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domenica 12 ottobre 2025

L’anima gira in tutta la Creazione e Redenzione e con tutte le opere di Dio chiede il Fiat.

 


Dal Vol. 20 - 17 Ottobre 1926

L’anima gira in tutta la Creazione e Redenzione e con tutte le opere di Dio chiede il Fiat.

Mi sembra che non posso fare a meno di seguire il mio giro nella Volontà Suprema, sento ch’è la vera casa mia ed allora son contenta quando giro in Essa. Perché trovo tutto ciò che appartiene al mio dolce Gesù, ché in virtù della sua Volontà tutto ciò che è suo è anche mio. Quindi ho molto da dare al mio amato Bene, anzi c’è tale e tanto da dargli, che non finisco mai di dargli tutto. Onde mi rimane il desiderio di ritornare a seguire il mio giro per potergli dare tutto ciò che appartiene alla sua adorabile Volontà; e pensando al gran bene che porta all’anima il Voler Supremo, mentre giravo pregavo Gesù che subito lo facesse conoscere a tutti affinché potessero prendere parte a sì gran bene, e per ottenere ciò Gli dicevo come giungevo a ciascuna cosa creata: “Vengo nel sole a fare compagnia alla tua Volontà regnante e dominante in esso, in tutto lo splendore della sua maestà, ma mentre Ti faccio compagnia nel sole Ti prego, che il tuo Fiat Eterno sia conosciuto e come regna nel sole trionfante, venga a regnare trionfante in mezzo alle creature; vedi anche il sole Ti prega, tutta la sua luce si converte in preghiera, e come si stende sulla terra ed investe colla sua luce piante e fiori, monti e pianure, mari e fiumi, così prega che il tuo Fiat sia uno sulla terra, che si armonizzi con tutte le creature. Sicché non sono io sola che prego, ma è la potenza della tua stessa Volontà che regna nel sole che prega: prega la luce, pregano i suoi innumerevoli effetti, i beni, i colori che contiene; tutti pregano che il tuo Fiat regni su tutti. Puoi tu resistere ad una massa di luce sì grande, che prega colla potenza del tuo stesso Volere? Ed io piccola qual sono mentre Ti faccio compagnia in questo sole, benedico, adoro, glorifico, la tua Volontà adorabile, con quella magnificenza e gloria con cui la tua stessa Volontà si glorifica nelle opere sue. Sicché solo nelle creature non deve trovare, la tua Volontà, la perfetta gloria delle opere sue? Perciò venga, venga il tuo Fiat ”.

Ma mentre ciò faccio, sento che tutta la luce del sole prega che venga il Fiat Eterno, cioè la sua stessa adorabile Volontà che investendo la luce prega, ed io lasciandola a pregare passo nelle altre cose create a fare la mia piccola visitina, per tenere un poco di compagnia all’adorabile Volontà in ciascun atto suo che esercita in ciascuna cosa creata. Perciò passo il cielo, le stelle, il mare finché il cielo prega, le stelle pregano, il mare col suo mormorio prega che il Fiat Supremo sia conosciuto e regni trionfante in tutte le cose create, come regna in loro.

Dopo d’aver girato su tutte le cose create per tenere compagnia al Fiat Divino e chiedere in ciascuna cosa che venga a regnare sulla terra - come è bello vedere, sentire che tutta la Creazione prega che venga il suo Regno in mezzo alle creature! - poi scendo in tutto ciò che fece il mio Gesù nella Redenzione: nelle sue lacrime, nei suoi gemiti infantili, nelle sue opere passi e parole, nelle sue pene, nelle sue piaghe, nel suo Sangue fin nella sua morte affinché le sue lacrime preghino che venga il suo Fiat. I suoi gemiti e tutto ciò che fece supplicano tutti in coro che il suo Fiat sia conosciuto e che la sua stessa morte faccia risorgere la vita della sua Volontà Divina nelle creature.

Onde mentre ciò facevo ed altro, [che tralascio] perché sarei troppo lunga se volessi dir tutto, il mio dolce Gesù stringendomi a Sé mi ha detto: “Piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che la mia Volontà si lascia regnante in tutta la Creazione per dare il campo alle creature di farle tante visite per quante cose creò. Voleva la compagnia della creatura nel muto linguaggio di tutto l’universo. Com’è duro l’isolamento di questa Volontà sì santa che vuole santificare e non trova a chi partecipare questa Santità, sì ricca che vuole dare e non trova a chi dare, sì bella e non trova chi abbellire, sì felice e non trova chi felicitare. Poter dare, voler dare, e non avere a chi dare è sempre un dolore ed una pena inenarrabile, e per maggior dolore essere lasciata sola. Onde (la Divina Volontà) nel vederle (le creature) uscire nel campo della Creazione per tenerle compagnia si sente felicitare e compiere lo scopo perché (per il quale) si lasciò regnante in ciascuna cosa creata. Ma quello che rende più felice, più glorificati è che tu come giungi in ciascuna cosa creata Gli chiedi che il tuo Fiat sia conosciuto e regni su tutto e muovi la mia stessa Volontà nel sole, nel cielo, nel mare, in tutto a pregare che venga il Regno del mio Volere, perché stando in te il mio Fiat si può dire che è Essa stessa che prega e che muove tutte le opere mie fin le mie lacrime e sospiri ché venga il Regno della mia Volontà. Tu non puoi capire qual contento Mi dai, qual breccia al mio Cuore ed alla mia stessa Volontà, sentire tutte le opere nostre che pregano che vogliono il nostro Fiat; vedi dunque il mio contento che non ti vedo chiedere nulla per te, né gloria, né amore, né grazie, e vedendo la tua piccolezza che non puoi ottenere un regno sì grande giri in tutte le opere mie, dovunque si trova un atto della mia Volontà facendo il suo ufficio e fai dire al mio Fiat stesso: ‘Venga il tuo Regno! Deh, fa’ che sia conosciuto ed amato e posseduto dalle umane generazioni!’ Una Volontà Divina che prega insieme colle opere nostre insieme alla piccola figlia sua è il più grande portento, è una potenza pari alla nostra che prega e il non esaudirla Ci riesce impossibile. Com’è santo, come è puro, nobile e tutto divino senza ombra d’umano il Regno della nostra Volontà; la sua base, il suo fondamento è la profondità di Essa, Sarà lo stesso Fiat nostro che, stendendosi sotto, in mezzo, e sopra a questi figli della Famiglia Celeste, renderà fermo il passo ed incrollabile per loro il Regno della mia Volontà”.


martedì 7 ottobre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Già precedentemente il confessore di Luisa le aveva chiesto di scrivere come lei si preparava a ricevere Gesù Eucaristia. Luisa scrive:

“L’ubbidienza vuole che scriva qualche cosa sul come mi preparo e ringrazio Gesù benedetto nella Comunione. Io non so dirne niente, perché il mio dolce Gesù, vedendo la mia incapacità e che non sono buona a niente, fa tutto da Sé: Lui prepara l’anima mia, e Lui stesso mi somministra il ringraziamento, ed io Lo seguo.

