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venerdì 27 marzo 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO



IL VERO AMORE DEL PROSSIMO E LA VERA CARITA'

19 dicembre 1931
Il santo discernimento comprende anche un mirabile amore del prossimo - esso non è guidato dalle  simpatie umane, ma dalla giustizia divina. Anche l'amore del prossimo deve essere guidato da Dio  per portare in sé la santa ragionevolezza. Anche questa virtù deve essere pura. Non si deve essere  umanamente buoni, ma divinamente buoni. Solo nel Purgatorio ho imparato a conoscere le  mancanze e le colpe, che si possono commettere anche nell'amore del prossimo. Ho visto anime  che in vita erano note per le loro opere di carità, eppure nel Purgatorio dovevano espiare per il loro  deficiente amore del prossimo. Perché questo? Molti hanno fatto il bene, e spesso molto bene, là  dove sentivano una inclinazione di simpatia. In un altro luogo, dove non provavano questa inclinazione, ed il bisogno invece era assai più grave, sono stati capaci di passare oltre, insensibili. Dio  mi ha mostrato queste colpe, ed ho visto che queste anime avevano sentimenti terreni ed umani: si  lasciavano guidare dalle loro simpatie. E queste simpatie non valgono davanti a Dio. Il vero amore del prossimo, che poggia sull'amore di Dio, non conosce la simpatia, ma solo l'amore. Quando uno  vuol agire in tutto per amore di Dio dirige intero il suo cuore secondo le necessità del prossimo e  non secondo il capriccio della simpatia.
Non importa a chi si fa il bene, purché si voglia fare il bene. Tuttavia, nel fare il bene si deve  essere anche intelligenti e prudenti; nell'amore del prossimo si devono tenere presenti alcuni  ostacoli da cui l'amore è inceppato. Si potrebbe, e avviene sovente, afferrare l'amore per sé invece  che per Dio e perciò essere amati troppo e troppo umanamente: qui l'amore deve essere intelligente  e prudente.
Ai nostri fratelli dobbiamo dare sempre Gesù e non noi stessi. Su questo punto ho visto nel Purgatorio molte cose che non posso descrivere. Ciò mi ha insegnato ad essere prudente. Questa prudenza mi ha talora reso triste, perché spesso ho dovuto trattenere il mio amore che voleva gettarsi  avanti, desideroso di aiutare. La prudenza, in qualche modo, mi tratteneva, e spesso mi ha fatto  piangere per amore represso. Allora Gesù mi consolava e mi ripeteva: «Sappi che in cielo potrai  amare finalmente come ti piace di amare!». Allora, sempre, io mi consolavo. Perfino nel compiere  il bene si deve interrogare Gesù e consigliarsi con Lui, per corrispondere alle intenzioni di Gesù, per  non frapporre nulla al loro cammino.
Non si può fare il bene là dove tutto viene dissipato; dove Dio non vuole che si dia. Perciò è così  necessario consigliarsi con Gesù, aiutare quando Gesù vuole aiutare. E perciò è così necessaria la  santa ragionevolezza anche nell'amore del prossimo. Per essa ci si rivela ciò che è giusto, soprattutto quando abbiamo pregato. Ci sono stati anche casi in cui Gesù mi ha detto: «Tu fai di più  quando non fai niente - qui il bisogno deve trarre qualcosa di grande da me». Quante volte già il  Signore mi ha trattenuto, quando il mio amore voleva spingersi infuocato avanti, e intervenire;  allora Egli mi ha detto semplicemente: «Qui devi pregare... allora avrai fatto la cosa migliore».
Poi il Signore mi ha mostrato i piani della sua provvidenza ed io ho visto che dovevo lasciarlo  fare: ho visto che talvolta la necessità portava già in sé la salvezza contro i pericoli interiori. Su  questo punto ho già tanto imparato e compreso; ho già guardato così in fondo nel Purgatorio; allora  la istintiva volontà del cuore si pone dalla parte di Dio e per la prima volta si riconosce che quella  bontà poteva essere priva di saggezza e di intelligenza. In tutto, in tutto si deve per prima cosa  aderire con una santa ragionevolezza allo Spirito Santo; poi saremo retti dalla sapienza di Dio: le  migliori intenzioni devono essere purificate dalla preghiera, da uno sguardo innalzato a Dio; da cui  vengono ogni sapienza e bontà e per cui la bontà del nostro cuore diviene buona. E allora è sempre  la Sua bontà che è buona...
Vedo che mi sto inoltrando in un altro tema: mi riscuoto e ritorno nuovamente al Purgatorio.
Come sono diversi da quelli del nostro mondo stolto i pensieri laggiù! Potessero le povere anime  ritornare indietro, quante cose ci direbbero e ci insegnerebbero, e quanti vizi nascosti troverebbero  in noi, anche vizi occultati in una virtù.
La vera e santa bontà cerca solo di fare in tutto il bene di Gesù. E dove troviamo Gesù? Lo troviamo  in ogni luogo dove ci siano vero bisogno, vera necessità, poiché Egli ha voluto essere bisognoso di  aiuto, per poter dire a coloro che amano: «Tu mi hai aiutato». Dappertutto dove c'è una sincera,  reale, effettiva necessità, sia essa materiale o spirituale, là c'è Gesù.
Oh, questo pensiero! Le povere anime conoscono meglio che non durante la vita terrena la condiscendenza misericordiosa della verità e noi vogliamo imparare da essa ad essere buoni sul serio a  fare del bene a Lui. Bisognerebbe tenere in ben maggior conto Gesù nel suo nascondimento di povertà e di bisogno!
Gli uomini usano dimostrare rispetto soprattutto a quelli che hanno denaro e ricchezze e onore e  sono dappertutto ricevuti con molta considerazione. Ma non convengono massimamente onore,  attenzione, amore a coloro che sono sempre respinti e non vengono considerati, e sulla terra non  valgono molto? In costoro Dio stesso, il re dei poveri, viene a noi come ospite. E non dovrebbero  costoro avere il posto di onore fin dentro il nostro cuore? Perché per costoro vale la parola di Dio: «Voi l'avete fatto a me stesso». Essi sono il grande «a me» della degnazione misericordiosa di Dio;  a questo «a me» conviene il massimo onore.
Sulla terra onoriamo in taluni il denaro e la ricchezza, onoriamo l’uomo; ma nei poveri onoriamo  Dio stesso...
Ma ci sono anche uomini che, nonostante il denaro e la ricchezza, sono poveri, perché hanno una  pena nel cuore, o una qualche necessità. I fortunati possono essere poveri anch'essi, e anche lì con  le parole buone e le buone azioni possiamo assistere Gesù. Sempre dove c'è un bisogno, c'è Gesù  che ci rivolge una preghiera... Il più caro, il più bello, il più degno di onore fra i nostri ospiti, non è  l'uomo che ha fortuna e ricchezza e benessere, ma il povero, sia egli povero internamente o esteriormente; il ferito, perché egli è Gesù, Egli è là, dove in un angolo sta il Crocifisso.
Chi riceve un beneficio deve a sua volta beneficare. È così bello essere beneficatori di Dio! Non  beneficare per comperare così il proprio onore, non beneficare secondo la propria inclinazione, ma  secondo l'intenzione e l'amore di Dio.
Nel Purgatorio ho contemplato innumerevoli anime che non fecero il bene con retto sentimento ed  anche tanti, tanti benefattori dallo spirito farisaico. Non avrei mai potuto credere, se il Purgatorio  non fosse stato il mio maestro. Ho molto sofferto per riuscire a credere e comprendere tutto questo,  perché il mio cuore voleva avere troppa fiducia e fede nel mondo, e Dio lo dovette prendere con sé  nella scuola del Purgatorio.
Anche le anime che si compiacciono di giudicare hanno la loro conversione nel Purgatorio.  Quanti hanno giudicato capricciosamente, guidati anche qui dalla simpatia e dall'antipatia. Nulla di  profondamente fondato, nulla di giusto era a fondamento dei loro pensieri.
Differenti categorie che io trovo nel Purgatorio: alcune hanno le loro incrostazioni e il loro duro involucro in un punto, altre in un altro; parecchie portano la durezza nel mezzo della loro mollezza,  la colpa nel mezzo della virtù.
Gesù non può servirsene per il Cielo. Col suo amore Egli deve renderle tutte pure e tenere. Ma chi  sempre con amore distingue il bene dal male, per sincerarsi della verità, per non lasciarsi ingannare  e imprigionare dalla menzogna, così da appoggiare il male (e queste sono la santa prudenza, santa  saggezza e intelligenza), questi non condanna e non è giudicato. Come sono felici le anime  quando sono libere da questo vizio, il vizio del giudicare... Poiché le anime di coloro che amano il  giudicare sentono molto più tagliente nell'anima propria il giudizio di Dio. Ci sono spesso anime  che fino alla morte sono rimaste fedeli alla loro ingiusta «giustizia».
È dunque bene che secondo questa intenzione si preghi assai spesso per ottenere di agire retta-mente  e nutrire pensieri di amore nelle situazioni favorevoli, e in quelle sfavorevoli.
Qui non possono pronunciare la loro parola né la simpatia né l'antipatia, ma solo l'amore: questa è  giustizia. Certo possiamo sempre mantenere l'occhio acuto, per preservarci, in questo mondo  cattivo, dall'inganno e dal raggiro. Questo comanda anche la santa ragione, che ci ammonisce ad  essere prudenti.
Se una cosa ha una ragione, il divino discernimento lo rivela: allora essa è già nell'ordine. Ma in  molte anime il bene ed il male non hanno nessun motivo o determinazione: la loro simpatia è il loro  giudizio, o lo è la loro avversione: così mancano la divina giustizia e verità e tutto è vacuo e vuoto,  solo è presente la contaminazione dell'anima. Troppo si può fare spinti dalla simpatia o  dall'avversione, quando lo Spirito Santo non ci guida. Per gli uni un uomo è santo, per gli altri è  malvagio, oppure ciò che è santo appare cattivo e ciò che è cattivo appare santo: il giudizio discende  semplicemente dall'inclinazione, senza fondamento e senza scopo. Non c'è nulla in esso che giovi  all'anima; solo il vuoto ed inutile giudizio umano; nulla che guidi al bene o metta in guardia contro  il male, ma la sterile ed inane simpatia od antipatia. A che giova essa per la vita e per l'eternità?  Dove c'è puramente capriccio umano o inclinazione umana... Oh, povere anime, come devono  spasimare nel raggio dell'eternità e della verità, esse che hanno tanto vissuto di insincerità e di  superficialità! Ma le anime che in tutto furono mosse da un motivo santo ed amoroso, che da ogni  cosa trassero un ammaestramento per il tempo e per l'eternità, che rettamente cercarono di distinguere il male dal bene, per trovare solo la verità e non sostenere mai ciò che fosse ingiusto -  queste anime saranno chiamate verità dalla eterna verità, chiamate amore dall'eterno amore e  innalzate al cielo.
Già il Purgatorio dice quanto deve essere meraviglioso il Cielo - altrimenti Dio non imporrebbe  una purificazione così severa ed esatta dell'anima. Oh, prepariamoci fin d'ora, pieni di desiderio, alla  purezza del Paradiso!

