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domenica 25 settembre 2022

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


PAROLE DI ALCUNI SANTI 

San Josemaría Escrivá de Balaguer , fondatore dell’Opus Dei, dice: Fate amicizia con Giuseppe e troverete Gesù. Frequentate Giuseppe e troverete Maria, che riempì sempre di pace il dolce laboratorio di Nazaret 77 .  

- Pregate per me, invocando come intercessoria nostra madre Maria e san Giuseppe, nostro padre e signore, perché io sia un sacerdote buono e fedele 78 .  

- Se volete un consiglio, che ripeto instancabilmente da molti anni: Andate da Giuseppe (Gen 41, 55). Egli vi mostrerà vie concrete nonché maniere umane e divine per avvicinarvi a Gesù. Frequentandolo si scopre che il santo patriarca è maestro di vita interiore, perché ci insegna a conoscere Gesù, a convivere con Lui, a riconoscerci parte della famiglia di Dio. 

San Giuseppe dà queste lezioni essendo, come fu, un uomo normale, un padre di famiglia, un lavoratore che si guadagnava la vita con lo sforzo delle sue mani 79 . 

Io lo chiamo mio padre e signore e, inoltre, non ho vergona a dire che lo amo molto 80 . 

Santa Teresa di Gesù è forse la santa più nota per la devozione a san Giuseppe. All’epoca dei voti solenni al monastero dell’Incarnazione di Avila, rimase quattro giorni in coma presso i suoi familiari e tutti pensarono che sarebbe morta.  

Lei stessa racconta: Già da un giorno e mezzo avevo la sepoltura aperta e pronta nel mio monastero, dove aspettavano il mio corpo e mi avevano già fatto le onoranze in uno dei nostri conventi di frati qua fuori, ma volle il Signore che io tornassi in me (Vida 5, 10). Il recupero le costò tre lunghi anni di sofferenza. Ma si riprese perfettamente e di questo diede merito a san Giuseppe. Dice:  

- Scelsi per avvocato e signore il glorioso san Giuseppe e mi raccomandai molto a lui. Vidi chiaramente che tanto da questa necessità come da altre maggiori di onore e perdita dell’anima, questo padre e signor mio mi fece uscire meglio di quanto gli avessi chiesto. 

Fino ad oggi non ricordo che mi sia mai capitato di chiedergli qualcosa che egli non mi abbia fatto. Sono incredibilmente sorprendenti i favori che Dio mi ha concesso per mezzo di questo benedetto santo, altrettanto lo sono i pericoli dai quali mi ha liberato tanto nel corpo come nell’anima; ad altri santi sembra che il Signore abbia dato grazia per soccorrere in una necessità, ma ho sperimentato che questo glorioso santo soccorre in tutte le necessità e Gesù vuole farci capire che come Egli gli fu obbediente sulla terra così lo è in cielo eseguendo tutto quello che gli chiede... Vorrei persuadere tutti ad essere devoti di questo santo glorioso per la grande esperienza che ho dei beni che ottiene da Dio; non ho conosciuto alcuna persona veramente devota che non sia progredita nella virtù... 

Se avessi autorità per scrivere, molto volentieri mi dilungherei a raccontare molto dettagliatamente le grazie che ha fatto questo glorioso santo a me e ad altre persone... Chiedo solo, per amore di Dio, che provi chi non mi crede e constaterà per esperienza diretta il grande vantaggio che deriva dal raccomandarsi a questo grande patriarca e dall’essergli devoto... Chi non riuscisse a trovare un maestro di preghiera, prenda questo glorioso santo come insegnante e non sbaglierà strada... egli fece sì che io potessi alzarmi, camminare e non rimanere invalida (Vita 6, 6-8). 

Il giorno dell’Assunzione (1561), mentre mi trovavo nel monastero dell’ordine del glorioso San Domenico... fui presa da un rapimento così forte che quasi mi fece uscire da me... mi sembrava di venire vestita di una veste molto bianca e splendente. All’inizio non vedevo chi me la faceva indossare ma poi scorsi Nostra Signora verso destra e mio padre san Giuseppe alla mia sinistra... La Madonna mi disse che era molto contenta che io servissi il glorioso san Giuseppe, e che voleva che io fossi certa che tutto ciò che chiedevo per il monastero si sarebbe compiuto e in esso si sarebbe servito molto il Signore e loro due 81 .  

Una volta, trovandomi in necessità e non sapendo a chi ricorrere per pagare gli operai, mi apparve san Giuseppe, mio vero padre e protettore, e mi fece comprendere che il denaro non mi sarebbe mancato, per cui non dovevo temere di andare avanti. Così feci, senza neppure un soldo, e il Signore mi aiutò a tal punto che quanti lo seppero si meravigliarono grandemente 82 . Per questo raccomandava insistentemente ad ognuna delle sue suore: Anche se hai molti santi per avvocati, ricorri in particolar modo all’avvocato san Giuseppe che ottiene molto da Dio 83 . Figlie, siate devote a san Giuseppe, perché è molto potente 84 .  

Quando Madre Teresa di Gesù venne eletta Priora del convento dell’Incarnazione di Avila, dovette ricorrere a tutti i suoi santi protettori per riuscire a quietare le religiose scontente. Sulla sedia della priora collocò l’immagine della Madonna Nostra Signora della Clemenza, con le chiavi del convento in mano. Il posto della vicepriora era occupato da un’immagine di san Giuseppe. E dice lei stessa: Il giorno della vigilia di san Sebastiano (20 gennaio 1572) il primo anno che ero priora dell’Incarnazione, incominciando la Salve, vidi sulla sedia priorale, dove è posta Nostra Signora, scendere con grande moltitudine di angeli la Madre di Dio e mettersi là. Secondo me non vidi l’immagine allora ma questa Signora che dico. Rimase lì per tutta la salve regina e mi disse: Hai fatto bene a mettermi qui. Sarò presente alle lodi che farete a mio Figlio e gliele presenterò.  

Dice padre Jerónimo Gracián, grande amico di santa Teresa di Gesù: Ella sulla portineria di tutti i monasteri che fondò, pose Nostra Signora e il glorioso san Giuseppe; poi a tutte le fondazioni portava con sé una grande immagine di questo glorioso santo, che ora si trova ad Avila, e lo chiamava fondatore di quest’Ordine... Potrei raccontare molte altre cose che sono accadute alla Madre con il glorioso san Giuseppe poiché egli l’ha confessata ed è stato il suo prelato per molto tempo 85 . 

Come si vede nei suoi scritti, santa Teresa trattava san Giuseppe come un vero padre. E lo chiamava frequentemente mio padre il signor san Giuseppe, mio vero padre e signore, mio padre san Giuseppe, gloriosissimo padre nostro san Giuseppe, mio padre glorioso san Giuseppe... 

Sant’Alberto Magno (1193-1280) dice che l’utilità del matrimonio di Maria e Giuseppe per il mondo sta nel fatto che tutti i cristiani abbiano la Vergine per madre e San Giuseppe per padre delle loro anime 86 . Perciò noi possiamo chiamare San Giuseppe nostro padre come lo hanno chiamato molti santi. 

Il beato Giovanni XXIII, appena eletto papa, ordinò che nella basilica del Vaticano, l’altare di San Giuseppe fosse ornato ed abbellito in modo speciale. Su quel altare si celebra ogni giorno una messa per la pace nel mondo. Durante il Concilio Vaticano II lo nominò patrono del concilio stesso e stabilì che nel canone Romano della messa, memoriale perpetuo della redenzione, si includesse il suo nome insieme a quello di Maria, e prima degli apostoli, dei sommi pontefici e dei martiri 87 . 

Don Stefano Gobbi, un vero santo, fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano, approvato dalla Chiesa, ricevette un messaggio della Vergine che diceva: Giuseppe fu per me uno sposo casto e fedele, un collaboratore inestimabile nella custodia amorevole del Bambino Gesù; silenzioso e provvido, lavoratore, attento a non farci mancare i mezzi necessari alla nostra umana esistenza, giusto e forte nel quotidiano compimento della missione a lui affidata dal padre celeste. Con quanto amore seguiva ogni giorno la mirabile crescita del nostro divino figlio Gesù! E Gesù lo ricambiava con un affetto filiale e profondo. Come lo ascoltava e gli obbediva, come lo consolava e lo aiutava!... Imitate il mio amatissimo sposo Giuseppe nella sua preghiera umile e confidente, nel faticoso lavoro, nella sua pazienza e grande bontà 88 . 

P. ÁNGEL PEÑA


lunedì 4 luglio 2022

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


Santa Teresa del Bambino Gesù afferma nella sua Autobiografia: Pregai san Giuseppe di essere il mio custode. Fin dall’infanzia avevo provato per lui una devozione che si confondeva col mio amore alla Santissima Vergine. Così intrapresi senza paura il mio lungo viaggio. Andavo così ben protetta che mi sembrava impossibile aver paura 72 . 