Ora, il modo di Gesù è sempre immenso, ed io insieme con Gesù mi sento immensa, e come se sapessi fare qualche cosa; Gesù si ritira, ed io rimango sempre la stupida che sono, l’ignorantella, la cattivella, ed è appunto per questo che Gesù mi vuol bene, perché ignorantella e che niente sono e niente posso. Sapendo che a qualunque costo lo voglio ricevere, per non farsi un disonore nel venire in me, ma anzi sommo onore, prepara Lui stesso la mia povera anima, mi dà le sue stesse cose, i suoi meriti, i suoi abbigliamenti, le sue opere, i suoi desideri, insomma tutto Sé stesso; se occorre, anche ciò che hanno fatto i Santi - perché tutto è suo -; se occorre, ciò che ha fatto la Mamma Santissima. Ed anch’io dico a tutti: “Gesù, fatti onore nel venire in me; Mamma Regina mia, Santi, Angeli tutti, io sono povera povera, tutto ciò che è vostro mettetelo nel mio cuore, non per me, ma per onore di Gesù”. E mi sento che tutto il Cielo concorre a prepararmi. E dopo Gesù discende in me. Mi pare di vederlo tutto compiaciuto vedendosi onorato delle sue stesse cose, e delle volte mi dice: “Brava, brava alla figlia mia, quanto ne sono contento, quanto Me ne compiaccio! Dovunque guardo in te, trovo cose degne di Me; tutto ciò che è mio è tuo. Quante cose belle Mi hai fatto trovare!”…

(Volume 9, 10.04.1910).


venerdì 26 settembre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Leggiamo nel Volume 11 - Dicembre 17, 1914:

“Figlia mia, anche tu puoi formare delle ostie e consacrarle. Vedi la veste che Mi copre nel Sacramento? Sono gli accidenti del pane con cui viene formata l’Ostia. La Vita che esiste in quest’Ostia è il mio Corpo, il mio Sangue e la mia Divinità. L’attitudine che contiene questa Vita è la mia Suprema Volontà, e questa Volontà svolge l’amore, la riparazione, l’immolazione e tutto il resto che faccio nel Sacramento, cui mai si sposta un punto dal mio Volere; non c’è cosa che esca da Me, cui il mio Volere non va innanzi.

Ed ecco come anche tu puoi formare l’ostia: l’ostia è materiale e del tutto umana; anche tu hai un corpo materiale ed una volontà umana. Questo tuo corpo e questa tua volontà, se li manterrai puri, retti, lontani da qualunque ombra di peccato, sono gli accidenti, i veli per potermi consacrare e vivere nascosto in te. Ma non basta, ciò sarebbe come all’ostia senza la consacrazione, onde ci vuole la mia Vita; la mia Vita è composta di Santità, di Amore, di Sapienza, di Potenza, ecc., ma il motore di tutto è la mia Volontà.

Quindi, dopo che hai preparato l’ostia, devi far morire la tua volontà nell’ostia, la devi cuocere ben bene per fare che più non rinasca e devi far sottentrare in tutto l’essere tuo la mia Volontà, e Questa, che contiene tutta la mia Vita, formerà la vera e perfetta consacrazione. Sicché non avrà più vita il pensiero umano, ma il pensiero del mio Volere, e questa consacrazione creerà la mia Sapienza nella tua mente; non più vita dell’umano, la debolezza, l’incostanza, perché la mia Volontà formerà la consacrazione della Vita divina, della Fortezza, della Fermezza e tutto ciò che Io sono. Onde, ogniqualvolta farai scorrere la tua volontà nella Mia, i tuoi desideri e tutto ciò che sei e potrai fare, Io rinnoverò la consacrazione, e come Ostia vivente, non morta, quali sono le ostie senza di Me, Io continuerò la mia Vita in te.

Ma non è tutto, nelle Ostie consacrate, nelle pissidi, nei tabernacoli, tutto è morto, muto, non vi è sensibilmente un palpito, uno slancio d’amore che possa rispondere a tanto mio Amore. Se non fosse ché Io aspetto i cuori per darmi a loro, Io sarei ben infelice e ne resterei defraudato nel mio Amore, e senza scopo la mia Vita Sacramentale; e se ciò tollero nei tabernacoli, non lo tollererei nelle Ostie viventi. Quindi, alla vita è necessaria la nutrizione, ed Io nel Sacramento voglio essere nutrito, e voglio essere nutrito del mio stesso cibo, cioè: l’anima farà sua la mia Volontà, il mio Amore, le mie preghiere, le riparazioni, i sacrifizi, e li darà a Me come cose sue, ed Io mi nutrirò. L’anima si unirà con Me, tenderà le sue orecchie per sentire ciò che sto facendo per farlo insieme con Me; e man mano che replicherà i miei stessi atti, Mi darà il suo cibo ed Io ne sarò felice, e solo in queste Ostie viventi troverò il compenso della solitudine, del digiuno e di ciò che soffro nei tabernacoli”.


domenica 21 settembre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Ed il mio abbandono nella Volontà tua Divina è per poter per tutti riparare:

Mi abbandono quindi, mio Gesù, nella tua Volontà, e tutto ciò che stai facendo Tu intendo farlo io; e siccome tutto ciò che Tu facesti in terra è un continuo atto di riparazione, così col mio volere unito al Tuo, intendo riparare tutte le offese che Ti stanno facendo le creature in questo momento, in modo che la mia voce facendo eco nella tua, e in tutte le offese delle creature, voglia scorrere in tutte in modo divino e, toccando i cuori delle creature, con la potenza del tuo Volere, voglio queste portarle tutte a Te nelle tue braccia.

Gesù, il mio pensiero pensa nel tuo Volere e sulle ali del mio pensiero Ti mando i pensieri di tutte le creature.

Sulle ali del mio sguardo, dato nel tuo Volere, T’invio gli sguardi di tutte le creature.

Sulle ali della mia voce e della mia lingua, mossa nel tuo Volere, Ti mando tutte le voci delle creature.

Sulle ali della mia preghiera, fatta nella tua Volontà, voglio mandarti, o mio Gesù, la preghiera di tutti.

Sulle ali del mio lavoro e dei miei atti fatti nel tuo Volere intendo mandarti gli atti delle creature e tutti i loro lavori.

Sulle ali dei miei passi fatti nel tuo Volere, intendo far volare a Te tutti i passi delle creature.

Sulle ali delle mie sofferenze e delle mie pene, vissute ed offerte nel tuo Volere, intendo offrire a Te tutte le sofferenze e le pene delle creature.


venerdì 19 settembre 2025

Dove regna il Divin Volere l’anima chiama Iddio insieme nel suo operare. L’offerta a Dio delle proprie azioni la purifica e la disinfetta.

