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venerdì 22 agosto 2025

La forza della preghiera dei giusti

 


1° luglio 1943 - La forza della preghiera dei giusti 


Dice Gesù: 

«…Non ho inteso, dicendo: dieci giusti, di alludere che sarà salvo il luogo dove dieci giusti saranno. 

Ma si può capire senza errore che se dieci anime giuste e generose si riuniranno in preghiera, con fine santo, a chiedere pietà per un luogo, Io non respingerò la loro preghiera. Non ho detto che Io ascolterò le preghiere fatte da più persone in mio Nome? Le mie parole e le mie promesse non vengono meno. 

Ma saranno costanti nella fede, nel sacrificio, nella purezza spirituale e nella purezza d’intenzione le persone che si riunissero ora per pregare a questo scopo? Se ci saranno e saranno come devono essere: veri sacerdoti (sono sacerdoti coloro che pregano per i fratelli e si immolano) Io li benedirò e darò quello che si chiede in mio Nome…» 

DA: I QUADERNI DEL 1943 

martedì 19 agosto 2025

Gli Angeli di Dio e gli angeli di satana.

 



18 giugno 1943 


Dice Gesù: 

«Giorni fa il Padre40 ha scritto che rimaneva perplesso circa la vera fonte del flagello attuale “perché un regno diviso in se stesso non è più un regno”. Mostrerò al Padre che ciò può essere, essendo la divisione puramente apparente. 

Lucifero, nelle sue manifestazioni, ha sempre cercato di imitare Iddio. Così come Dio ha dato ad ogni Nazione il suo angelo tutelare, Lucifero le ha dato il suo demone. Ma come i diversi angeli delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Dio, così i diversi demoni delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Lucifero. 

L’ordine dato da Lucifero nella presente vicenda ai diversi demoni non è diverso a seconda degli Stati. 

È un ordine unico per tutti. Donde si comprende che il regno di Satana non è diviso e perciò dura. 

Questo ordine può essere enunciato così: “Seminate orrore, disperazione, errori, perché i popoli si stacchino, maledicendolo, da Dio”. 

I demoni ubbidiscono e seminano orrore e disperazione, spengono la fede, strozzano la speranza, distruggono la carità. Sulle rovine seminano odio, lussuria, ateismo. Seminano l’inferno. E riescono perché trovano già il terreno propizio. 

Anche i miei angeli lottano a difesa del Paese che ho loro assegnato. Ma i miei angeli non trovano terreno propizio. Onde rimangono soccombenti rispetto ai nemici infernali. Per vincere, i miei angeli dovrebbero essere aiutati da animi viventi nel e per il Bene. Viventi in Me. Ne trovano. Ma sono troppo pochi rispetto a quelli che non credono, non amano, non perdonano, non sanno soffrire. 

È il caso di ripetere: “Satana ha chiesto di vagliarvi”. E, dal vaglio, risulta che la corruzione è come nei tempi del diluvio, aggravata dal fatto che voi avete avuto il Cristo e la sua Chiesa, mentre ai tempi di Noè ciò non era. 

L’ho già detto41 e lo ripeto: “Questa è lotta fra Cielo e inferno”. Voi non siete che un bugiardo paravento. Dietro le vostre schiere battagliano angeli e demoni. Dietro i vostri pretesti è la ragione vera: la lotta di Satana contro Cristo. 

Questa è una delle prime selezioni dell’umanità, che si avvicina alla sua ora ultima, per separare la messe degli eletti dalla messe dei reprobi. Ma purtroppo la messe degli eletti è piccola rispetto all’altra. 

Quando Cristo verrà per vincere l’eterno antagonista nel suo Profeta troverà pochi segnati, nello spirito, dalla Croce.» 

DA: I QUADERNI DEL 1943 


sabato 16 agosto 2025

«Guai, tre volte guai se, a confortare gli ultimi cristiani, non ci saranno veri Sacerdoti come ci saranno per i primi».

 


Dice Gesù: 

«… Pensate a ciò che è il Sacerdote. Al bene che può fare. Al male che può fare. Avete avuto l'esempio di ciò che può fare un sacerdozio decaduto dal suo carattere sacro. In verità vi dico che per le colpe del Tempio questa nazione sarà dispersa. Ma anche in verità vi dico che ugualmente sarà distrutta la Terra quando l'abominio della desolazione entrerà nel novello Sacerdozio conducendo gli uomini all'apostasia per abbracciare le dottrine d'inferno. Allora sorgerà il figlio di Satana e i popoli gemeranno in un tremendo spavento, pochi restando fedeli al Signore, e allora anche, fra convulsioni d'orrore, verrà la fine dopo la vittoria di Dio e dei suoi pochi eletti, e l'ira di Dio su tutti i maledetti. Guai, tre volte guai se per quei pochi non ci saranno ancor santi, gli ultimi padiglioni del Tempio di Cristo! Guai, tre volte guai se, a confortare gli ultimi cristiani, non ci saranno veri Sacerdoti come ci saranno per i primi.  

In verità l'ultima persecuzione sarà orrenda, non essendo persecuzione d'uomini ma del figlio di Satana e dei suoi seguaci. Sacerdoti? Più che sacerdoti dovranno essere quelli dell'ultima ora, tanto feroce sarà la persecuzione delle orde dell'Anticristo. Simili all'uomo vestito di lino, che tanto è santo da stare al fianco del Signore, nella visione di Ezechiele, essi dovranno instancabili segnare con la loro perfezione un Tau sugli spiriti dei pochi fedeli, perché le fiamme d'inferno non cancellino quel segno. Sacerdoti? Angeli. 

Angeli agitanti il turibolo carico degli incensi delle loro virtù per purificare l'aere dai miasmi di Satana. 

Angeli? Più che angeli: altri Cristi, altri Me, perché i fedeli dell'ultimo tempo possano perseverare sino alla fine. Questo dovranno essere.  

Ma il bene e il male futuro ha radice nel presente. Le valanghe hanno inizio da un fiocco di neve. Un sacerdote indegno, impuro, eretico, infedele, incredulo, tiepido o freddo, spento, insipido, lussurioso, fa un male decuplo di quello di un fedele colpevole degli stessi peccati e trascina molti altri al peccato. La rilassatezza nel Sacerdozio, l'accoglimento di impure dottrine, l'egoismo, l'avidità, la concupiscenza nel Sacerdozio, voi sapete dove sfocia: nel deicidio. Ora, nei secoli futuri, non potrà più essere ucciso il Figlio di Dio, ma la fede in Dio, l'idea di Dio, sì. Perciò sarà compiuto un deicidio ancor più irreparabile, perché senza risurrezione. Oh! si potrà compiere, sì. Io vedo... Si potrà compire per i troppi Giuda di Keriot dei secoli futuri. Orrore...  