Santa Bernadette Soubirous, la veggente della Vergine a Lourdes, era molto devota al nostro santo. Alla morte di suo padre nel 1870 scelse san Giuseppe come genitore terreno.  

Un giorno una consorella la sorprese a pregare una novena alla Vergine davanti ad un’immagine del santo e le disse che stava decisamente sbagliando perché doveva recitare la novena davanti all’immagine della Madonna. Ma lei rispose: 

La santissima Vergine e san Giuseppe sono perfettamente d’accordo e in cielo non ci sono invidie né gelosie. 

Un giorno del 1872 andò a fare una visita in chiesa e disse alle consorelle dell’infermeria: 

Vado a trovare mio padre. 

Vostro padre? 

Sì, non sapete che adesso mio papà è san Giuseppe? 73 

E diceva: Quando non si può pregare, è bene raccomandarsi a san Giuseppe 74 . 

Quando la seppellirono il 30 maggio 1879, il suo corpo venne collocato nella cripta sotterranea della cappella di san Giuseppe, nel giardino del convento e non nel cimitero pubblico. Negli Atti del processo di beatificazione, una delle religiose ha dichiarato che Bernardetta ripeteva spesso l’invocazione: San Giuseppe, fammi la grazia di amare Gesù e Maria come essi vogliono essere amati. San Giuseppe, prega per me e insegnami a pregare 75 . 

Dice santa Faustina Kowalska (1905-1938): San Giuseppe mi ha chiesto di avere per lui una devozione continua. Proprio lui mi ha detto di recitare tre volte al giorno il Padre nostro, l’Ave Maria, il gloria e il “ricordatevi” (che si prega nella Congregazione). Mi ha guardato con grande cordialità, mi ha fatto conoscere quanto sostiene quest’Opera (della misericordia) e mi ha promesso il suo aiuto specialissimo oltre alla sua protezione. Prego quotidianamente queste preghiere richieste e sento la sua speciale protezione 76 . 

P. ÁNGEL PEÑA 

martedì 9 novembre 2021

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


PAROLE DI ALCUNI SANTI


Diceva Sant’Efrem (306-372): Nessuno può lodare degnamente san Giuseppe 66 . 

San Giovanni Crisostomo (= 407) afferma riguardo a san Giuseppe: Non pensare, o san Giuseppe, che per il fatto che Cristo sia concepito per opera dello Spirito Santo, tu possa essere estraneo a questa divina economia. Poiché, anche se è certo che non hai parte alcuna nella sua generazione e la Madre permane Vergine intatta, tuttavia, tutto ciò che corrisponde all’ufficio di padre, senza attentare in modo alcuno alla verginità, tutto ti è dato. Tu darai il nome al figlio, in quanto tu per lui farai le veci di padre. Di conseguenza, incominciando dall’imposizione del nome, ti unisco intimamente a colui che sta per nascere 67 . 

Santa Brigida (=1373), la grande mistica, nelle sue Rivelazioni, racconta che un giorno la Vergine Maria le disse: Giuseppe mi servì così fedelmente che mai udii dalla sua bocca una sola parola di lamento o di mormorazione o di ira, perché era paziente, attento nel suo lavoro e quando era necessario, mite con coloro che riprendeva, obbediente nel servirmi, pronto difensore della mia verginità, fedelissimo testimone delle meraviglie di Dio. Parimenti era così morto al mondo e alla carne che non desiderava altro se non le cose celesti 68 . 

San Francesco di Sales scriveva a santa Giovanna di Chantal il 19 marzo 1614: San Giuseppe è il santo del nostro cuore, il padre della mia vita e del mio amore. 

San Leonardo da Porto Maurizio (=1751) diceva: Onorate Gesù, Giuseppe e Maria. Incidete sul vostro cuore con lettere d’oro questi tre nomi celesti, pronunciateli spesso, scriveteli ovunque. Ripetete molte volte al giorno questi nomi sacri e che siano anche sulle vostre labbra durante l’ultimo respiro. 

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (=1787) scriveva: o Giuseppe, mi rallegro perché Dio vi ha giudicato degno di essere padre di Gesù e avete visto sottomettersi alla vostra autorità colui al quale obbediscono i cieli e la terra. Dio ha voluto obbedirvi. Per questo io voglio mettermi al vostro servizio, onorarvi e amarvi come mio Signore e Maestro 69 . 

San Giovanni Bosco, come ci raccontano le sue Memorie biografiche, era molto devoto san Giuseppe. Lo elesse tra i patroni dell’Oratorio, mise gli alunni artigiani sotto la sua protezione e lo proclamò protettore degli esami degli studenti. A lui ricorreva nei suoi momenti di bisogno ed esortava gli altri ad invocarlo. Diverse volte all’anno parlava nelle conversazioni serali dell’efficacia della sua intercessione, faceva celebrare la festa del patrocinio del santo la terza domenica dopo Pasqua e ad essa preparava i ragazzi con brevi conversazioni piene di fervore. I giovani santificavano il mese dedicato a questo santo in Chiesa, individualmente o a gruppi formati liberamente, perché non vi era prescrizione regolamentare, ma era così grande la devozione che egli aveva loro trasmesso, che quasi tutti prendevano parte a quella pratica di pietà. 

Don Bosco volle sempre che ci fosse un altare dedicato a san Giuseppe in tutte le chiese che fece costruire. Ebbe una grande gioia ed esternò la sua felicità quando papa Pio IX proclamò il nostro santo patrono della Chiesa universale; e stabilì nel 1871 che in tutte le sue case, sia gli studenti che gli apprendisti, dovevano celebrarne la festa il 19 marzo, osservando completo riposo da qualsiasi lavoro, dato che in quegli anni il 19 marzo non era giorno festivo. 

Nel 1859 Don Bosco dava prova della sua costante devozione verso san Giuseppe aggiungendo nel suo testo devozionale “Il giovane cristiano” una pia pratica, memoria dei sette dolori e gaudi del santo; una preghiera allo stesso per ottenere la virtù della purezza e un’altra per impetrare una buona morte con bei canti religiosi in suo onore 70 . 

Ed inoltre Don bosco raccontava:  

Pochi anni fa, un povero ragazzo di Torino, che non aveva ricevuto nessuna istruzione religiosa, andò un giorno a comperare un pacchetto di tabacco. Al ritorno dai suoi compagni, volle leggere la scritta stampata sull’involucro. Era una preghiera a san Giuseppe per ottenere la buona morte... La studiò così tanto che la imparò a memoria, recitandola ogni giorno, quasi meccanicamente, senza alcuna intenzione di ottenere delle grazie. 

San Giuseppe non rimase insensibile a quell’omaggio, in certo modo involontario; toccò il cuore del povero giovane, che si presentò a don Bosco e questi gli donò il Tesoro inestimabile della conversione a Dio. Il giovane corrispose alla grazia, ebbe l’opportunità di istruirsi nella religione che aveva trascurato fino ad allora per ignoranza e fece molto bene la sua prima comunione. Poco tempo dopo si ammalò e morì invocando il nome di san Giuseppe, che gli aveva ottenuto la pace e la consolazione per quegli ultimi momenti 71 

P. ÁNGEL PEÑA

martedì 5 ottobre 2021

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


MIRACOLI DI SAN GIUSEPPE 

La venerabile Maria Angelica Alvarez Icaza (1887-1986) racconta nelle sue Memorie: Nella cappella c’era un altare con un’immagine del Signor san Giuseppe che chiamavamo “San Giuseppe del Passo” perché si trovava precisamente in un luogo di grande passaggio. Siccome io lo vedevo quasi continuamente per la mia vicinanza alla cappella, incominciai a sviluppare una grande devozione al santo ed egli da parte sua iniziò a viziarmi molto, perché tutto ciò che desideravo (ed erano molte le cose) lo disegnavo su un foglio di carta, glielo mettevo tra le mani e con un’efficacia sbalorditiva subito egli rispondeva alle mie suppliche: un volto santo di Cristo per la stanza della madre (pochi giorni dopo ce lo regalarono), dei candelabri per l’altare della Madonna (in un batter d’occhio arrivarono), un libro che desideravo, una lampada, dei vasi per i fiori recisi, e così via...: non appena chiedevo, ottenevo. Questo valse anche per le consorelle che frequentemente ricorrevano a lui nella stessa maniera e per le bambine del pensionato che il nostro generoso santo sempre ascoltava 63 . 

Diceva madre Teresa di Calcutta: confidiamo nella potenza del nome di Gesù ed anche nel potere d’intercessione di san Giuseppe. Agli inizi della nostra congregazione, ci sono stati dei momenti in cui non avevamo nulla. Un giorno di grande necessità, prendemmo un quadro di san Giuseppe e lo mettemmo all’ingiù. Questo ci ricordava che dovevamo chiedere la sua intercessione. Quando ricevevamo qualche aiuto il quadro tornava nella posizione corretta. Un giorno un sacerdote voleva stampare delle immagini per stimolare ed accrescere la devozione a san Giuseppe.  

