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domenica 1 settembre 2024

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


(M. Valtorta: 'Libro di Azaria', 12.5.46, pag. 103 - Centro Editoriale Valtortiano) 

Evoluzione discendente, non ascendente. 


Leggendo il ‘Libro di Azaria’ di Maria Valtorta: 

Dice Azaria: 

"... Questo essere, che non sa di suo creare un esile, un solo ed esile ma innocente ed utile filo di fieno, nega a Dio l'attributo di Creatore, sovente mette al posto di Dio il Luminoso, la pesante ed oscura Materia, e ripetendo la frase maledetta: " Come Tu, io sono ", la frase del Ribelle, sa essere creatore di morte e dolore, prendendo dalle cose create da Dio, e che "erano buone", gli elementi per creare ciò che "non è buono", ciò che è tormento e disamore..."  

 

Luce: 

Non è forse così? Guardati intorno, guarda quanti mezzi di distruzione. Gas venefici, bombe atomiche, bombe all'idrogeno, esplosivi in genere. 

Forse che l'atomo - in sé e per sé - è cattivo? Forse che la materia usata per fabbricare esplosivi è cattiva? 

La volontà dell'uomo è cattiva! 

L'uomo, che tutto studia e fa per cavare morte e dolore anche dal bene.  

E come Dio sa trarre il Bene dal Male, l'Altro, la Scimmia, quello che tenta copiare Iddio, nel negativo, induce il suo strumento, l'uomo satanico, a trarre dal bene il male. 

Ecco la vera dimensione di questa terra. 

Il mondo oggi è peggiore di quando Io venni, ma è proprio per questo che Io venni allora e non dopo. 

 Perché senza di me oggi il mondo non sarebbe, già distrutto dalla collera di Dio di fronte a tanta empietà che solo i martiri della mia Fede riescono, con il loro sacrificio, non a far dimenticare ma a far perdonare per i meriti della redenzione operata dal Cristo e della corredenzione dei santi all'interno del Mistico Corpo. 

Evoluzione discendente, non ascendente. Barbarie, non civiltà. 

Una volta l'uomo uccideva per la sopravvivenza, poi per i bisogni primari, ora il bruto uccide per il superfluo, uccide, ancora, per il gusto di uccidere. 

Anche se l'uomo discendesse dalla scimmia sarebbe evoluzione discendente perché la scimmia rispetta almeno il suo ordine, quale creatura di Dio che svolge la sua specifica missione. 

Guido Landolina 

venerdì 17 maggio 2024

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


(Corriere della Sera, 27.10.96, pag. 38: 'Darwin e Bibbia: ibrido impossibile') 


Darwin e Bibbia: ibrido impossibile.


Sono sul 'rientro' da Venezia dove ho partecipato ad un convegno.  

Con altri amici e colleghi, anziché andare e tornare in autovettura, abbiamo optato per una soluzione di trasporto più 'rilassante' ed abbiamo noleggiato un pullman che consente di guardare comodamente il panorama e soprattutto un miglior dialogo fra i 'congressisti' e ...rispettive signore.  

Viaggio piacevole. Venezia è sempre una gran bella città, insostituibile, con quel suo fascino.  

Stavo sfogliando i giornali quando mi è caduto l'occhio su un titolo che campeggiava a tutta pagina: 'Darwin e Bibbia: ibrido impossibile'.  

L'articolista commenta ancora nel 'sottotitolo': 'La recente apertura del Papa nei confronti dell'evoluzionismo pone ostacoli insuperabili dal punto di vista biologico...'.  

Mi interessa. Vedo che la stessa notizia è riportata anche da altri giornali.  

In realtà dal 'combinato disposto' - come suol dirsi in gergo giuridico - dei vari articoli non si capisce bene se questa asserita 'apertura' del Papa ci sia veramente stata e di che tipo di 'apertura' in realtà si tratti.  

Mi sembra un po' strano che il Papa dica che discendiamo dalla scimmia, più facile invece che si tenti di 'strumentalizzare' qualche sua affermazione di tipo diverso, magari fatta in chissà quale contesto o occasione, per presentarla - con qualche piccola 'forzatura' qui e là (si sa, siamo uomini di mondo...) in maniera sostanzialmente distorta.  

In effetti leggendo mi rendo conto che la notizia non precisa bene se a parlare sia stato il Papa in persona, né in quale occasione precisa, né se essa non sia scaturita - come spesso succede - da qualche fonte 'vaticana' di tipo diverso.  

Pare comunque di capire, a quanto leggo, che detta presa di posizione 'papale' lascerebbe spazio ad un qualche 'intervento divino', verificatosi ad un certo punto della storia naturale del genere umano, che avrebbe conferito alla nostra specie una 'diversità' non soltanto di tipo 'fisico' ma anche di tipo 'metafisico'.  

É possibile conciliare fisica e metafisica? Ne dubita l'estensore dell'articolo, e dice che il tentativo di conciliare fisica e metafisica, cioè scienza e spiritualità sembra molto rischioso, quantunque egli ammetta che le stesse teorie darwiniane si sono ‘evolute’ (Ndr: leggi invece: sono state smentite) alla luce delle continue scoperte delle scienze naturali, della paleoantropologia, della genetica, della biologia molecolare.  

Le teorie darwiniane – scrive l'articolista - presupponevano che l'evoluzione si fosse verificata attraverso transizioni lente, continue e graduali, mentre oggi si ritiene che la storia dei viventi sia passata anche attraverso dei bruschi 'salti', discontinuità che hanno portato all'improvvisa comparsa di nuove forme di vita, si tratti di batteri, di uccelli, mammiferi o primati... 

Certamente - continua l'articolista - l'improvvisa comparsa di variazioni e di forme di vita diverse può sembrare suggestiva per quanti implicano un atto creativo all'origine di una 'diversità' umana, eppure, anche se si sposa la teoria dell'improvvisa comparsa di una nuova specie, in particolare dell'Homo sapiens-sapiens, cioè dell'attuale uomo umano, i problemi non sono facili... 

 

Rifletto un poco. Mi dico che il fatto che sia stato scoperto che la natura fa i 'salti' - nella storia evolutiva - dando così torto agli evoluzionisti 'prima maniera' e ridando invece fiato ai 'creazionisti', sembra dare un po' fastidio al mio amico articolista che tuttavia - per dovere di obbiettività - deve ammettere questo fatto...  

 

Luce: 

Ci sono persone che tendono a credere in Dio ed altre che no. 

Le prime non hanno bisogno di supporti scientifici e, anche se apparentemente ne trovano di contrari, continuano nonostante tutto a credere. 

Le seconde si avvalgono degli stessi supporti scientifici per negare, negare Dio. 

In entrambi i casi il supporto scientifico (contrario) è 'prova'. 

Prova di buona volontà nel primo caso, di mala nel secondo. 

I secondi non crederebbero, non vorrebbero credere, neanche di fronte all'evidenza perché per loro non conta l'evidenza, neanche il miracolo, ma la loro disposizione d'animo che è negatrice per eccellenza. 

E Dio lascia fare, Dio lascia fare perché egli vuole solo quelli di buona volontà e gli altri non avrebbero merito se venissero convertiti dalla 'violenza' del miracolo, di quello che si imponesse persino sul loro libero arbitrio. 

Dio, ricordalo sempre, è Dio di Libertà ed è sulla base della 'libertà' che ognuno ha, che è anche responsabilità, che Dio emette il suo giudizio. E ad ognuno sarà dato il Dio che merita, quello che da sé si è voluto. Ai primi il Dio del Cielo, ai secondi il loro 'Dio', quello dell'Inferno: e sotto di esso regneranno, per l'Eternità. 

Guido Landolina 

venerdì 12 aprile 2024

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


L' uomo di Neanderthal.


É una splendida mattinata di sole e anche oggi sono qui, davanti al video-terminale del mio computer, senza riuscire a concentrarmi per continuare a scrivere i miei solilo-qui.  

E così - in attesa che mi venga la 'vena' - ripenso alla serata trascorsa una sera con dei simpatici amici, marito e moglie, nella loro bella villa immersa nel verde.  

Lui e lei convivono con un cane-lupo: un 'ménage a trois' piuttosto particolare.  

