ESAME
Spesso mi capita che vengano a confessarsi giovani e uomini dopo anni che non si confessano e che mi dicano:
- Io peccati non ne ho.
Io, ormai esperto, faccio loro un esame di coscienza e i peccati vengono su a frotte... Allora concludo:
- Piú in fondo andiamo, piú pesci pigliamo...
- Come fare un esame di coscienza?
- Semplicissimo: sui dieci comandamenti, sui precetti della Chiesa, sui propri doveri di stato.
1. Non avrai altro Dio fuori di me.
Hai negato o messo in dubbio la fede? Hai degli idoli che ti fanno dimenticare o mettere al secondo posto Dio? Sono forse un uomo, una donna, il divertimento, il denaro, il lavoro, la politica? Forse per essi dimentichi o non trovi piú tempo per la preghiera quotidiana, per la messa domenicale, per le opere buone? Forse per essi non vai al sottile con la tua coscienza e facilmente trasgredisci la legge di Dio?
2. Non nominare il nome di Dio invano.
Forse bestemmi o anche solo attribuisci a Dio i mali e le cose storte che avvengono nella terra? Forse lo nomini senza rispetto o dici barzellette irriverenti? Forse pensi che la bestemmia sia un peccato leggero, mentre è uno dei peccati piú gravi che possa fare l'uomo?
3. Ricordati di santificare la festa.
Vai a Messa la domenica? La metti al primo o all'ultimo posto, a quando hai tempo. Arrivi a Messa iniziata o a mezza Messa? Preghi durante la Messa o stai distratto, o, addirittura, ti metti a parlare? Santifichi almeno in parte il resto della giornata con letture sante, con visite a malati, con opere di carità e di apostolato, con la partecipazione a qualche attività ecclesiale?
4. Onora il padre e la madre.
Li onori? Li obbedisci? Li sostieni? Li assisti? O con facilità li lasci soli in un angolo, o li vai a chiudere in un asilo? Rispetti le autorità ecclesiastiche e civili o parli sempre male di loro? Rispetti i piú grandi?
5. Non ammazzare.
Non praticare, né consigliare aborti. Non odiare, non nutrire rancori e risentimenti. Non andare sempre ricordando il male rickvuto.
Ami il prossimo? Con le parole o coi fatti? Quali e quante opere di carità vai facendo? Pensi anche agli altri o pensi solo a te?
6. Non commettere atti impuri.
Non masturbazioni, non fornicazioni, non adulteri, non sodomie, non onanismi, non toccamenti sensuali su di sé o sugli altri; non cattivi discorsi e neanche cattive parole: son tutti peccati di lussuria.
7. Non rubare.
Non rubare, non imbrogliare, non danneggiare la roba degli altri. Ruba l'insegnante che non fa scuola, o si dà ammalato o durante la scuola lascia a lungo la classe; ruba l'operaio che non lavora, o lavora a singhiozzo, o solo quando è visto dal padrone; rubano i sofisticatori, coloro che non mettono il materiale pattuito, i datori e i donatari di bustarelle.
Chiunque ruba è tenuto a ritomare la roba rubata.
8. Non fare false testimonianze.
Non mentire dinnanzi agli uomini, tanto meno in tribunale con false testimonianze; non calunniare, né insinuare sospetti. Non ti far credere piú ricco, piú intelligente, piú buono, piú influente di quello che sei. Non fare il fariseo credendoti o, peggio, proclamandoti galantuomo o un uomo senza peccati, che non ha bisogno del perdono di Dio e della confessione. Dice s. Giovanni: « Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi ». (1 Gv. 1,9).
9. Non desiderare la donna di altri.
Non andare dietro a cattivi pensieri. Le tentazioni possono venire a tutti. Fai peccato soltanto quando te ne accorgi e vorresti eseguirle. Dice Gesú: « Chi guarda una donna per desiderarla ha commesso adulterio ». (Mt. 5,28).
Ti esponi a occasioni di peccato o, peggio, le vai cercando? Stolto! È impossibile mettere il fuoco sotto la paglia e non vederla bruciare. Togli di sotto il fuoco e la paglia non brucia.