La mia Chiesa scardinata dai suoi stessi ministri! E Io che la sorreggo con l'aiuto delle vittime. Ed essi, i Sacerdoti, che avranno unicamente la veste e non l'anima del Sacerdote, che aiutano il ribollire delle onde agitate dal Serpente infernale contro la tua barca, o Pietro. In piedi! Sorgi! Trasmetti quest'ordine ai tuoi successori: "Mano al timone, sferza sui naufraghi che hanno voluto naufragare e tentano di far naufragare la barca di Dio". Colpisci, ma salva e procedi. Sii severo, perché sui predoni giusto è il castigo. 

Difendi il tesoro della fede. Tieni alto il lume come un faro sopra le onde sconvolte, perché quelli che seguono la tua barca vedano e non periscano. Pastore e nauta per i tempi tremendi, raccogli, guida, solleva il mio Vangelo, perché in questo e non in altra scienza è la salute.  

Verranno i tempi nei quali, così come avvenne a noi d'Israele e ancor più profondamente, il Sacerdozio crederà d'essere classe eletta, perché sa il superfluo e non conosce più l'indispensabile, o lo conosce nella morta forma con cui ora conoscono i sacerdoti la Legge: nella veste di essa, esageratamente aggravata di frange, ma non nel suo spirito. Verranno i tempi nei quali tutti i libri si sostituiranno al Libro, e questo sarà solo usato così come uno che deve forzatamente usare un oggetto lo maneggia meccanicamente così come un contadino ara, semina, raccoglie senza meditare sulla meravigliosa provvidenza che è quel moltiplicarsi di semi che ogni anno si rinnovella: un seme gettato in terra smossa che diviene stelo, spiga, poi farina e poi pane per paterno amore di Dio. Chi, mettendosi in bocca un boccone di pane, alza lo spirito a Colui che ha creato il primo seme e da secoli lo fa rinascere e crescere, dosando le piogge e il calore perché si schiuda e si alzi e maturi senza marcire o senza bruciarsi? Così verrà il tempo che sarà insegnato il Vangelo scientificamente bene, spiritualmente male.  

Or che è la scienza se manca sapienza? Paglia è. Paglia che gonfia e non nutre. E in verità vi dico che un tempo verrà nel quale troppi fra i Sacerdoti saranno simili a gonfi pagliai, superbi pagliai, che staranno impettiti nel loro orgoglio d'esser tanto gonfi, come se da loro si fossero dati tutte quelle spighe che coronarono le paglie, come se ancor le spighe fossero in vetta alle paglie, e crederanno d'esser tutto perché, invece del pugnello di grani, il vero nutrimento che è lo spirito del Vangelo, avranno tutta quella paglia: un mucchio! Un mucchio! Ma può bastare la paglia? Neppure per il ventre del giumento essa basta e, se il padrone dello stesso non corrobora l'animale con biade ed erbe fresche, il giumento nutrito di sola paglia deperisce e anche muore.  

Eppure Io vi dico che un tempo verrà nel quale i Sacerdoti, immemori che con poche spighe Io ho istruito gli spiriti alla Verità, e immemori anche di ciò che è costato al loro Signore quel vero pane dello spirito, tratto tutto e solo dalla Sapienza divina, detto dalla divina Parola, dignitoso nella forma dottrinale, instancabile nel ripetersi perché non si smarrissero le verità dette, umile nella forma, senza orpelli di scienze umane, senza completamenti storici e geografici, non si cureranno dell'anima di esso, ma della veste da gettargli sopra per mostrare alle folle quante cose essi sanno, e lo spirito del Vangelo si smarrirà in loro sotto valanghe di scienza umana. E se non lo possiedono, come possono trasmetterlo? Che daranno ai fedeli questi pagliai gonfi? Paglia. Che nutrimento ne avranno gli spiriti dei fedeli? Tanto da trascinare una languente vita. Che frutto matureranno da questo insegnamento e da questa conoscenza imperfetta del Vangelo? Un raffreddarsi dei cuori, un sostituirsi di dottrine eretiche, di dottrine e idee ancor più che eretiche, all'unica, vera Dottrina, un prepararsi il terreno alla Bestia per il suo fugace regno di gelo, di tenebre e orrore.  

In verità vi dico che, come il Padre e Creatore moltiplica le stelle perché non si spopoli il cielo per quelle che, finita la loro vita, periscono, così ugualmente Io dovrò evangelizzare cento e mille volte dei discepoli che spargerò fra gli uomini e fra i secoli. E anche in verità vi dico che la sorte di questi sarà simile alla mia: la sinagoga e i superbi li perseguiteranno come mi hanno perseguitato. Ma tanto Io che essi abbiamo la nostra ricompensa, quella di fare la volontà di Dio e di servirlo sino alla morte di croce, perché la sua gloria risplenda e la sua conoscenza non perisca. Ma tu, Pontefice, e voi, Pastori, in voi e nei vostri successori vegliate perché non si perda lo spirito del Vangelo, e instancabilmente pregate lo Spirito Santo perché in voi si rinnovelli una continua Pentecoste - voi non sapete ciò che voglio dire, ma presto lo saprete - onde possiate comprendere tutti gli idiomi e discernere e scegliere le mie voci da quelle della Scimmia di Dio: Satan. E non lasciate cadere nel vuoto le mie voci future. Ognuna di essa è una misericordia mia in vostro aiuto, e tanto più numerose saranno quanto più per ragioni divine Io vedrò che il Cristianesimo ha bisogno di esse per superare le burrasche dei tempi. 

Pastore e nauta, Pietro! 

Pastore e nauta. Non ti basterà un giorno esser pastore se non sarai nauta, ed esser nauta se non sarai pastore. Questo e quello dovrai essere per tenere radunati gli agnelli, che tentacoli infernali e artigli feroci cercheranno di strapparti, o menzognere musiche di promesse impossibili ti sedurranno, e per portare avanti la barca presa da tutti i venti del settentrione e del mezzogiorno e dell'oriente e dell'occidente, schiaffeggiata e sbattuta dalle forze del profondo, saettata dagli arcieri della Bestia, sbruciacchiata dall'alito del dragone e spazzata sui bordi dalla sua coda, di modo che gli imprudenti saranno arsi e periranno precipitando nell'onda sconvolta.  

Pastore e nauta nei tempi tremendi... E tua bussola il Vangelo. In esso è la Vita e la Salute. E tutto è detto in esso. Ogni articolo del Codice santo, ogni risposta per i casi molteplici delle anime sono in esso. 

E fa' che da esso non si scostino Sacerdoti e fedeli. Fa' che non vengano dubbi su esso. Alterazioni ad esso. Sostituzioni e sofisticazioni di esso.  

Il Vangelo è Me stesso. Dalla nascita alla morte. Nel Vangelo è Dio. Perché in esso sono manifeste le opere del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Il Vangelo è amore. Ho detto: "La mia Parola è Vita". Ho detto: "Dio è carità". Conoscano dunque i popoli la mia Parola e abbiano l'amore in loro, ossia Dio…» 


DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO


sabato 12 luglio 2025

Leggete con l'anima, non con la mente superba, i profeti.