La 'padrona' - si capisce subito - è lei, la signora, ma il 'padrone di casa' - anche questo lo si capisce subito - è 'lui', cioè Bobo.  

Si è creato infatti uno strano rapporto di antagonismo fra il mio amico e il Bobo, e ho capito che c'è una donna di mezzo che li divide, la dolce moglie del mio amico ed ancor più dolce 'padrona' del fedele Bobo.  

Fatto sta che quando il mio amico invia un sorriso accattivante al Bobo questi gli risponde con un sordo e basso brontolio come a fargli capire che lui non ha bisogno della sua amicizia, che gli basta quella della padrona, anzi che il mio amico si permette con la sua padrona delle confidenze eccessive.  

Io, avendo vari pastori tedeschi - ognuno con un diverso carattere, per cui mi sono da tanti anni abituato a cercare di capirne la psicologia - cerco anche di penetrare quella dei rapporti contrastati fra i 'due'.  

Mi sono reso conto che il 'maschio dominante' (c'è sempre un maschio dominante in un branco...) è Bobo.  

Il 'padrone' lo teme (specie tutte le volte che deve varcare la soglia delle porte davanti alle quali si sdraia regolarmente il Bobo che non si vuol spostare e ringhia scoprendo i denti mentre l'amico, preoccupato per la propria virilità, lo scavalca…) e allora cerca da parte sua di catturarne la simpatia rivolgendogli tante frasi gentili alle quali Bobo non crede minimamente, perché "Lui non lo fa fesso nessuno... neanche quello là!'. 

Mi è stato chiesto e ho quindi dato qualche consiglio, suggerendo fra l'altro al mio amico di regalare di tanto in tanto al Bobo qualche bocconcino di carne prelibata e, solo dopo aver ristabilito un clima di civile convivenza, cominciare a mettergli il guinzaglio per fargli fare un morbido addestramento di ubbidienza (del tipo: in piedi, seduto, vieni qui, ecc.) per insegnare gradatamente al cane 'chi è che comanda'... 

Ieri sera l'amico - in occasione di una seconda cena con altri amici - mi raccontava felice i suoi progressi con Bobo, ottenuti grazie ai miei consigli.  

Da quello che ho capito, però, di 'addestramento al guinzaglio' e di 'chi è che comanda' non se ne è proprio parlato, con Bobo, ma in compenso il 'padrone', cioè Bobo, è soddisfatto perché è convinto di essere riuscito ad addestrare quell'ospite intruso della sua casa a portargli i bocconcini di carne, che ora lui ricambia benevolmente con qualche ringhio in meno, perché il Bobo sa bene - perché lui di psicologia sì che se ne intende - che in qualche modo lo deve pur gratificare, l'altro, se vuole che egli sia 'motivato' e continui su questa strada... 

Mi scappa da ridere al ripensarci e allora faccio uno sforzo per tornare ad esser serio e riprendere il lavoro.

Dicevo che non riuscivo a concentrarmi perché continuava ad assillarmi la mente quella spiegazione fantastica degli 'uomini-scimmia'.  

Se non l'avessi letta nell'opera della Valtorta e non avessi cercato e trovato riscontro in quel passo, altrimenti oscuro, della Genesi non l'avrei mai presa in considerazione.  

Non avrei mai pensato che potessero essere esistiti degli uomini-scimmia. Ma in fin dei conti, mi dico, è storicamente, scientificamente provato che siano coesistiti insieme all'Homo Sapiens Sapiens (cioè l'uomo moderno, cioè la nostra attuale razza) degli 'ominidi' di cui hanno trovato i resti: attrezzi per la caccia, attrezzi da lavoro, e sepolture insieme a quelle dell'homo sapiens-sapiens e tali da far pensare ad una qualche forma di convivenza.  

L'uomo di Neanderthal pare sia uno di questi, anzi l'uomo di Neanderthal (che è chiamato ‘uomo’ ma non lo è) è stato considerato da molti l'anello di congiunzione fra una razza di ominidi anteriore e l'uomo propriamente detto: anello di congiunzione 'contemporaneo' dell'uomo sapiens-sapiens e di altri ominidi.  

I 'bruti' con i quali Caino e discendenti si ‘incrociarono’ avrebbero potuto essere benissimo degli ‘ominidi’ che pare peraltro fossero sparsi un po' dappertutto nelle terre allora popolate.  

Anzi antropologi e paleontologi – non sapendo come spiegarsi la sparizione improvvisa dalla faccia della terra della specie degli ominidi e degli uomini di Neanderthal, fatto considerato inesplicabile, anzi misterioso – hanno ipotizzato che essa sia stata in qualche modo radicalmente eliminata dalla razza umana... 

Beh, - mi dico - forse la storia degli uomini-scimmia non è più così fantastica e incredibile... 

Si può anche raccontare, si può, si può... 

 

Luce: 

Il cosiddetto uomo di Neanderthal rappresenta una specie più scimmiesca che umana, diciamo una via di mezzo. 

Non era propriamente 'scimmia', nel senso che intendiamo noi ora, non era nemmeno uomo, diciamo 'Homo sapiens-sapiens'. Però, ciò non di meno, tale 'uomo' è esistito e ne fanno fede i reperti 'archeologici'. Questo dimostra che sono esistite specie di uomini-scimmia, tanto per capirci, che ora non esistono più. 

Così allora bisogna accettare - da un punto di vista razionale - l'ipotesi che siano esistite scimmie-umanoidi, tipo 'Neanderthal', con le quali Caino e i suoi discendenti si sono accoppiati dando origine ad una nuova specie 'ibrida'. 

Sia la scimmia-umanoide sia la specie 'ibrida' sono scomparse. 

I resti fossili delle prime vengono considerati resti di 'scimmia', quelli dei secondi vengono chiamati 'uomo di Neanderthal'. Ma in realtà 'uomo' non fu, e tutto venne distrutto dal Diluvio, rimanendo a continuare la storia dell'umanità l'homo sapiens-sapiens, che sapiente non era ma era il discendente di Adamo. 

Agli antichi, attraverso i profeti, non potevo rivelare questioni scientifiche. Essi erano, fortunatamente, dei 'semplici' e ad essi dovevo parlare un linguaggio semplice, fatto di immagini: l'uomo creato dal 'fango', lo spirito 'soffiato' con l'alito nell'uomo, e così via... 

Come ti dissi, era importante che loro capissero il concetto e che 'acquisissero' l'idea - per comportarsi di conseguenza - di essere ‘figli di Dio’. Capisci? 

Spiega così, integrando la precedente spiegazione che ti diedi a suo tempo. 

La 'Natura', o meglio Dio, li fa i 'salti' nell'evoluzione. Perché Dio è 'Creatore' e solo i 'negatori', come Lucifero, vogliono togliergli questa potestà, per arrogarsela loro: creatori di figli dell'Inferno. 

Guido Landolina 


martedì 13 febbraio 2024

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


(M. Valtorta: 'Lezioni sull'epistola di Paolo ai Romani', 21/28.5.48 - Centro Editoriale Valtortiano) 


Ancora sugli uomini-scimmia e sul perché del Diluvio... 


Nell'opera della Valtorta un posto di particolare rilievo meritano le 'Lezioni sulla lettera di Paolo ai Romani'.  

In questo volume a parlare, o meglio a 'dettare' alla Mistica non sono Gesù, Maria, od altri Apostoli e Santi che si avvicendano alla cattedra ad ammaestrare quell’allieva d’eccezione – in quanto anima volutamente, pervicacemente vittima ed espiatrice - ma è lo 'Spirito Santo'.  

Lo Spirito Santo, si sa, è Intelligenza Assoluta e, in queste sue mirabili lezioni, Io ho sempre creduto di cogliere come uno sforzo immenso per annichilirsi al livello mentale dell'uomo, perché altrimenti non lo potremmo neanche comprendere.  

Mi dico che deve essere come quando noi, non so se vi è mai capitato, dobbiamo parlare nella nostra lingua ad uno straniero che non è all'altezza di comprenderla bene.  

