APPENDICE III
UN PAPA IN MOSCHEA
Veramente non sarebbe la prima volta che Giovanni Paolo II sia entrato nell'interno di una moschea, perché era entrato già in uno spazio sacro dell'Islam quando, sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, era anche all'interno di un edificio sacro musulmano. Comunque, Giovanni Paolo II, che fu già visto baciare, religiosamente, il Corano, il 14 maggio 1999,aveva iniziato i suoi viaggi, dedicati al "dialogo interreligioso", già molto prima, con preferenza verso l'Islam. Si direbbe che Egli abbia sempre avuto una specie di fascino verso il mondo musulmano, fin dall'inizio del suo pontificato. Per esempio: il 29 novembre 1979, fu ad Ankara (Turchia), proprio per quella sua volontà di "dialogo" con l'Islam. Una volontà ad hoc che prenderà sempre più forma negli altri viaggi, specialmente in Africa e in Asia, con i molti incontri che fece con le comunità musulmane, nonostante le cattive accoglienze che talora ebbe, come in Nigeria, nel febbraio 1982.
Il 2 aprile 1980, quattro giorni prima della Pasqua, derogando ai regolamenti della Settimana Santa, ricevette in Vaticano il Re Hassan del Marocco e il suo seguito. Ci fu subito una corrente d'amicizia tra loro, e il Re invitò il suo "illustre ami" ad andare a Casablanca per parlare ai giovani musulmani del suo regno. L'incontro, infatti, avvenne il 19 agosto 1985. Nel gennaio 1993, Giovanni Paolo II volle andare persino in Sudan, alla capitale Kharthoum, nonostante l' impossibile situazione per un qualsiasi "dialogo" con le autorità musulmane del Paese. Come, difatti, avvenne! Nel 1999, dopo un accordo avvenuto tra università romane e la grande Università musulmana "Al Azhar" del Cairo (Egitto), ebbe l'incontro con gli universitari, il 25 febbraio 2000. Un anno dopo, Giovanni Paolo II ha voluto andare a Damasco (Siria), quasi a coronamento di questa sua volontà di "dialogo" con l'lslam, nella moschea degli Omayyades, considerata come il quarto luogo sacro dell'lslam.' In quella moschea, Giovanni Paolo II è entrato con tanto di croce pettorale al collo; un fatto certamente inatteso e sconvolgente per gli integralisti islamici, sunniti e scii ti t Ma anche noi ci domandiamo: perché il Papa è andato in quella moschea? .. Certo, doveva sapere che quella moschea-madre di tutte le moschee, come Gli dirà, poi, il Gran Mufti, era stata costruita all'inizio del secolo VIII, dopo che i conquistatori arabi avevano distrutto la chiesa-cattedrale cristiana, dedicata appunto a San Giovanni Battista; come doveva pur sapere delle persecuzioni che i cristiani di Damasco avevano subìto, proprio da parte dei musulmani! .. Interrogativi che possono avere risposta solo ripensando al percorso di apertura verso le altre religioni e culture, lungo il quale Giovanni Paolo II ha spinto la Chiesa di Roma. Ed ecco, qui - 6 maggio 2001, domenica, giorno del Signore!