gesù in piedi davanti a me, in grandezza naturale. Mi disse affabilmente: "Dammi anime"!
Chiesi meravigliata: "Come potrei darTi anime? Io non sono che una peccatrice!" Gesù mi rispose con uno sguardo pieno d'amore infinito: "Per mezzo delle mie S. Piaghe tu puoi ottenere tutto." Io non vedevo che Gesù con le Sue Piaghe luminose. Non potrei descrivere la mia pace e la mia felicità. Al Vangelo tutto scomparve, e mi ritrovai nel mio stato solito. Tutti i miei dolori erano scomparsi.
Poi andai a colazione da parenti, poichè non mi fidavo di ritornare a casa, dovendo fare una strada lunga. Temevo che ritornassero i dolori. Ma, dal momento che mi sentivo tanto bene, rinunciai ad andare dal medico. Mentre ritornavo verso casa ripensavo a questa visione, e feci questa gioiosa riflessione: "Sono guarita; guarita improvvisamente! Mio Dio, che cosa hai dunque fatto per me, la più misera delle creature!
In quel giorno lavorai quasi in estasi.
Da quel momento il mio piensiero costante fu quello di vivere in modo di non più offendere Dio. Un'impazienza fino allora sconosciuta e un tale desiderio di ricevere di nuovo Gesù - Ostia mi infiammava in modo tale da non poter più aspettare che con grande ansia la domenica. Pregai dicendo a Gesù: "Come mai, io, povera peccatrice quale sono, posso salvare delle anime?" Presto arrivò il tanto desiderato primo venerdì del mese di febbraio. La mia anima languiva, pensando al mio Salvatore. Tuttavia avevo una specie di paura che mi tratteneva. La mattina del primo venerdì c'era così tanta neve che dovetti restare a casa. Ma ero in Chiesa con il mio spirito, vicino a Lui. Improvvisamente fui immersa in una luce di fuoco, come se un lampo mi avesse trapassato da parte a parte. Vidi su una larga strada molte persone, piene di orgoglio, dalle labbra dipinte e dai vestiti cortissimi. Vicino a me c'era il mio Parroco. Piangeva, dicendo: "Non posso far nulla contro questi peccatori". Da quella luce, così forte che mi faceva male agli occhi, uscì una voce: "E' qui che tu devi farti garante!" Premetti le mani una contro l'altra sul petto, e dissi una preghiera (Preghiera per la S. Chiesa, v. pag.132) che non avevo mai sentito.
Mi sembrò che fossi morta e che mi trovassi in una stanza illuminata. Mi risvegliai presto e ripensai a tutto ciò che avevo visto, con la certezza che si trattasse di persone che andavano all'inferno. Una pietà profonda per questi infelici riempì il mio cuore e capii che dovevo recitare ogni giorno questa preghiera per la conversione dei peccatori.
Ecco la mia nuova missione: Pregare per la conversione dei peccatori.
Mattino e sera cominciai a recitare la preghiera che avevo sentito.
Passarono due o tre mesi. A poco a poco persi il gusto di recitare tutte queste preghiere, pensando spesso: "Non è possibile che cose simili succedano a me, persona normale; nessuno potrà mai convertirsi in seguito alle mie povere preghiere".
Cominciarono così la lotta e il dubbio. Se almeno avessi potuto fare in modo che non fosse successo nulla! Recitavo questa preghiera solo per paura che Dio mi punisse se io l'avessi tralasciata.
Volevo dimenticare tutti questi avvenimenti straordinari, e vivere come tutte le altre donne.
Arrivò il primo venerdì di luglio. Faceva bel tempo per la fienagione, e noi avevamo molto lavoro nei campi. Avrei voluto fare la comunione, ma mi trattenne il pensiero del lungo tragitto, e mi sentii troppo debole.
Nel mio dubbio mi dicevo: "Se mi sveglierò in tempo andrò a ricevere Gesù. Purtroppo mi svegliai troppo tardi e ne fui delusa. Cercai di pregare. Allora successe qualcosa di incomprensibile. Improvvisamente Gesù era di nuovo in piedi davanti a me, vicino al mio letto, nella sua grandezza naturale. Era così serio, così triste. Mostrava il suo Cuore con la mano destra, lacerato in tutta la sua lunghezza e larghezza da uno strumento grossolano, ed aveva una nuova e grande piaga, piena di sangue.
Era un cuore umano non trasfigurato. Ad ogni battito, le gocce di sangue sgorgavano copiose dalla sua Piaga. I suoi santissimi occhi mi guardavano con una sofferenza indicibilmente profonda, e tuttavia come dal fondo di un oceano pieno di amore. Mi disse: "Le mie Piaghe sono freschissime. Il mio Sangue prezioso è perduto per tante anime!"
Non so cosa mi successe. Oh, se avessi soltanto il tempo di piangere la mia leggerezza di riparare i miei peccati! Oh, incommensurabile Amore divino! Io l'ho tanto offeso! Ed è proprio a me, peccatrice, che Gesù volle rivelare la Sua sofferenza!
Ora ne ebbi la certezza. Gesù desiderava che io pregassi per la conversione dei peccatori.
Ora sì sapevo con certezza che Lui era veramente Gesù. E dal momento che io avevo cessato di pregare, il suo Sangue era perduto per tante anime, proprio come le gocce che sgorgavano dal suo S. Cuore. Ciò é vero, e non lo dimenticherò mai nella mia vita.
Da questo momento il mio primo pensiero della giornata fu quello di recitare questa preghiera, e non la tralasciai mai più! Ma di nuovo arrivò il tempo del dubbio e della lotta, e dovetti combattere contro l'indifferenza e la tiepidezza.
Ora potevo dire a Gesù: "Dammi la prova che Tu esaudisci la mia preghiera, dammela, per i meriti delle Tue SS. Piaghe! Tu mi dicesti che con le Tue SS. Piaghe io potevo ottenere tutto!"
DAGLI APPUNTI DI MARIA GRAF – SUTER