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domenica 6 ottobre 2024

MARIE des VALLEES - VITTIMA DI ESPIAZIONE PER IL TEMPO DELLA GRANDE CONVERSIONE

 


MARIE des VALLEES 

15.2.1590 - 25.2.1656 - ERMENGARDA HAUSMANN 

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Quando una volta ella chiese a Gesù di consolare i suoi sensi straziati dai dolori, essa chiese: per il sentimento, il fuoco del divino amore; per il gusto, il sapore della S. Comunione; per l'odorato, il profumo delle buone opere, compiute dalle anime pie; per l'udito, il risonante coro dei peccatori che piangendo si pentivano dei loro peccati; per la vista - ah! io vorrei veder regnare la grazia di Dio in tutti i cuori!  

Come il più affine al suo spirito Marie trovò quello di santa Caterina da Genova che visse senza consolazioni solamente per Dio e la sua Volontà, così Marie non provò «alcun amore sensibile». Il fatto che santa Geltrude e santa Teresa desiderassero qualche volta delle consolazioni e santa Angela da Foligno si lamentasse di non avere estasi, era per lei incomprensibile. E Gesù le rivelò, che un'anima che segue la via di s. Geltrude, che era una via delle consolazioni, era sposa della sua umanità gloriosa, ma che una sposa della sua divinità era invece condotta con flagelli e rigore.  

Il Signore le ripeté spesso le parole: «Chi molto ama compie grandi cose senza fatica». Egli le rivelò pure questo: «A coloro che mi hanno dato il cuore per abitazione, io darò per abitazione il Cielo (il Paradiso). A coloro che si donano a me, Io dono me stesso. A coloro che mi donano la loro volontà, Io dò la mia. Ma soltanto molto pochi me la danno». I più - le fu detto - darebbero la loro volontà per i meriti, i più perfetti invece perché essa sia distrutta. Le rivelò che c'erano due offerte, gli uni offrivano l'Isacco delle loro gioie terrene, gli altri invece sé stessi. Senza dubbio quest'ultima offerta era quella che Maria desiderava.  

All'età di 25 anni e quando ormai da due anni si era offerta a Dio come olocausto, venne sopra di lei una celeste fiamma di fuoco della quale testimoniano pure due testimoni oculari degni di fede, fiamma di amore che aumentò in maniera indescrivibile il suo desiderio di soffrire i tormenti dell'inferno in espiazione dei peccati. Soprattutto essa voleva espiare quelli di coloro che si occupavano della magia nera, uomini per colpa dei quali ebbe molto da soffrire. Non dimentichiamo che questa si manifestava nella prima metà del 17° secolo, attraverso l'idea di stregonerie, incantesimi e magia, vocali all'ordine dei giorno presso la gente di Normandia. Nella maggior parte dei casi questa credenza era errata e irrazionale. Cionondimeno si verificarono anche dei fatti nei quali agiva l'inferno. L'allora missionario della regione, san Giovanni Eudes, lo afferma nei suoi scritti. Anche ai dì nostri, dove tutto è materialismo, non si può negare l'azione del diavolo nel mondo. Senza un motivo il papa Leone XIII non avrebbe preso posizione contro gli spiriti maligni e anche oggi chi si approfondisce nella parapsicologia, urterà contro fenomeni non dissimili da quelli del secolo decimosettimo.  

Il giorno in cui una fiamma di amore, visibile pure ai presenti, scese su Marie... la sua anima - come quella di s. Maddalena de' Pazzi cadde nell'inferno in sostituzione di grandi peccatori. Ella vi soffrì prima di tutto l'ira di Dio, la vista dei peccati e la disperazione. La sua esperienza è impressionante nella sua gravità e nella sua logica conseguenza, superiore a qualunque immaginazione. Marie diceva che l'ira di Dio si riversava anche sulle creature, su ciascuna secondo il grado di gloria e di grazia che era in essa. Perfino le creature inanimate chiedevano al giudice divino di poter distruggere Marie. Secondo le sue stesse parole, l'ira di Dio è diecimila volte più spaventosa di tutte le altre pene, quindi il tormento di gran lunga il più grande dei dannati. «Quanto più uno è dannato, tanto più sente Dio, o meglio, la sua tremenda ira, accesa contro di lui. I dannati vorrebbero non sentirlo, anzi se potessero distruggerebbero il sentimento di Dio.  

