"Durante l'intervallo tra il primo inferno che soffrii, che durò quattro anni, e il secondo, che durò dodici anni, il cui intervallo fu di circa tre anni, udii qualcuno in me, senza sapere chi fosse all'inizio, che piangeva amaramente e diceva, parlando di quel tempo in cui dovevo soffrire tanti orribili tormenti durante quei dodici anni: "Oh, che cosa dobbiamo fare allora? Oh, che facciamo? E cominciai a piangere con Lui. Eppure cercai di confortarlo, dicendogli, perché non sapevo chi fosse: "Faremo bene, Dio ci aiuterà". Tuttavia, per molto tempo continuò a piangere e a dire: "Oh, che cosa dobbiamo fare allora?" Alla fine seppi che si trattava di Nostro Signore e mi vergognai molto di aver cercato di consolarlo. E io dissi: "Oh, non pensavo che fossi Tu! Farai come ti pare in quel momento. E poi se ne andò. E sapevo che tutto questo tendeva a prepararmi a questo tormento di dodici anni. »
Continuazione delle sue sofferenze e come Nostro Signore gli tolse il cuore e gli diede il suo.
"Mentre ero all'Inferno, a volte ho avuto qualche parentesi – questa è la sua parola – durante la quale ho riconosciuto che non ero dannato. E poi ho pregato il mio Dio che se mai Lo avessi pregato di portarmi fuori da questo stesso Inferno, non mi avrebbe ascoltato. Desideravo ardentemente soffrire per il Suo Amore.
Tutte le Furie dell'Inferno, la fame, la sete, la disperazione, la rabbia, una volta vennero a dirmi che Dio aveva comandato loro di chiedermi il permesso, e che se glielo avessi dato, se ne sarebbero andati. E tra le altre cose, la sete rappresentava per me una bella fontana che sgorgava acqua molto bella e limpidissima, e mi diceva che se le avessi dato il permesso, che d'ora in poi avrei bevuto quanto desideravo di questa bella acqua. Ma io dissi loro che volevo che rimanessero fino a quando colui che li aveva mandati non avesse ordinato loro di ritirarsi da loro.
Quando Nostro Signore mi predice qualche grande afflizione che mi colpirà, è sempre sotto qualche bella figura di delizia e consolazione. «Ti darò», mi disse, «in questo o quel momento, una cosa così bella, così deliziosa, così piacevole, ecc.». E quando poi gli dico: "Che cosa significa? Mi hai promesso meraviglie, ed eccomi qui nel dolore!" Egli rispose: "Che cosa c'è di più delizioso, di più bello, di più piacevole che purificare e santificare le anime?"
Una volta mi spiegò le parole che disse sulla Croce: "Pater in manus tuas commendo spiritum meum", in questo modo: "Ecco un segreto che devo dirvi: 'La mia Passione è la mia Anima e il mio Spirito. Ecco perché quando dico queste parole sulla Croce, Pater in manus tuas commendo spiritum meum, per Mio Spirito intendevo la Mia Passione, che, morendo e lasciandola, l'ho posta nelle Mani del Padre Mio affinché la distribuisse dopo la Mia morte a tutti i Miei Santi Martiri. »
Nostro Signore mi ha tolto il cuore e mi ha dato il Suo che è tutto il disprezzo, il dolore e la sofferenza della Sua Passione.
L'anima che mi anima è la Passione del Figlio di Dio. Da ciò deriva che tutte le cose non si rivolgono a me e al mio affanno. Un giorno chiesi al mio Sposo perché tutto fosse per me da soffrire, ed egli rispose: "Perché", disse, "il Padre mio ha comandato a tutte le creature di affliggervi". E infatti, mangiandolo e bevendolo, tutte le cose che vedo e tutte le persone con cui converso mi fanno soffrire. "Vedete", aggiunse, "nello stato attuale in cui vi trovate, se foste trasportati in Cielo e nutriti lì con la stessa carne di cui si nutrono gli angeli, tutto questo risulterebbe doloroso per voi".
Marie des Vallées