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domenica 3 novembre 2024

Al soffiare di un vento di castigo soprannaturale e umano, crolleranno gli edifici che di santo non hanno che il nome.

 


DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

 

Allora Pietro si rivolge al Maestro e gli dice:  

«Vieni in disparte e spiegaci quando avverrà la tua profezia sulla distruzione del Tempio. Daniele ne parla, ma se fosse come lui dice e come Tu dici, poche ore avrebbe ancora il Tempio. Ma noi non vediamo eserciti ne preparativi di guerra. Quando dunque avverrà? Quale sarà il segno di esso? Tu sei venuto. Tu, dici, stai per andare via. Eppure si sa che essa non sarà che quando Tu sarai fra gli uomini. Tornerai, allora? Quando, questo tuo ritorno? Spiegaci, perché noi si possa sapere...».  

«Non occorre mettersi in disparte. Vedi? Sono rimasti i discepoli più fedeli, quelli che saranno a voi dodici di grande aiuto. Essi possono sentire le parole che dico a voi. Venitemi tutti vicino!», grida in ultimo per radunare tutti.  

I discepoli, sparsi sul pendio, si avvicinano, fanno un mucchio compatto, stretto intorno a quello principale di Gesù coi suoi apostoli, e ascoltano.  

«Badate che nessuno vi seduca in futuro. Io sono il Cristo e non vi saranno altri Cristi. Perciò, quando molti verranno a dirvi: "Io sono il Cristo" e sedurranno molti, voi non credete a quelle parole, neppure se saranno accompagnate da prodigi. Satana, padre di menzogna e protettore dei menzogneri, aiuta i suoi servi e seguaci con falsi prodigi, che però possono essere riconosciuti non buoni perché sempre uniti a paura, turbamento e menzogna. I prodigi di Dio voi li conoscete: dànno pace santa, letizia, salute, fede, conducono a desideri e opere sante. Gli altri no. Perciò riflettete sulla forma e le conseguenze dei prodigi che potrete vedere in futuro ad opera dei falsi Cristi e di tutti coloro che si ammanteranno nelle vesti di salvatori di popoli e saranno invece le belve che rovinano gli stessi.  

Sentirete anche, e vedrete anche, parlare di guerre e di rumori di guerre e vi diranno: "Sono i segni della fine". Non turbatevi. Non sarà la fine. Bisogna che tutto questo avvenga prima della fine, ma non sarà ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo, regno contro regno, nazione contro nazione, continente contro continente, e seguiranno pestilenze, carestie, terremoti in molti luoghi. Ma questo non sarà che il principio dei dolori. Allora vi getteranno nella tribolazione e vi uccideranno, accusandovi di essere i colpevoli del loro soffrire e sperando di uscirne col perseguitare e distruggere i miei servi.  

Gli uomini fanno sempre accusa agli innocenti di esser causa del male che essi, peccatori, si creano. 

Accusano Dio stesso, perfetta Innocenza e Bontà suprema, di esser causa del loro soffrire, e così faranno con voi, e voi sarete odiati per causa del mio Nome. È Satana che li aizza. E molti si scandalizzeranno e si tradiranno e odieranno a vicenda. È ancor Satana che li aizza. E sorgeranno falsi profeti che indurranno molti in errore. Ancora sarà Satana il vero autore di tanto male. E per il moltiplicarsi dell'iniquità si raffredderà la carità in molti. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo. E prima bisogna che questo Vangelo del Regno di Dio sia predicato in tutto il mondo, testimonianza a tutte le nazioni. Allora verrà la fine. Ritorno al Cristo di Israele che lo accoglie e predicazione della mia Dottrina in tutto il mondo.  

E poi un altro segno. Un segno per la fine del Tempio e per la fine del mondo. Quando vedrete l'abominazione della desolazione predetta da Daniele37 - chi mi ascolta bene intenda, e chi legge il Profeta sappia leggere fra le parole - allora chi sarà in Giudea fugga sui monti, chi sarà sulla terrazza non scenda a prendere quanto ha in casa, e chi è nel suo campo non torni in casa a prendere il suo mantello, ma fugga senza volgersi indietro, ché non gli accada di non poterlo più fare, e neppure si volga nel fuggire a guardare, per non conservare nel cuore lo spettacolo orrendo e insanire per esso.  

Guai alle gravide e a quelle che allatteranno in quei giorni! E guai se la fuga dovesse compiersi in sabato! Non sarebbe sufficiente la fuga a salvarsi senza peccare. Pregate dunque perché non avvenga in inverno e in giorno di sabato, perché allora la tribolazione sarà grande quale mai non fu dal principio del mondo fino ad ora, né sarà mai più simile perché sarà la fine. Se non fossero abbreviati quei giorni in grazia degli eletti, nessuno si salverebbe, perché gli uomini-satana si alleeranno all'inferno per dare tormento agli uomini. 

E anche allora, per corrompere e trarre fuori della via giusta coloro che resteranno fedeli al Signore, sorgeranno quelli che diranno: "Il Cristo è là, il Cristo è qua. È in quel luogo. Eccolo". Non credete. 

Nessuno creda, perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno prodigi e portenti tali da indurre in errore, se fosse possibile, anche gli eletti, e diranno dottrine in apparenza così confortevoli e buone a sedurre anche i migliori, se con loro non fosse lo Spirito di Dio che li illuminerà sulla verità e l'origine satanica di tali prodigi e dottrine. Io ve lo dico. Io ve lo predico perché voi possiate regolarvi. Ma di cadere non temete. 

Se starete nel Signore non sarete tratti in tentazione e in rovina. Ricordate ciò che vi ho detto: "Vi ho dato il potere di camminare su serpenti e scorpioni, e di tutta la potenza del Nemico nulla vi nuocerà, perché tutto vi sarà soggetto". Vi ricordo anche però che per ottenere questo dovete avere Dio in voi, e rallegrarvi dovete, non perché dominate le potenze del Male e le venefiche cose, ma perché il vostro nome è scritto in Cielo.  

State nel Signore e nella sua verità. Io sono la Verità e insegno la verità. Perciò ancora vi ripeto: qualunque cosa vi dicano di Me, non credete. Io solo ho detto la verità. Io solo vi dico che il Cristo verrà, ma quando sarà la fine. Perciò, se vi dicono: "È nel deserto", non andate. Se vi dicono: "È in quella casa, non date retta. Perché il Figlio dell'uomo nella sua seconda venuta sarà simile al lampo che esce da levante e guizza fino a ponente, in un tempo più breve di quel che non sia il batter di una palpebra. E scorrerà sul grande Corpo, di subito fatto Cadavere, seguito dai suoi fulgenti angeli, e giudicherà. Là dovunque sarà corpo là si raduneranno le aquile. E subito dopo la tribolazione di quei giorni ultimi, che vi fu detta - parlo già della fine del tempo e del mondo e della risurrezione delle ossa, delle quali cose parlano i profeti - si oscurerà il sole, e la luna non darà più luce, e le stelle del cielo cadranno come acini da un grappolo troppo maturo che un vento di bufera scuote, e le potenze dei Cieli tremeranno.  

E allora nel firmamento oscurato apparirà folgorante il segno del Figlio dell'uomo, e piangeranno tutte le nazioni della Terra, e gli uomini vedranno il Figlio dell'uomo venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Ed Egli comanderà ai suoi angeli di mietere e vendemmiare, e di separare i logli dal grano, e di gettare le uve nel tino, perché sarà venuto il tempo del grande raccolto del seme di Adamo, e non ci sarà più bisogno di serbare racimolo o semente, perché non ci sarà mai più perpetuazione della specie umana sulla Terra morta. E comanderà ai suoi angeli che a gran voce di trombe adunino gli eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli, perché siano al fianco del Giudice divino per giudicare con Lui gli ultimi viventi ed i risorti.  

