“Idem sentire” di Rivoluzione e Concilio
Alla percezione di inadeguatezza dei Padri, ha fatto da contraltare l’opera dei Novatori, le cui idee eretiche coincidono con le istanze del secolo. Un’analisi comparativa
del pensiero moderno conferma l’idem sentire dei congiurati su tutti i punti dell’ideologia rivoluzionaria:
[ l’accettazione del principio democratico quale fonte legittimante del potere, al posto del diritto divino della Monarchia cattolica (ivi compreso il Papato);
l’assemblearizzazione degli organi di potere, al posto della responsabilità personale e della gerarchia istituzionale;
la cancellazione del passato storico, valutato con i parametri odierni, contro la difesa della tradizione e dell’eredità culturale;
l’enfasi sulla libertà dei singoli e l’indebolimento del concetto di responsabilità e di dovere;
l’eterna provvisorietà della morale e dell’etica, continuamente in evoluzione e quindi privata della necessaria immutabilità e di ogni riferimento trascendente;
la presunta laicità dello Stato, al posto della doverosa sottomissione della cosa pubblica alla Signoria di Gesù Cristo e della superiorità ontologica della missione della Chiesa rispetto a quella della cosa pubblica;
l’auspicata parità delle religioni non solo davanti allo Stato, ma addirittura come concetto generale cui la Chiesa deve conformarsi, contro l’oggettiva e necessaria difesa della Verità e la condanna dell’errore;
la falsa e blasfema dignità dell’uomo ad esso connaturata, basata sulla negazione del peccato originale e della necessità della Redenzione quale premessa per piacere a Dio, meritare la Sua Grazia e conseguire l’eterna beatitudine;
il sovvertimento gerarchico del ruolo della donna e il dispregio e la dissoluzione del privilegio della maternità;
il primato della materia sullo spirito;
il rapporto fideistico con la scienza[3], a fronte di una spietata critica della Religione su basi falsamente scientifiche.
Tutti questi principi propagandati dagli ideologi della Massoneria e dai fautori del Nuovo Ordine Mondiale trovano il loro inquietante corrispondente nelle idee rivoluzionarie del
Concilio:
la democratizzazione della Chiesa è iniziata con la Lumen Gentium ed oggi si trova declinata nel synodal path bergogliano;
l’assemblearizzazione degli organi di potere è stata realizzata con l’attribuzione di un ruolo decisionale alle Conferenze Episcopali, con i Sinodi dei Vescovi, le Commissioni, i Consigli pastorali ecc.;
il passato della Chiesa (Crociate, Inquisizione ecc.) viene giudicato secondo la mentalità moderna e condannato per compiacere il mondo;
la «libertà dei figli di Dio» teorizzata dal Vaticano II è giunta a prescindere dai doveri morali degli individui, che secondo la vulgata conciliare sono tutti salvi e meritevoli del perdono a prescindere dalle proprie disposizioni interiori e dallo stato
della propria anima;
l’oscuramento dei riferimenti morali perenni ha consentito la revisione della dottrina sulla pena capitale, e, con Amoris Laetitia, l’ammissione ai Sacramenti dei concubinari, incrinando rovinosamente l’edificio sacramentale;
l’adozione del concetto di laicità ha condotto alla cancellazione della Religione di Stato nelle nazioni cattoliche, su spinta della Santa Sede e dell’Episcopato, con la conseguente
perdita di identità religiosa ed il riconoscimento di diritti alle sette, oltre all’approvazione di norme che violano la legge di Dio e la legge naturale;
la libertà religiosa teorizzata in Dignitatis Humanae viene oggi portata alle sue logiche ed estreme conseguenze con la Dichiarazione di Abu Dhabi e l’ultima
Enciclica Fratelli Tutti, rendendo vana la missione salvifica della Chiesa e la stessa Incarnazione;
la teorizzazione della dignità dell’uomo in ambito cattolico ha portato alla confusione del ruolo dei laici rispetto a quello ministeriale del
Clero, assieme ad un indebolimento della struttura gerarchica della Chiesa, mentre l’accettazione dell’ideologia femminista prelude all’ammissione delle donne all’Ordine Sacro;
la preoccupazione disordinata verso le istanze pauperiste tipiche della sinistra ha trasformato la Chiesa in una sorta di sindacato o di associazione assistenziale, limitando la sua attività al mero ambito materiale, trascurando la dimensione spirituale;
la fiducia nella scienza e nel progresso tecnologico ha condotto la Chiesa a sconfessare dinanzi al mondo la propria Fede, a “demitizzare” i miracoli, a negare l’autorità e l’inerranza della Sacra Scrittura, a guardare ai più
sacrosanti Misteri della nostra Santa Religione come a “simboli” o “metafore”, giungendo sacrilegamente a definire «magico» il concetto cattolico di Transustanziazione, come pure la realtà
della Resurrezione, e a qualificare come «tonterías» i sublimi dogmi mariani.]
C’è un aspetto quasi grottesco di questo appiattimento della Gerarchia al pensiero mainstream: questa smania di compiacere i suoi persecutori e di rendersi serva dei suoi nemici giunge sempre e comunque in ritardo, fuori tempo, dando l’impressione che i Vescovi
siano irrimediabilmente démodé, anzi vintage. Essi lasciano pensare, a chi li vede così entusiasticamente conniventi alla propria estinzione, che questa dimostrazione di cortigiana sottomissione al politically correct nasca non tanto da una vera persuasione ideologica, quanto piuttosto dal terrore di esser spazzati via, di perdere potere, di non avere più quel prestigio
che nonostante tutto il mondo ancora riconosce loro. Non si accorgono – o non vogliono ammettere – che il prestigio e l’autorità di cui sono ancora depositari viene loro dall’autorità
e dal prestigio della Chiesa di Cristo, e non dalla sua miserabile, pietosa contraffazione della quale essi stessi sono autori.
Quando l’anti-chiesa dovesse essere completamente instaurata nell’eclissi totale della Chiesa cattolica, l’autorità dei suoi capi dipenderà dal grado
di asservimento al Nuovo Ordine Mondiale, che non tollererà alcuna deroga al proprio credo e applicherà spietatamente quel dogmatismo, quel fanatismo, quell’integralismo che oggi tanti Prelati e sedicentiintellettuali
criticano in chi rimane fedele al Magistero. Così la deep church potrà forse continuare a fregiarsi del marchio di fabbrica “Chiesa Cattolica” ma sarà di fatto costretta ad essere solo l’ancella del pensiero unico, rinnovando quel che avvenne agli Ebrei quando, negando il titolo di Re a Nostro Signore dinanzi a Pilato, si condannarono ad esser servi dell’autorità
civile: «Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare» (Gv 19, 15). Oggi Cesare comanda di tener chiuse le chiese, di indossare la mascherina, di sospendere le celebrazioni con la scusa di una pseudo-pandemia; il regime comunista perseguita i Cattolici cinesi,
nel silenzio pavido e interessato di Roma. Domani Tito saccheggerà il tempio conciliare e ne trasporterà le vestigia in qualche museo, compiendo nuovamente la vendetta divina per mano dei pagani.