lunedì 9 marzo 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO



LA VERA E LA FALSA PIETA’

(Il salutare discernimento)
In questo mirabile Purgatorio dove si vedono così bene le anime come sono in verità, ho anche  imparato che cosa sia vera e che cosa sia falsa pietà. Ho attinto laggiù tutte le esperienze di cui  abbiamo bisogno per la vita eterna; diversamente sarei davvero come un bimbo inesperto.
Ho visto molte anime, anche anime di religiosi, che furono assai devote: ma ebbero una loro propria arbitraria devozione, e proprio qui si sono aperti i miei occhi per proteggermi dall'illusione. La  pietà arbitraria vuole essere devota come piace a lei, e non come piace a Dio. Questa pietà è complicata, superba, presuntuosa - ci sono anime che fanno tante storie con se stesse. Vivono di questo  pensiero: io faccio dei sacrifici, io aspiro alla santità, io mi sforzo a diventare santa. Mentre la  pietà umile pensa: Tu, Gesù, devi farlo; abbi pazienza con me, io non sono capace. Queste anime  vivono di Gesù, rampollano da lui, le altre rampollano dal proprio io.
Queste foggiano da sé la propria santità, mentre le altre hanno solo la buona volontà e la fiducia in  Gesù e continuamente invocano grazia e misericordia.
Purtroppo ci sono nel Purgatorio molte più anime farisaiche di quanto avessi pensato. Se non  avessi fissato il mio sguardo sul Purgatorio, io crederei a tutto il mondo, a tutto quello che sembra  buono. E, poiché il mio cuore troppo volentieri prenderebbe tutto per buono, il Signore deve  ammaestrare la sua figliola nel Purgatorio. Egli sa come mi è terribilmente duro imparare a credere  che ci sono anime ed uomini così contraffatti. Nella mia vita ho pensato solo bene degli altri, e mi  trovo in una difficoltà così grande, quando non mi è dato vedere il bene, semplicemente. Purtroppo  la verità si trova spesso mescolata alla menzogna. Ci sono nel Purgatorio anime, anche anime di  religiosi, che devono molto soffrire a causa di una falsa pietà. Spesso io condivido il loro tormento, espiando per loro, che ebbero una pietà così meschina, ed ebbero per gli altri un cuore  così duro ed ingiusto. Essi condannavano per ogni piccolezza, allorquando altri erano un po' più  generosi. Questa è una irragionevole pietà.
La vera pietà scusa le colpe altrui, trae esempio dagli altri uomini, poiché anche il più grande  peccatore ha qualcosa di buono che possiamo imparare.
La pietà è veramente pietà quando è accompagnata dal santo discernimento. Questo è il segno che  essa è unita con Gesù. Quando non ha tante opere straordinarie da enumerare, allora è accompagnata dal santo discernimento e non può avere ingiustizie e durezze nel suo cuore. Il santo  discernimento è un dono meraviglioso, poiché è una comunicazione del giudizio divino. Il santo  discernimento è cosa divina. Il buon Dio guida i suoi figli attraverso il divino discernimento, e  attraverso la ragione. Egli ispira all'uomo ciò che deve fare. Il santo discernimento è il luogo  dove viene accolto lo Spirito Santo, il luogo donde partono ogni nostro atto ed azione. Perciò Dio  agisce in modo mirabile attraverso il santo discernimento che non gli oppone l'ostacolo dell'amor  proprio, e solo vuole ciò che è giusto.
Gli uomini che hanno una autentica e vera pietà sono sempre ragionevoli ed intelligenti, perché  sono legati allo Spirito Santo; non fanno torto a nessuno, vogliono in ogni circostanza essere  teneri e delicati, essere sempre di aiuto; così divengono spesso messaggeri di Dio, incaricati di  comprendere altri uomini. Egli ci aiuta spesso così: per mezzo di questa divina intelligenza, che è  anche il filo conduttore dello Spirito Santo. Per questo mezzo ci si manifesta la volontà di Dio.  Egli ha creato la santa ragione, con la quale vuole mostrare la via agli uomini.
Questa ragione è giustizia. Questi ragionevoli non sono mai duri, possono comprendere tutti, anche  i peccatori, possono dappertutto fare del bene ed essere buoni. Spesso consideriamo la ragione come  cosa tutta terrena, eppure essa è una meravigliosa disposizione di Dio che dà agli uomini la  certezza di ciò che è bene e di ciò che non è bene. II santo discernimento rende gli uomini così  umili, così semplici, così amorevoli e buoni. Poiché non la sola preghiera è vera pietà, ma  soprattutto la giustizia e la verità.
Chi è santamente ragionevole non attende né desidera prodigi o rivelazioni, ma agisce semplicemente, secondo i motivi del giudizio divino attinti nell'interiore preghiera: spesso per tale via  giunge la risposta di Dio e viene concesso l'aiuto. Queste anime sono vivamente riconoscenti per  una simile guida, mentre altre non si appagano che di straordinarie comunicazioni. Quante virtù  sono raccolte in questa unica virtù: la santa ragionevolezza! Io non avrei mai pensato che questo  fosse un dono così bello di Dio, se Egli non me lo avesse mostrato. Questa santa ragione è come  l'occhio dell'anima: capolavoro di Dio come è capolavoro di Dio l'occhio del corpo.
Nel Purgatorio ci sono molti giusti. Sono anime così belle: laggiù vengono solo levigate ancora un  po' come un sottile cristallo. L'oro viene depurato da tutte le scorie della terra, ma è pur sempre oro. La santa ragionevolezza è cosa importante - per l'eternità. Non ha ostinatezza, non durezza di cuore; non ignoranza, non malizia, non avversione, non forza e non superbia. La vera intelligente e  santa saggezza non è che un'emanazione dell'intelligenza divina, del pensiero divino. Solo per questa santa intelligenza le anime possono essere giuste e belle, perché allora non hanno durezza. La  durezza patisce violenza nel Purgatorio.
Spesso Gesù mi ha detto: «Con motivi ragionevoli io mi trovo sempre d'accordo». Per una legge  divina noi conosciamo le sue vie attraverso il santo discernimento, e possiamo adempire la Sua volontà agendo ragionevolmente. È nostro dovere portare aiuto dovunque ciò è ragionevole e intraprendere con piena obbedienza ciò che una buona ragionevolezza vuole che noi facciamo. Così  non ci sottrarremo mai, nella nostra ostinazione, al suo aiuto, non cercheremo il nostro «io» nei  sacrifici e nelle penitenze, ma in ogni cosa saremo ragionevoli: allora l'uomo rimane umile e  protetto dalla superbia della falsa pietà.
Ma dobbiamo anche chiedere nella preghiera che la nostra ragione sia santa, affinché sia realmente  ragionevole e ci riveli la volontà di Dio.
Ci sono nel Purgatorio molte anime che devono soffrire soprattutto per la loro irragionevolezza, ed è  necessario molto tempo perché la loro rigidità si sciolga; nella loro insipienza, infatti, esse hanno  peccato contro la ragione divina, e si sono opposte con la forza propria alla volontà e al comando  di Dio. Nella loro propria presuntuosa pietà hanno disprezzato i belli e nobili doni di Dio, come se  fossero destinati agli uomini «comuni». Queste anime sono simili agli angeli superbi che vollero  essere più potenti di Dio.
Come espiano duramente le anime che irragionevolménte hanno imposto ad altri gravosi  sacrifici! Poiché Dio solo è padrone del destino degli uomini. Lui solo ha il diritto d'imporlo,  perché lo fa per amore, per ricompensare poi mille volte le anime.
Queste anime che in vita sono state così irragionevoli, nel Purgatorio appaiono oscure e possono  soffrire ben più a lungo di un povero gran peccatore che si sia sinceramente convertito ed abbia riconosciuto tutta la sua vita. Poiché ci sono anche fra i «devoti» zone terribilmente dure ed oscure  che solo l'occhio di Dio può scoprire. Così il Purgatorio mi ha dato una enorme quantità di esperienze e io prego sempre, perché mai debba sostenere cosa ingiusta, o commettere ingiustizia. Non  posso desiderare altro, se non che Dio mi risparmi dal resistere alla sua volontà.
L 'anima semplice e piana, che infantilmente ama il suo Signore e Dio, che non fa tante storie con se  stessa, che, senza farsi notare, fiorisce su questa terra, può spesso essere più santa di... una «santa».  Si resta colpiti di stupore davanti alla bellezza delle anime quiete e semplici! Altre anime, anche se  sono capaci di pregare così bene e di essere così devote, vi riescono con molta arte, ed è sempre  un'arte che pretende bastare a se stessa. La vita dello spirito è realmente un capolavoro umano, ma  quando essa è un capolavoro di Dio?...
Ci sono anche fiori artificiali, belli, magnifici, ma che cosa sono di fronte ad un vero fiore, che vive  di una vita divina ed emana il buon odore di Dio? I fiori artificiali sono belli a vedersi ma non  hanno vita.
Così avviene colle anime che costruiscono da sé la propria santità. La nostra anima è un fiore vero  solo quando sboccia sul terreno della povertà, nell'umile abbandono alla volontà divina, e cresce al  sole dell'amore misericordioso: allora noi siamo come semplici fanciulli. Che cosa è una grande arte nostra, quando non è arte di Dio e porta in sé solo radici di orgoglio? A che giova per l'eternità? Oh, quante anime hanno creduto di essere ricche di buone opere! Ma la superbia ha dissolto ogni  cosa ed esse devono, nel Purgatorio, anzitutto imparare a non possedere nulla... allora  cominciano a ricevere dall'amore misericordioso quello che solo Dio può donare all'anima.  Nell'eternità ha valore solo ciò che Dio stesso ha operato nell'anima e ciò a cui l'anima collaborò in  umiltà. Tutto il resto è un edificio vanamente autosufficiente. «Nisi Dominus aedificaverit, in  vanum aedificaverunt qui aedificant domum».