 


Dal Vol. 21 - 3 Marzo 1927

Dove regna il Divin Volere l’anima chiama Iddio insieme nel suo operare.
L’offerta a Dio delle proprie azioni la purifica e la disinfetta.

Stavo offrendo i miei piccoli atti come omaggio d’adorazione e di amore al Supremo Volere, e pensavo tra me: “Ma è proprio vero che [ciò che] fa l’anima che fa la Divina Volontà fa lo stesso Dio?” Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:

“Figlia mia, non Mi senti in te che sto seguendo gli atti tuoi? Dove regna la mia Volontà, tutte le cose, anche le più piccole e naturali si convertono in diletto per Me e per la creatura, perché sono effetto di una Volontà Divina regnante in lei che non sa uscire da sé neppure l’ombra d’infelicità alcuna. Anzi tu devi sapere che nella Creazione il nostro Fiat Supremo stabilì tutti gli atti umani investendoli di diletto, di gioie e di felicità. Sicché lo stesso lavoro non dovea dare nessun peso all’uomo né dargli ombra di stanchezza, perché possedendo il mio Volere possedeva la forza che mai stanca e viene meno. Vedi, anche le cose create sono simbolo di ciò: si stanca forse il sole di dare sempre la sua luce? Certo che no. Si stanca il mare a mormorare continuamente, a formare le sue onde, a nutrire e moltiplicare i suoi pesci? Certo che no. Si stanca il cielo a stare sempre disteso, la terra a fiorire? Certo che no. Ma perché non si stancano? Perché c’è dentro di loro la potenza del Fiat Divino che tiene la forza che non esaurisce mai. Quindi tutti gli atti umani entrano nell’ordine di tutte le cose create e tutti ricevono l’impronta della felicità: il lavoro, il cibo, il sonno, la parola, lo sguardo, il passo, tutto. Ora finché l’uomo si mantenne nel nostro Volere si mantenne santo e sano, pieno di vigore e di energia instancabile, capace di gustare la felicità dei suoi atti e di felicitare Colui che gli dava tanta felicità. Come si sottrasse, cadde malato e perdette la felicità, la forza instancabile, la forza ed il gusto di gustare la felicità degli atti suoi che il Divin Volere con tanto amore avea investito. Questo succede anche tra chi è sano e tra chi è malato: il primo gusta il cibo, lavora con più energia, prende piacere nel divertirsi, nel passeggiare, nel chiacchierare; il malato si disgusta del cibo, non sente forza di lavorare, s’annoia dei divertimenti, l’infastidiscono le chiacchiere. Tutto gli fa male, la malattia ha cambiato la sua natura, gli atti suoi, in dolori.

Ora supponi che il malato ritornasse nel vigore della sua salute, si ripristinerebbe nelle forze, nel gusto di tutto. Sicché la causa della sua malattia è stata l’uscire dalla mia Volontà; il ritornare e farla regnare sarà causa che ritorni l’ordine della felicità negli atti umani e farle prendere la sua attitudine negli atti della creatura. E come offre il suo lavoro, il cibo che prende e tutto ciò che fa, da dentro quegli atti umani si sprigiona la felicità messa in essi dal mio Volere in quei atti e (per) salire al suo Creatore per dargli la gloria della sua felicità. Ecco perciò dove regna la mia Volontà non solo Mi chiama insieme con lei ad operare, ma Mi dà l’onore, la gloria di quella felicità con cui investimmo gli atti umani. Ancorché la creatura non possedesse tutta la pienezza dell’Unità della Luce della mia Volontà, purché offra tutti gli atti suoi al suo Creatore come omaggio ed adorazione, siccome il malato è lui, non Dio, Iddio riceve la gloria della felicità dei suoi atti umani. Supponi un’ammalata che facesse un lavoro oppure un cibo suo lo prendesse ad uno che è sano, questo che gode la pienezza della salute non avverte nulla, né della stanchezza di quel lavoro né lo stento che l’ammalato ha sentito nel farlo né il disgusto di quel cibo che avrebbe sentito se l’avesse preso l’infermo, anzi gode della pienezza della sua sanità, del bene, della gloria e della felicità che gli porterà quel lavoro, e gusta il cibo che le è stato offerto. Così l’offerta delle proprie azioni purifica, disinfetta le azioni umane e Dio riceve la gloria a Lui dovuta, e per contraccambio fa scendere la gloria su colei che offre a Lui le sue azioni”.


mercoledì 10 settembre 2025

LA VERGINE MARIA negli scritti di Luisa Piccarreta

 


Il fine primario di tutto ciò che fecero Gesù e Maria nella Redenzione fu di ottenere il Regno della Divina Volontà sulla terra; la nostra salvezza fu fine secondario 

“Figlia mia, di tutto ciò che fece la mia Mamma e di tutto ciò che feci Io nella Redenzione, il primo scopo primario fu che il mio ‘Fiat’ regnasse sulla terra. Non sarebbe decoroso, né vero amore, né magnanimità grande, né molto meno operare da quel Dio che ero, se venendo nel mondo dovessi e volessi dare alle creature la cosa più piccola, quali sono i mezzi per salvarsi, e non la cosa più grande, qual è la mia Volontà, che contiene non solo i rimedi, ma tutti i beni possibili che ci sono in Cielo e in erra; non solo la salvezza e la santità, ma quella santità che la eleva alla stessa Santità del suo Creatore. Oh, se tu potessi penetrare in ogni preghiera, atto, parola e pena della mia indivisibile Mamma, tu troveresti dentro il ‘Fiat’ che sospirava ed impetrava… 

(…) Non chiamai ed elessi la Mamma mia stando nella mia Patria Celeste? Così ho chiamato ed eletto te con quella stessa potenza a cui nessuno può resistere, per il sospirato ‘Fiat’, anzi, ti dico che per ottenere ciò, tu hai a tua disposizione cose più grandi e più importanti che non ebbe la mia diletta Mamma. Perciò tu sei più felice, perché Lei non ebbe una mamma, né le opere sue, per aiuto nell’ottenere il sospirato Redentore, ma ebbe solo il corteggio degli atti dei profeti, dei patriarchi e dei buoni dell’Antico Testamento e dei grandi beni previsti del futuro Redentore. Invece tu hai una Mamma e tutte le opere sue per aiuto, hai gli aiuti, le pene, le preghiere e la stessa Vita, non prevista, ma effettuata, del tuo Redentore; non c’è bene e preghiera che sia stata fatta e che si fa nella Chiesa che non sia con te, per darti aiuto per ottenere il sospirato ‘Fiat’. Siccome di tutto ciò che è stato fatto da Me, dalla Regina del Cielo e da tutti i buoni, lo scopo primario era il compimento della mia Volontà, perciò tutto è con te per impetrare la fine del loro scopo. Perciò sii attenta, Io sarò insieme con te, anche la mia Mamma; non sarai sola a sospirare il trionfo della nostra Volontà”. (19°, 28-3-1926)  


martedì 9 settembre 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Attenta ai tuoi insegnamenti, mi abbandono, Gesù, nella tua Volontà perché:

  Amato mio Bene, voglio far vita con Te nel tuo Voler Divino: voglio dare la forma della tua Mente alla mia mente, voglio dare al mio sguardo la forma del tuo Sguardo e la forma della tua Parola alla mia parola e del tuo moto al mio moto; perché la vera vita della mia anima fatta nel tuo Volere non è altro che la formazione della mia vita nella tua Vita, dando la tua stessa forma a tutto ciò che io faccio. Perdo, così, la mia forma ed acquisto la tua, dando continue morti all'essere umano e continua vita alla Volontà tua Divina.