 


DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

 

Dice Gesù ai discepoli di Emmaus: 

«…Ma non è detto da Davide che questo Re potente ha avuto messa sotto i suoi piedi ogni cosa a fargli da sgabello? Non è detta da Isaia tutta la sua Passione e da Davide numerate, potrebbesi dire, anche le torture? E non è detto che Egli è il Salvatore e Redentore, che col suo olocausto salverà l'uomo peccatore?  

E non è precisato, e Giona ne è segno, che per tre giorni sarebbe ingoiato dal ventre insaziabile della Terra e poi ne sarebbe espulso come il profeta dalla balena? E non è stato detto da Lui: "Il Tempio mio, ossia il mio Corpo, il terzo dì dopo essere stato distrutto, sarà da Me (ossia da Dio) ricostruito"? E che pensavate? Che per magia Egli rialzasse le mura del Tempio? No. Non le mura. Ma Se stesso. E solo Dio poteva far sorgere Se stesso. Egli ha rialzato il Tempio vero: il suo Corpo di Agnello. Immolato, così come ne ebbe l'ordine e la profezia Mosè, per preparare il "passaggio" da morte a Vita, da schiavitù a libertà, degli uomini figli di Dio e schiavi di Satana.  

"Come è risorto?", vi chiedete. Io rispondo: È risorto con la sua vera Carne e col suo divino Spirito che l'abita, come in ogni carne mortale è l'anima abitante regina nel cuore. Così è risorto dopo avere tutto patito per tutto espiare, e riparare all'Offesa primigenia e alle infinite che ogni giorno dall'Umanità vengono compite. È risorto come era detto sotto il velo delle profezie. Venuto al suo tempo, vi ricordo Daniele, al suo tempo fu immolato. E, udite e ricordate, al tempo predetto dopo la sua morte la città deicida sarà distrutta.  

Io ve ne consiglio: leggete con l'anima, non con la mente superba, i profeti, dal principio del Libro alle parole del Verbo immolato; ricordate il Precursore che lo indicava Agnello; risovvenitevi quale era il destino del simbolico agnello mosaico. Per quel sangue furono salvati i primogeniti d'Israele. Per questo Sangue saranno salvati i primogeniti di Dio, ossia quelli che con la buona volontà si saranno fatti sacri al Signore. Ricordate e comprendete il messianico salmo di Davide e il messianico profeta Isaia. Ricordate Daniele, riportatevi alla memoria, ma alzando questa dal fango all'azzurro celeste, ogni parola sulla regalità del Santo di Dio, e comprenderete che altro segno più giusto non vi poteva essere dato più forte di questa vittoria sulla Morte, di questa Risurrezione da Se stesso compiuta.  

Ricordatevi che disforme alla sua misericordia e alla sua missione sarebbe stato il punire dall'alto della Croce coloro che su essa lo avevano messo. Ancora Egli era il Salvatore, anche se era il Crocifisso schernito e inchiodato ad un patibolo! Crocifisse le membra, ma libero lo spirito e il volere. E con questi volle ancora attendere, per dare tempo ai peccatori di credere e di invocare, non con urlo blasfemo, ma con gemito di contrizione, il suo Sangue su loro.  

Ora è risorto. Tutto ha compiuto. Glorioso era avanti la sua incarnazione. Tre volte glorioso lo è ora che, dopo essersi annichilito per tanti anni in una carne, ha immolato Se stesso, portando l'Ubbidienza alla perfezione del saper morire sulla croce per compiere la Volontà di Dio. Gloriosissimo, in un con la Carne glorificata, adesso che Egli ascende al Cielo ed entra nella Gloria eterna, iniziando il Regno che Israele non ha compreso.  

Ad esso Regno Egli, più che mai pressantemente, con l'amore e l'autorità di cui è pieno, chiama le tribù del mondo. Tutti, come videro e previdero i giusti di Israele ed i profeti, tutti i popoli verranno al Salvatore. E non vi saranno più Giudei o Romani, Sciti o Africani, Iberi o Celti, Egizi o Frigi. L'oltre Eufrate si unirà alle sorgenti del Fiume perenne. Gli iperborei a fianco dei numidi verranno al suo Regno, e cadranno razze e idiomi. Costumi e colori di pelle e capelli non avranno più luogo. Ma sarà uno sterminato popolo fulgido e candido, un unico linguaggio, un solo amore. Sarà il Regno di Dio. Il Regno dei Cieli. Monarca eterno: l'Immolato Risorto. Sudditi eterni: i credenti nella sua Fede. Vogliate credere per essere di esso…»  


domenica 3 novembre 2024

Al soffiare di un vento di castigo soprannaturale e umano, crolleranno gli edifici che di santo non hanno che il nome.

 


DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

 

Allora Pietro si rivolge al Maestro e gli dice:  

«Vieni in disparte e spiegaci quando avverrà la tua profezia sulla distruzione del Tempio. Daniele ne parla, ma se fosse come lui dice e come Tu dici, poche ore avrebbe ancora il Tempio. Ma noi non vediamo eserciti ne preparativi di guerra. Quando dunque avverrà? Quale sarà il segno di esso? Tu sei venuto. Tu, dici, stai per andare via. Eppure si sa che essa non sarà che quando Tu sarai fra gli uomini. Tornerai, allora? Quando, questo tuo ritorno? Spiegaci, perché noi si possa sapere...».  

«Non occorre mettersi in disparte. Vedi? Sono rimasti i discepoli più fedeli, quelli che saranno a voi dodici di grande aiuto. Essi possono sentire le parole che dico a voi. Venitemi tutti vicino!», grida in ultimo per radunare tutti.  

I discepoli, sparsi sul pendio, si avvicinano, fanno un mucchio compatto, stretto intorno a quello principale di Gesù coi suoi apostoli, e ascoltano.  

«Badate che nessuno vi seduca in futuro. Io sono il Cristo e non vi saranno altri Cristi. Perciò, quando molti verranno a dirvi: "Io sono il Cristo" e sedurranno molti, voi non credete a quelle parole, neppure se saranno accompagnate da prodigi. Satana, padre di menzogna e protettore dei menzogneri, aiuta i suoi servi e seguaci con falsi prodigi, che però possono essere riconosciuti non buoni perché sempre uniti a paura, turbamento e menzogna. I prodigi di Dio voi li conoscete: dànno pace santa, letizia, salute, fede, conducono a desideri e opere sante. Gli altri no. Perciò riflettete sulla forma e le conseguenze dei prodigi che potrete vedere in futuro ad opera dei falsi Cristi e di tutti coloro che si ammanteranno nelle vesti di salvatori di popoli e saranno invece le belve che rovinano gli stessi.  

Sentirete anche, e vedrete anche, parlare di guerre e di rumori di guerre e vi diranno: "Sono i segni della fine". Non turbatevi. Non sarà la fine. Bisogna che tutto questo avvenga prima della fine, ma non sarà ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo, regno contro regno, nazione contro nazione, continente contro continente, e seguiranno pestilenze, carestie, terremoti in molti luoghi. Ma questo non sarà che il principio dei dolori. Allora vi getteranno nella tribolazione e vi uccideranno, accusandovi di essere i colpevoli del loro soffrire e sperando di uscirne col perseguitare e distruggere i miei servi.  