mercoledì 26 febbraio 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO



GESÙ NELLE POVERE ANIME 


17 novembre 1931
Quanto è bello contemplare Gesù nelle povere anime, come Salvatore!
Io vedo queste anime legate in tutte le loro capacità, senza forza propria: ciò che esse fanno deve  farlo per loro Gesù.
Quando le povere anime possono rivelarsi attraverso qualche segno, ciò è già segno di una  grande grazia e di un grande progresso: allora sono già fuori della oscurità più fitta e più vicine  alla luce: sempre maggiormente accolgono Gesù in se stesse. Ed è di nuovo Gesù che si rivela  nelle povere anime, che prega per esse, che reca agli uomini i loro desideri e li palesa ai loro cari. È  Gesù che chiede le preghiere, Gesù che si lamenta; poiché, nel suo amore misericordioso, Egli vuole  vivere interamente per le povere anime. Gesù si prende cura di loro e provvede per loro ogni  cosa.
Io non posso descrivere la meravigliosa bellezza della degnazione divina, che riluce su queste anime. Afferrate da questa bontà, esse sono spronate sempre più al perfetto pentimento ed alla conoscenza di sé. Per questa via I'«io» cattivo, distrutto nel fuoco, cede il posto a Gesù. La povera anima  diviene tanto più bella, quanto più fa morire il suo proprio io. Belle divengono a poco a poco  queste piccole luci eterne, che si consumano nell'olio dell'amore misericordioso.
Quando una povera anima può dal Purgatorio parlare con me, è ancora Gesù che pronuncia le  parole. «Egli funge da interprete nel Purgatorio»: Lo sento e Lo odo così chiaramente: Gesù parla  dalle povere anime. Ogni parola è Gesù...
Certamente le povere anime hanno portato laggiù con sé le proprie colpe, altrimenti non sarebbero  nel Purgatorio. E se non fosse Gesù, esclusivamente e solamente Gesù, a prendersi cura dei loro  desideri, talun amor proprio potrebbe ancora continuarsi e taluna cattiveria ancora agitarsi. Se le  povere anime potessero parlare da sé, anche le loro parole non sarebbero pure di una purezza di  cielo. Perciò sono spogliate di ogni forza propria e come imprigionate: ciò che effettivamente  fanno di bene lo fa per esse Gesù.
Questo è il mistero: che laggiù si può essere buoni e non offendere più il Signore. Solo Dio può  ancora vivere, Dio solo si prende cura dei desideri e delle preghiere delle povere anime.
Quando queste anime pregano per noi, è ancora Gesù che prega in esse. Quando noi preghiamo le  povere anime è Gesù che ci esaudisce e ci aiuta. E quando noi preghiamo per loro, le povere anime  possono esserci riconoscenti pregando a loro volta per noi. Ma è ancora Gesù in esse, che riconoscente si prende cura dell'amore che esse portano ai loro cari, e costituisce il vincolo tra gli uomini ed il Purgatorio.
È Lui che, dalle povere anime, ci benedice e ci aiuta, quando noi preghiamo per loro. So che mi  esprimo in modo molto impacciato su questo mistero. Ma scrivo meglio che posso. Così io contemplo il mistero del Purgatorio, ma non è possibile descrivere la mirabile rivelazione della  grandezza e della degnazione della bontà divina. Anche le povere anime sono tutte commosse  della bontà di Dio. Egli reca loro tanti aiuti ed è sempre con loro nel loro fuoco e non lascia alcuno  completamente senza consolazione e senza Gesù.
Le povere anime devono anche imparare a diventare riconoscenti. Proprio la mancanza di riconoscenza verso Dio devono espiare, nel pentimento. Adesso che, per i meriti di Gesù, sono così  felici, devono riconoscere che lo hanno dimenticato e trascurato, credendo e volendo nella vita fare tutto da sole. Se avessero riconosciuto la propria miseria e non fossero state cieche, già in  vita avrebbero fatto uso del buon Dio e come gli sarebbero state riconoscenti! Affinché  riconoscano queste mancanze e le piangano, Gesù insegna alle povere anime ad essere felici per  mezzo suo.
Perciò molte anime devono tanto soffrire, quando vivono ancora tutte chiuse nel proprio io e  pensano di morire soffocate in esso.
Così devono imparare ad essere contente a causa di Gesù e non fondarsi che su Gesù solo: non è  loro consentito avere forza propria.
Vedo nel Purgatorio gli sconoscenti volgersi alla riconoscenza. Come gemono per tutto quello che  hanno perduto e come sono insieme contenti di poter vivere un'altra volta la vita perduta! È una  grande misericordia di Dio, che, perfino dopo la morte, esista un luogo dove si può ancora fare il  bene. Lultimo termine potrebbe essere al momento della morte!
L’ingratitudine verso Dio è per lo più congiunta all'ingratitudine verso gli uomini. Quanto spesso  Dio ci aiuta per mezzo degli uomini, e quanto spesso Egli esperimenta anche qui amara  indifferenza. Si racchiudono qui spesso gravi peccati, e devono essere espiati. Gesù insegna ad  essere riconoscenti per mezzo della letizia. Perciò il fuoco del Purgatorio è anche un fuoco di  riconoscenza. Quando le anime sono progredite fino ad una riconoscenza grande e trafiggente, il  Cielo è loro vicino. Allora possono pregare tanto più intensamente (o piuttosto Gesù prega in  esse) per coloro ai quali hanno fatto del male con l'ingratitudine e la malagrazia. Ho visto una volta  un grande fiume di benedizioni e di grazie fluire su di un uomo: a causa delle suppliche che dal  Purgatorio si innalzavano per un cuore che a causa dell'ingratitudine aveva patito e sopportato molti torti. La povera anima poté così, anche sulla terra, riparare all'ingratitudine con la sua  preghiera, col suo pentimento e con la sua volontà di ringraziare.
Gesù rende alle povere anime ogni servigio. Appena riconoscono tutto e di tutto si pentono, Egli si  affretta per esse sulla terra e con grazie e benedizioni ripara ciò che le anime devono riparare. Così  stabilisce l'anima nella pace, mentre tutto rientra nell'ordine; poi giunge la mirabile ora dell'ingresso  nel Cielo e l'anima comincia per la prima volta a ringraziare eternamente Iddio. II buon Dio ha  disposto anche per le anime il suo ordine, il suo meraviglioso ordine. Tutto deve essere secondo  il suo comandamento, perché la bellezza e la perfezione di Dio non abbiano difetto alcuno. Come  Egli ha stabilito in ogni fiorellino ed in ogni pianticella il suo ordine, così Egli lo stabilisce nelle  anime. È un Dio esatto e perfetto, e nulla che sia imperfetto può entrare nel Regno dei Cieli. Gli  piace, e lo desidera, che anche noi, nella nostra anima, faticosamente manteniamo un ordine, e la  purezza dello spirito. Per avere l'ordine nella nostra anima dobbiamo continuamente riconoscere le  nostre colpe e pentircene e voler riparare ogni cosa, anche la più piccola. Anche il bene che  facciamo, dobbiamo farlo con Dio e sempre dobbiamo implorare la grazia di riconoscere e  rinunciare a tutto ciò che non è retto. Allora regna l'ordine nell'anima ed essa si fa nuovamente  pura. Come dobbiamo essere puliti e ordinati esteriormente, così dovremmo esserlo soprattutto  interiormente. Non dovremmo sopportare in noi nessuna indifferenza, dovremmo essere coscienti  nel nostro quotidiano compito di eternità e impegnare tutta la nostra vita per Dio e per il nostro  dovere. Ogni singolo momento della vita deve essere pieno e denso, perché nulla vada perduto per  Dio. Se abbiamo in ogni cosa una intenzione buona, allora la nostra vita non è vuota ed anche ciò  che è terreno ed apparentemente inutile ha una sua utilità. Cose che non hanno in sé valore possiamo renderle preziose attraverso la buona intenzione e la buona volontà: allora Dio è contento con noi; anche se dobbiamo occuparci di molte cose mondane. E può qualsiasi persona che vive nel  mondo essere più santa di una monaca; purché non abbia smarrito il senso dei valori eterni, già sulla  terra essa è vicina al cielo.