Sapere che Dio sarà sempre Dio, e che essi dovranno sempre subirlo in tale maniera, questo è che li spinge a una così grande disperazione. I Santi vedono Dio e sono immersi in Lui in un incendio di amore che li penetra, li circonda, crea la loro beatitudine. I dannati sentono la presenza di Dio e sono immersi in Lui come in una fornace ardente di ira, che li penetra, li investe e li ubriaca con tormenti inenarrabili. I Santi vedono in Dio come in uno specchio tutte le creature che contribuiscono alla loro gloria; gli infelici dannati vedono invece tutte le creature inferocite verso di loro. L'ira di Dio anima i dannati: spinge uno contro l'altro con odio implacabile, che li fa uno carnefice dell'altro e si incitano a maledirsi e lacerarsi l'un l'altro. Questa medesima ira li anima e li eccita contro sé stessi, e i sensi contro l'anima. L'ira di Dio è l'anima dei dannati e li anima talmente che se venissero fatti a pezzi ogni pezzo sarebbe altrettanto vivo che l'insieme».  

Piombò su Maria anche la disperazione, questa Regina dell'Inferno, perché essa è uno dei castighi più grandi e domina su tutti i dannati. Poiché essa è fondamento delle bestemmie, che incessantemente vengono lanciate contro Dio dai dannati e dai demoni come un torrente di veleno, e quindi possono uscire anche dalla bocca degli indemoniati od essessi, la «Santa di Coutances», pregò Dio, che non sfiorasse il suo labbro alcuna bestemmia o parolaccia, che potesse offendere Dio, anzi, piuttosto le venisse strappata la lingua.  

I castighi infernali dello spirito - anche la vista dei peccati: la sua anima le apparve ora più orrenda del più ripugnante demonio - e queste sofferenze dello spirito Maria des Vallées le sopportò per la durata di sei mesi. La pena dei sensi invece la dovette subire per circa tre anni, perché «lo spirito è capace di maggior sofferenza che il corpo».  

Calore, freddo, fame, sete, torture - questa innocente fanciulla se le prese sopra di sé volontariamente e in misura infinita, per espiare peccati di altre persone. Le pareva di essere diventata una così grande fornace di fuoco, che essa stessa si domandava: «Come può essere che io non arda? Se questo fuoco potesse divampare, in un momento le più alte montagne andrebbero in cenere». Ma il fuoco si mutava continuamente in acqua marcia, così fredda «che tutto il freddo e il ghiaccio della terra è fuoco in confronto». In figura di un leone feroce piombò su di lei la fame: Un intero pianeta pieno di pane non l'avrebbe potuta saziare.  

Si può comprendere la sua sete quando si apprende che durante tutti quegli anni essa poteva ingoiare ogni giorno solo un pezzo di pane intinto nell'acqua, per poterlo inghiottire, e che dopo doveva rimettere, perché non ci fosse in lei troppo liquido. Se l'onnipotenza di Dio non l'avesse sostenuta, sarebbe certamente morta di fame. Inoltre vi si aggiungevano le pene dei sensi: le pareva di essere lacerata da uncini di ferro. E soltanto di rado capiva di non essere dannata per davvero, ma era ancora al mondo. Ma appena essa capiva questa realtà, subito tornava ad offrirsi eroicamente come vittima. Nessuno poté mai descrivere nemmeno la minima parte delle cose meravigliose che la divina Volontà operò in Marie des Vallées, scrisse un testimone oculare.  