Ci sforziamo di parlare lentamente, non comprende, andiamo ancora più piano, poi lasciamo perdere la costruzione grammaticale della frase e ci esprimiamo con poche chiare parole, e quello finalmente capisce perché, con l'intuizione, ci mette quello che volutamente - di grammaticale - abbiamo omesso.  

Ebbene, mi dico che queste lezioni sono così: Intelligenza e Sapienza che cerca di adattarsi al modesto quoziente intellettivo di un essere umano. 

Dunque, dicevo, questa di cui ora vi parlo è una lezione di ben 28 pagine dove lo Spirito affronta in maniera 'sistematica' tutto l'argomento del Peccato originale già trattato nel Poema e nei Quaderni.  

Anche qui si ritorna sul tema, già trattato da Gesù, dei discendenti di Caino e della pretesa evoluzione dell'uomo dalla scimmia.  

Qui viene fra l'altro precisato che nel 'diluvio' vennero distrutti i 'mostri' (cioè i frutti di quel connubio sessuale fra Caino – con i suoi discendenti – ed una sorta di 'scimmia'), nonché l'altro ramo dell'Umanità, cioè i discendenti di Set che si erano moralmente corrotti e comunque in buona parte a loro volta sessualmente ‘incrociati’ con i discendenti ‘animaleschi’ di Caino.  

La sopravvivenza dell'Umanità - ripartendo dalla stirpe di Noè, giudicata geneticamente e moralmente 'giusta' da Dio - fu assicurata per una nuova riproduzione, venendo così riportata alla natura originaria del primo uomo, natura fatta sempre di materia e di spirito e rimasta tale anche dopo il Peccato di origine.  

Non era infatti possibile - spiega lo Spirito Santo nella locuzione interiore alla Mistica - pensare che Dio avesse potuto dare l'anima spirituale ed immortale a degli esseri-mostri, in sostanza a degli 'ibridi' che del vero uomo conservavano solo una immagine fisica imperfetta frutto dell'incrocio di specie diverse, incrocio intellettivamente anche relativamente evoluto ma pur sempre venuto da una lunga procreazione di 'bruti'. 

Questa ulteriore spiegazione nell'Opera esercita in me un grande fascino in termini di logica e razionalità. 

Mi ero infatti sempre chiesto, in passato, che razza mai di 'Moloc' fosse questo Dio che, per punire gli uomini corrotti manda un diluvio e li distrugge tutti, tutti meno uno, cioè tutti meno Noè e la sua famiglia. 

Possibile che fossero tutti da sterminare?  

Perciò il quadro che mi faccio da tutte queste letture è il seguente: 

. I discendenti di Caino erano ibridi frutto di un precedente incrocio con 'bestie' e quindi privi di anima, che è l'unica cosa che per Dio conta perché è quella che Egli ci dà a sua immagine e somiglianza e che ci rende veramente 'uomini' e preziosi - in quanto 'figli' - agli occhi suoi. 

. Gli altri discendenti 'buoni' del ramo di Set, cioè i cosiddetti figli di Dio, si erano con i secoli completamente corrotti moralmente e fisicamente, incrociandosi per di più con quelle femmine – di cui parla Gesù - dotate di 'potenza di forme, selvaggia bellezza ed ardenza belluina' frutto a loro volta del precedente incrocio fra i discendenti di Caino e le cosiddette 'scimmie', od ominidi che si vogliano chiamare. Lo spirito di questi discendenti di Set, cioè l'anima, era ormai completamente morto. Quindi non si potevano più considerare 'figli di Dio' ma dell'Altro: Satana. 

. I discendenti di Set che non si erano ancora corrotti del tutto avrebbero finito per divenirlo inevitabilmente, come succede alle mele sane quando viene messa loro vicino una mela marcia, finendo così per meritarsi l'inferno, cioè la dannazione eterna. 

. Il Diluvio e la distruzione della razza - esaminata dal punto di vista del Progetto Creativo di Dio e quindi sotto l'aspetto puramente spirituale - fu nonostante tutto da un lato un atto di giustizia - con l'eliminazione dei peccatori più corrotti ed in più l'eliminazione di una razza di mostri che di 'umano', cioè di spirituale, non aveva niente, in quanto non munita d'anima da Dio e pertanto equiparata a comuni animali, anzi peggio -  e dall'altro lato un atto di misericordia, una sorta di 'profilassi' spirituale con l'eliminazione fisica - salvandone però l'anima per la vita eterna - di quei discendenti di Set che non si erano ancora completamente corrotti e che, morendo anzitempo, sarebbero andati ad attendere nel Purgatorio e poi magari nel Limbo in attesa della liberazione grazie alla Redenzione che sarebbe stata operata da Gesù Cristo - e quindi in attesa della salvezza finale. 

. Fu inoltre così possibile salvare geneticamente la razza umana originaria creata da Dio e permettere, con l'avvento successivo del Cristo e la sua Passione, il regolare svolgimento e completamento del Progetto creativo di Dio che Satana aveva cercato di sabotare.  

 

Rifletto ancora e mi dico che, sul piano della logica spirituale - se è vero che siamo 'spiriti' rivestiti di carne umana destinati alla salvezza o alla dannazione eterna - tutto il ragionamento non fa una 'piega'.  

Bene, ora sì che cominciamo a 'ragionare'... Quanto meno questo è un discorso che - almeno prudentemente, tenendomi sulle generali e con tanti 'se' e 'ma' – forse-forse potrei anche azzardarmi a fare. 

Guido Landolina

mercoledì 13 dicembre 2023

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


(M. Valtorta: 'Quaderni 1945/50', 30.12.46, pag.339/342 - Centro Edit. Valtortiano) 


La maledizione di Dio su Caino... e la razza degli uomini-scimmia.


Come forse devo aver già detto, sono stato a lungo un ammiratore ed un attento lettore delle due opere di Charles Darwin: 'L'origine dell'uomo' e 'L'origine della specie'. 

Poi, dopo aver ben ragionato, avevo però maturato la mia personale convinzione che fossero solo delle teorie, belle anche e suggestive, ma 'teorie', per giunta 'strumentalizzate' ed enfatizzate in chiave antireligiosa e anticristiana nel pieno del periodo positivista dell'Ottocento. 

É quindi ora con grande interesse e curiosità che leggo e rileggo un brano dei 'Quaderni' della Valtorta dove si parla appunto di 'evoluzionismo', o meglio di 'uomini-scimmia'... 

 

Scrive infatti la mistica il 30.12.46: 

«Sento la notizia che hanno ritrovato in una caverna scheletri di uomo-scimmia. Resto pensierosa dicendo: 'Come possono asserire ciò? Saranno stati brutti uomini. Volti scimmieschi e corpi scimmieschi ce ne sono anche ora. Forse i primitivi erano diversi da noi nello scheletro'. Mi viene un altro pensiero: 'Ma diversi in bellezza. Non posso pensare che i primi uomini fossero più brutti di noi essendo più vicini all'esemplare perfetto che Dio aveva creato e che certo era bellissimo oltre che fortissimo'. Penso a come la bellezza dell'opera creativa più perfetta si sia potuta avvilire tanto da permettere agli scienziati di negare che l'uomo sia stato creato uomo da Dio e non sia l'evoluzione umana della scimmia». 

Gesù mi parla e dice: 'Cerca la chiave nel capo 6° della Genesi. Leggilo'.  

Lo leggo. Gesù mi chiede: 'Capisci?'. 

'No, Signore. Capisco che gli uomini divennero subito corrotti e nulla più. Non so che attinenza abbia il capitolo con l'uomo-scimmia'. 

 

Gesù sorride e risponde: 

'Non sei sola a non capire. Non capiscono i sapienti e non gli scienziati, non i credenti e non gli atei. Stammi attenta. E comincia a recitare:  

«E avendo cominciato gli uomini a moltiplicarsi sulla terra e avendo avuto delle figliole i figli di Dio, o figli di Set, videro che le figliole degli uomini (figlie di Caino) erano belle e sposarono quelle che fra tutte a loro piacquero... Ora dunque, dopo che i figli di Dio si congiunsero colle figlie degli uomini e queste partorirono, ne vennero fuori quegli uomini potenti, famosi nei secoli'». 