martedì 4 febbraio 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO



Festa di tutti i Santi - 1931

Lo sguardo che oggi è penetrato in tanta profon¬dità nel Purgatorio mi costringe a raccontare ancora di questo meraviglioso luogo. Sono stata di nuovo accanto alle povere anime e di nuovo ho  portato con me sulla terra insegnamenti tanto grandi.
Ho visto le anime che sono morte con la Santa Comunione. Oh, il Dio Eucaristico nelle povere  anime, il Dio eucaristico nel Purgatorio! Le povere anime erano oggi così grate, continuamente ringraziavano ed erano così sensibili al beneficio del¬l'espiazione. Mi salutavano come una piccola benefattrice ed io non potevo quasi comprendere co¬me esse mi conoscessero e ringraziassero, mentre io sentivo tanta più pena e miseria per non ave¬re sofferto e pregato di più per loro. Eppure esse  parlavano a me e mi dicevano che io ho espiato per loro, che anche per loro le mie lacrime sono  state piante. Allora, improvvisamente, ho visto che era Gesù che in quelle povere anime mi parlava;  Gesù che si faceva consolare nelle povere anime. Perché anche qui vale la parola: «Ciò che avrete  fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto a me».
Ho visto con uno sguardo profondo e chiaro, che riconoscente per le povere anime era Gesù: Lo  contemplavo in queste anime, nella Santa Comu¬nione. Vedevo come il Dio Eucaristico sta con le  povere anime fino a che non può trarle definitiva¬mente in Cielo. Coloro che lo hanno devotamente  ricevuto, possono portarlo con sé, ed Egli soffre, e si strugge, assetato con loro.
Egli soffre con quelli che soffrono, espia con co¬loro che espiano e brama con coloro che si struggono di desiderio. Queste anime non vengono tor¬mentate, solo purificate. Ed esse apprezzano tanto Gesù, apprezzano l'Eucarestia che è stata con loro non soltanto sulla terra, ma anche laggiù do¬ve  sarebbero così solitarie e sole. Eucaristicamen¬te il Signore soffre e implora nelle anime che lo  hanno ricevuto. Degnazione di Dio, che entro que¬ste anime, con esse, sopporta il Purgatorio. Egli  vuole accompagnarle fino a che siano giunte alla loro dimora. Non ho potuto vedere senza lacrime  questa mirabile bontà e misericordia di Dio...
Ci sono anche anime che non poterono comuni¬carsi immediatamente prima della morte, ma in  vi¬ta sempre cercarono nel Dio Eucaristico consola¬zione e forza e Lo ricevettero con vera  devozione, e con povertà di spirito, e sentimenti di pentimento. La sorte di queste anime è molto  migliore della sorte di quelle che si comunicarono col buon Dio per abitudine e senza calore. Come  gemono per i tesori perduti queste anime, e sono divorate di fa¬me, mentre ardono nel forno rovente  della purifi¬cazione. Buona sorte hanno anche i sacerdoti che hanno trascorso davanti all'Altare le  loro ore più belle e lì con profonda umiltà di spirito si sono dis¬setati all'amore misericordioso; gli  stessi peccati e le mancanze sono presto cancellati dal Sangue del Redentore, che già in vita essi  hanno apprezzato ed usato. Ad altri, invece, manca la conoscenza: non trovano quello che  dovrebbero trovare, perché già sulla terra non ne sentivano il bisogno... Sono ottusi davanti a tutte le  grazie della Redenzione, e solo lentamente, lentamente si destano alla vita ed alla conoscenza.
Ogni anima ha una sua propria condizione, per¬ché ognuna ebbe i suoi propri doveri e le sue grazie, e Dio la giudica secondo i suoi talenti, e la sua vocazione e la sua buona volontà. Oh, io posso  so¬lo balbettare i mirabili misteri del Purgatorio! Vedo come anche laggiù Dio abita nel Santissimo  Sa¬cramento, così che le anime possono essere ta¬bernacolo della Santa Eucarestia.
Dio è così amoroso e così giusto nel Purgatorio. Egli non condanna nessuno. Se ci sono anime che  non hanno mai trovato, mai conosciuto il Dio Eu¬caristico, Egli non le biasima. Egli le scusa e ristabilisce ogni cosa attraverso la buona volontà... quella buona volontà per cui le anime vollero  solo ciò che era giusto. A queste anime Egli ha dato la comunione di desiderio.
Così buono è il Signore, e io devo esclamare, o Signore: nel Purgatorio ho imparato a conoscere il  Tuo cuore meraviglioso. In nessun luogo, se si ec¬cettua il Paradiso, si rivelano così come in questo  Santo luogo il suo amore e la sua giustizia, la sua misericordia e la sua bontà. Nel Purgatorio vedo  anche le sue sante leggi, spesso calpestate, di¬sprezzate, ignorate sulla terra. Le sue leggi sono  laggiù così belle ed amorose e delicate: beate le anime che le adempiono. Ma spesso noi uomini  vediamo per la prima volta la nostra malizia solo laggiù nell'eternità.
Quante anime vedo qui nel Purgatorio che sulla terra vissero in mezzo alla ricchezza: erano sì religiose, ma di quante infermità soffrono a causa del¬l'attaccamento al denaro ed ai beni terreni.
Con tremore ed angoscia ho osservato questi peccati e ne ho tratto le mie esperienze.
II buon Dio ha dato agli uomini che hanno so¬vrabbondanza di beni materiali il dovere di aiutare  altri che hanno troppo poco. I ricchi hanno il com¬pito di fare elemosina nel nome del loro Dio,  per¬ché a Lui appartengono ogni denaro ed ogni pro¬prietà. E se veramente i ricchi non vogliono  macchiare l'anima di peccato, devono considerare la ricchezza non come cosa loro propria, ma cosa  di Dio: devono considerarsi inviati di Dio, a distribuir¬ne le ricchezze.
Se il buon Dio tanto li benedice con la ricchezza e così bene si prende cura di loro, lo fa perché  es¬si a loro volta si prendano cura di altri e perché Egli stesso, per mezzo loro, si possa prendere  cura di altri. Solo ora comprendo l'ammonimento del Sal¬vatore, quando disse: «Guai ai ricchi...»;  solo oggi comprendo tutto, da quando ho contemplato nel Purgatorio questa legge.
Ci sono nel Purgatorio molti ricchi che sono spa¬ventosamente poveri, ma anche molti poveri che  sono ricchi nel Signore. Aiutare gli altri, fare il be¬ne non è solo benevolenza, ma dovere. Guai ai  ric¬chi che hanno usato solo per sé il superfluo, men¬tre davano troppo poco ai loro fratelli poveri,  o li di¬sprezzavano.
Quanti potrebbero dare di più, beneficando, e non lo fanno, mentre essi stessi godono nella sovrabbondanza. Dio non ha dato le ricchezze solo per chi le possiede, ma anche per gli altri. Chi vive  nella sovrabbondanza ruba a Dio. Dio impone dei tributi. Chi ha poco, col poco ha dato il massimo;  ma chi ha molto deve dare molto, e dispensare umilmente perché i beni vengono da Dio ed  ap¬partengono a Lui. Ho visto oggi molti peccati che sono stati compiuti per mezzo delle ricchezze,  o perché esse non sono state usate secondo il sen¬so e le finalità di Dio, o perché i ricchi volevano  con le beneficenze guadagnare onore a se stessi. Co¬me attendono a lungo nel Purgatorio le anime  che quaggiù hanno trascurato un dovere così grave... Anche le loro virtù hanno subìto danno,  terribile danno: e questi ricchi sono divenuti poveri, amara¬mente poveri.
Come è buono il Signore con quelli che sono sta¬ti buoni!
Mentre io volevo consolare le povere anime con suppliche interiori, Egli mi mostrò alle povere anime e disse: qui io piangerò e pregherò ed espierò per voi e verserò molte, molte lacrime. Qui io  vivrò di nuovo, e bene, la vostra vita, e farò tutto quello che voi avete trascurato... Poi disse: che  questa sia la vostra consolazione, miei figli amati! Ed io udii queste parole cadere fin nel profondo  del Purgato¬rio ed era come se il Purgatorio si fosse dissolto, tanto io sentivo la consolazione delle  povere anime.
Poi mi sentii così povera, e pregai Gesù di la¬sciarmi qui nel Purgatorio per divenire buona ed  espiare tutte le mie mancanze. Allora il buon Dio mi fece piccola sorella delle povere anime e mi  disse: Sì, la tua vita è un Purgatorio, perciò ti è concesso di patire questi patimenti e di  esperimentare que¬sta nostalgia di cielo. Oh, come queste anime sentivano la bontà e l'amore di  Dio! Era come una fe¬sta di gioia in questo esilio di purificazione, e mol¬te, innumerevoli anime,  salirono in alto nell'eterno amore e nella bontà di Dio e furono in Cielo. Ap¬pena esse riconoscono  totalmente questa bontà e questo amore, sono liberate...
Ma, nuovamente, ho visto tante anime per le quali nessuno prega. E, come ho già scritto, sono  molto spesso anime che in vita passarono per de¬vote; che vollero essere devote solo per farsi belle.  Queste anime spasimano tutte sole nel Purgatorio e sarebbe per loro un sollievo, se fossero cono sciute sulla terra, quelle colpe che con ogni cura cercarono di occultare. L’ho visto ancora: per  quel¬le si prega poco o niente perché si crede siano in cielo. Allora il Signore mi diede il compito di  soffri¬re e di pregare e di espiare per le loro colpe se¬grete.
Non per nulla, a causa di ciò, io ho già sopporta¬to pene così orribili.
Questi uomini sono stati sulla terra come un fal¬so Cristo, si sono lasciati venerare e portavano  esempio: la loro santità era artificiosa, false erano le loro grazie; esteriormente tutto pareva in  armo¬nia, ma non nell'intimo.
Non vorrei esprimermi troppo crudamente, ma io stessa non lo credo volentieri, e scriverne mi fa  male, eppure ho visto anime che ora preferirebbero mille volte non essere state onorate sulla terra, e  devono duramente espiare la loro falsità, il loro artificio, la loro ambizione spirituale. La menzogna  viene bruciata da Dio, eterna verità.
Ma io vedo come esse ora riconoscono tutto e perciò il buon Dio è buono con loro. Egli le ha salvate trascinandole per mezzo di ogni piccolo filo di bontà... Queste anime devono diventare povere,  allora è compiuta in esse la cosa principale...
Ho visto anche preti che devono soffrire a causa di queste anime, specie quando le hanno soste-nute  nella loro falsa pietà e non hanno pregato per ottenere la luce dello Spirito Santo: perché se lo  Spirito Santo non illumina si può spesso piantare e coltivare una pianticella maligna. Lo Spirito  San¬to deve aiutare i preti a distinguere de grazie au¬tentiche da quelle false. Ma lo Spirito Santo si  tro¬va sempre nei cuori umili... ed al tempo opportuno illumina i luoghi mal sicuri, specialmente  quando si è invocata la luce, invocata con molte preghiere. Ci sono preti che a causa di un'anima  devono soffri¬re più a lungo dell'anima stessa. Ma ci sono anche preti che ebbero davvero buona  volontà e vollero fare ogni cosa, ogni cosa secondo la volontà del Signore e adempirono il loro  ufficio in profonda umiltà e timor di Dio. In essi anche le colpe non so¬no così profondamente  radicate e sono come libe¬ri da ogni responsabilità. Io vedo in modo perfetta¬mente chiaro che  questi preti non saranno giudicati secondo le apparenze ma secondo la loro buo¬na volontà, anche  se avranno molte colpe. II Si¬gnore scioglie così amorosamente e teneramente queste piccole colpe,  ed esse scompaiono così bene poiché il cuore è umile. Gli umili si trovano nella situazione migliore  - si lasciano così facil¬mente correggere dalla mano divina. Dobbiamo perciò assai sovente  innalzare i nostri sguardi a Dio, per riconoscere umilmente ciò che Egli vuole da noi, per non  scacciare, col nostro proprio spiri¬to, lo Spirito Santo, per non smarrire, attraverso i nostri propri  pensieri, i pensieri di Dio.
Oh, come possono essere quiete le anime che già in umiltà hanno servito, e sempre vollero agire  come Egli volle agire!