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lunedì 26 agosto 2024

MARIE des VALLEES - VITTIMA DI ESPIAZIONE PER IL TEMPO DELLA GRANDE CONVERSIONE

 


MARIE des VALLEES 

15.2.1590 - 25.2.1656 - ERMENGARDA HAUSMANN 


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Uno dei tormenti che le piombarono addosso riguardava il Sacramento della Penitenza. Lei era troppo umile per poter credere di non aver commesso peccato, pure, nonostante il più rigoroso e frequente esame di coscienza, non le riusciva di trovare neppure il più piccolo sbaglio. E come avrebbe potuto peccare, poiché la sua volontà era annientata, come la luce delle stelle dalla luce del sole, dato lo scambio del suo volere con quello di Dio! Certamente non fu lei l'unica persona alla quale accadde la stessa cosa. Per esempio Santa Caterina da Siena esperimentò la medesima cosa, dopo che il Signore le aveva detto di averle tolto la volontà e di averle infuso la propria. Anch'essa non faceva più quello che voleva, ma soltanto ciò che Dio voleva, anche lei completamente uniformata alla volontà di Dio, che guidava i suoi sentimenti, le sue azioni e parole, e naturalmente non la condusse mai alla colpa.  

A Santa Caterina da Genova accadde qualcosa di simile, dopo che essa aveva scambiata la sua volontà con quella di Gesù. Ella diceva: «Andrei volentieri alla Confessione, ma non riesco a trovare niuna offesa contro Dio, che io possa aver commesso. Solo se io sapessi almeno come comportarmi in confessionale, non posso accusarmi di aver fatto o detto qualcosa, di cui la coscienza mi dovesse rimproverare; io mi accuserei volentieri, ma non posso».  

Come le sante, che la avevano preceduta, Marie accusava leggere mancanze commesse prima di aver fatto lo scambio della volontà, mancanze di cui la si accusava, e delle quali lei si accusava umilmente, sempre pronta a riconoscere per sé il giudizio demolitivo degli altri. Tuttavia, con l'andare del tempo non sapeva più di che cosa accusarsi, sicché i suoi direttori spirituali, che conoscevano la sua buona volontà, le permisero di non andare più a confessarsi. Così Maria rimase per 35 anni lontana dalla confessione.  

Contemporaneamente, fu messa nella assoluta impossibilità di ricevere la comunione. Avendo dovuto subire per questo alcune interrogazioni a rimproveri, il Signore la confortò: «Abbi fiducia, tu vincerai il tuo processo, il giudice sono io».  

Nonostante gli sforzi umani né al Vescovo, né ai sacerdoti, riuscì dì porgere la comunione a Marie. Per esempio, i demoni la gettavano per terra, o le piegavano la testa dall'altra parte, in poche parole essi le rendevano impossibile ricevere il Santissimo Sacramento. Durante gli esorcismi che il primo anno si ripeterono ogni giorno davanti al Santissimo - gli spiriti malvagi risposero che avevano l'ordine preciso di non permettere che Marie si comunicasse; essi non potevano osservare i precetti della chiesa, perché erano impediti dal comando di Dio. E quando l'esorcista chiese il perché, essi risposero che non sapevano, essi non sanno quale sia il consiglio di Dio.  

Poiché Maria era caricata dei peccati degli altri, pensava che così doveva essere. Inoltre il Signore le propose la seguente parabola. Se uno possiede solo uno staio di frumento e lo semina, deve digiunare (far senza) fino al raccolto. Ma Lui aveva seminato in lei il frumento divino per farlo fruttificare in altre persone.  

Sebbene durante tutto questo tempo Gesù fosse sempre nel suo cuore, la cosa più tremenda per lei era pur sempre il dover star lontana dal Santissimo Sacramento. Quindi sia lei che i suoi direttori spirituali fecero di tutto per rendere possibile una santa Comunione, se questa era la volontà di Dio. Si fecero preghiere, digiuni, elemosine, lunghi pellegrinaggi, ma tutto fu inutile.  

«Si deve evitare la Comunione», chiese un giorno Maria al Signore, per vivere la tua divina volontà?» - «No» - rispose Egli - al contrario. Nella misura in cui le anime muoiono alla loro volontà, la comunione accresce l'odio verso la propria volontà e l'amore che esse portano per la mia. Un grande fuoco dell'amore divino la brucia e distrugge, come viene distrutta la cera e lo stoppino». - «Allora, perché io devo essere privata della Comunione?» - «Questa è un'altra cosa», rispose Gesù, «è per questo, perché ti viene dato il mio patire invece del Santissimo Sacramento, e perché la divina Volontà ti fa vivere nella morte».  