- all'interno della grande Moschea Omayyades di Damasco, nel cuore dell'Islam, a posare la sua mano sul cenotafio di San Giovanni Battista, il "precursore" di Gesù Cristo, che anche l'Islam venera come "Yahia", uno dei Profeti. Ed è proprio qui, infatti, in questo tempio musulmano, che è custodita la reliquia della testa del Santo. Ed è qui che, oltre ai mosaici cristiani, c'è anche una iscrizione greca su un portale: "Cristo, il re dei tempi!", quasi a testimoniare un'epoca in cui quel luogo era una Basilica bizantina, cristiana, ma che, dopo la conquista araba di Damasco, nel 636, diventò moschea musulmana. Prima di entrare nella moschea, però, il Papa fu condotto in una sala, sulla sinistra del complesso, dove lo fecero sedere su uno degli scranni, posti lungo le pareti, e il vescovo Stanislaw, fedele suo segretario, Gli tolse le scarpe e Gli infilò un paio di babbucce bianche. Dopo di che, il Gran Mufti guidò il Papa fino alla "sala della preghiera". Ma la méta era il "memoriale" di San Giovanni Battista, venerato anche dai musulmani come "profeta". Il suo mausoleo si trova in mezzo alla lunga navata, sormontato da una cupoletta colorata, dietro un cubo allungato, di pietra, interrotto da tante finestre con le griglia dorate, dietro le quali si intravede un immenso sarcofago, coperto di iscrizioni arabe. Qui - come vuole la tradizione locale - è custodita la testa di San Giovanni Battista. Qui, la tomba del profeta "Y ahya" vorrebbe essere un simbolo della comunanza tra musulmani e cristiani. Il suo nome compare anche nel Corano, nella Sura XIX, Mariam (Maria), e nella Sura III "al Imran" (la famiglia di Imran), che è la famiglia di Gesù2•
Ora, questo gesto del Papa fa ricordare il suo raduno inter-religioso del 1986, ad Assisi, dove 200 Capi religiosi avevano pregato insieme per la pace. Qui, però, in quella moschea di Damasco, non ci fu alcuna preghiera in comune, forse per non eccitare gli integralisti. Infatti, l'annuncio prematuro di una preghiera che Giovanni Paolo II avrebbe fatto nella moschea di Omayyades, aveva suscitato, in Siria, un fremito d'indignazione tra i musulmani! E per questo si evitò ogni gesto di sapore sincretista, fino ad eliminare persino un qualsiasi segno di croce! Giovanni Paolo II rimase ivi, in piedi, per alcuni istanti, in preghiera silenziosa. Era appoggiato, con la sinistra, al bastone, e, con la destra, alla base di una colonna del cenotafio di San Giovanni Battista. Da rilevare: la moschea, durante quella visita di Giovanni Paolo II, era chiusa al pubblico e blindata da schiere di poliziotti e sciami di agenti! Per la popolazione musulmana, quindi, il Papa è rimasto una persona remota, quanto un Capo di Stato in visita ufficiale. Per il regìme siriano, poi, fu un interlocutore gradito, sì, ma sfuggente, anche se l'avevano invitato a benedire un fronte comune tra cristiani e musulmani. Io spero che il Papa, lì, a Damasco, abbia ricordato che, nella tappa precedente, ad Atene, la Chiesa ortodossa aveva insistito sulla matrice " cristiana", o "ellenico-cristiana", dell'Europa, con l'evidente intenzione di attribuire a quella dimensione un senso anti-islamico, anti-turco! Come pure spero che abbia ripensato anche alle pressioni dei non pochi Prelati del "Sinodo Europeo" che Gli avevano ricordato la minaccia di una nuova "islamizzazione" del Vecchio continente. Inoltre, quel suo percorso nel cuore dell'Islam, avrebbe dovuto fargli presente che Egli era il capo di una Chiesa cattolica e non un apostolo dei "diritti umani" della Rivoluzione Francese, e neppure un leader di un movimento di opinione liberale, per cui avrebbe dovuto tendere tutte le sue forze spirituali e intellettuali ad affermare la centralità del cristianesimo nella Storia, e non solo in quella d'Europa!