Gli uomini fanno sempre accusa agli innocenti di esser causa del male che essi, peccatori, si creano. 

Accusano Dio stesso, perfetta Innocenza e Bontà suprema, di esser causa del loro soffrire, e così faranno con voi, e voi sarete odiati per causa del mio Nome. È Satana che li aizza. E molti si scandalizzeranno e si tradiranno e odieranno a vicenda. È ancor Satana che li aizza. E sorgeranno falsi profeti che indurranno molti in errore. Ancora sarà Satana il vero autore di tanto male. E per il moltiplicarsi dell'iniquità si raffredderà la carità in molti. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo. E prima bisogna che questo Vangelo del Regno di Dio sia predicato in tutto il mondo, testimonianza a tutte le nazioni. Allora verrà la fine. Ritorno al Cristo di Israele che lo accoglie e predicazione della mia Dottrina in tutto il mondo.  

E poi un altro segno. Un segno per la fine del Tempio e per la fine del mondo. Quando vedrete l'abominazione della desolazione predetta da Daniele37 - chi mi ascolta bene intenda, e chi legge il Profeta sappia leggere fra le parole - allora chi sarà in Giudea fugga sui monti, chi sarà sulla terrazza non scenda a prendere quanto ha in casa, e chi è nel suo campo non torni in casa a prendere il suo mantello, ma fugga senza volgersi indietro, ché non gli accada di non poterlo più fare, e neppure si volga nel fuggire a guardare, per non conservare nel cuore lo spettacolo orrendo e insanire per esso.  

Guai alle gravide e a quelle che allatteranno in quei giorni! E guai se la fuga dovesse compiersi in sabato! Non sarebbe sufficiente la fuga a salvarsi senza peccare. Pregate dunque perché non avvenga in inverno e in giorno di sabato, perché allora la tribolazione sarà grande quale mai non fu dal principio del mondo fino ad ora, né sarà mai più simile perché sarà la fine. Se non fossero abbreviati quei giorni in grazia degli eletti, nessuno si salverebbe, perché gli uomini-satana si alleeranno all'inferno per dare tormento agli uomini. 

E anche allora, per corrompere e trarre fuori della via giusta coloro che resteranno fedeli al Signore, sorgeranno quelli che diranno: "Il Cristo è là, il Cristo è qua. È in quel luogo. Eccolo". Non credete. 

Nessuno creda, perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno prodigi e portenti tali da indurre in errore, se fosse possibile, anche gli eletti, e diranno dottrine in apparenza così confortevoli e buone a sedurre anche i migliori, se con loro non fosse lo Spirito di Dio che li illuminerà sulla verità e l'origine satanica di tali prodigi e dottrine. Io ve lo dico. Io ve lo predico perché voi possiate regolarvi. Ma di cadere non temete. 

Se starete nel Signore non sarete tratti in tentazione e in rovina. Ricordate ciò che vi ho detto: "Vi ho dato il potere di camminare su serpenti e scorpioni, e di tutta la potenza del Nemico nulla vi nuocerà, perché tutto vi sarà soggetto". Vi ricordo anche però che per ottenere questo dovete avere Dio in voi, e rallegrarvi dovete, non perché dominate le potenze del Male e le venefiche cose, ma perché il vostro nome è scritto in Cielo.  

State nel Signore e nella sua verità. Io sono la Verità e insegno la verità. Perciò ancora vi ripeto: qualunque cosa vi dicano di Me, non credete. Io solo ho detto la verità. Io solo vi dico che il Cristo verrà, ma quando sarà la fine. Perciò, se vi dicono: "È nel deserto", non andate. Se vi dicono: "È in quella casa, non date retta. Perché il Figlio dell'uomo nella sua seconda venuta sarà simile al lampo che esce da levante e guizza fino a ponente, in un tempo più breve di quel che non sia il batter di una palpebra. E scorrerà sul grande Corpo, di subito fatto Cadavere, seguito dai suoi fulgenti angeli, e giudicherà. Là dovunque sarà corpo là si raduneranno le aquile. E subito dopo la tribolazione di quei giorni ultimi, che vi fu detta - parlo già della fine del tempo e del mondo e della risurrezione delle ossa, delle quali cose parlano i profeti - si oscurerà il sole, e la luna non darà più luce, e le stelle del cielo cadranno come acini da un grappolo troppo maturo che un vento di bufera scuote, e le potenze dei Cieli tremeranno.  

E allora nel firmamento oscurato apparirà folgorante il segno del Figlio dell'uomo, e piangeranno tutte le nazioni della Terra, e gli uomini vedranno il Figlio dell'uomo venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Ed Egli comanderà ai suoi angeli di mietere e vendemmiare, e di separare i logli dal grano, e di gettare le uve nel tino, perché sarà venuto il tempo del grande raccolto del seme di Adamo, e non ci sarà più bisogno di serbare racimolo o semente, perché non ci sarà mai più perpetuazione della specie umana sulla Terra morta. E comanderà ai suoi angeli che a gran voce di trombe adunino gli eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli, perché siano al fianco del Giudice divino per giudicare con Lui gli ultimi viventi ed i risorti.  

Dal fico imparate la similitudine: quando vedete che il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che vicina è l'estate. Così anche, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Cristo sta per venire. In verità vi dico: non passerà questa generazione che non mi volle, prima che tutto ciò avvenga.  

La mia parola non cade. Ciò che dico sarà. Il cuore e il pensiero degli uomini possono mutare, ma non muta la mia parola. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi al giorno e all'ora precisa, nessuno li conosce, neppure gli angeli del Signore, ma soltanto il Padre li conosce.  

Come ai tempi di Noè, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo. Nei giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno sino al giorno in cui Noè entrò nell' arca e si aprirono le cataratte dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa. Anche così sarà per la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno accosto nel campo, e uno sarà preso e uno sarà lasciato, e due donne saranno intente a far andare la mola, e una sarà presa e una lasciata, dai nemici nella Patria e più ancora dagli angeli separanti il buon seme dal loglio, e non avranno tempo di prepararsi al giudizio del Cristo. 

Vegliate dunque perché non sapete a che ora verrà il vostro Signore. Ripensate a questo: se il capo di famiglia sapesse a che ora viene il ladro, veglierebbe e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi vegliate e pregate, stando sempre preparati alla venuta, senza che i vostri cuori cadano in torpore, per abuso e intemperanza di ogni specie, e i vostri spiriti siano fatti distratti e ottusi alle cose del Cielo dalle eccessive cure per le cose della Terra, e il laccio della morte non vi colga improvviso quando siete impreparati. 

Perché, ricordate, tutti avete a morire. Tutti gli uomini, nati che siano, devono morire, ed è una singola venuta del Cristo questa morte e questo susseguente giudizio, che avrà il suo ripetersi universale alla venuta solenne del Figlio dell'uomo.  