Dal fico imparate la similitudine: quando vedete che il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che vicina è l'estate. Così anche, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Cristo sta per venire. In verità vi dico: non passerà questa generazione che non mi volle, prima che tutto ciò avvenga.  

La mia parola non cade. Ciò che dico sarà. Il cuore e il pensiero degli uomini possono mutare, ma non muta la mia parola. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi al giorno e all'ora precisa, nessuno li conosce, neppure gli angeli del Signore, ma soltanto il Padre li conosce.  

Come ai tempi di Noè, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo. Nei giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno sino al giorno in cui Noè entrò nell' arca e si aprirono le cataratte dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa. Anche così sarà per la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno accosto nel campo, e uno sarà preso e uno sarà lasciato, e due donne saranno intente a far andare la mola, e una sarà presa e una lasciata, dai nemici nella Patria e più ancora dagli angeli separanti il buon seme dal loglio, e non avranno tempo di prepararsi al giudizio del Cristo. 

Vegliate dunque perché non sapete a che ora verrà il vostro Signore. Ripensate a questo: se il capo di famiglia sapesse a che ora viene il ladro, veglierebbe e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi vegliate e pregate, stando sempre preparati alla venuta, senza che i vostri cuori cadano in torpore, per abuso e intemperanza di ogni specie, e i vostri spiriti siano fatti distratti e ottusi alle cose del Cielo dalle eccessive cure per le cose della Terra, e il laccio della morte non vi colga improvviso quando siete impreparati. 

Perché, ricordate, tutti avete a morire. Tutti gli uomini, nati che siano, devono morire, ed è una singola venuta del Cristo questa morte e questo susseguente giudizio, che avrà il suo ripetersi universale alla venuta solenne del Figlio dell'uomo.  

Che sarà mai di quel servo fedele e prudente, preposto dal padrone ad amministrare il cibo ai domestici in sua assenza? Beata sorte egli avrà se il suo padrone, tornando all'improvviso, lo trova a fare ciò che deve con solerzia, giustizia e amore. In verità vi dico che gli dirà: "Vieni, servo buono e fedele. Tu hai meritato il mio premio. Tieni, amministra tutti i miei beni". Ma se egli pareva, e non era, buono e fedele, e nell'interno suo era cattivo come all'esterno era ipocrita, e partito il padrone dirà in cuor suo: "Il padrone tarderà a tornare! Diamoci al bel tempo", e comincerà a battere e malmenare i conservi, facendo usura su loro nel cibo e in ogni altra cosa per avere maggior denaro da consumare coi gozzovigliatori e ubbriaconi, che avverrà? Che il padrone tornerà all'improvviso, quando il servo non se lo pensa vicino, e verrà scoperto il suo malfare, gli verrà levato posto e denaro, e sarà cacciato dove giustizia vuole. E ivi starà.  

E così del peccatore impenitente, che non pensa come la morte può essere vicina e vicino il suo giudizio, e gode e abusa dicendo: "Poi mi pentirò". In verità vi dico che egli non avrà tempo di farlo e sarà condannato a stare in eterno nel luogo del tremendo orrore, dove è solo bestemmia e pianto e tortura, e ne uscirà soltanto per il Giudizio finale, quando rivestirà la carne risorta per presentarsi completo al Giudizio ultimo come completo peccò nel tempo della vita terrena, e con corpo ed anima si presenterà al Giudice Gesù che egli non volle per Salvatore.  

Tutti là accolti davanti al Figlio dell'uomo. Una moltitudine infinita di corpi, restituiti dalla terra e dal mare e ricomposti dopo essere stati cenere per tanto tempo. E gli spiriti nei corpi. Ad ogni carne tornata sugli scheletri corrisponderà il proprio spirito, quello che l'animava un tempo. E staranno ritti davanti al Figlio dell'uomo, splendido nella sua Maestà divina, seduto sul trono della sua gloria sorretto dai suoi angeli.  

Ed Egli separerà uomini da uomini, mettendo da un lato i buoni e dall'altro i cattivi, come un pastore separa le pecorelle dai capretti, e metterà le sue pecore a destra e i capri a sinistra. E dirà con dolce voce e benigno aspetto a quelli che, pacifici e belli di una bellezza gloriosa nello splendore del corpo santo, lo guarderanno con tutto l'amore del loro cuore: "Venite, o benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi sino dall'origine del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui pellegrino e mi ospitaste, fui nudo e mi rivestiste, malato e mi visitaste, prigioniero e veniste a portarmi conforto".  

E i giusti gli chiederanno: "Quando mai, Signore, ti vedemmo affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato e siamo venuti a visitarti?".  

E il Re dei re dirà loro: "In verità vi dico: quando avete fatto una di queste cose ad uno di questi minimi fra i miei fratelli, allora lo avete fatto a Me".  

E poi si volgerà a quelli che saranno alla sua sinistra e dirà loro, severo nel volto, e i suoi sguardi saranno come saette fulminanti i reprobi, e nella sua voce tuonerà l'ira di Dio: "Via di qua! Via da Me, o maledetti! Nel fuoco eterno preparato dal furore di Dio per il demonio e gli angeli tenebrosi e per coloro che li hanno ascoltati nelle loro voci di libidine triplice e oscena. Io ebbi fame e non mi sfamaste, sete e non mi dissetaste, fui nudo e non mi rivestiste, pellegrino e mi respingeste, infermo e carcerato e non mi visitaste. Perché non avevate che una legge: il piacere del vostro io".  

Ed essi gli diranno: "Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, pellegrino, infermo, carcerato? 

In verità noi non ti abbiamo conosciuto. Non eravamo, quando Tu eri sulla Terra".  

Ed Egli risponderà loro: "È vero. Non mi avete conosciuto. Perché non eravate quando Io ero sulla Terra. Ma avete però conosciuto la mia Parola e avete avuto i poveri fra voi, gli affamati, i sitibondi, i nudi, i malati, i carcerati. Perché non avete fatto ad essi ciò che forse avreste fatto a Me? Perché non è già detto che coloro che mi ebbero fra loro fossero misericordiosi col Figlio dell'uomo. Non sapete che nei miei fratelli Io sono, e dove è uno di essi che soffra là sono Io, e che ciò che non avete fatto ad uno di questi miei minori fratelli lo avete negato a Me, Primogenito degli uomini? Andate e ardete nel vostro egoismo. Andate, e vi fascino le tenebre e il gelo perché tenebra e gelo foste, pur conoscendo dove era la Luce e il Fuoco d'Amore".  

E costoro andranno all'eterno supplizio, mentre i giusti entreranno nella vita eterna.  

Queste le cose future...». 


domenica 15 settembre 2024

La Nuova Gerusalemme.

 


Dice Gesù: 

«… Riguardo al Regno di Dio, esso è in voi e ovunque sono uomini che credono in Me. Sparso per ora, succedentesi sulla Terra nei secoli. Poi eterno, unito, perfetto nel Cielo. Là, nel Regno di Dio, sarà edificato il nuovo Tempio, ossia là dove sono spiriti che accettano la mia dottrina, la dottrina del Regno di Dio, e ne praticano i precetti.  

Come sarà edificato se siete poveri e pochi? Oh! in verità non necessitano denari e poteri per edificare l'edificio della nuova dimora di Dio, individuale o collettiva. Il Regno di Dio è in voi. E l'unione di tutti coloro che avranno in loro il Regno di Dio, di tutti coloro che avranno Dio in loro - Dio: la Grazia; Dio: la Vita; Dio: la Luce; Dio: la Carità - costituirà il grande Regno di Dio sulla Terra, la nuova Gerusalemme che giungerà ad espandersi per tutti i confini del mondo e che, completa e perfetta, senza mende, senza ombre, vivrà eterna nel Cielo.  