 Gli uomini che per potenza del loro scheletro colpiscono i vostri scienziati, che ne deducono che al principio dei tempi l'uomo era molto più alto e forte di quanto è attualmente, e dalla struttura del loro cranio deducono che l'uomo derivi dalla scimmia. I soliti errori degli uomini davanti ai misteri del creato. 

Non hai ancora capito. Ti spiego meglio. Se la disubbidienza all'ordine di Dio e le conseguenze della stessa avevano potuto inoculare negli innocenti il Male con le sue diverse manifestazioni di lussuria, gola, ira, invidia, superbia e avarizia, e presto l'inoculazione fiorì in fratricidio provocato da superbia, ira, invidia e avarizia, quale più profonda decadenza e quale più profondo dominio di Satana avrà provocato questo peccato secondo? 

Adamo ed Eva avevano mancato al primo dei comandi di Dio all'uomo. Comando sottinteso nell'altro di ubbidienza dato ai due: 'Mangiate di tutto ma non di quell'albero'.  

L'ubbidienza è amore. Se essi avessero ubbidito senza cedere a nessuna pressione del Male fatta al loro spirito, al loro intelletto, al loro cuore, alla loro carne, essi avrebbero amato Dio ' con tutto il loro cuore, con tutta la loro anima, con tutte le loro forze' come molto tempo dopo fu esplicitamente ordinato dal Signore. Non lo fecero e furono puniti. 

Ma non peccarono nell'altro ramo dell'amore: quello verso il proprio prossimo.  

Non maledissero neppure Caino, ma piansero sul morto nella carne e sul morto nello spirito in eguale misura, riconoscendo che giusto era il dolore da Dio permesso, perché essi avevano creato il Dolore col loro peccato e per primi dovevano sperimentarlo in tutti i suoi rami. Rimasero perciò figli di Dio e con loro i discendenti venuti dopo questo dolore.  

Caino peccò contro l'amore di Dio e contro l'amore di prossimo. Infranse l'amore totalmente, e Dio lo maledisse, e Caino non si pentì. Perciò egli e i propri figli non furono che figli dell'animale detto uomo. 

Se il primo peccato di Adamo ha fatto di tanto decadere l'uomo, che avrà prodotto di decadenza il secondo al quale si univa la maledizione di Dio? Quali fomiti di peccato nel cuore dell'uomo-animale perché privo di Dio, e a quale potenza saranno giunti, dopo che Caino ebbe non soltanto ascoltato il consiglio del Maledetto, ma lo ebbe abbracciato come suo padrone diletto, uccidendo per ordine suo?  

La discesa di un ramo, di quello avvelenato dal possesso di Satana, non ebbe sosta ed ebbe mille volti. Quando Satana prende, corrompe tutti i rami. Quando Satana è re, il suddito diviene un satana. Un satana con tutte le sfrenatezze di Satana. Un satana che va contro la legge divina e umana. Un satana che viola anche le più elementari e istintive norme di vivere da uomini dotati di anima, e si abbrutisce nei più laidi peccati dell'uomo bruto. 

Dove non è Dio è Satana. Dove l'uomo non ha più anima viva è l'uomo-bruto. Il bruto ama i bruti. La lussuria carnale, più che carnale perché afferrata ed esasperata da Satana, lo fa avido di tutti i connubi. Bello e seducente gli pare ciò che è orrido e sconvolgente come un incubo. Il lecito non lo appaga. É troppo poco e troppo onesto. E pazzo di libidine cerca l'illecito, il degradante, il bestiale. 

Quelli che non erano più figli di Dio, perché col padre e come il padre avevano fuggito Dio per accogliere Satana, si spinsero a questo illecito, degradante, bestiale.  

Ed ebbero mostri per figli e figlie.  

Quei mostri che ora colpiscono i vostri scienziati e li traggono in errore. Quei mostri che, per la potenza delle forme e per una selvaggia bellezza e un'ardenza belluina, frutti del connubio fra Caino e i bruti, fra i bruttissimi figli di Caino e le fiere, se-dussero i figli di Dio, ossia i discendenti di Set per Enos, Cainan, Malaleel, Jared, Enoc di Jared - da non confondersi coll'Enoc di Caino - Matusala, Lamec e Noè padre di Sem, Cam e Jafet.  

Fu allora che Dio, ad impedire che il ramo dei figli di Dio si corrompesse tutto con il ramo dei figli degli uomini, mandò il generale diluvio a spegnere sotto il peso delle acque la libidine degli uomini e a distruggere i mostri generati dalla libidine dei senza Dio, insaziabili nel senso perché arsi dai fuochi di Satana. 

E l'uomo, l'uomo attuale, farnetica sulle linee somatiche e sugli angoli zigomatici, e non volendo ammettere un Creatore, perché troppo superbo per riconoscere di essere stato fatto, ammette la discendenza dai bruti! Per potersi dire: 'Noi, da soli, ci siamo evoluti da animali a uomini'. Si degrada, si autodegrada, per non volersi umiliare di fronte a Dio. E discende. Oh! se discende! Ai tempi della prima corruzione ebbe di animale l'aspetto. Ora ne ha il pensiero ed il cuore, e la sua anima, per sempre più profondo connubio col male, ha preso il volto di Satana in troppi. 

Scrivilo questo dettato nel libro. Più ampiamente avrei trattato l'argomento, come ti avevo detto nel luogo del tuo esilio, a controbattere le teorie colpevoli di troppi pseudo-sapienti. Ma deve esservi un castigo per coloro che non mi vogliono sentire nelle parole che scrivi sotto dettatura mia. Avrei svelato grandi misteri. Perché l'uomo sapesse, ora che i tempi sono maturi. Non è più il tempo da contentare le folle con le favolette. Sotto la metafora delle antiche storie sono le verità chiave a tutti i misteri dell'universo, ed Io li avrei spiegati attraverso il mio piccolo, paziente Giovanni. Perché l'uomo dal sapere la verità traesse forza a risalire l'abisso per essere sullo stesso piano del nemico nell'ultima lotta che precederà la fine di un mondo che, nonostante tutti gli aiuti di Dio, non volle diventare un pre-paradiso, ma preferì divenire un pre-inferno. 

E questa pagina mostrala, senza darla, a quelli che tu sai. A uno sarà aiuto contro i resti di una pseudo scienza che atrofizza il cuore, agli altri aiuto alla già forte spiritualità per la quale in tutto vedono il segno inconfondibile di Dio.' 

 

Pausa. Rimango senza fiato...  

Vado su di corsa nel mio studio, apro il libro della Genesi e cerco, cerco e trovo.  

Tutto esatto. Diceva proprio così, al Capo 6°...  

Non riesco a trovarmi un'altra spiegazione diversa.  

Leggo anche tutta la parte precedente e poi anche quella successiva a quel brano della Genesi, ma non c' è niente, dico niente, che possa dare una interpretazione diversa da quella data da Gesù che - per quanto fantascientifica (ma non è fantascientifico anche l'atomo, anche l'universo, anche la composizione della natura che vediamo davanti agli occhi?) - fornisce una spiegazione ad un racconto della Genesi che sembra ‘mitologico’, alla quale uno scienziato non credente opporrà magari anche un risolino, ma che soddisfa pienamente la mia ragione.  

Il che, in ultima analisi, è quello che mi importa. 

 

Luce: 

Riepilogando e sintetizzando per la tua azione di apostolato: 

Adamo peccò in un ramo dell'Amore, quello verso Dio, con la propria disubbidienza. 

Caino peccò anche nell'altro ramo dell'Amore, quello verso il prossimo, con il fratricidio. 

Caino peccò totalmente, non si pentì, venne allora maledetto da Dio. 

Se il Peccato primo aveva prodotto in Adamo le conseguenze spirituali, morali e materiali che sappiamo, puoi ben immaginare cosa poté aver prodotto il peccato secondo: libidine al massimo grado, accoppiamento con bruti, animali-bruti, nascita di bruti, animali mostri frutto di incrocio promiscuo, una razza di animali-uomini (che non era più quella originaria discendente da Adamo), la razza degli uomini-scimmia di-strutti poi dal Diluvio - dopo il loro incrocio ulteriore con i "figli di Dio" - che vengono di tanto in tanto ritrovati. 