mercoledì 15 gennaio 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO


II
QUALI ANIME SOFFRONO DI PIÙ NEL PURGATORIO E QUALI DI MENO?

***
Ci sono anime che neppure in punto di morte ri¬conoscono che talvolta hanno fatto male: non lo  vogliono riconoscere, per non piegare il proprio or¬goglio.
Le anime che sono macchiate di peccati vera¬mente gravi e se ne pentono troppo poco, o non li  riconoscono abbastanza seriamente, giungono, dopo essere state salvate dalla misericordia di Dio,  nel Purgatorio di punizione.
Qui il buon Dio, con particolare severità, mostra loro ciò che hanno commesso. E qui non riesco a  parlare di punizione, ma solo di grazia amorosa: tutto ciò che vedo appare così pieno di misericordia.
Ci sono anche anime che a mala pena vengono salvate, poiché Dio nella sua misericordia è anche  longanime. Esse soffrono grave tormento, molto più lontane da queste divine consolazioni, e si  sen¬tono come nel profondo di un eterno abisso. Ep¬pure queste anime sono piene di gratitudine  verso l'amore misericordioso ed il Sangue Prezioso. Ma¬lizie così indurite hanno bisogno di un  energico Purgatorio: il rimprovero divino si posa sulle anime e le penetra bruciandole. Ci sono  situazioni diver¬se in quel benedetto luogo di purificazione, ine¬splicabili situazioni che io non  sono in grado di de¬scrivere.
Questi sono solo pochi accenni che io quasi non oso di esporre qui.
Ma l'entrata nel cielo di una povera anima è co¬sa indicibilmente bella. Così bella che non si può  contemplare senza lacrime.
Quanto più un'anima diventa povera, tanto più si avvicina alla luce divina. Quando il suo involucro  si spezza, allora l'anima viene come inghiottita dalla luce divina; diviene essa stessa come una  piccola luce, nella luce divina, minuscola scintilla della vita divina. E la piccola vita diviene  interamente la Sua vita, la piccola luce diviene interamente la Sua luce. In questa luce eterna, in  questa eterna pace è immessa allora la piccola anima. È l'amplesso di un amore infinitamente  tenero, meravigliosa festa di riconciliazione e di liberazione. Oh, il grazie del¬l'anima al suo  liberatore, il grazie per la sua Pas¬sione e la sua Morte e per il suo Sangue Prezioso, come è  commovente! II Salvatore e l'anima, am¬bedue così beati, ora, che si posseggono piena¬mente l'un  l'altro. Il cielo è a tal punto meraviglioso che persino chi è puro non è puro abbastanza per entrarvi. Questa patria è così pura e bella che davvero de¬ve esserci una speciale purificazione, perché l'anima divenga degna della sua maestà.
Se noi potessimo penetrare nel cielo con il nostro involucro di amor proprio, non potremmo essere  beati: non ci accorgeremmo neppure di essere in cielo.
Dio ha in ogni cosa le sue leggi e secondo le sue leggi dirige la nostra anima alla pura beatitudine  del cielo.
Contemplare lo spettacolo che si svolge nell'e¬ternità è conturbante! I libri non possono  abbrac¬ciare quello che l'anima qui abbraccia.
Dio ha mirabili vie per salvare le anime. Ci sono sentieri che conducono sopra tormenti d'inferno. Dio è buono: Egli non vuole abbandonare le sue anime.
Quanto spesso si pensa che un'anima sia per¬duta: ma Dio solo conosce come l'ha salvata: sono i  taciti prodigi dell'amore misericordioso dei quali Egli gioisce nel suo cuore divino. Gesù trattiene le  sue anime con i fili più tenui; ha tanto amore, tanto amore. Quale ferita deve essere per il Cuore di  Ge¬sù che un'anima voglia andare nell'inferno. Io in¬tuisco solo sommessamente questo dolore del  Salvatore; deve essere incomparabilmente tre¬mendo. Come deve avere patito il suo cuore sulla  Croce per noi anime, per strapparci dall'abisso!
L’amore di Dio è il Purgatorio attraverso cui dob¬biamo passare noi, povere anime. Possiamo conoscere questo amore di Dio, quale Purgatorio già su questa terra.
Quando l'uomo pensa all'amore di Dio che ci vie¬ne incontro dappertutto, allora diventa così povero, riconosce chiaramente che è ingrato e che sa ricambiare tanto poco questo amore. Niente fa  sof¬frire l'anima quanto il pensiero che il Redentore è così benigno e noi siamo figli cattivi che  nuova¬mente lo avrebbero crocifisso. Quando accogliamo i raggi del suo amore, dobbiamo  bruciarne e di¬ventare povere anime nel Purgatorio del suo amo¬re divino... Quanto più conosciamo Dio ed il suo amore, tanto più conosciamo anche noi stessi, e quanto più conosciamo  noi stessi, tanto più cono¬sciamo l'amore misericordioso. Quanto più ci avvi¬ciniamo all'amore  divino, tanto più esso ci annien¬ta: così diventiamo «povere» anime.
Sì, comprendo sempre di più che si può patire l'amore di Gesù.
Per questa via ho accettato che la mia anima fos¬se martirizzata, e che la bontà divina mi facesse  così povera.
Nella mia vita ho sofferto soprattutto per l'anni¬chilimento e la povertà. Perciò son diventata una  sola cosa con le povere anime e sono stata con¬solata dalla loro consolazione.
Mi rassomiglio ad una macchia oscura nel mez¬zo del sole dell'amore misericordioso.
Posso lamentarmi solo con Dio di quello che ho sofferto e ancora sempre soffro per questa unica  struggente nostalgia, di non negare nessun desi¬derio del suo amore, di accontentarlo in ogni cosa. Giorno e notte languivo in questo unico deside¬rio, ed esso è divenuto il grido della mia anima. La  mia anima grida e grida: ha sete di purezza, ed io non posso più riposare; persino nel sonno la mia  anima implora la sua conversione.
Dio, come posso capire il tormento delle povere anime! Quanto ho già sofferto per l'amore divino,  che mi ha così trafitto di contrizione; quanto ho già pianto e come mi sono dibattuta! AI Signore che  nel Santissimo Sacramento dell'Altare ci mostra tanto amore, noi dovremmo dare gioia. Ma io sono  così povera, così povera; tutta miseria e debolez¬za, e sento tanto male in me. Eppure vorrei esse¬re  buona, così buona che non il più piccolo desi¬derio del Redentore rimanesse inappagato. Vorrei  essere buona per amore del suo amore, solo per questo, perché gli voglio bene e non vorrei mai  of¬fendere il suo delicato amore. Il suo amore e la sua bontà mi struggono nel desiderio di far bene.  Tutti i miei desideri sono morti; una sola cosa desidero ancora: appagare i suoi sottili desideri.
Ho così paura di me stessa, così paura, così paura della mia presunzione, e del mio amor pro¬prio.  Devo fuggire da me, altrimenti non resisto più al mio io.