Che sarà mai di quel servo fedele e prudente, preposto dal padrone ad amministrare il cibo ai domestici in sua assenza? Beata sorte egli avrà se il suo padrone, tornando all'improvviso, lo trova a fare ciò che deve con solerzia, giustizia e amore. In verità vi dico che gli dirà: "Vieni, servo buono e fedele. Tu hai meritato il mio premio. Tieni, amministra tutti i miei beni". Ma se egli pareva, e non era, buono e fedele, e nell'interno suo era cattivo come all'esterno era ipocrita, e partito il padrone dirà in cuor suo: "Il padrone tarderà a tornare! Diamoci al bel tempo", e comincerà a battere e malmenare i conservi, facendo usura su loro nel cibo e in ogni altra cosa per avere maggior denaro da consumare coi gozzovigliatori e ubbriaconi, che avverrà? Che il padrone tornerà all'improvviso, quando il servo non se lo pensa vicino, e verrà scoperto il suo malfare, gli verrà levato posto e denaro, e sarà cacciato dove giustizia vuole. E ivi starà.  

E così del peccatore impenitente, che non pensa come la morte può essere vicina e vicino il suo giudizio, e gode e abusa dicendo: "Poi mi pentirò". In verità vi dico che egli non avrà tempo di farlo e sarà condannato a stare in eterno nel luogo del tremendo orrore, dove è solo bestemmia e pianto e tortura, e ne uscirà soltanto per il Giudizio finale, quando rivestirà la carne risorta per presentarsi completo al Giudizio ultimo come completo peccò nel tempo della vita terrena, e con corpo ed anima si presenterà al Giudice Gesù che egli non volle per Salvatore.  

Tutti là accolti davanti al Figlio dell'uomo. Una moltitudine infinita di corpi, restituiti dalla terra e dal mare e ricomposti dopo essere stati cenere per tanto tempo. E gli spiriti nei corpi. Ad ogni carne tornata sugli scheletri corrisponderà il proprio spirito, quello che l'animava un tempo. E staranno ritti davanti al Figlio dell'uomo, splendido nella sua Maestà divina, seduto sul trono della sua gloria sorretto dai suoi angeli.  

Ed Egli separerà uomini da uomini, mettendo da un lato i buoni e dall'altro i cattivi, come un pastore separa le pecorelle dai capretti, e metterà le sue pecore a destra e i capri a sinistra. E dirà con dolce voce e benigno aspetto a quelli che, pacifici e belli di una bellezza gloriosa nello splendore del corpo santo, lo guarderanno con tutto l'amore del loro cuore: "Venite, o benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi sino dall'origine del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui pellegrino e mi ospitaste, fui nudo e mi rivestiste, malato e mi visitaste, prigioniero e veniste a portarmi conforto".  

E i giusti gli chiederanno: "Quando mai, Signore, ti vedemmo affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato e siamo venuti a visitarti?".  

E il Re dei re dirà loro: "In verità vi dico: quando avete fatto una di queste cose ad uno di questi minimi fra i miei fratelli, allora lo avete fatto a Me".  

E poi si volgerà a quelli che saranno alla sua sinistra e dirà loro, severo nel volto, e i suoi sguardi saranno come saette fulminanti i reprobi, e nella sua voce tuonerà l'ira di Dio: "Via di qua! Via da Me, o maledetti! Nel fuoco eterno preparato dal furore di Dio per il demonio e gli angeli tenebrosi e per coloro che li hanno ascoltati nelle loro voci di libidine triplice e oscena. Io ebbi fame e non mi sfamaste, sete e non mi dissetaste, fui nudo e non mi rivestiste, pellegrino e mi respingeste, infermo e carcerato e non mi visitaste. Perché non avevate che una legge: il piacere del vostro io".  

Ed essi gli diranno: "Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, pellegrino, infermo, carcerato? 

In verità noi non ti abbiamo conosciuto. Non eravamo, quando Tu eri sulla Terra".  

Ed Egli risponderà loro: "È vero. Non mi avete conosciuto. Perché non eravate quando Io ero sulla Terra. Ma avete però conosciuto la mia Parola e avete avuto i poveri fra voi, gli affamati, i sitibondi, i nudi, i malati, i carcerati. Perché non avete fatto ad essi ciò che forse avreste fatto a Me? Perché non è già detto che coloro che mi ebbero fra loro fossero misericordiosi col Figlio dell'uomo. Non sapete che nei miei fratelli Io sono, e dove è uno di essi che soffra là sono Io, e che ciò che non avete fatto ad uno di questi miei minori fratelli lo avete negato a Me, Primogenito degli uomini? Andate e ardete nel vostro egoismo. Andate, e vi fascino le tenebre e il gelo perché tenebra e gelo foste, pur conoscendo dove era la Luce e il Fuoco d'Amore".  

E costoro andranno all'eterno supplizio, mentre i giusti entreranno nella vita eterna.  

Queste le cose future...». 


domenica 15 settembre 2024

La Nuova Gerusalemme.

 


Dice Gesù: 

«… Riguardo al Regno di Dio, esso è in voi e ovunque sono uomini che credono in Me. Sparso per ora, succedentesi sulla Terra nei secoli. Poi eterno, unito, perfetto nel Cielo. Là, nel Regno di Dio, sarà edificato il nuovo Tempio, ossia là dove sono spiriti che accettano la mia dottrina, la dottrina del Regno di Dio, e ne praticano i precetti.  

Come sarà edificato se siete poveri e pochi? Oh! in verità non necessitano denari e poteri per edificare l'edificio della nuova dimora di Dio, individuale o collettiva. Il Regno di Dio è in voi. E l'unione di tutti coloro che avranno in loro il Regno di Dio, di tutti coloro che avranno Dio in loro - Dio: la Grazia; Dio: la Vita; Dio: la Luce; Dio: la Carità - costituirà il grande Regno di Dio sulla Terra, la nuova Gerusalemme che giungerà ad espandersi per tutti i confini del mondo e che, completa e perfetta, senza mende, senza ombre, vivrà eterna nel Cielo.  

Come farete a edificare Tempio e città? Oh! non voi, ma Dio edificherà questi luoghi nuovi. Voi dovrete soltanto dargli la vostra buona volontà. Buona volontà è permanere in Me. Vivere la mia dottrina è buona volontà. Stare uniti è la buona volontà. Uniti a Me sino a fare un sol corpo che è nutrito, nelle sue singole parti e particelle, da un unico umore. Un unico edificio che è poggiato su un'unica base e tenuto unito da una mistica coesione…» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

 

domenica 18 agosto 2024

Quando gli avversari del Tempio crederanno di averLo levato e distrutto, sarà l’ora che Egli si stabilirà nella vera Gerusalemme in tutta la Sua Gloria.