Il Signore le manifestò infatti che Egli aveva tre cuori. Il primo era l'amore, che lo trasse dal Cielo in terra. - «La parola più bella» le disse il Signore - «che uscì dalla mia bocca fu il «Verbum caro factum est, perché io la dissi operando (col fatto), non con la lingua - la seconda, che viene dalla prima era la sua Passione, e la terza che proviene dalla seconda è il SS. Sacramento. Questi tre cuori ne formano uno solo ed Egli a uno dava la prima - l'Amore - a un altro la seconda, il dolore, e a un altro ancora, la terza, le consolazioni. Ma le consolazioni ebbero ben poco posto nella vita di Maria des Vallées.  

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MARIE des VALLEES 

 

lunedì 5 agosto 2024

MARIE des VALLEES - VITTIMA DI ESPIAZIONE PER IL TEMPO DELLA GRANDE CONVERSIONE

 


MARIE des VALLEES 

15.2.1590 - 25.2.1656 - ERMENGARDA HAUSMANN 


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Dopo che Marie per due anni consecutivi aveva pregato intensamente Dio, e lo aveva tempestato di suppliche di toglierle la possibilità di rendersi colpevole di peccato, anche se per questo dovesse patire il castigo centuplicato dovuto ai peccati, un giorno la divina volontà si manifestò a lei in una visione che fu solo dello spirito e dell'intelletto. Non poteva quindi avere alcun dubbio, perché ciò che noi vediamo con gli occhi del corpo, non risulta a noi così chiaro, affermò ella più tardi.  

Come «una verità presente», le spiegò la volontà di Dio che, per arrivare ad un così alto grado di perfezione, era necessario uno scambio totale della sua volontà con la santissima Volontà sua. Le fu detto: «Tu chiedi che Dio ti tolga la libertà... e che egli ti conceda la sua, inoltre tu vorresti comunicarti spesso. Ma se ti viene tolta la tua volontà e sostituita con quella divina, non potrai mai più fare ciò che vorresti. Io potrei quindi prenderti subito appunto la s. Comunione. Quindi pensaci bene a quello che domandi: La via regale percorsa da tutti i Santi è la s. Comunione. La via che tu vorresti percorrere è molto difficile e faticosa. Pensaci quindi molto bene a quello che vuoi fare».  

«La Santissima Volontà è Dio», pensava Maria, «la santa Comunione è Dio. Se io mi comunico ogni giorno, io posso ancora peccare. Se è distrutta la mia volontà personale ed essa è sostituita dalla volontà di Dio, io non Lo offenderò più, perché solo la mia volontà personale Lo può offendere. Per questo io rinuncio di gran cuore alla mia volontà, e mi abbandono alla santissima volontà del mio Dio, affinché lui mi prenda così totalmente in possesso, che io non lo possa mai più offendere».  

Dopo un anno di preparazione, durante il quale si conformò nella sua decisione, le disse festosamente la Divina Volontà nella Cattedrale di Coutances: «È venuta l'ora di fare finalmente ciò che tu hai tanto ardentemente desiderato, e cioè, che ti venga tolta la tua volontà e ti venga data per questo la volontà di Dio».  

Ancora una volta essa fu avvertita della grandezza della sua offerta, ancora una volta le fu fatto conoscere che Dio la poteva privare della santa Comunione, anzi, che la poteva mandare all'Inferno, con i demoni. «Io vidi tante spine», disse Maria; «tanta angoscia e dolore e sofferenza, così tanti paurosi tormenti che avrei dovuto sopportare sulla via da me scelta, che incominciai a tremare in tutto il corpo, in una maniera affatto insolita». Tuttavia risposi: «Io odio talmente il peccato, da essere disposta a soffrire tanti inferni, quanti Dio ne può creare, affinché non abbia alcuna parte per me. Per questo e perché solo la mia volontà li può prendere e portare, io vi rinuncio con tutte le mie forze, qualunque cosa possa accadere. Io mi dono alla divina volontà, affinché essa pianti in me il suo regno in modo così totale, da escludersi per sempre. Io mi riservo soltanto una cosa: di ubbidire per quanto mi sarà possibile alla Chiesa».  