Quanto spesso invidio le povere anime nel Pur¬gatorio! Quanto spesso vorrei cambiarmi con loro!  Esse possono essere soltanto buone, non devo¬no più essere cattive. La minaccia che viene dalla  malizia della natura decaduta non pesa più su di loro. Le povere anime possono essere buone.  Spesso penso che il mio Paradiso sarà l'essere una buona volta sicura di poter essere buona. Non  penso più ad altra beatitudine, non penso più ad una mia personale felicità. Solo l'essere totalmente  buona, il poter conoscere ed appagare final¬mente tutti i desideri di Gesù, può ancora formare la  mia felicità, la mia gioia. Oh Dio, quale ardente desiderio brucia in me! Sarei così contenta se,  in¬vece che in Paradiso, potessi andare semplice¬mente nel Purgatorio per essere laggiù  eterna¬mente buona, retta come il Signore desidera. Que¬sto sarebbe il mio Paradiso. Solo i  desideri di Ge¬sù devono essere appagati: allora anche i miei si acquieteranno. Solo la beatitudine  di Gesù, la con¬solazione di Gesù, la gioia di Gesù sono il mio Pa¬radiso. Oh, se fossi nel  Purgatorio, dove si può dav¬vero essere totalmente buoni, come sarei felice!
Questa mia brama ardente dice al Redentore il mio amore. Non con molti atti e molte parole, solo  gli mostro il mio spasimo ed il mio desiderio... Niente in Cielo e sulla terra mi attira quanto que¬sto  unico pensiero che mi strugge in ogni momen¬to della mia vita: come sarà il mio Paradiso, quan¬do  saprò il mio Signore contento di me! Che cosa non farei per raggiungere questo... Volentieri rinuncerei per questo a tutte le gioie eterne. Scrivo queste parole tra le lacrime ed il mio cuore freme  di desiderio.

Quando verrà il momento, o mio Dio, in cui io Ti potrò donare un'anima pura e bella che ti appartenga tutta! Io sono come avviluppata da questo unico pensiero che è il battito della mia vita... O  Si¬gnore, io confido illimitatamente in Te, che Tu compia in me il Tuo desiderio... perché per Te  solo, o Si¬gnore, è tutto quello che io imploro.
Quando il peso del peccato originale mi avrà schiacciata e giungerà l'ultima ora della mia vita,  l'ultima durissima ora, sarà la prima ora lieve della mia vita. Splenderà nella mia anima la prima  tota¬le consolazione. Perché io bramo di morire, per di¬ventare buona. Io bramo di morire per sapere mor¬to il mio amor proprio, la mia natura peccatrice: per essere certa che non farò più del  male al mio Re¬dentore. Questo «io», che in vita non posso quasi più tollerare, quando sarò morta  non potrà più far del male al suo Signore. Io ho paura del mio «io». Ma confido in Te, o Gesù!  Come penso volentieri alla mia ultima ora: essa è già per me come un Pa¬radiso. Io riconoscerò il  richiamo del Redentore. Egli dirà: vieni, figlia del mio amore misericordioso, ora puoi essere buona. Sarà il momento in cui io riposerò per la prima volta nella mia vita. Mi inabisserò con lacrime di  gioia nel Cuore di Gesù. Già mentre scrivo di que¬sto sono inebriata di felicità: non posso pensare  ad alcuna altra felicità, che non sia quella di essere buona per amore del Signore, che ha un cuore  co¬sì tenero e che io amo così, che nulla mi atterrisce quanto la preoccupazione di fargli del male. Vorrei avere tanta cura del tenero cuore di Gesù, vorrei essere così delicata, fasciare le sue ferite e  non farle dolere... e invece sono ancora tanto roz¬za col mio dolce e tenero Salvatore, e grossolana  senza riguardo alcuno, e penso troppo più all'«io» che al «tu».
Oh, Signore, il mio cuore quasi sanguina di do¬lore e di amore e brucia in ardente desiderio! Oh,  Signore... Tu lo sai... Gesù...!
Ora mi sono inoltrata in un tema assolutamente diverso. Mi sono riposata un po' e torno indietro al  Purgatorio.
Le anime, che muoiono completamente riconci¬liate con Dio, ed hanno avuto confidenza grande  nell'amore misericordioso, spesso passano appe¬na accanto al Purgatorio sfiorandolo, ovvero lo attraversano. Queste anime, che sono state così coerenti e brave, possono spesso rimanere setti¬mane  e mesi nel passaggio dal Purgatorio al Pa¬radiso.
Gesù è loro particolarmente vicino ed esse gu¬stano già la felicità celeste. Gradatamente si  ele¬vano verso la luce divina. Perciò non soffrono mol¬to: attendono in una felice aspettativa e  insieme piene di pentimento, fino a che il pentimento sia to¬tale.
Capita talvolta che un'anima entri direttamente nel Cielo. Sono anime che anelavano al Cielo e che  già sulla terra avevano, in misura sufficiente, un pentimento fiducioso. Dobbiamo mantenerci in uno  spirito di pentimento, pensando che il Signore è morto per noi.
Un'anima pentita può diventare, per amore mi¬sericordioso, di un candore abbagliante, allora es¬sa  ha già fatto il suo Purgatorio. Gesù vuole solo la povertà, poi Egli ci dona il regno dei Cieli. Anime  che sulla terra altro non hanno amato che Gesù e le sue leggi, possono volare direttamente fra le  braccia di Dio nel Cielo. Esistono queste anime meravigliose, ma sono molto rare ed hanno già attraversato sulla terra il loro Purgatorio.
Infine, devo dire ancora qualche cosa che quasi non oso scrivere. Ma io scrivo queste note solo per  ubbidienza.
Il più tremendo Purgatorio lo hanno i preti che non sono stati fedeli e hanno dato cattivo esempio ed  hanno cagionato molto dolore al Signore. Se non hanno la grazia di soffrire molto prima della lo¬ro  morte e di pentirsi amaramente e totalmente, hanno un atroce Purgatorio. Avviene spesso che anche  i sacerdoti si convertano interamente e dia¬no ancora gioia a nostro Signore. Ma quando man¬cano  questa radicale conversione e coscienza, quando il cammino al cuore di Dio è ancora troppo lungo,  quando c'è solo una vaga preparazione al¬l'eternità, solo un debole riannodarsi all'amore  mi¬sericordioso: oh, quanto Nostro Signore ha da dire nel suo santo giudizio! Ma come sono felici  que¬sti sacerdoti, perché non si sono perduti! Ci sono sacerdoti che devono rimanere nel Purgatorio  fino alla fine dei tempi. Con nessuno è il buon Dio così severo, perché nessuno può peccare quanto  un sacerdote che dimentichi il suo dovere.
Ma con i sacerdoti solitari e distaccati dal mondo Dio è così buono, così amoroso, che essi presto,  presto giungono in Cielo. Anche con i sacerdoti pentiti, ai quali molto deve perdonare, Egli è tanto  buono: ma tutto deve essere espiato... Non posso descrivere quanto Dio è severo davanti al dovere  sacerdotale, e quanto severamente saranno giudi¬cati i sacerdoti...
Un sacerdote che ha una volontà interamente buona non deve avere mai timore: egli esperimen-terà  inattese ed inimmaginate tanta clemenza e bontà di Dio. Se un sacerdote ha inteso sempre agire  rettamente e non ha avuto attaccamenti pro¬fani, si troverà bene e così un sacerdote che abbia attinto la sua gioia solo in Gesù Sacramentato. Queste anime saranno semplicemente sciacquate dal  Sangue Prezioso, poi sollevate nel Cielo. Ma io non oso, quasi non posso guardare, quando vedo  tanti preti nelle più lontane profondità dei Purgato¬rio, quando vedo che hanno fatto tanto male al  buon Dio, stringendo legami col mondo e cogli uo¬mini, dimentichi della loro dignità. Mio Dio,  questi preti stanno tremanti davanti al loro Dio ed espiano una colpa terribile. Ma quando il  pentimento li ha trapassati, il Buon Dio diviene nuovamente be¬nigno e li riconduce alla patria...  Così amorosa¬mente...