Ma l'Uomo deriva in Spirito da Dio, non dalla scimmia.  

Già...! Mi dice: 'Riepilogando e sintetizzando per la tua azione di apostolato...'  

E chi gliela dice questa agli altri? A chi la racconto?  

"Chi l'ha detto? Maria Valtorta? E chi è Maria Valtorta? Una mistica? Bah. Questi mistici. Visionari, ecco, visionari, non mistici..."  

Ecco cosa direbbero..., ed io... visionario come lei! O credulone!  

Però - mi dico - è proprio impossibile che Caino & C. se la siano fatta con degli animali? Con delle specie di scimmie?  

L'uomo normale - pur senza essere stato maledetto da Dio come Caino - ha fatto ben di peggio.  

E allora perché non può essere stato possibile? Disgusta l'idea?  

Cosa è che non ha fatto l'uomo? Stupri di uomini e donne, assassinii, genocidi di milioni di persone... e fermiamoci qui.  

No. Mi pare che non abbiamo il diritto di scandalizzarci.  

Può essere, può essere!...' 

Guido Landolina


sabato 21 ottobre 2023

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


(M. Valtorta: 'Quaderni 43', 20.12.43, pagg. 683/684 - Centro Ed. Valtortiano) 


Peccato originale, Croce e... Gloria. 


Leggo sui 'Quaderni' una serie di interessanti 'dettati' di Gesù alla Valtorta che riguardano e confutano - con grande 'lucidità' (si può usare questo termine riferito al 'Gesù' che parla nell'opera Valtortiana? oppure è troppo riduttivo?) - le teorie evoluzioniste.  

In questo dettato specifico, peraltro breve, si 'contesta' la teoria di Darwin in maniera anche pungente ed ironica. Mi sento arrossire per un fatto di vergogna... intellettuale perché io sono sempre stato un darwiniano convinto. Fra l'altro, 'Gesù' argomenta rilevando anche che l'uomo - nella sua superbia ed orgoglio - pur di non ammettere la potenza creatrice di Dio, che ha creato l'universo dal nulla e l'uomo dal 'fango', preferisce prendere per paternità una bestia, la scimmia appunto, dandosi così un'origine che l'uomo dovrebbe giudicare avvilente se non fosse accecato dal suo stesso orgoglio... 

 

Luce: 

Hai appena letto come l'uomo non possa discendere dalla scimmia. In effetti l'uomo non discende dalla scimmia perché Io, Io lo creai, animale perfetto reso Figlio di Dio dalla infusione del mio Spirito, l'Alito di Dio, alito non solo di vita animale, concesso a tutti gli animali, ma alito dello Spirito che vi fa simili a Me. Ragionate, pensate, sentite con il cuore, in tutto simili a Dio se non nei limiti imposti dal vostro essere stati "creati", e in quanto tali non perfetti della Perfezione che solo di Dio può essere. 

Ma la perfezione, quella relativa, quella umana - per capirci - comunque l'aveste e fu solo la vostra Superbia (unita alla Avidità ed alla Sensualità, cioè alla triplice concupiscenza dalla quale è poi derivata la più completa e raffinata depravazione morale dell'uomo, nonché la degradazione fisica) a provocare la vostra rovina. 

Superbia: mancanza di amore. E con il disamore veniste ripagati. Con il castigo, che fu semplicemente la privazione delle grazie divine. 

Già ti dissi come il Peccato (fatto del tutto spirituale perché concernente lo stato della "mente" e la "volontà", cioè lo spirito) abbia agito sullo spirito stesso come un virus micidiale, che ne intaccò cellula dopo cellula, rendendolo morto alla Grazia. 

E con la morte dello spirito, considerato il rapporto di unità psicosomatica di cui l'uomo è fatto, venne la degenerazione progressiva e poi la morte anche del corpo. Da qui il dolore: quello derivante da fattori materiali concernenti la salute fisica e quello attinente i fattori spirituali connessi alla mente, alla volontà caparbia di far male facendo soffrire e finendo per soffrire in una reazione a catena inarrestabile che cesserà soltanto con la fine dell'uomo. 

 Perché tale fu il virus iniettatovi da Satana, e tale è il virus che voi uomini coltivate dentro voi stessi crogiolandovi dei suoi effetti letali che invece tanto piacevoli vi paiono. 

Quindi, con il Peccato, voluto scientemente, coscientemente, venne dunque il Castigo. 

Fu l'Era del Castigo, castigo non voluto da Me ma che l'uomo ottenne - per la mia "Giustizia" - procurandoselo da sé. 

É vero quanto ti venne detto: Dio di Libertà Io sono, perché senza Libertà non vi sarebbe responsabilità e senza responsabilità né merito né demerito. E senza meriti come potreste meritare il mio Paradiso celeste? 

Ecco perché a voi uomini Io propongo la Croce. Perché è soltanto attraverso questa che scatta il riscatto che appaga la Giustizia, perché è solo appagando la Giustizia che Dio - che è Giustizia ma è anche Amore - può ridarvi la sua figliolanza e la sua compartecipazione, la riammissione nella sua eredità eterna. 

La Croce, non croce è, ma premio! 

Solo giudicando con ottica umana essa può apparire tortura. 

Ma non ti sforzi forse di ragionare con lo spirito? Non ti sforzi forse di credere nello spirito? E allora, solo per coerenza, non devi dubitare che sia quella la strada di giustizia che Io ho indicato perché l'Amore possa ricominciare ad operare creandovi con nuova fecondità figli non di Satana, come ora, ma Figli miei. 

É la Croce quella che purifica dalle perversioni dell'uomo-demone. É la Croce quella che tutto lava. 

E mio Figlio, come hai letto, ve lo ha mostrato con il suo esempio... 

Ma Io (vorrei, che foste dei "Cristi"...!) comprendo i vostri limiti... 

Non pretendo, anche se spesso lo chiedo, che voi vogliate la Croce, ma vi chiedo - questo sì - almeno di accettare quelle che la vita vi può portare. 

Vi chiedo un diverso modo di vivere la normale sofferenza. 

Siccome, oltre che Dio di Giustizia e di Amore, sono anche Dio di Misericordia, ed ho misericordia della vostra debolezza, mi accontento di poco, cioè di una vostra attitudine mentale diversa. Solo di una attitudine mentale diversa. 

In cambio la prospettiva del Premio se saprete a quel punto praticare la mia Parola. 

Ecco, con la venuta di mio Figlio, Amore incarnatosi e fatto Uomo, è finita l'Era del Castigo (Era lunga ed avvilente che ha fatto dell'uomo primo un bruto, perché morto spiritualmente, e quindi senz'anima viva, e quindi animale) ed è cominciata l'Era del Perdono.  

Ma il perdono, anche se viene concesso, bisogna pur sempre guadagnarlo per meritarlo. E allora l'uomo, conosciuto il perfezionamento della Legge Mosaica dei dieci Comandi attraverso l'insegnamento di mio Figlio, ha la possibilità - con il rispetto dei Comandi e soprattutto anche dei perfezionamenti apportati dal Cristo - di riguadagnarsi, in spirito, il posto perduto per poi completare la conquista con la propria carne glorificata quando mio Figlio tornerà a giudicare le genti, quando finirà l’Avventura dell'uomo animale e inizierà la storia senza fine dell'essere spirituale, spirituale in Dio, per Dio, con Dio, per l'Eternità. 

 

Rimango per un po' incerto, allibito.  

Ero convinto di sentir parlare di Darwin, perché di quello stavo leggendo e della scimmia parlava, ma mi rendo conto che in realtà è una risposta netta, chiara e anche dolcemente severa alle mie precedenti elucubrazioni (quelle del Cap. 25) dove - a ripensarci bene - in sostanza io 'accusavo' più o meno inconsciamente il 'Creatore' di averci fatto 'apposta' imperfetti, di aver 'apposta' voluto - quasi 'sadicamente' - la sofferenza per noi per farci poi 'guadagnare' il Paradiso, così…, ‘per giustizia’. 

Rileggo dunque tutto, chiedo mentalmente perdono, rileggo ancora e... chiudo il piccolo computer sul quale sto scrivendo.