Così Marie, che era pronta ad una sofferenza così illimitata, perché illimitato era il suo odio contro il peccato, aveva scelto la via più difficile e penosa per aver la certezza di non cedere ad alcun peccato, e la Divina Volontà si impossessò così intimamente della volontà di lei, che essa non poteva più far nulla se non secondo il suo impulso. San Giovanni Eudes scrisse: «Essa non può pregare quando vuole, né per chi vuole, (essa poteva aiutare i sani meno che gli ammalati: «La sua malattia parla e prega per lei - disse Maria), e nemmeno quanto a lungo voleva, oppure recitare quelle preghiere, che avrebbe desiderato. Lo stesso vale per il mangiare e bere (di solito può prendere solo pane e acqua; e deve anche portare un cilicio) per alzarsi, coricarsi, per ogni andare e venire. La divina volontà stabilisce tutto questo, e lei non è in grado di muovere un piede o una mano o la lingua o di fare altro, al di fuori di quanto ordina quella volontà... Ma per quanto riguardo il suo intimo, la cosa è ancora più meravigliosa, perché ella è completamente privata della sua libertà, di usare le energie del suo spirito, perché non può ricordarsi delle cose che, secondo il volere dei sensi, vorrebbe ricordare; nemmeno può pensare ciò che vorrebbe o qualsiasi cosa, sia pure la più buona e la più santa, se non lo vuole la Volontà di Dio e la renda capace di questo.  


lunedì 20 maggio 2024

MARIE des VALLEES - VITTIMA DI ESPIAZIONE PER IL TEMPO DELLA GRANDE CONVERSIONE

 


MARIE des VALLEES 

15.2.1590 - 25.2.1656 - ERMENGARDA HAUSMANN 


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Il cielo aveva accettato Marie des Vallées come vittima, come risulta anche dalla rivelazione appena ricordata. Dal suo diciannovesimo anno fino a poco prima della sua morte, quindi per 46 anni, essa sopportò i suoi demoni con infinita pazienza.  

« Perché sono ossessionata, e da dove viene questa cosa? » si domandava Maria.  

«Io so benissimo di non essermi data al maligno; sono altrettanto sicura che nemmeno i miei genitori mi hanno data a lui... Allora è Dio che vuole così. Perciò io accetto la mia ossessione di gran cuore, e per amore verso di Lui, che si è dato a me, io voglio vivere e morire con essa, se così a Lui piace».  

Un'altra volta essa pensò: «Se io avessi scelto la mia vita, non avrei certamente scelto quella di un'ossessa, ma Dio ha scelto meglio di me; e io non cambierei la mia vita con quella della Regina di Francia».  

Da parte sua Gesù le disse: «Io ho riposto i miei tesori, cioè il mio oro, la mia corona e la mia gloria, in un cofano, in un luogo, in cui nessuno cercherà, cioè in un porcile. La stalla è suor Maria: i porci sono i demoni; il cofano è il mio cuore, la mia gloria sono le parole e le verità, che io dico alla mia sposa.»  

Anche San Giovanni Eudes, richiamandosi a Marie des Vallées, era convinto che lo Spirito di Dio ha cura di nascondere le sue opere sotto la cenere e la polvere di coloro che gli uomini disprezzano e ritengono nulla.  

Durante il primo anno della sua ossessione, come essa stessa affermò, Maria non poté mai chiudere occhio la notte. I suoi vicini, ai quali aveva fatto tanto del bene quando era stata sotto di loro, si misero d'accordo tutti assieme per provvedere al suo sostentamento. Dopo tre anni fu condotta a Coutances, dove il Vescovo Nicola Briroy (1587-1620) studiò il suo caso. Egli assunse anche nella parrocchia di st. Sauveur Lendelin accurate informazioni su di lei e sulla sua famiglia, e ben presto si convinse della grande virtù della giovane.  

Nessuno però degli innumerevoli esorcismi tentati riuscirono a scacciare i demoni, che la martorizzavano. Interrogati dagli esorcisti, essi risposero che per espresso comando di Dio, essi non potevano ubbidire a loro.  

Dopo due anni che Maria era a Coutances, nel 1614, essa fu accusata di stregoneria, e i giudici di Rouen ordinarono di prenderla. Il Vescovo di Coutances udito questo, la mandò a Rouen, ancora prima che si fosse fatto qualcosa contro di lei. Essa si fece spontaneamente mettere in prigione, ove passò metà dell'anno durante il quale fu indescrivibilmente tormentata. Anche qui si manifestò la sua straordinaria disposizione alla sofferenza e la sua grande capacità di sopportare il dolore. Quando la giovane, con tutto il corpo punto con degli aghi, fu minacciata di ulteriori tormenti dai parlamentari di Rouen seduti in toga rossa davanti a lei come giudici, ella rispose: «Io non ho alcun timore. Al contrario, credo che in tutto il mondo non ci siano abbastanza tormenti per me, e non ci sia una persona al mondo capace di farmi soffrire tanto quanto vorrei, per amore alla divina volontà...».  

Benché i giudici avessero tentato di tutto contro Maria, alla fine essa fu dichiarata innocente, e poté tornare nella sua casa episcopale di Monsignor Briroy. Mai però la abbandonò il suo ardente desiderio della croce e del patire per l'infinito amore di Dio. Essa pregò perfino il Signore di farla patire le pene dell'Inferno. «Tu non sai quello che domandi», le rispose il Salvatore. «Perdonami», riprese lei, io chiedo i miei fratelli che si dannano. Io sono certa, anzi lo vedo, che l'Amore divino cerca ogni giorno qualcuno che sia disposto a soffrire nel tempo le pene dell'Inferno e l'ira di Dio, per liberarli così per l'eternità. Eccomi. Prendimi... Io non ho paura che tu non mi possa dare abbastanza tormenti...».  

E quando una potenza infernale si servì delle sue stesse mani per schiaffeggiarla e colpirla senza pietà, anche allora non si spaventò, ma rimase sempre pronta al patire.  

«È tutto qui, quello che puoi fare?» chiese al demonio che la tormentava. «Non sei molto forte! Vedi, io sono qui, non ho alcuna paura di te. Fa quanto di peggio puoi fare! Non aspettare a percuotermi che Dio te lo comandi, basta già che Egli te lo permetta. Bada bene a non risparmiarmi il minimo dolore che ti è concesso di infliggermi, perché io ho pregato con tutto il cuore che piombi su di te la sua collera e raddoppi i tuoi tormenti, se tu trascuri anche la minima parte di quel male che mi puoi fare. Ma sta attento a quello che fai perché io sono soltanto una povera formica, e tu sei un gran leone. Se il leone vince la formica, esso verrebbe ancora preso in giro e svergognato, perché si armò per combattere una creatura così minuta. Ma se la formica vincerà il leone, cosa che farà sicuramente, la vergogna ti brucerà in fronte per sempre. Non sei matto, non ti vergogni di fare quello che fai? Pfui, pfui contro la bestia dalle 10 corna!» (Apoc... ed ecco un grande drago rosso con sette teste e dieci corna...).  

Marie aveva per il peccato un odio infinito, e lei chiamava se stessa una freccia avvelenata per la sua distruzione. «Se io sapessi di aver commesso un peccato», dichiarò, dal quale ricavassi uno straordinario vantaggio, io lo confesserei per tutte le strade accompagnata dal rullo dei tamburi perché fosse più grande la mia vergogna e così farei la mia penitenza e la riparazione del peccato.  

Essa recitava ogni giorno una preghiera di Padre Coton SJ, che in seguito (1625) poté conoscere personalmente e del quale, a detta di san Giovanni Eudes, erano ben noti in tutta la Francia «i meriti, lo spirito, la dottrina, la pietà, la prudenza e l'esperienza». In questa preghiera, fra il resto, è detto: «Io rinuncio al diritto della mia libera volontà nella misura e tante volte che sono esposta alla tentazione e in pericolo di offenderti. Non cessare quindi di costringermi al bene, senza alcun riguardo per la mia libertà... Se vuoi tenerla in considerazione, sappi che la mia volontà deve essere considerata da te come non libera, e quindi trattata come tale, perché essa rinuncia con la tua grazia senza esitazione al suo naturale diritto; la libertà di fare il male non è affatto una perfezione. Come tu, mio modello, secondo la tua natura non puoi peccare, anch'io con la tua grazia devo non poter più peccare... come i beati, che ti devono amare, senza perder la loro libera volontà. Poiché veramente le tue opere non sono di vicendevole disturbo e la grazia e la gloria non danneggiano la Natura ma la perfezionano».  

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giovedì 25 aprile 2024

MARIE des VALLEES - VITTIMA DI ESPIAZIONE PER IL TEMPO DELLA GRANDE CONVERSIONE

 


VITTIMA DI ESPIAZIONE  PER IL TEMPO  DELLA GRANDE CONVERSIONE 


MARIE des VALLEES 

15.2.1590 - 25.2.1656 - ERMENGARDA HAUSMANN 


Senza dubbio vi son state ben poche donne così grandi e così discusse come Marie des Vallées. Si susseguirono secoli, dopo accese controversie seguì un silenzio appena appena interrotto. Resta ancora al futuro il grande compito di dare di lei un ritratto completo e valido.  

La sua vita fu un mistero, e il nostro tempo che non comprende i misteri e addirittura li ha in odio, niente ha per lei. Ciò che essa fu lo testimonia la santità eccezionale della sua vita, la logica assoluta e limpida delle sue parole, l'affermazione di san Giovanni Eudes, di cui essa fu sincera consigliera, e non ultimo ciò che il Cielo stesso confermò.  

Ancora lei vivente, una santa carmelitana, Maria del Santissimo Sacramento, ebbe la rivelazione che una povera ragazza, nascosta e disprezzata, ritenuta strega o pazza, trattenne il torrente dell'ira divina che stava per sommergere la terra; e che servì da argine all'ira di Dio e ad annientare gli intrighi dei suoi nemici. Questa ragazza abitava a Coutances in Normandia. Le carmelitane di Pontoise non avevano mai sentito parlare di Marie des Vallées! Quest'ultima, dopo la sua morte, apparve pure più volte alla Serva di Dio Caterina di s. Agostino, che aveva portato nel Canadà la devozione al Sacro Cuore l'anno 1648.  

Alla consacrazione della Cattedrale di Quebec, per esempio, questa eminente religiosa vide il Signore circondato da alcuni grandi santi, fra i quali Marie des Vallées, «che non era ultima fra questi». In queste righe si vorrebbero far risplendere l'anima straordinaria che ancor oggi in Normandia è chiamata «la santa di Coutances», il cui sguardo di veggente mostrò - come sembra - il nostro tempo nella sua vita di vittima.  

In un meraviglioso ambiente quasi montuoso della penisola di Cotentin, in mezzo all'ininterrotto di boschi frondosi, sorgeva la casa natale di Marie des Vallées. Di essa rimane ora solo una parete di mattoni ricoperta di verde, ma la campagna d'attorno è cambiata ben poco da quando vi nacque Marie des Vallées il 15 febbraio 1590.  

Rimane pure ancora la basilica preromanica di Saint Sauver Lendelin, nella quale Marie fu battezzata, santuario dedicato alla SS. Trinità sotto le cui colonne slanciate Marie tanto spesso pregò da bambina e da giovane ragazza; una volta essa fece cinque giri in ginocchio per tutta la chiesa per ottenere perdono per i peccatori.  

Poiché gli antenati di sua madre appartenevano ad una famiglia nobile inglese e il suo zio paterno era un signore feudale della vicina regione di Saint Souver Lendelin, essa discendeva da una nobiltà decaduta, e fu sempre considerata come una povera ragazza di campagna.  

I genitori, come gli altri abitanti del villaggio, erano molto ignoranti in fatto di religione. Il Signore però aveva predisposto Marie a grandi cose, perciò Egli stesso volle essere in maniera meravigliosa il suo maestro fin dal suo primo risveglio in questo mondo. Fin dalla sua prima infanzia Egli le ispirò di fare sempre e in tutto la Sua volontà, ed ella affermava negli ultimi anni di non aver mai mancato in questo, per quanto ne sapeva. Ogni qualvolta essa non era del tutto sicura di ciò che doveva fare, pregava il Signore di concederle la possibilità e la grazia di compiere ciò che era di suo gradimento. In caso contrario egli volesse influire sulla sua volontà apposta e impedirle di compiere l'azione, cosa che effettivamente accadeva.  

Quando la pia fanciulla era ancora giovanissima di 11 o 12 anni, le morì il padre, Julien des Vallées. In seguito ad un cattivo matrimonio di sua madre con il macellaio Cepolain, improvvisamente Marie si trovò lì, dove essa rimase per tutta la vita volontariamente e con gioia ai piedi della Croce.  

Era appena entrato il padrino in casa des Vallées, che con lui entrò anche la sua natura di bruto. Egli maltrattava la madre di Marie, e ben presto anche la povera dodicenne apparve coperta dei segni rosso violacei lasciati dai colpi del suo bastone. Ciononostante Marie continuò a pregare senza interruzione per la salvezza della sua anima. Non soltanto una barbara brutalità, ma anche la fame presero a regnare nella solitaria casetta «al crocevia» sopra Saint Sauveur Lendelin. Per lunghe giornate non c'era per la piccola Maria nemmeno un tozzo di pane. Perciò sua madre la consigliò di offrirsi come domestica. Anemica, maltrattata, essa bussò a diverse porte. Dovunque le veniva incontro il peccato, dovunque però esso dovette retrocedere davanti a Marie des Vallées la cui innocenza fu sempre difesa in maniera visibile dal Signore e dalla sua Santissima Madre, che la bambina venerava in modo speciale.  

Dopo un paio di anni assai duri, Maria ritornò nella parrocchia di Saint Sauveur Lendelin e visse nella casa del suo tutore. Sappiamo che era diventata una bella ragazza, amabile e sempre pronta ad aiutare tutti. Parecchi giovani del luogo aspiravano alla sua mano. Allora lei pregò Dio di manifestarle la sua volontà, di infonderle un grande amore o una grande repulsione, perché potesse scegliere la via giusta.  

Fu oggetto di particolari attenzioni da parte di un giovane che anche i suoi parenti giudicavano adatto a lei. Tuttavia la giovane diciannovenne, che provava soltanto antipatia per lui, lo allontanò da casa. Quella era però un'epoca nella quale un pagano e anzi diabolico misticismo dominava in una maniera per noi inconcepibile fra la gente della Normandia.  

Così il giovane respinto decise che non c'era altra via che impossessarsi di lei con arti diaboliche. Il risultato fu che un giorno Marie tornò a casa con tutti gli indizi di una ossessione.  

Naturalmente, secondo il nostro attuale modo di pensare, non c'era alcuna ossessione. Pure molte cose fanno pensare ad una vera e propria ossessione diabolica, per esempio la risposta corretta, in lingua greca ed ebraica, alle domande formulatele in quella lingua dagli esorcisti. Si sa che ci furono degli ossessi non solo nei tempi biblici. Un moderno psichiatra americano ha appunto espresso l'idea che, per esperienza, la maggior parte delle malattie mentali sono ossessioni. Forse qualcuno avrà già letto o sentito parlare di uno degli ossessi che durante la S. Messa dello stimmatizzato Padre Pio O.M.F. - secondo quanto si dice - molto spesso scaricava un torrente di imprecazioni e di parole ingiuriose contro la SS. Eucarestia, parole in un'altra lingua, come vengono dette dalla gente in certi luoghi. 

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