sabato 21 dicembre 2019

IL MISTERO DEL PURGATORIO



II
QUALI ANIME SOFFRONO DI PIÙ NEL PURGATORIO E QUALI DI MENO?

Vorrei dire quali anime sono più felici nel Purga¬torio, in quali anime l'involucro si dissolve più rapi¬damente: ci può essere un disgraziato, un gran peccatore, pieno di debolezze. Solo il buon Dio sa come egli è stato educato e forse predisposto. Egli conosce i misteri della natura, e anche le tare del¬l'eredità. È un povero peccatore e il Redentore ne ha compassione. Perché riconosce i propri errori ed i propri peccati e, senza scusarsi, senza discu¬tere, accetta ogni rimprovero. E certo egli si vuole correggere: tutto quello che gli si dice del buon Dio risuona e cade su un terreno umile. Egli pensa: se io potessi diventare migliore... 'Quando un povero peccatore così è incatenato sul letto di morte, quando si presenta alle porte dell'eternità, allora il suo pentirsi e riconoscersi è così grande, che egli invoca il perdono del suo Dio misericordioso, in un atto di amore, come non mai durante la vita. Come è buono allora il Salvatore, come è buono! Allora si distacca l'involucro; resta l'anima sola, implorante e pentita, che riconosce tutto ed ha solo una sete ardente di misericordioso amore. 
Allora non ci so¬no più ostacoli e non è necessario grande sforzo per godere di un'intima e profonda amicizia col buon Dio.
Così può morire un povero peccatore. II Salvato¬re scende con lui nel Purgatorio, dove l'anima, struggendosi di amore e di riconoscenza, attende felice di essere tutta pura, fino a che il Salvatore non la prenda con sé.
Ogni cosa si svolge più facilmente e più rapida¬mente perché l'anima era sincera ed umile e fidu-ciosa: l'amore misericordioso si rallegra tanto per il suo figliolo pentito, scusa le sue colpe e le sue debolezze, paga i suoi debiti. Sulla terra non si ha idea di quanto rapidamente una tale anima possa entrare nel cielo. Pensiamo al ladrone sulla croce: anche per lui si è dissolto l'involucro. Gesù cono¬sceva molte  attenuanti  per lui:  la sua educazione, le sue disposizioni,  tante altre cose movevano il Salvatore a compassione, tanto più che il povero ladrone non aveva mai saputo che egli non poteva rimediarsi. Quando egli vide il Redentore sulla cro¬ce, egli comprese il «perché» e pienamente si ri¬conciliò con l'amore misericordioso.
Oh come è buono e giusto Iddio con le povere anime!
È davvero buono, buono, buono Iddio e si è co¬stretti ad amarlo, quando si pensa ai suoi benefici. 
Deo gratias. Giungono più rapidamente in cielo le anime che più rapidamente riconoscono le proprie colpe, quelle che non sono ostinatamente avviluppate nella propria presunzione. Dio non ci giudica se¬condo le nostre colpe, ma secondo la nostra buo¬na volontà. Un'anima che è sempre pronta a com¬prendere ed a compiere la sua volontà si trova be¬ne; e così un'anima che non si offende tanto facil¬mente quando le si fa notare un suo errore, che cerca con piacere e gioia e riconoscenza di libe¬rarsi dal suo errore.
II buon Dio può lavorare bene con queste anime: non hanno in sé tanta resistenza e tanta menzogna, e il buon Dio le aiuta perché si liberino dalle loro colpe.
L’umile religione difetta così spesso, è così rara la religiosità religiosa. Che giova sapere tutto quel¬lo che si può sapere in cielo ed in terra, e non sa¬pere la cosa principale: che noi non siamo niente e non possiamo niente, che Dio deve fare tutto quello che noi facciamo? Che giova tutta la sa¬pienza se non abbiamo la sapienza dei piccoli? Non conosciamo l'amore misericordioso, perché chi non è povero non conosce nulla della miseri¬cordia.
Ogni costruzione che si pretende autosufficiente crolla quando non poggia sul terreno della povertà. 
La povertà è il fondamento di tutte le grazie, di tut¬ta la nostra vita eterna. Quando manca questa scienza, ogni altra scienza e santità è un nulla, e crolla in rovina al primo soffio di vento. Dove è po¬vertà, là è il regno dell'amore misericordioso. Do¬ve è debolezza, là è la forza di Dio. E dove è pen¬timento là è la fedeltà di Dio.
Oh, come mi trattengo volentieri accanto alle po¬vere anime, per assorbire nella mia povera anima assetata i profondi eterni ammaestramenti! Io va¬do laggiù per bere a quella fonte dell'amore misericordioso, a cui le povere anime placano la loro sete... sono anch'io una povera anima, così pove¬ra, così povera, ma ho trovato la fonte a cui vanno gli assetati.
Oh, il Purgatorio è un luogo bello. Qui il Signore è così buono, così buono, così buono!
Ho detto che le povere anime devono spogliarsi di sé. Allora comprendono meglio il Redentore. La cosa riesce più facile alle anime che già in vita so¬no state povere.
Si trovano bene soprattutto le anime che hanno fame e sete della parola di Dio. Quando un'anima, ad esempio, accoglie la predica ed ogni ammoni¬mento con devozione, come diretta parola di Dio, e la porta con sé nella vita (e di ogni cosa si serve per diventare migliore) e non la smarrisce mai, questa anima è sul retto cammino. L’anima a cui la più semplice parola di Dio è preziosa, l'anima che non ascolta alcuna parola di Dio senza aprirsi ad essa. In ogni parola di Dio il Redentore bussa al nostro cuore. In ogni parola Egli è presente e vuo¬le entrare. Oh, come sono belle le anime che ac¬colgono con devozione la parola di Dio! Allora il piccolo seme cade su un terreno fertile... Oh, co¬me è bella un'anima che ama il Santo Vangelo e lo accoglie con profondo rispetto, che è sensibile  ai  più  semplici  pensieri di  Dio, e  coltiva  con  cura  tut¬to  quello  che  ha  ricevuto! 
Quest'anima, anche se ha molte colpe, diventerà pura.
Quando queste anime giungono nel Purgatorio, il buon Dio non deve molto lavorare: una sola parola ed esse sono risanate.
Ci sono nel Purgatorio anime che sulla terra sembravano devote: laggiù esse sono più malva¬gie dei «malvagi».
Specie quelle che hanno attaccato con malizia le parole e le opere di Dio, che hanno criticato e spes¬so anche condannato ciò che usciva santo e puro dal Cuore di Gesù.
Anime che apparivano pie, mentre le colpe si ac¬cumulavano in loro. Anime che devono riconoscere la propria ingiustizia. Anime gravate di malignità non scontate, non viste, nemmeno riconosciute, perché si lasciavano abbagliare dai propri sacrifici e preghiere e opere buone. Dio vuole mostrare lo¬ro che non importano gli atti di pietà, ma la rettitu¬dine, e la verità ed il timor di Dio.

lunedì 2 dicembre 2019

IL MISTERO DEL PURGATORIO



II
QUALI ANIME SOFFRONO DI PIÙ NEL PURGATORIO E QUALI DI MENO?