 


Dice Gesù: 

«Voi sbagliate. Non sapete comprendere né le Scritture né la potenza di Dio. Molto diversa sarà l'altra vita da questa, e nel Regno eterno non saranno le necessità della carne come in questo. Perché, in verità, dopo il Giudizio finale la carne risorgerà e si riunirà all'anima immortale riformando un tutto, vivo come e meglio che non sia viva la mia e la vostra persona ora, ma non più soggetto alle leggi e soprattutto agli stimoli e abusi che vigono ora. Nella risurrezione, gli uomini e le donne non si ammoglieranno né si mariteranno, ma saranno simili agli angeli di Dio in Cielo, i quali non si ammogliano né si maritano, pur vivendo nell'amore perfetto che è quello divino e spirituale. In quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto come Dio dal roveto parlò a Mosè? Che disse l'Altissimo allora? "Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe"36. 

Non disse: "Io fui", facendo capire che Abramo, Isacco e Giacobbe erano stati ma non erano più. Disse: "Io sono". Perché Abramo, Isacco e Giacobbe sono. Immortali. Come tutti gli uomini nella parte immortale, sino a che i secoli durano, e poi, anche con la carne risorta per l'eternità. Sono, come lo è Mosè, i profeti, i giusti, come sventuratamente è Caino e sono quelli del diluvio, e i sodomiti, e tutti coloro morti in colpa mortale. 

Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi».  

«Anche Tu morrai e poi sarai vivente?», lo tentano. Sono già stanchi di essere miti. L'astio è tale che non sanno contenersi.  

«Io sono il Vivente e la mia Carne non conoscerà sfacimento. L'arca ci fu levata e l'attuale sarà levata anche come simbolo. Il Tabernacolo ci fu tolto e sarà distrutto. Ma il vero Tempio di Dio non potrà essere levato e distrutto. Quando i suoi avversari crederanno di averlo fatto, allora sarà l'ora che si stabilirà nella vera Gerusalemme, in tutta la sua gloria. Addio». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

martedì 23 luglio 2024

La Venuta del Re verrà a noi come la pioggia di primavera e di autunno.

 


DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO


Dice Gesù: 

«… Solo dopo che questa Terra avrà peccato contro di Me - e ricordate che sono parole del Signore al suo profeta - solo dopo, il popolo, e non solo questo, singolo, ma il grande popolo di Adamo, comincerà a gemere: "Andiamo al Signore. Lui che ci ha feriti ci guarirà".35 E dirà il mondo dei redenti: "Dopo due giorni, ossia due tempi dell'eternità, durante i quali ci avrà lasciati in balia del Nemico, che con ogni arma ci avrà percossi e uccisi come noi percotemmo il Santo e lo uccidemmo - e lo percotiamo e lo uccidiamo, perché sempre vi sarà la razza dei Caini che uccideranno con la bestemmia e le male opere il Figlio di Dio, il Redentore, scagliando frecce mortali non sulla sua eterna glorificata Persona, ma sulla loro anima da Lui riscattata, uccidendola, e uccidendo perciò Lui attraverso le loro anime - solo dopo questi due tempi verrà il terzo giorno, e risusciteremo al suo cospetto nel Regno di Cristo sulla Terra e vivremo dinanzi a Lui nel trionfo dello spirito. Lo conosceremo, impareremo a conoscere il Signore per essere pronti a sostenere, mediante questa conoscenza vera di Dio, l'estrema battaglia che Lucifero darà all'Uomo prima dello squillo dell'angelo dalla settima tromba, che aprirà il coro beato dei santi di Dio, dal numero perfetto in eterno -Né il più piccolo pargolo, né il più vecchio vegliardo potrà mai più essere aggiunto al numero - il coro che canterà: 'Finito è il povero regno della Terra. Il mondo è passato con tutti i suoi abitanti davanti alla rassegna del Giudice vittorioso. E gli eletti sono ora nelle mani del Signor nostro e del suo Cristo, ed Egli è il nostro Re in eterno. Lode al Signore Iddio onnipotente che è, che era e che sarà, perché ha assunto il suo gran potere ed è entrato nel possesso del suo Regno.  

Oh! chi fra voi saprà ricordare le parole di questa profezia, già suonante nelle parole di Daniele, con velato suono, ed ora squillata dalla voce del Sapiente davanti al mondo attonito e a voi, più attoniti del mondo?! "La venuta del Re - continuerà il mondo, gemente nelle sue ferite e chiuso nel sepolcro, mal vivo e mal morto, chiuso dal suo settemplice vizio e dalle sue infinite eresie, l'agonizzante spirito del mondo chiuso, coi suoi estremi conati, dentro l'organismo, morto lebbroso per tutti i suoi errori - la venuta del Re è preparata come quella dell'aurora e verrà a noi come la pioggia di primavera e di autunno". 

L'aurora è preceduta e preparata dalla notte…». 

venerdì 28 giugno 2024

Questo mese (aprile) sarà per il mondo il principio di un Nuovo Tempo. Nel decimo giorno di questo mese…

 


Ovunque canti di uccelli e profumi di fiori. Un'aria fresca ristora e allieta. È veramente la letizia d'aprile che ride per ogni dove. Gesù è in mezzo ai suoi apostoli. Tutti e dodici, e parla.  

«…. Ora Io voglio, perché nulla vi rimanga oscuro, aprirvi il senso delle profezie…». 

Gesù li carezza e prosegue:  

«Voglio, in quest'ora che ancora mi è donata, ultimare la conoscenza del Cristo in voi. All'inizio con Giovanni, Simone e Giuda, ho fatto conoscere la verità delle profezie sulla mia nascita. Le profezie mi hanno dipinto, come meglio non potrebbe il pittore più sommo, dalla mia alba al mio tramonto. Anzi, sono proprio l'alba ed il tramonto le due fasi più illustrate dai profeti. Ora il Cristo sceso dal Cielo, il Giusto che le nubi hanno lasciato piovere sulla Terra, il Germoglio sublime, sta per essere ucciso. 

Spezzato come cedro dal fulmine. Parliamo allora della sua morte. Non sospirate, non crollate il capo. 

Non mormorate in cuor vostro, non maledite gli uomini. Non serve a nulla. 

Noi saliamo a Gerusalemme. Pasqua è prossima ormai. 

"Questo mese sarà per voi il primo dei mesi dell'anno"24. Questo mese sarà per il mondo il principio di un nuovo tempo. Non cesserà mai più. Inutilmente, di tanto in tanto, l'uomo cercherà di metterne di nuovi. Coloro che vorranno mettere un tempo nuovo, portante il loro nome idolo, saranno fulminati e percossi. Non c'è che un Dio in Cielo e un Messia sulla Terra: il Figlio di Dio, Gesù di Nazareth. Egli, poiché tutto di SÉ dà, può tutto volere e mette il suo regale sigillo non su ciò che è carne e fango, ma su ciò che è tempo e spirito.  