Usciti dalla moschea, il Papa venne condotto e fatto sedere, a un lato di un cortile, sotto il "Minareto di Gesù". Il perché di questo titolo lo si trova in una tradizione musulmana in cui si narra che il profeta Gesù, il giorno del giudizio finale, ritornerà dal soggiorno dei morti a uno dei tre Minareti di quella grande Moschea, e precisamente a quella che vien detta il "Minareto di Gesù". Ora, lì, venne cantato un brano del Corano, tolto dalla "Sura di Hshr", che riporta dei "nomi di Dio". Poi, ci fu lo scambio dei discorsi. Il Mufti ha detto: "La Chiesa cattolica e i governi Cristiani aiutino a far trionfare la giustizia e a cancellare l'oppressione esercitata da Israele sui palestinesi". E dopo aver ricordato la "tolleranza"(?!) con cui l 'lslam ha trattato, nella storia, i "fratelli cristiani" (?!),ha aggiunto: "Non possiamo passare sotto silenzio gli errori compiuti nel passato da persone che pure si richiamavano agli insegnamenti della religione". Ma qui la Storia fu addirittura stravolta!.. Forse che essa non è disseminata di cadaveri, fatti dai musulmani, più razzisti dei razzisti d'ogni tempo? ... Forse che il loro codice di vita, il "Corano", non obbliga alla "guerra Santa" contro gli "infedeli", quali siamo considerati, soprattutto, noi cattolici? Ma anche il discorso del Papa, -che non lesse personalmente, limitandosi a pronunciare, in inglese, i saluti iniziali e quelli finali, mentre il testo lo fece leggere, in arabo, a uno dei Vescovi del suo seguito! - benché soffuso di tolleranza e d'amore, è rimasto al di qua delle questioni religiose e politiche. Il Papa, cioè, dopo aver ascoltato religiosamente (! !) la lettura di alcuni versetti del Corano e la litania dei nomi di Allah, ascoltò il Gran Mufti che accoglieva calorosamente Sua Santità Giovanni Paolo II, quale "presidente dello Stato del Vaticano", in quel tempio "culla dei profeti"; poi, parlò Lui, affermando, senza arrossire - che "l'lslam è la religione della fraternità e della pace", quasi che nessuno sapesse dei fatti della Cecenia, della Macedonia, della Bosnia, della Palestina, della Molucche, del Pakistan, del Sudan, dell'Algeria, e via dicendo! .. Imperturbabile, poi, continuò: "Noi adoriamo tutti lo stesso Dio", senza battere ciglio! .. Era d'accordo, allora? Se sì, sarebbe stato un rinnegamento del nostro Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, per nulla affatto eguale a quello dei musulmani, come abbiamo dimostrato precedentemente; se non era d'accordo, e tacque solo per cortesia, il suo silenzio ha certamente indotto le centinaia di milioni di musulmani di tutto il mondo a credere di essere nel giusto a credere che "Allah" è il vero loro dio e che Maometto è il suo profeta! Comunque, la risposta di Giovanni Paolo II, evocando la testimonianza di San Giovanni Battista, una vita tutta consacrata a Cristo e coronata dal martirio, non fu, certo, quella che ci si poteva aspettare da un successore di Pietro! Infatti, disse: "Che tutti coloro che venerano la sua memoria, qui, siano illuminati dalla sua testimonianza, affinché possano comprendere - e Noi pure! - che il grande compito della sua vita fu di cercare la verità di Dio e la sua giustizia"! Si noti l 'inciso: "e Noi pure", che dovrebbe significare che anche Giovanni Paolo II "cerca la verità di Dio e la sua giustizia". È una confessione pubblica strabiliante, inattesa! E poi continuò: "Il Nostro incontro, in questo luogo rinomato, ci richiama che l'uomo è un essere spirituale, chiamato a riconoscere e a rispettare il primato assoluto di Dio su tutte le cose". E perché non disse: "del Cristo che è Dio"? •. Forse che San Giovanni Battista non "si mise a predicare Gesù, proclamando che Egli era il Figlio di Dio?"