Come farete a edificare Tempio e città? Oh! non voi, ma Dio edificherà questi luoghi nuovi. Voi dovrete soltanto dargli la vostra buona volontà. Buona volontà è permanere in Me. Vivere la mia dottrina è buona volontà. Stare uniti è la buona volontà. Uniti a Me sino a fare un sol corpo che è nutrito, nelle sue singole parti e particelle, da un unico umore. Un unico edificio che è poggiato su un'unica base e tenuto unito da una mistica coesione…» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

 

domenica 18 agosto 2024

Quando gli avversari del Tempio crederanno di averLo levato e distrutto, sarà l’ora che Egli si stabilirà nella vera Gerusalemme in tutta la Sua Gloria.

 


Dice Gesù: 

«Voi sbagliate. Non sapete comprendere né le Scritture né la potenza di Dio. Molto diversa sarà l'altra vita da questa, e nel Regno eterno non saranno le necessità della carne come in questo. Perché, in verità, dopo il Giudizio finale la carne risorgerà e si riunirà all'anima immortale riformando un tutto, vivo come e meglio che non sia viva la mia e la vostra persona ora, ma non più soggetto alle leggi e soprattutto agli stimoli e abusi che vigono ora. Nella risurrezione, gli uomini e le donne non si ammoglieranno né si mariteranno, ma saranno simili agli angeli di Dio in Cielo, i quali non si ammogliano né si maritano, pur vivendo nell'amore perfetto che è quello divino e spirituale. In quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto come Dio dal roveto parlò a Mosè? Che disse l'Altissimo allora? "Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe"36. 

Non disse: "Io fui", facendo capire che Abramo, Isacco e Giacobbe erano stati ma non erano più. Disse: "Io sono". Perché Abramo, Isacco e Giacobbe sono. Immortali. Come tutti gli uomini nella parte immortale, sino a che i secoli durano, e poi, anche con la carne risorta per l'eternità. Sono, come lo è Mosè, i profeti, i giusti, come sventuratamente è Caino e sono quelli del diluvio, e i sodomiti, e tutti coloro morti in colpa mortale. 

Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi».  

«Anche Tu morrai e poi sarai vivente?», lo tentano. Sono già stanchi di essere miti. L'astio è tale che non sanno contenersi.  

«Io sono il Vivente e la mia Carne non conoscerà sfacimento. L'arca ci fu levata e l'attuale sarà levata anche come simbolo. Il Tabernacolo ci fu tolto e sarà distrutto. Ma il vero Tempio di Dio non potrà essere levato e distrutto. Quando i suoi avversari crederanno di averlo fatto, allora sarà l'ora che si stabilirà nella vera Gerusalemme, in tutta la sua gloria. Addio». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

martedì 23 luglio 2024

La Venuta del Re verrà a noi come la pioggia di primavera e di autunno.

 


DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO


Dice Gesù: 

«… Solo dopo che questa Terra avrà peccato contro di Me - e ricordate che sono parole del Signore al suo profeta - solo dopo, il popolo, e non solo questo, singolo, ma il grande popolo di Adamo, comincerà a gemere: "Andiamo al Signore. Lui che ci ha feriti ci guarirà".35 E dirà il mondo dei redenti: "Dopo due giorni, ossia due tempi dell'eternità, durante i quali ci avrà lasciati in balia del Nemico, che con ogni arma ci avrà percossi e uccisi come noi percotemmo il Santo e lo uccidemmo - e lo percotiamo e lo uccidiamo, perché sempre vi sarà la razza dei Caini che uccideranno con la bestemmia e le male opere il Figlio di Dio, il Redentore, scagliando frecce mortali non sulla sua eterna glorificata Persona, ma sulla loro anima da Lui riscattata, uccidendola, e uccidendo perciò Lui attraverso le loro anime - solo dopo questi due tempi verrà il terzo giorno, e risusciteremo al suo cospetto nel Regno di Cristo sulla Terra e vivremo dinanzi a Lui nel trionfo dello spirito. Lo conosceremo, impareremo a conoscere il Signore per essere pronti a sostenere, mediante questa conoscenza vera di Dio, l'estrema battaglia che Lucifero darà all'Uomo prima dello squillo dell'angelo dalla settima tromba, che aprirà il coro beato dei santi di Dio, dal numero perfetto in eterno -Né il più piccolo pargolo, né il più vecchio vegliardo potrà mai più essere aggiunto al numero - il coro che canterà: 'Finito è il povero regno della Terra. Il mondo è passato con tutti i suoi abitanti davanti alla rassegna del Giudice vittorioso. E gli eletti sono ora nelle mani del Signor nostro e del suo Cristo, ed Egli è il nostro Re in eterno. Lode al Signore Iddio onnipotente che è, che era e che sarà, perché ha assunto il suo gran potere ed è entrato nel possesso del suo Regno.  

Oh! chi fra voi saprà ricordare le parole di questa profezia, già suonante nelle parole di Daniele, con velato suono, ed ora squillata dalla voce del Sapiente davanti al mondo attonito e a voi, più attoniti del mondo?! "La venuta del Re - continuerà il mondo, gemente nelle sue ferite e chiuso nel sepolcro, mal vivo e mal morto, chiuso dal suo settemplice vizio e dalle sue infinite eresie, l'agonizzante spirito del mondo chiuso, coi suoi estremi conati, dentro l'organismo, morto lebbroso per tutti i suoi errori - la venuta del Re è preparata come quella dell'aurora e verrà a noi come la pioggia di primavera e di autunno". 

L'aurora è preceduta e preparata dalla notte…». 

venerdì 28 giugno 2024

Questo mese (aprile) sarà per il mondo il principio di un Nuovo Tempo. Nel decimo giorno di questo mese…

 


Ovunque canti di uccelli e profumi di fiori. Un'aria fresca ristora e allieta. È veramente la letizia d'aprile che ride per ogni dove. Gesù è in mezzo ai suoi apostoli. Tutti e dodici, e parla.  

«…. Ora Io voglio, perché nulla vi rimanga oscuro, aprirvi il senso delle profezie…». 

Gesù li carezza e prosegue:  

«Voglio, in quest'ora che ancora mi è donata, ultimare la conoscenza del Cristo in voi. All'inizio con Giovanni, Simone e Giuda, ho fatto conoscere la verità delle profezie sulla mia nascita. Le profezie mi hanno dipinto, come meglio non potrebbe il pittore più sommo, dalla mia alba al mio tramonto. Anzi, sono proprio l'alba ed il tramonto le due fasi più illustrate dai profeti. Ora il Cristo sceso dal Cielo, il Giusto che le nubi hanno lasciato piovere sulla Terra, il Germoglio sublime, sta per essere ucciso. 

Spezzato come cedro dal fulmine. Parliamo allora della sua morte. Non sospirate, non crollate il capo. 

Non mormorate in cuor vostro, non maledite gli uomini. Non serve a nulla. 

Noi saliamo a Gerusalemme. Pasqua è prossima ormai. 

"Questo mese sarà per voi il primo dei mesi dell'anno"24. Questo mese sarà per il mondo il principio di un nuovo tempo. Non cesserà mai più. Inutilmente, di tanto in tanto, l'uomo cercherà di metterne di nuovi. Coloro che vorranno mettere un tempo nuovo, portante il loro nome idolo, saranno fulminati e percossi. Non c'è che un Dio in Cielo e un Messia sulla Terra: il Figlio di Dio, Gesù di Nazareth. Egli, poiché tutto di SÉ dà, può tutto volere e mette il suo regale sigillo non su ciò che è carne e fango, ma su ciò che è tempo e spirito.  