Venne a trovarmi per chiedermi dei soldi ma io avevo solamente una rupia in tutta la casa. Dubitai per un attimo se dargliela o no, ma alla fine gliela consegnai. Quella stessa notte tornò e mi portò una busta piena di soldi: 100 rupie. Qualcuno l’aveva fermato per strada e gli aveva dato quel Monsignor Amancio Escapa, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Santo Domingo nella Repubblica Domenicana, racconta un miracolo accaduto nell’anno 2001 a suo fratello gemello.  

Mio fratello arriva all’ospedale di Valladolid intubato e più morto che vivo. La prima diagnosi fu di polmonite bilaterale causata dalla legionella. Quest’ultima gli causava emorragie interne. Dopo diverse analisi e ricerche decisero di operarlo allo stomaco.  

Trascorsi tre giorni lo sottoposero ad emodialisi perché i reni incominciavano a non funzionare. Gli praticarono la tracheotomia. Durante i 48 giorni che rimase in terapia intensiva, in due occasioni contrasse un’infezione da virus ospedaliero. Rimase ricoverato 71 giorni. Chiesi preghiere a quanti conoscevo. Posso dire che la mia vita in quei momenti era una preghiera continua. L’unico mio punto di riferimento era il tabernacolo, sempre. Chiedevo a Gesù con tutto il mio cuore che si compisse la sua volontà. Avevo messo mio fratello nelle mani di Dio. E come era normale che fosse, conscio della mia povertà, cercai i miei intercessori presso Gesù. Essi furono la Vergine Maria e san Giuseppe. 

Pregavo la Vergine con due rosari al giorno. Iniziai a bombardare san Giuseppe insieme alle mie cugine con novene continue. Non eravamo arrivati alla fine di una, che a mio fratello si presentavano nuove complicazioni. Per ogni complicazione, una nuova novena; cinque in totale. Per ogni richiesta rivolta a san Giuseppe, la relativa situazione difficile veniva superata. 

Credo che la guarigione di mio fratello sia frutto di un miracolo di Dio e possiedo le testimonianze degli stessi medici che lo seguivano. Quali furono gli autori del miracolo? Secondo me Gesù Eucaristia, il capo, come spiegai alle mie cugine, che era il centro. Maria fu la mia avvocata. E san Giuseppe il mio intercessore. 

Per questo il mio cuore è pieno di gratitudine prima di tutto verso Dio, poi verso i miei grandi tramiti, la Vergine Maria e san Giuseppe, ed infine per tutti coloro che si unirono a me e mi appoggiarono con le loro preghiere. A tutti grazie 65 . 

domenica 29 agosto 2021

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


MIRACOLI DI SAN GIUSEPPE 

Sulla costa orientale africana sorgeva nel secolo XIX una missione a Mandera. Padre Hacquard riferisce sulla fondazione della missione: Era l’anno 1880 e avevamo bisogno di una missione intermedia tra Bagamoyo e Mhomda. Accompagnato da padre Machon, intrapresi il viaggio per cercare un posto conveniente per stabilirvi una comunità cristiana, ci raccomandammo a san Giuseppe. Il giorno 19 marzo, festa del santo, ci mettemmo in cammino dirigendoci verso Udoé, un luogo mai visitato da nessun europeo. Gli indigeni di quella regione erano antropofagi e non ci concedevano il permesso di stabilirci da nessuna parte. Io mi rivolsi a san Giuseppe, raccomandandogli il buon esito del nostro viaggio. Da Udoé passammo Uriguà, vagando senza meta, alla ventura; ma in nessun luogo ci permettevano di stabilire la missione... finché arrivammo alla casa del capo Kingarù, chiamato faccia di serpente. 

Appena ci vide si fermò ammirato e fissandoci a lungo proruppe in espressioni quali: 

- Sì, sono loro. Sono gli stessi! Ascoltatemi. La notte scorsa, non so se ero sveglio o dormivo, ho visto davanti a me un anziano venerabile che toccandomi come per svegliarmi, mi ha detto: “Kingarù, sappi che vengono a casa tua con una piccola carovana due bianchi, ricevili bene e dai loro quanto ti chiederanno”. E quelli siete voi, gli stessi che ho visto. 

Allora chiamò la gente del popolo e disse loro: 

- Guardate questi due bianchi, sono quelli che ho visto la notte scorsa insieme ad un anziano come vi ho raccontato questa mattina. Sono loro. 

Rimanemmo là otto giorni e tutti si sforzarono di trattarci bene. Una volta scelto il luogo della nostra abitazione, organizzammo di nuovo la partenza; per la quale lo stesso capo volle accompagnarci, servirci da guida e protezione. Dopo 15 giorni venne a trovarci a Bagamoyo e giunto il momento di iniziare l’opera progettata, tornò di nuovo con un grande numero di uomini per guidare i missionari e portare tutto l’equipaggiamento. Egli è uno dei più assidui e costanti partecipanti agli esercizi della missione. 

Questo e molto altro ancora ha operato san Giuseppe per il popolo di Mandera, e gliene siamo grati, lo onoreremo e gli renderemo gloria per sempre 61 . 

Forse il caso più spettacolare tra i miracoli operati per intercessione di san Giuseppe, lo troviamo a Montreal, dove viveva il beato fra André (1845-1937). Fra André, della Congregazione della Santa Croce, non era sacerdote, per quarant’anni fu portinaio del convento e per più di sessant’anni compì miracoli straordinari per intercessione di san Giuseppe. La devozione al santo la ereditò da sua madre, morta quando egli era ancora bambino. A tutti quelli che gli chiedevano preghiere, raccomandava di non separare il loro amore a Giuseppe da quello verso Maria e verso Gesù, presente nell’Eucaristia. Egli era un uomo di profonda preghiera davanti al tabernacolo e amava con tutto il cuore Maria, infatti pregava il rosario a qualsiasi ora; ma quando gli chiedevano delle grazie, lui pregava san Giuseppe. Chiamava se stesso il cagnolino di san Giuseppe, in realtà fu il grande apostolo del santo del XX secolo. 

I miracoli che si compivano attraverso di lui avvenivano in tutta semplicità. A volte diceva ai malati che dovevano fare una novena a san Giuseppe, confessarsi e fare la comunione, e così dopo la novena arrivava la guarigione. Altre volte diceva loro di non preoccuparsi, che egli avrebbe pregato san Giuseppe personalmente per il loro caso. Ma la cosa più normale per lui era dare agli infermi delle medaglie del santo e chiedere loro di sfregarle sulla parte malata del loro corpo; oppure consegnava dell’olio della lampada che ardeva davanti all’immagine di san Giuseppe affinché si ungessero con esso. In questo modo avvenivano centinaia e centinaia di miracoli spettacolari. E questi segni prodigiosi si ripeterono per tutti i sessant’anni della sua vita consacrata, poiché morì all’età di 91 anni. 

A quelli che venivano guariti diceva di ringraziare san Giuseppe. Alcuni si sentivano ingannati, dicevano che il fatto di passare una medaglia o dell’olio sulla parte malata era pura superstizione e non ottenevano la guarigione. Perciò egli diceva: molti malati non guariscono per mancanza di fede. È necessario avere fede per mettersi la medaglia o l’olio di san Giuseppe 62 . 

Nel 1926 vennero citate sulla stampa 1611 persone che dicevano di essere state guarite da gravi malattie ed altre 7334 affermavano di aver ottenuto favori straordinari di ordine materiale e spirituale. Qualcosa di veramente meraviglioso! Fra André fu beatificato da papa Giovanni Paolo II il 23 maggio del 1982. 

lunedì 19 luglio 2021

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


MIRACOLI DI SAN GIUSEPPE 

 Nella notte del 2 gennaio del 1885, un anziano si presentò alla porta di un sacerdote per chiedergli di recarsi da una donna agonizzante. Il sacerdote seguì lo sconosciuto. La notte era molto fredda ma l’anziano pareva non rendersene conto. Camminava davanti e diceva al sacerdote per tranquillizzarlo, dato che la zona era malfamata: Lo aspetterò alla porta. 

Questa, dove si fermò, era proprio uno dei più miserabili usci del quartiere... Quando il prete raggiuse la moribonda udì che si lamentava dicendo tra i gemiti: 

Un sacerdote! Un sacerdote! Sto per morire senza sacerdote! Figlia mia, io sono sacerdote. Un anziano mi ha avvertito di venire. 

L’inferma gli confessò i peccati di una lunga vita ed il sacerdote le chiese se per caso avesse mai osservato qualche pratica devozionale. 

Nessuna, rispose, tranne una preghiera che recitavo tutti i giorni a san Giuseppe per ottenere una buona morte. 

La donna dopo la confessione ricevette la comunione e l’unzione degli infermi e rimase molto rincuorata. Quando il sacerdote raggiunse la porta per uscire, non vi trovò nessuno. Ma riflettendo sul fatto di quella notte e sul mistero di consolazione che aveva esercitato, sentì nascere nel suo cuore la convinzione che l’anziano caritatevole non fosse altri che il glorioso e misericordioso san Giuseppe, patrono della buona morte 58 .  