(Atti: 9, 20). E ancora: "lo desidero ardentemente che i responsabili religiosi e i professori di religione, musulmani e cristiani, presentino le nostre due importanti comunità religiose come delle comunità impegnate in un dialogo rispettoso, mai più come delle comunità in conflitto". Ma allora, chi si impegna in questo dialogo cristiano musulmano dovrà evitare di parlare di Gesù Cristo, Figlio di Dio, perché il Corano insegna che Dio ... non ha figli! .. E continuò: "Il nostro incontro d'oggi alla Moschea Omayyades sarà il segno della nostra determinazione a far progredire il dialogo inter-religioso della Chiesa cattolica con l'Islam ... e Noi, oggi, possiamo manifestare la nostra riconoscenza (a chi?) per la strada che Noi abbiamo percorso assieme. Al più alto livello, il Consiglio Pontificio per il "Dialogo inter-religioso rappresenta la Chiesa cattolica in questo sforzo". Ma perché tacere dei massacri cristiani in Palestina, in India, in Cina, in Indonesia, ecc.. anche se il Papa ha affermato che "il ricco dialogo di vita è continuato senza interruzione", limitandosi ad aggiungere che " ogni persona e ogni famiglia ha conosciuto momenti di armonia e altri momenti in cui il dialogo s'è interrotto"? .. e affermare persino che "i Musulmani e i Cristiani onorano parallelamente i loro luoghi di preghiera"? .. Per Giovanni Paolo II, allora, chiese e moschee sono forse luoghi di intercomunione, in "occasione di matrimoni, di funerali e di altre celebrazioni"? .. Ma il Papa non sapeva che il Califfo Walid I 0 perseguitò i cristiani, confiscò la chiesa cattolica per fare quella moschea? E non sapeva che i musulmani d'allora avevano fatto numerosi martiri cristiani'? .. E adesso, dopo la visita di Giovanni Paolo II, non ci saranno più né martiri né apostati, ma solo "il dialogo inter-religioso" che "condurrà a delle forme varie di cooperazione, particolarmente prendendo cura dei poveri e dei deboli, perché "tali sono i segni che la nostra adorazione di Dio è vera"? .. Comunque, questo parlare è una condanna proprio dei poveri e dei deboli, se si afferma che la "violenza" "distrugge l'immagine del Creatore nelle sue creature", e che essa "non deve più essere considerata come il frutto di convinzioni religiose", condannando, così, la "forza", usata dai suoi predecessori che hanno impiegato proprio la "forza" in difesa delle loro "pecorelle"! .. A Damasco, così, il Papa ha disarmato i cristiani d'Asia, d'Africa e del vicino Oriente, rendendo li inermi di fronte ali' offensiva planetaria de li' Islam contro la Cristianità, quasi consegnandola ai lupi perché sia azzannata e uccisa! Ma noi pre-conciliari avevamo imparato che la "fortezza" è una virtù cardinale, dono dello Spirito Santo, e che, quindi, non è affatto illegittimo che sia usata "in nome di Dio", proprio come diceva Santa Giovanna d'Arco ai suoi soldati e ai suoi persecutori. Anche perché la "fortezza" è un vero strumento di pace e di fraternità tra i popoli e della vera civiltà! Comunque, quel discorso di Giovanni Paolo II, a Damasco, cadrebbe sotto la condanna di San Pio X, pronunciata proprio a riguardo della "cooperazione" inter-confessionale e inter-religiosa: «Non c'è vera civilizzazione senza civilizzazione morale; e non c'è vera civilizzazione morale senza la vera religione: ciò è una verità dimostrata; è un fatto di storia»! Perciò, continuando la nostra riflessione, su quel recarsi del Papa in una moschea, ci poniamo anche altre domande: Perché si è fatto quell'incontro, che non fu né "dialogo" né un "confronto" tra le due religioni, quella cattolica - la sola vera! - e quella musulmana, una sètta di stampo giudaico, che ha dimostrato, a parole, talvolta, anche un certo rispetto dei cristiani, "la gente del libro", come ci chiamava Maometto, ma che, in realtà, ha trattato e tratta tuttora come "infedeli" da convertire all'lslam o da macellare decisamente? .. E perché quel "dialogo" con loro? .. N o n si sa, forse, chi siano, per loro, Gesù e Maria? e chi siano, per loro, il "Padre, il Figlio e lo Spirito Santo"? .. e cosa sia la Croce? .. e che per i musulmani, Gesù è uno "sconosciuto", anche se il Corano parla spesso di Lui come "lsa ibn Maryam", e anche se Lo dice un grande saggio profeta, un "rasul" che siede alla destra di Dio? .. V al e a