Guido Landolina

domenica 27 agosto 2023

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


(M. Valtorta: 'Il Poema dell'Uomo-Dio', Vol. I, Cap.43, pag.173 - Centro Ed. Valtortiano.)


L' uomo è così come Dio lo voleva, una minor perfezione che rispecchia il suo Autore. Ma Dio voleva per l'uomo la Gloria... 


La mia vita di uomo di città che ha scelto di trasferirsi a vivere in campagna è stata una vita, in questi ultimi anni, da 'pendolare'.  

Il mattino parto con il mio comodo treno e la sera rientro con uno altrettanto comodo.  

Non è che io sia pagato dalle Ferrovie per far loro 'pubblicità' ma, rispetto al viaggiare in auto, è proprio tutto un altro viaggiare.  

Mi prendo un caffè alla stazione, i giornali - il mio libro prediletto del momento lo conservo sempre nella valigetta da lavoro - mi accomodo sul sedile, vicino al finestrino e - se non ho qualche amico con il quale scambiare due chiacchere - leggo...  

Anzi leggo sempre, ed è per questo che - rifletto - in tanti anni non ho potuto quasi farmi amici in viaggio.  

Dunque, dicevo, anche stamattina sono in treno e mi colpisce una frase di un brano che stavo leggendo - questa volta è la Madonna che parla alla mistica - e che dice: '...l'uomo è così come Dio lo voleva: una minor perfezione che rispecchia il suo Autore...'.  

Mi sembra una frase 'criptica', anche sibillina, perché mi sembra che non venga spiegata dal testo che precede o che segue, e rimango un poco soprappensiero a riflettere sul suo possibile significato... 

 

Luce: 

L'uomo è così come Dio lo voleva: una minor perfezione che rispecchia il suo Autore.  

Hai letto in passato delle religioni antropomorfe, cioè di quelle religioni in cui i credenti si fanno un'immagine di Dio a loro... immagine e somiglianza. Suggestioni sataniche sono suggestioni della Scimmia che 'imita' sempre l'Eterno e che, fra i tanti inganni, ha escogitato anche questo: che Dio assomigli all'uomo, satanico! Ma poiché l'Imitatore falso è ma l'imitazione, proprio perché tale, sempre presuppone un punto di contatto di verità, nel caso nostro, di questa nostra spiegazione, il punto di contatto sta nella 'immagine e somiglianza', non di Dio all'uomo - ché questo significa volerlo sminuire, e questa era l'intenzione, anche, del Satana - ma dell'uomo a Dio. 

Ma quale immagine? Perfetta? Quale somiglianza? 

Non perfetta, perché il 'creato' non può essere perfetto come l'Increato, il Potente, l'Infinito, il Buonissimo, l'Intelligentissimo, ma immagine e somiglianza minore - non direi imperfetta - per 'assomigliare' all'Autore, Autore e Padre. 

I Primi Due, in effetti, erano umanamente perfetti, cioè perfetti nel loro essere umani. Perché perfetti? Perché pieni di 'Grazia', e la Grazia viene da Dio. La Grazia è Pienezza di Dio: la Grazia dell'uomo primo, dell'uomo prima del Peccato, ché la Grazia nell'uomo attuale - anche battezzato, anche in 'Grazia' - risente ormai delle limitatezze imposte dalla Ferita, rimarginata dalla Medicina della Redenzione e dei Sacramenti ma che pur ha lasciato le sue conseguenze in uno spirito, ritornato vivo, ma debilitato e continuamente soggetto a ricadute. 

Ritorniamo al 'tema': L'uomo è così come Dio lo voleva, una minor perfezione...! 

Ma - come ti dissi - Dio voleva per l'uomo la Gloria, per l'uomo come per il suo Cristo. 

E come non risparmiò al suo Cristo la Croce, per dargli la Gloria e il Popolo, così ai suoi 'figli', proprio perché somiglianti ma imperfetti, concede la ‘croce’ perché questa sia occasione di Gloria, per diventare Popolo di Dio in Cielo ed avere il Cristo, il Figlio, il Fratello, come Re. 

 

Rimango sbalordito ed un bel po' a rimuginare...  

Qui il discorso diventa sempre più 'difficile', mi dico.  

Ma insomma Dio ci voleva perfetti o, piuttosto, imperfetti per poterci guadagnare - attraverso la 'croce' - la 'Gloria', cioè il Paradiso celeste che altrimenti non avremmo meritato?  

Allora Satana non rovinò la 'frittata' al Signore, rovinando con la tentazione del Peccato originale i primi due progenitori, ma fu in realtà uno 'strumento' inconsapevole nelle mani di un Dio che vedeva più lontano, molto più lontano di lui, e che vide nella caduta, che i primi due si procurarono volontariamente e liberamente - e nella conseguente debolezza spirituale, morale e fisica dell'uomo - proprio il mezzo che avrebbe consentito all'uomo l'opportunità di combattere contro i propri cattivi istinti e - attraverso la sofferenza di questa vita, attraverso la 'sua' personale 'croce' - guadagnarsi la 'Gloria'.  

Mi sbaglierò certamente ma sembrerebbe quasi che se i primi due non avessero peccato, i successivi non avrebbero potuto 'meritarsi' di diventare 'popolo di Dio'.  

Allora - forse - la nostra imperfezione, rientrava ‘abinitio’ nei piani di Dio. 

Non fu un sovvertimento imprevisto dei suoi piani al quale Dio pose poi rimedio 'scrivendo dritto sulle righe storte' o volgendo il Male in Bene. 

La nostra fu forse una imperfezione in un certo qual modo 'necessaria' per consentire da un lato a Cristo - dopo averci indicato la strada della salvezza, essersi anche cruentemente sacrificato per noi ed aver superato la 'sua' Prova - di avere la 'sua Gloria ed il 'suo' Popolo di Santi, e dall'altro lato a noi uomini, figli 'minori' divenuti umanamente 'imperfetti' , di 'meritarci' - attraverso le nostre sofferenze di questa vita ed i nostri sforzi per diventare migliori - la Gloria del Paradiso, diventando Popolo di Dio ed avendo Cristo come Re. 

Quindi - continuo nella mia elucubrazione che forse è sballata - la sofferenza ed il male non sarebbero una anomalia, un 'errore' della creazione, ma un tassello indispensabile alla perfezione di un Progetto che per essere 'perfetto' doveva prevedere da un lato un Sacrificio Perfetto: perché sacrificio di un ‘Dio’, e perché frutto di amore perfetto, e dall'altro che la Gloria, per l'uomo, di una vita felice ed eterna (ripeto: felice ed eterna!) dovesse essere, per giustizia, meritata. 

 

Infatti - mi dico sempre nel mio soliloquio mentale mentre tengo un occhio al finestrino per ricordarmi di scendere alla mia fermata di stazione - non mi aveva mai 'convinto' una cosa: se Dio è perfetto, se è eterno, se da sempre 'Lui' sapeva, se aveva 'pensato' un Progetto creativo (né si può pensare che Egli non lo avesse 'pensato' prima), non poteva, non poteva lasciarsi... 'rompere le uova nel paniere' da un Satana qualsiasi, un angelo creato, grande finché si vuole ma sempre creato e 'distruttibile'.  

L'errore dell'angelo, la sua ribellione, ancorché liberamente realizzata, rientrava dunque perfettamente in un 'Progetto di Gloria', per Dio-Gesù e per l'uomo, che non sarebbe stata vera 'Gloria' se le cose non fossero andate così. 

Questa mia riflessione - come ho detto - sarà anche sballata ma mette a posto nella mia testa un elemento del 'puzzle' che non sapevo dove collocare e che ora mi completa il 'quadro'. 

Infatti in tutta questa storia della creazione, in tutta questa storia della ribellione di Lucifero e dell'uomo, mi sembrava quasi che ne uscisse una immagine... 'imperfetta' di Dio, quasi fosse stato un Dio che in qualche modo aveva dovuto 'subire' eventi che non poteva controllare...  

Che 'non poteva'? Che non poteva o 'non voleva'? Mah!... 

Mi dico fra me e me che le 'elucubrazioni filosofiche' che io 'contestavo' a Jean Guitton mi sembrano ora quelle di un 'apprendista' rispetto alle mie 'contorte'.  