Le anime nel Purgatorio sono avviluppate come da un velo, da una dura corteccia. È la corteccia che le ha racchiuse nella vita terrena: il proprio io, l'eccessivo preoccuparsi di sé, il mondo, il pensiero di sé e della propria reputazione e tutte le cose che erano apparse così importanti... Di queste cose è fatta la corteccia e la luce di Dio quasi non riesce a penetrarla.
Ci sono anime che non si chiedono seriamente se la loro vita piace a Dio, e che, senza timore, credono che tutto proceda bene.
Persone che vanno in chiesa, e pregano anche, e compiono opere buone, eppure si forma una «crosta» attorno all'anima.
Pensano che ciò che fanno vada tutto bene. Non si pongono interrogativi sui desideri di Dio, fanno tutto senza amore, senza timor di Dio e ottundono la coscienza con l'adempimento dei doveri esteriori. Se uno fa loro osservare le loro mancanze, esse trovano una giustificazione per tutto.
Ci sono molte di queste anime nel Purgatorio; ed anche laggiù esse sono così insensibili alla conoscenza. La conoscenza giunge dapprima per gradi: a poco a poco la luce divina trapassa l'involucro e ridesta l'anima dal suo sonno.
Ci sono uomini che in vita avevano grande saggezza, e che hanno anche fatto del gran bene all'umanità, che hanno speso la loro parola per tutto ciò che era buono e giusto: ma, poiché ciò avveniva solo per la loro propria ambiziosa saggezza, essi si sono completamente ingolfati nello spirito del mondo, vivendo in una eccessiva indipendenza, senza intrattenersi col Maestro divino. 
Queste anime giungono nell'eternità con la più grande ignoranza.
Sulla terra erano state mature in tutto, ed ora si trovano nel più profondo imbarazzo. Sapevano tanto, ed ora non sanno nulla. Perché solo ai piccoli viene rivelata la grandezza... Questi uomini saggi hanno spesso un'anima ottusa... Spesso devono rimanere a lungo nel Purgatorio: fino a quando si sono sciolti da se stessi, fino a quando si sono destati dal loro sonno, fino a quando non sono più storditi dal proprio «io». Giacciono come morti nel loro involucro: fino a quando l'eterna luce non lo ha infranto aprendolo. Queste sono le anime più impacciate. Portano tanto «mondo» e tanto «io» su di sé. Appena cominciano a ridestarsi, la luce penetra purificandole sempre di più; allora le anime diventano più sensibili a tutte le preghiere che si fanno alla loro intenzione, a tutte le S. Messe, a tutte le opere buone. Cominciano ad accorgersi, dapprima a poco a poco, che hanno bisogno di Dio: in vita, hanno sentito poco il bisogno di Lui. Appena si destano, alla conoscenza e al pentimento, diventano felici, ma fino al quel risveglio soffrono in modo particolarmente grave, soffocano nel loro involucro, non hanno né luce, né aria.
Ci sono nel Purgatorio dei saggi che sulla terra erano in grande onore ed ora si trovano in profondo imbarazzo... Qui spesso il più misero fanciullo è il più saggio. Lo vedo: solo ai piccoli vengono rivelate le cose grandi.
II Buon Dio è infinitamente delicato nel suo giudizio. II vero bene che l'anima possedeva, Egli lo purifica e lo mantiene splendente, per ricompensare con esso l'anima, eternamente. Anche se tante e tante colpe si sono accumulate, Egli non permette che quel bene vada perduto. Presso di Lui tutto viene riconosciuto, anche il più piccolo sacrificio. Oh, se noi volessimo riconoscere tutto il bene che Dio ci fa, e come Egli riconosce il nostro bene!
Come dobbiamo vergognarci della nostra sconoscenza davanti a Dio! Nel Purgatorio dobbiamo riconoscere tutto il bene che ci viene da Lui e ringraziare. Qui tutto passa ancora una volta davanti all'anima e tutto deve essere soddisfatto.
Soffrono un lungo Purgatorio anche le anime che sulla terra furono devote a causa degli uomini. Io vedo nel Purgatorio molte anime che vollero diventare sante per amor proprio e per ostinazione, ovvero si proposero una vita santa per piacere al direttore spirituale.
Ci sono laggiù anime che hanno ingannato i loro confessori e direttori; il movente delle loro azioni non era Dio solo, ma il loro proprio onore, il desiderio di apparire belle. Ci sono anime che coltivarono tutte le opere di pietà, ma non erano umili; che non vollero riconoscere nessun errore, che, comprese di sé, pensarono di essere sulla via migliore. Anime che si sottoponevano a penitenze per orgogliosa imitazione dei santi e non per umiltà e pentimento. C'è tanta imitazione che non si può quasi distinguere da ciò che è autentico! Ma Dio non Lo si può ingannare... Ci sono anime che ebbero un orgoglioso desiderio di diventare sante, che si rimiravano nel numero dei loro sacrifici e delle loro penitenze: che erano capaci di fare tutte le grandi cose e trascuravano i piccoli, essenziali doveri.
Anime tali sono nelle più profonde fiamme del Purgatorio: la loro vita è stata una bugia. Oh, come deve bruciare qui la verità eterna! Dio non è contento di queste anime, ed esse lo sentono in un grande tormento. Ma ci vuole tanto fino a che esse siano contrite, come Dio vuole; fino a che il duro «io» riesca a piegarsi. Appena spuntano questa contrizione e questa conoscenza, l'anima viene indicibilmente annientata dalla luce divina, fino a quando sarà dilatata nell'amore misericordioso, e non più lei vivrà, ma Gesù in lei.
Fui stupefatta da questa esperienza, ed ho imparato ad essere prudente. Non cerco più nulla di grande nelle anime, ma solo cose piccole e semplici. Ed ho imparato sempre di più ad essere piccola e semplice. Ci sono dunque nel Purgatorio anche anime che hanno ingannato e per queste non prega nessuno, perché la gente le riteneva pie. Oh, infelici! Gesù me le ha mostrate, perché io preghi per esse, dal momento che gli altri le credono in cielo. Queste anime, che vissero così rigidamente chiuse in se stesse, hanno tanto bisogno del fuoco dell'umiliazione.
Se un'anima, per quanto devota, e capace di tutte le opere dei santi, non è contrita ed umile, persino le sue virtù diventano difetti. Questo è stato per me un altro grande insegnamento: che nel Purgatorio le stesse virtù vengono purificate.
Quanto spesso ci sono virtù che non sono pure! Specie se alle virtù manca la luce dello Spirito Santo, se sono virtù semplicemente naturali. Le virtù sono pure solo quando sono insieme sapienti, e hanno una misura e non sono unilaterali e quando vengono dall'umiltà del cuore e sono amore. 
Insomma, quando non manca ad esse la guida dello Spirito Santo. Anche nelle virtù non si può vivere per se stessi. Ci sono virtù che racchiudono in sé molti piccoli vizi.
Perciò anche le virtù devono essere purificate. Spesso noi contaminiamo le grazie e le virtù con il nostro proprio io. Appena le virtù sono adornate dal timor di Dio, allora diventano pure.
Continuamente dobbiamo innalzare lo sguardo a Dio e dire: Oh, Salvatore, aiutami anche qui, perché io agisca rettamente. Nessuno è tanto sicuro dell'aiuto e della misericordia divina, come l'anima che diffida di se stessa. Nessuno può starsene così tranquillo come l'anima che è contrita e insieme piena di fiducioso timore di non agire rettamente in tutto davanti a Dio. L’apprensione fiduciosa di non fare ogni cosa così come Gesù vuole rende l'anima pura. Essere sicuri e quieti solo in Gesù, solo nella fiducia in Lui: questo ho imparato nel Purgatorio e questa è la mia consolazione. 
Attraverso le mie esperienze sono diventata così timorosa per la mia anima; ma ora Gesù mi ha mostrato il cammino: verso la buona volontà, ed il pentimento e l'abbandono. Meglio qui sulla terra trascinarsi con difficoltà a causa del nostro io, che laggiù nell'eternità.

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