(GFD/3)
Spiegazioni sulla lunga durata del diluvio e sul deflusso delle acque. L’arca si posa sulla cima spaziosa del monte Ararat. L’uscita del corvo e poi della colomba. Il tetto dell’arca aperto il primo gennaio dell’anno nuovo. Noè esce dall’arca.
1. Per quanto tempo durò dunque sulla Terra il diluvio alla stessa altezza senza diminuire?
2. Il diluvio durò alla stessa altezza, dunque la massima, per centocinquanta giorni interi.
3. Ma come fu possibile questo, dato che, secondo le prime indicazioni, aveva piovuto solo per quaranta giorni?
4. Ebbene, la pioggia torrenziale era certo cessata dopo i quaranta giorni, ma l’afflusso sempre più poderoso delle acque dal basso verso l’alto si protrasse invece per centocinquanta giorni e mantenne l’altezza delle acque costantemente uguale.
5. Solo al centocinquantesimo giorno il Signore rivolse nuovamente la Sua faccia verso la Terra, e allora le sorgenti delle profondità furono chiuse e le otri d’acqua dell’etere furono completamente tappate; infatti fino al centocinquantesimo giorno aveva sempre piovuto localmente come ora cade sulla Terra un acquazzone quando imperversa la burrasca.
6. Dopo questo tempo le acque cominciarono a defluire, e al diciassettesimo giorno del settimo mese (17 luglio) l’arca trovò il fondo e si posò sulla cima molto spaziosa del monte Ararat, dove era stata guidata dallo spirito di Mahal attraverso la Forza del Signore
7. Ma poi le acque cominciarono ad abbassarsi in modo evidente fino al decimo mese (ottobre), e da quel tempo in poi l’essenza [rocciosa] di tutte le montagne, perfino quelle alte solo settanta klafter (133 m), fu fuori dall’acqua, la quale ormai copriva ancora soltanto le valli e le colline più basse.
8. Quaranta giorni più tardi, dunque il dieci novembre, Noè aprì per la prima volta la finestra sul tetto dell’arca e fece volare via un corvo. Questo però trovò già il suo terreno, volò da un luogo all’altro e non fece più ritorno all’arca.
9. E visto che il corvo non tornava, Noè fece volare via quanto prima una colomba per poter sapere se l’acqua si fosse abbassata sulla Terra.
10. Ma siccome tutto sulla Terra era ancora deserto e umido, e nelle valli i poderosi torrenti d’acqua erano ancora impetuosi nel defluire, allora la colomba, non trovando alcun posto per posare le sue zampe, ritornò indietro e si posò sulla mano che Noè le tendeva fuori dalla finestra e così Noè la fece rientrare nell’arca.
11. Da allora Noè attese ancora sette giorni, e l’ottavo giorno egli fece volare di nuovo via una colomba; questa fu di ritorno soltanto la sera, recando nel becco una fogliolina che essa aveva colto da un olivo, e questo fu per Noè il segno che l’acqua si era abbassata sulla Terra.
12. Infatti questo era l’unico modo concessogli per venire a conoscenza di ciò, dato che segretamente il Signore gli aveva consigliato di fare così nel suo cuore.
13. Trascorsi altri sette giorni, Noè fece di nuovo volare via una colomba; questa però non fece ritorno dato che trovò già il suo nutrimento sul suolo terrestre, che ora era asciutto e di nuovo verdeggiante.
14. Ma Noè tuttavia aspettò da quel giorno fino al primo mese dell’anno nuovo, periodo in cui egli si sarebbe trovato nel suo seicentunesimo anno di età.
15. In questo periodo le acque erano già defluite in grandissima parte nei grandi mari fino ad uno stato normale sulla Terra, ed il terreno si era fatto asciutto per effetto del continuo spirare del vento caldo di Mezzogiorno.
16. Allora Noè, assieme ai suoi figli, si mise all’opera il primo di gennaio, e alzò il tetto dell’arca, e poi per la prima volta guardo giù dall’alto Ararat verso la Terra rinnovata, e non vide più nessuna acqua e il terreno perfettamente asciutto.
17. Egli però attese tuttavia fino al ventisette febbraio la Parola del Signore.
18. Allora il Signore venne da Noè e, come sta scritto nel primo libro di Mosè al capitolo ottavo, gli disse di uscire dall’arca.