"Nel decimo giorno di questo mese ciascuno prenda un agnello per famiglia e per casa. E se non basta il numero delle persone della casa a consumare l'agnello, prenda il vicino coi suoi fino a poter consumare tutto l'agnello".25 Perché il sacrificio e l'ostia devono essere completi e consumati. Non una briciola deve rimanere di essi. Non rimarrà. Troppi sono quelli che stanno per pascersi dell'agnello. Un numero senza numero, per un convito senza limite di tempo, e non occorre altro fuoco per consumare i resti, perché resti non ce ne sono. 

Quelle parti che saranno offerte e respinte dall'odio saranno consumate dal fuoco stesso della vittima, dal suo amore.  

Vi amo, o uomini. Voi, dodici miei amici che ho scelto Io stesso, voi in cui sono le dodici tribù di Israele e le tredici vene dell'Umanità. Tutto ho radunato in voi e tutto in voi vedo radunato... Tutto».  

«Ma nelle vene del corpo di Adamo è anche quella di Caino. Nessuno di noi ha alzato la mano sul compagno. Abele dove è allora?», chiede l'Iscariota.  

«Tu lo hai detto. Nelle vene del corpo di Adamo è anche quella di Caino. E l'Abele sono Io, il dolce Abele pastore di greggi, grato al Signore perché offriva le sue primizie e ciò che era senza imperfezione, prima, fra tutte le offerte, se stesso. Vi amo, o uomini. Anche se non mi amate, Io vi amo. L'amore accelera e compisce l'opera dei sacrificatori.  

"L'agnello sia senza macchia, maschio, di un anno"26. Non vi è tempo per l'Agnello di Dio. Egli è. Pari nell'ultimo giorno come lo era nel primo di questa Terra. Colui che è come il Padre, non conosce nella sua divina natura invecchiamento. E la sua Persona conosce una sola vecchiezza, una sola stanchezza: quella della delusione di essere venuto per troppi invano.  

Quando saprete come fui ucciso - e gli occhi che vedranno il loro Signore mutato in lebbroso coperto di piaghe ora brillano di pianto al mio fianco e più non vedono questa ridente collina, perché il pianto li accieca con la sua liquida visiera - dite pure: "Non di questo è morto. Ma dall'essere stato sconosciuto ai suoi più cari e respinto da troppa umanità".  

Ma se non ha tempo il Figlio di Dio, e perciò differisce dall'agnello del rito, ad esso è pari perché senza macchia e maschio sacro al Signore. Sì. Inutilmente i carnefici, coloro che mi uccideranno con l'arme, o col volere, o col tradire, vorranno scusare se stessi dicendo: "Egli era colpevole". Nessuno che sia sincero può accusarmi di peccato. Lo potete voi?  

Siamo di fronte alla morte. Io lo sono. Ancora altri lo sono. Chi? Vuoi sapere chi, Pietro? Tutti. La morte avanza ora per ora e ghermisce chi men se lo crede. Ma anche coloro che hanno ancora molta vita da tessere, ora per ora sono di fronte alla morte, ché il tempo è baleno rispetto all'eternità e perché nell'ora della morte anche la più lunga vita si riduce a nulla e le azioni di decenni e decenni lontani, sin da quelli della prima età, tornano in folla a dire: "Ecco, ieri facevi questo". Ieri! Sempre ieri è quando si muore! E sempre polvere è l'onore e l'oro per cui tanto spasimò la creatura! E perde ogni sapore il frutto per cui si fu folli! La donna? La borsa? Il potere? La scienza? Che resta? Nulla! Solo la coscienza e il giudizio di Dio, davanti al quale va la coscienza, povera e ignuda di umane protezioni e dovizie, e carica solo delle sue azioni.  

"Prendano il suo sangue e ne mettano sugli stipiti e l'architrave27, e l'angelo non percuoterà al suo passaggio le case su cui è il segno del sangue"28. Prendete il mio Sangue. Mettetelo non sulle pietre morte. Ma sul morto cuore. È la nuova circoncisione. Ed Io mi circoncido per tutto il mondo. Io non sacrifico l'inutile parte, ma stronco la mia magnifica, sana, pura virilità, completamente la sacrifico, e dalle membra mutilate, dalle vene aperte, prendo il Sangue mio e traccio sull'Umanità anelli di salvezza, anelli di eterni sponsali col Dio che è nei Cieli, col Padre che attende, e dico: "Ecco. Ora non puoi più respingerli, perché respingeresti il tuo Sangue".  

"E Mosè disse: '... e poi tuffate un mazzetto di issopo nel sangue e aspergetene gli stipiti"'29. Non basta allora il sangue? Non basta. Al mio Sangue deve essere congiunto il pentimento vostro. Senza il pentimento, amaro e salutare, inutilmente Io per voi sarò morto.  

Questa è la prima parola che nel Libro parli dell'Agnello redentore. Ma il Libro ne è sparso. Così come ad ogni nuovo sorgere di sole più fitta si fa la fioritura su questi rami, così, man mano che un anno succede ad un finito e si approssima al tempo della Redenzione, ecco spesseggia la fioritura.  

Ed ora Io con Zaccaria vi dico, a voi per Gerusalemme: "Ecco il Re che viene pieno di mansuetudine, cavalcando un'asina e un asinello. Egli è povero"30. Ma disperderà i potenti che opprimono l'uomo. Egli è mite, eppure il suo braccio alzato a benedizione vincerà il demonio e la morte. "Egli annuncerà la pace, perché ne è il Re"31. Egli, essendo confitto, stenderà il suo dominio da mare a mare. "Egli che non grida, che non spezza, che non smorza colui che non è lume ma fumo, colui che non è forza ma debolezza, colui che merita ogni rimprovero, farà giustizia secondo verità"32. Il tuo Messia, o città di Sionne, il tuo Messia, o popolo del Signore, il tuo Messia, o popolo della Terra.  

"Senza essere triste ne turbolento", e voi vedete come non vi sia in Me la tristezza crucciosa del vinto, né quella astiosa del perverso, ma solo la serietà di chi vede a che punto può giungere il possesso di Satana nell'uomo, e voi vedete come, potendo incenerire e disperdere con un solo palpito del mio volere, Io per tre anni abbia teso le mani ad invito d'amore, a tutti, senza soste, e ora ancora queste mie mani si tenderanno e verranno ferite! 

"Senza essere triste ne turbolento giungerò a stabilire il mio Regno". Quel Regno di Cristo in cui è la salvezza del mondo. Mi dice il Padre, Signore eterno: "Io ti ho chiamato, ti ho preso per mano, ti ho fatto alleanza fra i popoli e Dio, luce ti ho fatto delle nazioni"33. E Luce sono stato. Luce per aprire gli occhi ai ciechi, parola per dare loquela ai sordi, chiave per aprire i sotterranei carceri di quelli che erano nelle tenebre dell'errore34.» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

domenica 5 maggio 2024

Gli uomini si creeranno da loro dei flagelli sempre più atroci.

 


Gesù prende la parola:  

«Molto si muterà. Non tutto. Perché contro la mia Dottrina sarà in futuro ciò che già è in atto: l'odio di coloro che non amano la Luce. Perché contro la forza dei miei seguaci sarà quella dei seguaci di Satana. Quanti! Di quanti aspetti! Alla mia immutabile, perché perfetta, Dottrina, quante dottrine di eresie sempre nuove saranno opposte! Quanto dolore germinerà da esse! Voi non conoscete il futuro. A voi sembra molto il dolore che è ora nel mondo... Ma Colui che sa, vede orrori che non sarebbero neppure compresi se ve li spiegassi... Guai se non fossi venuto! Venuto per dare ai futuri un codice, che frena gli istinti nei migliori, e una promessa di pace futura! Guai se l'uomo non avesse, per la mia venuta, degli elementi spirituali atti a tenerlo "vivo" nella vita dello spirito, a tenerlo sicuro di un premio!... Se non fossi venuto, con l'andare dei secoli la Terra sarebbe divenuta un vasto inferno terrestre, e la razza umana si sarebbe sbranata e sarebbe perita maledicendo il Creatore...».  