Per di più mi si confondono un poco le idee. Scusatemi, ci ripenserò in un altro momento... 

Guido Landolina


domenica 9 luglio 2023

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO



(M. Valtorta:' Il Poema dell'Uomo-Dio', Vol. III, Cap.34, pag.218 - Centro Ed. Valt.) 


La 'scaletta' del Peccato originale. La 'Legge della Prova'. 


Leggo il Capitolo 34 del terzo volume del 'Poema dell’Uomo-Dio' nel quale la mistica e veggente Valtorta 'vede' e ascolta Gesù mentre pronuncia il lungo e famoso discorso delle 'beatitudini'. In particolare Gesù invita gli uomini a 'sorvegliarsi', a stare attenti al proprio sguardo, allo sguardo dell'occhio e della mente perché, corrotti che siano, questi non possono che corrompere anche il resto e, quando una persona è corrotta, essa finisce per trascinare a corruzione anche gli altri. Proprio come successe ad Eva nei confronti di Adamo.  

A questo punto Gesù fornisce una spiegazione interessantissima della Prova alla quale furono sottoposti i due e della sequenza spirituale, mentale e carnale dei loro errori che costituì il 'Peccato originale'. Questa spiegazione, data alla moltitudine nell'ambito del suddetto discorso, che definirei intellettualmente affascinante e suggestivo, viene integrata poi da Gesù in una spiegazione a parte che Egli dà alla mistica, e che viene riportato nelle 'note' delle pagg. 218/219, dove - a prevenire eventuali obbiezioni - Egli spiega in che cosa consistette la corruzione dell'occhio e della mente che Satana operò nei confronti di Eva. Rileggo due volte perché questa ulteriore spiegazione è comprensibile ma anche complessa. Cerco quindi - ma mi è fatica - di riordinare a memoria i vari concetti. 

 

Luce: 

Facciamo questa 'scaletta': 

. Satana destò innanzitutto la curiosità 'intellettuale' - cioè dell'Intelletto, dell'Io - di Eva. 

. Infatti curiosità 'intellettuale' è in realtà curiosità 'spirituale', perché la psiche è 'spirito', anima. 

. Peraltro il 'comando' dato da Dio ai due di non toccare l'Albero del Bene e del Male era un comando di 'obbedienza', e pertanto un comando 'spirituale'. 

. Era, notare, l'unico comando dato da Dio ai primi due uomini. L'unico comando spirituale ai due che avevano tutto, soprattutto Dio, ed erano i 're' della Terra. 

. Questo comando obbediva alla 'Legge della Prova', legge creata da Dio come le altre leggi del Creato, fisiche queste ultime, spirituale la prima. 

. Alla ‘legge della prova’, per prevenire l'obbiezione che non era 'giusto', non fu sottratto nemmeno il Cristo, che fu 'tentato', che Dio permise fosse (da Satana) tentato come Uomo e come Dio, in più occasioni, e che specie nella sofferenza della Croce fu messo a dura prova. 

. La ‘legge della prova’ è legge giusta, invece, perché è giusto che i grandi doni vengano meritati.  

. I primi due avevano tutti i 'doni' per resistere alla Prova, perché erano perfetti, perfetti nella Ragione che sottometteva il senso, perfetti nell'Io che era sottomesso allo 'spirito' dello spirito. Essi, ripeto, erano inoltre 'congiunti' con Dio che parlava loro nei 'silenzi della sera', cioè nei momenti di pace spirituale. 

. Essi, tuttavia, erano anche liberi, soprattutto liberi, perché il Dio di Libertà non poteva che lasciare 'liberi' i suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza. La mancanza di libertà, anche nel Bene, sarebbe stata 'schiavitù'. 

. Eva dunque per curiosità intellettuale disubbidì, volle essere pari a Dio nel 'creare', cominciando dai figli: fu dunque un desiderio di potenza misto ad una ribellione e quindi ad una volontà di prevaricazione. Aveva già tutto, ma non bastava parlare con Dio, voleva essere come Dio, Dio. 

. Dopo il peccato di disubbidienza e di superbia, peccato contro l’Amore, Eva perse la Grazia e tutte le 'protezioni' della Grazia. Disubbidendo essa perse l'unione con Dio e gli attributi che, umanamente, Dio le aveva dato. Persa la Grazia, ucciso lo spirito, di Eva rimase l'animale, cioè la natura solo animale, posto che quella spirituale era morta nello spirito. 

. E, essendo diventata 'animale', Satana poté risvegliare gli istinti animali: cioè la sessualità negli aspetti più torbidi, prima in se stessa e poi in Adamo. 

. La sessualità fu dunque una conseguenza della animalità. Ma ciò che negli animali, non depravati da Satana, è mezzo di riproduzione, negli uomini è mezzo di godimento puro, cioè di depravazione spirituale. 

. Diventata animale a seguito della lussuria spirituale: quella di 'potere' come Dio, Eva ebbe la lussuria morale: quella di voler tutto conoscere, cioè il Bene e il Male. E conoscendo il Male ne conobbe l'aspetto peggiore, per cominciare, quello sessuale. Aspetto 'peggiore' relativamente a quel momento ed al peccato di potenza che era quello della riproduzione secondo la legge naturale, cioè 'animale'. 

Il Resto del Male lo conobbe dopo. 

 

Rimango un po' lì a riflettere.  

Finalmente, nella mia vita, una spiegazione intelligente e ragionevole del Peccato originale che mette a posto tante idee storte che avevo in testa.  

Avevo sempre considerato puerile il fatto che la disubbidienza di essersi presa un 'frutto proibito' avesse poi provocato una catastrofe come quella prodotta appunto dal Peccato originale.  

Ora capisco invece che il frutto, fosse anche stato il frutto reale di un albero reale, aveva invece un significato simbolico di 'prova'.  

Non fu il prendere o non prendere il frutto in sé che contò, quanto soprattutto il fatto che il prenderlo costituì una disubbidienza dietro alla quale vi fu addirittura un atto di 'superbia' luciferina, una volontà di 'potenza' e di prevaricazione e di usurpazione del potere di Dio tradottasi nel voler 'creare', anzi nel voler 'procreare', ma a questo punto - persa la Grazia - procreare nella 'sessualità' più lussuriosa anziché procreare con l'amore spiritualmente 'ordinato' che Dio avrebbe voluto. 

Nella mia ignoranza, avevo sempre considerato il peccato originale come un peccato meramente 'sessuale', e mi dicevo: 'Ma che male c'era, visto che noi uomini siamo fatti così e Dio stesso ci ha fatti così? Possibile aver dovuto subire una punizione tanto grave per aver fatto la cosa più 'naturale' di questo mondo? ...' 

No. Il vero peccato - mi dico ora - fu il tentativo di 'usurpazione' delle prerogative di Dio, lo stesso peccato di superbia che aveva fatto a suo tempo Lucifero, una ribellione, un tradimento vero e proprio che Lucifero pagò con la condanna all'Inferno eterno...  

A noi uomini, mi dico per consolarmi, ci è andata ancora bene! 

 Guido Landolina


martedì 25 aprile 2023

ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO

 


L' interpretazione della 'Genesi'. 

Devo ammettere che sono rimasto veramente colpito da queste spiegazioni che gettano, almeno per me, una nuova luce sia sulla 'Genesi' che sulla storia dell'Umanità.  

Figli di Dio e figli dell'uomo...  

Non avrei mai immaginato un aspetto di questo genere. Non avrei mai giudicato l'Umanità sotto questo profilo 'spirituale'...  

Certo, queste sono 'spiegazioni' che la 'Genesi' non dà in maniera chiara e si capiscono solo se c'è qualcuno che te ne illumina gli aspetti nascosti.  

Ma non è forse così - mi dico - in tutte le cose? Quante sono le materie dello scibile che possiamo comprendere da soli senza che qualcuno ce le 'illumini'?  

D'accordo - mi dico – però…, in certe cose la Genesi, per uno che la legge così com'è, dà delle spiegazioni veramente infantili.  

Come si può allora dar torto a uno che non crede alle sue 'verità'?  