- Il 2 novembre 1853, una giovane , ispirata da Dio, concepì l’idea di fondare una Congregazione per aiutare le anime del purgatorio. Si consultò col santo curato d’Ars, che la consigliò e l’aiutò nell’Opera. La fondatrice, molto devota a san Giuseppe, gli promise che se quest’ultima fosse arrivata a compimento, la prima casa sarebbe stata a lui dedicata. E l’Opera si realizzò e prese il nome di Ausiliatrici delle anime del purgatorio. 

Il giorno successivo all’acquisto di una casa a Parigi per iniziare l’Opera, uno sconosciuto, che non sapeva nulla, fece loro il regalo di una statua di san Giuseppe, come se lo stesso san Giuseppe avesse voluto rendersi presente e dichiararsi protettore dell’opera 59 . 

Maria Repetto era nata nel 1807 a Voltaggio, a nord di Genova. A 22 anni entra nel convento delle Figlie di Nostra Signora del Rifugio a Bisagno. Essendo di salute precaria, la impiegano nel cucito; poi passa all’infermeria e alla fine in portineria. Da portinaia, manifesta una grande devozione san Giuseppe. Ai visitatori consiglia di ricorrere allo sposo di Maria. Se qualcuno viene a chiedere consigli o aiuto, gli dice di attendere un momento e va’ a pregare davanti all’immagine di san Giuseppe nel corridoio adiacente. Dopo un attimo ritorna e dà la risposta adeguata. 

In un’occasione una signora le chiede preghiere perché suo marito è diventato cieco. La religiosa le consiglia di pregare san Giuseppe e poi lei stessa si raccoglie in preghiera davanti all’immagine del santo. Il giorno seguente la signora torna e racconta che suo marito ha recuperato la vista. Suor Maria, grande devota di san Giuseppe, venne beatificata da Giovanni Paolo II nel 1998. 

Nella città di Saint Louis negli Stati Uniti, nel 1866 , ci fu un’epidemia di colera che uccise per due mesi circa 280 persone al giorno. Nella parrocchia di san Giuseppe il parroco e superiore della comunità dei Gesuiti, padre Joseph Weber, invitò i suoi fedeli a fare un patto con Dio per costruire un monumento a san Giuseppe, il patrono della parrocchia, se fossero cessate le morti. A partire dal giorno in cui fecero la solenne promessa a Dio tramite san Giuseppe, finirono i decessi in parrocchia, che prima ammontavano a circa 25 al giorno. 

Nessuna persona delle famiglie che avevano fatto il patto morì. La cosa venne considerata un miracolo. E mantennero la promessa. Costruirono un magnifico altare nel presbiterio della chiesa, l’altare principale, che esiste ancor oggi e che, da allora, viene chiamato l’altare delle risposte (alle preghiere). Questo miracolo venne registrato come un fatto autentico nei documenti della parrocchia nell’anno 1866, a Gloria di san Giuseppe 60 . 

P. ÁNGEL PEÑA

martedì 27 aprile 2021

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


MIRACOLI DI SAN GIUSEPPE 

Se dovessimo scrivere tutti i favori e i miracoli fatti da Dio per intercessione di san Giuseppe ai suoi fedeli, non troveremmo sufficiente spazio in tutti i libri del mondo messi insieme. Perciò accenneremo soltanto a pochissimi, prendendoli come campionario del grande potere d’intercessione del nostro santo, che, dopo Maria, è il santo più grande e potente. 

- Accadde a Shangai (China) nel 1934 . L’avvocato Lo Pa Hong, cristiano fervente e padre di nove figli, ritorna a casa all’imbrunire e vede un uomo steso a terra. Chiama un “cooli” per trasportarlo all’ospedale più vicino, dove però il malato viene rifiutato. Allora il buon samaritano se lo carica in spalla e lo porta a casa per curarlo. Ma da quel giorno incomincia a pensare di costruire un ospedale per gli ammalati più poveri. Viene a sapere di un cimitero abbandonato in quel momento utilizzato per depurare acque residuali. Lì, di notte, si recano delle donne per abbandonare i loro neonati, che verranno poi sbranati e divorati dai cani. Acquista il terreno ed inizia a costruire; ben presto però deve interrompere i lavori per mancanza di fondi. 

Si raccomanda a san Giuseppe e pone una sua immagine in mezzo all’area, chiedendogli aiuto. Poi va a chiedere finanziamenti ovunque e ne riceve talmente tanti che non soltanto porterà a termine quell’ospedale ma ne costruirà degli altri, un orfanatrofio per bambini abbandonati, una casa-famiglia per ex prostitute, un centro per non vedenti, un altro per invalidi, una scuola professionale per ragazze, una scuola di arti e mestieri e trentatré cappelle disseminate per tutta la regione. Inoltre, come catechista, prepara e battezza 200 persone, tra cui alcuni condannati a morte battezzati prima dell’esecuzione. 

Lo Pa Hong sembrava instancabile e continuò a lavorare fino al 30 dicembre 1937. A 64 anni morì martire della carità, assassinato da due sicari. Un santo del nostro tempo! San Giuseppe gli permise di realizzare un’opera grandiosa, senza pari, in poco tempo 55 . 

- Un vescovo missionario irlandese, Mons O. .Hair, esercitò il suo apostolato per molti anni in Sudafrica... Durante una delle sue camminate si perde. Non sapendo che fare, invoca il suo angelo custode, san Giuseppe e Nostra Signora del Buon Consiglio, proseguendo il cammino completamente disorientato. Finalmente giunge ad un gruppo di case. Un contadino che sta lavorando la terra vicino alla sua casa, gli dice: 

Lei arriva giusto in tempo perché nella casa di fianco c’è un uomo che sta morendo. 

Il vescovo entra in casa del moribondo e questi, vedendolo, scoppia a piangere di gioia ed esclama: Io sono irlandese. Quando ero bambino mia madre mi insegnò a pregare san Giuseppe e a chiedergli la grazia di una santa morte. Ho recitato questa preghiera tutti i giorni della mia vita. A ventun anni, dopo aver combattuto in guerra, sono rimasto in Africa. Ora che mi sono ammalato ho pregato san Giuseppe con più fervore del solito ed egli mi manda un sacerdote in modo sorprendente. 

Il giorno seguente l’uomo morì nella pace del Signore, avendo avuto una buona morte 56 . 

- Alla fine del secolo XIX, padre Giovanni , abate dell’abazia di Fontfroide (Francia) fu testimone di un favore speciale di san Giuseppe. Egli stesso racconta:  

Durante la mia permanenza nell’abbazia di Senanque, un pomeriggio il portinaio mi disse: C’è un signore che la cerca. 

Gli vado incontro. Era un uomo ben piazzato, elegante, distinto nei modi ma pareva turbato. A pochi passi da lui pascolava un bellissimo cavallo nero. 

L’uomo mi dice: Io non la conosco. L’ho visto da lontano e l’ho fatto chiamare. Il mio cavallo mi ha portato tra le rocce e si è fermato davanti alla sua porta. Che casa è questa? 

È un monastero. 

Io sono il direttore del circo imperiale di Lione. I miei affari vanno a gonfie vele. Ho ai miei ordini un personale numeroso, ma sono tormentato dall’idea del suicidio. Non ho mai conosciuto mio padre. A sette anni ho perso mia madre. Quando morì, presi i pochi soldi che trovai e me ne andai nel circo vicino a casa. Ero completamente solo. Non avevo né parenti né amici. Il direttore del circo mi trattò come un figlio e quando morì mi lasciò tutto. Sono stato ovunque, ho guadagnato molto denaro. Ma da qualche tempo non so cosa mi succede, mi sento disperato e voglio affogare. 

Mia madre mi insegnò una preghiera che mi faceva recitare tutti i giorni: “Dio ti salvi, Giuseppe, pieno di grazia divina, benedetto sei tra tutti gli uomini e benedetto è Gesù, il frutto della tua sposa verginale. San Giuseppe, destinato ad essere padre del Figlio di Dio, prega per noi nelle nostre necessità familiari, di salute e di lavoro, e degnati di venire in nostro soccorso nell’ora della nostra morte. Amen”. 

Recito questa orazione tutte le notti prima di dormire. Oggi ho portato il mio cavallo in riva al Rodano, ma ha fatto un salto indietro ed è fuggito. Per la prima volta in vita mia non sono stato padrone del mio animale. 

Io lo abbracciai ed egli si commosse. Gli dissi: Lei cenerà con noi stasera, dormirà sul duro pavimento e domani passerà il giorno qui. 

