V. C'è abbandono interiore del Santissimo Sacramento?
144. Questa, questa è la piaga che queste paginette vogliono mostrare. E mostrarla in tutta la sua lunghezza, latitudine e profondità, e con tutto il sangue che sgorga e le lacrime che costa e i beni che impedisce e i mali che porta a coloro che sono causa di averla aperta...
Che cos'è?
Dicevo nel capitolo precedente che abbandonano esternamente il Santissimo Sacramento coloro che, conoscendolo e potendolo visitare, non vi vanno abitualmente.
Ora aggiungo che l'abbandono interiore è andare al Santissimo Sacramento con il corpo e non con l'anima. Andare a lui e non essere in lui. È andare con il corpo affinché la bocca si apra e ingoi la sacra Forma. Le labbra si muovono e balbettano alcune parole. La testa si inclina. Le ginocchia si piegano per un tempo più o meno lungo, ma non con l'anima. Che non medita ciò che c'è e ciò che si dà e ciò che si chiede nel Santissimo Sacramento. Che non si prepara a mangiare con grande pulizia e un appetito eccitato, né assapora né ringrazia il Cibo. Che non parla né ascolta l'Ospite che lo visita. Che non si presta a raccogliere e custodire le grazie che gli porta, gli avvisi che gli dà, gli esempi che gli insegna, i desideri che gli insinua, la corrispondenza d'amore che gli impone...
Quante, quante volte dovrà ripetere il Maestro, disprezzato nell'interno di alcuni comunioni e visitatori dei suoi Santissimi Sacramenti, il lamento del Signore con il suo popolo: "Questo non mi onora più che con le sue labbra e ginocchia; ma il suo cuore, quanto è lontano da Me!..."
Un esempio
145. E affinché la definizione e il tipo dell'abbandono interiore entrino e si imprimano profondamente nell'anima di coloro che leggono queste righe. E affinché si veda in anticipo la portata e la trascendenza di questo male, cerco nel Vangelo esempi che lo chiariscano.
E speriamo che non sia così grafico ed espressivo quello che offre la scena della prima Comunione che si è data sulla terra per le mani dello stesso divino Autore!
La prima Comunione e il primo abbandono interiore
146. Leggete la descrizione che di essa fa in particolare l'evangelista san Luca e, addolorati, troverete come corteo di quella prima Comunione, quel malandato abbandono interiore di cui vi sto parlando.
Ciò che il Maestro e i suoi Apostoli dicono, interrogandosi e rispondendosi momenti prima e dopo aver ricevuto quella prima Ostia consacrata, rivela in modo vivido ciò che il Gesù di questa Ostia trovò nell'anima dei suoi primi comunicatori.
Cosa trova?
Nell'anima di Giuda, supponendo che arrivasse a comunicarsi, trova il tradimento, e in esso gli echi di tutti gli ululati dell'odio dei dannati; e la faccia di invidia e vendetta dei demoni. Nell'anima degli altri o dei più, invece della gratitudine e dello stupore che avrebbero assorbito tutti gli affetti e i sentimenti, trova l'affanno mondano, l'ambizione meschina e volgare e crudelmente inopportuna, in quel doloroso istante di separazione, su chi di loro sarebbe reputato il maggiore quando si stabilisse il suo regno sulla terra. E, se questo fosse ancora poco, comunicando loro la sua prossima prigionia e il grande scandalo e chiedendo loro angusti di prevenire con gli aiuti delle armi spirituali che lasciava, principalmente in quella Comunione, tutta la risposta che ottiene da loro è che contano già con due spade... E poi, come azione di grazie della Comunione... il sonno nell'agonia dell'Orto, la fuga, la negazione!...
Anime delicate, non è vero che meditando su quel primo ingresso di Gesù Sacramentato nelle anime degli uomini, ci si sente molto soli lì dentro, nell'anima e nei sentimenti dei suoi amici? O detto con le sue parole: non è vero che si sente in quella Comunione molto abbandonato?
Quale parola del Vangelo, quale accento di quelle bocche, quali gesti di quelle facce, fa capire o presupporre che la tenerezza e la veemenza di quel grande Cuore, sul punto di sciogliersi o di esplodere in quell'ora augusta del dono massimo e del massimo sacrificio, trovassero nei cuori dei suoi Apostoli echi e battiti di supremi corrispondenze o, almeno, leggere manifestazioni di intelligenza?
Gesù solo, abbandonato nell'anima dei suoi amici! Cioè, Gesù che visita anime e vive nelle case dei suoi amici senza essere compreso, né sostenuto, né ascoltato, né interrogato, né preso in considerazione!...
Questo è l'abbandono interiore che si ripete in una proporzione che spaventa nei nostri Sagrari.
È vero che merita di essere meditato e pianto?
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Manuel González
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