«L'Altissimo ha promesso di non mandare più castighi universali come il diluvio. Promessa di Dio non falla», dice Giuda.  

«Si, Giuda di Simone. È vero. E l'Altissimo non manderà più flagelli universali come il diluvio. Ma gli uomini se li creeranno da loro dei flagelli sempre più atroci, rispetto ai quali il diluvio e la pioggia di fuoco che sterili Sodoma e Gomorra saranno aspetti di castighi ancora pietosi. Oh!...» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

giovedì 22 febbraio 2024

Il deserto, la sterilità…ecco la sorte di questa patria nostra. Israele dopo secoli di sterile vegetare sparso, si riunirà sull’annoso tronco.

 


Dice Gesù: 

«In verità, sappiatelo, in verità non una pietra di Gerusalemme rimarrà intatta. Fuoco, ariete, frombole e giavellotti atterreranno, morderanno, sconvolgeranno ogni casa, e spelonca diverrà la Città sacra, e non essa sola... 

Spelonca questa Patria nostra. Posto di onagri e di lamie, come dicono i profeti. E non per uno o più anni, o per secoli, ma per sempre. Il deserto, l'arsione, la sterilità... Ecco la sorte di queste terre! Campo di contese, luogo di torture, sogno di ricostruzione sempre distrutto da una condanna inesorabile, tentativi di risurrezione spenti in sul nascere. La sorte della Terra che respinse il Salvatore e volle una rugiada che è fuoco sui colpevoli» 

«Non... non ci sarà dunque più, mai più un Regno d'Israele? Non saremo mai più ciò che sognammo?», chiedono con voce affannosa i tre notabili giudei. Lo scriba Gioele piange...  

«Avete mai osservato una pianta annosa dal midollo distrutto dalla malattia? Per anni vegeta stentatamente, tanto stentatamente che non fiorisce ne fa frutto. Solo qualche rara foglia sui rami esausti dice che ancor vi è un poco di linfa che sale... Poi, ad un aprile, eccola fiorire miracolosamente e coprirsi di foglie numerose, e se ne rallegra il padrone che per tanti anni la curò senza frutti, se ne rallegra pensando che la pianta è guarita e torna ad essere rigogliosa dopo tanto squallore... Oh! inganno! 

Dopo tanto esuberante esplodere di vita, ecco la subita morte. Cadono fiori, foglie e i frutticini che parevano già allegare sui rami e promettevano pingue raccolto, e con un improvviso scroscio la pianta crolla al suolo marcita alla base. Così farà Israele. Dopo secoli di sterile vegetare sparso, si riunirà sull'annoso tronco e avrà una parvenza di ricostruzione. Riunito alfine il Popolo disperso. Riunito e perdonato. Sì. Dio attenderà quell'ora per recidere i secoli. Non vi saranno più secoli, ma eternità allora. Beati quelli che, essendo perdonati, costituiranno la fioritura fugace dell'ultimo Israele, divenuto, dopo tanti secoli, del Cristo, e moriranno redenti, insieme con tutti i popoli della Terra, beati con quelli che, fra essi, hanno non solo conosciuto l'esistenza mia, ma abbracciata la mia Legge come legge di Salute e Vita». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 


giovedì 25 gennaio 2024

Sempre e solo un terzo se ne salveranno e persevereranno fino alla fine.

 


Dice Gesù: 

«… E non sono Io il Germe di giustizia spuntato da Davide, per il quale, come dice Geremia, Giuda sarà salvato21? Allora il Profeta prevede che Giuda, soprattutto Giuda, avrà bisogno di salvezza. E questo Germe, dice sempre il Profeta, sarà chiamato il Signore, il nostro Giusto, “perché, dice il Signore, non mancherà mai a Davide un discendente assiso sul trono della casa di Israele". E che? Ha errato il Profeta? Era ebbro forse? Di che? Certo di penitenza e non d'altro. Perché, per accusare Me, nessuno potrà sostenere che Geremia fosse uomo di crapula. Eppure egli dice che il Germe di Davide salverà Giuda e siederà sul trono di Israele. Dunque si direbbe che, per i suoi lumi, il Profeta vede che più che Giuda sarà eletto Israele, che il Re andrà ad Israele, e già grazia sarà se Giuda avrà unicamente salvezza. Il Regno sarà dunque detto di Israele? No. Di Cristo sarà detto. Di Colui che unisce le parti disperse e ricostruisce nel Signore dopo avere, secondo l'altro Profeta22, in un mese - che dico in un mese? - in men di un giorno, giudicato e condannato i tre falsi pastori e chiusa a loro la mia anima, perché la loro restò chiusa a Me e, desiderandomi in figura, non seppero amarmi in natura. Or dunque, Colui che mi manda e che mi ha dato le due verghe spezzerà l'una e l'altra, perché la Grazia  sia persa per i crudeli, perché il Flagello non più dal Cielo ma dal mondo venga. E nulla è più duro dei flagelli che gli uomini dànno agli uomini. Così sarà. Oh! così! Io sarò percosso e le pecore saran disperse per due terzi. Solo un terzo, sempre solo un terzo se ne salveranno e persevereranno sino alla fine. E questa terza parte23 passerà per il fuoco per il quale Io passo per primo, e sarà purificata e provata come argento e oro, e ad essa verrà detto: "Tu sei il mio popolo" ed essa mi dirà: "Tu sei il mio Signore". E ci sarà chi avrà pesato i trenta denari, prezzo dell'orrenda opera, infame mercede. E là da dove uscirono non potranno più entrare, perché griderebbero d'orrore anche le pietre vedendo quelle monete, lorde di sangue dell'Innocente e del sudore del perseguitato dalla disperazione più atroce, e serviranno, così come è detto, a comperare, dagli schiavi di Babilonia, il campo per gli stranieri. Oh! il campo per gli stranieri! Sapete chi sono essi? Quei di Giuda e Israele, quelli che presto, in secoli e secoli, non avranno più patria. E neppur la terra del loro antico suolo li vorrà accogliere. Li vomiterà da sé anche morti, posto che essi vollero rigettare la Vita. Orrore infinito...»

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO

lunedì 2 ottobre 2023

A nisam sarà la terra che con propria volontà partorirà a se stessa il Redentore.

 


Dice un Samaritano: 

«… Che potrai mai fare, più di quanto abbia già fatto, per persuadere i tuoi avversari alla tua parola?  Che? Se neppure la risurrezione dell'uomo di Betania è valsa a far dire ai giudei che Tu sei il Messia di  Dio?».  

«Ho ancora qualcosa da fare, più grande, molto più grande del fatto».  

«Quando, Signore?».  

«Quando la luna di nisam sarà piena. Ponete attenzione allora».  

«Avrà un segno il cielo? Si dice che quando Tu nascesti il cielo parlò con luci, canti e stelle strane».   «È vero. Per dire che la Luce era venuta nel mondo. Allora, in nisam, avranno segni il cielo e la terra,  e sembrerà la fine del mondo per le tenebre e lo scuotimento e il ruggire dei fulmini nei firmamenti e dei  terremoti nelle viscere aperte della Terra. Ma non sarà la fine. Sarà il principio, anzi. Prima, alla mia venuta,  il Cielo partorì agli uomini il Salvatore e, poiché era atto di Dio, pace era a compagna dell'evento. A nisam  sarà la Terra che con propria volontà partorirà a se stessa il Redentore, e poiché sarà atto di uomini non  avrà pace a compagna. Ma vi sarà orrenda convulsione. E fra l'orrore dell'ora del secolo e dell'inferno, la Terra squarcerà il suo seno sotto le saette infuocate dell'ira divina, e urlerà il suo volere, troppo ebbra per  comprenderne la portata, troppo insatanassata per impedirlo. Come una folle partoriente, crederà di  distruggere il frutto ritenuto maledetto, e non comprenderà che invece lo innalzerà così in luoghi dove  mai più il dolore e l'insidia lo raggiungeranno. La pianta, la nuova pianta, da allora allargherà i suoi rami  per tutta la Terra, per tutti i secoli, e Colui che vi parla, con amore o con odio sarà riconosciuto per vero  Figlio di Dio e Messia del Signore. E guai a quelli che lo riconosceranno senza volerlo confessare e senza  convertirsi a Me»… 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

martedì 29 agosto 2023

Le due Resurrezioni. Coloro che non Mi accolgono prima del Mio Passaggio, non avranno il Mio Sangue a santificazione sul loro spirito.