Rimase con noi tre giorni. Lo istruii sulle verità fondamentali della fede. Si confessò e ricevette l’Eucaristia. Poi ritornò ad Avignone completamente trasformato, sistemò i suoi affari, vendette il suo circo, distribuì il suo denaro ai poveri e si fece religioso. Alcuni anni più tardi venne preso da febbri altissime e morì come un santo, ancora giovane ed in incognito. Vedete quanto vale la protezione di san Giuseppe.  

Quell’uomo rimase sempre fedele alla sua preghiera, pur senza comprendere ciò che diceva e a chi si rivolgeva, e ricevette la sua ricompensa 57 . 

P. ÁNGEL PEÑA

venerdì 19 marzo 2021

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


APPARIZIONI DI SAN GIUSEPPE 

Padre Herminio Higuera, parroco di La Felguera (Asturie - Spagna), in una conferenza che tenne il 18 marzo 1982 ai Crociati di Santa Maria a Valladolid, raccontò un fatto personale. Disse così: Ero impegnato nella ricostruzione della chiesa parrocchiale ed una domenica, alle nove di sera, ero in ufficio quando entrò un signore venerabile di circa 65 anni, con una barba di otto giorni, bianca. Nel vederlo, mi palpitò il cuore fin dal primo momento. Gli dissi: Si sieda. 

No, no, ci metto un attimo. Vengo a consegnarle ciò di cui lei ha bisogno. 

Io avevo un diario dove man mano prendevo nota delle collaborazioni dei fedeli affinché tutti potessero vedere come avevano collaborato, e presi il libro per mostrarglielo, ma egli mi disse: 

No, non occorre. 

Mi lasciò i soldi ed andò fuori. Io gli andai dietro per salutarlo sulla porta. Uscii dallo studio, attraversai l’atrio, poi la porta, entrai nella piazza ma quell’uomo era scomparso. E sì che era una piazza con un’enorme spianata senza angoli. Rimasi a guardare da una parte e dall’altra ma non vidi nessuno. Ritornai in ufficio e riposi la busta in un cassetto sotto chiave, senza aprirla e me ne andai a cena. Per tutta la notte non riuscii a dormire, io credevo che fosse stato san Giuseppe ad apparirmi, con un abito semplice come la giacca dei commercianti. Il giorno dopo mi sedetti in confessionario presto, come tutti i giorni, pregando. Poi celebrai la messa. Andai a fare colazione ma ero nervoso per la notte trascorsa. Mi diressi all’ufficio parrocchiale per aprire la busta, pensando che si trattasse di un miracolo di san Giuseppe. Quando l’ebbi tagliata, vi trovai esattamente il denaro di cui avevo bisogno. Né un centesimo di più, né uno di meno. Esatti. Questo è stato a mio giudizio, uno dei miracoli che san Giuseppe mi ha fatto, ed io gli sono sempre stato molto devoto, fin da quando mia madre mi trasmise la sua venerazione. 

Una religiosa, che conosco personalmente e che possiede doni mistici straordinari, mi raccontava in confidenza qualcosa che le era accaduto quando aveva dieci anni e viveva in casa dei suoi genitori. Un giorno, di mattina, suonarono alla porta, ed ella uscì a vedere chi era. Vide una famiglia molto povera; il padre aveva un aspetto dignitoso e aveva la barba; i suoi occhi irradiavano pace e amore. La signora portava un bambino addormentato in braccio, diffondendo, allo stesso modo, amore e tenerezza. Nel vederli pensò che volevano qualcosa da mangiare, poiché all’epoca, nel 1947, erano molti quelli che in Spagna chiedevano l’elemosina nei paesi. Sua madre le aveva detto di non lasciare andare nessun povero senza dargli qualcosa, ma che nel rientrare in casa a cercare il cibo, doveva chiudere la porta, poiché un vicino era stato derubato in questo modo. 

La bambina si sentiva così piena di fiducia alla presenza di quella famiglia povera, che volle entrare a cercare da mangiare, lasciando la porta aperta. Allora la signora la chiamò per nome e le disse di chiudere la porta. Come faceva a sapere il suo nome se non si erano mai viste? Come sapeva che doveva chiudere la porta per obbedire alla sua mamma? La ragazzina rispose: Se mia madre fosse qui, non vi chiuderebbe la porta. E se ne andò a cercare qualcosa da dare a loro. Ma la donna chiuse la porta. Quando la bimba tornò, non li trovò più. Chiese informazioni alle sue vicine ma nessuno sapeva dove fossero, non riuscirono a localizzarli nonostante non potessero essere andati molto lontano senza mezzi di trasporto. Quella ragazzina, oggi religiosa, ha sempre pensato che si sia trattato della Sacra Famiglia e non ha mai dimenticato quello sguardo dolce e limpido di san Giuseppe e della Vergine, che le avevano ispirato e le ispiravano ancor oggi, tanta fiducia, amore e tenerezza.

P. ÁNGEL PEÑA 

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


APPARIZIONI DI SAN G IUSEPPE 

La venerabile Consolata Betrone (1903-1946) racconta nel suo Diario: Il 20 marzo del 1935 Franca mi scrisse una lettera nella quale mi annunciava la malattia di mio padre e la sua angoscia. La Madre Priora mi ripeteva, certe volte, che dovevo pregare per mio papà. La mattina del 17 aprile, alla comunione, io offrii il mio papà a Gesù perché, se era la sua volontà, lo portasse con sé prima della fine dell’anno. Quello stesso giorno egli morì. Io stavo facendo la fila per confessarmi e pregavo il rosario, ignorando la sua morte. La Priora non volle darmi la notizia fino al pomeriggio. Perché Gesù non mi aveva informata della morte di mio padre? Allora glielo chiesi: 

Gesù, dov’è mio papà? 

È in purgatorio, Consolata. 

Liberalo, te ne supplico. 

Lo libererò sabato mattina. 

Fino a sabato? 

Il pomeriggio del giovedì santo udii la voce angosciata di mio papà che mi diceva in dialetto: Soffro tanto! E Gesù era inesorabile: No, no, fino a sabato non lo posso liberare. Allora mi affidai a san Giuseppe, scegliendolo come padre. Ed egli mi apparve con la Vergine dicendomi: Consolata, cos’hai? Sei triste? 

San Giuseppe, mio padre è in purgatorio e Gesù non vuole liberarlo fino a sabato mattina. 

Non ti preoccupare, lo libererà domani, Venerdì Santo. 

Ma Gesù non vuole, glielo ho chiesto tanto... 

Oh, comando io Gesù e domani libererà tuo padre. 

Il Venerdì Santo, durante la funzione liturgica, mi appare mio papà, appena uscito dal purgatorio. La visione di mio papà non la dimenticherò mai. Il suo volto lasciava capire che aveva sofferto ma aveva una pace profonda. Mi parlò in dialetto e mi spiegò che se ne andava in paradiso e che là avrebbe pregato per me e per tutta la nostra famiglia 52 . 

Il 9 novembre dello stesso anno 1935, san Giuseppe, che aveva nominato padre al posto del suo genitore defunto, le dice: Ti aiuterò nella tua missione e ti assisterò nell’ultimo momento. Sono il protettore dei moribondi ed il terrore dei demoni. Negli ultimi istanti della tua vita io sarò al tuo fianco spiritualmente, sensibilmente. Sei contenta? Il 26 novembre 1938, Gesù le disse: Ti dono san Giuseppe come protettore fino all’ultimo respiro, affinché ti aiuti e ti prepari ad una santa morte.  

Ed ella diceva: è così bello vivere con i miei tre: Gesù, la Vergine e san Giuseppe! 53 Con Gesù, Maria e san Giuseppe si gode di un Paradiso anticipato 54 . 

P. ÁNGEL PEÑA

giovedì 21 gennaio 2021

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


APPARIZIONI DI SAN GIUSEPPE

***

Nel 1847 alcune suore della Congregazione di san Giuseppe dell’Apparizione, fondata da santa Emilia da Vialar, stavano viaggiando dalla Francia alla Birmania. Siccome a quell’epoca non esisteva ancora il canale di Suez, dovettero sbarcare ad Alessandria ed andare a Suez attraverso il deserto. Dice una delle protagoniste, suor Cipriana: La strada si percorreva su pessimi carri condotti dagli arabi. Le nostre sei sorelle erano tutte giovani e senza esperienza di viaggi; e in più portavano ventimila franchi nelle loro borse per i costi del percorso, che non era certo sicuro... Durante il viaggio da Alessandria d’Egitto a Suez un uomo anziano si presentava davanti alle nostre consorelle ogni volta che il carro si fermava e diceva loro: “Sono io, figlie mie, non temete, ci sono io”. L’anziano aveva una lunga barba ed un bastone in mano. Prendeva i loro piccoli pacchi e le aiutava a scendere dal carro. Questo durò finché le nostre care sorelle s’imbarcarono a Suez. Dopo averle accompagnate fino alla nave l’uomo disse ancora: “Addio, figlie mie, buon viaggio, non temete nulla, ci sono io con voi”. E sparì. Le nostre suore si guardarono l’un l’altra mentre la nave iniziava a muoversi e come i discepoli di Emmaus, i loro occhi si aprirono in quell’istante 47 . E riconobbero in quell’anziano san Giuseppe, ormai scomparso senza lasciare traccia. 