10. Non desiderare la roba d'altri.
Non è peccato desiderare di avere una macchina, una casa, una villa come le hanno altri. È peccato soltanto volerle loro togliere.
Un giorno parlando della confessione a un uomo questi mi disse:
- Io non ho niente da confessarmi. I 10 comandamenti li osservo sempre.
- Ci sono ancora i precetti della Chiesa, io gli risposi.
- Io osservo soltanto i 10 comandamenti, egli allora mi disse. Dove i precetti della Chiesa sono scritti nella Bibbia?
- Perché suo figlio deve andare a comprarle le sigarette? Dove è scritto nella Bibbia?
- Ma c'è scritto di obbedire al padre e alla madre.
- E ci sono pure scritte queste parole di Gesú agli apostoli: « Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi disprezza me ». (Lc. 10,16).
«Qualunque cosa scioglierete sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli». (Mt. 18,18).
Come vedi la legge data a Mosè è data al negativo; gli fu scolpita sulla pietra per cuori di pietra. Per questo dice s. Paolo: « La legge è per la morte », ossia deve servire per fare evitare agli uomini la morte temporale eterna. (Rom. 1,10). Essa è come un binario che giova al treno per non farlo sfracellare nella corsa, per farlo correre meglio e fargli raggiungere la meta. Le leggi morali sono leggi di vita. Purtroppo gli uomini neanche quelle osservano e vanno incontro a un'infinità di guai e alla morte. Dio, da perfetto pedagogo, non poteva rivelare la perfezione della legge a un popolo rozzo, primitivo e di « dura cervice », come la Bibbia definisce il popolo ebreo; cosí come un insegnante non spiega l'algebra a un analfabeta. Quando venne la pienezza dei tempi, Dio si fece uomo in Gesú e ce la venne a rivelare: la perfezione della legge è l'amore.
« Io vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi » (Gv. 13,14) cioè cercandovi, salutandovi, sentendovi, sacrificandovi gli uni per gli altri, come io ho fatto per voi. Per questo la legge del Vangelo è tutta al positivo. Gesú la scolpí in un cuore di carne, nel suo cuore, mostrandocelo nella Croce e nell'Eucarestia; la scolpí per cuori di carne, cioè per persone che amano. Solo gli egoisti non possono osservarla, o l'osservano per quel tanto per cui vedono un loro utile. Invece chi ama Dio e il prossimo trova facile e bello pregare, osservare i 10 comandamenti, fare del bene al prossimo. Ora è impossibile conoscere Gesú e non amarlo.
Un giorno mi avvicinano due ufficiali. Uno di loro mi dice: « Cappellano, se c'è il Paradiso, chi di noi due ci va? Lui che viene sempre a Messa e se ne frega dei soldati; o io, che non vi vengo mai, ma che tratto bene i soldati? ». « Né lui, né tu, rispondo io; a lui manca la gamba destra, a te manca la gamba sinistra; per camminare ci vogliono due gambe. A lui manca l'ala destra; a te manca l'ala sinistra; per volare a Dio ci vogliono due ali: l'amore di Dio, ossia la preghiera e la frequenza alla Chiesa e ai sacramenti; e l'amore del prossimo, ossia la pratica delle sette opere di misericordia corporale e spirituale ».
- Che bisogno ho io di confessarmi?, mi disse un giorno un uomo. Io non ammazzo, non rubo, non faccio male a nessuno. Se c'è un Paradiso, Dio deve darmelo.
- Lei ha un agrumeto, io gli riposi. Se vi manda un operaio per zapparlo, e quello, ritornando la sera, le chiede il salario della giornata, lei gli chiede fin dove è arrivato a zappare. Se lui le risponde: « Non ho zappato; però non le ho tagliato gli alberi, né le ho bruciato la casa o fatto altro male; quindi mi paghi ». Lei lo pagherà?
- No.
- Ugualmente Dio ricompensa non quelli che semplicemente non fanno del male; ma quelli che simultaneamente hanno fatto del bene. Si paga chi fa qualche lavoro, non chi non fa nulla. Gesú, parlando del giudizio universale dice che andranno all'inferno tutti coloro che non hanno sfamato gli affamati, né vestito gli ignudi, né fatto altre opere buone.
Di Padre Ildebrando A. Santangelo