Dice Gesù: 

«Due sono queste risurrezioni di ciò che è arido, morto alla vita. Due, adombrate nelle parole del  profeta. La prima è la risurrezione alla Vita e nella Vita, ossia nella Grazia che è Vita, di quanti accolgono  la Parola del Signore, lo Spirito generato dal Padre, che è Dio come il Padre di cui è Figlio, e che Verbo  si chiama, il Verbo che è Vita e dà la Vita. Quella Vita di cui tutti hanno bisogno, e ne è privo Israele  come i gentili. Ché, se per Israele sino ad ora era sufficiente, per aver l'eterna Vita, sperare e attendere la  Vita veniente dal Cielo, d'ora innanzi per aver vita Israele dovrà accogliere la Vita.  

In verità vi dico che quelli del mio popolo che non accolgono Me-Vita non avranno Vita, e la mia venuta  sarà per loro cagione di morte, perché avranno respinto la Vita che veniva a loro per comunicarsi. L'ora è  venuta in cui Israele sarà diviso fra quelli vivi e quelli morti. È l'ora dello scegliere, e del vivere o morire. La  Parola ha parlato, ha mostrato la sua Origine e Potenza, ha guarito, insegnato, risuscitato, e presto avrà compiuto la sua missione. Non c’è più scusa per quelli che non vengono alla Vita. Il Signore passa. Passato  che è, non torna. Non è tornato in Egitto a ridare vita ai figli primogeniti di coloro che lo avevano schernito  e oppresso nei suoi figli. Non tornerà neppur questa volta, dopo che l'immolazione dell'Agnello avrà deciso  le sorti. Coloro che non mi accolgono prima del Passaggio, e che mi odiano e odieranno, non avranno il mio  Sangue a santificazione sul loro spirito, e non vivranno, e non avranno il loro Dio con loro per il resto del  pellegrinaggio sulla Terra. Senza la divina Manna, senza la nube protettiva e luminosa, senza l'Acqua veniente  dal Cielo, privi di Dio, andranno vagando per il vasto deserto che è la Terra, tutta la Terra, tutta un deserto se  per chi la percorre manca l'unione col Cielo, la vicinanza del Padre e Amico: Dio.  

E vi è una seconda risurrezione, quella universale, nella quale le ossa calcinate e disperse da secoli  torneranno fresche e coperte di nervi, carni e pelle. E il Giudizio sarà. E la carne e il sangue dei giusti  giubilerà con lo spirito nell'eterno Regno, e la carne ed il sangue dei dannati soffrirà con lo spirito  nell'eterno castigo. Io ti amo, o Israele; Io ti amo, o Gentilesimo; Io ti amo, o Umanità! E per questo  amore vi invito alla Vita e alla Risurrezione beata». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

venerdì 4 agosto 2023

Quando il numero degli eletti sarà completo, essi si assideranno alla grande Cena di Nozze.

 


Dice Gesù: 

«… E si avrà un solo Ovile sotto un solo Pastore, e il Regno di Dio sarà composto sulla Terra, pronto  ad essere trasportato e accolto nei Cieli, sotto il mio scettro e il mio segno e il mio vero Nome. Il mio  vero Nome! È noto a Me soltanto! Ma quando il numero degli eletti sarà completo, e fra inni di tripudio  si assideranno alla grande cena di nozze dello Sposo con la Sposa, allora il mio Nome sarà conosciuto dai  miei eletti che per fedeltà ad Esso si saranno santificati, pur senza conoscere tutta l'estensione e la  profondità di ciò che è essere segnati dal mio Nome e premiati per il loro amore ad Esso, né quale sia il  premio... Questo Io voglio dare alle mie pecore fedeli. Ciò che è la mia stessa gioia...». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

giovedì 27 luglio 2023

Ecco ciò che vedo in queste rovine.

 


Dice Gesù: 

«Ecco, ecco di nuovo la voce di Isaia nel vento della sera, più tremenda del grido dell'uccello di morte,  tremenda quasi come quella che suonò nel Giardino terrestre per la condanna ai due colpevoli, e - oh!  tremenda cosa! - e non è unita questa voce del Profeta alla promessa di un perdono come allora, come  allora! No. Non c'è perdono per gli schernitori di Dio, per quelli che dicono: "Abbiamo fatto alleanza  colla morte16, abbiamo stretto un patto con l'inferno. I flagelli, quando verranno, non su noi verranno,  perché noi abbiamo poste le nostre speranze nella Menzogna e da essa, che è potente, siamo protetti".   Ecco, ecco Isaia ripetere ciò che udì dal Signore: "Ecco che Io, a fondamento di Sion, porrò una pietra  angolare17 eletta, preziosa... E farò giudizio a peso e giustizia a misura18 e la grandine distruggerà la speranza nella  Menzogna, e le acque travolgeranno i ripari, e sarà distrutta la vostra alleanza colla morte e non esisterà più il  vostro patto con l'inferno19. Quando passerà tempestoso il flagello vi travolgerà, ogni volta vi travolgerà e ad  ogni ora, e soltanto i castighi vi faranno capire la lezione20”. 

Misero Israele! Così come questi campi, nei quali persiste soltanto l'arida veccia e l'amaro loglio e non c’è più grano, così sarà Israele, e la Terra che non volle il Signore non avrà pane per i suoi figli, e i figli che non vollero accogliere lo stanco, percossi, inselvatichiti, come galeotti al remo, schiavi di quelli che  sprezzano come inferiori, andranno. Dio veramente trebbierà il popolo superbo sotto il peso della sua  giustizia e lo strozzerà con la maciulla del suo giudizio... Ecco ciò che vedo in queste rovine. Rovine!  Rovine! A settentrione, a mezzogiorno, a oriente e occidente, e soprattutto al centro, nel cuore, dove in  fossa putrida sarà mutata la città colpevole...». 

L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 


domenica 11 giugno 2023

La razza ebraica e le profezie di Geremia.

 


Dice Gesù: 

«Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora comprenderete Chi sono e che da Me nulla faccio,  ma dico ciò che mio Padre mi ha insegnato e faccio ciò che Egli vuole. Ne già Colui che mi ha mandato  mi lascia solo, ma è meco. Così come l'ombra segue il corpo, altrettanto dietro Me, vegliante, presente se  pur invisibile, è il Padre. È dietro di Me e mi conforta e aiuta e non si allontana, perché Io faccio sempre  ciò che a Lui piace. Dio si allontana invece quando i suoi figli non ubbidiscono alle sue leggi e alle sue  ispirazioni. Allora se ne va e li lascia soli. Per questo molti in Israele peccano. Perché l'uomo lasciato a se  stesso difficilmente si conserva giusto e facilmente cade fra le spire del Serpente. E in verità, in verità vi  dico che, per il vostro peccato di resistenza alla Luce e alla Misericordia di Dio, Dio si allontana da voi e  lascerà vuoto di SÉ questo luogo e i vostri cuori, e ciò che pianse Geremia15 nelle sue profezie e nelle sue lamentazioni si compirà esattamente. Meditate quelle parole profetiche e tremate. Tremate e rientrate in  voi stessi con spirito buono. Sentite non le minacce, ma ancora la bontà del Padre che avverte i suoi figli  mentre ancora è loro concesso di riparare e salvarsi. Sentite Dio nelle parole e nei fatti e, se non volete  credere alle mie parole, perché il vecchio Israele vi soffoca, credete almeno al vecchio Israele. In esso  gridano i profeti i pericoli e le sciagure della Città Santa e di tutta la Patria nostra, se non si converte al  Signore Iddio suo e non segue il Salvatore. Su questo popolo già pesò la mano di Dio nei secoli passati.  Ma nulla sarà il passato e il presente rispetto al tremendo futuro che lo aspetta per non aver voluto accogliere il  Mandato da Dio. Né in rigore, né in durata è paragonabile ciò che attende Israele che ripudia il Cristo. Io ve lo  dico, spingendo lo sguardo nei secoli: come pianta stroncata e gettata su un turbinoso fiume, così sarà la razza  ebraica colpita da anatema divino. Tenace, cercherà di fermarsi sulle rive, in questo o quel punto, e rigogliosa  come è getterà polloni e radici. Ma quando crederà di essersi messa a dimora, la riprenderà la violenza della  fiumana e la strapperà ancora, la spezzerà nelle radici e nei polloni, ed essa andrà più là, a soffrire, per abbarbicarsi,  per essere di nuovo strappata e dispersa. E nulla potrà darle pace, perché la fiumana che l'incalza sarà l'ira di Dio  e lo sprezzo dei popoli. Solo gettandosi in un mare di Sangue vivo e santificante potrebbe trovare pace. Ma essa  fuggirà quel Sangue perché, nonostante che esso avrà ancora voci d'invito per essa, sembrerà ad essa che abbia  la voce del sangue d'Abele verso essa: Caino dell'Abele celeste».  

L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

lunedì 1 maggio 2023

E sarà allora la Risurrezione dei morti per il grande e supremo Giudizio.

 

Dice Gesù: 

«Chi ha sete venga a Me e beva! Dal seno di coloro che credono in Me scaturiranno fiumi d'acqua  viva! Colui che vide la teofania del Signore, il grande Ezechiele, sacerdote e profeta, dopo avere  profeticamente visto gli atti impuri nella profanata casa del Signore, dopo avere sempre profeticamente  visto che solo i segnati dal Tau saranno viventi nella Gerusalemme vera, mentre gli altri conosceranno  una e una strage, una e una condanna, uno e un castigo - e il tempo è vicino, o voi che mi udite, è vicino,  è più vicino di quanto voi pensiate, onde vi esorto come Maestro e Salvatore a non tardare oltre a segnarvi  del segno che salva, a non tardare oltre a mettere in voi la Luce e la Sapienza, a non tardare oltre a pentirvi  e piangere, per voi e per gli altri, per potervi salvare - Ezechiele, dopo aver visto tutto questo e altro  ancora, parla di una terribile visione. Quella delle ossa aride. Un giorno verrà che su un mondo morto,  sotto un firmamento spento, appariranno allo squillo angelico ossa e ossa di morti. Come un ventre che  si apre per partorire, così la Terra espellerà dalle sue viscere ogni ossa d'uomo che è morto su di essa ed  è sepolto nel suo fango, da Adamo all'ultimo uomo. E sarà allora la risurrezione dei morti per il grande e  supremo giudizio, dopo il quale, come un pomo di Sodoma, il mondo si svuoterà, divenendo un nulla, e  cesserà il firmamento coi suoi astri. Tutto avrà termine, meno due cose eterne, lontane, agli estremi di  due abissi di una profondità incalcolabile, in antitesi totale nella forma e nell'aspetto e nel modo con cui  in essi proseguirà in eterno la potenza di Dio: il Paradiso: luce, gioia, pace, amore; l'Inferno: tenebre,  dolore, orrore, odio. Ma credete voi che, perché il mondo non è ancora morto e le trombe angeliche non  suonano a raccolta, lo sterminato campo della Terra non sia coperto di ossa senza vita, disseccate  oltremodo, inerti, separate, morte, morte, morte? In verità vi dico che così è. Fra i viventi, perché  respirano ancora, innumerevoli sono coloro che sono simili a cadaveri, alle ossa aride viste da Ezechiele.  Chi sono costoro? Sono quelli che non hanno in loro la vita dello spirito. Ve ne sono in Israele come in  tutto il mondo. E che fra i gentili e gli idolatri non siano che morti che attendono di essere vitalizzati dalla  Vita, è cosa naturale, e dà dolore soltanto a coloro che possiedono la vera Sapienza, perché Essa fa loro  comprendere che l'Eterno ha creato le creature per Lui e non per le idolatrie, e si affligge di vederne tante  nella morte. Ma se l'Altissimo ha questo dolore, ed è già grande, quale dolore sarà il suo per quelli del suo  Popolo che sono ossa biancheggianti, senza vita, senza spirito? Gli eletti, i prediletti, i protetti, i nutriti,  gli istruiti da Lui direttamente o dai suoi servi e profeti, perché devono essere colpevolmente ossa aride,  mentre per loro ha sempre gemuto un filo d'acqua vitale dal Cielo e li ha abbeverati di Vita e Verità?  Perché si sono disseccati essi, piantati nella terra del Signore? Perché il loro spirito è morto, quando tutto  un tesoro sapienziale lo Spirito Eterno ha messo a loro disposizione perché ne attingessero e vivessero?  Chi, con qual prodigio potranno tornare alla Vita, se essi hanno lasciato le fonti, i pascoli, le luci date da  Dio, e brancolano fra le caligini, e bevono fonti non pure, e si pascono di cibi non santi? Non torneranno  dunque mai più vivi? Si. In nome dell'Altissimo Io lo giuro.  

Molti risorgeranno. Dio ha già pronto il miracolo, anzi esso è già attivo, esso ha già operato in alcuni,  e delle ossa aride si sono rivestite di vita perché l'Altissimo, al quale nulla è vietato, ha mantenuto la  promessa e la mantiene, e sempre più la completa. Egli, dall'alto dei Cieli, grida a queste ossa che  attendono la Vita: "Ecco, Io infonderò in voi lo spirito e vivrete". Ed ha preso il suo Spirito, sé stesso ha  preso, e ha formato una Carne a rivestire la sua Parola, e l'ha mandata a questi morti perché, parlando ad  essi, si infondesse di nuovo in essi la Vita. Quante volte nei secoli Israele ha gridato: "Sono inaridite le  nostre ossa, la nostra speranza è morta, siamo staccati!". Ma ogni promessa è sacra, ogni profezia è vera.  Ecco che è venuto il tempo in cui il Messo di Dio apre le tombe per trarne i morti e vivificarli per condurli  seco nella vera Israele, nel Regno del Signore, nel Regno del Padre mio e vostro. Io sono la Risurrezione  e la Vita! Io sono la Luce venuta ad illuminare chi giaceva nelle tenebre! Io sono la Fonte che zampilla  Vita eterna. Chi viene a Me non conoscerà la Morte. Chi ha sete di Vita venga e beva. Chi vuole possedere  la Vita, ossia Dio, creda in Me, e dal suo seno sgorgheranno non stille, ma fiumi d'acqua viva. Perché chi  crede in Me formerà con Me il nuovo Tempio, dal quale scaturiscono le acque salutari delle quali parla  Ezechiele. Venite a Me, o popoli! Venite a Me, o creature! Venite a formare un unico Tempio, perché Io  non respingo nessuno, ma per amore vi voglio con Me, nel mio lavoro, nei miei meriti, nella mia gloria.  "E io vidi acque che scaturivano di sotto la porta della casa, ad oriente... E le acque scendevano nel lato  destro, a mezzogiorno dell'altare". Quel Tempio sono i credenti nel Messia del Signore, nel Cristo, nella  Nuova Legge, nella Dottrina del tempo di Salute e di Pace. Come di pietre sono formati i muri di questo  tempio, così di spiriti vivi saranno formate le mistiche mura del Tempio che non morrà in eterno e che dalla Terra assurgerà al Cielo, come il suo Fondatore, dopo la lotta e la prova. Quell'altare dal quale  sgorgano le acque, quell'altare a oriente sono Io.  