dire, per Maometto e i suoi seguaci, Gesù non è affatto il Figlio di Dio, e non fu neppure crocifisso! Si legga la quarta "Sura", versetto 171: "Gente della scrittura, non lasciatevi andare a esagerare le vostre affermazioni sul problema religioso, e sul Dio non dite che la verità. Il "Masih Isa Maryam" altro non è che un "rasul" di Dio; altro non è che il suo Verbo lasciato in Maryam, e un "ruh" da parte sua. Credete, dunque, al Dio e ai rasul. Smettetela! Sarà meglio per voi. Il Dio è un dio solo"! Chiaro? il "dio" di Maometto non è trinitario, e Gesù non è Figlio di Dio! .. E allora, quale senso dare a quel viaggio a Damasco da parte di un Vicario di Cristo? .. Se fu impossibile il "dialogo" tra i due leader delle due religioni, anche il "dialogo" tra le due comunità religiose rimarrà inammissibile, come pure lo saranno i rapporti religiosi tra Cattolicesimo e Islam! .. E perché, allora, Giovanni Paolo II cerca di rappacificare la cristianità con l'Islam, quasi imponendo la nostra Fede in Dio come una religione che si considera il compimento delle religioni monoteistiche? Forse che Egli pensa di poter creare un ponte privilegiato tra Islam e Cristianesimo? Anche la richiesta di mutuo perdono, da Lui formulata, doveva sapere che non avrebbe potuto avere alcun senso per il mondo islamico, perché è assurdo pensare che i musulmani chiedano perdono per aver ucciso cristiani, perché quei massacri, per loro, furono atti richiesti dalla loro "jihàd", o "guerra santa", e quindi, furono "opere buone"! e anche la richiesta di perdono da parte dei cristiani per aver ucciso musulmani, non aveva alcun senso, perché gli islamici, uccisi dai cristiani, vanno subito, diritto diritto, in paradiso, come assicura loro il Corano! Perciò, che senso poteva avere quell'incontro? Nessuno! .. Infatti, non ci fu alcuna convergenza religiosa e neppure alcuna possibilità politica tra le due parti! Tutto è rimasto nell'ambiguità e nell'equivoco. Nessun dei due azzardò un qualsiasi "dialogo" sulle loro reciproche religioni. Il loro dire fu di due monologhi senza alcuna comunicazione. Purtroppo, però, ne è derivato non poco sconcerto nei veri cattolici per quel gesto del Vicario di Cristo che ha umiliato la loro Religione cattolica, (entrando) in una moschea di una falsa religione! Anche questo viaggio a Damasco lo sta a testimoniare, perché, anche lì, il Papa ha travisato il passato della Chiesa cattolica, mettendola in umiliazione, ossequiando i suoi persecutori e dando corpo ad un autentico sincretismo, sia pure dissimulato! Perciò, torno ancora a domandarmi: quale fu l'intenzione oggettiva di quel viaggio papale? .. La risposta non può esser che in una dimensione personale, quella che Lui ha dato a tutto il suo pontificato, e cioè di una collaborazione tra le religioni e una cooperazione, legata a una preoccupazione politica: il timore che i conflitti interreligiosi diventino, poi, conflitti politici! Ma io credo poco anche al significato di "promozione della pace" che si vuoi dare a questi suoi viaggi nei paesi non cristiani, anche per il fatto che, in tale senso, non ebbero mai un risultato politico positivo! Comunque, anche quei suoi messaggi di "pace interreligiosa", come mezzo di arrivo ad una pace politica e civile, non possono essere visti come una parte del suo mandato petrino! Questo suo agitarsi, in ogni parte del mondo, potrebbe essere interpretato, forse, come una sua spina interiore per costruire una specie di "ONU delle Religioni"; un agitarsi generoso, ma storicamente inefficace e confusionario, perché invita a credere che anche la nostra religione cattolica sia stata messa sul medesimo piano delle altre religioni, facendo perdere, così, persino il sentimento della nostra identità cristiana-cattolica! Un Papa pacificatore universale, quindi, che si è lasciato spingere ad entrare persino in una moschea, nonostante che, in tante parti del mondo, i musulmani stanno tuttora uccidendo, impunemente, migliaia e migliaia di cristiani!
sac. Luigi Villa