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domenica 28 settembre 2025

L'abbandono dei tabernacoli accompagnati!

 


I. Contro cosa e per cosa è scritto questo libro


128. È stato scritto contro un male tanto grave quanto poco conosciuto e riparato. L'abbandono dei tabernacoli accompagnati!

Ecco un argomento di conversazione che, senza riuscire a spiegarmi del tutto il perché, da tempo rifiuto e desidero affrontare.

Forse il timore che le mie parole possano dare occasione o mettere in pericolo di diminuire la compagnia che già si dà al tabernacolo, senza riuscire a diminuire gli abbandoni con cui a volte, e speriamo non siano così tanti!, si mescolano quelle compagnie, mi ha tenuto in questo stato di perplessità tra il parlare e il tacere.


Idea ossessiva

129. Vi confesso che è un'idea che mi occupa e mi riempie, che mi si conferma con grande frequenza e in molti modi, e che arriva persino a tormentarmi e a rendermi triste, senza che io abbia potuto evitare che, qualche volta, mentre scrivevo, mi sfuggissero dalla penna alcune gocce dell'amarezza che quell'idea suscita nel mio cuore.

Ho così impresso nella mente lo sguardo angosciato di Gesù solo in mezzo alla folla cristiana!

La persuasione e la compassione di quella solitudine penetrano così profondamente nella mia anima!

Ma, d'altra parte, ho potuto constatare che parlare di tabernacoli abbandonati è un linguaggio così duro per molte orecchie cristiane che, prima di riconoscere la dolorosa, ma verità, ma indiscutibile realtà di essi, ci sono molti, molti di questi che lo negano categoricamente, lo limitano timorosamente, lo spiegano in modo contorto o esigono con rabbia che si smetta di parlarne e di scriverne come di una cosa scandalosa.

E se questo accade con fatti di tale attualità, rilevanza e ripetizione che bastano gli occhi per rendersene conto, cosa accadrebbe con fatti più sentiti che visti, più intuiti che visti alla luce del sole, più rimpianti che desiderati?

E questo è il fatto dell'abbandono del Tabernacolo accompagnato: fatto tanto vero, non poche volte, quanto meritevole di tutte le lacrime di riparazione degli occhi amorevoli e di tutti i cuori buoni...


Ciò che mi spinge a parlare

130. Ero in preda a questi dubbi quando mi è arrivata quella lettera che state per leggere. Il fatto che chi la scrive sia un sacerdote, un parroco, che tra i sacerdoti sono quelli che preferisco, senza conoscermi e senza che io conosca lui, e l'accento di sincera curiosità, di affettuosa e inquieta sollecitudine affinché io gli dia deferente affetto, sono stati come la goccia d'acqua che ha fatto traboccare il vaso dei miei desideri di parlare e... lo farò.


Una lettera

131. Guardate la lettera e che serva da prologo a questa serie di momenti di conversazione che voglio avere con voi sul tema tanto interessante quanto scabroso di questo libro:


S. de B. (Burgos) 12 aprile 1921


Illustre Signor Vescovo di Malaga:

Egregio Signore, nel numero 60 di “Narraciones eucarísticas de las Marías de Burgos” (Racconti eucaristici delle Marie di Burgos), corrispondente al mese di marzo del 1921, ho appena letto un articolo di Sua Eccellenza, copiato da El GRANITO, intitolato "Nell'anniversario dell'Opera. Un punto di meditazione per molte Comunioni delle Marie“, il cui tema è il suggestivo e sorprendente cambiamento di rotta dell'”abbandono dei tabernacoli accompagnati".

Lo leggo molte volte e ogni volta che lo leggo mi piace sempre di più, e penso di leggerlo ancora più spesso. Per me è il miglior articolo che ho letto tra i molti scritti di Sua Eccellenza. È chiaro che questo giudizio critico non ha alcun valore accademico...

Mi viene da dirle che questo articolo necessita di un approfondimento e dovrebbe essere spiegato in modo più completo, sviluppando più ampiamente il significato o il senso delle parole “anime-ostie!”.

Poiché Sua Eccellenza, in qualità di vescovo, sta vedendo e sentendo l'estensione e l'intensità di questo abbandono, compia anche l'opera di misericordia di insegnarci a sentire e a vedere tutto questo abbandono esteso e intenso, affinché tutti noi sappiamo avere con Gesù Sacramentato l'intima compagnia dell'imitazione e dell'immolazione.

Lo faccia così. E quelle luci e quei sentimenti che, come vescovo, vede e sente, li porti alla luce pubblica affinché impariamo ad essere veri compagni del Santissimo Sacramento. E ciò che scriverà in questo senso sarà l'opera complementare o la seconda parte di “Anche se tutti... io no...”.

Con queste speranze si offre al Suo Illuminato, attento s.s. e c., D.Z.G., Parroco".


In questa lettera è già stato detto perché è stato scritto questo libro: per informare di tale abbandono coloro che non ne sono a conoscenza, per interessare maggiormente coloro che ne sono a conoscenza e per spingere i sacerdoti, le Marie, i discepoli di San Giovanni e tutte le anime eucaristiche a combatterlo con la riparazione più attiva e la compassione più sentita.

Angeli dei Tabernacoli, silenziosi riparatori di quegli abbandoni di cui la gente non si rende conto, aiutatemi a scoprire quel mondo di tristezze senza consolazione del Tabernacolo, conosciuto solo a metà, e a introdurvi molti, molti cristiani.

Madre Immacolata, che non hai mai abbandonato e hai sempre saputo dare al Cuore di tuo Figlio ciò che sperava e chiedeva, dai virtù a queste paginelle per formare le anime con cui il tuo Gesù conta sempre in ogni ora della sua vita nel Tabernacolo...


Come vorrei che queste pagine fossero lette!

132. Vorrei che questo libro fosse letto molto lentamente, con l'anima piena della presenza reale di Gesù vivo nel Santuario, per lasciare tempo alla mente di comprendere, al cuore di commuoversi e alla grazia di Dio di agire; e dopo averlo letto in questo modo, vorrei che fosse meditato in preghiera affettuosa davanti al Santuario.

***

Manuel González