S. Bernardo (Ser. 36 de div. n. 3) dice, che abbiamo da essere come i mercanti e negozianti del mondo. Vedrai un mercante ed un uomo di traffico, che usa tanta diligenza e sollecitudine per guadagnare e per aumentare ogni giorno la roba, che non fa conto di quel che ha guadagnato e acquistato sino a quell'ora, né delle fatiche che vi ha spese; ma tutta la sua cura e sollecitudine la mette a far nuovo guadagno e in moltiplicarlo ogni giorno più, come se per l'addietro non avesse fatto né guadagnato niente. Or così, dice il Santo, abbiamo da fare ancor noi. Tutto il nostro pensiero e sollecitudine ha da essere, come abbiamo da aumentare ogni giorno il nostro capitale; come ci abbiamo da avanzare giornalmente in umiltà, in carità, in mortificazione e in tutte le altre virtù, a guisa di buoni mercanti spirituali, non facendo conto di quel tanto che per l'addietro abbiamo faticato, né di quel tanto che abbiamo acquistato; e così Cristo nostro Redentore dice che il regno dei cieli è simile ad un uomo che traffichi, e ci comanda che traffichiamo. «Negoziate fino al mio ritorno» (Lc 19, 13).
E per servirci tuttavia della similitudine del mercante, giacché ce la propone il sacro Vangelo, guarda quanta diligenza e sollecitudine usano i mercanti e gli uomini di traffico mondano, che non perdono un punto, né lasciano passar occasione alcuna, nella quale possano aumentare il loro capitale, che non lo facciano; e fa così tu ancora. Non perdere un punto, né lasciar passare alcuna occasione, nella quale tu possa profittare, e non lo faccia. «Studiamoci tutti costantemente di non trascurare parte alcuna di perfezione, che con l'aiuto di Dio possiamo acquistare»: ce lo dice il nostro santo Padre nelle sue Regole (Const. p. 6, c. 1, § 15; Summ. 15; Epit. 171. § 2). Non avete da lasciar passar occasione alcuna, nella quale non procuriate di cavare qualche guadagno spirituale; da, quella paroletta pungente che vi disse colui, dall'ubbidienza che vi fu ordinata contro la vostra volontà, dall'occasione che vi si porse d'umiliarvi. Tutte queste cose sono vostri guadagni, e voi stessi dovreste andar a cercare e a comprare simili occasioni; e in quel giorno nel quale più ve se ne saranno presentate, dovreste andarvene a dormire più contenti ed allegri. Come fa il mercante quel giorno, nel quale se gli sono presentate più occasioni di guadagnare; perché in quel giorno le cose del suo mestiere sono andate bene per lui: e così anche in quel giorno sono andate bene per voi le cose toccanti alla vostra professione di religioso, se avete saputo approfittarvene. E siccome il mercante non sta a guardare se un altro perde, né si piglia collera con lui per questo, ma solamente fa conto del suo guadagno, e di questo si rallegra; così voi non dovete star a guardare se quell'altro ha fatto bene o male a darvi quell'occasione, né se ha avuto ragione o no di farlo; né avete a sdegnarvi contro di lui, ma sì rallegrarvi del vostro guadagno. Quanto lontani saremmo dal turbarci e dal perdere la nostra pace, quando ci si porgono simili occasioni, se camminassimo in questa maniera! Poiché se quella cosa, che ci potrebbe attristare e privare della pace, è quella medesima che noi altri desideriamo e andiamo cercando, che cosa ci potrà inquietare e torci la pace?
Inoltre considera, come il mercante va tanto ingolfato nei suoi guadagni, che pare che non pensi ad altro, e in tutti gli incontri e le occorrenze che vengono, subito i suoi occhi e il suo cuore si volgono a vedere come ne potrà cavare qualche guadagno. E mentre mangia, sempre sta pensando a quèsto; e con tal pensiero e sollecitudine se ne va a letto, si sveglia la notte, si leva la mattina e passa tutto il giorno. Or così dobbiamo far noi nel negozio delle anime nostre, e procurare che in tutti gli incontri e le occorrenze che avvengono subito gli occhi e il cuore s'avvezzino a guardare come ne potremo cavare qualche guadagno spirituale. Mangiando, abbiamo a stare in questo pensiero, e col medesimo andarcene a letto, levarci e passar tutto il giorno e tutta la vita; perché questo è il nostro negozio e il nostro tesoro, né v'è altra cosa da cercare. Aggiunge S. Bonaventura (S. BONAV.
De ext. et int. etc. 1.
3, c. 3, n. 3) che, come il mercante non trova quel che desidera e che gli fa di bisogno tutto insieme in un mercato o in una fiera, ma in diversi; così il religioso ha da cercare il suo profitto e perfezione, non solo nell'orazione e nella consolazione spirituale, ma ancora nella tentazione, nel travaglio, nella fatica, nell'ufficio e in tutte le occasioni che se gli presentano.
ALFONSO RODRIGUEZ