Con Te io voglio mettere in volo tutti i miei atti - interni ed esterni - nel Santo tuo Volere; ogni pensiero della mia mente, in ogni tuo Pensiero, con Te vola nel tuo Volere, per sorvolare con Te su ogni pensiero di creatura - della quale tutto esiste nel tuo Divino Volere - per farsi quasi corona di ciascuna intelligenza umana per portare alla Maestà del Celeste Padre l'omaggio, l'adorazione, la gloria e l'amore e la riparazione di ogni pensiero creato; e così, nel tuo Volere vola, con Te, il mio sguardo, la mia parola, il mio moto ed il passo. Voglio, della tua Volontà, la Vita divina nell’anima mia completare.
(Cfr. Vol. 12 - 5.1.1921)


domenica 31 agosto 2025

GESU’ SACRAMENTATO “Le mie vere Ostie…”

 


Volume 11 - Settembre 25, 1913 :

“Figlia mia, Io dovevo fare in modo che la santità doveva essere agevole ed accessibile a tutti - [a] meno che loro non la volessero - a tutte le condizioni, in tutte le circostanze ed in tutti i luoghi. E’ vero che il Santissimo Sacramento è centro, ma chi lo istituì? Chi soggiogò la mia Umanità a rinchiudersi nel breve giro di un’Ostia? Non fu la mia Volontà? Quindi la mia Volontà primeggerà sempre su tutto! E poi, se il tutto sta nell’Eucaristia, i sacerdoti che Mi chiamano dal Cielo nelle loro mani e che stanno i più di tutti al contatto delle mie Carni Sacramentali, dovrebbero essere i più santi, i più buoni, ed invece molti sono i più cattivi. Povero Me, come Mi trattano nel Santissimo Sacramento! E tante anime devote che Mi ricevono, forse ogni giorno, dovrebbero essere tante sante, se bastava il centro della Eucaristia, ed invece, cosa da piangere, sono sempre allo stesso punto: vanitose, iraconde, puntigliose, eccetera…! Povero centro del Santissimo Sacramento, come resto disonorato! Invece, una madre di famiglia che fa la mia Volontà e che per le sue condizioni, non che non vuole, ma non può ricevermi tutti i giorni, si vede paziente, caritatevole, porta il profumo in sé delle mie Virtù Eucaristiche; ah! è forse il Sacramento o la mia Volontà cui essa si è sottoposta che la tiene soggiogata e supplisce al Santissimo Sacramento? Anzi, ti dico che gli stessi Sacramenti producono i frutti a seconda che le anime sono assoggettate alla mia Volontà; a seconda il connesso che hanno col mio Volere così producono gli effetti. E se connesso col mio Volere non ce n’è, si comunicheranno di Me, ma resteranno digiuni; si confesseranno, ma resteranno sempre lordi; verranno alla mia Presenza Sacramentale, ma se i nostri voleri non si confrontano, sarò per loro come morto, perché solo la mia Volontà, nell’anima che si fa soggiogare da Essa, produce tutti i beni e dà vita agli stessi Sacramenti”.

 

mercoledì 20 agosto 2025

GESU’ SACRAMENTATO “ Le mie vere Ostie…”

 


Sempre nel Volume 11, il 20 Agosto 1913:

“Figlia mia, nella mia Volontà ci sono tutti i beni possibili, e l’anima che vive in Essa è necessario che vi stia con fiducia operando insieme con Me da padrona. Tutto aspettano le creature da quest’anima, e se non hanno si sentono defraudati; e come può dare se non sta con tutta fiducia operando insieme con Me? Perciò è necessario, all’anima che vive nella mia Volontà, la fiducia per dare, la semplicità per comunicarsi a tutti, col disinteresse di sé per poter vivere tutta [dedita] a Me ed al prossimo. Tale sono Io”.

Poi ha soggiunto: “Figlia mia, [a] chi fa davvero la mia Volontà succede come a quell’albero innestato, che la forza dell’innesto tiene virtù di far distruggere la vita dell’albero che riceve l’innesto; sicché non più i frutti, le foglie del primo albero si veggono, ma quelli dell’innesto. E se il primo albero dicesse all’innesto, voglio ritenermi almeno un piccolo ramoscello per poter dare anch’io qualche frutto, per poter far conoscere a tutti che io esisto ancora, l’innesto direbbe: ‘Tu non hai ragione di più esistere, dopo che ti sei sottomesso a ricevere il mio innesto; la vita sarà tutta mia’.

Così l’anima che fa la mia Volontà può dire: ‘La mia vita è finita; non più le mie opere usciranno da me, i miei pensieri, le mie parole, ma le opere, i pensieri, le parole di Colui di cui la Volontà è mia vita’.

Sicché Io dico a chi fa il mio Volere: ‘Tu sei vita mia, sangue mio, ossa mie’. Onde succede la vera e reale, sacramentale trasformazione, non in virtù delle parole del sacerdote, ma in virtù della mia Volontà.

Come l’anima si decide a vivere del mio Volere, così la mia Volontà crea Me stesso nell’anima; e come il mio Volere scorre nella volontà, nelle opere, nei passi dell’anima, tante mie creazioni subisce. Succede proprio come ad una pisside piena di particole consacrate: quante particole ci sono, tanti Gesù stanno in ciascuna particola. Così l’anima, in virtù della mia Volontà Mi contiene in tutto ed in ciascuna parte del suo essere.

Chi fa la mia Volontà fa la vera Comunione eternale, e Comunione con frutto completo”.

 

 

Ad una sola voce, invitiamo allora la Divina Volontà:

Vieni, Divina Volontà, vieni in questa comunione mia con Te; vieni perché io intendo non solo donarti all’anima mia, ma a tutti coloro che non Ti ricevono, per riparare i nostri peccati e dare gloria al Padre.

E chiediamo continuamente a Gesù:

Gesù, sperdi la mia volontà nella Tua e dammi la Tua per vivere!