"Nel decimo giorno di questo mese ciascuno prenda un agnello per famiglia e per casa. E se non basta il numero delle persone della casa a consumare l'agnello, prenda il vicino coi suoi fino a poter consumare tutto l'agnello".25 Perché il sacrificio e l'ostia devono essere completi e consumati. Non una briciola deve rimanere di essi. Non rimarrà. Troppi sono quelli che stanno per pascersi dell'agnello. Un numero senza numero, per un convito senza limite di tempo, e non occorre altro fuoco per consumare i resti, perché resti non ce ne sono. 

Quelle parti che saranno offerte e respinte dall'odio saranno consumate dal fuoco stesso della vittima, dal suo amore.  

Vi amo, o uomini. Voi, dodici miei amici che ho scelto Io stesso, voi in cui sono le dodici tribù di Israele e le tredici vene dell'Umanità. Tutto ho radunato in voi e tutto in voi vedo radunato... Tutto».  

«Ma nelle vene del corpo di Adamo è anche quella di Caino. Nessuno di noi ha alzato la mano sul compagno. Abele dove è allora?», chiede l'Iscariota.  

«Tu lo hai detto. Nelle vene del corpo di Adamo è anche quella di Caino. E l'Abele sono Io, il dolce Abele pastore di greggi, grato al Signore perché offriva le sue primizie e ciò che era senza imperfezione, prima, fra tutte le offerte, se stesso. Vi amo, o uomini. Anche se non mi amate, Io vi amo. L'amore accelera e compisce l'opera dei sacrificatori.  

"L'agnello sia senza macchia, maschio, di un anno"26. Non vi è tempo per l'Agnello di Dio. Egli è. Pari nell'ultimo giorno come lo era nel primo di questa Terra. Colui che è come il Padre, non conosce nella sua divina natura invecchiamento. E la sua Persona conosce una sola vecchiezza, una sola stanchezza: quella della delusione di essere venuto per troppi invano.  

Quando saprete come fui ucciso - e gli occhi che vedranno il loro Signore mutato in lebbroso coperto di piaghe ora brillano di pianto al mio fianco e più non vedono questa ridente collina, perché il pianto li accieca con la sua liquida visiera - dite pure: "Non di questo è morto. Ma dall'essere stato sconosciuto ai suoi più cari e respinto da troppa umanità".  

Ma se non ha tempo il Figlio di Dio, e perciò differisce dall'agnello del rito, ad esso è pari perché senza macchia e maschio sacro al Signore. Sì. Inutilmente i carnefici, coloro che mi uccideranno con l'arme, o col volere, o col tradire, vorranno scusare se stessi dicendo: "Egli era colpevole". Nessuno che sia sincero può accusarmi di peccato. Lo potete voi?  

Siamo di fronte alla morte. Io lo sono. Ancora altri lo sono. Chi? Vuoi sapere chi, Pietro? Tutti. La morte avanza ora per ora e ghermisce chi men se lo crede. Ma anche coloro che hanno ancora molta vita da tessere, ora per ora sono di fronte alla morte, ché il tempo è baleno rispetto all'eternità e perché nell'ora della morte anche la più lunga vita si riduce a nulla e le azioni di decenni e decenni lontani, sin da quelli della prima età, tornano in folla a dire: "Ecco, ieri facevi questo". Ieri! Sempre ieri è quando si muore! E sempre polvere è l'onore e l'oro per cui tanto spasimò la creatura! E perde ogni sapore il frutto per cui si fu folli! La donna? La borsa? Il potere? La scienza? Che resta? Nulla! Solo la coscienza e il giudizio di Dio, davanti al quale va la coscienza, povera e ignuda di umane protezioni e dovizie, e carica solo delle sue azioni.  

"Prendano il suo sangue e ne mettano sugli stipiti e l'architrave27, e l'angelo non percuoterà al suo passaggio le case su cui è il segno del sangue"28. Prendete il mio Sangue. Mettetelo non sulle pietre morte. Ma sul morto cuore. È la nuova circoncisione. Ed Io mi circoncido per tutto il mondo. Io non sacrifico l'inutile parte, ma stronco la mia magnifica, sana, pura virilità, completamente la sacrifico, e dalle membra mutilate, dalle vene aperte, prendo il Sangue mio e traccio sull'Umanità anelli di salvezza, anelli di eterni sponsali col Dio che è nei Cieli, col Padre che attende, e dico: "Ecco. Ora non puoi più respingerli, perché respingeresti il tuo Sangue".  

"E Mosè disse: '... e poi tuffate un mazzetto di issopo nel sangue e aspergetene gli stipiti"'29. Non basta allora il sangue? Non basta. Al mio Sangue deve essere congiunto il pentimento vostro. Senza il pentimento, amaro e salutare, inutilmente Io per voi sarò morto.  

Questa è la prima parola che nel Libro parli dell'Agnello redentore. Ma il Libro ne è sparso. Così come ad ogni nuovo sorgere di sole più fitta si fa la fioritura su questi rami, così, man mano che un anno succede ad un finito e si approssima al tempo della Redenzione, ecco spesseggia la fioritura.  

Ed ora Io con Zaccaria vi dico, a voi per Gerusalemme: "Ecco il Re che viene pieno di mansuetudine, cavalcando un'asina e un asinello. Egli è povero"30. Ma disperderà i potenti che opprimono l'uomo. Egli è mite, eppure il suo braccio alzato a benedizione vincerà il demonio e la morte. "Egli annuncerà la pace, perché ne è il Re"31. Egli, essendo confitto, stenderà il suo dominio da mare a mare. "Egli che non grida, che non spezza, che non smorza colui che non è lume ma fumo, colui che non è forza ma debolezza, colui che merita ogni rimprovero, farà giustizia secondo verità"32. Il tuo Messia, o città di Sionne, il tuo Messia, o popolo del Signore, il tuo Messia, o popolo della Terra.  

"Senza essere triste ne turbolento", e voi vedete come non vi sia in Me la tristezza crucciosa del vinto, né quella astiosa del perverso, ma solo la serietà di chi vede a che punto può giungere il possesso di Satana nell'uomo, e voi vedete come, potendo incenerire e disperdere con un solo palpito del mio volere, Io per tre anni abbia teso le mani ad invito d'amore, a tutti, senza soste, e ora ancora queste mie mani si tenderanno e verranno ferite! 

"Senza essere triste ne turbolento giungerò a stabilire il mio Regno". Quel Regno di Cristo in cui è la salvezza del mondo. Mi dice il Padre, Signore eterno: "Io ti ho chiamato, ti ho preso per mano, ti ho fatto alleanza fra i popoli e Dio, luce ti ho fatto delle nazioni"33. E Luce sono stato. Luce per aprire gli occhi ai ciechi, parola per dare loquela ai sordi, chiave per aprire i sotterranei carceri di quelli che erano nelle tenebre dell'errore34.» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

domenica 5 maggio 2024

Gli uomini si creeranno da loro dei flagelli sempre più atroci.