Precisamente, il nome della Congregazione San Giuseppe dell’Apparizione, si deve probabilmente ad un’apparizione che ebbe la fondatrice, come raccontava una sua nipote, la signora Camille Brusley, in una lettera all’abate Brunet: Io non so se Lei è a conoscenza dell’apparizione di san Giuseppe a mia zia nel 1880. Ella non ne parlò mai, ma mia madre (Rosina de Bermond), con la quale mia zia si era confidata, mi raccontò che, all’inizio della sua vocazione, disperata per l’opposizione assoluta da parte di suo padre, si prostrò in ginocchio e pregò con tutto il suo cuore. San Giuseppe le apparve e le disse: “Non scoraggiarti, figlia mia, troverai degli ostacoli, dovrai soffrire molto e sopportare tante amarezze, ma la tua opera prospererà” 48 . 

Dice il famoso apostolo e mistico francese padre Lamy (1853-1941): Cominciai a sentire il desiderio di essere sacerdote il giorno della mia prima comunione a 11 anni. Io studiavo, quando potevo, cioè solo di notte, non riuscivo a capire come sarei potuto diventare sacerdote. Non avevo i mezzi e mi sentivo incapace. Ero disperato. Fu allora che mi apparve san Giuseppe e mi confermò nella vocazione. Mi disse: Sarai sacerdote e un buon sacerdote. Da quel momento feci tutti gli sforzi possibili per esserlo. San Giuseppe mi parlò in modo imperativo, stendendo la sua mano in avanti, come per giurare 49 . 

La seconda volta che mi apparve fu alla Courneuve. Mi parlò di cose personali. Egli è molto buono e ha la voce tanto dolce quanto la Madonna. Ha l’accento della sua terra e la voce un po’ roca come quella degli orientali.  

La terza volta fu pure alla Courneuve, nella sala del giardino, non in chiesa. Avevo sistemato là l’immagine di san Giuseppe. Era il 3 luglio del 1917. Le dame della parrocchia l’avevano pulita e io la vidi tre o quattro giorni dopo. Quando entrai nella sala, egli era lì sorridente. Io gli chiesi: Sei san Giuseppe?  

Egli mi parlò di cose personali 50 . 

Dice san Luigi Orione: Eravamo nel marzo del 1900. Erano tempi in cui non avevamo nulla, non avevamo pane e san Giuseppe venne in nostro aiuto... avevamo molto bisogno di soldi e ci raccomandammo a san Giuseppe, che viene invocato come amministratore, o meglio, come provveditore delle case religiose come lo fu per la Sacra Famiglia... Un giorno, non avevamo proprio niente ed esattamente durante la novena di san Giuseppe, l’antivigilia della sua festa, sembrava che egli non ci volesse aiutare. Ma ecco che si presenta alla porta un signore che domanda: 

Dov’è il superiore? 

Il portinaio viene a dirmi: Un signore vuole parlarle. 

È un creditore? 

Non lo conosco. 

Non è il lattaio o il macellaio? 

Non so. 

Erano tempi in cui dopo un creditore ne arrivava un altro e non mi lasciavano in pace. Scesi in fretta le scale e vidi un signore vestito modestamente e con la barba. E mi dice: 

Lei è il superiore? Qui c’è del denaro. 

E lasciò una grossa busta piena di soldi. Questo lo ricordo come se fosse stamattina. Io gli chiesi se dovevamo celebrare delle messe secondo le sue intenzioni. Mi rispose di no e che dovevamo continuare a pregare. Io non l’avevo mai visto. Lui mi guardò un attimo, s’inchinò e se ne andò in fretta. Avrei voluto trattenerlo, ma non ne ebbi il coraggio. Tuttavia, la sua presenza e le sue parole mi lasciarono meravigliato. E mentre usciva, mi riferirono quelli che erano stati presenti all’incontro, il suo volto aveva un che di celestiale. Allora c i mettemmo tutti a seguirlo per vedere dove andava. Ma quell’uomo uscì dalla porta, fece alcuni passi scendendo le scale esterne e non lo si vide più né a destra né a sinistra, né in cortile né in chiesa. Mandai due persone a cercarlo ma non lo trovarono. Appena uscito era subito scomparso. 

Venne mons. Novelli, gli raccontammo quanto ci era accaduto ed egli disse: Era san Giuseppe, era veramente san Giuseppe. 

Io gli feci osservare: 

Però era giovane, troppo giovane e con la barba rossiccia...  

Egli mi rispose: San Giuseppe non doveva essere vecchio... 

Ciò che è certo è che nella busta c’erano soldi abbastanza da pagare tutti i creditori più urgenti e più importanti. E di questo ne fummo sempre grati a san Giuseppe 51 . 

***

P. ÁNGEL PEÑA O.A.R. 

mercoledì 16 dicembre 2020

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


Vediamo ora altri casi ancora di apparizioni di san Giuseppe. 

Il mercoledì delle ceneri 16 febbraio 1575, santa Teresa di Gesù andava, accompagnata da due sacerdoti, a fondare un convento a Beas de Segura (Jaén - Spagna). Celebrarono il mercoledì delle ceneri nella parrocchia di santa María de los Olmos de Torre, dell’abate Juan, in provincia di Ciudad Real. 

Suor Ana de Jesús, testimone sempre presente nelle peripezie di quel giorno, così racconta: Sulla Sierra Morena persero i carrettieri la strada, di modo che non sapevano dove andavano. La nostra Madre Teresa di Gesù ci ordinò, eravamo in otto suore ad accompagnarla, di pregare Dio e il nostro padre san Giuseppe per ritrovare la strada; perché i carrettieri dicevano che ci eravamo persi e che non trovavano una via d’uscita tra quei massi altissimi in mezzo ai quali vagavamo. E, non appena la santa ci ebbe parlato, da una gola molto profonda che con grande difficoltà si riusciva a scorgere dall’alto dei picchi dove ci trovavamo, incominciò a gridare un uomo, con voce da anziano, dicendoci: Fermatevi, fermatevi, vi siete persi e state per precipitare in un burrone se andate avanti di lì. A quelle grida ci fermammo e i sacerdoti e i laici che viaggiavano con noi, ascoltarono e poi chiesero: “Padre, cosa dobbiamo fare per uscire da questo labirinto strettissimo?”.  

Egli spiegò di girare da una parte che miracolosamente riuscirono ad attraversare i nostri carri. Alcuni vollero andare a ringraziare l’uomo che ci aveva avvisati e mentre erano ancora via, la madre ci disse con molta devozione e tra le lacrime: “Non so perché li abbiamo lasciati andare, quello era mio padre san Giuseppe e di sicuro non lo troveranno”. E così fu. Ritornarono dicendo che non avevano trovato traccia di lui nonostante fossero arrivati in fondo alla gola da cui era uscita quella voce 44 . 

Il padre Jerónimo Gracián, confessore di santa Teresa di Gesù, narra il caso di un religioso del monastero di Nostra Signora di Montserrat, che era molto devoto di san Giuseppe. Un giorno uscì a fare una passeggiata da solo per quelle montagne ed allontanandosi più del dovuto, si perse rimanendo completamente disorientato. Non sapendo dove andare si raccomandò a san Giuseppe. Poco dopo incontrò uno sconosciuto che conduceva una signora in groppa ad un asinello e con un bimbo piccolo in braccio. Li salutò e chiese loro come ritornare al monastero. Al che lo sconosciuto rispose: Se vuole seguirci, io glielo indicherò, perché difficilmente lei troverebbe il cammino, soprattutto per l’arrivo della notte. Non si preoccupi, conosco bene questi paraggi. 

Camminarono a lungo parlando di argomenti del Signore, di modo che il cuore del religioso si sentiva infiammato d’amore verso i beni eterni. Finalmente giunsero in un luogo che il monaco conosceva. Allora gli sconosciuti si accomiatarono e il frate, voltandosi verso di loro per rispondere al saluto, non li vide più, erano scomparsi. Riflettendo sull’accaduto egli si rese conto che non poteva che trattarsi di san Giuseppe con la Vergine e il Bambino, che erano venuti in suo aiuto conducendolo sulla strada sicura verso il monastero 45 . 

San Giovanni della Croce era molto devoto a san Giuseppe. Il sigillo che usava sui documenti rappresentava il Monte Carmelo coronato da una croce e l’iscrizione San José. Così appare sull’autografo che conservano le religiose carmelitane scalze di Sanlúcar la Mayor di Siviglia. Però questa devozione non l’ebbe da sempre. Accadde un fatto nella sua vita che fece di lui un grande devoto di san Giuseppe. 