(Cfr. Vol. 36 - 11.7.1938)


Selezione di brani tratti dagli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA


lunedì 18 agosto 2025

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE

 


scelta di Brani dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


Nel Volume 16 - Dicembre 8, 1923, Gesù confida a Luisa che: Maria SS. ricevette il germe del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, che la nobilitò e la restituì al suo principio, quale fu da Noi creato l’uomo, prima che peccasse.

[…] “Voglio far conoscere l’Immacolato Concepimento della Vergine, concepita senza peccato… […] tutto ciò che Io, Verbo Eterno, dovevo fare nella mia assunta Umanità, formava un solo atto con quell’Atto solo che contiene la mia Divinità. Sicché prima che questa nobile Creatura fosse concepita, tutto esisteva di ciò che doveva fare sulla terra il Verbo Eterno; onde nell’atto che questa Vergine fu concepita, si schierarono intorno al suo concepimento tutti i miei meriti, le mie pene, il mio Sangue, tutto ciò che conteneva la Vita d’un Uomo e Dio, e restò concepita negli interminabili abissi dei miei meriti, del mio Sangue divino, nel mare immenso delle mie pene. In virtù di essi restò Immacolata, bella e pura; al nemico sbarrato il passo dagli incalcolabili meriti miei e non potette recarle nessun nocumento. Era giusto che chi doveva concepire il Figlio d’un Dio, doveva essere prima Lei concepita nelle opere di questo Dio, per poter tenere virtù di concepire quel Verbo che doveva venire a redimere il genere umano. Sicché, Lei prima restò concepita in Me ed Io restai concepito in Lei; […] Oh, la bellezza di questa tenera Piccina! Era un prodigio della Grazia, un portento della nostra Divinità; crebbe come Figlia nostra, fu il nostro decoro, la nostra allegrezza, l’onore e la gloria nostra”.

[…] Pensavo nella mia mente: “E’ vero che la mia Regina Mamma fu concepita negli interminabili meriti del mio Gesù, ma il sangue, il corpo, furono concepiti nel seno di S. Anna, la quale non era esente dalla macchia d’origine, dunque, come può essere che nulla ereditò dai tanti mali che tutti abbiamo ereditato dal peccato del nostro primo padre Adamo?”

E Gesù: “Figlia mia, tu non hai capito ancora che tutto il male sta nella volontà. La volontà travolse l’uomo, cioè la sua natura, non la natura travolse la volontà dell’uomo; sicché la natura restò al suo posto, quale fu da Me creata; nulla cambiò. Fu la sua volontà che si cambiò, si mise nientemeno contro una Volontà Divina, e questa volontà ribelle travolse la sua natura, la debilitò, la contaminò e la rese schiava di vilissime passioni. […] Alla mia Mamma l’essere concepita in una creatura della razza umana non le recò nessun nocumento, perché la sua anima era immune da ogni colpa: tra la sua volontà e Quella del suo Dio non c’era divisione; le correnti divine non trovavano intoppo né opposizione per riversarsi su di Lei; in ogni istante stava sotto la pioggia dirotta di nuove grazie. Onde con questa volontà e quest’anima tutta santa, tutta pura, tutta bella, il recipiente del suo corpo che prese dalla sua madre restò profumato, riabilitato, ordinato, divinizzato, in modo da restare esente anche da tutti i mali naturali di cui è invasa l’umana natura.

Ah, fu proprio Lei che ricevette il germe del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, che la nobilitò e la restituì al suo principio, quale fu da Noi creato l’uomo, prima che peccasse! Anzi, lo sorpassò; la abbellì di più ancora ai continui flussi di quel Fiat che ha solo virtù di riprodurre immagini tutte simili a Colui che le ha create. Ed in virtù di questa Volontà Divina che agiva in Lei, si può dire che ciò che Dio è per natura, Lei è per Grazia.

La nostra Volontà tutto può fare, dovunque giungere, quando l’anima Ci dà libertà d’agire e non interrompe con la sua volontà umana il nostro operato!”


domenica 10 agosto 2025

GESU’ SACRAMENTATO - “Le mie vere Ostie…”

 



Selezione di brani tratti dagli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA la PFDV

 

“Figlia mia, la mia Volontà è la Santità delle santità. Sicché l’anima che fa la mia Volontà [secondo la perfezione che Io t’insegno, cioè come in Cielo così in terra], per quanto fosse piccola, ignorante, ignota, lascia dietro gli altri Santi, ad onta dei portenti, delle conversioni strepitose, dei miracoli; anzi confrontandole, le anime che fanno la mia Volontà [qual è nel mio terzo <<Fiat>>] sono regine e tutte le altre le stanno come a servizio.

L’anima che fa la mia Volontà pare che fa niente e fa tutto, perché stando nella mia Volontà [queste anime] agiscono alla divina, nascostamente ed in modo sorprendente. Sicché sono luce che illumina, sono venti che purificano, sono fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli; quelli che li fanno sono i canali, in queste, invece, ne risiede la potenza. Sicché sono il piede del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli infermi, il regime dei superiori, l’ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza nei pericoli, l’eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei Santi e così di tutto il resto, perché stando nella mia Volontà vi concorrono a tutto il bene che ci può essere in Cielo ed in terra.

Ecco come posso ben dire che sono le mie vere Ostie, ma Ostie vive, non morte, perché gli accidenti che formano l’Ostia non sono pieni di vita, né influiscono alla mia Vita, ma l’anima è piena di vita e facendo la mia Volontà influisce e vi concorre a tutto ciò che faccio Io. Ecco perciò Mi sono più care queste Ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse Ostie Sacramentali, e se ho ragione di esistere nelle Ostie Sacramentali è per formare le Ostie Sacramentali della mia Volontà.

Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentirne parlare ne gongolo di gioia e chiamo tutto il Cielo a farne festa. Immaginati tu stessa che sarà di quelle anime che la fanno! Io trovo tutti i contenti in loro e do tutti i contenti a loro, la loro vita è la vita dei Beati. Due sole cose loro stanno a cuore, desiderano, agognano: la Volontà mia e l’Amore. Poche [altre cose] hanno da fare, mentre fanno tutto. Le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e nell’Amore, sicché non hanno più che ci fare con loro, perché la mia Volontà contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo divino, immenso ed interminabile. Questa è la vita dei Beati”. Volume 11 - Marzo 15, 1912


martedì 5 agosto 2025

La Chiesa conosce finora i beni e la Legge della Redenzione, che furono depositati da Gesù nel Cuore di sua Madre SS

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


La Chiesa conosce finora i beni e la Legge della Redenzione, che furono depositati da Gesù nel Cuore di sua Madre SS.:

“Figlia mia, tutta la legge e i beni della Redenzione furono scritti da Me e deposti nel Cuore della mia cara Mamma. Era giusto che, siccome fu Lei la prima che visse nel mio Volere e perciò mi attirò dal Cielo e mi concepì nel suo seno, che conoscesse tutte le leggi e fosse depositaria di tutti i beni della Redenzione.