 


Gesù prende la parola:  

«Molto si muterà. Non tutto. Perché contro la mia Dottrina sarà in futuro ciò che già è in atto: l'odio di coloro che non amano la Luce. Perché contro la forza dei miei seguaci sarà quella dei seguaci di Satana. Quanti! Di quanti aspetti! Alla mia immutabile, perché perfetta, Dottrina, quante dottrine di eresie sempre nuove saranno opposte! Quanto dolore germinerà da esse! Voi non conoscete il futuro. A voi sembra molto il dolore che è ora nel mondo... Ma Colui che sa, vede orrori che non sarebbero neppure compresi se ve li spiegassi... Guai se non fossi venuto! Venuto per dare ai futuri un codice, che frena gli istinti nei migliori, e una promessa di pace futura! Guai se l'uomo non avesse, per la mia venuta, degli elementi spirituali atti a tenerlo "vivo" nella vita dello spirito, a tenerlo sicuro di un premio!... Se non fossi venuto, con l'andare dei secoli la Terra sarebbe divenuta un vasto inferno terrestre, e la razza umana si sarebbe sbranata e sarebbe perita maledicendo il Creatore...».  

«L'Altissimo ha promesso di non mandare più castighi universali come il diluvio. Promessa di Dio non falla», dice Giuda.  

«Si, Giuda di Simone. È vero. E l'Altissimo non manderà più flagelli universali come il diluvio. Ma gli uomini se li creeranno da loro dei flagelli sempre più atroci, rispetto ai quali il diluvio e la pioggia di fuoco che sterili Sodoma e Gomorra saranno aspetti di castighi ancora pietosi. Oh!...» 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 

giovedì 22 febbraio 2024

Il deserto, la sterilità…ecco la sorte di questa patria nostra. Israele dopo secoli di sterile vegetare sparso, si riunirà sull’annoso tronco.

 


Dice Gesù: 

«In verità, sappiatelo, in verità non una pietra di Gerusalemme rimarrà intatta. Fuoco, ariete, frombole e giavellotti atterreranno, morderanno, sconvolgeranno ogni casa, e spelonca diverrà la Città sacra, e non essa sola... 

Spelonca questa Patria nostra. Posto di onagri e di lamie, come dicono i profeti. E non per uno o più anni, o per secoli, ma per sempre. Il deserto, l'arsione, la sterilità... Ecco la sorte di queste terre! Campo di contese, luogo di torture, sogno di ricostruzione sempre distrutto da una condanna inesorabile, tentativi di risurrezione spenti in sul nascere. La sorte della Terra che respinse il Salvatore e volle una rugiada che è fuoco sui colpevoli» 

«Non... non ci sarà dunque più, mai più un Regno d'Israele? Non saremo mai più ciò che sognammo?», chiedono con voce affannosa i tre notabili giudei. Lo scriba Gioele piange...  

«Avete mai osservato una pianta annosa dal midollo distrutto dalla malattia? Per anni vegeta stentatamente, tanto stentatamente che non fiorisce ne fa frutto. Solo qualche rara foglia sui rami esausti dice che ancor vi è un poco di linfa che sale... Poi, ad un aprile, eccola fiorire miracolosamente e coprirsi di foglie numerose, e se ne rallegra il padrone che per tanti anni la curò senza frutti, se ne rallegra pensando che la pianta è guarita e torna ad essere rigogliosa dopo tanto squallore... Oh! inganno! 

Dopo tanto esuberante esplodere di vita, ecco la subita morte. Cadono fiori, foglie e i frutticini che parevano già allegare sui rami e promettevano pingue raccolto, e con un improvviso scroscio la pianta crolla al suolo marcita alla base. Così farà Israele. Dopo secoli di sterile vegetare sparso, si riunirà sull'annoso tronco e avrà una parvenza di ricostruzione. Riunito alfine il Popolo disperso. Riunito e perdonato. Sì. Dio attenderà quell'ora per recidere i secoli. Non vi saranno più secoli, ma eternità allora. Beati quelli che, essendo perdonati, costituiranno la fioritura fugace dell'ultimo Israele, divenuto, dopo tanti secoli, del Cristo, e moriranno redenti, insieme con tutti i popoli della Terra, beati con quelli che, fra essi, hanno non solo conosciuto l'esistenza mia, ma abbracciata la mia Legge come legge di Salute e Vita». 

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO 


giovedì 25 gennaio 2024

Sempre e solo un terzo se ne salveranno e persevereranno fino alla fine.

 


Dice Gesù: 

«… E non sono Io il Germe di giustizia spuntato da Davide, per il quale, come dice Geremia, Giuda sarà salvato21? Allora il Profeta prevede che Giuda, soprattutto Giuda, avrà bisogno di salvezza. E questo Germe, dice sempre il Profeta, sarà chiamato il Signore, il nostro Giusto, “perché, dice il Signore, non mancherà mai a Davide un discendente assiso sul trono della casa di Israele". E che? Ha errato il Profeta? Era ebbro forse? Di che? Certo di penitenza e non d'altro. Perché, per accusare Me, nessuno potrà sostenere che Geremia fosse uomo di crapula. Eppure egli dice che il Germe di Davide salverà Giuda e siederà sul trono di Israele. Dunque si direbbe che, per i suoi lumi, il Profeta vede che più che Giuda sarà eletto Israele, che il Re andrà ad Israele, e già grazia sarà se Giuda avrà unicamente salvezza. Il Regno sarà dunque detto di Israele? No. Di Cristo sarà detto. Di Colui che unisce le parti disperse e ricostruisce nel Signore dopo avere, secondo l'altro Profeta22, in un mese - che dico in un mese? - in men di un giorno, giudicato e condannato i tre falsi pastori e chiusa a loro la mia anima, perché la loro restò chiusa a Me e, desiderandomi in figura, non seppero amarmi in natura. Or dunque, Colui che mi manda e che mi ha dato le due verghe spezzerà l'una e l'altra, perché la Grazia  sia persa per i crudeli, perché il Flagello non più dal Cielo ma dal mondo venga. E nulla è più duro dei flagelli che gli uomini dànno agli uomini. Così sarà. Oh! così! Io sarò percosso e le pecore saran disperse per due terzi. Solo un terzo, sempre solo un terzo se ne salveranno e persevereranno sino alla fine. E questa terza parte23 passerà per il fuoco per il quale Io passo per primo, e sarà purificata e provata come argento e oro, e ad essa verrà detto: "Tu sei il mio popolo" ed essa mi dirà: "Tu sei il mio Signore". E ci sarà chi avrà pesato i trenta denari, prezzo dell'orrenda opera, infame mercede. E là da dove uscirono non potranno più entrare, perché griderebbero d'orrore anche le pietre vedendo quelle monete, lorde di sangue dell'Innocente e del sudore del perseguitato dalla disperazione più atroce, e serviranno, così come è detto, a comperare, dagli schiavi di Babilonia, il campo per gli stranieri. Oh! il campo per gli stranieri! Sapete chi sono essi? Quei di Giuda e Israele, quelli che presto, in secoli e secoli, non avranno più patria. E neppur la terra del loro antico suolo li vorrà accogliere. Li vomiterà da sé anche morti, posto che essi vollero rigettare la Vita. Orrore infinito...»

DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO