sabato 18 maggio 2024

La consacrazione della Russia

 


Maria 

Perché tengo la Russia nel mio cuore? Perché chiedo una consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato? Perché addito a quel paese, che si estende da est a ovest, ed è composto da così tanti popoli? 

Quando ho menzionato per la prima volta la mia richiesta ai bambini di Fatima, la Russia era in ascesa. Non stava salendo alla santità, ma al potere attraverso una strategia demoniaca. Ciò che era nascosto in quel giorno (94 anni fa, quando avvenne il miracolo del sole) divenne presto evidente a tutti. Un potere demoniaco chiamato “comunismo” stava per impadronirsi di un’intera nazione e usare quella nazione per tentare di costruire un impero mondiale dedicato ai principi comunisti. La Russia non era comunista. Il suo popolo era credente in mio Figlio. Tuttavia, questo male demoniaco ha scelto di infiltrarsi in questa nazione e di usarla come suo strumento. Il danno che ne è derivato, i milioni di persone uccise e i milioni di schiavi che sono stati ridotti in schiavitù dalla diffusione del comunismo è noto a tutti. Nell’anno a me dedicato da Papa Giovanni Paolo II (1987 - 1988) il comunismo cominciò ad essere rovesciato. 

Sì, i muri esterni sono stati rimossi. Il sistema è stato smantellato e sono sorte nuove libertà e strutture. Ma il demoniaco non è stato escluso. I cuori delle persone non sono stati liberati. L’oscurità rimane ancora al centro. Non ho una Russia purificata. Il male indugia ancora. Il demoniaco è ancora nel suo sangue. La Russia non mi appartiene. 

Quindi, devo ribadirlo di nuovo. Voglio che il Santo Padre consacri la Russia, in unione con tutti i vescovi del mondo, al mio Cuore Immacolato. Allora la Russia sarà veramente mia e io comincerò ad operare segni e prodigi. Sia l’Occidente che l’Oriente vedranno quello che sto facendo. 

Tutto andrà avanti e tutto inizierà. Questo sarà il primo atto nel nuovo dramma. 

Commento: Il 13 ottobre 1917 vi fu il grande miracolo del sole a Fatima, in Portogallo, visto da 70.000 persone e riportato su tutti i giornali. Allo stesso tempo, il comunismo stava conquistando la Russia. 

13/10/2011 

L'ULTIMA BATTAGLIA - SIAMO COLPEVOLI NOI LAICI

 


SIAMO TUTTI COLPEVOLI 


Abbiamo tramutato il giorno del Signore in giorno dell'uomo, dando un contentino al Signore con l'ascolto (non la partecipazione) della santa Messa, forse trovata metodicamente a metà, e dedicando tutto il resto della giornata ai nostri svaghi e divertimenti. E così non abbiamo trovato mai tempo per la lettura di libri sacri e di riviste e documenti sulla vita della Chiesa; tanto meno per visite agli infermi e per visite apostoliche. Siamo rimasti così, sempre, ai margini della chiesa. 

Abbiamo ignorato, forse volutamente, come oltre i tre milioni di lebbrosi che vengono curati, ce ne sono altri 17 milioni che marciscono per mancanza di mezzi e di cure. E abbiamo dimenticato i 30 milioni di uomini che ogni anno muoiono di fame o per malattie causate dalla fame; mentre i risparmi e le economie del popolo cristiano avrebbero potuto farli vivere. Basta guardare in ogni casa media la grandissima quantità di oggetti, di servizi, di scarpe, di vesti accantonati; basta pensare come con i rifiuti degli ospedali, delle caserme, delle case borghesi, di una grande città si potrebbero sfamare ogni giorno milioni di affamati. 

Abbiamo speso per i nostri pasti, per i nostri arredamenti, per i nostri vestiti, per i nostri divertimenti, per le nostre feste somme ingenti, reputandole tutte « spese necessarie » e dando solo qualche briciola ai poveri. Ci siamo tutti imborghesiti, lasciando il combattimento cristiano e chiudendoci nelle nostre case, nei nostri condomini, nelle nostre ville a goderci tranquillamente i frutti del nostro lavoro, passando le lunghe ore a tavola o alla TV, dimenticando chi muore di fame, chi muore di lebbra, chi geme solitario nella miseria o nella malattia, e soprattutto, l'esercito immenso dei peccatori che ci vivono accanto, in cammino verso l'inferno. Abbiamo dimenticato che anche per noi sono dette quelle tremende parole di Gesù: « Andate, o maledetti, all'inferno, perché ebbi fame ... » (Mt. 25,41); e quelle riferite da Ezechiele a chi non cerca di convertire i peccatori (Ez. 3,18). 

Ci siamo chiusi nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nei nostri campanili, lasciandoci manipolare dal nemico che ha fatto leva sulla nostra miopia, sui nostri interessi economici, sulla nostra gelosia, sulla nostra superbia, per dividerci, per distruggere la nostra influenza e la nostra opera nella società e per abbatterci, giusta il programma della Roma degli imperatori: divide et impera. 

E ci siamo formati la mentalità sbagliata che bastava combattere isolatamente ognuno la propria battaglia per vincere la guerra contro Satana e contro i suoi seguaci. Abbiamo dimenticato le parole di Gesù che occorrerà che tutti i suoi discepoli divengano una cosa sola perché il mondo intero giunga a convertirsi a lui (Gv.17,22-23); e abbiamo accantonato tutti i problemi universali ed ecclesiali. 

Abbiamo, infine, dimenticato i quattro miliardi di pagani che non conoscono Gesù. 

Ci siamo contentati di quelle quattro persone che ci girano attorno e di quella pseudo-vitalità della nostra comunità o della nostra opera; non ci siamo dati più pensiero di pregare, di piangere, di digiunare per la salvezza del mondo, né, tanto meno, di riunirci con altri volenterosi, di discutere, di progettare iniziative a piccolo, a medio e a largo raggio per la evangelizzazione e per la conversione del mondo. 