E non aggiunsi una virgola in più, e non perché fossi incapace, quando uscendo fuori alla vita pubblica la manifestai alle genti, agli Apostoli, e gli stessi Apostoli e tutta la Chiesa nulla hanno aggiunto di più di quello che dissi e feci Io quando stetti sulla terra. Nessun altro vangelo ha fatto e nessun altro sacramento in più ha istituito, ma si gira sempre [attorno] a tutto ciò che Io feci e dissi. Chi è chiamato per primo è necessario che riceva il fondo di tutto quel bene che voglio fare a tutte le umane generazioni. È vero che la Chiesa ha commentato il Vangelo, che ha scritto tanto su tutto ciò che Io feci e dissi, ma mai si è allontanata dalla mia fonte, dall’origine dei miei insegnamenti.

Così sarà della mia Volontà. Metterò in te il fondo della legge eterna del mio Volere, ciò che è necessario per farla comprendere, gli insegnamenti che ci vogliono. E se la Chiesa si allargherà nelle spiegazioni e nei commenti, non si partirà mai dall’origine, dalla fonte da Me costituita; e se qualcuno vorrà partirsi resterà senza luce e nel buio oscuro, e sarà costretto, se vorrà la luce, a ritornare alla fonte, cioè ai miei insegnamenti”.

Io, nel sentire ciò, ho detto: Dolce Amor mio, quando i re costituiscono le leggi chiamano i ministri come testimoni delle leggi che stabiliscono, per deporle nelle loro mani, affinché le pubblichino e le facciano osservare dai popoli. Io non sono ministro, anzi, tanto piccola e incapace che non sono buona a nulla”.

E Gesù ha soggiunto: “Io non sono come i re della terra, che se la fanno coi grandi. Io amo meglio di farmela coi piccoli, perché sono più docili e nulla attribuiscono a sé, ma tutto alla mia bontà. Ma con tutto ciò anch’Io ho scelto un mio ministro, che ti assista in questo tuo stato, e per quanto tu mi hai pregato che ti liberassi dalla sua venuta giornaliera, non ti ho dato mai retta, e ancorché tu non fossi più soggetta a ricadere in quello stato, Io non permetterò che ti manchi la loro assistenza. Era questa la causa perché avessi un mio ministro che fosse a giorno della legge della mia Volontà e conoscendo i miei insegnamenti fosse testimone e depositario di legge sì santa, e come mio fedele ministro pubblichi nella mia Chiesa il gran bene che voglio fare ad Essa col far conoscere la mia Volontà”. (Volume 16°, 24-02-1924)


domenica 3 agosto 2025

La dottrina della Divina Volontà sarà nella Chiesa come un nuovo Sole che la rinnoverà e così si trasformerà la faccia della terra

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


“…Nella mia onniveggenza vedo che questi scritti saranno per la mia Chiesa come un nuovo Sole che sorgerà in mezzo ad essa, che [gli uomini], attratti dalla sua luce sfolgorante, si applicheranno per trasformarsi in questa luce ed uscire spiritualizzati e divinizzati, per cui, rinnovandosi la Chiesa, trasformeranno la faccia della terra.

La dottrina sulla mia Volontà è la più pura, la più bella, non soggetta ad ombra di materia o d’interesse, tanto nell’ordine soprannaturale quanto nell’ordine naturale. Perciò sarà, a guisa di sole, la più penetrante, la più feconda e la più benvenuta e accolta, e siccome è luce, per se stessa si farà capire e si farà via. Non sarà soggetta a dubbi, a sospetti di errore, e se qualche parola non si capirà sarà [per] la troppa luce, che eclissando l’intelletto umano, non potranno comprendere tutta la pienezza della verità, ma non troveranno una parola che non sia verità; al più, non potranno del tutto comprenderla.

Perciò, in vista del bene che vedo, ti spingo a nulla tralasciare di scrivere. Un detto, un effetto, una similitudine sulla mia Volontà può essere come una rugiada benefica sulle anime, come è benefica la rugiada sulle piante dopo una giornata di sole ardente, come una pioggia dirotta dopo lunghi mesi di siccità. Tu non puoi capire tutto il bene, la luce, la forza che c’è dentro una parola, ma il tuo Gesù lo sa e sa a chi deve servire e il bene che deve fare”.

Ora, mentre ciò diceva, mi ha fatto vedere nel mezzo della Chiesa un tavolo e tutti gli scritti sulla Divina Volontà messi sopra. Molte persone veneranti circondavano quel tavolo e uscivano trasformate in luce e divinizzate e, come camminavano, comunicavano quella luce a chi incontravano.

E Gesù ha soggiunto: “Tu vedrai dal Cielo il gran bene, quando la Chiesa riceverà questo alimento celeste, che, fortificandola, [la farà ] risorgere nel suo pieno trionfo”. (Vol. 16°, 10-02-1924)


GESU’ SACRAMENTATO - “Le mie vere Ostie…”

 


E nel Volume 11 - Marzo 3, 1912:

“Figlia mia, chi fa la mia Volontà perde il suo temperamento e prende il mio. E siccome nel mio temperamento ci sono tante musiche che formano il Paradiso dei Beati - cioè, musica è il mio temperamento dolce, musica la Bontà, musica la Santità, musica la Bellezza, la Potenza, la Sapienza, l’Immensità e così di tutto il resto del mio Essere - onde l’anima prendendo parte a tutte le Qualità del mio temperamento, riceve in sé tutte le varietà di queste musiche e come va facendo anche le più piccole azioni, Mi fa una musica, ed Io nel sentirla conosco subito ch’è musica che l’anima ha preso dalla mia Volontà, cioè dal mio temperamento e corro e Me la vado a sentire e Mi piace tanto che ne resto ricreato e rinfrancato da tutti gli affronti che Mi fanno le altre creature.

Figlia mia, che sarà quando queste musiche passeranno in Cielo? L’anima la metterò a Me di fronte: Io farò la mia musica e lei la sua, ci saetteremo a vicenda, il suono dell’uno sarà l’eco del suono dell’altro, le armonie si confonderanno insieme; a chiare note si conoscerà da tutti i Beati che quest’anima non è altro che frutto del mio Volere, portento della mia Volontà e tutto il Cielo ne godrà un Paradiso di più.

Queste sono le anime a cui vado ripetendo: ‘Se non avessi creato il Cielo, per te sola lo creerei’. Distendo il Cielo del mio Volere in loro e vi faccio le mie vere immagini; ed in questi Cieli Io vado spaziando, divertendomi e scherzando con loro.