San Giovanni della Croce era il confessore delle carmelitane scalze, mentre era superiore del convento Los Mártires di Granada. Un giorno non poté scendere a confessarle ed affidò il compito al padre Pedro dell’Incarnazione e al padre Evangelista... Mentre entravano i due frati nella Plaza Nueva, un uomo andò loro incontro. Era piuttosto alto, carnagione bianca e rosa e capelli bianchi. Aveva più o meno cinquant’anni. Vestiva di nero ed era venerabile di aspetto. Si avvicina ai carmelitani e li separa collocandosi in mezzo a loro e chiedendo da dove provengono. 

- Dalle carmelitane scalze, risponde il padre Pedro. 

- Fate molto bene a servirle, perché in questa Religione si loda molto il Signore e di questo Sua Maestà si compiace tanto e lo stimerà sempre più. Padri, perché nel vostro ordine avete così tanta devozione a san Giuseppe? 

- Perché la nostra santa Madre Teresa di Gesù gli era molto devota in quanto lui l’aveva aiutata tanto nelle sue fondazioni e le aveva ottenuto grandi grazie da Gesù. Per questo le case da lei fondate portano il suo nome. Rispose padre Pedro. 

- Guardatemi bene in faccia e abbiate molta devozione a questo santo, perché qualsiasi cosa gli chiederete egli ve la concederà. 

I carmelitani non lo videro più (era scomparso). Quando arrivarono al convento “Los Mártires”, raccontarono al Priore l’accaduto. Fra Giovanni della Croce non si stupì affatto e disse loro: Non l’avete riconosciuto, era san Giuseppe; avreste dovuto inginocchiarvi davanti al santo. E non vi è apparso per voi ma per me, che non gli ero devoto come avrei dovuto; ma d’ora in avanti lo sarò 46 .  

P. ÁNGEL PEÑA

domenica 4 ottobre 2020

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI

 


APPARIZIONI DI SAN GIUSEPPE

Il 7 giugno del 1660, il pastore Gaspar Ricard d’Estienne si rifugiò con i suoi animali all’ombra degli alberi del colle di Bessillon, nella provincia di Var, municipio di Cotignac (Francia). Era assetato, poiché faceva molto caldo. Ad un tratto un uomo dall’aspetto imponente sorse davanti a lui ed indicando un masso gli disse: 

Io sono Giuseppe. Alza quel masso e berrai. 

Non ce la farò, è troppo pesante. 

Ce la farai. 

Allora il pastore si avvicina e con grande sorpresa muove il masso al primo tentativo ed una sorgente di acqua zampillante incomincia a sgorgare in quel posto. Gaspar corre e beve con avidità. Quando si rialza, l’uomo è scomparso. Il pastore corre ad annunciare la novità in paese, dove nessuno gli crede. Tuttavia alcune persone decidono di seguirlo per vedere la presunta fonte.  

All’arrivo tutti si mettono a gridare di gioia perché l’acqua scorre in abbondanza da tre ore e perché la roccia che Gaspar aveva mosso tanto facilmente non si muove se non la spingono almeno otto uomini insieme. Allora Gaspar prende coscienza che la forza gli venne donata dal cielo ed esclama: Quello che era lì era san Giuseppe, lui mi ha dato la forza! 

Tutti s’inginocchiano e ringraziano san Giuseppe. Successivamente, le guarigioni ottenute con l’applicazione di quell’acqua miracolosa attirano le folle verso il colle di Bessillon. Il culto a san Giuseppe, fino ad allora inesistente nella zona, conosce un’espansione straordinaria, diffondendosi rapidamente in tutta la Provenza. Quindi, con le donazioni ricevute e con l’approvazione del vescovo di Frejus, viene costruita una cappella. Il re di Francia, Luigi XIV, decretò che a partire da quel momento, la festa di san Giuseppe fosse giorno festivo in tutta la Francia. L’anno seguente, il 19 marzo 1661, il re consacrò il regno di Francia a san Giuseppe 42 . 

Il 21 agosto del 1879 apparve la Vergine Maria nel paesino irlandese di Knock. Alla sua destra c’era san Giuseppe e alla sua sinistra san Giovanni Evangelista. Queste apparizioni vennero approvate dalla Chiesa e il santuario di Knock è attualmente il santuario mariano nazionale dell’Irlanda. 

- Nelle apparizioni di Fatima, la Vergine diceva ai tre pastorelli il 13 settembre del 1917: 

Continuate a pregare il rosario perché la guerra finisca. In ottobre verrà anche Nostro Signore, Nostra Signora dei Dolori e del Carmelo e san Giuseppe col Bambino per benedire il mondo. E giunse la tanto attesa data del 13 ottobre 1917, che fu il giorno del grande miracolo del sole, visto fino a 50 km di distanza da più di 100.000 persone. Lucia, nelle sue Memorie racconta: Maria, aprendo le mani, le fece riflettere nel sole. E mentre si elevava, continuava il riflesso della sua luce a proiettarsi nel sole. Una volta scomparsa Nostra Signora nell’immensa distanza del firmamento, vedemmo di fianco al sole san Giuseppe col Bambino e Nostra Signora, vestita di bianco con un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo con dei gesti che facevano con la mano in forma di croce. Poco dopo, finita questa apparizione, vedemmo il Signore e Nostra Signora, che mi dava l’idea di essere Nostra Signora dei Dolori. Nostro Signore sembrava benedire il mondo allo stesso modo di san Giuseppe. Svanì questa visione e mi pareva di vedere ancora Nostra Signora in forma somigliante a Nostra Signora del Carmelo 43 .  

A Zeitun, un sobborgo del Cairo (Egitto), dove secondo la tradizione visse la Sacra Famiglia, apparve la Madonna dal 2 aprile del 1968 fino a settembre del 1970 sulla cupola esterna di una chiesa copta. Furono apparizioni visibili a tutti. A volte si radunavano circa 100.000 persone e i fenomeni duravano da un quarto d’ora fino a due o più ore. L’ 8 giugno del 1968 durò dalle nove di sera alle quattro del mattino. La Vergine non parlava ma sorrideva a tutti. Là si riunivano mussulmani, ebrei, copti, atei, cattolici e cristiani di diverse denominazioni. In alcune occasioni la Madonna appariva circondata da angeli, ma due volte venne anche come Sacra Famiglia, con san Giuseppe e il Bambino Gesù. Il suo messaggio, privo di parole, era chiaro per tutti: era la Madre di tutti e voleva salvare e benedire tutti, in unione con Gesù e Giuseppe. 

- Il 13 maggio del 1944 apparve la Vergine Maria col Bambino e san Giuseppe a Ghiaie di Bonate, provincia di Bergamo. Venne chiamata Madonna della famiglia. Comparve ad una bimba di sette anni, Adelaide Roncalli. In sei occasioni, tra il 13 maggio e il 13 luglio dello stesso anno, ebbe luogo il miracolo del sole, che venne visto da migliaia di persone e fu captato dall’osservatorio astronomico di Venezia a più di 200 km di distanza, nonché riportato dalla stampa il giorno seguente. La Vergine chiedeva preghiera e penitenza per la conversione dei peccatori. San Giuseppe e Gesù bambino non parlavano ma sorridevano dolcemente.  

È importante notare qui ciò che avvenne nelle presunte apparizioni di Maria a Itapiranga, in Brasile, nel 1994. Il veggente era un giovane di diciassette anni che si chiama Edson Glauber. In alcune occasioni Maria gli appariva col Bambino Gesù in braccio a san Giuseppe. Gli parlò anche della consacrazione al Cuore castissimo di san Giuseppe; questi appariva con un cuore sul petto in cui vi era una M con una croce, simboli di Gesù e Maria, come a voler dire che i tre cuori sono sempre uniti.  

In queste apparizioni brasiliane non ancora approvate dalla Chiesa come quelle bergamasche, la Vergine parlò al ragazzo dell’autenticità delle sue manifestazioni straordinarie a Ghiaie di Bonate, delle quali il giovane non aveva mai sentito parlare, né conosceva il luogo; ma il suo direttore spirituale, un sacerdote italiano, capì bene a cosa si riferiva la Madonna e lo spiegò al ragazzo. Il giovane Edson in seguito andò a Ghiaie di Bonate ed ebbe anche là alcune apparizione di Maria, la quale chiede di pregare molto, di recitare il rosario e di fare penitenza per la salvezza dei peccatori.  

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P. ÁNGEL PEÑA

domenica 30 agosto 2020

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI



I PAPI E SAN GIUSEPPE 

Papa Benedetto XIII , nel 1725, fissò definitivamente la festa dello sposalizio di Giuseppe e Maria il 23 gennaio. Lo stesso Papa, il 19 dicembre 1726, fece introdurre il nome di san Giuseppe nelle litanie dei santi. 