Come si può dar poi torto a certi preti che - magari senza una adeguata preparazione e dovendo affrontare la 'fossa dei leoni' dell'incredulità di questo mondo razionalista - non sapendo come rispondere preferiscono anch'essi far vedere che in fondo neanche loro - la Genesi - la prendono poi troppo sul serio?  

Almeno salvano la faccia non passando da creduloni oppure sperano così di salvare la fede agli altri raccontando che la Genesi è solo un racconto ‘mitologico’ che però non deve porre in discussione Dio. 

Solo che io, al posto degli ‘altri’, a quel punto la fede la perderei del tutto. Per via del prete, non della Genesi. 

Già - mi dico però - trasmettere il 'messaggio' religioso... 

Secondo me un prete ha due modi di trasmettere un messaggio religioso.  

O ti parla in maniera tanto razionale e tanto convincente che ti... convince, (ma è difficile - bisogna dirlo - che un 'razionalista' di oggi si faccia 'convincere' da inviti ad una fede dogmatica), oppure ti parla con il 'cuore'.  

E allora - mi è già capitato sentendo qualche predica di questo genere - ti coglie un 'qualcosa', una emozione che non sai definire. ‘Senti’ che quello che lui dice è vero perché tocca le sfere profonde del tuo cuore e te le fa vibrare, ‘senti’ che per un momento sei sopra le nuvole, ti sembra di sfiorare con un dito il cielo, e allora non servono più le spiegazioni razionali, perché quel 'sacerdote' ha saputo parlarti al 'cuore'.  

Quante volte vorrei, ora, andare in chiesa e sentire una buona predica, non una predica 'colta', ma una semplice 'predica' che ti parli al cuore.  

Quante volte vedo invece frettolosità, quattro concetti 'umani', quattro insegnamenti di tipo 'morale' sui quali veniamo invitati a riflettere, ma non sento emanare quel senso di spiritualità e di fede profonda, che sarebbe la più bella testimonianza perché direi: 'Caspita, se quello ci 'crede' così, e se parlando mi 'tocca' il cuore, e mi fa sentire un groppo alla gola, perché non dovrebbe essere vero quello che dice? Perché non dovrei credere anch'io?'.  

Ecco, mi dico, non è un fatto di 'eloquenza' o di 'retorica' da predicatore professionista, è solo un fatto di 'calore', di qualcuno che irraggi fuori forte la sua 'fede' e ci sappia così 'infiammare' il cuore.  

Ad esempio ne ho conosciuto uno che è riuscito a trasmettermi delle 'vibrazioni' con la gioiosità della sua testimonianza e con l'avere il coraggio - anche se il coraggio, in un prete, dovrebbe essere scontato - di dire ad alta voce che lui 'crede' in Gesù, in Maria che è nostra 'Mamma', e che dobbiamo comportarci bene per far contento Gesù...  

Ebbene queste parole potranno anche sembrare 'infantili', ma - dette da un prete che è anche un uomo maturo ed assolutamente mentalmente equilibrato, dette con quell'entusiasmo... - ti fanno un certo effetto, ti portano a crederci anche tu, come se l'entusiasmo fosse comunicativo e non ti dovessi più 'vergognare' - verso te stesso e verso gli altri - di 'credere' e, soprattutto, far vedere che credi...  

Comunque, e qui concludo la mia digressione, non credo che questi preti siano 'rari'. Sono piuttosto io che - tutto sommato - ho trascorso tanti anni entrando solo raramente nelle Chiese... 

Mi ricordo infatti - e non è difficile ricordarlo perché è successo solo due volte in trent' anni - che in quel lungo periodo avevo fatto la 'comunione' la prima volta che mi ero sposato e la seconda quando - vedovo - mi sono risposato...  

Per il resto, in chiesa solo a Pasqua e Natale... e non nascondo che, in una di quelle messe notturne della notte di Natale che la mia prima moglie mi 'imponeva' ('almeno una volta all'anno...', mi diceva), una volta sono persino uscito dalla Chiesa per schiacciare un 'pisolino' in macchina...  

Non fu mancanza di riguardo, ero semplicemente sfinito dalla stanchezza e non troppo sensibile a quella che, in fin dei conti, consideravo un po’ come una 'cerimonia', una 'commemorazione' della nascita di un 'Gesù bambino' che non sapevo bene se inquadrare fiabescamente in una ... sorta di favola infantile, là, nella capanna, con il bue e l'asinello...oppure cosa. 

Ecco, cari amici, questo è ‘lo stato dell'arte’ che vi confessa chi scrive per voi.  

Capisco che la mia mancanza di cultura religiosa, che solo da qualche anno ho cercato di colmare a tappe forzate, possa far sorridere, ma cosa ci posso fare?  

Bastasse leggere..., ma come si può convincere uno come me? Di cosa dovrei mai convincere voi? 

Ritorniamo alla 'Genesi'. 

Non poteva essere più 'chiara'? Mi colpisce nell'opera della Valtorta più sopra indicata un brano dove Gesù dice alla mistica: 

«... Il Signore parlando a Mosè disse: "non vogliate contaminare le vostre anime con nessun rettile che striscia sopra la terra. Io sono il Signore che vi ho tratti dall'Egitto per essere vostro Dio; e voi sarete santi, perché Io sono santo". 

Queste parole ti hanno colpito. Le vogliamo meditare insieme? Il tuo Maestro parla.  

Al popolo ebraico di allora non poteva il Signore dare la perfezione della Legge come poi l'ho data Io ad un mondo più progredito ed avviato a sempre maggior civiltà ...». 

A dire il vero io, invece, rimango colpito da queste ultime parole e rimango un attimo perplesso a cercare di capirne l'esatto significato... 

 

Luce: 

La 'Genesi'. 

L'uomo antico, ti dissi, viveva in una civiltà non tecnologica, in una civiltà in un certo senso più naturale.  

Le cognizioni scientifiche - a parte tante intuizioni, anche astronomiche - erano limitate alla 'scienza' del sopravvivere giornaliero. 

Scontare bisognava il Peccato, e la vita - non ancora resa più facile dal progresso - era vita dura. Cionondimeno l'uomo nasceva, viveva, gioiva, amava: perché anche nella punizione Dio - che è Giustizia - è anche Misericordia. 

Ma bisognava pur dare ai discendenti dell'uomo Primo il senso della loro origine: bisognava riportarli dal rango di bruti, al quale nei primordi erano precipitati, a quello di esseri spirituali. 

Dovevano quindi acquisire il senso del loro essere, apprendere la loro origine: spirituale, sapere di avere in sé uno spirito onde allo Spirito di Dio poter ritornare. 

Ed allora ispirai i Profeti: uomini giusti che colloquiavano con Me come soleva fare Adamo nella sua 'perfezione' eccelsa. 

Dovevo parlare agli uomini dell'epoca, ed il mio linguaggio doveva adattarsi al loro come il linguaggio di un Padre si adatta - nella spiegazione di cose complesse - al quoziente intellettivo e culturale di un figlio, ricorrendo - perché più facile a comprendersi - ad immagini. 

Immagini, certo, ma immagini che sottintendevano una realtà che, espressa in modo scientifico per quella che era, nemmeno voi, uomini presuntuosi e superbi del 2000, riuscireste non solo a capire ma nemmeno ad immaginare. 

Ma sotto l'immagine - ti dicevo - vi era, vi è la realtà. 

La 'Genesi' va dunque interpretata non alla luce della scienza, ma della Sapienza. 

Solo con l'Anima illuminata dalla Sapienza di Dio si potrà intravvedere il profondo valore scientifico delle cose adombrate. 

Ma, quando manca la Sapienza, la mente è occupata - nella migliore delle ipotesi - dalla Superbia, l'Amica di Satana, e dove è Satana non si può credere né nella Genesi né in Dio: perché Satana, che è Negazione, iniziò il suo Apostolato negando - per Superbia - Dio. 

Ecco perché devi anche imparare ad essere umile: perché dove riempi il bicchiere di umiltà non vi può entrare più la Superbia e, se non sei superbo, se cioè sei Umile, hai la più importante delle qualità per diventare vero ‘figlio di Dio’. 

(M. Valtorta: 'Quaderni 43', 9.7.43, pag. 117 - Centro Editoriale Valtortiano) 


Guido Landolina