19. E Noè aprì immediatamente la grande porta, e tutti gli animali, volando, camminando e strisciando, uscirono dall’arca e andarono in cerca delle loro dimore sulla Terra rinnovata; e il Signore ebbe cura che tutti trovassero subito nuovamente il loro cibo.
20. E così Noè era vissuto nell’arca con i suoi per un anno e dieci giorni.
(GFD/3)
Il sacrificio di grazie di Noè e la benedizione del Signore. Il patto del Signore con Noè e la sua famiglia, le Sue disposizioni e la Sua promessa che in futuro non ci sarà più il diluvio.
1. E quando Noè, e tutto quanto aveva vita, fu uscito dall’arca, egli assieme ai suoi figli eresse un altare di pietre lisce, fece portare la legna tratta dal tetto levato dall’arca, macellò un elemento maschio da ogni specie di animali puri e offrì un grande sacrificio di fuoco al Signore e, in unione a tutta la sua casa, rese completamente lode e gloria a Dio il Signore.
2. Il Signore odorò il soave profumo del sacrificio, che era l’amore di Noè e dei suoi a Dio, e perciò anche disse a Noè, dentro e fuori dal Suo Cuore: «Io, d’ora innanzi, non maledirò più la Terra a causa degli uomini, poiché tutti gli sforzi del cuore umano sono maligni fin dalla fanciullezza! E così d’ora innanzi Io non percuoterò più tutto ciò che vive come ho fatto ora; e finché la Terra sarà Terra, non cesseranno semente e raccolto, freddo e caldo, estate ed inverno, giorno e notte!»
3. Dopo di che il Signore pose la Sua mano destra sul capo di Noè e benedisse lui e di conseguenza tutta la sua famiglia.
4. E quando il Signore ebbe così benedetto Noè, gli disse nuovamente: «Siate fecondi e moltiplicatevi, e riempite tutta la Terra, tanto con la vostra stirpe quanto con il vostro spirito!
5. E il vostro essere sia di timore e di spavento per tutti gli animali della Terra, per tutti gli uccelli che ci sono sotto il cielo e per tutto ciò che striscia sul suolo della Terra; e così anche tutti i pesci siano messi nelle vostre mani!
6. Tutto ciò che si muove e vive sulla Terra sia vostro cibo; Io lo do a voi, come le verdi erbe. Ma solo la carne che ancora si muove nel suo sangue, questa non mangiatela, (perché il sangue, tanto negli animali quanto negli uomini, è il portatore della Mia Ira e della Mia Vendetta); perciò Io Mi vendicherò di ogni sangue dell’uomo, come del sangue degli animali! (Perché nel sangue c’è la morte).
7. E così anche ciascuna vita corporale di uomo Io voglio vendicarla a causa dell’uomo! Per questo Io solo sono il Signore, e nessuno deve versare il sangue dell’uomo! Chi lo verserà, avrà pure lui il suo sangue versato!
8. Io ho creato l’uomo a Mia immagine e somiglianza. Però dal suo sangue venne il peccato; perciò nel sangue c’è pure la morte; e la Mia Ira e la Mia Vendetta vennero nel sangue; e così ogni sangue sarà continuamente vendicato con la morte del corpo!
9. Gli animali Io li ho posti nella tua mano, affinché l’anima dell’uomo sia perfetta; ma l’uomo resta nella Mia mano affinché il suo spirito non si rovini. Perciò siate fecondi e moltiplicatevi sulla Terra!
10. Io stringo un patto con voi, e così anche con tutti i vostri discendenti! E per amor vostro Io faccio questo anche con tutti gli animali presso di voi; in tutti gli uccelli, in tutto il bestiame e in tutti gli animali della Terra, e in tutti quegli animali che sono usciti con voi dall’arca si renderà evidente questo patto, affinché la vostra anima sia perfetta, allora Io in futuro non farò più venire sopra la Terra un simile diluvio! Infatti la Terra è ora purificata e la carne peccaminosa è estirpata!
11. Perciò moltiplicatevi nuovamente sopra la Terra; Io dunque ho posto ogni cosa nelle vostre mani affinché la vostra anima resti perfetta, e il vostro spirito non si rovini più nella Mia mano!».
Jakob Lorber – Giuseppe Vesco