Papa Pio IX , volendo porre la Chiesa sotto la speciale protezione di san Giuseppe lo nominò patrono della Chiesa universale l’8 dicembre del 1870, con l’enciclica Quemadmodum Deus. Erano tempi molto difficili, infatti il Papa era prigioniero nel suo palazzo in Vaticano. Alcune settimane prima, le truppe piemontesi si erano impossessate di Roma. Lo stesso giorno della proclamazione di san Giuseppe come patrono della Chiesa, i fedeli di Roma, che avevano assistito alla cerimonia, vennero insultati e maltrattati all’uscita dal tempio. La stessa notte, sotto le finestre del Vaticano, alcuni personaggi inquietanti gridarono: A morte il Papa! 

Lo stesso Papa, nel suo Breve Inclytum Patriarcham, del 7 luglio del 1871, dice: L’illustre patriarca, il beato Giuseppe, venne scelto da Dio preferendolo a qualsiasi altro santo perché fosse sulla terra il castissimo e vero sposo dell’Immacolata Vergine Maria e il padre putativo del suo unico Figlio. Ed al fine di permettere a Giuseppe di compiere alla perfezione una missione così sublime, lo colmò di favori assolutamente singolari. Per questo, è giusto che la Chiesa cattolica, ora che Giuseppe si trova coronato di gloria e di onore in cielo, lo circondi di magnifiche manifestazioni di culto e lo veneri con un’intima e affettuosa devozione.  

Leone XIII , nella enciclica Quamquam pluries, del 15 agosto 1889, afferma: le ragioni per le quali il beato Giuseppe deve essere considerato speciale patrono della Chiesa e per le quali, a sua volta, la Chiesa attende moltissimo dalla sua tutela e patrocinio, nascono principalmente dal fatto che egli è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù... Giuseppe, ai suoi tempi, fu il custode legittimo e naturale, capo e difensore della Sacra Famiglia... è, pertanto, conveniente e sommamente degno del beato Giuseppe che, come allora era solito tutelare santamente in ogni momento la famiglia di Nazaret, così protegga ora e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di Cristo. 

Pio XI dichiarò il 19 marzo del 1935: Giuseppe è colui che tutto può vicino al divino Redentore e alla sua divina Madre, in una maniera e con un’autorità che superano quelle di un semplice depositario. Il 19 marzo del 1938 diceva: L’intercessione di Maria è quella della madre, non vediamo che cosa il suo divino Figlio potrebbe negare a tale madre. L’intercessione di Giuseppe è quella dello sposo, quella del padre putativo, quella del capo famiglia; non può non essere onnipotente, poiché niente possono negare Gesù e Maria a Giuseppe, ai quali egli consacrò tutta la sua vita e al quale realmente essi furono debitori di tutti mezzi della loro esistenza terrena. 

Papa Benedetto XV introdusse il nome di san Giuseppe nelle invocazioni dopo l’Esposizione del Santissimo Sacramento.  

Pio XII nel 1955 designò il primo maggio come festa di san Giuseppe lavoratore, raccomandando tutti gli operai del mondo al suo patrocinio. 

Giovanni XXIII era molto devoto a san Giuseppe, che nominò patrono del concilio Vaticano II e stabilì che si includesse il suo nome nel canone della messa. 

Paolo VI disse: San Giuseppe fu un uomo povero, onesto, laborioso, ma possiede una insondabile vita interiore. San Giuseppe è un uomo impegnato tutto per Maria e per Gesù. Per lui i lavori, le responsabilità, i rischi, gli affanni della piccola e singolare famiglia. Per lui il servizio, per lui il lavoro; per lui, il sacrificio nella penombra del quadro evangelico, nel quale amiamo contemplarlo e sicuramente, a ragione, chiamarlo felice e beato... san Giuseppe è il modello degli umili che il cristianesimo eleva a grandi destini; san Giuseppe è la prova che per essere buoni ed autentici seguaci di Cristo, non si ha bisogno di grandi cose, ma soltanto di virtù comuni, umane, semplici però vere e autentiche (Omelia del 19 marzo 1969). 

“San Giuseppe è l’uomo giusto, che porta con sé tutto il patrimonio dell’antica Alleanza” (Redemptoris custos 32). 

P. ÁNGEL PEÑA

lunedì 6 luglio 2020

SAN GIUSEPPE: IL PIÙ SANTO DEI SANTI



IL PIÙ SANTO DEI SANTI

Dopo la Vergine Maria, non c’è stato né ci sarà mai nessuno più santo di Giuseppe. La sua vicinanza a Maria e a Gesù gli fece raggiungere il più alto grado di santità. Egli fu testimone eccezionale dell’Incarnazione. Vide Cristo appena nato, lo prese tra le sue braccia e lo strinse a sé con l’affetto più puro. Egli stesso gli diede il nome come capo famiglia. Alcuni, per questo, lo chiamano l’ombra del Padre, perché il Padre celeste lo delegò per fare le sue veci sulla terra; come suo rappresentante per prendersi cura di suo Figlio ed aiutarlo in tutto da buon padre. Sant’Agostino chiamava san Giuseppe Padre di Cristo e san Bernardo lo chiamava Padre di Dio. I Vangeli lo nominano diverse volte come padre di Gesù. Si può dire di qualsiasi altro santo qualcosa che sia più grande di essere “padre di Gesù” e, al tempo stesso, “sposo di Maria”, la persona umana più santa che sia mai esistita, esiste ed esisterà? 

Diceva san Giovanni Damasceno: Giuseppe è sposo di Maria, nulla di più grande può esser detto 37 . San Giuseppe è la via più breve, più rapida e più sicura per arrivare a Maria, mediatrice di tutte le grazie. La Vergine Maria non amò mai nessuno in terra, dopo Gesù, come Giuseppe; lo amò con un amore totale e sponsale. Chi mai potrà calcolare il potere di intercessione di san Giuseppe presso la sua sposa Maria e suo figlio Gesù? Il suo patrocinio e il suo potere di intercessione dinnanzi alla sua sposa Maria e a suo figlio Gesù? Il suo patrocinio e la sua potenza di intercessione è superiore a quella di tutti gli altri santi e di tutti gli angeli senza alcun dubbio. 

Ubertino da Casale, un italiano gran devoto di san Giuseppe della fine del secolo XIII, nella sua opera Arbor vitae crucifixae, scrive: in ogni matrimonio l’unione dei cuori si realizza fino al punto in cui lo sposo e la sposa si considerano una sola persona o, come dice la Bibbia, come una sola carne, come una sola realtà in due persone. Così Giuseppe somigliò alla sua sposa. Come poteva lo Spirito Santo unire così strettamente l’anima di Maria Vergine ad un’altra anima se quest’ultima non fosse stata somigliante a lei nella pratica delle virtù? Io sono convinto che san Giuseppe fu l’uomo più puro nella verginità, più profondo nell’umiltà e più elevato nella contemplazione 38 . 

San Gregorio Nazianzeno (330-390) scrisse: il Signore ha riunito in Giuseppe come nel sole, tutta la luce e lo splendore degli altri santi tutti insieme 39 .  

Il padre José María Vilaseca (1831-1910), fondatore degli Istituti dei Missionari Giuseppini, afferma: il potere di san Giuseppe supera di gran lunga quello di tutti gli angeli e di tutti i santi messi insieme, perché egli è al tempo stesso, potente nel cuore di Dio e nel cuore di Maria 40. 

Papa Leone XIII nell’enciclica Quamquam pluries dice: Non vi è dubbio che san Giuseppe si avvicinò di più di qualsiasi altra persona alla elevatissima dignità per la quale la Madre di Dio è innalzata al di sopra di tutte le creature create. E papa Pio XI disse: tra Dio e Giuseppe non distinguiamo né possiamo distinguere nessun altro maggiore di Maria Santissima per la sua divina maternità 41 . Questo vuol dire che Giuseppe, non solo è superiore a qualsiasi altro santo, ma anche di qualsiasi angelo.  

Alcuni autori, per riaffermare quest’idea che Giuseppe è maggiore degli angeli, citano il testo: A quale degli angeli ha mai detto: tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? (Eb 1, 5). Queste parole di Dio Padre, riferite a suo Figlio Gesù, potrebbero essere dette, in certo modo, anche a san Giuseppe, poiché quale angelo potrebbe dire a Gesù come Giuseppe: tu sei mio Figlio? 

San Giuseppe è patrono della Chiesa universale. Anche san Michele Arcangelo è considerato patrono e protettore della Chiesa Universale; ma la Chiesa ha dichiarato solennemente come tale soltanto san Giuseppe. Inoltre, san Michele è patrono della Chiesa in quanto la difende da satana e da tutti i suoi eserciti infernali. Il suo compito è quello di difendere la Chiesa; invece la missione di san Giuseppe è quella di ottenere immensi favori per Essa, poiché la sua intercessione presso Gesù e Maria è più potente di quella di chiunque altro, perché nessuno è mai stato più vicino a loro di san Giuseppe. 

In sintesi, san Giuseppe è il più santo tra tutti i santi e gli angeli, e noi possiamo sentirci orgogliosi di lui e chiamarlo, come fanno alcuni santi, nostro padre e signore. 

P. ÁNGEL PEÑA