A questi Cieli Io ripeto: ‘Se non Mi fossi lasciato nel Sacramento, per voi sole Mi sarei lasciato’. Perché esse sono le mie vere Ostie, ed Io, come non potrei vivere senza d’un Volere, così non posso vivere senza di questi Cieli della mia Volontà. Anzi, non solo sono le mie vere Ostie, ma il mio Calvario e la mia stessa Vita. Questi Cieli del mio Volere Mi sono più cari, più privilegiati dei tabernacoli e delle stesse Ostie consacrate, perché nell’Ostia, col consumarsi le specie la mia Vita finisce, ed invece in questi Cieli del mio Volere la mia Vita non finisce mai. Anzi Mi servono di Ostie in terra e saranno Ostie eterne in Cielo”.


sabato 2 agosto 2025

L’assalto a Roma (alla Rocca di Pietro) è l’ultimo precipizio

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


“Tu non sai nulla di quello che vogliono fare! Vogliono giocarsi Roma, se la vogliono giocare gli stranieri e gli stessi italiani. Sono tali e tante le nefandezze che faranno, che sarebbe minor male se la terra facesse sboccare fuoco per incenerirla, che ciò che faranno. Vedi, da tutte le parti sbucano genti per affluire insieme e darne l’assalto, e quel che è più, sotto vesti di agnelli, mentre sono lupi rapaci che vogliono divorar la preda. Che unioni diaboliche stringono insieme, per avere più forza e darne l’assalto! Prega, prega! È l’ultimo precipizio di questi tempi, in cui la creatura vuole precipitarsi”. (Vol. 14°, 27-10-1922)


venerdì 1 agosto 2025

Gesù vuole eliminare i cattivi pastori

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


“Figlia mia, nascondimi, non vedi come mi perseguitano? Ahimè, mi vogliono mettere fuori, oppure darmi l’ultimo posto. Fammi sfogare; è da molti giorni che niente ti ho detto delle sorti del mondo, né dei castighi che mi strappano con le loro malvagità, e la pena, tutta concentrata nel mio Cuore, voglio dirla a te per fartene parte e così divideremo insieme la sorte delle creature, per poter pregare, soffrire e piangere insieme per il bene loro. Ah, figlia mia, ci saranno contese tra loro; la morte mieterà molte vite e anche sacerdoti. Ah, quante maschere vestite da preti! Li voglio togliere prima che sorgano le persecuzioni alla mia Chiesa e le rivoluzioni; chissà se si convertano in punto di morte. Altrimenti, se li lascio, queste maschere nella persecuzione si toglieranno la maschera, si uniranno ai settari e saranno i nemici più fieri della Chiesa, e la loro salvezza riuscirà più difficile”.

Ed io tutta afflitta ho detto: “Ah, mio Gesù, che pena sentirti parlare di questi benedetti castighi! E i popoli come faranno senza Sacerdoti? Già sono pochi abbastanza; altri vuoi togliere: e chi amministrerà i sacramenti? Chi insegnerà le tue leggi?”

E Gesù: “Figlia mia, non ti accorare troppo. Lo scarso numero è nulla. Io darò a uno la grazia, la forza che do a dieci, a venti, e uno varrà per dieci o per venti; Io a tutto posso supplire. E poi, i molti preti non buoni sono il veleno dei popoli; invece di bene fanno male, ed Io non faccio altro che togliere i primi elementi che avvelenano le genti”. (Vol. 12°, 08-01-1919)


mercoledì 30 luglio 2025

I cattivi nel loro trionfo purificheranno la Chiesa, ma dopo il Signore li disperderà

 



LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


I cattivi nel loro trionfo purificheranno la Chiesa, ma dopo il Signore li disperderà:

“Figlia mia, il più grande castigo è il trionfo dei cattivi. Ci vogliono ancora purghe e i cattivi nel loro trionfo purificheranno la mia Chiesa, e dopo li strillerò e li disperderò come polvere al vento. Perciò, non ti impressionare dei trionfi che senti, ma piangi insieme con Me la loro triste sorte”. (Vol. 12°, 14-10-1918)

lunedì 28 luglio 2025

Offese che riceve Gesù anche nelle cose sante della Chiesa. Lo strappare i Ministri dal santuario significa che le cose sono giunte al punto più brutto

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


Offese che riceve Gesù anche nelle cose sante della Chiesa. Lo strappare i Ministri dal santuario significa che le cose sono giunte al punto più brutto:

“Ah, figlia mia, quando permetto che le chiese restino deserte, i ministri dispersi, le messe diminuite, significa che i sacrifici mi sono di offesa, le preghiere insulti, le adorazioni irriverenze, le confessioni trastulli e senza frutto. Quindi, non trovando più gloria mia, anzi, offese nel bene loro, non servendomi più, le tolgo; ma però questo strappare i ministri dal mio Santuario significa ancora che le cose sono giunte al punto più brutto e che la diversità dei flagelli si moltiplicherà. Quanto è duro l’uomo! Quanto è duro!” (Vol. 12°, 12-02-1918)


domenica 27 luglio 2025

Offerta del lavoro nel Volere Divino. Chi vive in Esso forma tanti atti di Vite divine, possiede la virtù bilocatrice.

 


Stavo facendo l’offerta del mio lavoro dicendo: “Gesù, Amor mio, voglio le tue manine nelle mie, per dare al nostro Padre Celeste quell’amore e quella gloria che Tu individualmente Gli desti colle tue opere stando sulla terra; non solo, ma voglio unirmi con Te quando Tu, Verbo del Padre, fin dall’eternità operavi insieme con Lui con le stesse sue opere, amavi con amore reciproco e con perfetta uguaglianza, e voglio glorificarvi in quella stessa gloria in cui Vi glorificaste Voi stesso tra le Tre Divine Persone. Ma non sono contenta: voglio mettere le mie mani nelle tue per scorrere insieme colle tue, nel tuo stesso Volere, nel sole per darti la gloria della luce, del calore, della fecondità del sole; nel mare per darti la gloria delle sue onde, del suo mormorio continuo; nell’aria per darti la gloria del canto degli uccelli; nel cielo azzurro per darti la gloria dell’immensità, e nello scintillio delle stelle, nel loro tremolio fo scorrere la mia voce che ti dice Ti amo; voglio scorrere nei prati fioriti per darti la gloria e l’adorazione dei profumi. Non c’è punto dove non voglio trovarmi, affinché dovunque Tu senta che la tua piccola figlia Ti adora, Ti ama e Ti glorifica”.

Onde mentre ciò ed altro dicevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto: “Figlia mia, sento in te la gloria mia, il mio amore, la mia vita, le mie opere; la mia Volontà tutto accentra in te. Non solo, ma mentre tu lavori, il mio Volere ti porta nel sole e lavori insieme colla sua luce, sicché i tuoi moti scorrono nei raggi solari e, come si diffonde la luce, tu diffondi la gloria, l’amore al tuo Creatore. Come è bella la figlia mia, trovarla in tutte le opere mie a lavorare per darmi l’amore, la gloria che ciascuna opera mia contiene! Siccome la mia Volontà possiede la virtù bilocatrice, biloca anche te per poterti trovare nel mare, nell’aria, nelle stelle, dovunque, per amarti ed essere amata e glorificata”.

Dopo di ciò mi sentivo come assorbita nel Fiat Supremo e pensavo tra me ai grandi beni che può fare la Suprema Volontà nell’anima nostra; ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

“Figlia mia, ogni atto che fa la Divina Volontà unita con l’anima, vi forma una Vita divina, perché essendo Essa divina non può fare a meno di formare Vite divine negli atti suoi, in modo che dove Essa regna, come l’anima opera, parla, pensa, palpita, eccetera, il mio Volere Divino fa scorrere la sua opera, la sua parola, il suo pensiero e palpito in quello delle creature e vi forma prima il suo atto, la sua parola e poi dà il posto della sua Vita divina. Sicché in tutto ciò che l’anima fa, sprigiona da sé tante Vite divine, in modo che vi empie Cielo e terra di tante immagini di Vita divina. Essa diventa la riproduttrice, la bilocatrice della Vita divina. La mia Volontà non è meno potente nell’anima dove regna con la potenza del suo dominio, di quello che è nel suo Seno delle Tre Divine Persone; e perciò possedendo la virtù bilocatrice non solo forma nell’anima quante Vite divine vuole, ma vi forma il suo cielo, il suo sole, i mari d’amore, i prati fioriti, e fa dire all’anima, al suo Dio: ‘Cielo m’hai dato e cielo Ti do, sole mi hai dato e sole Ti do, mari e prati fioriti mi hai dato, mari e prati fioriti Ti do. Tutto ciò che hai fatto per me nella Creazione e Redenzione, la tua Volontà che (lo) ripete in me, in modo che tutto Ti possa dare come tutto mi hai dato’. Oh, potenza della mia Volontà! che cosa non può fare nell’anima dove Essa regna? E perciò dove Essa regna si diletta di metterla alla pari con Noi; molto più che sa che quella è la nostra Volontà, di volere la creatura simile alla nostra Immagine, ed Essa, nostra fedele esecutrice, ce la rende, e Noi chiamiamo questa creatura dove regna il nostro Fiat Supremo, la gloria nostra, l’amor nostro, la virtù nostra; e solo col nostro Volere può l’anima giungere a tanto; senza di Essa c’è tanta distanza tra Creatore e creatura. Perciò ama tanto che il Voler Divino regni nella creatura, per dare il largo campo d’azione alla nostra Volontà di bilocare le nostre opere, le nostre vite e di elevare la creatura allo scopo perfetto per cui fu creata. La creatura uscì dal nostro Volere: è giustizia che cammini nei passi della nostra Volontà e che ritorni al suo Creatore su quella stessa via donde ne uscì, tutta bella ed arricchita dai prodigi del nostro Eterno Fiat ”.


sabato 26 luglio 2025

La strage di anime dentro la Chiesa, perché ci sono tanti –e tra questi molti Ministri– che si mettono al posto di Gesù nei cuori. Queste sono le vere piaghe della Chiesa

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA

Negli scritti di Luisa Piccarreta

Riflessione di don Pablo Martin


La strage di anime dentro la Chiesa, perché ci sono tanti –e tra questi molti Ministri – che si mettono al posto di Gesù nei cuori. Queste sono le vere piaghe della Chiesa:

Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere afflitto e si lamentava di tanti che gli rubano gli affetti e i cuori delle creature, mettendosi al suo posto nelle anime, ed io gli ho detto: “Amor mio, è tanto brutto questo vizio, che tanto ti affligge?”

E Lui: “Figlia mia, non solo è brutto, ma bruttissimo; è capovolgere l’ordine del Creatore e mettersi loro sopra e Me sotto, e dirmi: «anch’io sono buono ad essere Dio». Che diresti tu se uno rubasse un milione ad un altro e lo rendesse povero ed infelice?”

Ed io: “Dovrebbe restituire o meriterebbe la condanna”.

E Gesù: “Eppure, quando mi si rubano gli affetti, i cuori, è più che rubarmi un milione, perché i primi sono cose spirituali ed alte, il secondo è cosa materiale e bassa; questo, volendo, si può restituire; quelli non mai, sicché sono furti irrimediabili ed incancellabili, e se il fuoco del Purgatorio purificherà queste anime, mai potrà restituirli e riempire il vuoto di un solo affetto che mi hanno tolto. Eppure non se ne fa conto, anzi, certuni pare che li vanno vendendo questi affetti e allora sono contenti, quando trovano chi li compra per fare acquisto degli affetti altrui, senza farsi nessuno scrupolo. Fanno scrupolo se rubano alle creature; si ruba a Me e non si danno nessun pensiero.

Ah, figlia mia, Io ho dato tutto alle creature; ho detto: «Prendi ciò che vuoi per te e per Me lasciami solo il tuo cuore», eppure mi si nega. Non solo, ma rubano gli affetti altrui, e questo non è fatto solo dalle persone secolari, ma da persone sacre, da anime pie. Oh, quanto male fanno per certe direzioni troppo dolci, per certe condiscendenze non necessarie, per troppo sentire usando modi attraenti! Invece di far bene, è un labirinto che formano intorno alle anime e quando sono costretto ad entrare in quei cuori vorrei fuggire, vedendo che gli affetti non sono miei, il cuore non è mio; e questo fatto da chi? Da chi dovrebbe riordinare le anime in Me; anzi, lui ha preso il mio posto, ed Io sento tale nausea che non posso accomodarmi a stare in quei cuori, ma sono costretto a stare, fino a che gli accidenti si consumano. Che strage di anime! Queste sono le vere piaghe della mia Chiesa. Ecco perché tanti ministri strappati dalle chiese. E per quante preghiere mi si fanno Io non do ascolto e per loro non ci sono grazie, anzi, rispondo loro col grido dolente del mio Cuore: Ladri, avanti, uscite dal mio Santuario, ché non posso più sopportarvi!”

Io son rimasta spaventata e ho detto: “Placati, o Gesù, rimiraci in Te come frutto del tuo sangue, delle tue piaghe, e cambierai i flagelli in grazie.

E Lui ha soggiunto: “Le cose andranno avanti; umilierò l’uomo fino alla polvere, e vari incidenti improvvisi ed imprevisti continueranno a succedere per confondere maggiormente l’uomo, e dove crede di trovare uno scampo troverà un laccio, dove una vittoria una sconfitta e dove luce tenebre, sicché lui stesso dirà: «sono cieco e non so più che fare». E la spada devastatrice continuerà a devastare, fino a che tutto sarà purificato”. (Vol. 12°, 30-12-1917)