Abbiamo dimenticato i nostri doveri di cresimati e di soldati di Cristo e li abbiamo delegati al clero o a una chiesa fantastica, dimenticando che noi siamo Chiesa e che siamo responsabili di tutto il bene che potremmo fare e non facciamo. 

Abbiamo dimenticato la grave lezione della parabola dei talenti. Uno nascose il talento invece di trafficarlo e venne per questo mandato in prigione. 

I talenti significano la fede, la grazia, la cultura, la posizione sociale, le energie, la capacità di incidere sugli altri, il denaro, il tempo, ecc. Il Signore ce li dà per trafficarli per lui, ossia per lavorare per il suo regno nel mondo. 

Moltissimi cristiani dicono di non avere dei talenti, di non essere capaci di nulla e riversano le loro responsabilità sugli altri, o sul clero, o sul governo: in effetti costoro dicono o pensano così per viltà, perché non vogliono scomodarsi. 

Dice S. Teresa d'Avila: « Non c'è nulla di più dannoso che misconoscere i talenti che Dio ci ha dato ». 

Talenti ne abbiamo tutti. Non ne hanno soltanto gli scemi. Siamo membra del Corpo Mistico. In esso non ci sono cristiani inutili, senza un carisma e senza una funzione, come non ci sono membra inutili nel corpo umano. Bisogna semplicemente che con intelligenza, con coraggio e anche con un po' di fantasia scopriamo ognuno i nostri carismi e tutto il bene che potremmo fare per il regno di Dio. 

Dove ci sei tu, hai la responsabilità di quanti ti stanno vicino. Gesù li vuole amare, evangelizzare, beneficare, salvare per mezzo tuo, col tuo cuore, con le tue mani, con i tuoi soldi, con la tua bocca. 

La quasi totalità degli uomini, che si dichiarano incapaci per il regno di Dio, quando si tratta dei propri interessi, sanno aguzzare l'ingegno e sanno bene impegnarsi per riuscire. 

Ognuno dovrà dare conto al Signore dei talenti ricevuti. 

Un giorno fui invitato in una parrocchia a tenere una conferenza a un gruppo comunitario. 

Erano tutte persone scelte. Feci loro a principio alcune domande e, accortomi del loro livello cristiano, dissi loro: 

- Voi vi dite di azione cattolica, ma in effetti siete ancora pagani. Ci fu una reazione violenta da parte di tutti. Un giovane si alzò e mi disse: 

- Come lei si permette venire qui ad insultarci? Io risposi. 

- Se mi prometti di rispondere sinceramente, ti dimostro che sei pagano. 

- Glielo prometto. 

- Cosa fai in questo tempo? 

- Frequento l'università per laurearmi in lettere. 

- Quando sarai laureato cosa farai? 

- Cercherò di insegnare. 

- Quando avrai ottenuto l'insegnamento cosa farai? 

- Penserò di sposarmi. 

- Quando ti sarai sposato cosa farai? 

- Cercherò di farmi una villetta confortevole. Dopo essermi sacrificato tanti anni, mi sembra giusto godere i frutti di tanti sacrifici. 

- Bene! Ed ora dimmi: se al tuo posto ci fosse stato un indù, o un buddista o un musulmano, quali risposte avrebbe dato alle mie domande? 

- Le stesse mie risposte. 

- Non ho bisogno di altre prove. Tu stesso hai detto di essere pagano. 

Quel giovane rimase shoccato. Allora chiese: 

- Cosa avrei dovuto rispondere per essere cristiano? 

- Avresti dovuto poter dire: 

« Frequento l'università. Sto cercando di lievitare cristianamente e di evangelizzare il mio ambiente universitario; contemporaneamente alla cultura letteraria, sto pure cercando di formarmi una cultura cristiana. Quando mi sarò laureato e avrò ottenuto l'insegnamento cercherò di fare di tutti i miei studenti degli ottimi cristiani e di evangelizzare i miei colleghi. 

Poi voglio servire Dio formandomi un'ottima famiglia cristiana, e spero di riuscire a farmi come Jaques e Raissa Maritain una famiglia che sia una vera piccola chiesa, un centro di preghiera, di evangelizzazione e di conversioni. 

Quindi non mi chiuderò egoisticamente in un villa borghese, ma impiegherò i miei soldi, tolti i necessari al mantenimento della mia famiglia, per i poveri, per gli affamati, per i lebbrosi, per le opere di apostolato, e dedicherò alla preghiera e all'apostolato il mio tempo libero e le mie energie ». 

- Grazie, mi rispose quel giovane. Ora capisco come dev'essere un cristiano! 

Padre Ildebrando A. Santangelo (Servo di Dio)

satana induce le guerre e gli esseri umani, accecati dai loro peccati mortali, accolgono la tentazione di satana

 


14 aprile 2024

(Maria SS.ma): “Figli miei… Il mondo, le persone non hanno pregato come avevo chiesto e ora la pace è nuovamente minacciata. Per mancanza di preghiera, Satana induce le guerre e gli esseri umani, accecati dai loro peccati mortali, accolgono la tentazione di Satana, non vedono il precipizio verso cui vanno e vogliono provocare nuove e più terribili guerre.
Per fermare la forza maligna che sta dietro a tutti questi eventi, è necessario pregare milioni di Rosari. Solo questo può fermare tutto ciò che Satana prepara per l’umanità.
Ha preparato un piano terribile.
…Pregate, pregate, pregate senza sosta!
Convertitevi, cambiate vita. La fede senza le opere è morta.  Senza conversione e senza opere buone non avete merito, e nessuno può entrare in Cielo.
Mio Figlio lo ha insegnato nelle parabole dei servi buoni e dei servi pigri, del fico sterile, del figlio buono e devoto e del figlio pigro e tante, tante altre volte.
Solo con le opere buone potrete andare in Cielo. Perciò sforzatevi ogni giorno di fare opere buone e sante e state lontani da tutte le opere cattive.
…Benedico tutti con amore e soprattutto te, il mio figliolino Marco …benedico i miei figli che sono venuti oggi per amarmi e consolarmi: da Lourdes, da Pontmain e da Jacareí.
I tuoi quadri, figlio mio Marco, continueranno a lacrimare finché i cuori rimarranno duri e non diranno sì alla mia chiamata d'amore, alla chiamata del Signore.
Queste lacrime, questo sudore doloroso nei tuoi quadri sono le lacrime e l'agonia per i peccati del mondo, per i tradimenti a Me   e al Signore.

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY

 


Per la conversione d'Ars:  

I. - Preghiere e penitenze. 


*** 

La quaresima del 1818, fu per il nostro asceta occasione eccellente per iniziare quel digiuno rigoroso che non cesserà che colla sua vita. Aveva già una preoccupazione di meno, avendo rinunciato alla domestica, ma riuscì anche a ridurre al minimo i suoi bisogni materiali. «Non ebbe mai molta regolarità nei suoi pasti» 15, ma il primo anno del suo ministero pastorale, nelle penitenze, aveva sorpassato ogni misura. Egli stesso più tardi, chiamerà questi eccessi «follie della sua gioventù», (fortunato chi non ne fa d'altre!) ammettendo anche che, in un certo senso, aveva passato i limiti: «Quando si è giovani - diceva ad un prete - si fanno delle imprudenze» 16. 

Circa quindici giorni dopo il suo ingresso ad Ars, arrivava da Dardilly sua sorella Margherita, in compagnia della vedova Bibost, diventata cucini era onoraria della cura d'Ars. L'accoglienza dell'abate Vianney fu cordialissima, ma nulla più. «Cosa devo darvi?» - disse familiarmente alle due visitatrici. «Non ho niente». Dopo un momento di riflessione, pensò alla sua riserva personale, e si ricordò che gli rimanevano alcune patate un poco ammuffite, che egli stesso aveva fatto cuocere. Margherita, raccontando quel fatto ci ha detto: «Noi non abbiamo avuto il coraggio di mangiarne; egli invece ne prese due o tre e le mangiò davanti a noi, dicendo: «Non sono guaste, le trovo ancora buone». Poi aggiunse: «Mi aspettano alla chiesa e bisogna che vada: cercate di aggiustarvi come potete».  

Gothon e la madre Bibost avevano avuto la felice idea di comperare un poco di pane nel villaggio di Trévoux. Trovarono poi nella casa un poco di farina, alcune uova, del burro che una persona caritatevole aveva portato al Curato e che egli aveva dimenticato in un angolo e ne fecero dei matefaims 17,  - che sapevano di suo gradimento; - di più, uccisero due piccoli piccioni, che beccavano l'erba nella corte e li misero allo spiedo. Quando verso mezzogiorno il giovane Curato ritornò dalla chiesa trovò sulla tavola l'arrosto inatteso ed esclamò: «Povere bestie!... Le avete dunque uccise!... Volevo disfarmene, perché fanno danno ai vicini, ma non bisognava farle cuocere». Non volle prenderne e si accontentò di un matefaim 18.  

Lo visitò anche il fratello Francesco, ma, meno previdente della sorella, venne senza alcuna provvista, e, per il pranzo, fu obbligato a raccogliere lui stesso le patate nel giardino ed a farle cuocere nella marmitta del presbiterio 19. Verrà tuttavia un tempo, come noi vedremo, nel quale l'abate Vianney si industrierà di trattare meglio i suoi famigliari.  

Questo periodo di inizio, nel quale «egli era quasi solo, in balia di sé stesso» 20, fu certo il più austero della sua vita 21. Qualche volta, nel fervore della sua penitenza, lasciò passare anche due o tre giorni senza prendere nulla: così pure, durante un'intera Settimana Santa - forse quella del 1818 - non mangiò che due volte 22. Presto si abituò anche a non fare più alcuna provvista e non si mise mai in pena per il cibo del giorno seguente 23.  

La vedova Bibost, prima di ritornare ad Ecully, aveva pensato di farsi sostituire dalla vedova Renard, la quale, nell'intento di prendere sul serio il suo ufficio, aveva portato nel presbiterio buon pane fresco; ma si accorse presto che il santo Curato, senza neppure averlo gustato, lo aveva distribuito ai poveri, accettando da quelli, e qualche volta comperando, quei pezzi di pane che essi avevano trascinato nelle loro bisacce 24.  

La madre Renard gli preparò dei matefaims, e patate bollite che egli mangiava quando ne aveva tempo; ma più di una volta la buona donna «dovette ritornarsene in lagrime, piena di compassione col suo piatto ricolmo». Quando sapeva che era ritornato dalla chiesa andava a battere alla sua porta, ma egli non rispondeva: alle di lei insistenze, senza aprire la porta, gridava: «Non ho bisogno di nulla... non voglio nulla...». Molte volte le disse: «Non verrete più prima della tale data...» e si trattava sempre dello spazio di molti giorni. Quando la cuciniera, non ostante i suoi ordini precisi, veniva qualche giorno prima del tempo fissato, egli rimaneva inflessibile 25. La stessa, cosa doveva accadere ad altre persone, una delle quali diceva sospirando: «È molto difficile servire un santo» 26.  

 Alcune volte egli stesso fece cuocere nella sua marmitta, diventata leggendaria, le patate per un'intera settimana: le collocava in una specie di paniere di ferro, che sospendeva al muro e quando la fame lo tormentava, ne prendeva una o due (la terza, secondo lui, sarebbe stata per il piacere) 27 e le mangiava così, fredde, anche quando la provvista era quasi finita e le poche restanti si coprivano di muffa 28. Altra volta faceva cuocere un uovo nella cenere calda 29, oppure in una: casseruola dal manico lungo, si preparava indigesti matefaims, fatti con un pugno di farina, un po' d'acqua ed un po' di sale.  

 Continuò questo regime fino al 1827, epoca nella quale fu organizzata la casa della Provvidenza: da quel giorno l'abate Vianney prenderà i suoi pasti in questa casa. «Come stavo bene quando ero solo! - diceva scherzosamente. - Quando aveva bisogno di nutrimento cucinavo tre matefaims; quando mangiavo il primo, cuocevo il secondo; quando mangiavo il secondo, cuocevo il terzo e mangiavo il terzo mentre pulivo la mia casseruola e spegnevo il fuoco. Poi bevevo un buon bicchiere d'acqua e ne avevo abbastanza per parecchi giorni» 30.  

Al mezzogiorno della domenica era più trascurato ancora e si accontentava di tre o quattro grammi di pane benedetto, senza per questo permettersi, alla sera, un nutrimento un po' più abbondante 31. Un giorno in cui la fame si faceva sentire più imperiosamente del solito, il «sublime imprevidente» trovò il suo paniere vuoto. Passando presso un vicino fu tradito dal suo aspetto anormale: «Cos'avete, Signor Curato?» gli domandò questi un po' spaventato. «Amico mio, è da tre giorni che non mangio più!». Il buon parrocchiano s'affrettò a portargli la metà di un pane 32. Un giorno in cui faceva visita alla casa di Giovanni Cinier, all'ora del pranzo, si portarono in tavola patate fumanti. «Sono molto belle» disse prendendone una, e dopo averla guardata un istante la rimise nel piatto. Antonio Cinier, uno dei figli presenti a questa scena, ha detto: «Era una penitenza che si imponeva» 33.  

La sua vicina di casa ottenne il permesso di pascolare la vacca nel giardino del presbiterio, che era affatto trascurato. Un giorno sorprese in esso l'abate Vianney, che coglieva dell'acetosa. «Mangiate dunque erba?» gli domandò. Infastidito di essere stato scoperto, rispose: «Sì... provai a vivere d'erba, ma non potei continuare» 34.  

 A parte quanto poté dire in proposito nel villaggio la buona donna, il volto dimagrito diceva abbastanza agli abitanti d'Ars le penitenze che si imponeva il loro pastore. Per intuizione quest'anima mistica sapeva che lo spirito del Male esercita un potere tirannico sulle anime impure ed erano queste che egli doveva liberare. «Questo genere di demoni - dice  il Vangelo - non si scaccia se non col digiuno e con la preghiera» 35. Il Curato d'Ars aveva preso la sua parola d'ordine dalle labbra del Maestro. Venti anni più tardi, il 14 ottobre 1839, in un colloquio confidenziale coll'abate Tailbades, giovane prete di Montpellier, che venne da lui per alcune settimane, onde formarsi all'apostolato direttamente alla sua scuola, rivelò così il segreto delle sue prime conquiste:  

Amico mio, il demonio fa poco conto della disciplina e di altri strumenti di penitenza: lo turba invece la privazione volontaria nel bere, nel mangiare e nel dormire. Non c'è altra cosa che il demonio abbia maggiormente in orrore, che questo genere di penitenza, che, per conseguenza, è più gradito a Dio. Oh! quanto l'ho esperimentato! Quando ero solo nei primi otto o nove anni, ed ero libero di fare a mio piacimento, passavo giornate intere senza prendere nessun cibo, ed allora ottenevo da Dio tutto quello che domandavo per me e per gli altri.  

 Così dicendo, le lagrime gli cadevano dagli occhi. Poco dopo riprese:  

Ora non è più la stessa cosa. Se rimango lungo tempo senza cibo, mi viene a mancare la parola. Ma come vivevo felice quando ero solo! Comperavo dai poveri i pezzi di pane che essi ricevevano in elemosina, passavo la maggior parte della notte in chiesa e non aveva tanti fedeli da confessare come al presente …. Ed il buon Dio mi faceva grazie straordinarie …. 36.  

 Così per il giovane Curato l'epoca delle grandi penitenze fu anche l'epoca delle grandi consolazioni. 


L’assenza del buon costume - Leggi non scritte

 


L’Amore sensuale – Il matrimonio – La responsabilità


Un’assenza generale di buon costume accompagna il tempo del disamore degli uomini, ed anche questo è un segno della decadenza spirituale, che gli uomini non hanno più nessun riguardo della sensibilità dei prossimi e quindi verso di loro non si danno nessun ritegno. Ed una razza che è senza buoni costumi e senza profonda morale, va incontro al naufragio. Questo è bensì incomprensibile per gli uomini, dato che la moralità viene considerata solamente come opera umana secondaria e considerano come adeguato al tempo il vivere tutti gli istinti fino in fondo. In quest’opinione vengono sostenuti tramite l’interpretazione totalmente sbagliata che le leggi della moralità ostacolano gli uomini solamente nel vivere fino in fondo e perciò devono essere estinte. Un popolo che non vuole farsi nessuna legge come filo conduttore, non può mai e poi mai sussistere, dato che queste danno loro un sostegno morale e vivono la loro vita in un certo ordine sociale. Queste sono delle leggi non scritte che però venivano accettate finora dagli uomini, perché tutti riconoscevano sia la necessità che anche la benedizione di tali leggi e vi si sono adeguati senza resistenza per via dell’ordine umano. Queste leggi vengono sempre più dimenticate, oppure vengono sapientemente rigettate dagli uomini, perché sono d’impedimento ad un vivere fino in fondo la loro istintività. In ciò è visibilmente riconoscibile una retrocessione dello sviluppo spirituale, perché più l’uomo è istintivo, meno tende verso Dio; desidera il mondo, cioè tutto ciò che crea benessere al corpo, e per via del corpo lascia cadere ogni riguardo per il prossimo. La conseguenza è che l’uomo cade alle forze spirituali che hanno portato sulla Terra ad una vita del godimento sfrenato, che godono delle loro brame e quindi conducono una vita peccaminosa. Queste forze spirituali hanno una grande influenza su quegli uomini e li sfruttano in un modo che l’uomo bada sempre di meno alle leggi non scritte, per darsi senza pensare ad un cammino di vita dissoluto e per lui non esistono nemmeno più dei limiti per l’esaudimento delle sue brame. Lo sviluppo spirituale è per una tale predisposizione e non è mai di promozione per le gioie del mondo, perché ciò che pretende il corpo, sarà sempre a svantaggio dell’anima. Inoltre un tendere spirituale verrà deriso e schernito e questo nuovamente senza limite, perché gli uomini hanno perduto la sensazione per il comportamento e buoni costumi. Quindi non viene nemmeno considerata l’opinione del singolo, ma osservata come avversa e perciò rigettata, sovente in modo vergognoso, perché la moralità e la decadenza spirituale vanno mano nella mano. Gli uomini parlano bensì di essere emancipati, ma lo sono meno che mai. Parlano di progresso spirituale e sono comunque rimasti molto indietro, perché con ciò non intendono il progresso dell’anima, solo unicamente un pensare deformato che a loro sembra però desiderabile. Cercano di edificarsi una nuova moralità che presta vantaggio ad un leggero cammino di vita e tendono presentarlo come ideale. Così vengono rilasciate nuove leggi, le leggi vecchie vengono rovesciate così rispettivamente camminerà anche l’umanità e perderà ogni norma per una vita virtuosa compiacente a Dio, che deve procurare agli uomini un progresso dell’anima.

Amen

30 agosto 1942

Fatima non ha raccontato tutto! Il piano di Dio per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria

 


Come si è svolto il piano di Dio per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

L'enorme accumulo di profezie sul nostro tempo concorda sul fatto che il Cielo ci sta guidando verso il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

E cosa significa?

Che la Madonna radunerà i Suoi figli, li istruirà, li purificherà e li condurrà in un'Era di Pace, passando sopra la tribolazione.

E perché ciò sia possibile, il Cielo vuole stabilire la devozione al Cuore Immacolato di Maria, come sappiamo che annunciò nelle apparizioni di Fatima nel 1917.

Ma i movimenti soprannaturali, quasi dimenticati dalla storia, cominciarono a preparare il terreno prima.

Questo è quello che ti diremo qui.

Unisciti a noi in questo affascinante viaggio per scoprire come il Cielo ha iniziato ad orchestrare, in modo miracoloso, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria attraverso la chiamata alla Consacrazione, piuttosto che a Fatima.

La devozione al Cuore Immacolato di Maria è già menzionata da san Gregorio Taumaturgo, Padre della Chiesa, nel III secolo.

Nel IV secolo, sant'Agostino d'Ippona contribuì alla tesi teologica secondo cui Maria fu concepita senza peccato originale, cioè Immacolata.

È stato preservato dal peccato originale da Dio, al fine di concepire l'uomo che non aveva alcun peccato, Gesù.

Poi, nel XVII secolo, il sacerdote francese San Giovanni Eudes scrisse le prime opere sul Cuore di Maria.

E nel 1830 avvenne a Parigi la prima apparizione moderna della Beata Vergine: la Medaglia Miracolosa.

Pio XII chiamò "l'età di Maria", un periodo di ripetute visite celesti.

l'invocazione che Maria dettò a Santa Caterina Labouré era legata all'Immacolata Concezione, era: "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te".

Questo clima portò Papa Pio IX a promulgare solennemente il dogma dell'Immacolata Concezione nel 1854.

E quattro anni dopo, l'apparizione della Madonna a Lourdes confermerà, in modo inaspettato, la definizione del Dogma.

E quando è iniziato il movimento per la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria?

Era prima.

L'inizio formale della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria iniziò nel 1836.

Accadde 6 anni dopo l'apparizione della Medaglia Miracolosa in Rue du Bac e 18 anni prima dell'approvazione del Dogma dell'Immacolata Concezione.

Padre Charles Dufriche Desgenettes, parroco di Notre-Dame des Victiées, nel quartiere Bourse di Parigi, era scoraggiato e scontento.

Ricopriva l'incarico dal 1832 e, nonostante i suoi sforzi, aveva solo quaranta persone alla Messa domenicale.

Il quartiere è stato scristianizzato dopo la Rivoluzione.

E sabato 3 dicembre 1836, padre Desgenettes fu tentato di disperare mentre celebrava la Messa.

Sentì una voce lamentosa che gli diceva: "Tu non fai nulla qui, il tuo ministero è inutile. In quattro anni, cosa hai guadagnato? Tutto è perduto. Queste persone non hanno più fede. Per prudenza dovresti ritirarti".

Terrorizzato, perde il filo della Messa e quasi si ferma prima della consacrazione, per paura del sacrilegio.

E chiede a Dio di liberarlo da questa miserabile distrazione.

E poi udì una voce che gli diceva solennemente: "Consacra la tua parrocchia al Cuore Immacolato di Maria!".

E immediatamente, il disturbo demoniaco evaporò, lasciando il posto a un senso di calma.

Alla fine della Messa, si reca in sacrestia, ripetendo a se stesso che non deve fermarsi davanti a un'illusione, né osare diventare veggente.

E mentre riflettevo, la stessa voce si è alzata di nuovo: "Consacrate la vostra parrocchia al Cuore Immacolato di Maria!"

E cade in ginocchio.

Il sacerdote cerca di respingere questa proposta, ma inutilmente.

E per sbarazzarsene, redasse gli statuti di una confraternita posta sotto il nome di Maria, dicendo che si trattava di un atto di devozione alla Beata Vergine.

Cosa che Monsignore de Quelen approverebbe immediatamente.

domenica 11 dicembre, davanti a un pubblico ancora più ristretto del solito, il sacerdote ha annunciato la celebrazione di un servizio eccezionale per quello stesso pomeriggio, "per implorare la misericordia divina, attraverso la protezione di Maria e la grazia della conversione dei peccatori", e ha invitato molti a partecipare.

Pensava che alle 7 di sera non ci sarebbe stato nessuno.

Ma quando è il momento della funzione, la chiesa è piena, quasi 500 persone.

Spiega gli scopi della confraternita e il pubblico lo riceve con le lacrime agli occhi e recita con fervore le litanie della Vergine.

quando giunge all'invocazione "Rifugio dei peccatori, prega per noi", il sacerdote esclama: "Maria, adotta questa pia associazione! Datemi come segno la conversione del signor Joly. Domani andrò a casa sua in tuo nome".

E che fine ha fatto il signor Joly?

Monsieur Joly, ottuagenario, fu l'ultimo Custode dei Sigilli di Luigi XVI.

Massone, nemico della religione, era malato, cieco e isolato.

In gioventù quest'uomo aveva accettato dottrine anticlericali e pregiudizi contro la Chiesa.

Ma padre Desgenettes lo aveva visitato parecchie volte, ed era stato respinto.

Il 12 dicembre, padre Desgenettes tornò a casa del signor Joly e bussò alla porta.

I dipendenti non volevano farlo entrare, ma lui ha insistito di nuovo ed è stato finalmente in grado di raggiungere il vecchio.

Non avevano scambiato che qualche parola cortese, quando il signor Joly chiese al padre di benedirlo.

Profondamente commosso, il sacerdote lo benedisse, e in quel momento il vecchio esclamò:

"La tua visita mi sta facendo tanto bene, padre! Non riesco a vederlo, ma sento la sua presenza.

Dal momento in cui è entrato nella mia stanza ho sentito una pace, una calma interiore e una felicità che non avevo mai provato prima".

Allora il padre, vedendo l'indole straordinaria del signor Joly, gli chiese se voleva confessarsi, al che egli rispose subito di sì.

Padre Desgenettes aveva chiesto un segno e l'aveva ricevuto chiaramente.

Ora ero convinta di fare la volontà di Dio e di avere un'autentica missione da compiere.

Tutto questo movimento della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria ha portato presto i suoi frutti. ?

In soli quattro anni, il numero delle comunioni distribuite a Nostra Signora delle Vittorie crebbe da 720 nel 1835 a 12.500 nel 1938.

Nello stesso anno l'Arciconfraternita contava 7.900 membri.

Come la Medaglia Miracolosa, attraverso l'approvazione papale, l'Arciconfraternita dell'Immacolata Concezione di Nostra Signora delle Vittorie ottenne un grande slancio con la fondazione ufficiale.

Questo ha fatto di lei la grande precorritrice di Fatima, un'apparizione che sarebbe stata il fulcro dei nostri tempi per promuovere la devozione al Cuore Immacolato di Maria.

In seguito la parrocchia sarà testimone di numerose grazie concesse dalla Vergine, come testimoniano gli ex voto sulle pareti della chiesa.

Il più noto accadde nel maggio del 1883, quando Santa Teresa di Lisieux aveva solo 10 anni e stava per morire.

Suo padre inviò una donazione a Nostra Signora delle Vittorie per tenere una novena di messe per la sua salute.

Più tardi Santa Teresa attribuirà a Nostra Signora delle Vittorie quello che lei chiama il miracolo della sua guarigione.

E per pura divina provvidenza, sarà lì che verrà inaugurata l'adorazione notturna del Santissimo Sacramento.

Hermann Cohen, musicista e membro di una ricca famiglia ebrea, si convertì al cattolicesimo nel 1847 e portò avanti l'idea di fondare un'adorazione notturna del Santissimo Sacramento nel 1848.

Come vedete, dove c'è Maria, c'è suo Figlio.

Bene, questo è tutto, quello che volevamo dirvi su come il Cielo ha iniziato il movimento della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, che oggi è centrale, perché stiamo aspettando il Trionfo del Suo Cuore Immacolato.

Forum della Vergine Maria

Dio Padre: Il Mio Amore sconfiggerà il male e l‟odio.

 


AMORE DI DIO 


Mia carissima figlia, il Mio Amore, quando è accettato da voi, è in grado di produrre grandi frutti. Ma quando viene respinto ne deriva un terreno inaridito. Senza il Mio Amore non c‟è vita, non c‟è gioia, non c‟è pace. Quando l‟uomo sente il Mio Amore, esso crea una grande meraviglia, stupore ed un sentimento di profonda gratitudine nell‟anima della persona che ha ricevuto questo Dono. 

Miei cari figli, quando sperimentate una qualsiasi forma d‟amore per un altro essere umano, è il Mio Amore che sentite. Esso può venire solo da Me poiché Io Sono l‟Amore. L‟amore è un dono e voi dovete coglierlo non appena lo sentite risvegliarsi nel vostro cuore. Coloro che accettano il Mio Amore, sappiano che Io li riempirò ancor più del Mio Dono se essi lo condivideranno con coloro ai quali non è stata concessa questa grazia. 

Il Mio Amore sconfiggerà il male e l‟odio. L‟amore spazza via l‟odio, mentre il maligno, la spina nel fianco dell‟uomo, è incapace di farlo. Quando dite di amarMi, dovete lottare molto duramente per evitare a qualsiasi tipo d‟odio di infangare la vostra anima. Se Mi amate, perdonerete i vostri nemici, perché li vedrete come Io li vedo. Questo richiede, da parte vostra, perseveranza e disciplina, che vi impediranno di ferire un‟altra persona, verbalmente o fisicamente.

Quando consentirete al Mio Amore di fluire nelle vostre vene, proverete completa pace e libertà. Questo accadrà perché non proverete più malizia, rabbia, vendetta né rancore contro nessun altro dei Miei figli. Questo è il Dono del Mio Amore nella sua forma più pura. Accettatelo da parte Mia recitando questa preghiera: 

Crociata di Preghiera (168) Per il Dono dell‟Amore di Dio 

O Carissimo Padre, 

O l’Unico Eterno,  

l’Altissimo Dio,  

rendimi degno del Tuo Amore.  

Ti prego di perdonarmi per aver ferito gli altri e per qualsiasi cattiva azione che ha causato sofferenza a qualcuno dei Tuoi figli.  

Apri il mio cuore così che Io possa accoglierTi nella mia anima e purificami da qualunque tipo di odio io possa provare verso un’altra persona.  

Aiutami a perdonare i miei nemici e a piantare i semi del Tuo Amore dovunque io vada e tra coloro che incontro ogni giorno.  

Concedimi, Caro Padre, i Doni della Perseveranza e della Fiducia, perché possa difendere la Tua Santa Parola e mantenere in vita, in un mondo ottenebrato, la Fiamma del Tuo Grande Amore e della Tua Misericordia.  

Amen.  

Figli, vi prego, consolatevi nella consapevolezza che Io vi amo tutti, non importa chi voi siate, quali siano i peccati che avete commesso e se Mi avete o meno maledetto. Il Mio Amore per voi è incondizionato. 

Devo, tuttavia, separare coloro che stanno cercando di accecare i Miei figli, alla Verità della loro salvezza, da coloro che sono Miei. Qualora non intervenissi, molti sarebbero persi per Me ed Io non sono pronto a sacrificare le anime di coloro che, nonostante ogni sforzo del Mio Ruolo, Mi rifiuteranno nell‟ultimo giorno. 

Vi chiedo di riporre tutta la vostra fiducia in Me e di conservare il Mio Sigillo di Protezione, in qualsiasi forma, vicino a voi. La lotta è già iniziata ed Io soddisferò la giustizia, punendo coloro che cercano di distruggere i Miei figli. 

Non dimenticate mai Chi Io Sono. Io Sono il principio e la fine. Tutti coloro che vengono a Me troveranno Vita Eterna. Lasciate che vi porti al sicuro e vi conduca ad una vita gloriosa in unione con la Mia Volontà. Io rivelerò il Nuovo Paradiso quando sarà giunto il Mio Tempo e desidero che voi mostriate pazienza. Vivete la vostra vita in armonia con gli altri. Prendetevi cura delle vostre famiglie come prima. Venite a Me nelle vostre chiese come prima. Ma ricordate sempre che la Verità, la Vera Parola di Dio, non può mai cambiare perché Io Sono la Verità. Non potrò mai cambiare perché non sarà mai possibile. 

Io vi amo. Io vi benedico. Io vi proteggo. 

Il vostro amorevole Padre, 

l‟Altissimo Dio. 

29 Settembre 2014

Vita dopo la morte

 


Padre  Jose Maniyangat descrive la sua esperienza di vita dopo la morte


"Giuseppe e Teresa, i miei genitori, hanno avuto sette figli: Jose, Maria, Teresa, Lissama, Zaccaria, Valsa e Tom. Io sono nato il 16 Luglio 1949 nel Kerala, India.

All’età di 14 anni sono entrato nel seminario minore di S. Maria a Thiruvalla per iniziare i miei studi per il sacerdozio. Quattro anni più tardi, sono andato al Pontificio Seminario Maggiore di S. Giuseppe a Alwaye, Kerala, per continuare la mia formazione sacerdotale. Dopo aver completato sette anni di filosofia e di teologia, sono stato ordinato sacerdote il 1° gennaio 1975 e ho servito come missionario nella Diocesi di Thiruvalla.

La Domenica 14 aprile 1985, festa della Divina Misericordia, mentre stavo andando a celebrare la messa in una chiesa della missione nel nord del Kerala, ho avuto un incidente mortale. Stavo guidando una moto quando sono stato colpito frontalmente da una jeep guidata da un uomo ubriaco, che tornava da una festa indù. Mi hanno trasportato d’urgenza in un ospedale situato a circa 55 km. Durante il tragitto, la mia anima è uscita dal mio corpo ed ho sperimentato la morte. Immediatamente, ho incontrato il mio angelo custode.

Ho visto il mio corpo e le persone che mi portavano in ospedale. Ho sentito piangere e pregare per me. In quel momento il mio angelo mi ha detto: "Ti porto in Cielo, il Signore vuole incontrarti e parlare con te". Ha anche aggiunto, durante il tragitto, che voleva mostrarmi l'inferno e il purgatorio.

L' Inferno

L'Angelo mi ha portato dapprima all’inferno. È stata una visione terribile. Ho visto Satana e i demoni, un fuoco inestinguibile di circa 2.000 gradi celsius, vermi striscianti, gente che urlava e si dibatteva, altri torturati dai demoni. L'angelo mi ha detto che tutte queste sofferenze sono dovute ai peccati mortali di cui non si erano pentiti. Poi ho capito che ci sono sette gradi o livelli di sofferenza in base al numero e al tipo di peccati mortali commessi nella vita terrena. Le anime sembravano molto brutte, crudeli e orribili. E 'stata un'esperienza orribile. Ho visto persone che conoscevo, ma non ho il permesso di rivelare le loro identità. I peccati che li hanno condannati erano principalmente l'aborto, l'omosessualità, l'eutanasia, l'odio, il rifiuto del perdono e il sacrilegio. L'angelo mi ha detto che se si fossero pentiti, avrebbero evitato l'inferno e sarebbero andati invece al purgatorio. Ho capito anche che coloro che si pentono dei loro peccati, potrebbero essere purificata sulla terra attraverso le loro sofferenze. In questo modo si può evitare il purgatorio e andare direttamente in Paradiso. Sono rimasto sorpreso quando ho visto nell’inferno anche sacerdoti e vescovi che non mi aspettavo di trovarvi. Molti erano lì perché avevano indotto in errore le persone con falsi insegnamenti e cattivi esempi.

Il Purgatorio

Dopo la visita all’inferno, il mio angelo custode mi ha accompagnato in Purgatorio. Anche qui vi sono sette gradi di sofferenza e di fuoco inestinguibile. Ma è molto meno intenso di quello dell'inferno, e non c'erano più litigi e risse. La sofferenza principale di queste anime è di essere separate da Dio. Alcune di queste anime del Purgatorio hanno commesso numerosi peccati mortali, ma si sono riconciliate con Dio prima della morte. Anche se esse soffrono, godono di pace sapendo che un giorno andranno a vedere Dio faccia a faccia.

Ho avuto la possibilità di comunicare con le anime del Purgatorio. Esse mi hanno chiesto di pregare per loro e dire alla gente di pregare per loro affinché possano andare in paradiso presto.

Quando noi preghiamo per queste anime riceveremo la loro riconoscenza attraverso le loro preghiere e, in cielo, le loro preghiere diventare ancora più meritorie.

È difficile descrivere la bellezza del mio Angelo custode. Egli è radioso e brillante. Lui è il mio compagno costante e mi aiuta in tutti i miei ministeri, in particolare nel mio ministero di guarigione. Sperimento la sua presenza ovunque vada e gli sono grato per la sua protezione nella mia vita quotidiana.

Il Cielo

In seguito, il mio angelo mi ha accompagnato in cielo passando attraverso un grande e luminoso tunnel. Non ho mai sentito tanta pace e gioia nella mia vita. Poi, immediatamente, il cielo si è aperto e ho udito la più bella musica mai sentita. Gli angeli cantavano e lodavano Dio. Ho visto tutti i santi, in particolare la Madre Santissima e San Giuseppe, e molti Vescovi e sacerdoti consacrati che brillavano come stelle.

Quando sono apparso davanti al Signore Gesù, Egli mi ha detto: "Voglio che tu torni nel mondo. Nella tua seconda vita, tu sarai uno strumento di pace e di guarigione per il mio popolo. Camminerai in una terra straniera e parlerai una lingua straniera. Tutto è possibile per te con la Mia grazia." Dopo queste parole, la Madonna mi ha detto: "Fa tutto quello che ti dirà. Io ti aiuterò nei tuoi ministeri."

Le parole non possono esprimere la bellezza del cielo. La pace e la felicità trovate lì superano un milione di volte la nostra immaginazione. Nostro Signore è molto più bello di tutte le immagini conosciute. Il suo volto è raggiante e luminoso, e molto più bello di mille albe. Le immagini che vediamo nel mondo sono solo l'ombra della sua magnificenza. La Madonna era accanto a Gesù, e così bella e radiosa che nessuna delle immagini che vediamo in questo mondo si può paragonare alla sua bellezza. Il cielo è la nostra vera casa, siamo tutti creati per raggiungere il cielo e godere di Dio per sempre.

Poi sono ritornato nel mondo con il mio angelo.

Mentre il mio corpo era in ospedale, il medico ha completato tutti gli esami e mi ha dichiarato morto. La causa della morte è stata l’emorragia. La mia famiglia è stata avvertita e siccome era lontana, il personale dell'ospedale ha deciso di inviare il mio cadavere all'obitorio. Poiché l'ospedale non aveva l'aria condizionata, temevano la rapida decomposizione del mio corpo. Mentre mi portavano all'obitorio, la mia anima è tornato nel corpo. Ho sentito un dolore atroce a causa delle numerose contusioni e ossa rotte. Ho iniziato a gridare e la gente terrorizzata è fuggita via urlando. Uno di loro si rivolse al medico e gli disse:

"Il cadavere sta urlando!"

Il medico è venuto a esaminare il corpo e ha dichiarato che ero vivo. Poi ha detto: "Il Padre è vivo, è un miracolo, portatelo in ospedale."

Tornato all’ospedale, mi hanno fatto le trasfusioni di sangue e sono stato portato in chirurgia per riparare le ossa rotte. Hanno lavorato sulla mia mascella inferiore, l'osso pelvico, i polsi e la gamba destra. Dopo due mesi ho lasciato l'ospedale, ma un medico ortopedico ha detto che non avrei mai più camminato. Gli ho risposto: "Il Signore che mi ha ridato la vita e mi ha rimesso al mondo mi guarirà." Di ritorno a casa, tutti noi abbiamo pregato per un miracolo. Dopo un mese che le piastre mi erano state tolte, non ero ancora in grado di muovermi. Ma un giorno, mentre pregavo, ho sentito un dolore tremendo nella regione pelvica.

Poco dopo il dolore è scomparso del tutto e ho udito una voce che diceva: "Sei guarito. Alzati e cammina." Ho sentito la pace e la potenza di guarigione nel mio corpo. Mi sono subito alzato e ho camminato. Ho lodato e ringraziato Dio per questo miracolo. Ho raggiunto il mio medico per dargli la notizia della mia guarigione e lui è rimasto stupito. Mi ha detto: "Il vostro Dio è il Dio vero. Devo seguire il vostro Dio.” Il medico era indiano (dell'India) e mi ha chiesto di insegnargli la fede della nostra Chiesa. Dopo di che l’ho battezzato ed è diventato cattolico."