E le mie acque sgorgano da destra perché la destra è il posto degli eletti al Regno di Dio. Sgorgano da  Me per riversarsi nei miei eletti e farli ricchi delle acque vitali, portatori di esse, spargitori di esse a  settentrione e a mezzogiorno, a oriente e occidente, per dare Vita alla Terra nei suoi popoli che attendono  l'ora di Luce, l'ora che verrà, che assolutamente verrà per ogni luogo prima che la Terra cessi di essere.  Sgorgano e si spargono le mie acque mescolate a quelle che Io stesso ho dato e darò ai miei seguaci, e  pur essendo sparse per bonificare la Terra saranno unite in un solo fiume di Grazia, sempre più profondo,  sempre più vasto, accrescentesi giorno per giorno, passo per passo, delle acque dei nuovi seguaci, finché  diverrà come un mare che bagnerà ogni luogo per santificare tutta la Terra. Dio questo vuole. Dio questo  fa. Un diluvio ha lavato il mondo dando morte ai peccatori. Un nuovo diluvio, di altro liquido che pioggia  non sia, laverà il mondo dando Vita. E, per un misterioso atto di grazia, gli uomini potranno esser parte  di quel diluvio santificatore, unendo le loro volontà alla mia, le loro fatiche alla mia, le loro sofferenze  alla mia. E il mondo conoscerà la Verità e la Vita. E chi vorrà parteciparvi potrà. E solo chi non vorrà  essere nutrito delle acque di Vita diverrà luogo paludoso e pestifero, o rimarrà tale, e non conoscerà i  pingui raccolti dei frutti di grazia, sapienza, salute, che conosceranno coloro che vivranno in Me. In verità  vi dico per un'altra volta che chi ha sete e venga a Me beverà e non avrà più sete, perché la mia Grazia  aprirà in lui fonti e fiumi d'acqua viva. E chi non crede in Me perirà come salma dove la vita non può  sussistere. In verità vi dico che dopo di Me non cesserà la Fonte, perché Io non morrò ma vivrò e, dopo  che me ne sarò andato, andato e non morto, ad aprire le porte dei Cieli, un Altro verrà che mi è uguale e  che completerà la mia opera facendovi comprendere quello che vi ho detto e incendiandovi per farvi  "luci", posto che avete accolto la Luce». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO

domenica 16 aprile 2023

Il Figlio dell'uomo, una volta andato via, non tornerà più sino al suo Giorno.

 


[…] E volge le spalle a tutti, andando verso l'uscita, seguito e attorniato dai suoi apostoli e discepoli, che lo guardano con pena per Lui e con sdegno verso i nemici.  

Egli, pallido, sorride loro dicendo: «Non siate tristi. Voi mi siete amici. E fate bene ad esserlo. Perché  il mio tempo volge alla fine. Presto verrà il tempo che desidererete vedere uno di questi giorni del  Figlio dell'uomo. Ma non potrete più vederlo. Allora vi sarà di conforto dirvi: "Noi lo amammo e gli  fummo fedeli finché fu fra noi".  

E per deridervi e farvi apparire folli vi diranno: "Il Cristo è tornato. È qui! È là!" Non credete a quelle  voci. Non andate, non vi mettete a seguire questi falsi schernitori. E allora il suo manifestarsi sarà simile  al lampo che sfolgoreggia e balena da una parte all'altra del cielo, così velocemente che l'occhio stenta a  seguirlo. Voi, non voi soli, ma nessun uomo potrebbe seguirmi nel mio apparire finale per raccogliere  tutti coloro che furono, sono e saranno. Ma prima che questo avvenga bisogna che il Figlio dell'uomo  soffra molto. Soffra tutto. Tutto il dolore dell'Umanità, e inoltre sia reietto da questa generazione».  

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

martedì 4 aprile 2023

Per i salvati vi sarà un solo Cielo e un solo premio: Dio.

 


Dice Gesù: 

«… E all'uguaglianza del concepimento, formazione e modo di nascere dei figli di un uomo e di una  donna sulla Terra, corrisponde un'altra uguaglianza in Cielo: la creazione di un'anima da infondere  nell'embrione, perché esso sia di uomo e non di animale e lo accompagni dal momento che è creata alla  morte, e gli sopravviva in attesa della risurrezione universale per ricongiungersi, allora, al corpo risorto  ed avere con esso il premio o il castigo. Il premio o il castigo secondo le azioni fatte nella vita terrena.  Perché non vi pensate che la Carità sia ingiusta e, solo perché molti non saranno di Israele o di Cristo,  pur essendo virtuosi nella religione che seguono, convinti di essere nella vera, abbiano a rimanere in  eterno senza premio. Dopo la fine del mondo non sopravvivrà altra virtù che la carità, ossia l'unione col  Creatore di tutte le creature che vissero con giustizia. Non ci saranno tanti Cieli, uno per Israele, uno per  i cristiani, uno per i cattolici, uno per i gentili, uno per i pagani. Non ci saranno, ma vi sarà un solo Cielo.  E così vi sarà un solo premio: Dio, il Creatore che si ricongiunge ai suoi creati vissuti in giustizia, nei  quali, per la bellezza degli spiriti e dei corpi dei santi, ammirerà Se stesso con gioia di Padre e di Dio. Vi  sarà un sol Signore. Non un Signore per Israele, uno per il cattolicesimo, uno per le altre singole religioni.  Ora vi rivelo una grande verità. Ricordatevela. Trasmettetela ai vostri successori. Non attendete sempre  che lo Spirito Santo rischiari le verità dopo anni o secoli di oscurità. Udite. Voi forse direte: "Ma allora  che giustizia c'è ad essere della religione santa, se saremo alla fine del mondo ugualmente trattati, come  lo saranno i gentili?". Vi rispondo: la stessa giustizia che c'è, ed è vera giustizia, per coloro che, pur essendo  della religione santa, non saranno beati perché non saranno vissuti da santi. Un pagano virtuoso, soltanto  perché visse con virtù eletta, convinto che la sua religione era buona, avrà alla fine il Cielo. Ma quando?  Alla fine del mondo, quando delle quattro dimore dei trapassati due sole sussisteranno, ossia il Paradiso  e l'Inferno. Perché la Giustizia, in quel momento, non potrà che conservare e dare i due regni eterni a chi  dall'albero del libero arbitrio scelse i frutti buoni o volle i frutti malvagi. Ma quanta attesa prima che un  pagano virtuoso giunga a quel premio... Non ve lo pensate? E questa attesa, specie dal momento in cui la  Redenzione, con tutti i suoi conseguenti prodigi, si sarà verificata, e l'Evangelo sarà predicato nel mondo,  sarà la purgazione delle anime che vissero da giuste in altre religioni ma non poterono entrare nella Fede  vera dopo averla conosciuta come esistente e di provata realtà. Ad essi il Limbo per i secoli e secoli sino  alla fine del mondo. Ai credenti nel Dio vero, che non seppero essere eroicamente santi, il lungo  Purgatorio; e per alcuni potrà avere termine alla fine del mondo. Ma, dopo l'espiazione e l'attesa, i buoni,  quale che sia la loro provenienza, saranno tutti alla destra di Dio; i malvagi, quale che sia la loro  provenienza, alla sinistra e poi nell'Inferno orrendo, mentre il Salvatore entrerà con i buoni nel Regno  eterno». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO